Analisi Tipologie Architettura Istituzionale Riciclo Europa
Analisi Tipologie Architettura Istituzionale Riciclo Europa
2
Natura e finalità del progetto di ricerca
In data 28 settembre 2022, il Centro Studi Economia Applicata (CSEA), Università
Cattolica del Sacro Cuore, e il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI), hanno avviato
una convenzione per lo svolgimento di un progetto di ricerca avente ad oggetto:
“La rilevanza dell’Economia Circolare nei Paesi EU e nelle singole imprese operanti nel settore de recupero
e riciclo: un’indagine empirica sulla relazione tra i modelli di gestione di EPR e Performance”
In linea con la finalità del progetto di ricerca, tale Relazione, dedica dapprima un
focus specifico sulle singole imprese quotate del settore degli imballaggi, al fine di indagare
su una possibile relazione positiva tra i diversi modelli di gestione EPR e la performance. La
seconda parte dello studio invece, giustapponendo l’ampia produzione normativa in
materia di recupero e riciclo di imballaggi a livello europeo col raggiungimento dei relativi
target, nonché l’andamento di indicatori economia circolare (“tasso di recupero e riciclo
degli imballaggi” e “il tasso di circolarità della materia” dell’Eurostat), propone una
classificazione “nuova” dei Paesi UE sulla base del loro commitment circa i temi di economia
circolare definendoli quali “Pioneers, Followers e Latecomers”.
4
Il contesto di riferimento
Tale ricerca applicata trova collocazione nel crescente interesse negli ultimi decenni
verso i temi della sostenibilità, che ha visto un ampio dibattito riguardo l’effettiva
“sostenibilità” dei modelli di business delle imprese (Bellavite Pellegrini, Cannas e Pellegrini
2021)1.
Il sistema economico tradizionale basato sul modello “prendi, produci, usa e getta”,
sebbene efficace in termini di relazione lineare tra domanda e offerta, si è, infatti,
dimostrato non sostenibile nel tempo (Frosch and Gallopoulos, 1989)2. In questo
contesto, l’Unione Europea, si è impegnata nella promozione di un modello di business
basato sull’uso razionale del capitale ambientale e delle risorse, di per sé finite e scarse
(Meadows et al., 1972)3. Il concetto di “Economia Circolare”, promosso dalla
Commissione Europea (2014)4, fa, infatti, riferimento a “un modello di produzione e consumo,
che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e
prodotti esistenti il più a lungo possibile.”.
Nel corso degli anni, l’approccio circolare ha raggiunto un consenso sempre più
ampio non solo da parte di istituzioni e governi, ma anche da parte delle imprese, che
hanno saputo cogliere oltre alla presenza di benefici di natura ambientale, anche quelli di
natura economica. Pertanto, a partire dalla Direttiva del Consiglio relativa ai rifiuti del
19755, anche nota come “Waste Directive”, l’Europa, ha assunto nel tempo un ruolo da
protagonista nel contesto dell’Economia Circolare, approvando negli ultimi decenni,
1
Bellavite Pellegrini C., Cannas C. & Pellegrini L. (2021). Circular Economy Approach: The benefits of a new
business model for European Firms (No. dipe0018). Università Cattolica del Sacro Cuore, Dipartimenti e
Istituti di Scienze Economiche (DISCE).
2
Frosch D. & Gallopoulos N., (1989). Strategies for manufacturing. Sci. Am. 261 (3), 94–102.
3
Meadows D. H., Randers J. & Meadows D. L. (2013). The Limits to Growth (1972) (pp. 101-116). Yale
University Press.
4
https://eur-lex.europa.eu/legal-
content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52014DC0398R(01)&from=IT
5
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:31975L0442&from=EN
5
numerose direttive e piani d’azione6. Ciononostante, mentre in alcuni Paesi europei lo
sviluppo dei modelli di economia circolare e la produzione normativa hanno raggiunto
stadi molto avanzati, in altri non vi è ancora una regolamentazione specifica7.
Al fine di cogliere tali aspetti e le peculiarità di ciascun Paese, anche in relazione al
modello di mercato adottato, le prospettive di analisi si mostrano diverse.
Studi precedenti (Commissione Europea, 2014)8 hanno, infatti, evidenziato
l’esistenza di diversi benefici di natura economica dall’implementazione di modelli
“circolari, tra i quali si ricordano una riduzione dei costi, la creazione di nuovi posti di
lavoro grazie allo sviluppo di nuove aree di business ed una crescita del PIL, grazie a un
minore e più efficiente utilizzo delle materie prime. Considerazioni simili emergono anche
da altri studi in letteratura (i. e. Fondazione Ellen MacArthur)9.
In generale, nel contesto europeo, un forte accento è stato posto sul tema del riciclo
e del recupero dei rifiuti (Lacy, Rutqvist e Lamonica 2016)10. Alcune recenti evidenze in
merito alla produzione di rifiuti a livello europeo mostrano, infatti, dati aggiornati dalle
dimensioni rilevanti11 ma con evidenze pro-capite differenti nei diversi Paesi dell’UE,
dovutamente a diverse variabili quali la ricchezza e il turismo. Le precedenti evidenze, e le
recenti misure approvate sul tema dell’economia circolare dal Parlamento europeo12, e
6
Per un’accurata trattazione delle principali direttive e Piani d’azione dei singoli paesi, sino ad arrivare
alle più recenti, si veda la seconda parte del presente lavoro.
7
Tali aspetti troveranno adeguata trattazione nella seconda parte del presente studio.
8
https://ec.europa.eu/environment/archives/waste/eu_guidance/pdf/Guidance%20on%20EPR%20-
%20Final%20Report.pdf
9
Secondo cui l’adozione dei principi di economia circolare in Europa potrebbe determinare benefici
economici annui pari a Euro 1.8 miliardi (USD 2.1 trillion) nel 2030.
(https://ellenmacarthurfoundation.org/) https://emf.thirdlight.com/link/17z1dk7idbty-
lrrp3s/@/preview/1?o
10
Lacy P., Rutqvist J. & Lamonica B. (2016). Circular Economy – Dallo spreco al valore. Egea, Milano.
11
https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/economy/20151201STO05603/economia-
circolare-definizione-importanza-e-vantaggi
12
Il nuovo piano d’azione per l’economia circolare approvato dall’Europa a febbraio 2021, prevede
misure aggiuntive per raggiungere l’obiettivo Net Zero relativo alle emissioni, un’economia sostenibile da
un punto di vista ambientale e completamente circolare entro il 2050
6
dalla Commissione Europea, spingono dunque ad una considerazione più attenta a livello
empirico della regolamentazione specifica a livello di singolo Paese.
(https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20210128STO96607/economia-
circolare-in-che-modo-l-ue-intende-realizzarla-entro-il-2050)
7
Introduzione
13 Suddivisi in Pro Competion e No Competition, come verrà meglio descritto più avanti.
14
In particolare plastica, la carta e il cartone, l’alluminio, l’acciaio, il legno e il vetro (settori in cui CONAI
opera).
8
del presente elaborato). Successivamente troverà adeguato sviluppo e trattazione l’analisi
si tipo macroeconomico (oggetto della seconda parte del presente elaborato).
A livello macro, al fine di analizzare il livello di attenzione dei singoli Paesi europei
verso i temi di sostenibilità e dell’economia circolare, sono stati presi in considerazione e
analizzate le principali normative Europee e Piani d’azione oltre all’eventuale normativa
15
Già definiti precedentemente e meglio delineati nel proseguo del presente studio.
16
Per maggiori dettagli si rimanda alla prima parte del presente studio, che approfondisce l’analisi di tipo
microeconomico.
9
dei singoli Paesi giustapponendo anche analisi empiriche legate a specifici indicatori a
livello di singolo Paese messi a disposizione da data providers pubblici, come Eurostat, e
privati come Thomson Reuters Refinitiv® e informazioni relative ai differenti archetipi di
gestione EPR diffusi in Europa.
10
PARTE I: “Analisi microeconomica”
Sulla scia di questo risultato, la presente ricerca si sofferma invece sull’impatto che
un determinato modello di mercato possa avere dal punto di vista del rendimento
economico.
Come si evincerà con più dettaglio nel documento, i modelli di struttura del mercato
che riguardano la cd. “Responsabilità Estesa del Produttore17” (EPR) presenti in Europa,
sono classificabili in due categorie: “Competitivi” e “Non-Competitivi”. La domanda circa
quale dei due modelli sia preferibile rappresenta un tema di ricerca sul quale la letteratura
17
La Direttiva europea quadro sui rifiuti 2008/98/CE ha introdotto il principio della “Responsabilità
Estesa del Produttore” (EPR), che, con la revisione del 2018, è diventata una vera e propria misura
attraverso cui ogni Stato membro assicura che i produttori si facciano carico della responsabilità
finanziaria - o di quella finanziaria e operativa – della gestione di tutto il ciclo di vita degli imballaggi, dalla
loro progettazione al loro fine vita. Dal 2025, l’ultima revisione della Direttiva imballaggi 2018/852/CE,
obbliga i Paesi a istituire un regime EPR specifico per gli imballaggi, generalmente attraverso le
organizzazioni (finanziate dai produttori e/o utilizzatori di imballaggi stessi) che, per conto dei propri
membri, se ne assumono la responsabilità: le Producer Responsibility Organizations (PRO).
11
sta cercando di fare chiarezza, e in risposta alla quale, il presente studio, intende dare il
proprio contributo.
