15/09/13
11 settembre, dodici anni dopo: lepilogo della guerra al terrorismo
BREAKING NEWS:
per cercare, prem
HOME
Tu sei qui: Home
POLITICA
Esteri
ESTERI
CULTURA
ECONOMIA
SPETTACOLI
GREEN
11 settembre, dodici anni dopo: lepilogo della guerra al terrorismo
11 settembre, dodici anni dopo: lepilogo della guerra al terrorismo
Scritto da Giacomo Fidelibus // 11 settembre 2013 // 0 Commenti
Popolar Tag
www.socialstudent.co.uk Fermiamoci, riflettiamo, prendiamo coscienza, salviamoci. Nessun altro pu farlo per noi. Sono le parole scritte da Tiziano Terzani nella sua opera Lettere contro la guerra. Non si tratta di un encomio al pacifismo, bens di una considerazione maturata allindomani degli attentati alle Twin Towers dell11 settembre. Una frase molto pi attuale di quanto possa sembrare, soprattutto se letta alla luce della crisi siriana e del bilancio dei dodici anni di lotta al terrore ingaggiata dagli Stati Uniti, superpotenza da sempre paladina della giustizia mondiale, coinvolta in conflitti capaci di mobilitare paesi, popoli, interessi e rancori regionali. Quella data, 9-11, rappresenta ancora oggi uno spartiacque universale, dalla politica di sicurezza alle relazioni internazionali e geostrategiche del mondo. Quando nel 2001, George W. Bush avvert che la guerra al terrorismo sarebbe durata a lungo e che i suoi risultati avrebbero tardato a palesarsi, non aveva assolutamente torto. Ma a prescindere da questo, Bush non riuscito a far tesoro delle lezioni della guerra in Vietnam, n di comprendere che lidentit del popolo americano si distingue per lorientamento verso i risultati. Le strategie di Bush e Condoleezza Rice, al contrario, si sono sempre uniformate sulla lotta alla rete globale del terrorismo: un proposito tanto nobile e fastoso quanto impraticabile e caliginoso. Ogni nazione di ogni regione ha in questo momento
www.italianpost.org/?p=2994 1/6
ARCHIVI
Seleziona
15/09/13
11 settembre, dodici anni dopo: lepilogo della guerra al terrorismo
una sola decisione da prendere: o siete con noi o siete con i terroristi. Con queste parole, il presidente repubblicano anticipava la preparazione della guerra preventiva, lelemento pi caratteristico della dottrina Bush. Scegli una nazione, colpisci e stupisci: shock and awe, del resto, stato il nome scelto per i bombardamenti compiuti su Baghdad. E fu cos che gli Stati Uniti invasero lIraq nel marzo del 2003, sulla base di storielle e accuse costruite artificialmente nellarco di un autunno per giustificare la guerra preventiva. Lamministrazione Bush sosteneva che il regime di Saddam Hussein fosse in possesso di armamenti nucleari e che sarebbe presto giunto a produrre testate atomiche. Linvasione avrebbe dunque evitato che lIraq rifornisse i terroristi con armi di distruzione di massa. Ma cos non stato. Tanto vero che ancora oggi siamo al punto daccapo, visto che lamministrazione Obama sta mettendo sotto accusa il regime siriano di Bashar al-Assad di fare uso di armi chimiche. Potrebbe trattarsi del solito clich, se non altro ormai anacronistico. Facendo un piccolo passo indietro, prima dellIraq gli Stati Uniti si sono conquistati il sostegno del Pakistan per invadere il vicino Afghanistan dominato dai talebani, primi sostenitori di Al Qaeda secondo fonti dellintelligence. Ma lalleanza con il presidente pakistano, Pervez Musharraf, si rivelata la scelta pi imbarazzante e inadatta nella storia delle relazioni internazionali. Roba da far mettere le mani nei capelli a Kissinger, visti i legami di Musharraf sia con i talebani che con Osama bin Laden, il cosiddetto Principe del terrore, nonch primo nemico degli Stati Uniti e principale responsabile dellattentato alle Twin Towers. Strana equivalenza; allinizio del 2011 lintelligence ha svelato che bin Laden si nascondeva in un compound in Pakistan e che, a quanto pare, l ci fosse rimasto indisturbato per pi di cinque anni. Un ambiguo parallelismo diplomatico anche quello con lafghano Hamid Karzai, il presidente del giorno dopo. Colui che guida lAfghanistan ancora oggi da quando gli americani hanno invaso lantica via della seta. Tra laltro, distintamente riconosciuto per essere corrotto. Eripe me his, invicte, malis; quali sono stati risultati? La missione in Iraq, lo sappiamo, si conclusa con il ritiro delle truppe statunitensi da un paese senza pi ordine n forma, che presenta delle contraddizioni perfino nella costituzione, dove mediamente muoiono tremila persone al mese a causa dei conflitti etnici e religiosi. Di converso, ancora attiva la missione Isaf in lAfghanistan, una nazione in cui la guerra continua imperterrita, dove il traffico illegale di droga e armi con i vicini Iran e Pakistan sconvolge la vita di una popolazione senza pi speranza n prospettive. Due interventi umanitari che sono costati la vita a 6.500 soldati statunitensi, senza dimenticare lenorme numero di vittime civili dei conflitti. Guerra chiama guerra, terrore chiama terrore. In compenso, nel maggio 2011 stato ucciso Osama Bin Laden. Ma il merito di questa operazione se l preso Barack Obama. Quasi pi una soddisfazione morale che un colpo inflitto allindefinibile