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2.FASI&METODI

Il documento tratta delle fasi e dei metodi di progettazione delle aree verdi, evidenziando l'importanza delle valutazioni preliminari e agronomiche nella scelta delle specie e nella preparazione del sito. Vengono descritti gli aspetti tecnici come le tecniche di impianto, concimazione e irrigazione, nonché la manutenzione necessaria. Infine, si analizzano le caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche che influenzano la progettazione e la gestione degli spazi verdi.
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2.FASI&METODI

Il documento tratta delle fasi e dei metodi di progettazione delle aree verdi, evidenziando l'importanza delle valutazioni preliminari e agronomiche nella scelta delle specie e nella preparazione del sito. Vengono descritti gli aspetti tecnici come le tecniche di impianto, concimazione e irrigazione, nonché la manutenzione necessaria. Infine, si analizzano le caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche che influenzano la progettazione e la gestione degli spazi verdi.
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Parte II

• Fasi e metodi di progettazione delle aree verdi

• Esempi di tipologie e modelli di giardino

• Elementi decorativi, manufatti ed arredi di parchi e


giardini

1
Fasi e metodi di progettazione delle aree verdi:
- valutazioni preliminari e determinazione della strategia di intervento
- valutazioni di carattere agronomico:
• criteri di scelta delle specie
• preparazione del sito di impianto
• tecniche di impianto
• tecniche di concimazione e irrigazione
• manutenzione
- predisposizione del piano di progettazione:
• progetto preliminare
• progetto definitivo
• progetto esecutivo
- (approvazione del progetto)
- direzione lavori
- consegna lavori

2
Valutazioni preliminari e determinazione della
strategia di intervento
• Definizione delle esigenze del cliente
• Visita e ricognizione generale dell’area/dell’edificio
(inquadramento topografico, raccolta di mappe e carte*,
delimitazione confini e viabilità, eventuale predisposizione di un
nuovo piano di viabilità; verifica applicabilità artt. Codice civile e
regolamenti o usi locali, vincoli sopraintendenza e vincoli
paesaggistici; presenza linee gas, luce, telefoni, trasporti, fognature,
semafori, etc)
• Indagine storica (pubblicazioni, atti d’archivio, informazioni e
testimonianze degli abitanti del luogo)
• Descrizione dell’area, dell’edificio o del popolamento
vegetale** prima dell’intervento

3
Valutazioni preliminari e determinazione della
strategia di intervento
• Rilievo tassatorio (caratteristiche della stazione: clima,
terreno, esseri viventi; caratteristiche della vegetazione)
• Modulistica di rilevamento o registro particellare (dove
presenti: parchi, aree boscate, etc)
• Obiettivi da raggiungere: indicazione del fine dell’opera,
ad esempio: realizzazione tetto verde, rinverdimento,
restauro giardino storico, etc
• Annotazioni di servizio: rilievi da eseguire, accertamenti
necessari ad avviare o a completare l’intervento

4
Strumenti cartografici di progetto*
NB: si rimanda alla PARTE VIII del programma

5
Descrizione del popolamento vegetale**

età (conta anelli di accrescimento/carotaggio)


densità (n° piante/ha)
composizione (popolamenti puri o misti)
struttura (coetanea, disetanea, stratificata, irregolare, etc)
provvigione (V/ha)
fertilità (h dominante, esprime in maniera sintetica gli aspetti
climatici e pedologici della stazione di riferimento)

6
Valutazioni di carattere agronomico:
•le potenzialità intrinseche della varietà (caratteristiche genetiche della specie)
• criteri di scelta delle specie •le caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche della stazione
•le tecniche colturali

• preparazione del sito di impianto (da valutare caso per caso: il giardino
pensile piuttosto che un giardino a terra piuttosto che una facciata verde presentano
caratteri del tutto specifici e peculiari, non si possono dare generiche indicazioni di
massima)

• tecniche di impianto (da valutare caso per caso)

• tecniche di concimazione e irrigazione (da valutare caso per caso)