12
Identificazione del campione
In un secondo step, sono stati esclusi dal campione le società dei Paesi dell’Europa
dell’Est. La presenza di imprese con sede legale in questi Paesi infatti, non contribuisce
alla determinazione di un dataset maggiormente informativo a causa della grande quantità
di dati mancanti, rendendo, se considerate, quindi, il campione, l’analisi e i risultati, distorti.
La serie storica di riferimento comprende gli anni dal 2000 al 2020, serie di lungo
periodo che ci consente di catturare eventi di portata storica quali la Global Financial Crisis
del 2008, la crisi del debito sovrano europeo del 2011-2012 e lo scoppio della pandemia
legata al COVID-19.
13
Nella Figura 1.a in Appendice, è illustrata la distribuzione del campione per area
geografica, dalla quale si evince che il paese con il maggior numero di imprese sia il Regno
Unito, seguito da Francia e Svezia. L’Italia si colloca appena al di sotto della media.
Dalla distribuzione per settore contenuta nella Figura 1.b, risulta invece che i
settori più rappresentativi siano i produttori di plastica e di carta seguiti dai produttori di
imballaggi di carta. Sulla base di questo processo di identificazione il numero di imprese
del campione di riferimento per le nostre analisi ammonta a 102 società e 20 Paesi.
Nello specifico, le variabili utilizzate nelle analisi sono riassunte nella Tabella 2.
Ai fini del presente studio, le variabili che assumono una rilevanza particolare sono
la Market Structure e il Tasso di Riciclo degli imballaggi.
Con riferimento alla Market Structure, si tratta di una variabile istituzionale a livello
Paese, costruita sulla base delle indicazioni di un precedente studio che ha coinvolto il
Centro di Ricerca GREEN dell’Università Bocconi in collaborazione con CONAI, che
15
distingue il modello di mercato nel settore del recupero e riciclo. Nello specifico, il Regime
EPR può essere “Non Competitivo” – laddove ci sia una sola PRO18 a detenere il
monopolio, come in Italia con CONAI, e/o multiple PRO Non Profit - o “Competitivo”
– laddove le PRO siano multiple di natura profit, come DGP in Germania.
La lista dei Paesi con il sistema EPR corrispondente è illustrata nella Tabella 4, in
Appendice.
Nella analisi qui realizzata, la variabile Market Structure, è definita da una variabile
binaria o variabile dummy, che assume valore 1 per quei paesi che operano in un Regime
EPR di tipo “Competitivo” e 0 altrimenti (ved. Appendice).
La seconda variabile istituzionale, utile ai fini del nostro studio, è il Tasso di riciclo
degli imballaggi.
Si tratta di una variabile costruita dalla banca dati europea Eurostat sulla base di dati
forniti da ogni singolo Paese, che esprime la quota di rifiuti di imballaggio riciclati rispetto
al totale dei rifiuti di imballaggio generati. I rifiuti di imballaggio comprendono il materiale
di scarto che è stato utilizzato per il contenimento, la protezione, la trasformazione, la
consegna e la presentazione delle merci, dalle materie prime alle merci trasformate, dal
produttore all'utilizzatore o al consumatore, esclusi i residui di produzione. I rifiuti di
imballaggio sono suddivisi in imballi di carta e cartone, imballi di plastica, imballi di legno,
imballi metallici e imballi di vetro, e per ognuna di queste categorie è disponibile un tasso
specifico. Il rapporto è espresso in termini percentuali (%) poiché entrambi i termini sono
misurati in tonnellate.
18Le Product Responsibility Organization sono quelle organizzazioni (finanziate dai produttori e/o utilizzatori di
imballaggi stessi) che, per conto dei propri membri, si assumono la responsabilità della gestione di tutto il ciclo di
vita degli imballaggi.
16
Figura 2 - Trend storico tasso di riciclo degli imballaggi (2000-2020)
Fonte: Eurostat.
17
𝑅𝑂𝐴𝑖𝑡 = 𝛼 + 𝛽𝑋𝑖𝑡 + 𝐷𝑖𝑡 + 𝛾𝑖𝑡 + 𝑅𝑂𝐴(𝑡−1)𝑖𝑡 + 𝜀𝑖𝑡 (2.b)
Infine, sia per i modelli (1.a e 1.b) e (2.a e 2.b) sono stati implementati altri due
modelli per ciascuna variabile dipendente (sia esso il “Total Return” o il “ROA”) che
catturano rispettivamente l’effetto della variabile tra i regressori del “Tasso di riciclo degli
imballaggi” (1.c e 2.c) e dello stesso Tasso di riciclo degli imballaggi iterato per la size (1.d.
e 2.d). Tali ulteriori modelli portano all’identificazione di 4 modelli per ciascuna variabile
dipendente (“Total Return” e “ROA”).
Risultati
Data la finalità del nostro studio, e il ruolo di CONAI, i risultati qui presentati
riguardano innanzitutto quel gruppo di aziende che operano in un Regime EPR “non-
competitivo”.
18
Tabella 6 - Modello Rendimento azionario per imprese che operano in un Regime EPR
non-competitivo
Fonte: WorldScope Datastream; Rielaborazione degli autori. La Tabella 6 presenta i risultati ottenuti
utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le imprese che operano in un sistema EPR non
competitivo. La variabile dipendente è il rendimento azionario. Le variabili indipendenti sono la
dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità
del mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati di un anno (Return t-1), il tasso di riciclo (Rate
of Recycle), il tasso di riciclo iterata per la dimensione (Rate of Recycle * Size). ***, **, * indicano
una significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.
19
inserire anche la variabile Tasso di Riciclo (Rate of Recycle) e la variabilie Tasso di Riciclo
iterata con la dimensione (Rate of Recycle * Size). L’inserimento di queste variabili nel
modello è legato alla necessità che il rendimento delle imprese operanti in un determinato
regime EPR venga controllato per l’efficacia sul riciclo. Anche queste variabili mostrano
dei coefficienti positivi ma non significativi.
Tabella 7 - Modello ROA per imprese che operano in un Regime EPR non-competitivo
20
Fonte: WorldScope Datastream; Rielaborazione degli autori. La tabella 7 presenta i risultati ottenuti
utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le imprese che operano in un sistema EPR non
competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le variabili indipendenti sono la dimensione (Size),
l’indebitamento (Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità del mercato (Market
volatility), i rendimenti ritardati di un anno (ROA t-1), il tasso di riciclo (Rate of Recycle), il tasso di riciclo
iterata per la dimensione (Rate of Recycle * Size). ***, **, * indicano una significatività statistica
rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.
Nello specifico, il modello 2.1 mostra come la variabile dimensione (Size) abbia un
impatto positivo e significativo (1%) sul ROA, l’indebitamento (Leverage) risulti avere un
impatto negativo e significativo (10%); la variabile variazione delle vendite (Delta Sales) e
la volatilità presentano invece dei coefficienti non significativi. Nel modello 2.2 è stata
inserita la variabile del rendimento ritardata di un anno, coefficiente negativo e
significativo al 1%; mentre la variabile indebitamento aumenta di significatività (5%). Nel
modello 2.3 e 2.4, che inseriscono la variabile tasso di riciclo e tasso di riciclo iterata per la
dimensione, mostrano un impatto positivo e significativo appena sopra il 10%.
La variazione indicata dai modelli qui presentati è una variazione unitaria rispetto
alla variabile di riferimento. La presenza all’interno del modello di regressione della
variabile dipendente ritardata di un anno permette di ridurre il rischio di causalità inversa.
21
Tabella 8 - Modello Rendimento azionario per imprese che operano in un Regime EPR
competitivo
1.1 1.2 1.3 1.4
(.003754)
(.0002418)
Regression Model FE FE FE FE
Number of firms 16 16 16 16
R - Squared:
La Tabella 8 presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le
imprese che operano in un sistema EPR competitivo. La variabile dipendente è il
rendimento azionario. Le variabili indipendenti sono la dimensione (Size), l’indebitamento
(Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità del mercato (Market
22
volatility), i rendimenti ritardati di un anno (Return t-1), il tasso di riciclo (Rate of Recycle), il
tasso di riciclo iterata per la dimensione (Rate of Recycle * Size). ***, **, * indicano una
significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.
Nello specifico, nella Tabella 8 si evince come per tutti i modelli presentati le
variabili esplicative presentito i segni corretti, secondo la letteratura di riferimento, anche
se in assenza di significatività statistica. Unica eccezione è la variabile dipendente ritardata
di un anno che mostra una significatività statistica al 10%.
Tabella 9 - Modello ROA per imprese che operano in un Regime EPR competitivo
2.1 2.2 2.3 2.4
-3.12e- -7.26e-
Leverage -7.25e-06*** -7.25e-06***
06*** 06***
23
ROA (t-1) .4266139*** .428512*** .4278661***
(.0003602)
(.0000322)
Regression Model FE FE FE FE
Number of firms 16 16 16 16
R - Squared:
La Tabella 9 presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le
imprese che operano in un sistema EPR competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le
variabili indipendenti sono la dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione
delle vendite (Delta Sales), la volatilità del mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati
di un anno (ROA t-1), il tasso di riciclo (Rate of Recycle), il tasso di riciclo iterata per la
dimensione (Rate of Recycle * Size). ***, **, * indicano una significatività statistica
rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.
Analisi settoriale
Alla luce di questo risultato, possiamo evincere che i settori di imballaggi della carta
e della plastica siano quelli maggiormente presenti nel campione, mentre gli imballaggi in
metallo siano i meno osservati.
