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Analisi Tipologie Architettura Istituzionale Riciclo Europa

Il documento presenta un progetto di ricerca condotto dal Centro Studi Economia Applicata e dal Consorzio Nazionale Imballaggi, focalizzato sull'Economia Circolare in Europa e le sue implicazioni per le imprese nel settore del recupero e riciclo. La ricerca si articola in due parti: un'analisi microeconomica delle performance aziendali in relazione ai modelli di gestione EPR e un'analisi macroeconomica delle normative europee e dei piani d'azione riguardanti il riciclo. L'obiettivo è identificare le relazioni tra i modelli di gestione e le performance aziendali, classificando i Paesi UE in base al loro impegno verso l'economia circolare.
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Analisi Tipologie Architettura Istituzionale Riciclo Europa

Il documento presenta un progetto di ricerca condotto dal Centro Studi Economia Applicata e dal Consorzio Nazionale Imballaggi, focalizzato sull'Economia Circolare in Europa e le sue implicazioni per le imprese nel settore del recupero e riciclo. La ricerca si articola in due parti: un'analisi microeconomica delle performance aziendali in relazione ai modelli di gestione EPR e un'analisi macroeconomica delle normative europee e dei piani d'azione riguardanti il riciclo. L'obiettivo è identificare le relazioni tra i modelli di gestione e le performance aziendali, classificando i Paesi UE in base al loro impegno verso l'economia circolare.
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Professor Carlo Bellavite Pellegrini ** °

Professoressa Laura Pellegrini°


Dottoressa Claudia Cannas
Dottoressa Rachele Camacci
Professor Peter Cincinelli°
Dottor Andrea Roncella°
Dottoressa Elisa Lerta
Dottoressa Livia Ventura°

Analisi sulle differenti tipologie di architettura


istituzionale di riciclo in Europa
INDICE
Natura e finalità del progetto di ricerca ......................................................................................................... 3
Il contesto di riferimento ................................................................................................................................. 5
Introduzione ..................................................................................................................................................... 8
PARTE I: “Analisi microeconomica” .......................................................................................................... 11
Identificazione del campione ........................................................................................................................ 13
Metodologia e modello di regressione.......................................................................................................... 14
Risultati ........................................................................................................................................................... 18
Conclusioni preliminari ................................................................................................................................. 30
PARTE II: “Analisi macroeconomica” ........................................................................................................ 32
Normativa europea ........................................................................................................................................ 35
a) Direttiva 2018/852 .......................................................................................................................... 38
b) Direttiva UE 2019/904 ................................................................................................................... 40
c) New Circular Economy Action Plan ............................................................................................ 41
Adeguamento alla normativa comunitaria ............................................................................................... 45
a) Recepimento delle Direttive (UE) 1994/62 e 2018/852 ............................................................... 45
b) Recepimento della Direttiva (UE) 2019/904 ................................................................................ 51
c) Analisi degli Action Plan dei principali Stati europei .................................................................. 54
Pioneers, Followers e Latecomers ............................................................................................................ 58
Conclusioni ..................................................................................................................................................... 69
Bibliografia ..................................................................................................................................................... 70
Appendice ....................................................................................................................................................... 73

2
Natura e finalità del progetto di ricerca
In data 28 settembre 2022, il Centro Studi Economia Applicata (CSEA), Università
Cattolica del Sacro Cuore, e il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI), hanno avviato
una convenzione per lo svolgimento di un progetto di ricerca avente ad oggetto:

“La rilevanza dell’Economia Circolare nei Paesi EU e nelle singole imprese operanti nel settore de recupero
e riciclo: un’indagine empirica sulla relazione tra i modelli di gestione di EPR e Performance”

Tale progetto, condotto sotto la responsabilità scientifica del Professor Carlo


Bellavite Pellegrini, Direttore dello CSEA, si articola su due livelli principali, uno di
carattere microeconomico e uno macroeconomico, sviluppati in modo dettagliato lungo
la seguente Relazione.

Da un punto di vista metodologico, sono state realizzate attività di diversa natura


funzionali alla realizzazione del progetto di ricerca, tra cui: i) la raccolta e la successiva
elaborazione dei dati, sia delle imprese quotate del settore, sia dei Paesi UE; ii) l’analisi
documentale delle principali Direttive europee e Action Plans in materia di recupero e
riciclo di imballaggi; iii) l’analisi dei trend di specifici indicatori di economia circolare; e, iv)
la stima e diffusione dei risultati ottenuti.

In linea con la finalità del progetto di ricerca, tale Relazione, dedica dapprima un
focus specifico sulle singole imprese quotate del settore degli imballaggi, al fine di indagare
su una possibile relazione positiva tra i diversi modelli di gestione EPR e la performance. La
seconda parte dello studio invece, giustapponendo l’ampia produzione normativa in
materia di recupero e riciclo di imballaggi a livello europeo col raggiungimento dei relativi
target, nonché l’andamento di indicatori economia circolare (“tasso di recupero e riciclo
degli imballaggi” e “il tasso di circolarità della materia” dell’Eurostat), propone una
classificazione “nuova” dei Paesi UE sulla base del loro commitment circa i temi di economia
circolare definendoli quali “Pioneers, Followers e Latecomers”.

Come da convenzione, le attività di ricerca elencate, sono state discusse e condivise


col committente in tre incontri principali. Nello specifico, a seguito del “Kick Off” iniziale,
3
tenutosi in data 1° novembre, il Gruppo di Ricerca del Centro Studi Economia Applicata
e il Conai, hanno fissato un incontro per la presentazione dei risultati intermedi del lavoro
(SAL) e, volto ad accogliere eventuali indicazioni e proposte per sviluppi successivi. La
presentazione finale dei lavori è avvenuta alla fine di marzo 2023.

4
Il contesto di riferimento

Tale ricerca applicata trova collocazione nel crescente interesse negli ultimi decenni
verso i temi della sostenibilità, che ha visto un ampio dibattito riguardo l’effettiva
“sostenibilità” dei modelli di business delle imprese (Bellavite Pellegrini, Cannas e Pellegrini
2021)1.
Il sistema economico tradizionale basato sul modello “prendi, produci, usa e getta”,
sebbene efficace in termini di relazione lineare tra domanda e offerta, si è, infatti,
dimostrato non sostenibile nel tempo (Frosch and Gallopoulos, 1989)2. In questo
contesto, l’Unione Europea, si è impegnata nella promozione di un modello di business
basato sull’uso razionale del capitale ambientale e delle risorse, di per sé finite e scarse
(Meadows et al., 1972)3. Il concetto di “Economia Circolare”, promosso dalla
Commissione Europea (2014)4, fa, infatti, riferimento a “un modello di produzione e consumo,
che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e
prodotti esistenti il più a lungo possibile.”.
Nel corso degli anni, l’approccio circolare ha raggiunto un consenso sempre più
ampio non solo da parte di istituzioni e governi, ma anche da parte delle imprese, che
hanno saputo cogliere oltre alla presenza di benefici di natura ambientale, anche quelli di
natura economica. Pertanto, a partire dalla Direttiva del Consiglio relativa ai rifiuti del
19755, anche nota come “Waste Directive”, l’Europa, ha assunto nel tempo un ruolo da
protagonista nel contesto dell’Economia Circolare, approvando negli ultimi decenni,

1
Bellavite Pellegrini C., Cannas C. & Pellegrini L. (2021). Circular Economy Approach: The benefits of a new
business model for European Firms (No. dipe0018). Università Cattolica del Sacro Cuore, Dipartimenti e
Istituti di Scienze Economiche (DISCE).
2
Frosch D. & Gallopoulos N., (1989). Strategies for manufacturing. Sci. Am. 261 (3), 94–102.
3
Meadows D. H., Randers J. & Meadows D. L. (2013). The Limits to Growth (1972) (pp. 101-116). Yale
University Press.
4
https://eur-lex.europa.eu/legal-
content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52014DC0398R(01)&from=IT
5
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:31975L0442&from=EN

5
numerose direttive e piani d’azione6. Ciononostante, mentre in alcuni Paesi europei lo
sviluppo dei modelli di economia circolare e la produzione normativa hanno raggiunto
stadi molto avanzati, in altri non vi è ancora una regolamentazione specifica7.
Al fine di cogliere tali aspetti e le peculiarità di ciascun Paese, anche in relazione al
modello di mercato adottato, le prospettive di analisi si mostrano diverse.
Studi precedenti (Commissione Europea, 2014)8 hanno, infatti, evidenziato
l’esistenza di diversi benefici di natura economica dall’implementazione di modelli
“circolari, tra i quali si ricordano una riduzione dei costi, la creazione di nuovi posti di
lavoro grazie allo sviluppo di nuove aree di business ed una crescita del PIL, grazie a un
minore e più efficiente utilizzo delle materie prime. Considerazioni simili emergono anche
da altri studi in letteratura (i. e. Fondazione Ellen MacArthur)9.
In generale, nel contesto europeo, un forte accento è stato posto sul tema del riciclo
e del recupero dei rifiuti (Lacy, Rutqvist e Lamonica 2016)10. Alcune recenti evidenze in
merito alla produzione di rifiuti a livello europeo mostrano, infatti, dati aggiornati dalle
dimensioni rilevanti11 ma con evidenze pro-capite differenti nei diversi Paesi dell’UE,
dovutamente a diverse variabili quali la ricchezza e il turismo. Le precedenti evidenze, e le
recenti misure approvate sul tema dell’economia circolare dal Parlamento europeo12, e

6
Per un’accurata trattazione delle principali direttive e Piani d’azione dei singoli paesi, sino ad arrivare
alle più recenti, si veda la seconda parte del presente lavoro.
7
Tali aspetti troveranno adeguata trattazione nella seconda parte del presente studio.
8
https://ec.europa.eu/environment/archives/waste/eu_guidance/pdf/Guidance%20on%20EPR%20-
%20Final%20Report.pdf
9
Secondo cui l’adozione dei principi di economia circolare in Europa potrebbe determinare benefici
economici annui pari a Euro 1.8 miliardi (USD 2.1 trillion) nel 2030.
(https://ellenmacarthurfoundation.org/) https://emf.thirdlight.com/link/17z1dk7idbty-
lrrp3s/@/preview/1?o
10
Lacy P., Rutqvist J. & Lamonica B. (2016). Circular Economy – Dallo spreco al valore. Egea, Milano.
11
https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/economy/20151201STO05603/economia-
circolare-definizione-importanza-e-vantaggi
12
Il nuovo piano d’azione per l’economia circolare approvato dall’Europa a febbraio 2021, prevede
misure aggiuntive per raggiungere l’obiettivo Net Zero relativo alle emissioni, un’economia sostenibile da
un punto di vista ambientale e completamente circolare entro il 2050
6
dalla Commissione Europea, spingono dunque ad una considerazione più attenta a livello
empirico della regolamentazione specifica a livello di singolo Paese.

(https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20210128STO96607/economia-
circolare-in-che-modo-l-ue-intende-realizzarla-entro-il-2050)

7
Introduzione

Il seguente progetto di ricerca esamina l’attenzione alla sostenibilità e ai temi


dell’economia circolare in Europa, sia da parte dei singoli Paesi EU, sia da parte delle
singole imprese. In particolare, considerando i diversi modelli di gestione del riciclo in
Europa, originati dai differenti sistemi di responsabilità estesa del produttore (Extended
Producer Responsibility-EPR13), e il livello di sostenibilità delle singole imprese, si è cercato di
individuare quali potessero rappresentare i principali drivers di valore in grado di
determinare una migliore performance d’impresa,
In linea generale, lo studio che si intende presentare, di carattere empirico, è stato
sviluppato considerando due aspetti, uno di carattere macroeconomico, l’altro di natura
microeconomica.
L’analisi al livello macroeconomico, intende osservare il grado di commitment su tali
temi da parte dei singoli Paesi EU alla luce delle principali Direttive e Piani di Azione
emanati in Europa tra il 1986 e il 2020 in materia di recupero e riciclo dei rifiuti, e
l’andamento di indicatori di specifici indicatori di economia circolare a livello macro.
L’analisi di tipo microeconomico pone poi un focus specifico sulle singole imprese
appartenenti ai determinati settori che operano lungo la filiera del recupero e riciclo14, con
l’obiettivo di indagare l’eventuale e possibile esistenza di una relazione positiva tra i diversi
modelli di gestione EPR e la loro performance, nonché ulteriori possibili benefici di natura
economica.
Per questioni legate alle necessità di “highlights” specifici del Committente – emersi
durate i primi follow up del lavoro – e ad un migliore sviluppo dell’analisi qui esposta, si è
reso necessario invertire i due differenti livelli di analisi, dando precedenza all’analisi di
tipo microeconomico, che verrà quindi, presentata per prima (oggetto della prima parte

13 Suddivisi in Pro Competion e No Competition, come verrà meglio descritto più avanti.
14
In particolare plastica, la carta e il cartone, l’alluminio, l’acciaio, il legno e il vetro (settori in cui CONAI
opera).

8
del presente elaborato). Successivamente troverà adeguato sviluppo e trattazione l’analisi
si tipo macroeconomico (oggetto della seconda parte del presente elaborato).

A livello micro, partendo da un campione di società europee quotate, appartenenti ai


diversi settori del recupero e riciclo15 si intende analizzare la relazione esistente tra
l’adozione o meno del modello di mercato “Pro-Competition16”, alcune principali grandezze
contabili e finanziarie e la performance societaria (analizzata sia da un punto di vista contabile
sia finanziario).
Al fine di verificare l’esistenza di una relazione positiva tra l’adozione di modelli di
riciclo e potenziali benefici economici nei diversi Paesi EU, sono stati implementati una
serie di modelli statistico-econometrici aventi ad oggetto società quotate in ambito
Europeo operanti nel settore individuato su un orizzonte temporale compreso tra il 2000
e il 2020, che prendono in considerazione sia variabili finanziari e firm specific, oltre a dati
estratti dai principali data provider accademici e/o pubblici.
Tale approccio, nasce dalla considerazione che un diverso modello possa
determinare delle differenze in termini di gestione delle imprese, e quindi, della loro
capacità di generare valore economico.
In questo senso, è quindi doveroso sottolineare l’originalità di questo studio laddove
individui, nel caso di Paesi che adottano un modello centralizzato/integrate (i.e. ‘Non-
competitivi’ – o No Competition), un impatto positivo e significativo delle tradizionali
variabili esplicative della performance d’impresa rispetto a quei Paesi che invece adottano un
sistema di tipo competitivo (definito anche “Multiple”).

A livello macro, al fine di analizzare il livello di attenzione dei singoli Paesi europei
verso i temi di sostenibilità e dell’economia circolare, sono stati presi in considerazione e
analizzate le principali normative Europee e Piani d’azione oltre all’eventuale normativa

15
Già definiti precedentemente e meglio delineati nel proseguo del presente studio.
16
Per maggiori dettagli si rimanda alla prima parte del presente studio, che approfondisce l’analisi di tipo
microeconomico.

9
dei singoli Paesi giustapponendo anche analisi empiriche legate a specifici indicatori a
livello di singolo Paese messi a disposizione da data providers pubblici, come Eurostat, e
privati come Thomson Reuters Refinitiv® e informazioni relative ai differenti archetipi di
gestione EPR diffusi in Europa.

La seconda parte di questo studio propone, quindi, un’analisi di tipo


macroeconomico del settore in cui opera il CONAI, che intende approfondire il grado di
commitment da parte dei singoli paesi europei al tema dell’economia circolare, alla luce delle
principali Direttive e Piani di Azione emanati in Europa tra il 1986 e il 2020 in materia di
recupero e riciclo dei rifiuti e l’andamento di indicatori di specifici indicatori di economia
circolare a livello macro. Tale analisi è volta alla determinazione di una classificazione dei
diversi paesi in “Pioneers”, “Followers” e “Latecomers”, alla luce di quanto emerso dall’analisi
di alcuni indicatori e del loro trend nel tempo.

In conclusione, al fine di supportare l’impegno già assunto dall’Unione Europea


nell’ambito dell’economia circolare, tale progetto intende portare alla luce evidenze
significative, in grado di giustapporre aspetti di diversa natura legati, sia alle caratteristiche
delle imprese operanti nei diversi settori del riciclo, sia al commitment da parte dei Paesi EU,
in cui le misure adottate nel corso del tempo dall’UE si sono dimostrate più o meno
efficaci al fine di individuare quale modello di mercato di EPR “funzioni meglio”
mostrandosi volano di creazione di valore e quali siano i Paesi “leader” che mostrano, anche
in relazione ad aspetti di carattere normativo ed empirico - un tangibile grado di attenzione
a temi di economia circolare a livello comunitario.

10
PARTE I: “Analisi microeconomica”

Il presente lavoro nasce dall’esigenza di verificare la natura dell’impatto sulla


performance delle imprese europee che operano lungo la filiera del recupero e riciclo. Nello
specifico, la prima parte dello studio ha evidenziato la rilevanza che l’adozione, a livello
Paese, di un determinato modello di struttura di mercato ha sulla performance delle imprese.

Tale approccio, nasce dalla considerazione che un diverso modello di mercato


determini delle differenze in termini di gestione delle imprese, e quindi, della loro capacità
di generare valore economico.

Al fine di identificare la tipologia di modello di mercato adottata dalle imprese della


filiera del recupero e riciclo, tale studio, si avvale di una classificazione definita in un
precedente studio (Centro di Ricerca Green Bocconi – CONAI 2022), che mette in luce
come il “modello CONAI” rappresenti sia uno dei più efficaci, in termini di tasso di riciclo,
sia più efficienti, dal punto di vista economico, sulla base del costo.

Sulla scia di questo risultato, la presente ricerca si sofferma invece sull’impatto che
un determinato modello di mercato possa avere dal punto di vista del rendimento
economico.

Come si evincerà con più dettaglio nel documento, i modelli di struttura del mercato
che riguardano la cd. “Responsabilità Estesa del Produttore17” (EPR) presenti in Europa,
sono classificabili in due categorie: “Competitivi” e “Non-Competitivi”. La domanda circa
quale dei due modelli sia preferibile rappresenta un tema di ricerca sul quale la letteratura

17
La Direttiva europea quadro sui rifiuti 2008/98/CE ha introdotto il principio della “Responsabilità
Estesa del Produttore” (EPR), che, con la revisione del 2018, è diventata una vera e propria misura
attraverso cui ogni Stato membro assicura che i produttori si facciano carico della responsabilità
finanziaria - o di quella finanziaria e operativa – della gestione di tutto il ciclo di vita degli imballaggi, dalla
loro progettazione al loro fine vita. Dal 2025, l’ultima revisione della Direttiva imballaggi 2018/852/CE,
obbliga i Paesi a istituire un regime EPR specifico per gli imballaggi, generalmente attraverso le
organizzazioni (finanziate dai produttori e/o utilizzatori di imballaggi stessi) che, per conto dei propri
membri, se ne assumono la responsabilità: le Producer Responsibility Organizations (PRO).

