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L’evoluzione della figura del professionista tra conoscenza aziendale e informatica
Alessandro Capodaglio
Nel contesto economico aziendale attuale, uno degli aspetti di maggiore interesse è
rappresentato dal posizionamento e dalla connotazione che deve assumere la figura
del professionista aziendale per far fronte ai mutati e mutevoli rapporti con le aziende
clienti ed alle esigenze da esse esposte.
I modelli economico aziendali che siamo chiamati a definire per le aziende clienti
esplicano la loro massima utilità solo nel momento in cui possono essere implementati
in maniera rapida, efficace e poco costosa. Tale aspetto, per certi versi scontato,
necessita di ben altra attenzione se si considera il fatto che l'implementazione non può
prescindere da una profonda interazione e integrazione tra il modello disegnato
dall'aziendalista ed il sistema informativo ed informatico presente in azienda. La
descritta necessità comporta, o meglio dovrebbe comportare, l'intervento di figure con
competenze di carattere informatico a supporto del professionista incaricato della
definizione del modello, il quale dovrebbe, a sua volta, essere in grado di esporre tutte
le esigenze e le peculiarità del modello disegnato nella maniera più chiara e
“informatica” possibile; sempre più spesso però questa fase viene vista
dall’azienda cliente come un'attività non di competenza del professionista aziendale,
bensì da affidarsi interamente ed esclusivamente al consulente informatico esperto del
software applicativo selezionato, spesso senza che tra i due professionisti coinvolti si
instauri un reale e proficuo sistema collaborativo volto all’ottenimento del
miglior sistema informatico in grado di rappresentare il miglior modello economico
aziendale.
Ciò porta alla paradossale situazione per la quale l'aziendalista definisce, ad esempio,
l'esigenza informativa per un'azienda cliente mentre la creazione del sistema di
reportistica volto a soddisfare suddetta esigenza viene visto come un incarico di natura
prettamente informatica da affidare a tecnici, esperti dello strumento applicativo che
viene scelto (mi si permetta, incidentalmente) per la realizzazione, ma sicuramente
meno competenti del professionista aziendale in merito alle informazioni che dovranno
popolare la reportistica prodotta.
L'esempio esposto, rappresentativo di situazioni quanto mai frequenti, evidenzia come
attualmente la nostra professione stia vivendo un momento di "transizione", nel quale
l'esigenza di "far funzionare" uno strumento viene vista dalle aziende clienti come
obiettivo principe e non più strumentale, sulla strada del raggiungimento dell'obiettivo
originario, rappresentato dalla necessità di risolvere un problema di natura prettamente
economico aziendale.
Chi scrive ritiene che un passo in avanti rispetto alla situazione descritta sia
necessariamente legato alla possibilità che l'aziendalista colmi il divario informativo che
si è venuto a creare tra sé e gli strumenti che quotidianamente vengono utilizzati per la
gestione delle informazioni rilevanti nel proprio settore di competenza. Ciò ovviamente
non vuole presentare uno scenario nel quale l'aziendalista si sostituisce al tecnico
informatico, tutt'altro: l'obiettivo che si ritiene prioritario è quello di diffondere le
opportune conoscenze informatiche anche tra i professionisti del campo economico
aziendale al fine soprattutto di agevolare la comunicazione con i tecnici, in particolare
informatici, che necessariamente devono essere coinvolti in tutti i progetti che hanno un
impatto sul sistema informatico aziendale.
La possibilità di definire un protocollo di comunicazione efficace tra aziendalista e
informatico consentirebbe di ripristinare una corretta suddivisione delle mansioni,
lasciando all'aziendalista il ruolo di "progettista" (usando una similitudine con il campo
ingegneristico) del sistema delle informazioni utilizzate per la soluzione del problema
economico aziendale presentato, ed all'informatico il ruolo di "tecnico", al quale
devono essere fornite specifiche e linee guida consapevoli ed adeguate ad una
“traduzione” informatica di quanto definito.
Lo stesso Presidente dell'Associazione, nella presentazione all'edizione attuale del
Meeting, riflette sull'esistenza di vincoli mentali e di conoscenza, legati alla
specializzazione delle professioni, che porta alla perdita del punto di vista complessivo
e quindi alla capacità di definire e raggiungere l'obiettivo ottimo: “La specializzazione
del sapere, anziché servire ad allargare il confronto finisce col creare sentieri nei quali i
saperi avanzano tra loro separati. (Omissis) Come fossimo cavalli da corsa, avere i
paraocchi rappresenta un grosso aiuto nel mantenere la massima concentrazione
per raggiungere senza distrazioni o tentennamenti l’obiettivo. Al contempo però i
paraocchi sono un handicap quando si tratta di scegliere l’obiettivo da perseguire.