25
Nello specifico, la Tabella 12 mostra gli effetti delle variabili corporate sul ROA, per
le imprese operanti in un modello ‘no competitivo’ (Panel A) o in un modello ‘competitivo’
(Panel B), e suddivise secondo i settori aggregati.
La tabella presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le imprese che
operano in un sistema EPR no competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le variabili indipendenti sono
la dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità del
mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati di un anno (ROA t-1).
***, **, * indicano una significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.
26
Tabella 13 - Panel B - MODELLO COMPETITIVO19
Sector: Paper Plastics Wood
ROA ROA ROA
Size .009 -.004 .027
(.006) (.015) (.035)
Leverage .00006*** .003 -.058
(0) (.008) (.045)
Delta Sales .012 .004 .233*
(.021) (.031) (.124)
Market Volatility omitted omitted omitted
La tabella presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le imprese che
operano in un sistema EPR competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le variabili indipendenti sono
la dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità del
mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati di un anno (ROA t-1).
***, **, * indicano una significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.
Il modello “no competitivo” presenta una maggiore significatività delle variabili Size
e Delta Sales nel settore della carta; mentre l’indebitamento ha un segno negativo e
significativo solo nel modello “competitivo”. Nel settore della plastica assistiamo anche
ad una maggiore significatività con segno positivo per quel che riguarda la variabile
indebitamento e la Delta Sales. Nel caso del settore del legno, per quel che riguarda il
modello “no competitivo” si conferma una maggiore significatività della variabile Size,
così come un impatto significativo con segno negativo della variabile dell’indebitamento;
nel settore del legno il modello competitivo presenta una maggiore significatività con
segno positivo della variabile Delta Sales.
19NB: I settori ‘Glass’ e ‘Metallic’ non compaiono poiché il numero di osservazioni è troppo esiguo per effettuare
delle analisi settoriali
27
Come ulteriore approfondimento si è pensato infine di inserire nel modello di
regressione la variabile tasso di riciclo moderata per la dimensione (i.e. Rate of Recycle *
Size) al fine di controllare l’impatto che questa variabile può avere sulla performance
dell’impresa. I risultati di questa analisi sono presentati nella Tabella 14, sia per quel che
riguarda il modello ‘no competitivo’ (Panel A) che quello ‘competitivo’ (Panel B).
La tabella presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le imprese che
operano in un sistema EPR no competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le variabili indipendenti sono
la dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione delle vendite (Delta Sales), la volatilità del
mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati di un anno (ROA t-1), il tasso di riciclo (Rate of Recycle), il
tasso di riciclo iterata per la dimensione (Rate of Recycle * Size).
***, **, * indicano una significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.
28
Tabella 15 - Panel B - MODELLO COMPETITIVO20
La tabella presenta i risultati ottenuti utilizzando un modello panel data a effetti fissi per le
imprese che operano in un sistema EPR competitivo. La variabile dipendente è il ROA. Le
variabili indipendenti sono la dimensione (Size), l’indebitamento (Leverage), la variazione
delle vendite (Delta Sales), la volatilità del mercato (Market volatility), i rendimenti ritardati
di un anno (ROA t-1), il tasso di riciclo (Rate of Recycle), il tasso di riciclo iterata per la
dimensione (Rate of Recycle * Size).
***, **, * indicano una significatività statistica rispettivamente dell'1%, del 5% e del 10%.
Il modello ‘no competitivo’ presenta una maggiore significatività delle variabili Size
e Delta Sales nel settore della carta; mentre l’indebitamento ha un segno positivo e
significativo solo nel modello “competitivo”. Nel settore della plastica assistiamo, per il
modello “no competitivo”, anche ad una maggiore significatività con segno positivo per
quel che riguarda la variabile indebitamento, oltre a quella della Size del Delta Sales.
L’impatto dell’indebitamento è positivo e significativo anche nel caso del modello
competitivo. Nel settore del legno, per quel che riguarda il modello “no competitivo” si
conferma una maggiore significatività con segno positivo della variabile Size e della Delta
Sales. La variabile tasso di riciclo moderata per la dimensione appare come significativa,
20NB: I settori ‘Glass’ e ‘Metallic’ non compaiono poiché il numero di osservazioni è troppo esiguo per effettuare
delle analisi settoriali
29
ma con un effetto negativo sul ROA, solo per le imprese operanti in un modello
competitivo, nel settore della carta.
Conclusioni preliminari
Una considerazione analoga può essere fatta per quel che riguarda la variabile di
variazione sulle vendite. Nei modelli 2.2 e 2.3 (Tabella 7) si riscontra un impatto positivo
e significativo di questa variabile sul ROA per quelle imprese che operano in un sistema
EPR Non-Competitivo a fronte di quelle che operano in un EPR Competitivo (cfr. Tabella
9).
31
PARTE II: “Analisi macroeconomica”
32
successiva Direttiva 2018/852), smaltimento di policlorodifenili e dei
policlorotrifenili (Direttiva 1996/59), discariche di rifiuti (Direttiva 1999/31
modificata dalla Direttiva 2018/850), rifiuti derivanti da pile e accumulatori
(Direttiva 2006/66 modificata dalla Direttiva 2018/849) e rifiuti di apparecchiature
elettriche ed elettroniche (Direttiva 2012/19 modificata dalla Direttiva 2018/849);
- Utilizzo di determinati prodotti, quali imballaggi (Direttiva 1994/62 modificata
dalla Direttiva 2018/852), veicoli fuori uso (Direttiva 2000/53 modificata dalla
Direttiva 2018/849) e pile e accumulatori (Direttiva 2006/66 modificata dalla
Direttiva 2018/849);
- Restrizioni all’utilizzo di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed
elettroniche (Direttiva 2011/65) e all’incidenza di determinati prodotti di plastica
sull’ambiente (Direttiva 2019/904).
In seguito a una sintetica descrizione degli obiettivi coperti dai presenti interventi,
si intende esaminare, più nel dettaglio, la normativa riguardante il recupero e il riciclo di
determinati materiali, quali la plastica, la carta e il cartone, l’alluminio, l’acciaio, il legno e
il vetro21, allo scopo di evidenziarne gli obiettivi futuri verso cui volgere.
33
internamente un modello di economia circolare. Tali difficoltà hanno condotto
unicamente alla rilevazione delle leggi tramite le quali i Paesi hanno recepito la normativa
comunitaria e dei diversi Action Plan elaborati a livello nazionale.
Infine, il confronto tra gli Stati membri ha poi riguardato la strutturazione delle
azioni da intraprendere in futuro, sulla base dell’osservazione dei relativi Action Plan
pubblicati. In questa sede, l’analisi è volta a individuare eventuali scostamenti rispetto alle
indicazioni comunitarie in materia di target di riciclo e riciclaggio.
34
Normativa europea
Le risorse limitate e i cambiamenti climatici hanno reso evidente la necessità di
adottare una politica che sia sostenibile dal punto di vista ambientale. Per questa ragione,
nel corso degli anni, l’Unione Europea ha costantemente rinnovato il suo impegno nella
conversione a un modello di economia circolare, aggiornando periodicamente la
legislazione in materia. Ciò contribuirà positivamente al raggiungimento degli obiettivi di
neutralità carbonica entro il 2050 e di conservazione e tutela della biodiversità.
37
77% entro il 2025 e al 90%
entro il 2029.
Entro il 2050, l’Unione
Europea deve raggiungere
New Circular Economy
11 marzo 2020 Transizione all’economia circolare l’obiettivo di neutralità
Action Plan
carbonica e di protezione
della biodiversità.
a) Direttiva UE 2018/852;
b) Direttiva UE 2019/904;
c) New Circular Action Plan.
a) Direttiva 2018/85228
28 La Direttiva è stata emanata in applicazione dell’articolo 114 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione
Europea, il quale dispone che, in materia di misure finalizzate al ravvicinamento delle legislazioni dei Paesi membri,
le relative decisioni vengono adottate mediante procedura legislativa ordinaria e previa consultazione del Comitato
Economico e Sociale Europeo.
38
validità a partire dal 31 dicembre 1994, doveva diventare legge negli Stati membri entro il
30 giugno 1996.
In linea con quanto compiuto in precedenza, la Direttiva del 2018 mira a rafforzare
l’impegno inizialmente preposto, incrementando il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, per
proseguire nel processo di transizione a un modello di economia circolare comunemente
condiviso. Il termine per il recepimento della Direttiva dagli Stati membri è stato fissato al
5 luglio 2020.
Con riferimento agli obiettivi che si sono prefissati tramite l’intervento normativo
oggetto di analisi, entro il 31 dicembre 2025 deve essere riciclato almeno il 65% di tutti i
rifiuti di imballaggio.
Gli obiettivi di riciclaggio per ciascun materiale possono essere riassunti nel
presente modo:
Entro il 31 dicembre 2030 almeno il 70% di tutti i rifiuti di imballaggio dovrà essere
riciclato. Nello specifico, vengono individuati i seguenti obiettivi incrementali rispetto ai
precedenti:
Le condizioni affinché possa essere fatta tale richiesta vengono di seguito esposte:
b) Direttiva UE 2019/90429
29 Il presente intervento normativo è stato attuato in ragione dell’articolo 192, paragrafo 1, del Trattato sul
Funzionamento dell’Unione Europea. Nello specifico, il Parlamento Europeo e il Consiglio stabiliscono le azioni
da intraprendere in funzione degli obiettivi facenti parte della politica dell’Unione in materia ambientale: i)
salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente; ii) protezione della salute umana; iii) utilizzazione
accorta e razionale delle risorse naturali; iv) promozione sul piano internazionale di misure destinate a risolvere
problemi dell’ambiente a livello regionale o mondiale e, in particolare, a combattere i cambiamenti climatici.