11
sta cercando di fare chiarezza, e in risposta alla quale, il presente studio, intende dare il
proprio contributo.

In questo senso, è importante in questa sede sottolineare l’originalità della presente


analisi laddove individua, nel caso di paesi con un modello centralizzato/integrate (i.e.
‘non-competitivi’), un impatto positivo e significativo delle tradizionali variabili esplicative
della performance d’impresa rispetto a paesi che adottano, invece, un sistema di tipo
competitivo (definito anche “Multiple”).

12
Identificazione del campione

L’individuazione del campione di riferimento è avvenuto attraverso diversi steps.


Attingendo al data provider Worldscope Datastream, è stato in primo luogo selezionato
un campione di tutte le società quotate europee afferenti ai consorzi dei sistemi nazionali
di recupero e riciclo prendendo come riferimento il sistema CONAI
(https://www.conai.org/chi-siamo/sistema-conai/consorzi/). In particolare, si tratta di
un sistema consortile la cui attività trova attuazione in sette consorzi dedicati al recupero
e riciclo dei seguenti materiali:

- Plastica e Plastica Biodegrabile (Corepla e Biorepack)


- Carta e Cartone (Comieco)
- Alluminio (CiAl)
- Acciaio (Ricrea)
- Legno (Rilegno)
- Vetro (CoReVe)

Si è quindi proceduto all’individuazione di imprese operanti in queste aree


classificate secondo i codici NAICS (North American Industry Classification). I settori
individuati sono elencati nella Tabella 1, in Appendice.

In un secondo step, sono stati esclusi dal campione le società dei Paesi dell’Europa
dell’Est. La presenza di imprese con sede legale in questi Paesi infatti, non contribuisce
alla determinazione di un dataset maggiormente informativo a causa della grande quantità
di dati mancanti, rendendo, se considerate, quindi, il campione, l’analisi e i risultati, distorti.

La serie storica di riferimento comprende gli anni dal 2000 al 2020, serie di lungo
periodo che ci consente di catturare eventi di portata storica quali la Global Financial Crisis
del 2008, la crisi del debito sovrano europeo del 2011-2012 e lo scoppio della pandemia
legata al COVID-19.

13
Nella Figura 1.a in Appendice, è illustrata la distribuzione del campione per area
geografica, dalla quale si evince che il paese con il maggior numero di imprese sia il Regno
Unito, seguito da Francia e Svezia. L’Italia si colloca appena al di sotto della media.

Dalla distribuzione per settore contenuta nella Figura 1.b, risulta invece che i
settori più rappresentativi siano i produttori di plastica e di carta seguiti dai produttori di
imballaggi di carta. Sulla base di questo processo di identificazione il numero di imprese
del campione di riferimento per le nostre analisi ammonta a 102 società e 20 Paesi.

Metodologia e modello di regressione


La combinazione delle imprese individuate (dati cross sectional) con la serie storica
(time series) costituisce un cosiddetto “panel dataset”. I dati panel permettono di esaminare
la dinamica di variazione delle variabili utilizzate, tenendo conto dell’eterogeneità di
quest’ultime e rendendo interessante la specificità degli individui-impresa (id) e la loro
dinamica a livello temporale, potendo contare su dati relativi ad un orizzonte temporale di
lungo periodo. I dati panel, da questo punto di vista rappresentano, infatti, i dati con
maggior contenuto informativo per procedere alla stima di modelli che possano avere una
maggiore bontà e capacità esplicativa delle relazioni indagate.

Il campione inizialmente identificato si caratterizza per essere fortemente unbalanced


rispetto alla variabile riferita al prezzo di mercato, utile a definire una società come quotata
per l’anno di riferimento. La presenza di diverse società del campione, che possano essere
quotate per un numero di anni “limitato” rispetto all’intero orizzonte temporale di
riferimento, invece compreso tra il 2000 e il 2020, e che, in prima approssimazione avrebbe
potuto rendere distorti i risultati dell’analisi, ha indirizzato la scelta di un’analisi che potesse
cogliere dinamiche temporali maggiori considerando il campione balanced.

Per questa ragione, è stato definito un campione balanced mantenendo quelle


imprese che fossero rimaste quotate per tutto l’orizzonte temporale identificato, compreso
tra il 2000 e il 2020. Tra le principali conseguenze dell’uso di un campione balanced vi è
quello di una riduzione del numero delle imprese, senza tuttavia comportare una perdita
14
di significatività. Il campione definitivo è quindi costituito da 56 società distribuite su 13
Paesi.

Da un punto di vista metodologico, lo studio proposto si basa dunque su un’analisi


multivariata, che vuole spiegare la relazione tra una variabile dipendente (Y), nel nostro
caso una proxy della performance d’impresa, con più variabili esplicative o regressori del
modello, e variabili di controllo (X), individuate secondo la letteratura di riferimento
(Bellavite Pellegrini et al. 2021).

Nello specifico, le variabili utilizzate nelle analisi sono riassunte nella Tabella 2.

Tabella 2 - Descrizione delle variabili

Fonte: Worldscope Datastream. Rielaborazione degli Autori.

Le statistiche descrittive di queste variabili per il campione unbalanced sono


disponibili in Appendice, nella Tabella 3.

Ai fini del presente studio, le variabili che assumono una rilevanza particolare sono
la Market Structure e il Tasso di Riciclo degli imballaggi.

Con riferimento alla Market Structure, si tratta di una variabile istituzionale a livello
Paese, costruita sulla base delle indicazioni di un precedente studio che ha coinvolto il
Centro di Ricerca GREEN dell’Università Bocconi in collaborazione con CONAI, che

15
distingue il modello di mercato nel settore del recupero e riciclo. Nello specifico, il Regime
EPR può essere “Non Competitivo” – laddove ci sia una sola PRO18 a detenere il
monopolio, come in Italia con CONAI, e/o multiple PRO Non Profit - o “Competitivo”
– laddove le PRO siano multiple di natura profit, come DGP in Germania.

La lista dei Paesi con il sistema EPR corrispondente è illustrata nella Tabella 4, in
Appendice.

Nella analisi qui realizzata, la variabile Market Structure, è definita da una variabile
binaria o variabile dummy, che assume valore 1 per quei paesi che operano in un Regime
EPR di tipo “Competitivo” e 0 altrimenti (ved. Appendice).

La seconda variabile istituzionale, utile ai fini del nostro studio, è il Tasso di riciclo
degli imballaggi.

Si tratta di una variabile costruita dalla banca dati europea Eurostat sulla base di dati
forniti da ogni singolo Paese, che esprime la quota di rifiuti di imballaggio riciclati rispetto
al totale dei rifiuti di imballaggio generati. I rifiuti di imballaggio comprendono il materiale
di scarto che è stato utilizzato per il contenimento, la protezione, la trasformazione, la
consegna e la presentazione delle merci, dalle materie prime alle merci trasformate, dal
produttore all'utilizzatore o al consumatore, esclusi i residui di produzione. I rifiuti di
imballaggio sono suddivisi in imballi di carta e cartone, imballi di plastica, imballi di legno,
imballi metallici e imballi di vetro, e per ognuna di queste categorie è disponibile un tasso
specifico. Il rapporto è espresso in termini percentuali (%) poiché entrambi i termini sono
misurati in tonnellate.

Nella Figura 2 è visualizzato il trend di questo indicatore a titolo esemplificativo per


Italia, Francia, Germania ed Unione Europea (28 Paesi).

Le statistiche descrittive sono riportate in Appendice nella Tabella 5.

18Le Product Responsibility Organization sono quelle organizzazioni (finanziate dai produttori e/o utilizzatori di
imballaggi stessi) che, per conto dei propri membri, si assumono la responsabilità della gestione di tutto il ciclo di
vita degli imballaggi.
16
Figura 2 - Trend storico tasso di riciclo degli imballaggi (2000-2020)

Fonte: Eurostat.

I modelli di regressione che seguono sono stati realizzati dividendo il campione in


due principali cluster a seconda della tipologia di regime EPR, e sono distinguibili in base
alla variabile dipendente utilizzata:

𝑅𝑖𝑡 = 𝛼 + 𝛽𝑋𝑖𝑡 + 𝐷𝑖𝑡 + 𝛾𝑖𝑡 + 𝜀𝑖𝑡 (1.a)

𝑅𝑖𝑡 = 𝛼 + 𝛽𝑋𝑖𝑡 + 𝐷𝑖𝑡 + 𝛾𝑖𝑡 + 𝑅(𝑡 − 1)𝑖𝑡 + 𝜀𝑖𝑡 (1.b)

Dove: 𝑅𝑖𝑡 è il rendimento complessivo del prezzo azionario (espresso in termini di


Total Return) quale proxy di rendimento di mercato(finanziario), 𝛼 è la costante, 𝑋𝑖𝑡 è un
vettore di variabili finanziarie e firm specific individuate grazie alla letteratura di riferimento;
𝐷𝑖𝑡 è un vettore di variabili dummy temporali; 𝛾𝑖𝑡 rappresenta una variabile istituzionale
che cattura il Tasso di Riciclo; 𝑅(𝑡 − 1)𝑖𝑡 è la variabile dipendente ritardata di un anno,
𝜀𝑖𝑡 è lo standard error.

In alternativa al rendimento azionario, sono stati costruiti altri due modelli


utilizzando come variabile dipendente il Rendimento delle attività, o Return on Assets
(ROA) come indicatore della redditività dell’impresa.

𝑅𝑂𝐴𝑖𝑡 = 𝛼 + 𝛽𝑋𝑖𝑡 + 𝐷𝑖𝑡 + 𝛾𝑖𝑡 + 𝜀𝑖𝑡 (2.a)

17
𝑅𝑂𝐴𝑖𝑡 = 𝛼 + 𝛽𝑋𝑖𝑡 + 𝐷𝑖𝑡 + 𝛾𝑖𝑡 + 𝑅𝑂𝐴(𝑡−1)𝑖𝑡 + 𝜀𝑖𝑡 (2.b)

Il modello di regressione utilizzato, determinato sulla base di test econometrici, è


quello a Effetti Fissi (FE), che si caratterizza per la capacità di analizzare i dati mantenendo
costanti i periodi temporali ed i soggetti. In questo modo viene catturata la variabilità tra i
soggetti – i.e. le imprese.

Infine, sia per i modelli (1.a e 1.b) e (2.a e 2.b) sono stati implementati altri due
modelli per ciascuna variabile dipendente (sia esso il “Total Return” o il “ROA”) che
catturano rispettivamente l’effetto della variabile tra i regressori del “Tasso di riciclo degli
imballaggi” (1.c e 2.c) e dello stesso Tasso di riciclo degli imballaggi iterato per la size (1.d.
e 2.d). Tali ulteriori modelli portano all’identificazione di 4 modelli per ciascuna variabile
dipendente (“Total Return” e “ROA”).

Risultati

Data la finalità del nostro studio, e il ruolo di CONAI, i risultati qui presentati
riguardano innanzitutto quel gruppo di aziende che operano in un Regime EPR “non-
competitivo”.

Nella Tabella 6 sono presentati i risultati del modello di regressione 1: con il


rendimento azionario come variabile dipendente.

18
Tabella 6 - Modello Rendimento azionario per imprese che operano in un Regime EPR
non-competitivo

Fonte: WorldScope Datastream; Rielaborazione degli autori. La Tabella 6 presenta i risultati ottenuti
utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le imprese che operano in un sistema EPR non
competitivo. La variabile dipendente è il rendimento azionario. Le variabili indipendenti sono la
dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità
del mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati di un anno (Return t-1), il tasso di riciclo (Rate
of Recycle), il tasso di riciclo iterata per la dimensione (Rate of Recycle * Size). ***, **, * indicano
una significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.

Prendendo in considerazione le variabili esplicative utilizzate in letteratura per


spiegare il rendimento, nel modello 1.1 si osserva come soltanto la variabile di
indebitamento (Leverage) risulti avere un impatto significativo e con segno positivo; la
variabile dimensione (Size) e variazione delle vendite (Delta Sales) abbiano dei coefficienti
non significativi. Nel modello 1.2 è stata inserita la variabile del rendimento ritardata di un
anno, coefficiente negativo e significativo al 1%. Infine, nei modelli 1.3 ed 1.4 si è voluto

19
inserire anche la variabile Tasso di Riciclo (Rate of Recycle) e la variabilie Tasso di Riciclo
iterata con la dimensione (Rate of Recycle * Size). L’inserimento di queste variabili nel
modello è legato alla necessità che il rendimento delle imprese operanti in un determinato
regime EPR venga controllato per l’efficacia sul riciclo. Anche queste variabili mostrano
dei coefficienti positivi ma non significativi.

La Tabella 7 mostra invece i risultati del modello di regressione 2: con variabile


dipendente il ROA, sempre per quelle imprese operanti in un regime EPR non-
competitivo

Tabella 7 - Modello ROA per imprese che operano in un Regime EPR non-competitivo

20
Fonte: WorldScope Datastream; Rielaborazione degli autori. La tabella 7 presenta i risultati ottenuti
utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le imprese che operano in un sistema EPR non
competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le variabili indipendenti sono la dimensione (Size),
l’indebitamento (Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità del mercato (Market
volatility), i rendimenti ritardati di un anno (ROA t-1), il tasso di riciclo (Rate of Recycle), il tasso di riciclo
iterata per la dimensione (Rate of Recycle * Size). ***, **, * indicano una significatività statistica
rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.

Nello specifico, il modello 2.1 mostra come la variabile dimensione (Size) abbia un
impatto positivo e significativo (1%) sul ROA, l’indebitamento (Leverage) risulti avere un
impatto negativo e significativo (10%); la variabile variazione delle vendite (Delta Sales) e
la volatilità presentano invece dei coefficienti non significativi. Nel modello 2.2 è stata
inserita la variabile del rendimento ritardata di un anno, coefficiente negativo e
significativo al 1%; mentre la variabile indebitamento aumenta di significatività (5%). Nel
modello 2.3 e 2.4, che inseriscono la variabile tasso di riciclo e tasso di riciclo iterata per la
dimensione, mostrano un impatto positivo e significativo appena sopra il 10%.

La variazione indicata dai modelli qui presentati è una variazione unitaria rispetto
alla variabile di riferimento. La presenza all’interno del modello di regressione della
variabile dipendente ritardata di un anno permette di ridurre il rischio di causalità inversa.

I risultati qui mostrati evidenziano come prendendo in considerazione l’impatto


delle variabili utilizzate in letteratura sulla variabile ROA, esso risulti più significativo per
le imprese che operano in un sistema EPR non-competitivo rispetto a quelle che operano
in un regime EPR competitivo. Questo aspetto si evince ancora meglio mettendo a
confronto i risultati delle Tabella 6 e Tabella 7 con le Tabella 8 e Tabella 9, che
mostrano gli stessi modelli 1 e 2 ma per un cluster di imprese operanti in regime EPR
competitivo.

21
Tabella 8 - Modello Rendimento azionario per imprese che operano in un Regime EPR
competitivo
1.1 1.2 1.3 1.4

Size .0119083 .0244113 .0064432 -.0112129

(.0606729) (.0629621) (.0678959) (.0642962)

Leverage -5.12e-07 -3.93e-06 -4.43e-06 -3.84e-06

(4.70e-06) (5.13e-06) (5.51e-06) (5.66e-06)

Delta Sales .1064841 .1360753 .1297114 .1311839

(.2180561) (.2292244) (.2422871) (.2417454)

Market volatility omitted omitted omitted omitted

Return (t-1) -.1028319* -.0927224 -.0904998

(.0560764) (.0655135) (.0644297)

Rate of Recycle .0039279

(.003754)

Rate of Recycle*size .0002806

(.0002418)

Year dummies YES YES YES YES

Regression Model FE FE FE FE

Control variables YES YES YES YES

One-Year Lagged Dependent variable NO YES YES YES

Constant -.1601112 .4342511 -.257289

Observations 306 290 273 273

Number of firms 16 16 16 16

R - Squared:

Within 0.2818 0.2905 0.2922 0.2911

Between 0.2094 0.0447 0.0065 0.0019

Overall 0.2749 0.2734 0.2428 0.2543

La Tabella 8 presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le
imprese che operano in un sistema EPR competitivo. La variabile dipendente è il
rendimento azionario. Le variabili indipendenti sono la dimensione (Size), l’indebitamento
(Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità del mercato (Market

22
volatility), i rendimenti ritardati di un anno (Return t-1), il tasso di riciclo (Rate of Recycle), il
tasso di riciclo iterata per la dimensione (Rate of Recycle * Size). ***, **, * indicano una
significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.

Fonte: WorldScope Datastream; Rielaborazione degli autori.

Nello specifico, nella Tabella 8 si evince come per tutti i modelli presentati le
variabili esplicative presentito i segni corretti, secondo la letteratura di riferimento, anche
se in assenza di significatività statistica. Unica eccezione è la variabile dipendente ritardata
di un anno che mostra una significatività statistica al 10%.

La mancanza di significatività per questo cluster di imprese sottolinea la differenza


rispetto a quelle che operano in un regime EPR non-competitivo, dove la variabile di
indebitamento risultava significativa (cfr. Tabella 6).

Questa differenza si rivela in maniera ancora più importante mettendo a confronto


i risultati della Tabella 7 con quelli della Tabella 9. Guardando i risultati di quest’ultima,
si nota come la variabile dimensionale abbia un impatto significativo, al 10%, solo per il
modello 2.1. I modelli 2.2, 2.3, 2.4 presentano per questa variabile un impatto positivo ma
non significativo. La variabile ‘indebitamento’ (Leverage) mostra una significatività al 1%
e un segno negativo sul ROA. Le variabili circa il ‘Tasso di Riciclo’ e il ‘Tasso di Riciclo
iterata per la dimensione’ non mostrano invece alcuna significatività statistica.