• manutenzione (da valutare caso per caso)

7
valutazioni di carattere agronomico:
•le potenzialità intrinseche della varietà (caratteristiche genetiche della specie)
•criteri di scelta delle specie •le caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche della stazione
•le tecniche colturali
•preparazione del sito di impianto
•tecniche di impianto
•tecniche di concimazione e irrigazione
•manutenzione

Valutazioni di carattere agronomico:


criteri di scelta delle specie
• le potenzialità intrinseche della varietà (caratteristiche
genetiche della specie)
• le caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche della stazione
• le tecniche colturali

8
Caratteristiche genetiche della specie – Gli organi vegetativi delle piante

Radici: esplorare capillarmente il terreno alla ricerca


dell’acqua e dei Sali minerali indispensabili per la crescita
della pianta
Fusto: specializzato per il trasporto delle sostanze
(portamento, rapporto ipsodiametrico: h/D)
Foglie: sono specializzate per la fotosintesi e per la
traspirazione (porosità)

9
Caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche
Il suolo è il sottile strato di materiale fertile che ricopre la superficie della Terra e
che si è originato in seguito ai processi di degradazione della roccia madre. È
costituito da una fase solida, una fase liquida ed una fase gassosa che
mantenendosi in determinate proporzioni consentono la vita degli essere viventi
sulla Terra.
Le proprietà fisiche del suolo riguardano forma e grandezza dei minerali che lo
compongono: tessitura, struttura, consistenza, colore, temperatura, porosità,
permeabilità, densità, ph

10
Caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche

Le proprietà chimiche riguardano la composizione


chimica del minerale

Un buon terreno di coltura contiene approssimativamente


il 45 % di materia minerale, il 5 % di materia organica, il
15-35 % di acqua e, il resto, di aria

11
Caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche
Clima
insieme dei fenomeni atmosferici che si verificano in un certo ambiente in
una visuale di lungo periodo. E’ determinato da fattori quali:
latitudine
altitudine
continentalità
morfologia locale

ed è caratterizzato da elementi quali:


venti
pressione atmosferica
umidità dell’aria
regimi di precipitazione
temperatura
12
Caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche
I fattori ambientali che giocano nelle piante sensibili un ruolo primario nella transizione
dallo stadio vegetativo a quello riproduttivo sono la luce e la temperatura

LUCE
Fotoperiodo: un periodo luminoso / durata relativa del giorno e della notte
Fotoperiodismo è la risposta della piante a questo elemento climatico (Organo
sensibile: foglia)
Fotocicli alternanza di luce e di buio
Brevidiurne piante che fioriscono quando sono mantenute i condizioni di giorno
breve seguito da una notte lunga (almeno 8 ore di buio CONTINUO)
Longidiurne piante che fioriscono quando il giorno è lungo e la notte breve
Neutrodiurne piante in cui l’iniziazione della fioritura è relativamente indipendente
dalla durata del giorno
Orologio biologico meccanismo di misurazione del tempo del quale la pianta si avvale
nei fenomeni di fotoperiodismo
Eliofile: sono le piante che hanno bisogno di una forte insolazione per crescere in
condizioni ottimali
Sciafile: piante che prediligono le zone d’ombra

13
Caratteristiche pedoclimatiche e morfologiche
Temperatura
Termine fisico che esprime lo stato termico della materia e l’attitudine di questa a
scambiare calore con altri corpi

Vernalizzazione meccanismo mediante il quale vengono sottoposti semi di razze


autunnali, nei quali è stata interrotta la quiescenza, per 20-30 gg a basse temperature (3-
10 °C) in modo da stimolarne la fioritura. Organo sensibile: apice vegetativo.