40
Un simile intervento è stato reso necessario in ragione del fatto che, essendo
l’utilizzo della plastica altamente diffuso in applicazioni di breve durata, esso risulta un
ostacolo al processo di transizione a un modello di economia circolare. Per tale ragione, la
sempre più evidente produzione di rifiuti di plastica, nonché la dispersione degli stessi
nell’ambiente, deve essere scrupolosamente regolamentata.
In primo luogo, gli Stati membri sono tenuti a stabilire obiettivi nazionali atti a
realizzare, entro il 2026, una riduzione ambiziosa e duratura del consumo di alcuni prodotti
di plastica, quali tazze per bevande e contenitori per alimenti.
Infine, particolare attenzione viene posta ai contenitori per bevande, dai quali
vengono esclusi i contenitori di vetro e quelli impiegati per fini medici specifici. Questi
prodotti possono essere immessi sul mercato soltanto se i tappi e i coperchi rimangono
attaccati ai relativi contenitori per l’intera durata prevista per l’utilizzo. In aggiunta, è
previsto che gli Stati membri individuino misure volte ad assicurare la raccolta differenziata
per il riciclaggio di una quantità di rifiuti di prodotti di plastica monouso pari al 77% e al
90%, rispettivamente nel 2025 e nel 2030. Per quanto concerne le bottiglie in polietilene
tereftalato (PET), esse dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata nel 2025 e
almeno il 30% nel 2030.
L’Unione Europea ha adottato, nel dicembre del 2015, il primo Action Plan per la
transizione a un modello di economia circolare. Parte delle iniziative proposte è stata
completamente realizzata, mentre le restanti risultano in fase di implementazione.
41
Al fine di garantire un costante rinnovo della propria strategia, nel marzo del 2020,
la Commissione ha elaborato e pubblicato il New Circular Action Plan. Quest’ultimo, che
rappresenta un elemento fondamentale dell’European Green Deal, costituisce altresì una
solida base per il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica entro il 2050 e di
conservazione della biodiversità. Il piano comprende, infatti, 35 proposte di azioni da
realizzare nel futuro, volte a rendere sostenibili prodotti, servizi e modelli di business in
modo tale da minimizzare la creazione di rifiuti. Nello specifico, l’Action Plan riconosce le
sette seguenti categorie nelle quali sono ricomprese le diverse iniziative:
Inoltre, si ritiene importante, ai fini della presente analisi, esaminare alcune delle
iniziative ricomprese nella sezione “Key Product Value Chains”. In primo luogo, la
Commissione ha espresso la volontà di occuparsi di una revisione della legislazione sugli
imballaggi e i rifiuti di imballaggio, la cui proposta è stata resa disponibile il 30 novembre
2022. Tramite questa iniziativa vengono perseguiti tre obiettivi principali:
30 La proposta è basata sull’articolo 114 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, dapprima
brevemente illustrato.
43
- Diffondere l’utilizzo del riciclaggio di alta qualità con l’utilizzo di soli imballaggi
riciclabili;
- Moderare l’impiego di risorse naturali primarie e impiegare maggiormente materiali
provenienti dal mercato secondario.
In aggiunta, secondo quanto riportato nella sezione “Less Waste, More Value”,
l’impegno della Commissione Europea nello stabilire dei limiti ai rifiuti prodotti verrà
costantemente rinnovato con nuovi target, così come i requisiti minimi per i regimi di
Responsabilità Estesa del Produttore.
Infine, nella penultima categoria individuata nel nuovo Action Plan (“Leading efforts
at global level”), emerge l’intenzione di elaborare un vero e proprio piano strategico, a livello
europeo, sulle plastiche e di raggiungere altresì un accordo, a livello internazionale, in
merito all’utilizzo di questo materiale.
44
Adeguamento alla normativa comunitaria
Pertanto, la presente sezione pone l’attenzione sulla legislazione specifica degli Stati
membri con riferimento a quegli interventi normativi che possono essere qualificati come
atti di recepimento di quanto stabilito dall’Unione Europea.
Oltre a un’analisi di quanto è già stato implementato, vengono altresì esaminati gli
Action Plan al fine di cogliere le iniziative che i singoli Paesi intendono realizzare nel futuro
e comprendere il loro posizionamento rispetto ai target comunitari.
Tali analisi possono contribuire significativamente alla distinzione tra i Paesi che
hanno anticipato la normativa e coloro che si sono adeguati al fine di identificare una
classificazione dei diversi Paesi, secondo i tre diversi “stati di adeguamento” definitivi nel
paragrafo introduttivo della presente parte II31.
Più nello specifico, viene operato un confronto tra i diversi timing di recepimento
della Direttiva, al fine di evidenziare quali Paesi hanno anticipato il processo di transizione
a un modello di economia circolare rispetto al termine imposto per l’adeguamento. In tal
senso, eventuali interventi normativi promossi in anticipo a livello nazionale possono
Gli Stati inclusi nella presente ricerca sono Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania,
32
Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera.
45
costituire evidenza di un’attenzione più o meno consolidata da parte dell’assetto
governativo del Paese nei confronti del tema trattato. In altre parole, è ragionevole
attendersi come la manifesta volontà “in anticipo” di una maggiore regolamentazione
interna volta ad avvicinare il Paese a un modello di economia circolare possa di certo
contribuire a far assumere a tale Paese una qualifica di “Pioneers”.
Data di
Paese Riferimento normativo
pubblicazione
Legge federale sulla gestione sostenibile dei rifiuti (Waste Management Act 2002
16 luglio 2002 - AWG 2002), Gazzetta ufficiale federale della Repubblica d'Austria, n.
102/2002.
Legge sulla prevenzione e smaltimento dei rifiuti, modificata dalla legge del
27 agosto 1986
11 maggio 1990.
1998 Regno Regolamento sugli imballaggi (requisiti essenziali) n. 1165 del 1998.
Unito
16 giugno 2009 Regolamento che modifica il precedente regolamento sugli imballaggi.
25 aprile 1997 Spagna Legge n. 11/97 del 24 aprile 1997, sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio.
1997 Ordinanza (1997:185) sulla responsabilità del produttore per gli imballaggi.
Da un’analisi di quanto riportato nella Tabella 17 emerge che tre sono i Paesi che
sono intervenuti prima della pubblicazione e della conseguente applicazione della Direttiva
1994/62, ovvero Danimarca, Germania e Austria.
Nel periodo compreso tra l’emanazione della Direttiva e il termine ultimo per il
recepimento della stessa, Portogallo, Irlanda e Francia hanno provveduto ad adeguarsi a
quanto stabilito dalla legislazione comunitaria. La maggior parte dei Paesi, tra cui anche
l’Italia, ha invece emanato delle leggi in merito soltanto l’anno successivo, ossia nel 1997,
48
rispetto alla scadenza prefissata dall’Unione Europea. Ancora successivi sono stati, invece,
gli interventi da parte del Regno Unito e dell’Estonia, rispettivamente nel 1998 e nel 2004.
Data di
Paese Riferimento normativo
pubblicazione
Legge federale sulla gestione sostenibile dei rifiuti (Legge sulla gestione dei
16 luglio 2002 rifiuti 2002 – AWG 2002), Gazzetta ufficiale federale I n. 102/2002 nella
versione attuale Gazzetta ufficiale federale I n. 8/2021.
49
i) Legge sui rifiuti;
5 maggio 2021
Estonia ii) Legge sugli imballaggi.
21 maggio 2021 Metodologia di calcolo del riuso e riciclo dei rifiuti di imballaggio.
Legge sui rifiuti (646/2011) del 17 giugno 2011 modificata dalla legge
15 luglio 2021
(714/2021) del 15 luglio 2021.
Finlandia
23 novembre Regolamento del Consiglio di Stato sui rifiuti (978/2021).
2021
Legge n. 2020-105 del 10 febbraio 2020 relativa alla lotta agli sprechi e
10 febbraio 2020
all’economia circolare.
Francia
Ordinanza n. 2020-920 del 29 luglio 2020 relativa alla prevenzione e alla
29 luglio 2020
gestione dei rifiuti.
28 ottobre 2020 Germania Legge di attuazione della Direttiva quadro UE sui rifiuti.
Legge del 9 giugno 2022 che modifica la legge del 21 marzo 2017 sugli
10 giugno 2022 Lussemburgo
imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Decreto del 17 giugno 2021 che modifica il decreto sulla gestione degli
imballaggi del 2014 in relazione all'attuazione della Direttiva (UE)
2018/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018,
29 giugno 2021 Olanda
che modifica la Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di
imballaggio e in relazione all'applicazione delle norme generali sui regimi
di responsabilità estesa del produttore dal 1° gennaio 2023.
50
rifiuti, recependo le direttive (UE) 2018/849, 2018/850, 2018/851 e
2018/852.
25 agosto 2020 Regno Unito Regolamento sui rifiuti (economia circolare) 2020 n 904.
In merito al recepimento della Direttiva del 2018, dai dati raccolti nella Tabella 18
è possibile evincere come si siano verificati alcuni interventi anticipatori da parte
dell’Austria, del Belgio e della Finlandia.
Alcuni Paesi, come Francia, Danimarca e Svezia, hanno tenuto conto della scadenza
del 5 luglio 2020, provvedendo ad emanare adeguate leggi per il recepimento. Nonostante
ciò, l’adeguamento di altri Paesi, quali il Lussemburgo e la Spagna, si è verificato molto
oltre la scadenza prefissata, più precisamente nell’anno 2022.