Tabella 9 - Modello ROA per imprese che operano in un Regime EPR competitivo
2.1 2.2 2.3 2.4

Size .0126513* .0014848 .0016716 .0015138

(.0070659) (.0065917) (.0086948) (.0095305)

-3.12e- -7.26e-
Leverage -7.25e-06*** -7.25e-06***
06*** 06***

(4.63e-07) (1.08e-06) (1.13e-06) (1.09e-06)

Delta Sales -.0020342 .0142995* .0106614 .0105729

(.0133363) (.0080049) (.0088192) (.0088167)

Market volatility omitted omitted omitted omitted

23
ROA (t-1) .4266139*** .428512*** .4278661***

(.0948466) (.0963434) (.0951497)

Rate of Recycle -.0000675

(.0003602)

Rate of Recycle*size 2.77e-06

(.0000322)

Year dummies YES YES YES YES

Regression Model FE FE FE FE

Control variables YES YES YES YES

One-Year Lagged Dependent variable NO YES YES YES

Constant -.0680853 .0335209 .0334911 .0291897

Observations 308 308 291 291

Number of firms 16 16 16 16

R - Squared:

Within 0.1070 0.2459 0.2572 0.2571

Between 0.2660 0.9373 0.9329 0.9481

Overall 0.1738 0.4437 0.4459 0.4536

La Tabella 9 presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le
imprese che operano in un sistema EPR competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le
variabili indipendenti sono la dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione
delle vendite (Delta Sales), la volatilità del mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati
di un anno (ROA t-1), il tasso di riciclo (Rate of Recycle), il tasso di riciclo iterata per la
dimensione (Rate of Recycle * Size). ***, **, * indicano una significatività statistica
rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.

Fonte: WorldScope Datastream; Rielaborazione degli autori.

Analisi settoriale

Al fine di condurre un’analisi di robustezza circa i risultati sopra presentati, la


seguente sezione si propone di condurre un’analisi settoriale volta a fare emergere
eventuali considerazioni su specifici settori. Rispetto ai 17 settori inizialmente identificati
dalla classificazione NAICS, si è pensato di aggregare settori attigui al fine di avere un
24
numero di osservazioni sufficiente per procedere con un’analisi empirica. Il risultato di
questo lavoro di suddivisione è esposto nella Tabella 10.

Tabella 10 - Settori aggregati – Osservazioni e frequenza


Settore Freq. Percent Cum.
Vetro (Glass) 105 8.93 8.93
Metallo (Metallic) 63 5.36 14.29
Carta (Paper) 483 41.07 55.36
Plastica (Plastic) 294 25.00 80.36
Legno (Wood) 231 19.64 100.00
Totale 1176 100.00

Alla luce di questo risultato, possiamo evincere che i settori di imballaggi della carta
e della plastica siano quelli maggiormente presenti nel campione, mentre gli imballaggi in
metallo siano i meno osservati.

Le statistiche descrittive delle variabili precedentemente presentate campione sono


presentate secondo la nuova distribuzione campionaria nella Tabella 11 riportata in
Appendice; si evidenzia una certa omogeneità nella dimensione (i.e. Size) delle imprese
presenti nei vari settori mentre una differenza più marcata riguarda il tasso di riciclo (i.e.
Rate of Recycle), evidentemente più presente nel settore della carta.

Effettuata l’analisi descrittiva, si è proceduto con lo svolgimento di alcune


regressioni volte a mettere a spiegare l’effetto che determinate variabili potessero avere sul
ROA delle imprese individuate nel nostro campione, sempre suddivise secondo i nuovi
settori. Il modello di regressione utilizzato è lo stesso sopra esposto, rispettando sempre
la suddivisione tra ‘modello no competitivo’ e ‘modello competitivo’ al fine di mettere in
luce alcuni aspetti di carattere istituzionale, o di paese, che possano avere un impatto sulla
performance delle imprese osservate.

25
Nello specifico, la Tabella 12 mostra gli effetti delle variabili corporate sul ROA, per
le imprese operanti in un modello ‘no competitivo’ (Panel A) o in un modello ‘competitivo’
(Panel B), e suddivise secondo i settori aggregati.

Tabella 12 - Panel A - MODELLO NO COMPETITIVO

Sector: Glass Metallic Paper Plastics Wood


ROA ROA ROA ROA ROA
Size .047*** -.01 .027*** .012 .013***
(.014) (.014) (.007) (.007) (.005)
Leverage -.024** .00008 .00008 .004*** -.001**
(.011) (0) (.001) (.001) (0)
Delta Sales .045 .148 .057** .073*** .006
(.034) (.114) (.025) (.026) (.007)
Market Volatility omitted omitted omitted omitted omitted

ROA (t-1) .397*** .459 .128** .218** .365***


(.105) (.274) (.057) (.089) (.088)
Year Dummies YES YES YES YES YES
Regression Model FE FE FE FE FE
Constant -.39** .108 -.236*** -.049 -.081
(.16) (.14) (.083) (.073) (.054)
Observations 80 40 300 180 170
Number of firms 4 2 15 9 9
R-squared .575 .683 .319 .236 .415

La tabella presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le imprese che
operano in un sistema EPR no competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le variabili indipendenti sono
la dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità del
mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati di un anno (ROA t-1).
***, **, * indicano una significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.

Fonte: WorldScope Datastream; Rielaborazione degli autori.

26
Tabella 13 - Panel B - MODELLO COMPETITIVO19
Sector: Paper Plastics Wood
ROA ROA ROA
Size .009 -.004 .027
(.006) (.015) (.035)
Leverage .00006*** .003 -.058
(0) (.008) (.045)
Delta Sales .012 .004 .233*
(.021) (.031) (.124)
Market Volatility omitted omitted omitted

ROA (t-1) .408*** .431*** .155


(.086) (.134) (.235)
Year Dummies YES YES YES
Regression Model FE FE FE
Constant -.047 .188 -.12
(.071) (.167) (.406)
Observations 153 75 40
Number of firms 8 4 2
R-squared .336 .464 .723

La tabella presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le imprese che
operano in un sistema EPR competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le variabili indipendenti sono
la dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità del
mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati di un anno (ROA t-1).
***, **, * indicano una significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.

Fonte: WorldScope Datastream; Rielaborazione degli autori.

Il modello “no competitivo” presenta una maggiore significatività delle variabili Size
e Delta Sales nel settore della carta; mentre l’indebitamento ha un segno negativo e
significativo solo nel modello “competitivo”. Nel settore della plastica assistiamo anche
ad una maggiore significatività con segno positivo per quel che riguarda la variabile
indebitamento e la Delta Sales. Nel caso del settore del legno, per quel che riguarda il
modello “no competitivo” si conferma una maggiore significatività della variabile Size,
così come un impatto significativo con segno negativo della variabile dell’indebitamento;
nel settore del legno il modello competitivo presenta una maggiore significatività con
segno positivo della variabile Delta Sales.

19NB: I settori ‘Glass’ e ‘Metallic’ non compaiono poiché il numero di osservazioni è troppo esiguo per effettuare
delle analisi settoriali

27
Come ulteriore approfondimento si è pensato infine di inserire nel modello di
regressione la variabile tasso di riciclo moderata per la dimensione (i.e. Rate of Recycle *
Size) al fine di controllare l’impatto che questa variabile può avere sulla performance
dell’impresa. I risultati di questa analisi sono presentati nella Tabella 14, sia per quel che
riguarda il modello ‘no competitivo’ (Panel A) che quello ‘competitivo’ (Panel B).

Tabella 14 – Panel A – NO COMPETTIVO


Sector: Glass Metallic Paper Plastics Wood
ROA ROA ROA ROA ROA
Size .044 -.137 .026*** .015* .009*
(.027) (.09) (.007) (.008) (.005)
Leverage -.033** .0001 .00008 .004*** -.001
(.014) (0) (.001) (.001) (0)
Delta Sales .047 .16 .058** .068** .057**
(.04) (.123) (.025) (.027) (.023)
Market Volatility omitted omitted omitted omitted omitted

ROA (t-1) .427*** .495* .125** .207** .426***


(.124) (.279) (.059) (.09) (.086)
Rate of Recycle * Size .0001 .002 .0003 -.0001 .00009
(0) (.001) (0) (0) (0)
Year Dummies YES YES YES YES YES
Regression Model FE FE FE FE FE
Constant -1.609 1.386 -.291* .035 -.082
(1.181) (.903) (.149) (.161) (.063)
Observations 60 38 293 175 163
Number of firms 3 2 15 9 9
R-squared .675 .722 .314 .248 .46

La tabella presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le imprese che
operano in un sistema EPR no competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le variabili indipendenti sono
la dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità del
mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati di un anno (ROA t-1), il tasso di riciclo (Rate of Recycle), il
tasso di riciclo iterata per la dimensione (Rate of Recycle * Size).
***, **, * indicano una significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.

Fonte: WorldScope Datastream; Rielaborazione degli autori.

28
Tabella 15 - Panel B - MODELLO COMPETITIVO20

Sector Paper Plastics Wood


ROA ROA ROA
Size .025*** -.011 .045
(.009) (.017) (.054)
Leverage .00005** .083* -.093
(0) (.043) (.078)
Delta Sales .019 .004 .21
(.021) (.031) (.143)
Market Volatility omitted omitted omitted

ROA (t-1) .349*** .545*** .093


(.088) (.145) (.261)
Rate of Recycle * Size -.0001** -.00007 .00005
(0) (0) (0)
Year Dummies YES YES YES
Regression Model FE FE FE
Constant -.169** .097 -.238
(.083) (.176) (.519)
Observations 147 69 37
Number of firms 8 4 2
R-squared .371 .522 .759

La tabella presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le
imprese che operano in un sistema EPR competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le
variabili indipendenti sono la dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione
delle vendite (Delta Sales), la volatilità del mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati
di un anno (ROA t-1), il tasso di riciclo (Rate of Recycle), il tasso di riciclo iterata per la
dimensione (Rate of Recycle * Size).
***, **, * indicano una significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.

Fonte: WorldScope Datastream; Rielaborazione degli autori.

Il modello ‘no competitivo’ presenta una maggiore significatività delle variabili Size
e Delta Sales nel settore della carta; mentre l’indebitamento ha un segno positivo e
significativo solo nel modello “competitivo”. Nel settore della plastica assistiamo, per il
modello “no competitivo”, anche ad una maggiore significatività con segno positivo per
quel che riguarda la variabile indebitamento, oltre a quella della Size del Delta Sales.
L’impatto dell’indebitamento è positivo e significativo anche nel caso del modello
competitivo. Nel settore del legno, per quel che riguarda il modello “no competitivo” si
conferma una maggiore significatività con segno positivo della variabile Size e della Delta
Sales. La variabile tasso di riciclo moderata per la dimensione appare come significativa,

20NB: I settori ‘Glass’ e ‘Metallic’ non compaiono poiché il numero di osservazioni è troppo esiguo per effettuare
delle analisi settoriali

29
ma con un effetto negativo sul ROA, solo per le imprese operanti in un modello
competitivo, nel settore della carta.

I risultati economico-manageriali dell’analisi possono essere così riassunti:

• le imprese distinte per macro-settori operanti in un regime EPR Non-Competitivo


mostrano un impatto più forte sia della variabile dimensionale, sia della leva
finanziaria sulla performance di natura contabile catturata dal ROA, rispetto alle
imprese operanti in un regime EPR competitivo;

• si riscontra un impatto positivo e significativo della variabile «variazione delle


vendite» sul ROA per quelle imprese distinte per macro-settore che operano in un
sistema EPR Non-Competitivo ma non per quelle operano in un EPR Competitivo,
fatta eccezione per il settore «Wood» per cui si registra un impatto positivo e
significativo (Tabella 12);

• Da ultimo, il coefficiente della variabile «rate of recycling packaging» suggerisce in


generale che le imprese distinte per macro-settori con un maggiore tasso di riciclo
degli imballaggi hanno una performance più elevata, anche se i risultati individuati
nel campione non appaiono particolarmente significativi da un punto di vista
statistico.

Conclusioni preliminari

Il presente studio vuole evidenziare la rilevanza insita nell’adozione di un


determinato regime EPR per la performance dell’imprese operanti nei settori di recupero
e riciclo.

Prendendo in considerazione un campione balanced di società quotate europee per


la serie storica 2000-2020, si evince come le imprese operanti in un regime EPR Non-
Competitivo presentino un impatto delle variabili normalmente identificate in letteratura
sul ROA, più significativo rispetto a quelle che operano in un regime EPR di tipo
30
Competitivo. In particolare, i risultati della Tabella 7 possono essere letti a confronto di
quelli della Tabella 9. Se ne evince come le imprese operanti in un regime EPR Non-
Competitivo mostrino una relazione, e quindi un impatto, più forte tra la variabile
dimensionale e una misura di performance di natura contabile come il ROA, rispetto alle
imprese operanti in un regime competitivo.

Una considerazione analoga può essere fatta per quel che riguarda la variabile di
variazione sulle vendite. Nei modelli 2.2 e 2.3 (Tabella 7) si riscontra un impatto positivo
e significativo di questa variabile sul ROA per quelle imprese che operano in un sistema
EPR Non-Competitivo a fronte di quelle che operano in un EPR Competitivo (cfr. Tabella
9).

Alla luce di questi risultati possiamo sottolineare come il ruolo che la


dimensione dell’impresa e la variazione delle vendite rivestono per la performance
d’impresa sia positivo e particolarmente significativo per quelle società in un
regime EPR Non-competitivo messe a confronto con quelle operanti in un sistema
Competitivo.

Tale risultato, si ritiene di particolare importanza data l’appartenenza dell’Italia, e


quindi di CONAI, al modello Non-Competitivo.

31
PARTE II: “Analisi macroeconomica”

La seconda parte di questo studio propone un’analisi di tipo macroeconomico del


settore in cui opera il CONAI, che intende approfondire il grado di commitment da parte
dei singoli paesi europei al tema dell’economia circolare, alla luce delle principali Direttive
e Piani di Azione emanati in Europa tra il 1986 e il 2020 in materia di recupero e riciclo
dei rifiuti e l’andamento di indicatori di specifici indicatori di economia circolare a livello
macro. Tale analisi, corredata anche dalla raccolta di specifici indicatori a livello di singolo
Paese (tra i quali il “rate of recycling packaging”), è volta alla determinazione di una
classificazione dei diversi paesi in “Pioneers”, “Followers” e “Latecomers”, alla luce di quanto
emerso dall’analisi di alcuni indicatori e del loro trend nel tempo. In termini generali, la
seconda parte del lavoro di ricerca prevede, quindi, il seguente sviluppo:

1) Una prima rassegna delle principali Direttive e Piani di Azione UE in materia di


recupero, riciclo e smaltimento rifiuti;
2) Un’analisi del trend del “rate of recycling packaging” rispetto all’emanazione,
recepimento e raggiungimento dei target delle Direttive e Piani di Azione UE dei
singoli Paesi UE;
3) La classificazione dei Paesi UE in “Pioneers”, “Followers” e “Latecomers” in linea con
quanto emerso al punto 2.

L’analisi si è inizialmente focalizzata sulle disposizioni emanate a livello comunitario


dall’Unione Europea, la maggior parte delle quali nella forma delle direttive. Pertanto, nel
paragrafo successivo, verranno brevemente illustrati quegli interventi disciplinanti le
seguenti macroaree:

- Protezione dell’ambiente, con specifico riferimento all’utilizzazione dei fanghi di


depurazione, tramite la Direttiva 1986/278;
- Smaltimento di rifiuti, quali rifiuti generici (Direttiva 2008/98 modificata dalla
Direttiva 2018/851), rifiuti d’imballaggio (Direttiva 1994/62 modificata dalla

32
successiva Direttiva 2018/852), smaltimento di policlorodifenili e dei
policlorotrifenili (Direttiva 1996/59), discariche di rifiuti (Direttiva 1999/31
modificata dalla Direttiva 2018/850), rifiuti derivanti da pile e accumulatori
(Direttiva 2006/66 modificata dalla Direttiva 2018/849) e rifiuti di apparecchiature
elettriche ed elettroniche (Direttiva 2012/19 modificata dalla Direttiva 2018/849);
- Utilizzo di determinati prodotti, quali imballaggi (Direttiva 1994/62 modificata
dalla Direttiva 2018/852), veicoli fuori uso (Direttiva 2000/53 modificata dalla
Direttiva 2018/849) e pile e accumulatori (Direttiva 2006/66 modificata dalla
Direttiva 2018/849);
- Restrizioni all’utilizzo di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed
elettroniche (Direttiva 2011/65) e all’incidenza di determinati prodotti di plastica
sull’ambiente (Direttiva 2019/904).

L’impegno alla realizzazione di questa transizione ha trovato un’ulteriore conferma


con l’elaborazione del New Circular Economy Action Plan, nel quale sono state raccolte le
future iniziative che l’Unione Europea intende concretizzare negli anni a venire, al fine di
adottare un modello economico sempre più sostenibile.

In seguito a una sintetica descrizione degli obiettivi coperti dai presenti interventi,
si intende esaminare, più nel dettaglio, la normativa riguardante il recupero e il riciclo di
determinati materiali, quali la plastica, la carta e il cartone, l’alluminio, l’acciaio, il legno e
il vetro21, allo scopo di evidenziarne gli obiettivi futuri verso cui volgere.

Successivamente, dopo un’adeguata e accurata trattazione della legislazione comune


agli Stati membri, il seguente studio ha voluto individuare e approfondire nel dettaglio gli
interventi normativi proposti da ciascun Paese. In questa fase, a causa della scarsità di
informazioni reperibili, non è stato possibile verificare elementi o interventi aggiuntivi
rispetto alla mera intenzione da parte dei diversi paesi di adeguarsi alla normativa
comunitaria e che scaturissero da una volontà propria a livello nazionale di implementare

21 Settore specifico in cui CONAI opera.

33
internamente un modello di economia circolare. Tali difficoltà hanno condotto
unicamente alla rilevazione delle leggi tramite le quali i Paesi hanno recepito la normativa
comunitaria e dei diversi Action Plan elaborati a livello nazionale.

A fronte di queste informazioni, si è ritenuto rilevante operare un confronto a livello


di singolo paese, in relazione al recepimento delle direttive, a livello di diverso timing, al
fine di comprendere il posizionamento di ciascuno Stato in merito alla fase di transizione
a un modello di economia circolare, individuando pertanto quei paesi che hanno agito in
anticipo rispetto agli interventi normativi europei.

Infine, il confronto tra gli Stati membri ha poi riguardato la strutturazione delle
azioni da intraprendere in futuro, sulla base dell’osservazione dei relativi Action Plan
pubblicati. In questa sede, l’analisi è volta a individuare eventuali scostamenti rispetto alle
indicazioni comunitarie in materia di target di riciclo e riciclaggio.