Quando non si sa esattamente dove andare ecco che diventano essenziali la
visione periferica e il pensiero laterale."
Questo ampliarsi del punto di vista del professionista economico aziendale si immagina
possa portare un risultato tanto semplice quando fondamentale: rimettere al centro di
un progetto che impatta sul "sistema azienda", l'informativa rilevante a livello
economico aziendale, la modalità con qui essa viene generata a partire da dati
economicamente significativi e non lo strumento utilizzato per giungere a tal fine.
Ciò ovviamente non vuole togliere rilevanza all'aspetto informatico, che sempre più si
va ad integrare a quello economico aziendale nell'ambito di un progetto di consulenza,
al contrario: chi scrive ritiene che il miglior risultato ottenibile da un'applicazione
informatica possa essere raggiunto solo nel caso in cui la stessa risulti esattamente
confacente alla soddisfazione delle esigenze manifestate dall'azienda cliente e che sono
evidentemente indirizzate verso il raggiungimento di un obiettivo rilevante da un punto
di vista "aziendale" in questo caso nel senso più stretto del termine. La soluzione
definita per il problema deve, di contro, essere quanto più possibile in linea e coerente
con le logiche di funzionamento degli attuali sistemi informatici, al fine di non pervenire
ad un risultato logicamente perfetto ma di fatto irrealizzabile da un punto di vista
pratico.
Le considerazioni fin qui condotte possono spingere l'analisi ad un livello ulteriore:
sempre più spesso è capitato di osservare come le problematiche esposte da aziende
clienti classificabili come micro e piccole imprese prevedano soluzioni che tipicamente
vengono proposte e sviluppate su realtà maggiormente strutturate e di più grandi
dimensioni.
Senza dover cambiare esempi rispetto ai precedenti, non è assolutamente infrequente
trovare un'azienda artigiana che ha necessità di monitorare ed analizzare le proprie
vendite al fine di rilevare eventuali situazioni critiche o spunti per miglioramenti: tale
esigenza trova ovviamente la propria naturale soddisfazione nello sviluppo di una
reportistica sulle vendite, a quantità e valore, tramite la quale lo stesso imprenditore
possa operare analisi storiche e multidimensionali (nel caso più semplice per tipologia
di cliente e di prodotto). Per ottenere il risultato più efficiente possibile, la soluzione
descritta dovrebbe essere implementata sfruttando strumenti di Business Intelligence in
grado di fornire una logica di analisi drill -down e multidimensionale: sebbene, ad una
prima analisi, questa soluzione possa sembrare "eccessiva" per una piccola realtà
aziendale, l'utilizzo di applicazioni informatiche evolute, spesso gratuite o disponibili a
costi molto accessibili e particolarmente "user friendly" anche in fase di sviluppo, può
portare a risultati assolutamente professionali in tempi molto rapidi (paragonabili a
quelli necessari per realizzare un report tramite un comune foglio di calcolo) e senza
richiedere l'intervento di tecnici informatici per l'implementazione.
La semplicità d’uso della soluzione e la possibilità che l’intero progetto venga portato
avanti da un aziendalista fornisce una ragionevole garanzia sul fatto che l’attenzione
sia interamente focalizzata sull'informazione contenuta nel report, sulla base dati di
partenza e sulla più efficace modalità espositiva.
Gli strumenti informatici in parola, grazie alla loro semplicità di utilizzo, possono
rappresentare una valida soluzione per il consulente aziendale per progetti di differente
complessità e dimensione, consentendo di elaborare sia le informazioni raccolte e
fornite dal cliente su file sia direttamente la base dati del sistema informatico gestionale
in uso presso il cliente, al fine di pervenire all'informazione necessaria alla soddisfazione
dell'esigenza informativa.
Ulteriori evoluzioni connesse con questo aspetto sono legate alla diffusione di sistemi in
grado di rendere possibile lo sviluppo di vere e proprie applicazioni informatiche
"vestite" sull'esigenza del cliente in tempi rapidi, anche in questo caso concentrando
l'attenzione sulle funzionalità di processo e di trattamento delle informazioni, anziché
sullo strumento utilizzato per tale fine. Quest’ultima visione apre, a sua volta, scenari
futuri ben più complessi, che potrebbero portare ad affermare (ad oggi più che altro in
maniera provocatoria) che la vera e propria applicazione informatica finalizzata alla
gestione di uno specifico processo aziendale in futuro sarà realizzata non dall’esperto
informatico ma dall’esperto del processo oggetto di automazione o comunque a favore
del quale l’applicativo deve essere realizzato, esattamente come oggi non si richieste
l’intervento dell’esperto informatico per la realizzazione di un foglio di calcolo
riepilogativo di un’analisi condotta a fronte di una specifica richiesta di
un’azienda cliente.