Solarimetro misura la quantità di radiazione luminosa che giornalmente arriva sul


terreno

Piranometro misura le ore di luce

Evapotraspirazione Nel ciclo idrologico, il trasferimento d'acqua dalla superficie


terrestre all'atmosfera per evaporazione da superfici di corpi d'acqua e dal suolo, e per
traspirazione dalla vegetazione

14
Tecniche colturali
Queste tecniche comprendono:
gli avvicendamenti colturali

lavorazioni (interventi di preparazione del suolo atti ad assicurare ottimali rapporti


suolo-pianta)

- semina (epoca, modalità, densità)

- concimazione (dosi, epoche d’intervento, formulati)

- diserbo (principi attivi, dosi ed epoche di intervento)

15
Botanica
Carlo Linneo: (1707-1778) padre della moderna classificazione
scientifica degli organismi viventi perché inventa la nomenclatura
binomiale (classificazione tassonomica): Genere specie: Pinus pinea

Alghe
Tallofite Briofite

Pteridofite

Cormofite Progymnospermofite

Spermatofite Gimnosperme
Angiosperme

16
Raunker:
forme biologiche
Sintetizza
l’informazione relativa
al portamento della
pianta ed indica la
strategia di
adattamento che la
pianta pone in atto per
proteggere le gemme e
superare la stagione
avversa

Disegno di Lorenzo Gianguzzi

17
18
A Climi tropicali umidi: La temperatura media di tutti i mesi è superiore a 18°C. Questi
climi non hanno una stagione invernale. Le precipitazioni annue sono abbondanti e
superano l'evaporazione annua.
B Climi aridi: L'evaporazione potenziale supera in media le precipitazioni nel corso di
tutto l'anno. Non c'è eccedenza idrica, per cui nelle zone dei climi B non prendono
origine corsi d'acqua a carattere permanente.
C Climi temperati delle medie latitudini (mesotermici): Il mese più freddo ha una temperatura
media inferiore a 18°C ma superiore a -3°C; almeno un mese ha una temperatura
media superiore a 10°C. Pertanto i climi C hanno sia una stagione estiva che una
invernale.
D Climi freddi delle medie latitudini (microtermici): Il mese più freddo ha una temperatura
inferiore a -3°C. La temperatura media del mese più caldo è superiore a 10°C; la
corrispondente isoterma coincide approssimativamente con il limite polare della
foresta.
E Climi polari: La temperatura media del mese più caldo è inferiore a 10°C. Questi
climi non hanno una vera estate.
H Climi di altitudine: Generalmente più freddi e più piovosi in funzione dell'altitudine.
S Clima della steppa: È un clima semiarido, con circa 380-760 mm di precipitazione
annue alle basse latitudini. I limiti esatti della piovosità sono determinati da una
formula che tiene conto della temperatura.
W Clima desertico: È un clima arido. La maggior parte delle regioni che vi sono
comprese ha meno di 250 mm di piovosità annua. Il limite esatto rispetto al clima
della steppa è determinato per mezzo di una formula (le lettere S e W si applicano
soltanto ai climi aridi B, dando luogo alle due combinazioni BS e BW).
f Umido: Precipitazioni abbondanti in tutti i mesi. Manca una stagione asciutta.
Questo termine di modificazione si applica ai gruppi A, C e D.
w: Stagione asciutta nell'inverno del rispettivo emisfero (stagione a sole basso).
s: Stagione asciutta nell'estate del rispettivo emisfero (stagione a sole alto).
m: Clima della foresta pluviale, eccettuata una breve stagione asciutta nel regime
delle precipitazioni di tipo monsonico. Si applica soltanto ai climi A.
Af: Clima tropicale della foresta pluviale (anche Am, una variazione di Af).
Aw: Clima tropicale della savana.
BS: Clima della steppa.
BW: Clima desertico.
Cw: Clima temperato piovoso (mesotermico umido) con inverno asciutto.
Cf: Clima temperato piovoso (mesotermico umido), umido in tutte le stagioni.
Cs: Clima temperato piovoso (mesotermico umido) con estate asciutta.
Df: Clima freddo, nivale, a foresta (microtermico umido), umido in tutte le stagioni.
ET: Clima della tundra.
EF: Climi del gelo perenne (calotte glaciali).

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