51
In modo analogo a quanto presentato in precedenza, il confronto sul recepimento
della Direttiva in questione verrà indagato, distinguendo per Stato membro, in relazione
al dato temporale.
52
Recepimento della Direttiva (UE) 2019/904 relativa alla riduzione
20 ottobre 2020 Grecia dell'impatto di determinati prodotti di plastica sull'ambiente e altre
disposizioni.
6 luglio 2021 Irlanda Normative dell’Unione Europea (plastica monouso) 2021.
Attuazione della Direttiva (UE) 2019/904, del Parlamento europeo e del
30 novembre 2021 Italia Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell’incidenza di determinati
prodotti di plastica sull’ambiente.
Legge del 9 giugno 2022 sulla riduzione dell'impatto di alcuni prodotti di
10 giugno 2022 Lussemburgo
plastica sull'ambiente.
Decreto 17 giugno 2021, recante norme sui prodotti di plastica monouso
designati, sui prodotti in plastica oxodegradabile e sugli attrezzi da pesca
23 giugno 2021 Olanda
contenenti plastica e recante modifica del Decreto Gestione Imballaggi
2014 (Decreto Prodotti di Plastica Monouso).
Decreto-legge n. 78/2021, serie I, 24 settembre 2021, che recepisce la
Direttiva (UE) 2019/904, sulla riduzione dell'impatto di determinati
24 settembre 2021 Portogallo
prodotti di plastica sull'ambiente, e che modifica la disciplina relativa ai
prodotti di plastica nei punti vendita di pane, frutta e verdura.
9 aprile 2022 Spagna Legge 7/2022, dell'8 aprile, sui rifiuti e sull'economia circolare.
3 novembre 2021 Svezia Regolamento (2021:996) sui prodotti usa e getta.
Francia e Grecia hanno recepito la normativa comunitaria ben prima della scadenza,
mentre Austria, Danimarca e Olanda sono intervenute nei termini prefissati.
53
Contrariamente a quanto compiuto da questi Paesi, altri hanno invece impiegato
più tempo del previsto per adeguare la legislazione nazionale a quella comunitaria: si tratta,
ad esempio, del caso del Lussemburgo e della Spagna.
La presente ricerca è proseguita nel confronto tra i Piani d’Azione che sono stati
elaborati al fine di implementare, a livello nazionale, un modello di economia caratterizzato
dalla circolarità. Il presente paragrafo intende, pertanto, apprezzare le peculiarità e le
differenze in termini di tempistiche e di obiettivi posti dai singoli Paesi allo scopo di
evidenziare eventuali posizionamenti che superano la soglia rispetto ai target comunitari.
In primo luogo è stato operato un confronto tra i principali obiettivi generali stabiliti
per il processo di transizione a un modello di economia circolare che rispetti i principi
comunitari. In secondo luogo, sono stati analizzati gli obiettivi di riciclo e riciclaggio
previsti per ciascun Paese e per ciascun tipo di materiale. Infine, particolare attenzione è
stata posta per quelle iniziative nazionali, rilevanti ai fini della presente ricerca, che si
intende implementare nel futuro.
- Gestione sostenibile delle materie prime mediante una riduzione del consumo e un
migliore utilizzo delle stesse, evitandone così lo spreco;
- Sviluppo di nuovi metodi per la produzione di prodotti sostenibili e riutilizzabili;
- Incremento quantitativo e qualitativo del riciclo e del riciclaggio dei prodotti
utilizzati.
54
In linea generale, è possibile riscontrare come tali finalità si attestino anche essere
quelle che più comunemente vengono condivise nei differenti Action Plan. Tuttavia, le
peculiarità di ciascun Paese possono essere apprezzate soprattutto in relazione alle azioni,
iniziative e obiettivi specifici, in alcuni casi declinati sulla base del tipo di materiale
destinato al processo di riciclaggio dei rifiuti, individuate tenendo conto dello stato di
avanzamento e delle priorità nazionali.
33 Nell’Action Plan pubblicato dalla Danimarca non sono stati espressamente dichiarati obiettivi, bensì è stato
riportato il futuro andamento atteso dei tassi di riciclo per materiale, stimato sulla base di quanto già implementato
dal Paese e dalle prossime iniziative.
55
90% entro 85% entro
Norvegia
2029 2029
70% entro
Portogallo
2025
30% entro 75% entro 55% entro 82% entro
Regno Unito
2025 2025 2025 2025
90% entro 85% entro
Svezia
2029 2029
In aggiunta a questi, alcuni tra gli Stati che si sono adeguati nei termini previsti per
il recepimento, non necessariamente però intervenendo in anticipo, hanno riportato nei
relativi Action Plan di svolgere attività e iniziative avanzate rispetto allo standard
comunitario. Si tratta, ad esempio, del caso dell’Italia e del Regno Unito, le quali hanno
inserito target di riciclo di entità maggiore. Sebbene gli interventi normativi non siano stati,
quindi, presentati anticipatamente rispetto alle scadenze europee prefissate, questi Paesi
dimostrano di possedere al proprio interno sistemi organizzativi efficienti e atti a garantire
il raggiungimento di obiettivi e standard più elevati. Per questa ragione, la posizione di
“followers” derivante esclusivamente da un’analisi sul timing di recepimento delle Direttive
europee non risulterebbe rappresentativa dell’impegno concretamente assunto da parte di
questi Paesi e dei possibili risultati già raggiunti.
56
Per quanto concerne invece quei Paesi che non hanno trovato collocazione nella
precedente tabella, essi si sono tipicamente adeguati ai target europei, rendendo quest’ultimi
parte integrante della propria strategia futura in materia di economia circolare. Ciò non
esclude, tuttavia, che possano registrare e raggiungere tassi di riciclaggio più elevati.
57
Pioneers, Followers e Latecomers
Il seguente paragrafo intende proporre una classificazione dei singoli Paesi UE in
relazione all’attenzione ai temi di economia circolare e in materia di riciclo di imballaggi.
In particolare, tale analisi sarà condotta su due livelli distinti. Da un lato, saranno presi in
esame i due principali provvedimenti normativi emanati riferiti al riciclo di imballaggi, la
Direttiva 2018/852 e la Direttiva 2019/904, e il New Circular Economy Action Plan. Dall’altro
invece, sarà osservato l’andamento di lungo periodo del tasso di riciclo degli imballaggi.
Inoltre, al fine di offrire un’analisi di robustezza circa le stime effettuate sul tasso di
riciclo, si terrà conto parallelamente del tasso di circolarità della materia. Il tasso di
circolarità della materia, è definito come il rapporto tra l’uso circolare di materiali e l’uso
complessivo di materiali. Tale indicatore, rappresenta la quota di materie prime secondarie
(che derivano da riciclo) impiegate nell’UE. Da un punto di vista metodologico, pertanto,
saranno dapprima presi in considerazione i dati per singolo Paese e per macro-area
geografica relativi al tasso di riciclo di imballaggi. Alla luce dei dati osservati, e target previsti
dalle Direttive UE, i Paesi europei saranno dunque distinti in:
58
Tasso di riciclo degli imballaggi: alcune evidenze per singolo Paese e
macro-area
Il tasso di riciclo degli imballaggi fornito da Eurostat, nonché considerato nella prima
parte di questo studio ai fine dell’analisi empirica, si riferisce specificamente alla
percentuale di materiali di scarto che vengono deviati dallo smaltimento e sono “trattati”
attraverso sistemi di riciclo al fine di essere trasformati in nuovi prodotti o materiali.
Questo tasso misura dunque l’efficacia degli sforzi di riciclo in un dato sistema o regione.
La rilevanza di questo indicatore a livello micro, ha evidenziato nella prima parte della
seguente Relazione, una correlazione positiva e, seppur al limite, in alcune stime
statisticamente significativa (p-value <=0,100), con una maggiore redditività delle singole
imprese operanti nel settore del recupero e riciclo degli imballaggi.
Ai fini dell’analisi macro, si è scelto di riconsiderare tale indicatore per introdurre una
classificazione in grado di riflettere una maggiore attenzione rispetto al tema del riciclo nel
settore degli imballaggi da parte dei singoli Paesi. In particolare, tale analisi prenderà in
esame, in primo luogo, il tasso di riciclo degli imballaggi complessivo e i target al 2025 e al
2030 stabiliti dalla Direttiva 2018/852. Sarà poi proposto separatamente un maggior grado
di dettaglio con riferimento al riciclo di imballaggi di plastica, che in linea con lo sviluppo
normativo terrà in considerazione i target specifici fissati dalla Direttiva 2019/904.
Con riferimento invece alla Direttiva 2019/904, che pone specifici requisiti di
Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), nell’ambito di determinati prodotti di
plastica34 in aggiunta a quelli individuati dalla Direttiva 2008/98/CE e dalla Direttiva UE
2018/852, si evidenziano i seguenti target: per i rifiuti di prodotti di plastica monouso
l’obiettivo di riciclo per il 2025 è pari al 77%, mentre per il 2030, al 90%; per le bottiglie
34
Tra questi vi sono: prodotti di plastica monouso, prodotti di plastica oxodegradabile e attrezzi da pesca
contenenti plastica.
59
in polietilene tereftalato (PET), i target sono rispettivamente posti al 25% per il 2025, e
almeno al 30% nel 2030.