34
Normativa europea
Le risorse limitate e i cambiamenti climatici hanno reso evidente la necessità di
adottare una politica che sia sostenibile dal punto di vista ambientale. Per questa ragione,
nel corso degli anni, l’Unione Europea ha costantemente rinnovato il suo impegno nella
conversione a un modello di economia circolare, aggiornando periodicamente la
legislazione in materia. Ciò contribuirà positivamente al raggiungimento degli obiettivi di
neutralità carbonica entro il 2050 e di conservazione e tutela della biodiversità.

Di seguito vengono, pertanto, individuati i principali interventi normativi volti a


rendere tangibile tale conversione.

Figura 3 - Linea del tempo delle principali normative di economia circolare

12 giugno 1986 Direttiva UE 1986/278

20 dicembre 1994 Direttiva UE 1994/62

16 settembre 1996 Direttiva UE 1996/59

26 aprile 1999 Direttiva UE 1999/31

18 settembre 2000 Direttiva UE 2000/53

6 settembre 2006 Direttiva UE 2006/66

19 novembre 2008 Direttiva UE 2008/98

8 giugno 2011 Direttiva UE 2011/65

4 luglio 2012 Direttiva UE 2012/19


Direttiva UE 2018/849
Direttiva UE 2018/850
30 maggio 2018
Direttiva UE 2018/851
Direttiva UE 2018/852
5 giugno 2019 Direttiva UE 2019/904

11 marzo 2020 New Circular Economy Action Plan

Fonte: Elaborazione a cura degli autori


35
Gli interventi normativi europei possono essere distinti sulla base della fattispecie
regolamentata, individuando in tal modo tre differenti livelli: i) un primo livello generale;
ii) un secondo livello legato ai metodi di trattamento dei rifiuti; iii) un ultimo livello
collegato ai flussi di rifiuti.

La Tabella 16 si pone quindi l’obiettivo di riportare i principali riferimenti


normativi europei introdotti fino al 2022, per ciascuno dei quali viene esplicitata la
fattispecie disciplinata e le finalità perseguite.

Tabella 16 - Principali normative europee in materia di economia circolare


Data di
Normativa Argomento Obiettivi
pubblicazione
La direttiva stabilisce i valori
Protezione dell’ambiente, in limite per le concentrazioni
Direttiva UE
12 giugno 1986 particolare nell’utilizzazione dei consentite nel terreno per
1986/278
fanghi di depurazione metalli pesanti
potenzialmente tossici.
i) Entro 5 anni dal
recepimento nel diritto
interno deve essere
recuperato almeno il 50% e
fino al 65% dei rifiuti di
imballaggio; ii) sulla base
della stessa scadenza, deve
essere riciclato almeno il 25%
e fino al 45% di tutti i
materiali di imballaggio che
Direttiva UE rientrano nei rifiuti di
20 dicembre 1994 Imballaggi e rifiuti di imballaggio
1994/6222 imballaggio, con un minimo
del 15% per ciascun
materiale; iii) entro dieci anni
dal recepimento nel diritto
interno deve essere
recuperata e riciclata una
percentuale di rifiuti di
imballaggio stabilita dal
Consiglio al fine di
aumentare le cifre obiettivo
dei precedenti punti.
Direttiva UE Smaltimento dei policlorodifenili
16 settembre 1996
1996/59 e dei policlorotrifenili
Direttiva UE Si intende ridurre il più
26 aprile 1999 Discariche di rifiuti
1999/3123 possibile le ripercussioni

22 La Direttiva 1994/62 è stata modificata dalla Direttiva 2018/852.

23 La Direttiva 1999/31 è stata modificata dalla Direttiva 2018/850


36
negative delle discariche
sull’ambiente.
I rifiuti dei veicoli furi uso
Direttiva UE devono essere limitati e deve
18 settembre 2000 Veicoli fuori uso
2000/5324 essere garantito il riutilizzo, il
riciclaggio e il recupero.
La quantità di sostanze
pericolose contenute nelle
Direttiva UE Pile e accumulatori e i rifiuti di
6 settembre 2006 pile deve essere ridotta
2006/6625 pile e accumulatori
mediante il trattamento e il
riutilizzo di queste sostanze.
Vengono introdotti obiettivi
di riciclaggio e di recupero,
Direttiva UE entro il 2020, del 50% per i
19 novembre 2008 Rifiuti
2008/9826 rifiuti domestici e del 70%
per i rifiuti da costruzione e
demolizione.
Restrizione dell’uso di
Direttiva UE determinate sostanze pericolose
8 giugno 2011
2011/65 nelle apparecchiature elettriche ed
elettroniche
La produzione di rifiuti di
apparecchiature elettriche ed
Direttiva UE Rifiuti di apparecchiature elettroniche deve essere
4 luglio 2012
2012/1927 elettriche ed elettroniche contenuta e ne deve essere
promosso il riutilizzo e il
riciclaggio.
Direttiva UE
Veicoli fuori uso
2018/849
Lo smaltimento in discarica
Direttiva UE deve essere al massimo pari
Discariche di rifiuti
2018/850 al 10% del totale dei rifiuti
urbani entro il 2035.
Il riciclo deve essere almeno
del 65% dei rifiuti urbani
Direttiva UE 30 maggio 2018
Rifiuti entro il 2025, del 70% entro
2018/851
il 2030 e del 65% entro il
2035.
Il riciclo dei rifiuti di
imballaggi deve essere del
Direttiva UE
Imballaggi e rifiuti di imballaggio 35% entro il 2025 e del 70%
2018/852
entro il 2030, con obiettivi
diversificati per materiale.
Riduzione dell’incidenza di La percentuale di riciclaggio
Direttiva UE
5 giugno 2019 determinati prodotti di plastica di bottiglie di plastica
2019/904
sull’ambiente monouso deve essere pari al

24 La Direttiva 2000/53 è stata modificata dalla Direttiva 2018/849.

25 La Direttiva 2006/66 è stata modificata dalla Direttiva 2018/849.

26 La Direttiva 2008/98 è stata modificata dalla Direttiva 2018/851.

27 La Direttiva 2012/19 è stata modificata dalla Direttiva 2018/849.

37
77% entro il 2025 e al 90%
entro il 2029.
Entro il 2050, l’Unione
Europea deve raggiungere
New Circular Economy
11 marzo 2020 Transizione all’economia circolare l’obiettivo di neutralità
Action Plan
carbonica e di protezione
della biodiversità.

Fonte: Elaborazione a cura degli autori.

Nel paragrafo seguente sono analizzati specificatamente alcuni degli interventi


normativi precedentemente enunciati, ossia quelli che si occupano di disciplinare l’utilizzo
di quei materiali rilevanti ai fini della presente ricerca:

a) Direttiva UE 2018/852;
b) Direttiva UE 2019/904;
c) New Circular Action Plan.

a) Direttiva 2018/85228

Il presente intervento, congiuntamente alle direttive pubblicate nel medesimo


giorno dall’Unione Europa, costituisce il cosiddetto “Pacchetto di Economia Circolare”,
tramite il quale sono state oggetto di modifica precedenti provvedimenti. Nello specifico,
la Direttiva 2018/852 ha modificato la Direttiva 1994/62 disciplinante gli imballaggi e i
rifiuti d’imballaggio.

Tramite il precedente intervento normativo, l’Unione Europea aveva posto come


fine ultimo quello di armonizzare le differenti legislazioni applicate dai vari Stati,
stabilendo pertanto degli obiettivi comuni in materia di riduzione dell’impatto ambientale
e istituendo requisiti minimi per i regimi di Responsabilità Estesa del Produttore (Extended
Producer Responsibility - EPR). Quanto stabilito dalla Direttiva, la cui applicazione aveva

28 La Direttiva è stata emanata in applicazione dell’articolo 114 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione
Europea, il quale dispone che, in materia di misure finalizzate al ravvicinamento delle legislazioni dei Paesi membri,
le relative decisioni vengono adottate mediante procedura legislativa ordinaria e previa consultazione del Comitato
Economico e Sociale Europeo.

38
validità a partire dal 31 dicembre 1994, doveva diventare legge negli Stati membri entro il
30 giugno 1996.

In linea con quanto compiuto in precedenza, la Direttiva del 2018 mira a rafforzare
l’impegno inizialmente preposto, incrementando il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, per
proseguire nel processo di transizione a un modello di economia circolare comunemente
condiviso. Il termine per il recepimento della Direttiva dagli Stati membri è stato fissato al
5 luglio 2020.

Con riferimento agli obiettivi che si sono prefissati tramite l’intervento normativo
oggetto di analisi, entro il 31 dicembre 2025 deve essere riciclato almeno il 65% di tutti i
rifiuti di imballaggio.

Gli obiettivi di riciclaggio per ciascun materiale possono essere riassunti nel
presente modo:

- 50% per la plastica;


- 25% per il legno;
- 70% per i metalli ferrosi;
- 50% per l’alluminio;
- 70% per il vetro;
- 75% per la carta e il cartone.

Entro il 31 dicembre 2030 almeno il 70% di tutti i rifiuti di imballaggio dovrà essere
riciclato. Nello specifico, vengono individuati i seguenti obiettivi incrementali rispetto ai
precedenti:

- 55% per la plastica;


- 30% per il legno;
- 80% per i metalli ferrosi;
- 60% per l’alluminio;
- 75% per il vetro;
- 85% per la carta e il cartone.
39
Sebbene non sia concesso agli Stati membri di posticipare il raggiungimento dei due
obiettivi generali posti per l’anno 2025 e l’anno 2030, rispettivamente pari a 65% e a 70%,
permane la possibilità di usufruire di una eventuale deroga, fino a un massimo di cinque
anni di ritardo rispetto ai tempi designati dalla Direttiva, con riferimento agli obiettivi
specifici dei singoli materiali.

Le condizioni affinché possa essere fatta tale richiesta vengono di seguito esposte:

a) Il mancato raggiungimento è limitato a un’entità pari a 15 punti percentuali per un


singolo obiettivo oppure divisi tra due obiettivi;
b) Il tasso di riciclaggio di un singolo obiettivo non deve essere inferiore al 30%. Con
specifico riferimento al vetro e alla carta e al cartone, questo tasso non deve essere
minore del 60%;
c) Entro 24 mesi dalla scadenza dei termini temporali, lo Stato membro che intende
derogare agli obiettivi specifici stabili deve darne comunicazione alla Commissione,
presentando inoltre un piano di attuazione.

b) Direttiva UE 2019/90429

La Direttiva oggetto di analisi pone requisiti di Responsabilità Estesa del


Produttore (EPR), nell’ambito di determinati prodotti di plastica (prodotti di plastica
monouso, prodotti di plastica oxodegradabile e attrezzi da pesca contenenti plastica), in
aggiunta a quelli individuati dalla Direttiva 2008/98/CE e dalla Direttiva UE 2018/852. Il
termine per il recepimento della Direttiva dagli Stati membri era stato fissato al 3 luglio
2021.

29 Il presente intervento normativo è stato attuato in ragione dell’articolo 192, paragrafo 1, del Trattato sul
Funzionamento dell’Unione Europea. Nello specifico, il Parlamento Europeo e il Consiglio stabiliscono le azioni
da intraprendere in funzione degli obiettivi facenti parte della politica dell’Unione in materia ambientale: i)
salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente; ii) protezione della salute umana; iii) utilizzazione
accorta e razionale delle risorse naturali; iv) promozione sul piano internazionale di misure destinate a risolvere
problemi dell’ambiente a livello regionale o mondiale e, in particolare, a combattere i cambiamenti climatici.

40
Un simile intervento è stato reso necessario in ragione del fatto che, essendo
l’utilizzo della plastica altamente diffuso in applicazioni di breve durata, esso risulta un
ostacolo al processo di transizione a un modello di economia circolare. Per tale ragione, la
sempre più evidente produzione di rifiuti di plastica, nonché la dispersione degli stessi
nell’ambiente, deve essere scrupolosamente regolamentata.

In primo luogo, gli Stati membri sono tenuti a stabilire obiettivi nazionali atti a
realizzare, entro il 2026, una riduzione ambiziosa e duratura del consumo di alcuni prodotti
di plastica, quali tazze per bevande e contenitori per alimenti.

La Direttiva pone, inoltre, una restrizione all’immissione sul mercato di prodotti


oxodegradabili e di altri prodotti di plastica monouso come, a titolo esemplificativo,
posate, piatti e cannucce.

Infine, particolare attenzione viene posta ai contenitori per bevande, dai quali
vengono esclusi i contenitori di vetro e quelli impiegati per fini medici specifici. Questi
prodotti possono essere immessi sul mercato soltanto se i tappi e i coperchi rimangono
attaccati ai relativi contenitori per l’intera durata prevista per l’utilizzo. In aggiunta, è
previsto che gli Stati membri individuino misure volte ad assicurare la raccolta differenziata
per il riciclaggio di una quantità di rifiuti di prodotti di plastica monouso pari al 77% e al
90%, rispettivamente nel 2025 e nel 2030. Per quanto concerne le bottiglie in polietilene
tereftalato (PET), esse dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata nel 2025 e
almeno il 30% nel 2030.

c) New Circular Economy Action Plan

L’Unione Europea ha adottato, nel dicembre del 2015, il primo Action Plan per la
transizione a un modello di economia circolare. Parte delle iniziative proposte è stata
completamente realizzata, mentre le restanti risultano in fase di implementazione.

41
Al fine di garantire un costante rinnovo della propria strategia, nel marzo del 2020,
la Commissione ha elaborato e pubblicato il New Circular Action Plan. Quest’ultimo, che
rappresenta un elemento fondamentale dell’European Green Deal, costituisce altresì una
solida base per il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica entro il 2050 e di
conservazione della biodiversità. Il piano comprende, infatti, 35 proposte di azioni da
realizzare nel futuro, volte a rendere sostenibili prodotti, servizi e modelli di business in
modo tale da minimizzare la creazione di rifiuti. Nello specifico, l’Action Plan riconosce le
sette seguenti categorie nelle quali sono ricomprese le diverse iniziative:

a) “A sustainable product policy framework”, il cui scopo è quello di promuovere una


produzione più circolare, in termini di durabilità e riutilizzabilità, e con migliori
prestazioni energetiche;
b) “Key product value chain”, categoria che riconosce l’esistenza di possibili ostacoli nel
processo di transizione a un modello di economia circolare e cerca di promuovere
l’individuazione delle relative soluzioni;
c) La terza categoria, definita come “Less waste, more value”, si focalizza principalmente
sulle metodologie tramite le quali prevenire la creazione di rifiuti, minimizzando la
presenza di certe sostanze e individuando specifici obiettivi;
d) “Making circularity work for people, regions and cities” raccoglie tutte le proposte atte ad
incrementare il livello di occupazione futuro, riconoscendo le possibili aree di
investimento;
e) “Crosscutting actions”, nella quale sono ricomprese le possibili sinergie che possono
sorgere dall’implementazione del modello di economia circolare;
f) La categoria “Leading efforts at global level” è volta a comprendere le proposte di
realizzazione di accordi a livello internazionale;
g) Infine, “Monitoring the progress” riconosce la necessità di un attento monitoraggio
capace di cogliere le nuove eventuali priorità normative.

All’interno della prima categoria, particolarmente rilevante si attesta essere la


volontà di spingere le imprese a produrre beni ascrivibili al modello di economia circolare
42
e che siano efficienti sotto il punto di vista delle risorse impiegate, mediante una
minimizzazione dei rifiuti prodotti. Per tale ragione, la Commissione ha espresso la sua
intenzione di elaborare un vero e proprio quadro normativo che definisca specificatamente
i prodotti sostenibili, ampliando pertanto la già esistente Direttiva 2009/125/CE relativa
all’istituzione di un quadro per l’elaborazione di specifiche per la progettazione
ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia.

In ottemperanza a quanto riportato nell’Action Plan, la Commissione ha pubblicato,


in data 30 marzo 2022, una proposta di regolamento per il cosiddetto Ecodesign for
Sustainable Products30, disciplinante sia aspetti più specifici a singoli prodotti sia aspetti
trasversali alle diverse produzioni. Il quadro normativo di riferimento da implementare
disciplinerà molteplici aspetti, quali:

- Durabilità del prodotto, capacità di riutilizzo, di aggiornamento e di essere riparato;


- Presenza di sostanze che impediscono al prodotto di essere definito circolare;
- Efficienza delle fonti energetiche e delle risorse impiegate;
- Utilizzo di componenti riciclabili;
- Emissioni prodotte e impatto ambientale;
- Disclosure informativa, come il Digital Product Passport. Quest’ultimo permetterà ai
consumatori di compiere delle scelte consapevoli e informate.

Inoltre, si ritiene importante, ai fini della presente analisi, esaminare alcune delle
iniziative ricomprese nella sezione “Key Product Value Chains”. In primo luogo, la
Commissione ha espresso la volontà di occuparsi di una revisione della legislazione sugli
imballaggi e i rifiuti di imballaggio, la cui proposta è stata resa disponibile il 30 novembre
2022. Tramite questa iniziativa vengono perseguiti tre obiettivi principali:

- Ridurre la creazione di rifiuti di imballaggio, ponendo vincoli stringenti all’utilizzo


di imballaggi con scarsa utilità e prediligendo soluzioni riutilizzabili e ricaricabili;

30 La proposta è basata sull’articolo 114 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, dapprima
brevemente illustrato.

43
- Diffondere l’utilizzo del riciclaggio di alta qualità con l’utilizzo di soli imballaggi
riciclabili;
- Moderare l’impiego di risorse naturali primarie e impiegare maggiormente materiali
provenienti dal mercato secondario.

Secondariamente, contestualmente alla pubblicazione della proposta, la


Commissione ha altresì reso disponibile una comunicazione relativa a un futuro quadro
strategico in materia di plastiche a base biologica, biodegradabili e compostabili. A fronte
di un clima di “disordine interpretativo” in merito a queste differenti tipologie di plastiche,
si è inteso delineare precisamente la composizione dei singoli materiali e stabilire le
condizioni da soddisfare per rendere positivo l’impatto prodotto sull’ambiente.

In prospettiva, la Commissione intende proseguire promuovendo e implementando


ulteriori iniziative. Tra queste, l’individuazione di determinati requisiti per la percentuale
di plastica riciclata contenuta nei prodotti e per la riduzione di rifiuti di plastica in prodotti
reputanti come rilevanti, quali gli imballaggi, i materiali per le costruzioni e i veicoli. Tale
intervento dovrà essere volto a regolamentare la presenza di microplastiche nell’ambiente,
l’utilizzo di bioplastiche, biodegradabili o compostabili, nonché i prodotti destinati a un
unico utilizzo. In riferimento a quest’ultimo aspetto, inoltre, la Commissione ha in
programma di rendere maggiormente sostenibile il settore della distribuzione e del
consumo alimentare, incentivando l’utilizzo di prodotti riutilizzabili.

