Water Economy


                people, environment, science, economy
Position Paper: Water economy (IT)
www.barillacfn.com
                                                   info@barillacfn.com

                                                       Advisory Board
             Barbara Buchner, Claude Fischler, Mario Monti, John Reilly
                  Gabriele Riccardi, Camillo Ricordi, Umberto Veronesi

                                                  In collaborazione con
                            Carlo Alberto Pratesi – Università Roma Tre
                                                  Life Cycle Engineering
                                      The European House-Ambrosetti

                                 Coordinamento editoriale e redazione
                                                     Codice Edizioni

                                      Progetto grafico e impaginazione
                                                       adfarmandchicas

                                                           Immagini
                                 National Geographic Image Collection

                                           Water Economy (aprile 2011)

Immagine di copertina: Bruce Dale/National Geographic Image Collection
Lynn Johnson/National Geographic Image Collection
La	visione	deL	
  BariLLa	Center	
	 for	food	&	nutrition

  offrire	una	moLtepLiCità	di	ContriButi	ad	aLto	
  Contenuto	sCientifiCo	e	diventare	neL	tempo	un	
  prezioso	strumento	di	servizio	aLLe	istituzioni,	
  aLLa	Comunità	sCientifiCa,	ai	media	e	aLLa	soCietà	
  CiviLe;	punto	di	inContro	tra	Chiunque	aBBia	a	
  Cuore	L’aLimentazione,	L’amBiente,	Lo	sviLuppo	
  sosteniBiLe	e	Le	sue	impLiCazioni	suLLa	vita	deLLe	
  persone.
4
    Water Economy
Il BarIlla Center
for food & nutrItIon




I
      l Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) è un centro di analisi e proposte
      dall’approccio multidisciplinare che ha l’obiettivo di approfondire i grandi temi lega-
      ti all’alimentazione e alla nutrizione su scala globale.
Nato nel 2009, il BCFN si propone di dare ascolto alle esigenze attuali emergenti dalla
società, raccogliendo esperienze e competenze qualificate a livello mondiale, favorendo
un dialogo continuo e aperto.
La complessità dei fenomeni oggetto di indagine ha reso necessario adottare una meto-
dologia che vada oltre i confini delle diverse discipline: da qui nasce la suddivisione delle
tematiche oggetto di studio in quattro macro-aree: Food for Sustainable Growth, Food for
Health, Food for All, Food for Culture.
Le aree di analisi coinvolgono scienza, ambiente, cultura ed economia; all’interno di que-
sti ambiti, il BCFN approfondisce gli argomenti di interesse, suggerendo proposte per
affrontare le sfide alimentari del futuro.
In linea con questa impostazione, le attività del BCFN sono guidate dall’Advisory Board,
un organismo composto da esperti appartenenti a settori diversi ma complementari, che
propone, analizza e sviluppa i temi e successivamente formula su di essi raccomandazioni
concrete.
Per ogni area sono stati quindi individuati uno o più advisor specifici: Barbara Buchner
(esperta di energia, climate change e ambiente) e John Reilly (economista) per l’area Food
for Sustainable Growth; Mario Monti (economista) per l’area Food for All; Umberto Vero-
nesi (oncologo), Gabriele Riccardi (nutrizionista) e Camillo Ricordi (immunologo) per
l’area Food for Health; Claude Fischler (sociologo) per l’area Food for Culture.
Nei suoi primi due anni di attività il BCFN ha realizzato e divulgato numerose pubbli-
cazioni scientifiche. Guidato dalle scadenze istituzionali e dalle priorità presenti nelle
agende economiche e politiche internazionali, in questi primi anni di ricerca ha raffor-
zato il proprio ruolo di collettore e connettore tra scienza e ricerca da un lato e decisioni
politiche e azioni governative dall’altro.
Il BCFN ha inoltre organizzato eventi aperti alla società civile, tra i quali l’International
Forum on Food & Nutrition, un importante momento di confronto con i più grandi esperti
del settore, giunto alla sua seconda edizione. Il BCFN continua per il terzo anno il suo per-
corso di analisi e condivisione, rendendo accessibili i propri contenuti al maggior numero
possibile di interlocutori e ponendosi come punto di riferimento sui temi dell’alimenta-
zione e della nutrizione.
In particolare, nell’area Food for Sustainable Growth, il Barilla Center for Food & Nutrition
ha approfondito il tema dell’impiego delle risorse naturali all’interno della filiera agroali-
mentare, segnalando le criticità esistenti e definendo proposte per migliorare e valutare
l’impatto sull’ambiente delle attività di produzione e consumo di cibo.
Il documento che vi presentiamo s’inserisce in tale ambito di attività, proponendosi di
indagare come sia possibile gestire, governare e utilizzare in modo sostenibile la risorsa-
acqua per affrontare una delle più grandi sfide che la collettività si trova oggi a fronteg-
giare su scala globale: la riduzione delle scorte idriche e la diminuzione di acqua dolce
disponibile per gli esseri viventi sul nostro Pianeta.