60
Tabella 21 - Tasso di riciclo degli imballaggi (2000-2020) - Eurostat
Country 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Belgium 62,5 71,3 70,2 73,9 76,4 76,8 79 80,4 78,9 79,1 79,8 80,2 80,3 78,7 81,3 81,5 81,9 83,8 85,3 83,5 79,7
Germany 78 75,9 74,4 70,6 69,6 68,2 66,5 66,9 70,5 73,5 72,7 71,8 71,3 71,8 71,4 69,3 70,7 69,9 68,5 63,2 68,1
France 42,2 44 45,4 47,9 50,7 53,3 54,8 57 55,2 56,4 61,1 61,3 64,9 66,4 65,2 65,5 66 68,1 63,5 65,6 60,3
Italy 38,4 45,5 51,4 51,4 53,3 53,7 54,9 56,8 59,6 64 64,4 64,5 66,6 66,7 65,4 66,8 66,9 67,1 68,3 69,6 72,8
Netherlands 58,8 56 57,4 56,4 58,5 59,4 70,2 69,8 72,4 74,9 73,9 71,9 69,3 70,4 70,5 71,7 72,6 78,1 79,4 80,7
Bulgaria 30,8 35 54,8 50,3 45,9 61,6 65,1 66,5 65,7 62 64,1 63,8 65,6 60,4 61,2
Czechia 51,4 55,7 59 63,4 65,9 67,1 68,8 70 69,7 69,9 69,9 73 74,3 75,3 72,3 69,6 71,2 67,9
Denmark 55,7 57,2 57,3 53,8 53,2 52,5 56,2 56,8 59,7 84 84 54,3 61,6 69,8 69,8 73,9 79 71,5 70,1 70,4 64
Estonia 33,5 40,3 45,7 49,6 43,5 57,2 56,1 62,9 61,3 58,4 60,3 59 56 53,5 60,4 66,2 71,4
Ireland 18,9 27 34,9 51,2 56,4 55,6 54,5 60,6 61,7 64,9 66,2 70,9 74 70,2 68,3 67,5 67 65,6 63,9 62,5 62,4
Greece 33,3 33,4 32,6 33,1 36,7 41,8 42,8 48 43,8 52,3 58,7 62,1 58,6 52,4 53,8 60,3 66,1 68,6 63,6 60,1
Spain 39,8 43,6 44,3 43,1 47,4 50,4 54 56,3 59,1 60,3 61,9 63,9 65,5 66,6 68,7 68,4 70,3 68,5 68,8 69,6 68,2
Croatia 59,7 58,8 52,7 60,1 54,7 53,3 58,4 48,9 54,2
Cyprus 22 11,1 25,2 25,7 34 5042,2 52 55,3 56,6 58,7 59,8 64,6 66,2 70,2 66,8
Latvia 45,6 47 42,2 39,6 46,8 44,9
48,9 50,9 51,1 51 54,9 53,9 57,7 58,7 55,8 62,4
Lithuania 32,7 32,5 37 42,9 51,7 57,7
60,4 62,2 62,2 53,5 57,7 59,8 69,5 61,8 60,7 61,9 61,8
Luxembourg 45,2 57,3 56,8 60,1 61 62,6 63,8 62,5 63,6 66 61 66 62,5 62,8 66 70 70,3 69,7 70,9 71,5 71,9
Hungary 43,3 45,9 48,9 46,4 50,8 51,1
58,7 59,3 48,5 49,2 48,4 50,1 49,7 49,7 46,1 47 52,4
Malta 5,9 8,1 10,8 10,4 45,928,536 42,3 46,6 38,1 41,1 37,1 39,7 35,6 35,7 33,7 40
Austria 69,4 64,3 65,9 64,2 66,2 66,9 68,4 67,2 67,9 66,9
66,6 65,8 65,9 66,6 66,6 67,1 66,8 65,6 65,5 65,4 63,7
Poland 28,3 29,5 37,1 48,2 42,9 36,8
38,9 41,2 41,4 36,1 55,4 57,6 58 56,7 58,7 55,5
Portugal 30,8 37,7 35,8 38,3 41 44,3 51,4 56,5 61 59,9
55,5 58,4 56,9 61,5 61 57,1 60,9 55,3 57,9 62,8 59,8
Romania 23 28,6 30,6 33,5 40,5
43,4 50 56,8 52,8 54,8 55,9 60,4 60,4 57,9 44,6
Slovenia 34,3 45,3 40,3 46,9 52,4 6149,6 63,6 66,9 69 70,4 67 69,4 70,1 68 67,1 67,9
Slovakia 37,6 29,8 36,3 61,1 47,7 59,9
45,7 62,4 68,1 65,9 65,4 64,3 65,8 65,7 66,6 67,5 70,8
Finland 49,8 47,2 49,2 40,8 39,9 43,2 49,1 51,9 56,7 55,5
55,4 58,7 59,3 58 57,4 60,9 64,7 65,2 70,2 70,6
Sweden 57,8 63,2 64,7 60 49,8 48,2 58,1 59,3 58,5 58,9
69,2 71,5 69,6 71,9 70,5 71,8 68,2 71,7 65 63,6 60,9
Iceland 33,9 44 40,7 42,9 42,8 47,4 47,2 44,4 51,2 47,4
Liechtenstein 48,9 48,5 47 50 45,9 48,7 44,3 50,3 51,9 66,1 65,8 66,7 68 70
Norway 70,3 68,4 54,7 53,1 56,7 57,5 55,9 54,5 55,7 55,1 56,3 54,5 52,9 53,9
United Kingdom 39,9 42,4 44,2 46,8 49,7 54,4 57,5 59,3 61,5 61,8 60,7 60,8 61,4 64,6 59,2 60,6 64,7 63,9 62,1
61
Da un punto di vista generale si può osservare che il trend del tasso di riciclo tra il 2000
e il 2020 è positivo, anche se solo alcuni Paesi hanno fornito i dati utili alla stima del tasso
di riciclo di imballaggi a partire dal 2000.
Se si tiene conto del primo target stabilito dalla Direttiva 2018/852, pari al 65%, si può
evidenziare che circa il 50% dei Paesi UE già nell’anno di emanazione della Direttiva aveva
raggiunto tale obiettivo. Tuttavia, se si osserva la distribuzione dei Paesi per macroarea
geografica35 (Tabella 22), si possono mettere in luce alcuni aspetti rilevanti.
Questi risultati si mostrano coerenti con una serie di interventi anticipatori da parte di
alcuni di questi Paesi, come Belgio e della Finlandia. O, seppur considerando la scadenza
per il recepimento al 5 luglio, hanno provveduto ad emanare adeguate leggi per il
recepimento, come nel caso di Danimarca, Svezia e Francia.
62
Tabella 22 - Tasso di riciclo degli imballaggi (distribuzione per macro-area)
Macro-area Media Mediana Massimo Minimo
Alla luce dei dati osservati, e target previsti dalla Direttiva 2018/852 UE, sono
considerati come:
o Pioneers: Belgio, Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Bulgaria, Repubblica Ceca,
Danimarca, Irlanda, Grecia, Spagna, Lussemburgo, Austria, Slovenia, Slovacchia,
Svezia, Liechtenstein.
o Followers: Estonia, Cipro, Finlandia
o Late Comers: Bulgaria, Croazia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia,
Portogallo, Romania, Islanda, Norvegia, Inghilterra.
La Tabella 24 invece riporta il trend del tasso di riciclo di imballaggi di plastica dal
2000 al 2020.
36 La classificazione UE considera invece i seguenti Paesi: Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. Se
teniamo conto della classificazione UE rispetto al geoschema proposto dall’ONU (in aggiunta ai Paesi previsti dalla
classificazione UE tiene conto anche di Estonia, Regno Unito, Irlanda, Lettonia e Lituania), i valori medi e mediani
risultano rispettivamente pari a 61,88 e 65,00.