In aggiunta, secondo quanto riportato nella sezione “Less Waste, More Value”,
l’impegno della Commissione Europea nello stabilire dei limiti ai rifiuti prodotti verrà
costantemente rinnovato con nuovi target, così come i requisiti minimi per i regimi di
Responsabilità Estesa del Produttore.

Infine, nella penultima categoria individuata nel nuovo Action Plan (“Leading efforts
at global level”), emerge l’intenzione di elaborare un vero e proprio piano strategico, a livello
europeo, sulle plastiche e di raggiungere altresì un accordo, a livello internazionale, in
merito all’utilizzo di questo materiale.

44
Adeguamento alla normativa comunitaria

Uno degli obiettivi che l’Unione Europea si è posta è quello di uniformare le


differenti normative nazionali in materia di economia circolare, cercando così di garantire
un processo di transizione il più possibile comunemente condiviso.

Pertanto, la presente sezione pone l’attenzione sulla legislazione specifica degli Stati
membri con riferimento a quegli interventi normativi che possono essere qualificati come
atti di recepimento di quanto stabilito dall’Unione Europea.

Oltre a un’analisi di quanto è già stato implementato, vengono altresì esaminati gli
Action Plan al fine di cogliere le iniziative che i singoli Paesi intendono realizzare nel futuro
e comprendere il loro posizionamento rispetto ai target comunitari.

Tali analisi possono contribuire significativamente alla distinzione tra i Paesi che
hanno anticipato la normativa e coloro che si sono adeguati al fine di identificare una
classificazione dei diversi Paesi, secondo i tre diversi “stati di adeguamento” definitivi nel
paragrafo introduttivo della presente parte II31.

a) Recepimento delle Direttive (UE) 1994/62 e 2018/852

La presente sezione si pone lo scopo di esaminare come ciascun Stato membro32 ha


proceduto al recepimento delle Direttive in oggetto, disciplinanti gli imballaggi e i rifiuti di
imballaggio.

Più nello specifico, viene operato un confronto tra i diversi timing di recepimento
della Direttiva, al fine di evidenziare quali Paesi hanno anticipato il processo di transizione
a un modello di economia circolare rispetto al termine imposto per l’adeguamento. In tal
senso, eventuali interventi normativi promossi in anticipo a livello nazionale possono

31 La classificazione dei Paesi UE in «Pioneers», «Followers» e «Latecomers».

Gli Stati inclusi nella presente ricerca sono Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania,
32

Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera.

45
costituire evidenza di un’attenzione più o meno consolidata da parte dell’assetto
governativo del Paese nei confronti del tema trattato. In altre parole, è ragionevole
attendersi come la manifesta volontà “in anticipo” di una maggiore regolamentazione
interna volta ad avvicinare il Paese a un modello di economia circolare possa di certo
contribuire a far assumere a tale Paese una qualifica di “Pioneers”.

Le tabelle che seguono riassumono i principali interventi di recepimento, da parte


di ciascun Stato membro, delle normative comunitarie oggetto di trattazione. I riferimenti
legislativi vengono raggruppati, in prima istanza, per Paese in cui sono stati emanati e,
secondariamente, in ordine cronologico in base alla data di pubblicazione.

Di seguito sono presentati gli interventi normativi volti a recepire anticipatamente


la Direttiva 1994/62, il cui termine ultimo era stato fissato al 30 giugno 1996.

Tabella 17 - Recepimento della Direttiva 1994/62

Data di
Paese Riferimento normativo
pubblicazione

Decreto del Ministro federale dell'ambiente, della gioventù e della famiglia


9 ottobre 1992 sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio e di alcuni residui di
merce, Gazzetta ufficiale federale della Repubblica d'Austria, n. 645/1992.

i) Decreto del Ministro federale dell'ambiente che modifica il decreto sulla


prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio e di alcuni prodotti di
scarto, Gazzetta ufficiale federale della Repubblica d'Austria, n. 334/1995;
17 maggio 1995
ii) Ordinanza del Ministro federale dell'ambiente che modifica l'ordinanza
sulla fissazione di obiettivi per evitare e riciclare i rifiuti di imballaggi per
bevande e altri imballaggi, Gazzetta ufficiale della Repubblica d'Austria, n.
335/1995.
Austria
i) Ordinanza del Ministro federale dell'ambiente, della gioventù e della
famiglia sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio e di alcuni
residui di merci e sull'istituzione di sistemi di raccolta e riciclaggio, Gazzetta
ufficiale federale della Repubblica d'Austria, n. 648/ 1996;
29 novembre 1996
ii) Modifica dell'ordinanza per la fissazione di obiettivi per ridurre e riciclare
i rifiuti di imballaggi per bevande e altri imballaggi, Gazzetta ufficiale federale
della Repubblica d'Austria, n. 649/1996.

Ordinanza del Ministro federale dell'ambiente, della gioventù e della famiglia


13 agosto 1997 sulla scadenza e la nuova entrata in vigore dell'ordinanza sugli imballaggi del
1996 e la modifica dell'ordinanza sulla fissazione di obiettivi per evitare e
46
riciclare i rifiuti di imballaggi per bevande e altri imballaggi, Gazzetta ufficiale
federale della Repubblica d'Austria, n. 232/1997.

Legge federale sulla gestione sostenibile dei rifiuti (Waste Management Act 2002
16 luglio 2002 - AWG 2002), Gazzetta ufficiale federale della Repubblica d'Austria, n.
102/2002.

Ordinanza del 24/01/1997 che approva l'accordo di cooperazione in materia


5 marzo 1997
di prevenzione e gestione dei rifiuti di imballaggio del 5 marzo 1997.
Belgio
Regio Decreto recante norme per gli imballaggi modificato dal Regio Decreto
25 marzo 1999
del 23 maggio 2011.

27 febbraio 1989 Decreto sugli imballaggi per bibite n. D 88-23008-6.

Ordinanza dirigenziale in materia di smaltimento, pianificazione e


30 marzo 1993
registrazione dei rifiuti n. D 813-40.
Danimarca
i) Decreto sui rifiuti n. 299;
30 aprile 1997
ii) Decreto su alcuni requisiti per gli imballaggi n. 298.

2004 Legge sui rifiuti.


Estonia
12 aprile 2004 Elenchi delle operazioni di riciclaggio e smaltimento dei rifiuti.

Piano nazionale dei rifiuti fino al 2005.

9 giugno 2004 Legge di modifica sulla legge sui rifiuti (452/2004).

17 giugno 2011 Legge sui rifiuti (646/2011).

23 aprile 2012 Finlandia Regolamento governativo sui rifiuti (179/2012).

Regolamento del Consiglio di Stato sul sistema di restituzione degli


27 giugno 2013
imballaggi per bevande (526/2013).

Regolamento governativo sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio


7 luglio 2014
(518/2014).

Decreto n. 96-1008 del 18 novembre 1996 relativo ai piani per lo smaltimento


18 novembre 1996 Francia
dei rifiuti domestici e simili.

Legge sulla prevenzione e smaltimento dei rifiuti, modificata dalla legge del
27 agosto 1986
11 maggio 1990.

12 giugno 1991 Ordinanza sulla prevenzione dei rifiuti di imballaggio.


Germania
i) Legge per promuovere l'economia circolare e garantire lo smaltimento
ecocompatibile dei rifiuti (Closing Cycle Management and Waste Act);
27 settembre 1994
ii) Legge sulla prevenzione, il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti.

6 agosto 2001 Grecia Legge 2939/2001.

1996 Irlanda Legge sulla gestione dei rifiuti.


47
1997 Regolamento sulla gestione dei rifiuti (imballaggi).

22 giugno 2004 Regolamenti dell'Agenzia per la protezione ambientale.

20 giugno 2014 Normativa Unione Europea (imballaggi).

Decreto legislativo del 5 febbraio 1997 n. 22, attuazione delle direttive


15 febbraio 1997 Italia 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli
imballaggi e sui rifiuti di imballaggio.

Regolamento di attuazione della Direttiva 94/62/CE del Parlamento


30 giugno 1997 Olanda Europeo e del Consiglio dell'Unione Europea del 20 dicembre 1994 sugli
imballaggi e i rifiuti di imballaggio.

Decreto-legge n. 322/95 del 28 novembre 1995 che stabilisce i principi e le


28 novembre 1995 regole applicabili al sistema di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di
imballaggio, Diário da República I Serie A n. 275 del 28 novembre 1995.
Portogallo
Decreto-legge n. 366-A/97 del 20 dicembre 1997 che stabilisce i principi e le
regole applicabili al sistema di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di
20 dicembre 1997
imballaggio (abroga il decreto legge 28 novembre n. 322/95), Diário da
Republica I Serie A n. 293 del 20 dicembre 1997.

1998 Regno Regolamento sugli imballaggi (requisiti essenziali) n. 1165 del 1998.
Unito
16 giugno 2009 Regolamento che modifica il precedente regolamento sugli imballaggi.

25 aprile 1997 Spagna Legge n. 11/97 del 24 aprile 1997, sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio.

Annuncio del Comitato per la tutela dell’ambiente con regolamenti sul


1991 contenuto del piano dei rifiuti urbani e costituzione del Comitato per la tutela
Svezia dell’ambiente (1991:3).

1997 Ordinanza (1997:185) sulla responsabilità del produttore per gli imballaggi.

Fonte: Elaborazione a cura degli autori.

Da un’analisi di quanto riportato nella Tabella 17 emerge che tre sono i Paesi che
sono intervenuti prima della pubblicazione e della conseguente applicazione della Direttiva
1994/62, ovvero Danimarca, Germania e Austria.

Nel periodo compreso tra l’emanazione della Direttiva e il termine ultimo per il
recepimento della stessa, Portogallo, Irlanda e Francia hanno provveduto ad adeguarsi a
quanto stabilito dalla legislazione comunitaria. La maggior parte dei Paesi, tra cui anche
l’Italia, ha invece emanato delle leggi in merito soltanto l’anno successivo, ossia nel 1997,

48
rispetto alla scadenza prefissata dall’Unione Europea. Ancora successivi sono stati, invece,
gli interventi da parte del Regno Unito e dell’Estonia, rispettivamente nel 1998 e nel 2004.

Come già precedentemente esposto, la Direttiva 1994/62 è stata successivamente


modificata dalla Direttiva 2018/852, la quale è stata oggetto di recepimento dalle diverse
legislazioni nazionali così come riportato nella tabella successiva.

Tabella 18 - Recepimento della Direttiva 2018/852

Data di
Paese Riferimento normativo
pubblicazione

Legge federale sulla gestione sostenibile dei rifiuti (Legge sulla gestione dei
16 luglio 2002 rifiuti 2002 – AWG 2002), Gazzetta ufficiale federale I n. 102/2002 nella
versione attuale Gazzetta ufficiale federale I n. 8/2021.

Ordinanza sugli imballaggi 2014, Gazzetta ufficiale federale II n.


22 luglio 2014
184/2014.
Austria
Legge federale che modifica la Legge sulla gestione dei rifiuti 2002 – AWG
10 dicembre 2021
2002.

Ordinanza del ministro federale per la protezione del clima, l'ambiente,


29 dicembre 2021 l'energia, la mobilità, l'innovazione e la tecnologia che modifica l'ordinanza
sugli imballaggi 2014.

Accordo di cooperazione in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti di


4 novembre 2008
imballaggio.

Decreto di assenso all'accordo di cooperazione del 5 marzo 2020 che


15 luglio 2020 modifica l'accordo di cooperazione del 4 novembre 2008 in materia di
prevenzione e gestione dei rifiuti di imballaggio.
Belgio
Decreto di approvazione dell'accordo di cooperazione del 5 marzo 2020
4 agosto 2020 che modifica l'accordo di cooperazione del 4 novembre 2008 in materia di
prevenzione e gestione dei rifiuti di imballaggio.

Ordinanza di assenso all'accordo di cooperazione del 5 marzo 2020 che


17 settembre
modifica l'accordo di cooperazione del 4 novembre 2008 in materia di
2020
prevenzione e gestione dei rifiuti di imballaggio.

30 maggio 2020 Ordine esecutivo n. 766 su determinati requisiti per l'imballaggio.


Danimarca
Legge n. 807 del 9 giugno 2020 che modifica la legge sulla protezione
9 giugno 2020
dell’ambiente.

49
i) Legge sui rifiuti;
5 maggio 2021
Estonia ii) Legge sugli imballaggi.

21 maggio 2021 Metodologia di calcolo del riuso e riciclo dei rifiuti di imballaggio.

Regolamento del Consiglio di Stato sul sistema di restituzione degli


27 giugno 2013
imballaggi per bevande (526/2013) del 27 giugno 2013.

Legge sui rifiuti (646/2011) del 17 giugno 2011 modificata dalla legge
15 luglio 2021
(714/2021) del 15 luglio 2021.
Finlandia
23 novembre Regolamento del Consiglio di Stato sui rifiuti (978/2021).
2021

29 novembre Regolamento governativo sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio


2021 (1029/2021).

Legge n. 2020-105 del 10 febbraio 2020 relativa alla lotta agli sprechi e
10 febbraio 2020
all’economia circolare.
Francia
Ordinanza n. 2020-920 del 29 luglio 2020 relativa alla prevenzione e alla
29 luglio 2020
gestione dei rifiuti.

28 ottobre 2020 Germania Legge di attuazione della Direttiva quadro UE sui rifiuti.

Quadro integrato per la gestione dei rifiuti - Recepimento delle direttive


2018/851 e 2018/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30
maggio 2018, che modificano la Direttiva 2008/98/CE sui rifiuti e la
23 luglio 2021 Grecia Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, quadro
organizzativo dell'Organizzazione ellenica per il riciclaggio, disposizioni
per i prodotti in plastica e protezione dell'ambiente naturale, pianificazione
territoriale - urbanistica, energia e relative norme di emergenza.

1° settembre 2020 Irlanda Normative dell’Unione Europea (Imballaggi) 2020.

Attuazione della Direttiva (UE) 2018/851 che modifica la Direttiva


2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della Direttiva (UE) 2018/852
11 settembre 2020 Italia
che modifica la Direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di
imballaggio.

Legge del 9 giugno 2022 che modifica la legge del 21 marzo 2017 sugli
10 giugno 2022 Lussemburgo
imballaggi e i rifiuti di imballaggio.

Decreto del 17 giugno 2021 che modifica il decreto sulla gestione degli
imballaggi del 2014 in relazione all'attuazione della Direttiva (UE)
2018/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018,
29 giugno 2021 Olanda
che modifica la Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di
imballaggio e in relazione all'applicazione delle norme generali sui regimi
di responsabilità estesa del produttore dal 1° gennaio 2023.

Decreto-legge n.102-D/2020 del 10 dicembre che approva il regime


10 dicembre 2020 Portogallo generale di gestione dei rifiuti, il regime giuridico per lo smaltimento dei
rifiuti in discarica e modifica il regime di gestione dei flussi specifici di

50
rifiuti, recependo le direttive (UE) 2018/849, 2018/850, 2018/851 e
2018/852.

Dichiarazione di rettifica n. 3/2021 - Rettifica il decreto-legge n. 102-


D/2020, del 10 dicembre, sull'ambiente e l'azione per il clima, che approva
il regime generale per la gestione dei rifiuti, il regime giuridico per il
21 gennaio 2021
deposito dei rifiuti in discarica e modifica il regime per la gestione di
specifici flussi di rifiuti, recependo le direttive (UE) 2018/849, 2018/850,
2018/851 e 2018/852.

Legge n. 52/2021, Diário da República n. 154/2021, serie I del 10-08-2021,


che introduce modifica, mediante valutazione parlamentare, al decreto-
legge n. 102-D/2020, del 10 dicembre, che approva il regime generale di
10 agosto 2021
gestione dei rifiuti, il regime normativo per lo smaltimento dei rifiuti in
discarica e modifica il regime di gestione dei flussi specifici di rifiuti,
recependo le direttive (UE) 2018/849, 2018/850, 2018/851 e 2018/ 852.

25 agosto 2020 Regno Unito Regolamento sui rifiuti (economia circolare) 2020 n 904.

Regio decreto 1055/2022, del 27 dicembre, sugli imballaggi e i rifiuti di


28 dicembre 2022 Spagna
imballaggio.

Ordinanza (2020:615) che modifica l'ordinanza (2018:1462) sulla


25 giugno 2020 Svezia
responsabilità del produttore per gli imballaggi.

Fonte: Elaborazione a cura degli autori

In merito al recepimento della Direttiva del 2018, dai dati raccolti nella Tabella 18
è possibile evincere come si siano verificati alcuni interventi anticipatori da parte
dell’Austria, del Belgio e della Finlandia.

Alcuni Paesi, come Francia, Danimarca e Svezia, hanno tenuto conto della scadenza
del 5 luglio 2020, provvedendo ad emanare adeguate leggi per il recepimento. Nonostante
ciò, l’adeguamento di altri Paesi, quali il Lussemburgo e la Spagna, si è verificato molto
oltre la scadenza prefissata, più precisamente nell’anno 2022.

b) Recepimento della Direttiva (UE) 2019/904

La Direttiva 2019/904, oggetto del presente paragrafo e che pone obiettivi in


termini di riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica, aveva posto come
data di scadenza per il recepimento il giorno 3 luglio 2021.

51
In modo analogo a quanto presentato in precedenza, il confronto sul recepimento
della Direttiva in questione verrà indagato, distinguendo per Stato membro, in relazione
al dato temporale.