le aree di studio




                                  food for
                                  SuStaInaBle GroWtH




 food for Culture                                                  food for all




                                  food for HealtH
Greg Dale/National Geographic Image Collection
IndICe


executive Summary                                                                     12

1. disponibilità d’acqua: dall’abbondanza alla scarsità                               21
    1.1 Quanta acqua abbiamo?                                                         23
   Box Dove finisce la pioggia?                                                       26
    1.2 Come utilizziamo l’acqua: agricoltura, industria e famiglie                   27
   Box I sistemi d’irrigazione in India, Pakistan e Bangladesh: dai canali ai pozzi   30
   Box Uso insostenibile dell’acqua in agricoltura                                    31
    1.3 La scarsità d’acqua oggi                                                      36
   Box Lo scenario globale dell’acqua in pillole                                      39
    1.4 Perché aumenta la domanda d’acqua                                             40
       1.4.1 L’incremento demografico e il processo di urbanizzazione                 40
       1.4.2 Aumento del benessere della popolazione e cambiamento
       delle abitudini alimentari                                                     42
       1.4.3 Lo sviluppo socio-economico e la produzione di biocarburanti             43
    1.5 Perché si riduce la disponibilità d’acqua                                     45
       1.5.1 L’inquinamento                                                           45
        Box Il caso della Cina: la crisi idrica                                       46
       1.5.2 Il cambiamento climatico                                                 48
        Box L’impatto del cambiamento climatico in Australia                          52
    1.6 Il ruolo delle tecniche                                                       53
       1.6.1 Le tecniche di irrigazione                                               53
        Box L’irrigazione a goccia                                                    54
       1.6.2 Le tecnologie emergenti                                                  55
    1.7 Scenari futuri                                                                57
        Box Le iniziative relative all’acqua                                          60

2. realtà e prospettive del diritto all’accesso all’acqua                             67
    2.1 Verso la Water Security                                                       68
    Box Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio                                       72
    2.2 L’accesso all’acqua negli Obiettivi di Sviluppo del Millennio                 74
       2.2.1 I criteri di misurazione                                                 74
       2.2.2 I progressi dell’accesso all’acqua potabile                              75
       2.2.3 I progressi dell’accesso a strutture igienico-sanitarie                  82
    Box Cina e India: grandi progressi nell’accesso all’acqua potabile

    e alle strutture sanitarie                                                        88
       2.2.4 Analisi costi-benefici                                                   89

3. Scelte e comportamenti per un consumo sostenibile dell’acqua                       93
    3.1 L’impronta idrica (water footprint)                                           94
    Box Il Water Footprint Network e la sua storia                                    95
Box   L’analisi del ciclo di vita di un prodotto                                   96
     3.2 Il calcolo dell’impronta idrica: verde, blu e grigia                         100
     Box L’evapotraspirazione                                                         103
     3.3 Il contenuto di acqua virtuale di alcuni prodotti e alimenti                 104
     Box Le buone abitudini per risparmiare acqua                                     106
     3.4 L’impronta idrica della Piramide Alimentare                                  107
     del Barilla Center for Food & Nutrition
     3.5 L’impatto delle abitudini alimentari sul consumo d’acqua                     117
appendice Le principali fonti dei dati                                                122

4. l’impronta idrica di una nazione e il commercio di acqua virtuale                  127
    4.1 L’impronta idrica di un individuo, una nazione, un prodotto, un’azienda       128
      4.1.1 L’impronta idrica di un Paese                                             128
    4.2 I flussi di acqua virtuale (virtual water trade)                               134
    Box I flussi di acqua virtuale in Cina                                             135
      4.2.1 Benefici economici e ambientali                                            138
      4.2.2 Il rischio del “colonialismo” idrico                                       138
    Box I principali bacini idrici condivisi                                           141
    Box L’acqua come fonte di conflitti                                                143