avversario rappresentato dal terrorismo, di cui Osama ne incarnava sia il simbolo che lidea. Lo scettro della guida di Al Qaeda poi passato al medico egiziano Ayman a l -awhir, che ha avuto un ruolo notevole durante le primavere arabe. Gi, ci sono stati pure gli interventi in Egitto e in Libia. Ma in quel caso si trattava di far cascare due dittatori. Ebbene s. Sono gi passati dodici anni. Fino a qualche giorno fa, paradossalmente, gli Stati Uniti erano intenzionati ad indire un intervento militare contro il regime di Bashar al-Assad, con la chiara illazione di schierasi dalla parte di Al Qaeda, gli stessi responsabili della morte di migliaia persone negli attacchi dell11 settembre. Questo non significa che le terribili immagini dei civili siriani morti durante lattacco di Ghouta non siano vere. Significa che qualsiasi prova contraria sembra essere scartata, come scrive Robert Fisk. Per esempio, nessuno si accorto che lo stesso giorno in Libano tre membri di Hezbollah che combattono a fianco delle truppe governative di Damasco sono stati colpiti dallo stesso presunto gas in una galleria di Beirut. Poi lultimo riscontro spetter ai referti medici. www.rawa.org
ARTICOL
Orgoglio Lo
Craxi e Ber
15 settemb
Se lo spinsettembre
Ogni accor continua
Esce il seg Christiane 2013
Il Napoli de
Inter e Juve 2013
Canoa dor
Molmenti
Caso Riva:
sempre i la
Festivalette settembre
Il terrorism settembre
En e Xanax settembre
Governo de
tutti i camp
Primarie si
Bill De Blas
Un venerd 2013
www.italianpost.org/?p=2994
2/6
15/09/13
11 settembre, dodici anni dopo: lepilogo della guerra al terrorismo
Ora, almeno apparentemente, siamo entrati nella fase delle mediazioni diplomatiche. Lamministrazione Obama si accorta che in dodici anni la situazione cambiata. Oggi il confronto con le potenze che negli ultimi anni hanno fatto passi in avanti, rompendo quel primato di risorse militari e strategiche fino a poco tempo fa esclusivamente a stelle e strisce, imprescindibile. Un tale cambiamento di rotta, del resto, avveniva mentre gli Stati Uniti restavano impantanati in Iraq e Afghanistan ed erano costretti ad affrontare una crisi economica senza precedenti. Per uscire dal caos siriano vale dunque la pena di prendere in considerazione lapertura dei russi; al contrario, i richiami delle sirene saudite e degli amici del golfo potrebbero essere ingannatori, visto che il loro principale scopo non solo quello di abbattere il regime di Damasco, ma di colpire lIran sciita di Khomeini, sospettato di possedere il nucleare pur non facendo parte del prestigioso club dellatomo. Oggi, 11 settembre 2013, sarebbe opportuno riflettere e prendere coscienza del fatto che non conviene pi farsi trascinare in altri conflitti dagli esiti tuttaltro che previsti. Ormai lopinione pubblica americana immunizzata da qualsiasi pretesto per creare nuovi scenari di guerra, gli ultimi sondaggi parlano chiaro. Ipso facto, gli americani guardano sempre ai risultati. Piuttosto, gli Stati Uniti hanno il compito di creare le condizioni per un nuovo equilibrio di sicurezza mondiale, che passa inevitabilmente per un accordo internazionale sulla resa delle armi chimiche e biologiche, non solo da parte di Assad. Questa potrebbe essere la giusta riflessione da intraprendere a dodici anni di distanza da quel terribile 11 settembre 2001. Preso atto dellevidente necessit di contestualizzare la lotta al terrorismo, gli Stati Uniti hanno dunque il compito di riconsiderare il proprio ruolo di risolutori mondiali dei conflitti, scongiurando qualsiasi rango che li inquadra come artefici di questi ultimi. Fidelibus Blog @JackFide
CALENDA
2 9 16 23 30 ago
CATEGO
Seleziona
per cerc
Ricerca
Tags:
11 settembre 2001
al qaeda
terrorismo
usa
Condividi questo post:
www.italianpost.org/?p=2994
3/6
15/09/13
11 settembre, dodici anni dopo: lepilogo della guerra al terrorismo
ARTICOLI SIMILI
COMMEN
Il terrorismo economico e finanziario di Al Zawahiri
14 settembre 2013 // 0 Commenti
Ogni accordo un successo, ma in Siria la guerra continua
15 settembre 2013 // 1 Commento
serena su Potter
La crisi siri
Fidelibus' B
L'Egitto imbavagliato. Di nuovo.
14 settembre 2013 // 0 Commenti
Primarie sindaco di New York, tra i democratici avanti Bill De Bl ...
14 settembre 2013 // 0 Commenti
Ogni accor successo, Spin su Potter
continua | F
sherlock66
LASCIA UN COMMENTO
Harry Potte Emanuele
Harry Potte L'indirizzo email non verr pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati * Il tuo nome *
alessandra neppure H
Il tuo indirizzo Email *
Sara su Sara su
Sito Web
FRANCESC Il tuo commento
Alessandra
Batman da
Alessandra
dovrebbero Jude su
Attilio Scarc Nicoletta s
Aggiungi un commento
zombie e v
www.italianpost.org/?p=2994
4/6
15/09/13
11 settembre, dodici anni dopo: lepilogo della guerra al terrorismo
FOTO DE
META
Accedi Voce RSS
WordPress
TAG
Acqua Berlusconi
econo
Egitto
napolitano iran
g20 Geopo
italia
PESC
russia
Turchia
ULTIMI T
14 anni ag
Home In attesa di registrazione al Tribunale di Pesaro
www.italianpost.org/?p=2994 5/6
15/09/13
11 settembre, dodici anni dopo: lepilogo della guerra al terrorismo
www.italianpost.org/?p=2994
6/6