Tabella 19 - Recepimento della Direttiva 2019/904


Data di
Paese Riferimento normativo
pubblicazione
Legge federale che modifica la Legge sulla gestione dei rifiuti 2002 – AWG
10 dicembre 2021
2002.
Austria Ordinanza del ministro federale per la protezione del clima, l'ambiente,
29 dicembre 2021 l'energia, la mobilità, l'innovazione e la tecnologia che modifica l'ordinanza
sugli imballaggi 2014.
Accordo di cooperazione in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti
4 novembre 2008
di imballaggio.
27 giugno 2012 Belgio Ordinanza sui rifiuti.
Decreto reale sui prodotti monouso e sulla promozione dei prodotti
14 gennaio 2022
riutilizzabili.
Legge n. 786 che modifica la legge sulla protezione dell'ambiente
4 maggio 2021 (Attuazione delle disposizioni della Direttiva sulla plastica monouso in
Danimarca materia di responsabilità estesa del produttore e responsabilità di pulizia).
Ordine esecutivo n. 1000 del 22 maggio 2021 sul divieto di
22 maggio 2021 commercializzazione di alcuni prodotti di plastica monouso e
sull'etichettatura di alcuni altri prodotti di plastica monouso.
30 giugno 2017 Legge (2017:37) sul controllo del mercato di alcuni prodotti.
28 dicembre 2018 Legge (2018:83) sull’applicazione della legge nazionale sui rifiuti.
Legge sui rifiuti (646/2011) del 17 giugno 2011 modificata dalla legge
15 luglio 2021 Finlandia (714/2021) del 15 luglio 2021.
31 gennaio 2022 Ordinanza (2022:3) su determinati prodotti di plastica.
Regolamento del Consiglio di Stato (1318/2022) su alcuni prodotti in
30 dicembre 2022
plastica.
Legge n. 2020-105 del 10 febbraio 2020 relativa alla lotta agli sprechi e
10 febbraio 2020
all’economia circolare.
Ordinanza n. 2020-920 del 29 luglio 2020 relativa alla prevenzione e alla
29 luglio 2020
Francia gestione dei rifiuti.
Ordinanza del 24 settembre 2021 relativa al contenuto massimo
15 ottobre 2021
autorizzato di plastica nei bicchieri di plastica monouso.
Decreto n° 2021-1610 del 9 dicembre 2021 relativo all'incorporazione di
10 dicembre 2021
plastica riciclata nelle bottiglie per bevande.
29 febbraio 2012 Legge sulla riorganizzazione della gestione del riciclaggio e legge sui rifiuti
Legge per lo sviluppo della raccolta differenziata domestica dei rifiuti
12 luglio 2017
riciclabili.
28 ottobre 2020 Germania Legge di attuazione della Direttiva quadro UE sui rifiuti.
Ordinanza che vieta l'immissione sul mercato di determinati prodotti in
26 gennaio 2021
plastica monouso e prodotti in plastica oxodegradabile.
14 giugno 2021 Legge di attuazione dei requisiti della Direttiva sulla plastica monouso.

52
Recepimento della Direttiva (UE) 2019/904 relativa alla riduzione
20 ottobre 2020 Grecia dell'impatto di determinati prodotti di plastica sull'ambiente e altre
disposizioni.
6 luglio 2021 Irlanda Normative dell’Unione Europea (plastica monouso) 2021.
Attuazione della Direttiva (UE) 2019/904, del Parlamento europeo e del
30 novembre 2021 Italia Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell’incidenza di determinati
prodotti di plastica sull’ambiente.
Legge del 9 giugno 2022 sulla riduzione dell'impatto di alcuni prodotti di
10 giugno 2022 Lussemburgo
plastica sull'ambiente.
Decreto 17 giugno 2021, recante norme sui prodotti di plastica monouso
designati, sui prodotti in plastica oxodegradabile e sugli attrezzi da pesca
23 giugno 2021 Olanda
contenenti plastica e recante modifica del Decreto Gestione Imballaggi
2014 (Decreto Prodotti di Plastica Monouso).
Decreto-legge n. 78/2021, serie I, 24 settembre 2021, che recepisce la
Direttiva (UE) 2019/904, sulla riduzione dell'impatto di determinati
24 settembre 2021 Portogallo
prodotti di plastica sull'ambiente, e che modifica la disciplina relativa ai
prodotti di plastica nei punti vendita di pane, frutta e verdura.
9 aprile 2022 Spagna Legge 7/2022, dell'8 aprile, sui rifiuti e sull'economia circolare.
3 novembre 2021 Svezia Regolamento (2021:996) sui prodotti usa e getta.

Fonte: Elaborazione a cura degli autori.

Dalla Tabella 19 è possibile dedurre che Belgio, Germania e Finlandia hanno


anticipato, tramite interventi legislativi nazionali emanati fino al 2018, quanto è stato poi
stabilito dalla Commissione Europea nella Direttiva oggetto di analisi.

Francia e Grecia hanno recepito la normativa comunitaria ben prima della scadenza,
mentre Austria, Danimarca e Olanda sono intervenute nei termini prefissati.

Similmente a quanto riportato nel paragrafo precedente, Lussemburgo e Spagna si


sono dimostrate essere in ritardo rispetto alla scadenza, poiché il recepimento della
Direttiva è avvenuto solo, rispettivamente, a giugno e ad aprile dell’anno 2022.

Da un confronto sul timing di recepimento delle direttive di economia circolare


rilevanti ai fini della presente analisi, è possibile dedurre che alcuni Stati membri, quali
Austria, Belgio, Danimarca e Germania, non si sono semplicemente uniformati a quanto
stabilito a livello comunitario, bensì hanno disciplinato in anticipo la materia, dimostrando
pertanto di aver già avviato al proprio interno iniziative volte a indirizzare il Paese verso
questa transizione.

53
Contrariamente a quanto compiuto da questi Paesi, altri hanno invece impiegato
più tempo del previsto per adeguare la legislazione nazionale a quella comunitaria: si tratta,
ad esempio, del caso del Lussemburgo e della Spagna.

c) Analisi degli Action Plan dei principali Stati europei

La presente ricerca è proseguita nel confronto tra i Piani d’Azione che sono stati
elaborati al fine di implementare, a livello nazionale, un modello di economia caratterizzato
dalla circolarità. Il presente paragrafo intende, pertanto, apprezzare le peculiarità e le
differenze in termini di tempistiche e di obiettivi posti dai singoli Paesi allo scopo di
evidenziare eventuali posizionamenti che superano la soglia rispetto ai target comunitari.

Tale analisi ha visto l’implementazione di diversi steps.

In primo luogo è stato operato un confronto tra i principali obiettivi generali stabiliti
per il processo di transizione a un modello di economia circolare che rispetti i principi
comunitari. In secondo luogo, sono stati analizzati gli obiettivi di riciclo e riciclaggio
previsti per ciascun Paese e per ciascun tipo di materiale. Infine, particolare attenzione è
stata posta per quelle iniziative nazionali, rilevanti ai fini della presente ricerca, che si
intende implementare nel futuro.

In linea generale, gli obiettivi più frequentemente preposti, rappresentativi, quindi,


delle diverse esigenze a cui i Paesi sono chiamati a rispondere con più urgenza, possono
essere riassunti come segue:

- Gestione sostenibile delle materie prime mediante una riduzione del consumo e un
migliore utilizzo delle stesse, evitandone così lo spreco;
- Sviluppo di nuovi metodi per la produzione di prodotti sostenibili e riutilizzabili;
- Incremento quantitativo e qualitativo del riciclo e del riciclaggio dei prodotti
utilizzati.
54
In linea generale, è possibile riscontrare come tali finalità si attestino anche essere
quelle che più comunemente vengono condivise nei differenti Action Plan. Tuttavia, le
peculiarità di ciascun Paese possono essere apprezzate soprattutto in relazione alle azioni,
iniziative e obiettivi specifici, in alcuni casi declinati sulla base del tipo di materiale
destinato al processo di riciclaggio dei rifiuti, individuate tenendo conto dello stato di
avanzamento e delle priorità nazionali.

Alla luce di tali considerazioni, l’analisi ha poi preso in considerazione i target di


riciclo e di riciclaggio adottati, distinguendo così coloro che si sono dimostrati a uno stadio
avanzato rispetto a quanto previsto dalla legislazione comunitaria decidendo di optare per
obiettivi più stringenti. Quest’ultimi sono, quindi, stati raccolti nella tabella che segue
(Tabella 20): al fine di un più agevole lettura e interpretazione, nella prima riga sono
richiamati gli obiettivi proposti dall’Unione Europea; nelle righe successive sono invece
riportati unicamente quelli più rilevanti, poiché di entità maggiore, stabiliti a livello
nazionale.

Tabella 20 - Obiettivi di riciclaggio specifici per materiale


Paese Legno Metalli
Plastica Alluminio Vetro Carta
ferrosi
70% entro 75% entro
50% entro 25% entro 70% entro 50% entro
Unione 2025 e 2025 e
2025 e 55% 2025 e 30% 2025 e 80% 2025 e 60%
Europea 75% entro 85% entro
entro 2030 entro 2030 entro 2030 entro 2030
2030 2030
97% entro 89% entro
89% entro 89% entro
33 62% entro 55% entro 2025 e 2025 e
Danimarca 2025 e 91% 2025 e 92%
2030 2025 100% 92% entro
entro 2030 entro 2030
entro 2030 2030
60% entro
Finlandia
2030
100% entro
Francia
2025
65% entro 85% entro
Italia
2025 2025

33 Nell’Action Plan pubblicato dalla Danimarca non sono stati espressamente dichiarati obiettivi, bensì è stato
riportato il futuro andamento atteso dei tassi di riciclo per materiale, stimato sulla base di quanto già implementato
dal Paese e dalle prossime iniziative.

55
90% entro 85% entro
Norvegia
2029 2029
70% entro
Portogallo
2025
30% entro 75% entro 55% entro 82% entro
Regno Unito
2025 2025 2025 2025
90% entro 85% entro
Svezia
2029 2029

Fonte: Elaborazione a cura degli autori

L’individuazione di target specifici di riciclaggio di materiale e l’ottica temporale per


il raggiungimento di tali obiettivi contribuisce a dimostrare come l’attività svolta da alcuni
Paesi non solo si attesti essere in linea con quanto stabilito dall’UE, ma in certi casi tenda
a superare le aspettative comunitarie.

Partendo dalle considerazioni emerse nei paragrafi dedicati al diverso timing di


recepimento delle direttive europee, i Piani d’Azione di determinati Paesi hanno
contribuito a confermare le evidenze precedenti. Paesi come la Danimarca, infatti, non
solo sono intervenuti a livello normativo con anticipo rispetto alla legislazione
comunitaria, ma hanno anche formalizzato obiettivi più sfidanti.

In aggiunta a questi, alcuni tra gli Stati che si sono adeguati nei termini previsti per
il recepimento, non necessariamente però intervenendo in anticipo, hanno riportato nei
relativi Action Plan di svolgere attività e iniziative avanzate rispetto allo standard
comunitario. Si tratta, ad esempio, del caso dell’Italia e del Regno Unito, le quali hanno
inserito target di riciclo di entità maggiore. Sebbene gli interventi normativi non siano stati,
quindi, presentati anticipatamente rispetto alle scadenze europee prefissate, questi Paesi
dimostrano di possedere al proprio interno sistemi organizzativi efficienti e atti a garantire
il raggiungimento di obiettivi e standard più elevati. Per questa ragione, la posizione di
“followers” derivante esclusivamente da un’analisi sul timing di recepimento delle Direttive
europee non risulterebbe rappresentativa dell’impegno concretamente assunto da parte di
questi Paesi e dei possibili risultati già raggiunti.
56
Per quanto concerne invece quei Paesi che non hanno trovato collocazione nella
precedente tabella, essi si sono tipicamente adeguati ai target europei, rendendo quest’ultimi
parte integrante della propria strategia futura in materia di economia circolare. Ciò non
esclude, tuttavia, che possano registrare e raggiungere tassi di riciclaggio più elevati.

Sebbene vi sia l’intenzione di garantire un maggiore e un migliore livello di


uniformità in materia di normativa di riciclo e riciclaggio, è doveroso sottolineare come
alcuni Stati non si siano ancora dotati di adeguati strumenti atti a monitorare e tracciare il
livello di riciclo dei rifiuti, distinguendoli sulla base del materiale. Per questa ragione, tra le
iniziative future di alcuni degli Action Plan esaminati è stata inserita la volontà di creare
validi indicatori che permettano di apprezzare gli sforzi del Paese compiuti in questo
campo. Tale intenzione è condivisa da Austria, Belgio e Spagna.

57
Pioneers, Followers e Latecomers
Il seguente paragrafo intende proporre una classificazione dei singoli Paesi UE in
relazione all’attenzione ai temi di economia circolare e in materia di riciclo di imballaggi.
In particolare, tale analisi sarà condotta su due livelli distinti. Da un lato, saranno presi in
esame i due principali provvedimenti normativi emanati riferiti al riciclo di imballaggi, la
Direttiva 2018/852 e la Direttiva 2019/904, e il New Circular Economy Action Plan. Dall’altro
invece, sarà osservato l’andamento di lungo periodo del tasso di riciclo degli imballaggi.

Inoltre, al fine di offrire un’analisi di robustezza circa le stime effettuate sul tasso di
riciclo, si terrà conto parallelamente del tasso di circolarità della materia. Il tasso di
circolarità della materia, è definito come il rapporto tra l’uso circolare di materiali e l’uso
complessivo di materiali. Tale indicatore, rappresenta la quota di materie prime secondarie
(che derivano da riciclo) impiegate nell’UE. Da un punto di vista metodologico, pertanto,
saranno dapprima presi in considerazione i dati per singolo Paese e per macro-area
geografica relativi al tasso di riciclo di imballaggi. Alla luce dei dati osservati, e target previsti
dalle Direttive UE, i Paesi europei saranno dunque distinti in:

o Pioneers, se ancor prima dell’emanazione delle Direttive 2018/852 e 2019/904 la


media dei tassi di riciclo degli imballaggi (complessivo) e della plastica degli ultimi
tre anni avevano già raggiunto i target fissati dalle Direttive;
o Followers, quei Paesi che non rientrano nella prima categoria (Pioneers), e che in
seguito all’emanazione delle Direttive 2018/852 e 2019/904, hanno raggiunto il
target di riciclo;
o Late Comers, se all’ultimo dato aggiornato il tasso registrato risulta al di sotto del
valore mediano dei tassi di riciclo a livello europeo.

In un secondo momento, si prenderanno in considerazione invece, le varie soglie indicate


da Eurostat del tasso di circolarità della materia, in modo da verificare se, tale
classificazione, riferita in primo luogo al solo settore degli imballaggi, trova conferma in
un approccio più virtuoso nel suo complesso e coerente rispetto alla transizione ad
un’economia circolare.

58
Tasso di riciclo degli imballaggi: alcune evidenze per singolo Paese e
macro-area
Il tasso di riciclo degli imballaggi fornito da Eurostat, nonché considerato nella prima
parte di questo studio ai fine dell’analisi empirica, si riferisce specificamente alla
percentuale di materiali di scarto che vengono deviati dallo smaltimento e sono “trattati”
attraverso sistemi di riciclo al fine di essere trasformati in nuovi prodotti o materiali.
Questo tasso misura dunque l’efficacia degli sforzi di riciclo in un dato sistema o regione.

La rilevanza di questo indicatore a livello micro, ha evidenziato nella prima parte della
seguente Relazione, una correlazione positiva e, seppur al limite, in alcune stime
statisticamente significativa (p-value <=0,100), con una maggiore redditività delle singole
imprese operanti nel settore del recupero e riciclo degli imballaggi.

Ai fini dell’analisi macro, si è scelto di riconsiderare tale indicatore per introdurre una
classificazione in grado di riflettere una maggiore attenzione rispetto al tema del riciclo nel
settore degli imballaggi da parte dei singoli Paesi. In particolare, tale analisi prenderà in
esame, in primo luogo, il tasso di riciclo degli imballaggi complessivo e i target al 2025 e al
2030 stabiliti dalla Direttiva 2018/852. Sarà poi proposto separatamente un maggior grado
di dettaglio con riferimento al riciclo di imballaggi di plastica, che in linea con lo sviluppo
normativo terrà in considerazione i target specifici fissati dalla Direttiva 2019/904.

A titolo esemplificativo, si riportano i target di riciclo previsti dalle due Direttive


europee. Per quanto riguarda la Direttiva 2018/852, illustrata in modo dettagliato nel
capitolo precedente, è previsto un target pari al 65% per il 2025, e al 70% per il 2030.

Con riferimento invece alla Direttiva 2019/904, che pone specifici requisiti di
Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), nell’ambito di determinati prodotti di
plastica34 in aggiunta a quelli individuati dalla Direttiva 2008/98/CE e dalla Direttiva UE
2018/852, si evidenziano i seguenti target: per i rifiuti di prodotti di plastica monouso
l’obiettivo di riciclo per il 2025 è pari al 77%, mentre per il 2030, al 90%; per le bottiglie

34
Tra questi vi sono: prodotti di plastica monouso, prodotti di plastica oxodegradabile e attrezzi da pesca
contenenti plastica.
59
in polietilene tereftalato (PET), i target sono rispettivamente posti al 25% per il 2025, e
almeno al 30% nel 2030.

La Tabella 21 illustra il valore del tasso di riciclo di imballaggi per i Paesi UE a


partire dal 2000, con ultimo dato aggiornato al 2020.

