Dalla Restaurazione all’avvento del Fascismo e del Nazismo
Di Mario Giglio
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Dalla Restaurazione all’avvento del Fascismo e del Nazismo - Mario Giglio
La Restaurazione
Sconfitto definitivamente Napoleone e mandato in esilio nell’isola di S. Elena nell’Atlantico, ha luogo nel 1814-1815 il Congresso di Vienna che segna l’inizio della restaurazione; fondata sui principi di Legittimità, di equilibrio, dell’Interventismo e della Santa alleanza.
Siedono al tavolo dei vincitori: Inghilterra, Prussia, Austria, Russia e Francia con Talleyrand che stabiliranno il ritorno sul trono delle singole nazioni dei sovrani al potere prima del 1789 o dei loro legittimi eredi. ( Inghilterra con Giorgio III, Spagna il re Ferdinando VII di Borbone, Francia con Luigi XVIII, Olanda e Belgio uniti nel Regno dei Paesi Bassi, la Svizzera come confederazione di 19 Cantoni con il riconoscimento della neutralità perpetua, il regno di Sardegna V.Em.I (territori di Nizza, Savoia, di Piemonte, Liguria e Sardegna), lo Stato pontificio con papa Pio VII, Ferdinando I di Borbone re delle Due Sicilie (Italia meridionale e Sicilia), impero austriaco con il regno Lombardo Veneto, la Confederazione germanica con i suoi 39 stati presieduta dall’Austria, con Francesco I che tentava di frenare lo sviluppo della Prussia, retta dal re Federico Guglielmo III. La Russia con Alessandro I che ottenne la Finlandia e gran parte della Polonia) Tale assetto però dimostrava la violazione del principio di legittimità e di nazionalità per le repubbliche di Genova e Venezia, per il Sacro Romano Impero sostituito dalla Confederazione germanica, per la Polonia.
Condizioni politiche, economiche e sociali diverse caratterizzarono l’Europa della Restaurazione che vede l’affermazione della borghesia: i paesi occidentali più progrediti, quelli orientali più conservatori, la terza Europa costituta dai popoli divisi e sottomessi.
La Restaurazione in Francia dal 1815-1900
La politica di Luigi XVIII (1814/1824)fu contestata dalla nobiltà e dal clero sia perchè vanificò le loro aspirazioni di recuperare i beni confiscati dopo la Rivoluzione francese, sia perché fu considerata moderata..
Il Re infatti emanò la Carta Octroyée che prevedeva: (con un limitato potere legislativo: approvare o bocciare le leggi proposte dal re) l’istituzione di 2 Camere, quella dei Pari (i cui membri si succedevano in modo ereditario o erano nominati dal re) e quella dei deputati (eletti dai cittadini che pagavano come imposte dirette almeno 300 franchi), l’ uguaglianza di tutti dinanzi alla legge, una certa libertà di stampa, il diritto alla libertà individuale e di culto.
Gli succedette il fratello Carlo X(1824/1830) che portò avanti una politica reazionaria. Non tenendo in nessun conto le ideologie ispirate al Socialismo che si andavano diffondendo e l’avvio del processo di industrializzazione, conferì infatti ai nobili e al clero potere e prestigio restituendo i beni confiscati, affidando ai Gesuiti il controllo dell’educazione pubblica, sottraendo tale compito allo Stato
Contro il re si costituì un blocco di forze formato dalla grande borghesia finanziaria e mercantile liberal-moderata e dai ceti medi e bassi democratico-repubblicani.
Il re, su consiglio del suo primo ministro De Polignac, scioglie la Camera dei deputati e indice nuove elezioni che risultarono però fallimentari. Allora promulga
4 Ordinanze con cui:
limita il diritto di voto,
sopprime la libertà di stampa,
scioglie la Camera appena eletta e
indice nuove elezioni.
A questo punto il popolo di Parigi insorge e in tre giorni, le tre gloriose(27-28-29-luglio 1830),costringe il re ad abdicare.
La borghesia, ignorando il contributo dato ala lotta dalla classe media e bassa, offrì la corona a Luigi Filippo d’Orleans, di idee liberal-moderate. Egli, re per volontà del Parlamento e non per diritto dinastico, giurò fedeltà alla Costituzione infatti attuerà una politica di consolidamento della borghesia e di ispirazione democratica. I risultati non furono quelli sperati perché si dimostrò incapace di affrontare adeguatamente i problemi creati da una crisi economica che aveva colpito l’agricoltura e il commercio.
Parigi inoltre, divenuta importante città industriale, esprime il malcontento non solo degli operai ed artigiani che chiedevano salari più adeguati e. partecipazione alla politica, ma anche della piccola e media borghesia che chiedevano il diritto di voto. Il 22 febbraio 48 scoppiò una rivolta popolare e dopo tre giorni il re fu costretto ad abdicare e fu proclamata la repubblica ( la seconda).
Fu creato un governo provvisorio, cui collaborò il socialista L. Blanc che riconobbe la giornata lavorativa di 10 ore, la libertà di stampa, di associazione e fu concesso il suffragio universale