L'evoluzione del professionista tra conoscenza aziendale e informatica - Alessandro Capodaglio, Università di Pisa

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L'evoluzione del professionista tra conoscenza aziendale e informatica - Alessandro Capodaglio, Università di Pisa

  • 1. L’evoluzione della figura del professionista tra conoscenza aziendale e informatica Alessandro Capodaglio Nel contesto economico aziendale attuale, uno degli aspetti di maggiore interesse è rappresentato dal posizionamento e dalla connotazione che deve assumere la figura del professionista aziendale per far fronte ai mutati e mutevoli rapporti con le aziende clienti ed alle esigenze da esse esposte. I modelli economico aziendali che siamo chiamati a definire per le aziende clienti esplicano la loro massima utilità solo nel momento in cui possono essere implementati in maniera rapida, efficace e poco costosa. Tale aspetto, per certi versi scontato, necessita di ben altra attenzione se si considera il fatto che l'implementazione non può prescindere da una profonda interazione e integrazione tra il modello disegnato dall'aziendalista ed il sistema informativo ed informatico presente in azienda. La descritta necessità comporta, o meglio dovrebbe comportare, l'intervento di figure con competenze di carattere informatico a supporto del professionista incaricato della definizione del modello, il quale dovrebbe, a sua volta, essere in grado di esporre tutte le esigenze e le peculiarità del modello disegnato nella maniera più chiara e “informatica” possibile; sempre più spesso però questa fase viene vista dall’azienda cliente come un'attività non di competenza del professionista aziendale, bensì da affidarsi interamente ed esclusivamente al consulente informatico esperto del software applicativo selezionato, spesso senza che tra i due professionisti coinvolti si instauri un reale e proficuo sistema collaborativo volto all’ottenimento del miglior sistema informatico in grado di rappresentare il miglior modello economico aziendale. Ciò porta alla paradossale situazione per la quale l'aziendalista definisce, ad esempio, l'esigenza informativa per un'azienda cliente mentre la creazione del sistema di reportistica volto a soddisfare suddetta esigenza viene visto come un incarico di natura prettamente informatica da affidare a tecnici, esperti dello strumento applicativo che viene scelto (mi si permetta, incidentalmente) per la realizzazione, ma sicuramente meno competenti del professionista aziendale in merito alle informazioni che dovranno popolare la reportistica prodotta. L'esempio esposto, rappresentativo di situazioni quanto mai frequenti, evidenzia come attualmente la nostra professione stia vivendo un momento di "transizione", nel quale l'esigenza di "far funzionare" uno strumento viene vista dalle aziende clienti come obiettivo principe e non più strumentale, sulla strada del raggiungimento dell'obiettivo originario, rappresentato dalla necessità di risolvere un problema di natura prettamente economico aziendale. Chi scrive ritiene che un passo in avanti rispetto alla situazione descritta sia
  • 2. necessariamente legato alla possibilità che l'aziendalista colmi il divario informativo che si è venuto a creare tra sé e gli strumenti che quotidianamente vengono utilizzati per la gestione delle informazioni rilevanti nel proprio settore di competenza. Ciò ovviamente non vuole presentare uno scenario nel quale l'aziendalista si sostituisce al tecnico informatico, tutt'altro: l'obiettivo che si ritiene prioritario è quello di diffondere le opportune conoscenze informatiche anche tra i professionisti del campo economico aziendale al fine soprattutto di agevolare la comunicazione con i tecnici, in particolare informatici, che necessariamente devono essere coinvolti in tutti i progetti che hanno un impatto sul sistema informatico aziendale. La possibilità di definire un protocollo di comunicazione efficace tra aziendalista e informatico consentirebbe di ripristinare una corretta suddivisione delle mansioni, lasciando all'aziendalista il ruolo di "progettista" (usando una similitudine con il campo ingegneristico) del sistema delle informazioni utilizzate per la soluzione del problema economico aziendale presentato, ed all'informatico il ruolo di "tecnico", al quale devono essere fornite specifiche e linee guida consapevoli ed adeguate ad una “traduzione” informatica di quanto definito. Lo stesso Presidente dell'Associazione, nella presentazione all'edizione attuale del Meeting, riflette sull'esistenza di vincoli mentali e di conoscenza, legati alla specializzazione delle professioni, che porta alla perdita del punto di vista complessivo e quindi alla capacità di definire e raggiungere l'obiettivo ottimo: “La specializzazione del sapere, anziché servire ad allargare il confronto finisce col creare sentieri nei quali i saperi avanzano tra loro separati. (Omissis) Come fossimo cavalli da corsa, avere i paraocchi rappresenta un grosso aiuto nel mantenere la massima concentrazione per raggiungere