60
Tabella 21 - Tasso di riciclo degli imballaggi (2000-2020) - Eurostat
Country 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Belgium 62,5 71,3 70,2 73,9 76,4 76,8 79 80,4 78,9 79,1 79,8 80,2 80,3 78,7 81,3 81,5 81,9 83,8 85,3 83,5 79,7
Germany 78 75,9 74,4 70,6 69,6 68,2 66,5 66,9 70,5 73,5 72,7 71,8 71,3 71,8 71,4 69,3 70,7 69,9 68,5 63,2 68,1
France 42,2 44 45,4 47,9 50,7 53,3 54,8 57 55,2 56,4 61,1 61,3 64,9 66,4 65,2 65,5 66 68,1 63,5 65,6 60,3
Italy 38,4 45,5 51,4 51,4 53,3 53,7 54,9 56,8 59,6 64 64,4 64,5 66,6 66,7 65,4 66,8 66,9 67,1 68,3 69,6 72,8
Netherlands 58,8 56 57,4 56,4 58,5 59,4 70,2 69,8 72,4 74,9 73,9 71,9 69,3 70,4 70,5 71,7 72,6 78,1 79,4 80,7
Bulgaria 30,8 35 54,8 50,3 45,9 61,6 65,1 66,5 65,7 62 64,1 63,8 65,6 60,4 61,2
Czechia 51,4 55,7 59 63,4 65,9 67,1 68,8 70 69,7 69,9 69,9 73 74,3 75,3 72,3 69,6 71,2 67,9
Denmark 55,7 57,2 57,3 53,8 53,2 52,5 56,2 56,8 59,7 84 84 54,3 61,6 69,8 69,8 73,9 79 71,5 70,1 70,4 64
Estonia 33,5 40,3 45,7 49,6 43,5 57,2 56,1 62,9 61,3 58,4 60,3 59 56 53,5 60,4 66,2 71,4
Ireland 18,9 27 34,9 51,2 56,4 55,6 54,5 60,6 61,7 64,9 66,2 70,9 74 70,2 68,3 67,5 67 65,6 63,9 62,5 62,4
Greece 33,3 33,4 32,6 33,1 36,7 41,8 42,8 48 43,8 52,3 58,7 62,1 58,6 52,4 53,8 60,3 66,1 68,6 63,6 60,1
Spain 39,8 43,6 44,3 43,1 47,4 50,4 54 56,3 59,1 60,3 61,9 63,9 65,5 66,6 68,7 68,4 70,3 68,5 68,8 69,6 68,2
Croatia 59,7 58,8 52,7 60,1 54,7 53,3 58,4 48,9 54,2
Cyprus 22 11,1 25,2 25,7 34 5042,2 52 55,3 56,6 58,7 59,8 64,6 66,2 70,2 66,8
Latvia 45,6 47 42,2 39,6 46,8 44,9
48,9 50,9 51,1 51 54,9 53,9 57,7 58,7 55,8 62,4
Lithuania 32,7 32,5 37 42,9 51,7 57,7
60,4 62,2 62,2 53,5 57,7 59,8 69,5 61,8 60,7 61,9 61,8
Luxembourg 45,2 57,3 56,8 60,1 61 62,6 63,8 62,5 63,6 66 61 66 62,5 62,8 66 70 70,3 69,7 70,9 71,5 71,9
Hungary 43,3 45,9 48,9 46,4 50,8 51,1
58,7 59,3 48,5 49,2 48,4 50,1 49,7 49,7 46,1 47 52,4
Malta 5,9 8,1 10,8 10,4 45,928,536 42,3 46,6 38,1 41,1 37,1 39,7 35,6 35,7 33,7 40
Austria 69,4 64,3 65,9 64,2 66,2 66,9 68,4 67,2 67,9 66,9
66,6 65,8 65,9 66,6 66,6 67,1 66,8 65,6 65,5 65,4 63,7
Poland 28,3 29,5 37,1 48,2 42,9 36,8
38,9 41,2 41,4 36,1 55,4 57,6 58 56,7 58,7 55,5
Portugal 30,8 37,7 35,8 38,3 41 44,3 51,4 56,5 61 59,9
55,5 58,4 56,9 61,5 61 57,1 60,9 55,3 57,9 62,8 59,8
Romania 23 28,6 30,6 33,5 40,5
43,4 50 56,8 52,8 54,8 55,9 60,4 60,4 57,9 44,6
Slovenia 34,3 45,3 40,3 46,9 52,4 6149,6 63,6 66,9 69 70,4 67 69,4 70,1 68 67,1 67,9
Slovakia 37,6 29,8 36,3 61,1 47,7 59,9
45,7 62,4 68,1 65,9 65,4 64,3 65,8 65,7 66,6 67,5 70,8
Finland 49,8 47,2 49,2 40,8 39,9 43,2 49,1 51,9 56,7 55,5
55,4 58,7 59,3 58 57,4 60,9 64,7 65,2 70,2 70,6
Sweden 57,8 63,2 64,7 60 49,8 48,2 58,1 59,3 58,5 58,9
69,2 71,5 69,6 71,9 70,5 71,8 68,2 71,7 65 63,6 60,9
Iceland 33,9 44 40,7 42,9 42,8 47,4 47,2 44,4 51,2 47,4
Liechtenstein 48,9 48,5 47 50 45,9 48,7 44,3 50,3 51,9 66,1 65,8 66,7 68 70
Norway 70,3 68,4 54,7 53,1 56,7 57,5 55,9 54,5 55,7 55,1 56,3 54,5 52,9 53,9
United Kingdom 39,9 42,4 44,2 46,8 49,7 54,4 57,5 59,3 61,5 61,8 60,7 60,8 61,4 64,6 59,2 60,6 64,7 63,9 62,1

Fonte: Eurostat. Rielaborazione degli autori.

61
Da un punto di vista generale si può osservare che il trend del tasso di riciclo tra il 2000
e il 2020 è positivo, anche se solo alcuni Paesi hanno fornito i dati utili alla stima del tasso
di riciclo di imballaggi a partire dal 2000.

Se si tiene conto del primo target stabilito dalla Direttiva 2018/852, pari al 65%, si può
evidenziare che circa il 50% dei Paesi UE già nell’anno di emanazione della Direttiva aveva
raggiunto tale obiettivo. Tuttavia, se si osserva la distribuzione dei Paesi per macroarea
geografica35 (Tabella 22), si possono mettere in luce alcuni aspetti rilevanti.

In primo luogo, si può osservare che, se si prendono in considerazione i valori


mediani, si osservano rispettivamente tassi maggiormente elevati nei Paesi dell’Europa
occidentale, meridionale e settentrionale. I Paesi dell’Europa orientale registrano invece
un valore mediano sotto la soglia del 60% (58,35), che oscilla tra un tasso di riciclo di
imballaggi massimo del 71,20% relativo alla Repubblica Ceca, e un tasso minimo del
44,60% per la Romania.

Si ritiene opportuno evidenziare tuttavia che, se si sposta l’attenzione sul valore


minimo e massimo anche per le altre tre macro-aree, è possibile osservare una maggiore
omogeneità nell’Europa settentrionale, in cui il Paese con tasso di riciclo maggiore, pari al
70,20% è la Finlandia, mentre quello con un tasso minore, pari a 51,20% è l’Islanda. Se
infatti, consideriamo i Paesi dell’Europa meridionale e occidentale, si può evidenziare un
maggiore gap tra il valore massimo e minimo. In particolare, nell’area meridionale, il tasso
di riciclo massimo, pari al 68,8%, è associato alla Spagna, mentre quello minimo, pari al
35,7%, a Malta. Fa invece da traino positivamente nell’Europa occidentale il Belgio, in cui
già nel 2018 era possibile osservare un tasso di riciclo di imballaggi superiore all’85%.

Questi risultati si mostrano coerenti con una serie di interventi anticipatori da parte di
alcuni di questi Paesi, come Belgio e della Finlandia. O, seppur considerando la scadenza
per il recepimento al 5 luglio, hanno provveduto ad emanare adeguate leggi per il
recepimento, come nel caso di Danimarca, Svezia e Francia.

35 Geoschema delle Nazioni Unite.

62
Tabella 22 - Tasso di riciclo degli imballaggi (distribuzione per macro-area)
Macro-area Media Mediana Massimo Minimo

Nord36 61,23 61,40 70,20 51,20


Sud 60,10 63,60 68,80 35,70
Ovest 64,78 65,50 85,30 35,70
Est 57,88 58,35 71,20 44,60

Fonte: Eurostat. Rielaborazione degli autori.

Nelle Tabelle 23.a e 23.b in Appendice sono riportate le statistiche descrittive


riferite al tasso di riciclo degli imballaggi per Paese e per settore.

Alla luce dei dati osservati, e target previsti dalla Direttiva 2018/852 UE, sono
considerati come:

o Pioneers: Belgio, Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Bulgaria, Repubblica Ceca,
Danimarca, Irlanda, Grecia, Spagna, Lussemburgo, Austria, Slovenia, Slovacchia,
Svezia, Liechtenstein.
o Followers: Estonia, Cipro, Finlandia
o Late Comers: Bulgaria, Croazia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia,
Portogallo, Romania, Islanda, Norvegia, Inghilterra.

La Tabella 24 invece riporta il trend del tasso di riciclo di imballaggi di plastica dal
2000 al 2020.

36 La classificazione UE considera invece i seguenti Paesi: Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. Se
teniamo conto della classificazione UE rispetto al geoschema proposto dall’ONU (in aggiunta ai Paesi previsti dalla
classificazione UE tiene conto anche di Estonia, Regno Unito, Irlanda, Lettonia e Lituania), i valori medi e mediani
risultano rispettivamente pari a 61,88 e 65,00.

63
Tabella 24 - Tasso di riciclo degli imballaggi di plastica (2000-2020) - Eurostat
Country 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Belgium 25,5 28,5 29,5 32,5 36,5 38,1 38,6 38,4 39,5 43 41,5 41,4 41,5 39 41,8 42,6 43,4 44,5 42,4 47,3 44,7
Bulgaria 8,4 20,2 19,5 15,6 30 40,9 39,2 40,7 41,3 64,1 60,8 52,6 64,8 59,2 50,6
Czechia 37,6 43,8 35 44,3 45,5 50,2 52,5 54 57 58,2 59,7 58,2 61,7 59,2 58,6 57 61 41,8
Denmark 12,5 13,9 15,5 17,4 16,3 19,1 20,3 21,8 25,4 26,4 26,4 22,3 25,9 29,1 30,7 30,5 36,1 41,8 31,3 37,4 22,9
Germany 53,4 51,8 49 38 33,8 35,2 38,1 40,7 44,7 46,5 45,1 46,3 47 46,8 47,3 47,4 48,4 48 46,4 43,3 46,2
Estonia 12 25,5 33,7 38,2 22 22,7 33,4 39,6 29,8 28,1 29,3 27,8 24,6 26,5 37,7 40,6 40,9
Ireland 9,1 11,8 16,6 15,5 22,3 24,1 20,1 22,2 28,9 36,2 39,4 47,5 38,2 34,8 31,3 29,7 31,2 30,5 27,1 27,5 29
Greece 3,1 3 3 3 5,9 9,9 10 13,7 11,9 26,7 30,1 33 32,2 32,3 32,8 36,8 38,2 41,4 39,8 37,6
Spain 17,2 17,8 19,6 19,9 20,1 20,7 22,4 23,3 24,4 26,6 29,2 32,4 35,1 40,7 42,5 44 45,5 47,9 50,7 51,5 51,4
France 11,2 13,6 15,2 16,1 17,5 19 19 21,1 22,5 25 23,7 23,3 25,1 25,6 25,2 25,5 25,8 26,5 26,9 26,9 21,4
Croatia 45,4 45,3 37,7 46,3 41,1 37,3 37,3 35,7 34,1
Italy 16,1 19,1 23,1 24 25,9 26 27,4 28,3 31,1 33,5 34,5 36,1 37,5 36,8 38 41,1 42,4 41,8 43,4 44,7 51,2
Cyprus 8,7 14,5 14,3 14,8 18,2 27,2 38 44,8 45,3 46,6 63,7 62,3 65 54,3 50,5 48,6
Latvia 21,2 33,5 26,7 22,8 17,6 20,3 24 23 24 24,5 36,4 35,3 37,2 36,6 35,8 35,4 35,9
Lithuania 20,9 21,2 26,7 28,5 32,6 35,9 38,4 38,9 38,9 42,9 51,2 54,8 74,4 71,5 69,3 69,6 56,1
Luxembourg 35,9 33,7 28,3 23,5 34,5 29,6 31,8 38,7 29,7 24,6 31 33,2 36,7 32,2 32,3 32,7 31,9 33,1 32,3 33,4 34,7
Hungary 14 19,2 20,4 17 25,1 24,5 32,5 22,4 27,8 30,8 36,8 27,4 31,4 32 30 33 24,9
Malta 3 5,4 7,4 10,6 14 50,9 22 28,9 32,8 22,6 32,9 28,6 23,5 19,2 11,1 15,4 10,2
Netherlands 22,9 20,8 16,4 19,9 19,3 22,1 32,5 33,7 36,4 38,4 47,6 50,7 47,7 46,6 50,6 49,8 51,5 50,4 52 57,2 49,2
Austria 26,2 29,1 30 30,7 33,2 32,9 35,8 32,7 34,9 32,7 34,4 34,8 34,7 34,4 33,6 33,6 33,6 33,4 31,9 30,8 31,6
Poland 16,3 17,4 24,6 27,9 23,7 21,3 20,1 22,5 21,9 19,7 28,3 30,8 46,9 34,6 35,7 31,5
Portugal 4,5 9,4 9 9,1 10,5 15,8 15,4 15,3 19,1 25,5 24,5 26,1 30,4 35,3 40 43 41,8 34,9 33,9 35,6 33,9
Romania 11,2 17 15,3 15,5 23,8 28,2 40,3 51,3 51,7 44,5 46,7 46,5 47,6 43 31,1 30,1
Slovenia 12,1 33,9 38,6 46,5 55,6 42 67,3 75,5 64,8 81,7 69,3 63,4 62 60,4 48,8 50,3 44,6
Slovakia 11,9 16 18,1 39,7 41,7 43,7 49,3 44,9 49,9 57 55,1 55,9 54,4 51,7 52,4 51,4 52,8 56,3
Finland 14,1 14,8 14,6 14,3 14,6 13,6 15,9 18,4 22,7 25,3 26,2 25,4 25,4 22,7 24,6 23,7 25,4 26,5 31,1 42 39,4
Sweden 13,5 17,2 19,8 22,3 25,2 29,9 43,8 41,7 37 37,5 32,4 34,1 34,9 45,6 47,5 49 50,7 48,4 50 53,2 33,5
Iceland 31,7 41,5 40,9 26,5 26,8 37 41,5 28,9 29,3 24 30,8
Liechtenstein 4,5 3,2 1,9 3 2,3 2,6 7 6,6 6,8 16,9 20,9 18,3 21,4 26,5 30,2
Norway 29,9 29,8 26,7 30 36,4 37,6 38,1 38,8 36,1 37,1 39,3 36,9 36,3 33,2 27,9
United
15,1 16,1 19 17,9 18,7 21,8 22 22,5 23,7 24,1 24,1 24,2 25,2 31,6 37,9 39,4 44,9 46,2 43,8
Kingdom

Fonte: Eurostat. Rielaborazione degli autori.

64
Se prendiamo in considerazione come target la media tra 77% (riciclo prodotti monouso)
e il 25% (riciclo plastica oxidabile), la classificazione risulta la seguente:

o Pioneers: Bulgaria, Repubblica Ceca, Cipro, Lituania, Paesi Bassi, Slovenia,


Slovacchia.
o Followers: Spagna, Svezia.
o Late Comers: Belgio, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Francia,
Croazia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Austria, Polonia,
Portogallo, Romania, Slovenia, Finlandia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia,
Inghilterra.

Da un punto di vista generale si può notare che se prendiamo in considerazione il solo


target previsto per la plastica, alcuni Paesi come la Spagna e la Svezia, slittano nella
categoria Followers, mentre i restanti vanno a confluire nella categoria Late Comers.

Tasso di circolarità della materia

Come anticipato nell’introduzione a questo lavoro, al fine di offrire un’analisi di


robustezza circa le stime effettuate sul tasso di riciclo, nei paragrafi seguenti andremo ad
esplorare il tasso di circolarità della materia. L'uso circolare di materiali, noto anche come
tasso di circolarità, è definito come il rapporto tra l'uso circolare di materiali e l'uso
complessivo di materiali. Esso rappresenta la quota di materie prime secondarie (che
derivano da riciclo) impiegate nell’UE. Un valore del tasso di circolarità più elevato indica
che più materiali secondari sostituiscono le materie prime primarie, riducendo così gli
impatti ambientali dell'estrazione della materia prima.

La Figura 4 rappresenta in veste grafica la situazione del tasso di circolarità della


materia al 2021 nell’Unione Europea. Dalla figura si evince come i paesi che hanno
performato meglio nell’ultimo anno in cui Eurostat mette a disposizione i dati siano: i
Paesi Bassi (33.8%), il Belgio (20.5%), la Francia (19.8%) e l’Italia (18.4%). Il nostro Paese
si colloca quindi nella fascia più alta secondo la leggenda provvista da Eurostat.
Figura 4 - Tasso di Circolarità della materia – Analisi per paese, anno di riferimento 2021

Fonte: Eurostat. Rielaborazione degli autori.

La Figura 5 riporta il trend storico di questo indicatore, mettendo a confronto i


Paesi best in class su questo indicatore. Nello specifico si evince che i Paesi Bassi staccano
di vari punti percentuali gli alti Paesi fin da quando si ha la disponibilità dei dati. L’Italia
(linea azzurra) ha avuto un incremento importante a partire dal 2012 e si colloca ben al di
sopra della media europea.

Figura 5 - Tasso di Circolarità della materia – Analisi per Paese, serie storica 2010 - 2021

Fonte: Eurostat. Rielaborazione degli autori.

66
Ai fini della nostra analisi, può avere senso proporre un confronto tra il tasso di
circolarità della materia e l’indicatore più rilevante ai fini di questo studio, che è il tasso di
riciclo, e nello specifico quello degli imballaggi.

Come si può evincere dal confronto tra la Figura 4 e la Figura 5 (che rappresenta
il tasso di riciclo degli imballaggi), il tasso di circolarità è inferiore rispetto ad altri indicatori
di circolarità, come ad esempio il tasso di riciclo: questo perché, spiega ancora Eurostat,
“alcuni tipi di materiali non possono essere riciclati, ad esempio i combustibili fossili
bruciati per produrre energia o la biomassa consumata come cibo o foraggio”.

Un tasso di circolarità più elevato può essere ottenuto non solo attraverso il riciclo
ma, ad esempio, sostituendo i combustibili fossili con energie rinnovabili.

Figura 6 - Tasso di riciclo degli imballaggi – Analisi per Paese, serie storica 2010 - 2021

Fonte: Eurostat. Rielaborazione degli autori.

Il tasso di riciclo e il tasso di circolarità della materia sono concetti correlati ma


distinti che misurano diversi aspetti della gestione delle risorse e della sostenibilità.
Volendo sintetizzare queste differenze si può indicare che:

1) Il tasso di riciclo si riferisce specificamente alla percentuale di materiali di scarto


che vengono deviati dallo smaltimento e sono trattati attraverso sistemi di riciclo
per essere trasformati in nuovi prodotti o materiali. Il tasso misura l'efficacia degli
sforzi di riciclo in un dato sistema o regione.

67
2) Il tasso di circolarità della materia esamina il quadro più ampio della gestione delle
risorse in un'economia. Misura la percentuale complessiva di materiali utilizzati
nell'economia che derivano da fonti riciclate o rinnovabili rispetto alle materie
prime vergini. Valuta la misura in cui un'economia si sta allontanando da un
modello lineare “take-make-dispose” verso un approccio circolare, in cui i materiali
vengono mantenuti in uso più a lungo attraverso il riciclo, il riutilizzo e altre
pratiche circolari. Il tasso di economia circolare considera non solo il riciclo, ma
anche fattori come l'uso di risorse rinnovabili, la riparabilità, la durata del prodotto
e l'efficienza delle risorse in vari settori.

In sintesi, il tasso di riciclo si concentra sulla percentuale specifica di materiali di


scarto che vengono riciclati, mentre il tasso di economia circolare fornisce una prospettiva
più ampia, comprendendo l'utilizzo complessivo di materiali riciclati e rinnovabili
nell'intera economia come parte di un approccio sostenibile e circolare.