5. la privatizzazione dell’acqua: tra pubblico e privato                              147
    5.1 La privatizzazione dell’acqua                                                 148
      5.1.1 Diritti di proprietà privati sulle risorse idriche                        148
    Box Acqua e petrolio: punti in comune e differenze                                 149
      5.1.2 Il coinvolgimento del settore privato nella gestione dei servizi idrici    150
      5.1.2.1 I modelli gestionali di coinvolgimento del settore privato in Europa     150
    Box Il costo dell’acqua nel mondo                                                  153
      5.1.3 Il coinvolgimento del settore privato nel finanziamento                    154
      delle infrastrutture e dei servizi
      5.2 Rischi e benefici                                                           155
    Box Le perdite negli acquedotti pubblici italiani                                 157
    Box La privatizzazione e la mobilitazione della società civile                    158
    Box Contratto Mondiale dell’Acqua                                                 160

6. raccomandazioni: le aree di intervento                                             163

Bibliografia e sitografia essenziali                                                  174
Bibliografia                                                                          176
Sitografia                                                                            184
Lynn Johnson/National Geographic Image Collection
Water	eConomY
  “oggi	La	gente	ConosCe	iL	prezzo	di	tutto	e	iL	
  vaLore	di	nuLLa”	

                     oscar	Wilde,	Il ritratto di Dorian Gray
eXeCutIVe SuMMarY




                Introduzione



                C
                        he l’acqua sia un valore ce ne accorgiamo solo quando scarseggia. Finora il proble-
                        ma poteva sembrare limitato ai Paesi più sfortunati, ma le cose potrebbero cambiare
                        perché l’acqua “di qualità” – ossia dolce e non inquinata – rappresenta solo una mi-
                nima percentuale delle nostre riserve. E noi ne usiamo sempre di più: sia perché aumenta
Water Economy




                la popolazione della Terra, sia per il maggiore benessere raggiunto da molti Paesi che spinge
                le persone a consumare (e sprecare) più acqua. Un consumo che va considerato non solo in
                termini “reali” (calcolando le quantità che si usano per la cura di se stessi, per la cucina o per
                la pulizia della casa), ma anche “virtuali” (in termini di impronta idrica), stimando cioè tutta
12
                l’acqua che è stata utilizzata lungo l’intero ciclo di vita di un qualunque prodotto o servizio
                acquistato. Basti pensare che se si modifica il proprio stile alimentare – per esempio passan-
                do a una dieta più ricca di frutta, verdura e cereali, limitando la quantità di proteine animali
                – è possibile ridurre anche in modo significativo i consumi di acqua “virtuale”.
                Quindi, se da un lato la domanda cresce e dall’altro le risorse si riducono – anche per colpa sia
                dell’inquinamento sia del cambiamento climatico –, è indubbio che il valore economico dell’ac-
                qua crescerà e le sperequazioni, che già oggi ci sono tra chi ha acqua e chi ne ha molta meno,
                potranno portare nuovi attriti. Sappiamo bene quanti interessi e a quale drammatica litigiosità
                porta il controllo dei giacimenti petroliferi: i conflitti per l’acqua potrebbero essere ancora più
                gravi. Anche perché, in definitiva, senza petrolio si può sopravvivere, senza acqua no.
                Quindi occorre un sforzo congiunto per adottare un uso più razionale dell’acqua, specialmen-
                te in agricoltura (che rappresenta il settore “idrovoro” per eccellenza) e a livello personale
                (per esempio con diete water saving). Serve anche formulare una nuova normativa che assicu-
                ri realmente il “diritto all’acqua” e definisca i confini della privatizzazione che, se da un lato
                potrebbe portare a vantaggi in termini di maggiore efficienza nella gestione delle fonti, dall’al-
                tro va attentamente controllata per evitare aumenti indebiti dei prezzi e minore accessibilità
                da parte delle fasce più vulnerabili della popolazione.
                Per questo motivo abbiamo deciso di parlare per primi di water economy, ed è proprio in
                quest’ottica che il Barilla Center for Food & Nutrition con questo documento vuole mettere
                a disposizione della collettività le principali evidenze scientifiche, giuridiche, economiche e
                sociali, che consentono a tutti di prendere parte alla discussione.
                Perché la sfida della water economy inizia adesso: per vincerla serve la collaborazione di
                ognuno di noi.
executive Summary