senza distrazioni o tentennamenti l’obiettivo. Al contempo però i paraocchi sono un handicap quando si tratta di scegliere l’obiettivo da perseguire. Quando non si sa esattamente dove andare ecco che diventano essenziali la visione periferica e il pensiero laterale." Questo ampliarsi del punto di vista del professionista economico aziendale si immagina possa portare un risultato tanto semplice quando fondamentale: rimettere al centro di un progetto che impatta sul "sistema azienda", l'informativa rilevante a livello economico aziendale, la modalità con qui essa viene generata a partire da dati economicamente significativi e non lo strumento utilizzato per giungere a tal fine. Ciò ovviamente non vuole togliere rilevanza all'aspetto informatico, che sempre più si va ad integrare a quello economico aziendale nell'ambito di un progetto di consulenza, al contrario: chi scrive ritiene che il miglior risultato ottenibile da un'applicazione informatica possa essere raggiunto solo nel caso in cui la stessa risulti esattamente confacente alla soddisfazione delle esigenze manifestate dall'azienda cliente e che sono evidentemente indirizzate verso il raggiungimento di un obiettivo rilevante da un punto di vista "aziendale" in questo caso nel senso più stretto del termine. La soluzione definita per il problema deve, di contro, essere quanto più possibile in linea e coerente con le logiche di funzionamento degli attuali sistemi informatici, al fine di non pervenire
  • 3. ad un risultato logicamente perfetto ma di fatto irrealizzabile da un punto di vista pratico. Le considerazioni fin qui condotte possono spingere l'analisi ad un livello ulteriore: sempre più spesso è capitato di osservare come le problematiche esposte da aziende clienti classificabili come micro e piccole imprese prevedano soluzioni che tipicamente vengono proposte e sviluppate su realtà maggiormente strutturate e di più grandi dimensioni. Senza dover cambiare esempi rispetto ai precedenti, non è assolutamente infrequente trovare un'azienda artigiana che ha necessità di monitorare ed analizzare le proprie vendite al fine di rilevare eventuali situazioni critiche o spunti per miglioramenti: tale esigenza trova ovviamente la propria naturale soddisfazione nello sviluppo di una reportistica sulle vendite, a quantità e valore, tramite la quale lo stesso imprenditore possa operare analisi storiche e multidimensionali (nel caso più semplice per tipologia di cliente e di prodotto). Per ottenere il risultato più efficiente possibile, la soluzione descritta dovrebbe essere implementata sfruttando strumenti di Business Intelligence in grado di fornire una logica di analisi drill -down e multidimensionale: sebbene, ad una prima analisi, questa soluzione possa sembrare "eccessiva" per una piccola realtà aziendale, l'utilizzo di applicazioni informatiche evolute, spesso gratuite o disponibili a costi molto accessibili e particolarmente "user friendly" anche in fase di sviluppo, può portare a risultati assolutamente professionali in tempi molto rapidi (paragonabili a quelli necessari per realizzare un report tramite un comune foglio di calcolo) e senza richiedere l'intervento di tecnici informatici per l'implementazione. La semplicità d’uso della soluzione e la possibilità che l’intero progetto venga portato avanti da un aziendalista fornisce una ragionevole garanzia sul fatto che l’attenzione sia interamente focalizzata sull'informazione contenuta nel report, sulla base dati di partenza e sulla più efficace modalità espositiva. Gli strumenti informatici in parola, grazie alla loro semplicità di utilizzo, possono rappresentare una valida soluzione per il consulente aziendale per progetti di differente complessità e dimensione, consentendo di elaborare sia le informazioni raccolte e fornite dal cliente su file sia direttamente la base dati del sistema informatico gestionale in uso presso il cliente, al fine di pervenire all'informazione necessaria alla soddisfazione dell'esigenza informativa. Ulteriori evoluzioni connesse con questo aspetto sono legate alla diffusione di sistemi in grado di rendere possibile lo sviluppo di vere e proprie applicazioni informatiche "vestite" sull'esigenza del cliente in tempi rapidi, anche in questo caso concentrando l'attenzione sulle funzionalità di processo e di trattamento delle informazioni, anziché sullo strumento utilizzato per tale fine. Quest’ultima visione apre, a sua volta, scenari futuri ben più complessi, che potrebbero portare ad affermare (ad oggi più che altro in maniera provocatoria) che la vera e propria applicazione informatica finalizzata alla gestione di uno specifico processo aziendale in futuro sarà realizzata non dall’esperto
  • 4. informatico ma dall’esperto del processo oggetto di automazione o comunque a favore del quale l’applicativo deve essere realizzato, esattamente come oggi non si richieste l’intervento dell’esperto informatico per la realizzazione di un foglio di calcolo riepilogativo di un’analisi condotta a fronte di una specifica richiesta di un’azienda cliente.