63
Tabella 24 - Tasso di riciclo degli imballaggi di plastica (2000-2020) - Eurostat
Country 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
Belgium 25,5 28,5 29,5 32,5 36,5 38,1 38,6 38,4 39,5 43 41,5 41,4 41,5 39 41,8 42,6 43,4 44,5 42,4 47,3 44,7
Bulgaria 8,4 20,2 19,5 15,6 30 40,9 39,2 40,7 41,3 64,1 60,8 52,6 64,8 59,2 50,6
Czechia 37,6 43,8 35 44,3 45,5 50,2 52,5 54 57 58,2 59,7 58,2 61,7 59,2 58,6 57 61 41,8
Denmark 12,5 13,9 15,5 17,4 16,3 19,1 20,3 21,8 25,4 26,4 26,4 22,3 25,9 29,1 30,7 30,5 36,1 41,8 31,3 37,4 22,9
Germany 53,4 51,8 49 38 33,8 35,2 38,1 40,7 44,7 46,5 45,1 46,3 47 46,8 47,3 47,4 48,4 48 46,4 43,3 46,2
Estonia 12 25,5 33,7 38,2 22 22,7 33,4 39,6 29,8 28,1 29,3 27,8 24,6 26,5 37,7 40,6 40,9
Ireland 9,1 11,8 16,6 15,5 22,3 24,1 20,1 22,2 28,9 36,2 39,4 47,5 38,2 34,8 31,3 29,7 31,2 30,5 27,1 27,5 29
Greece 3,1 3 3 3 5,9 9,9 10 13,7 11,9 26,7 30,1 33 32,2 32,3 32,8 36,8 38,2 41,4 39,8 37,6
Spain 17,2 17,8 19,6 19,9 20,1 20,7 22,4 23,3 24,4 26,6 29,2 32,4 35,1 40,7 42,5 44 45,5 47,9 50,7 51,5 51,4
France 11,2 13,6 15,2 16,1 17,5 19 19 21,1 22,5 25 23,7 23,3 25,1 25,6 25,2 25,5 25,8 26,5 26,9 26,9 21,4
Croatia 45,4 45,3 37,7 46,3 41,1 37,3 37,3 35,7 34,1
Italy 16,1 19,1 23,1 24 25,9 26 27,4 28,3 31,1 33,5 34,5 36,1 37,5 36,8 38 41,1 42,4 41,8 43,4 44,7 51,2
Cyprus 8,7 14,5 14,3 14,8 18,2 27,2 38 44,8 45,3 46,6 63,7 62,3 65 54,3 50,5 48,6
Latvia 21,2 33,5 26,7 22,8 17,6 20,3 24 23 24 24,5 36,4 35,3 37,2 36,6 35,8 35,4 35,9
Lithuania 20,9 21,2 26,7 28,5 32,6 35,9 38,4 38,9 38,9 42,9 51,2 54,8 74,4 71,5 69,3 69,6 56,1
Luxembourg 35,9 33,7 28,3 23,5 34,5 29,6 31,8 38,7 29,7 24,6 31 33,2 36,7 32,2 32,3 32,7 31,9 33,1 32,3 33,4 34,7
Hungary 14 19,2 20,4 17 25,1 24,5 32,5 22,4 27,8 30,8 36,8 27,4 31,4 32 30 33 24,9
Malta 3 5,4 7,4 10,6 14 50,9 22 28,9 32,8 22,6 32,9 28,6 23,5 19,2 11,1 15,4 10,2
Netherlands 22,9 20,8 16,4 19,9 19,3 22,1 32,5 33,7 36,4 38,4 47,6 50,7 47,7 46,6 50,6 49,8 51,5 50,4 52 57,2 49,2
Austria 26,2 29,1 30 30,7 33,2 32,9 35,8 32,7 34,9 32,7 34,4 34,8 34,7 34,4 33,6 33,6 33,6 33,4 31,9 30,8 31,6
Poland 16,3 17,4 24,6 27,9 23,7 21,3 20,1 22,5 21,9 19,7 28,3 30,8 46,9 34,6 35,7 31,5
Portugal 4,5 9,4 9 9,1 10,5 15,8 15,4 15,3 19,1 25,5 24,5 26,1 30,4 35,3 40 43 41,8 34,9 33,9 35,6 33,9
Romania 11,2 17 15,3 15,5 23,8 28,2 40,3 51,3 51,7 44,5 46,7 46,5 47,6 43 31,1 30,1
Slovenia 12,1 33,9 38,6 46,5 55,6 42 67,3 75,5 64,8 81,7 69,3 63,4 62 60,4 48,8 50,3 44,6
Slovakia 11,9 16 18,1 39,7 41,7 43,7 49,3 44,9 49,9 57 55,1 55,9 54,4 51,7 52,4 51,4 52,8 56,3
Finland 14,1 14,8 14,6 14,3 14,6 13,6 15,9 18,4 22,7 25,3 26,2 25,4 25,4 22,7 24,6 23,7 25,4 26,5 31,1 42 39,4
Sweden 13,5 17,2 19,8 22,3 25,2 29,9 43,8 41,7 37 37,5 32,4 34,1 34,9 45,6 47,5 49 50,7 48,4 50 53,2 33,5
Iceland 31,7 41,5 40,9 26,5 26,8 37 41,5 28,9 29,3 24 30,8
Liechtenstein 4,5 3,2 1,9 3 2,3 2,6 7 6,6 6,8 16,9 20,9 18,3 21,4 26,5 30,2
Norway 29,9 29,8 26,7 30 36,4 37,6 38,1 38,8 36,1 37,1 39,3 36,9 36,3 33,2 27,9
United
15,1 16,1 19 17,9 18,7 21,8 22 22,5 23,7 24,1 24,1 24,2 25,2 31,6 37,9 39,4 44,9 46,2 43,8
Kingdom
64
Se prendiamo in considerazione come target la media tra 77% (riciclo prodotti monouso)
e il 25% (riciclo plastica oxidabile), la classificazione risulta la seguente:
Figura 5 - Tasso di Circolarità della materia – Analisi per Paese, serie storica 2010 - 2021
66
Ai fini della nostra analisi, può avere senso proporre un confronto tra il tasso di
circolarità della materia e l’indicatore più rilevante ai fini di questo studio, che è il tasso di
riciclo, e nello specifico quello degli imballaggi.
Come si può evincere dal confronto tra la Figura 4 e la Figura 5 (che rappresenta
il tasso di riciclo degli imballaggi), il tasso di circolarità è inferiore rispetto ad altri indicatori
di circolarità, come ad esempio il tasso di riciclo: questo perché, spiega ancora Eurostat,
“alcuni tipi di materiali non possono essere riciclati, ad esempio i combustibili fossili
bruciati per produrre energia o la biomassa consumata come cibo o foraggio”.
Un tasso di circolarità più elevato può essere ottenuto non solo attraverso il riciclo
ma, ad esempio, sostituendo i combustibili fossili con energie rinnovabili.
Figura 6 - Tasso di riciclo degli imballaggi – Analisi per Paese, serie storica 2010 - 2021
67
2) Il tasso di circolarità della materia esamina il quadro più ampio della gestione delle
risorse in un'economia. Misura la percentuale complessiva di materiali utilizzati
nell'economia che derivano da fonti riciclate o rinnovabili rispetto alle materie
prime vergini. Valuta la misura in cui un'economia si sta allontanando da un
modello lineare “take-make-dispose” verso un approccio circolare, in cui i materiali
vengono mantenuti in uso più a lungo attraverso il riciclo, il riutilizzo e altre
pratiche circolari. Il tasso di economia circolare considera non solo il riciclo, ma
anche fattori come l'uso di risorse rinnovabili, la riparabilità, la durata del prodotto
e l'efficienza delle risorse in vari settori.
Un valore del tasso di circolarità della materia più elevato indica pertanto, che vi sono
più materiali secondari che sostituiscono le materie prime primarie, consentendo di ridurre
gli impatti ambientali dell’estrazione della materia prima.
Questo significa che, affinché un Paese registri un tasso più elevato di circolarità,
laddove un materiale non può essere rimesso nel ciclo produttivo, deve essere
necessariamente sostituito. In un’ottica di transizione all’economia circolare, saranno
pertanto considerati più “virtuosi” quei Paesi che nel tempo hanno sostituito
maggiormente fonti fossili con fonti di energia rinnovabile.
68
Conclusioni
Il lavoro di ricerca realizzato trova collocazione nel crescente interesse negli ultimi
decenni verso i temi della sostenibilità, che ha visto un ampio dibattito riguardo l’effettiva
“sostenibilità” dei modelli di business delle imprese (Bellavite Pellegrini, Cannas e Pellegrini
2021). Tale progetto, condotto su due livelli distinti (macro e micro), ha messo in luce
l’esistenza di una differente relazione tra diversi modelli di gestione di Responsabilità
Estesa del Produttore (EPR) e la Performance delle imprese che operano nel settore del
recupero e riciclo di imballaggi. In particolare, l’analisi empirica di tipo microeconomico,
quindi a livello di impresa, ha sottolineato un ruolo significativo della dimensione
dell’impresa e della crescita delle vendite sulla performance d’impresa per quelle società che
operano in un regime EPR Non-competitivo, come nel caso dell’Italia.
I risultati ottenuti dall’analisi empirica trovano inoltre conferma in una maggiore
attenzione a livello macro del tema della CE. Nello specifico, tenendo in considerazione
da un lato il tasso di riciclo degli imballaggi, e dall’altro, il tasso di circolarità della materia,
lo studio propone una classificazione dei Paesi UE in base al posizionamento rispetto ai
target previsti da alcune delle principali Direttive europee in materia di imballaggi (Direttiva
852/2018 e Direttiva 904/2019) in “Pioneers, Followers, Latecomers”. Alla luce dei dati
osservati, e target stabiliti dall’UE, è possibile evidenziare l’importante ruolo dell’Italia, che
si è da sempre dimostrata attante al tema dell’economia circolare, raggiungendo già prima
dell’emanazione della Direttiva 852/2018 l’obiettivo di recupero e riciclo al 2025, e ben
vicina al raggiungimento del target al 2030. Queste considerazioni trovano supporto nei
risultati del tasso di circolarità della materia, che comprendendo l'utilizzo complessivo di
materiali riciclati e rinnovabili nell’intera economia come parte di un approccio sostenibile
e circolare, offre una prospettiva più ampia, evidenziando come l’Italia abbia dimostrato
una crescente attenzione a partire dal 2012, collocandosi ben al di sopra della media
europea.
69
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dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in
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Direttiva 94/62/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 dicembre 1994 sugli
imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Direttiva 96/59/CEE del Consiglio del 16 settembre 1996 concernente lo smaltimento
dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili (PCB/PCT).
Direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti.
Direttiva 2006/66/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 6 settembre 2006
relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e che abroga la direttiva
91/157/CEE.
Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008
relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive.
Direttiva 2011/65/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’8 giugno 2011 sulla
restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed
elettroniche (rifusione).
70
Direttiva (UE) 2018/849 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 che
modifica le Direttive 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, 2006/66/CE relativa a pile
e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature
elettriche ed elettroniche.
Direttiva (UE) 2018/850 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 che
modifica la Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti.
Direttiva (UE) 2018/851 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 che
modifica la Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti.
Direttiva (UE) 2018/852 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018 che
modifica la Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla
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71
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2018/852 che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio,
in Gazzetta Ufficiale del 11 settembre 2020 n.226.