Un valore del tasso di circolarità della materia più elevato indica pertanto, che vi sono
più materiali secondari che sostituiscono le materie prime primarie, consentendo di ridurre
gli impatti ambientali dell’estrazione della materia prima.
Questo significa che, affinché un Paese registri un tasso più elevato di circolarità,
laddove un materiale non può essere rimesso nel ciclo produttivo, deve essere
necessariamente sostituito. In un’ottica di transizione all’economia circolare, saranno
pertanto considerati più “virtuosi” quei Paesi che nel tempo hanno sostituito
maggiormente fonti fossili con fonti di energia rinnovabile.

68
Conclusioni
Il lavoro di ricerca realizzato trova collocazione nel crescente interesse negli ultimi
decenni verso i temi della sostenibilità, che ha visto un ampio dibattito riguardo l’effettiva
“sostenibilità” dei modelli di business delle imprese (Bellavite Pellegrini, Cannas e Pellegrini
2021). Tale progetto, condotto su due livelli distinti (macro e micro), ha messo in luce
l’esistenza di una differente relazione tra diversi modelli di gestione di Responsabilità
Estesa del Produttore (EPR) e la Performance delle imprese che operano nel settore del
recupero e riciclo di imballaggi. In particolare, l’analisi empirica di tipo microeconomico,
quindi a livello di impresa, ha sottolineato un ruolo significativo della dimensione
dell’impresa e della crescita delle vendite sulla performance d’impresa per quelle società che
operano in un regime EPR Non-competitivo, come nel caso dell’Italia.
I risultati ottenuti dall’analisi empirica trovano inoltre conferma in una maggiore
attenzione a livello macro del tema della CE. Nello specifico, tenendo in considerazione
da un lato il tasso di riciclo degli imballaggi, e dall’altro, il tasso di circolarità della materia,
lo studio propone una classificazione dei Paesi UE in base al posizionamento rispetto ai
target previsti da alcune delle principali Direttive europee in materia di imballaggi (Direttiva
852/2018 e Direttiva 904/2019) in “Pioneers, Followers, Latecomers”. Alla luce dei dati
osservati, e target stabiliti dall’UE, è possibile evidenziare l’importante ruolo dell’Italia, che
si è da sempre dimostrata attante al tema dell’economia circolare, raggiungendo già prima
dell’emanazione della Direttiva 852/2018 l’obiettivo di recupero e riciclo al 2025, e ben
vicina al raggiungimento del target al 2030. Queste considerazioni trovano supporto nei
risultati del tasso di circolarità della materia, che comprendendo l'utilizzo complessivo di
materiali riciclati e rinnovabili nell’intera economia come parte di un approccio sostenibile
e circolare, offre una prospettiva più ampia, evidenziando come l’Italia abbia dimostrato
una crescente attenzione a partire dal 2012, collocandosi ben al di sopra della media
europea.

Milano, 12 giugno 2023 Firma

69
Bibliografia

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benefits of a new business model for European Firms. Quaderno di Dipartimento, Vita e Pensiero,
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azionari nell’area dell’euro. Carocci Editore.
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Direttiva 86/278/CEE del Consiglio del 12 giugno 1986 concernente la protezione
dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in
agricoltura.
Direttiva 94/62/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 dicembre 1994 sugli
imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Direttiva 96/59/CEE del Consiglio del 16 settembre 1996 concernente lo smaltimento
dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili (PCB/PCT).
Direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti.
Direttiva 2006/66/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 6 settembre 2006
relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e che abroga la direttiva
91/157/CEE.
Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008
relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive.
Direttiva 2011/65/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’8 giugno 2011 sulla
restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed
elettroniche (rifusione).
70
Direttiva (UE) 2018/849 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 che
modifica le Direttive 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, 2006/66/CE relativa a pile
e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature
elettriche ed elettroniche.
Direttiva (UE) 2018/850 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 che
modifica la Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti.
Direttiva (UE) 2018/851 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 che
modifica la Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti.
Direttiva (UE) 2018/852 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 che
modifica la Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla
riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente.
Articoli 114, 191 e 192 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
Commissione Europea, New Action Plan for Circular Economy, 11 marzo 2020.
Ministero federale dei Trasporti, dell'innovazione e della tecnologia, Österreich auf dem Weg
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Regione di Bruxelles-Capitale, Plan de gestion des ressources et des déchets 2018 – 2023 pour une
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Ministro dell’Ambiente (Danimarca), Action Plan for Circular Economy, luglio 2021.
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Circular Economy Initiative Germany (CEID), Circular Economy Roadmap for Germany,
dicembre 2021.
Ministro dell’Ambiente e dell’Energia (Grecia), National Circular Economy Strategy, dicembre
2018.
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2021.
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2021.

71
Governo italiano, Piano nazionale di ripresa e resilienza, 5 maggio 2021.
Legge 28 dicembre 2015 n. 221, Disposizioni in materia ambientale per promuovere
misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali, in
Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio 2016, n.13.
Decreto Legislativo 3 settembre 2020 n.116, Attuazione della direttiva (UE) 2018/851 che
modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della direttiva (UE)
2018/852 che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio,
in Gazzetta Ufficiale del 11 settembre 2020 n.226.
Decreto Legislativo 3 settembre 2020 n.118, Attuazione degli articoli 2 e 3 della direttiva
(UE) 2018/849 che modificano le direttive 2006/66/CE relative a pile e accumulatori e ai
rifiuti di pile e accumulatori e 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed
elettroniche, in Gazzetta Ufficiale del 12 settembre 2020 n.227.
Decreto Legislativo 3 settembre 2020 n.119, Attuazione dell’articolo 1 della direttiva (UE)
2018/849 che modifica la direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, in Gazzetta
Ufficiale del 12 settembre 2020 n.227.
Decreto Legislativo 3 settembre 2020 n.121, Attuazione della direttiva (UE) 2018/850 che
modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, in Gazzetta Ufficiale del
14 settembre 2020 n.228.
Governo del Lussemburgo, Circular Economy Strategy Luxembourg – Strategie Kreeslafwirtschaft
Lëtzebuerg, febbraio 2021.
Dipartimento di Strategia e Management (Norvegia), Norway National Circular Economy
Strategy, giugno 2021.
Governo olandese, A Circular Economy in the Netherlands by 2050, settembre 2016.
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Ministero dell’Ambiente e Direzione Generale dell’Economia, Pacto Português para os
Plásticos, febbraio 2020.
Governo del Regno Unito, Our Waste, Our Resources: A Strategy for England, 2018.
Governo spagnolo, España Circular 2030 – Circular Economy Spanish Strategy, giugno 2020.
Governo svedese, Circular economy – Strategy for the transition in Sweden, luglio 2020.

72
Appendice

Tabella 1 - Elenco settori NAICS

Forest & Wood Products Forest Nurseries & Gathering of Forest Products

Glass Containers Metal Containers & Packaging

Metallic Rolling Newsprint Mills

Non-paper Containers Paper Mills & Products

Paper Packaging Paper Product Wholesale

Paper Products Plastic Containers & Packaging

Plastics Pulp Mills

Wood Container & Packaging Wood Product Wholesale

Wood Products

73
Figura 1.a - Distribuzione campione unbalanced per area geografica

Fonte: Worldscope Datastream

74
Figura 1.b - Distribuzione campione per settore

9% 9%
2% 1%
1% 4%
2%
1%
3%
1%
16% 8%

7%
7%

12%
13% 1%

Forest & Wood Products


Forest Nurseries & Gathering of Forest Products
Glass Containers
Metal Containers & Packaging
Metallic Rolling
Newsprint Mills
Non-paper Containers
Paper Mills & Products
Paper Packaging
Paper Product Wholesale
Paper Products
Plastic Containers & Packaging
Plastics
Pulp Mills
Wood Container & Packaging
Wood Product Wholesale
Wood Products

Fonte: Worldscope Datastream – NAICS Classification

75
Nella Tabella 3 sono riportate le statistiche descrittive riferite alle variabili
corporate per Paese.

CAPEX EBITDA Ricavi Debiti ROA


Austria Mean 107161.7 264346.1 1820284 201829.3 .1674
Median 99949 248692 1778889 194141 .1619
Maximum 152772 392432 2544409 345383 .1978
Minimum 60195 182061 1078253 67826 .1475
St. Deviation 29354.25 51993.55 451708.4 62144.67 .0150
Cipro Mean 244.25 249 11129.88 4146.25 .0080
Median 150 556.5 8088.5 3890 .0312
Maximum 1148 2414 20138 5994 .0915
Minimum 6 -3497 5555 2378 -.1166
St. Deviation 3077628 1663386 5588421 1342232 .0607
Danimarca Mean 8131916 12647.5 114898 46197.04 .1057
Median 4553 5309 76070.5 42143 .1118
Maximum 45538 68140 344920 129400 .2174
Minimum 36 -7484 15144 70 -.1118
St. Deviation 9677501 15138.85 91300.17 29943.83 .0596
Finlandia Mean 411366.7 890336.9 6769901 2639813 .1000
Median 323500 670050 7321150 2514650 .1088
Maximum 2150000 2917400 1.46e+07 6855500 .2266
Minimum 42500 -459000 1720300 444900 -.0376
St. Deviation 349319.4 769280.8 4037015 1846769 .0449
Francia Mean 16132.41 29399.33 285756 76935.01 .1023
Median 13541 27068 211282 63200 .1078
Maximum 55759 119026 728411 317370 .4075
Minimum 29 -49662 10351 2119 -.1986
St. Deviation 12558.4 25352.92 206891.1 58042.51 .0804
Germania Mean 8985911 17528.29 182104.6 35009.2 .1109
Median 7688.5 15604.5 150421 33666.5 .1176
Maximum 23954 49816 432494 76220 .4169
Minimum 224 -7900 43873 64 -.0753
St. Deviation 6876004 13761.76 102288.3 24942.55 .0719
Grecia Mean 3269364 5888443 46296.31 25881.4 .0611
Median 864 2384 28002 18592 .0625
Maximum 45505 69756 304649 114271 .1914
Minimum 8 -9230 8531 43 -.1385
St. Deviation 6108641 10399.98 55887 22925.41 .0629
Paesi Bassi Mean 3724667 7787714 85217.62 13866.89 .1379
Median 2216 5619 55137 8170 .1249

76
Maximum 13225 19517 219607 67602 .2887
Minimum 395 -190 17322 87 -.0078
St. Deviation 3640029 5746608 72657.35 17887.11 .0640
Portogallo Mean 65073.04 202429.1 1091265 723614.5 .1007
Median 31223.5 157244 1050985 486869.5 .1099
Maximum 387685 716865 2228540 2123644 .2362
Minimum 715 -26675 415210 93273 -.0425
St. Deviation 83835.46 174618.3 512793.3 565382.3 .0504
Spagna Mean 49648.83 88778.07 423128.2 146239.5 .1480
Median 32884 67689.5 374692 91665 .1516
Maximum 291375 277189 1010833 690433 .2923
Minimum 2724 -115197 115264 104 -.1074
St. Deviation 51877.39 71736.29 260953.6 151061.5 .0648
Svezia Mean 159542.2 444651.3 2175937 882347.4 .0904
Median 49729 77501.5 351677.5 225781 .0883
Maximum 979754 2353924 1.26e+07 4715362 .3933
Minimum 197 -21272 27394 875 -.1052
St. Deviation 239203.8 608371.7 3379131 1290127 .0674
Svizzera Mean 55793.52 98343.1 434982.7 72776.14 .1701
Median 55978 101907 466411 69683 .1678
Maximum 111405 154501 657668 131627 .2220
Minimum 19455 52272 246744 12263 .1373
St. Deviation 24137.84 30889.51 125593.8 37195.61 .0228
UK Mean 24582.2 52498.47 568709.5 142700.3 .0812
Median 3369 8871 139114 11952.5 .0933
Maximum 420065 976427 7282705 3250133 .4228
Minimum 7 -26325 1881 5 -.3269
St. Deviation 67226.48 145239.3 1311290 451693.7 .1028

77
Tabella 4 - Paesi divisi sulla base del Modello EPR adottato
Belgio No Competition
Francia No Competition
Italia No Competition
Olanda No Competition
Spagna No Competition
Svezia No Competition
Irlanda No Competition
Norvegia No Competition
Finlandia No Competition
Grecia No Competition
Cipro No Competition
Lussemburgo No Competition
Svizzera No Competition
Danimarca No Competition
Germania Competition
Austria Competition
Estonia Competition
Portogallo Competition
Regno Unito Competition
Guernsey Competition

Nella Tabella 5 sono riportate le statistiche descrittive riferite alle variabili


finanziarie distinte per Paese.

Market
Prezzo Market Value Enterprise Value Market Return
Cap
Austria Mean 79.249 1.665.751 1590296 1631930 .0048
Median 74.14 1631.08 1487254 1617600 .01979
Maximum 165 3300 3426937 3300000 .0737
Minimum 23.48 563.52 626484 563520 -.1155
St. Deviation 34.913 47.348 707265 665476 .0463
Cipro Mean 2.767 8.469 9.875.133 5.499.867 .0048
Median 2.9 8.87 9654 3733 .01979
Maximum 6.53 19.98 18805 14808 .0737
Minimum .1 .31 3944 309 -.1155
St. Deviation 2.081 6.369 4.581.618 4.522.958 .0463
Danimarca Mean 24.702 68.629 107168.5 68702.87 .0048
Median 14.19 19.07 65232.5 20754.5 .01979
Maximum 89.34 473.11 550049 466365 .0737
Minimum .97 .86 2601 1342 -.1155

78
St. Deviation 23.790 107.963 128075.6 103805.2 .0463
Finlandia Mean 12.416 4.610.238 7248269 5059863 .0048
Median 10.067 3690.79 6028825 3992389 .01979
Maximum 42.26 16497.77 1.93e+07 1.65e+07 .0737
Minimum .67 201.36 1109628 226434 -.1155
St. Deviation 9.033 3.851.055 5175082 4150495 .0463
Francia Mean 25.354 145.210 192235.7 140633 .0048
Median 8.3 89.135 144046 87339 .01979
Maximum 199 896.42 970612 869117 .0737
Minimum .52 .74 6438 736 -.1155
St. Deviation 36.880 1.800.049 185709 173698.2 .0463
Germania Mean 1.298.505 76.922 102559.5 86661.7 .0048
Median 5.23 25.31 85596 28325 .01979
Maximum 57.445 344.67 298403 344670 .0737
Minimum .008 .1 1885 2284 -.1155
St. Deviation 15.964 96.058 63110 97969.5 .0463
Grecia Mean 2.909 38.633 187573.8 164038.8 .0048
Median 1.84 13.2 35990 15240 .01979
Maximum 18.71 412.06 2.37e+07 2.37e+07 .0737
Minimum .04 .06 10702 67 -.1155
St. Deviation 3.303 60.114 1737225 1720271 .0463
Paesi Bassi Mean 26.082 32.239 40830.62 32446.86 .0048
Median 19.61 23.2 27871 23200 .01979
Maximum 68.5 88.24 153397 88240 .0737
Minimum 5.15 5.96 3715 6093 -.1155
St. Deviation 19.645 25.561 41113.98 25605.73 .0463
Portogallo Mean 3.834 760.100 1455980 774485.1 .0048
Median 2.253 633.1 1194085 618470 .01979
Maximum 17.795 3050.81 3738229 3048727 .0737
Minimum .0394 9.6 261225 18000 -.1155
St. Deviation 3.968 743.283 1052031 747938.3 .0463
Spagna Mean 16.274 685.240 779615.2 678805.1 .0048
Median 10.794 436.81 541263 415122 .01979
Maximum 86.077 2699.32 2767490 2691624 .0737
Minimum 1.525 91.75 102456 88690 -.1155
St. Deviation 17.770 691.064 731245.8 690926.5 .0463
Svezia Mean 7.114 2.084.059 3828588 2652771 .0048
Median 3.225 485.005 1205073 623540 .01979
Maximum 43.85 17199.4 2.28e+07 1.89e+07 .0737
Minimum .06 5.15 10954 6423 -.1155
St. Deviation 8.552 3.297.077 5261393 3884005 .0463
Svizzera Mean 23.727 283.281 495620 483963.5 .0048
79
Median 26.365 315.9 528425 537152 .01979
Maximum 55.933 760.31 1039059 1108808 .0737
Minimum 2.982 38 155549 64618 -.1155
St. Deviation 14.916 179.959 244276 292109.9 .0463
UK Mean 9.446 382.483 463755.3 357206.2 .0048
Median 1.75 50.475 70486 50576.5 .01979
Maximum 441.89 6228.86 8535399 6256810 .0737
Minimum .04 .86 -2295 936 -.1155
St. Deviation 40.587 1.093.168 1368131 1017535 .0463

Tabella 11 - Statistiche descrittive a livello settoriale

Glass
mean Median max min sd
ROA .149 .156 .254 -.136 .06
Size 12.592 12.762 14.806 9.958 1.256
Leverage 2.06 1.965 3.842 1.214 .609
Delta Sales .06 .048 .714 -.291 .133
Market Volatility .005 .02 .074 -.116 .045
Rate of Recycle 59.79 62.2 79.8 31.3 13.798

Metallic
ROA .049 .04 .417 -.139 .081
Size 9.088 9.386 10.763 4.205 1.32
Leverage -9.094 3.192 14.968 -713.459 91.425
Delta Sales .002 .015 .305 -.709 .182
Market Volatility .005 .02 .074 -.116 .046
Rate of Recycle 57.985 58.8 93.2 9.6 27.698

Paper
ROA .106 .108 .393 -.107 .063
Size 12.657 12.818 16.755 7.202 2.228
Leverage 45.311 2.204 20267.667 -169.332 928.903
Delta Sales .015 .006 1.185 -1 .157
Market Volatility .005 .02 .074 -.116 .045
Rate of Recycle 72.889 75 116.1 5.4 20.024

Plastic
ROA .094 .107 .423 -.327 .092
Size 10.317 10.474 16.98 6.601 1.528
Leverage 2.591 1.885 31.737 -29.897 3.573
Delta Sales .06 .04 3.01 -1 .311
Market Volatility .005 .02 .074 -.116 .045
Rate of Recycle 26.719 25.3 57.2 3 12.688

Wood
ROA .073 .076 .327 -.16 .07
Size 11.024 10.939 16.202 5.733 2.048
Leverage 2.41 2.112 108.093 -91.839 10.42
Delta Sales .058 .013 6.47 -1 .479
Market Volatility .005 .02 .074 -.116 .045
Rate of Recycle 41.145 29 167.2 .2 30.794

80
Nella Tabella 23.a sono riportate le statistiche descrittive riferite al tasso di riciclo
degli imballaggi per Paese.

Nella Tabella 23.b sono riportate le statistiche descrittive riferite al tasso di riciclo
degli imballaggi per settore.

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