Decreto Legislativo 3 settembre 2020 n.118, Attuazione degli articoli 2 e 3 della direttiva
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rifiuti di pile e accumulatori e 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed
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Decreto Legislativo 3 settembre 2020 n.119, Attuazione dell’articolo 1 della direttiva (UE)
2018/849 che modifica la direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, in Gazzetta
Ufficiale del 12 settembre 2020 n.227.
Decreto Legislativo 3 settembre 2020 n.121, Attuazione della direttiva (UE) 2018/850 che
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72
Appendice
Forest & Wood Products Forest Nurseries & Gathering of Forest Products
Wood Products
73
Figura 1.a - Distribuzione campione unbalanced per area geografica
74
Figura 1.b - Distribuzione campione per settore
9% 9%
2% 1%
1% 4%
2%
1%
3%
1%
16% 8%
7%
7%
12%
13% 1%
75
Nella Tabella 3 sono riportate le statistiche descrittive riferite alle variabili
corporate per Paese.
76
Maximum 13225 19517 219607 67602 .2887
Minimum 395 -190 17322 87 -.0078
St. Deviation 3640029 5746608 72657.35 17887.11 .0640
Portogallo Mean 65073.04 202429.1 1091265 723614.5 .1007
Median 31223.5 157244 1050985 486869.5 .1099
Maximum 387685 716865 2228540 2123644 .2362
Minimum 715 -26675 415210 93273 -.0425
St. Deviation 83835.46 174618.3 512793.3 565382.3 .0504
Spagna Mean 49648.83 88778.07 423128.2 146239.5 .1480
Median 32884 67689.5 374692 91665 .1516
Maximum 291375 277189 1010833 690433 .2923
Minimum 2724 -115197 115264 104 -.1074
St. Deviation 51877.39 71736.29 260953.6 151061.5 .0648
Svezia Mean 159542.2 444651.3 2175937 882347.4 .0904
Median 49729 77501.5 351677.5 225781 .0883
Maximum 979754 2353924 1.26e+07 4715362 .3933
Minimum 197 -21272 27394 875 -.1052
St. Deviation 239203.8 608371.7 3379131 1290127 .0674
Svizzera Mean 55793.52 98343.1 434982.7 72776.14 .1701
Median 55978 101907 466411 69683 .1678
Maximum 111405 154501 657668 131627 .2220
Minimum 19455 52272 246744 12263 .1373
St. Deviation 24137.84 30889.51 125593.8 37195.61 .0228
UK Mean 24582.2 52498.47 568709.5 142700.3 .0812
Median 3369 8871 139114 11952.5 .0933
Maximum 420065 976427 7282705 3250133 .4228
Minimum 7 -26325 1881 5 -.3269
St. Deviation 67226.48 145239.3 1311290 451693.7 .1028
77
Tabella 4 - Paesi divisi sulla base del Modello EPR adottato
Belgio No Competition
Francia No Competition
Italia No Competition
Olanda No Competition
Spagna No Competition
Svezia No Competition
Irlanda No Competition
Norvegia No Competition
Finlandia No Competition
Grecia No Competition
Cipro No Competition
Lussemburgo No Competition
Svizzera No Competition
Danimarca No Competition
Germania Competition
Austria Competition
Estonia Competition
Portogallo Competition
Regno Unito Competition
Guernsey Competition
Market
Prezzo Market Value Enterprise Value Market Return
Cap
Austria Mean 79.249 1.665.751 1590296 1631930 .0048
Median 74.14 1631.08 1487254 1617600 .01979
Maximum 165 3300 3426937 3300000 .0737
Minimum 23.48 563.52 626484 563520 -.1155
St. Deviation 34.913 47.348 707265 665476 .0463
Cipro Mean 2.767 8.469 9.875.133 5.499.867 .0048
Median 2.9 8.87 9654 3733 .01979
Maximum 6.53 19.98 18805 14808 .0737
Minimum .1 .31 3944 309 -.1155
St. Deviation 2.081 6.369 4.581.618 4.522.958 .0463
Danimarca Mean 24.702 68.629 107168.5 68702.87 .0048
Median 14.19 19.07 65232.5 20754.5 .01979
Maximum 89.34 473.11 550049 466365 .0737
Minimum .97 .86 2601 1342 -.1155
78
St. Deviation 23.790 107.963 128075.6 103805.2 .0463
Finlandia Mean 12.416 4.610.238 7248269 5059863 .0048
Median 10.067 3690.79 6028825 3992389 .01979
Maximum 42.26 16497.77 1.93e+07 1.65e+07 .0737
Minimum .67 201.36 1109628 226434 -.1155
St. Deviation 9.033 3.851.055 5175082 4150495 .0463
Francia Mean 25.354 145.210 192235.7 140633 .0048
Median 8.3 89.135 144046 87339 .01979
Maximum 199 896.42 970612 869117 .0737
Minimum .52 .74 6438 736 -.1155
St. Deviation 36.880 1.800.049 185709 173698.2 .0463
Germania Mean 1.298.505 76.922 102559.5 86661.7 .0048
Median 5.23 25.31 85596 28325 .01979
Maximum 57.445 344.67 298403 344670 .0737
Minimum .008 .1 1885 2284 -.1155
St. Deviation 15.964 96.058 63110 97969.5 .0463
Grecia Mean 2.909 38.633 187573.8 164038.8 .0048
Median 1.84 13.2 35990 15240 .01979
Maximum 18.71 412.06 2.37e+07 2.37e+07 .0737
Minimum .04 .06 10702 67 -.1155
St. Deviation 3.303 60.114 1737225 1720271 .0463
Paesi Bassi Mean 26.082 32.239 40830.62 32446.86 .0048
Median 19.61 23.2 27871 23200 .01979
Maximum 68.5 88.24 153397 88240 .0737
Minimum 5.15 5.96 3715 6093 -.1155
St. Deviation 19.645 25.561 41113.98 25605.73 .0463
Portogallo Mean 3.834 760.100 1455980 774485.1 .0048
Median 2.253 633.1 1194085 618470 .01979
Maximum 17.795 3050.81 3738229 3048727 .0737
Minimum .0394 9.6 261225 18000 -.1155
St. Deviation 3.968 743.283 1052031 747938.3 .0463
Spagna Mean 16.274 685.240 779615.2 678805.1 .0048
Median 10.794 436.81 541263 415122 .01979
Maximum 86.077 2699.32 2767490 2691624 .0737
Minimum 1.525 91.75 102456 88690 -.1155
St. Deviation 17.770 691.064 731245.8 690926.5 .0463
Svezia Mean 7.114 2.084.059 3828588 2652771 .0048
Median 3.225 485.005 1205073 623540 .01979
Maximum 43.85 17199.4 2.28e+07 1.89e+07 .0737
Minimum .06 5.15 10954 6423 -.1155
St. Deviation 8.552 3.297.077 5261393 3884005 .0463
Svizzera Mean 23.727 283.281 495620 483963.5 .0048
79
Median 26.365 315.9 528425 537152 .01979
Maximum 55.933 760.31 1039059 1108808 .0737
Minimum 2.982 38 155549 64618 -.1155
St. Deviation 14.916 179.959 244276 292109.9 .0463
UK Mean 9.446 382.483 463755.3 357206.2 .0048
Median 1.75 50.475 70486 50576.5 .01979
Maximum 441.89 6228.86 8535399 6256810 .0737
Minimum .04 .86 -2295 936 -.1155
St. Deviation 40.587 1.093.168 1368131 1017535 .0463
Glass
mean Median max min sd
ROA .149 .156 .254 -.136 .06
Size 12.592 12.762 14.806 9.958 1.256
Leverage 2.06 1.965 3.842 1.214 .609
Delta Sales .06 .048 .714 -.291 .133
Market Volatility .005 .02 .074 -.116 .045
Rate of Recycle 59.79 62.2 79.8 31.3 13.798
Metallic
ROA .049 .04 .417 -.139 .081
Size 9.088 9.386 10.763 4.205 1.32
Leverage -9.094 3.192 14.968 -713.459 91.425
Delta Sales .002 .015 .305 -.709 .182
Market Volatility .005 .02 .074 -.116 .046
Rate of Recycle 57.985 58.8 93.2 9.6 27.698
Paper
ROA .106 .108 .393 -.107 .063
Size 12.657 12.818 16.755 7.202 2.228
Leverage 45.311 2.204 20267.667 -169.332 928.903
Delta Sales .015 .006 1.185 -1 .157
Market Volatility .005 .02 .074 -.116 .045
Rate of Recycle 72.889 75 116.1 5.4 20.024
Plastic
ROA .094 .107 .423 -.327 .092
Size 10.317 10.474 16.98 6.601 1.528
Leverage 2.591 1.885 31.737 -29.897 3.573
Delta Sales .06 .04 3.01 -1 .311
Market Volatility .005 .02 .074 -.116 .045
Rate of Recycle 26.719 25.3 57.2 3 12.688
Wood
ROA .073 .076 .327 -.16 .07
Size 11.024 10.939 16.202 5.733 2.048
Leverage 2.41 2.112 108.093 -91.839 10.42
Delta Sales .058 .013 6.47 -1 .479
Market Volatility .005 .02 .074 -.116 .045
Rate of Recycle 41.145 29 167.2 .2 30.794
80
Nella Tabella 23.a sono riportate le statistiche descrittive riferite al tasso di riciclo
degli imballaggi per Paese.
Nella Tabella 23.b sono riportate le statistiche descrittive riferite al tasso di riciclo
degli imballaggi per settore.
81