In un futuro prossimo, anche a causa del riscaldamento globale e dell’inquinamento, la quan-
tità d’acqua dolce a disposizione dell’umanità potrebbe non essere più sufficiente a soddisfare
la crescente domanda. Se i trend dello sviluppo demografico ed economico dovessero essere
confermati e se non adotteremo nuovi sistemi per evitare gli sprechi e ridurre i consumi, il va-
lore della risorsa idrica finirà per aumentare al punto da condizionare gravemente l’economia
globale e gli equilibri geopolitici.
Per questo gestire e governare la risorsa-acqua e il suo utilizzo rappresenta una delle più grandi
sfide che la collettività si trovi oggi ad affrontare su scala globale.



1. disponibilità d’acqua: dall’abbondanza alla scarsità

Il tema della disponibilità d’acqua attuale e futura è stato introdotto attraverso una fotografia
dello scenario attuale delle risorse idriche, sia considerandone i relativi impieghi in campo
agricolo, industriale e domestico, sia i maggiori consumi previsti in futuro.
A tale proposito, sono stati individuati i principali fenomeni globali che incideranno in modo
significativo sull’aumento del consumo d’acqua (incremento demografico, aumento del be-
nessere della popolazione con conseguente modifica degli stili di vita e delle abitudini alimen-




                                                                                                                                           Water Economy
tari, urbanizzazione ed espansione delle attività economiche, produzione di biocarburanti)
e sulla riduzione delle riserve idriche disponibili (cambiamenti climatici e inquinamento).
Complessivamente, il nostro Pianeta dispone di circa 1,4 miliardi di km3 d’acqua. Si stima però                     l’aCqua dolCe
che solo poco meno di 45.000 km3 d’acqua (pari allo 0,003% del totale) siano teoricamente                           rappreSenta Solo
                                                                                                                    lo 0,001% dell’aCqua   13
fruibili e solo 9-14.000 (pari a circa lo 0,001% del totale) siano effettivamente disponibili per
                                                                                                                    totale.
l’utilizzo da parte dell’uomo, poiché di sufficiente qualità e accessibili a costi accettabili.


lo scenario di riferimento attuale e futuro delle risorse idriche



                            oGGI                                                           doManI


                                                 cambiamento
                                                    climatico


                                                inquinamento




 Cause dell’aumento della domanda d’acqua:


        incremento	demografico                aumento	del	benessere                           sviluppo	socio	
                                                                                              economico

        processo	                             cambiamento	                                    biocarburanti
        di	urbanizzazione                     abitudini	alimentari



                                                                fonte:	Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	2011
13 paeSI dISponGono      Analizzando la localizzazione dell’acqua, si nota come le risorse di acqua dolce siano distribu-
                        del 64,4% delle     ite in modo disomogeneo tra le regioni del Pianeta: il 64,4% delle risorse idriche mondiali è
                        rISorSe IdrICHe     localizzato in soli 13 Paesi.
                               MondIalI.
                                            L’allocazione delle risorse idriche è sbilanciata verso il settore agricolo, con il 70% dei consumi
                      l’aGrIColtura uSa     di acqua dolce, mentre il 22% riguarda l’industria e il restante 8% è utilizzato per usi domestici.
                       Il 70% dell’aCqua    Accanto alle tecnologie emergenti per la gestione dell’acqua, un ruolo importante è giocato
                                  dolCe.    dalle moderne tecniche di irrigazione, che, nel comparto agricolo, garantiscono adeguate ri-
                                            sorse al 20% della superficie coltivata a livello mondiale, mentre il restante 80% si basa invece
                                            sull’apporto idrico pluviale.
                        una perSona Su      Occorre sottolineare come più di una persona su sei nel mondo non raggiunga gli standard
                     SeI non Ha aCqua a     minimi, indicati dall’ONU in 20-50 litri di acqua dolce giornalieri pro capite, necessari ad
                           SuffICIenza.     assicurare i bisogni primari legati all’alimentazione e all’igiene.
                                            L’attuale domanda d’acqua, già molto elevata, crescerà costantemente in futuro, provocando
                                            una situazione di progressiva scarsità, soprattutto in alcune aree del Pianeta.
                                            Dal punto di vista ambientale l’acqua è considerata “scarsa” quando più del 75% delle risorse
                                            fluviali e sotterranee vengono prelevate per essere impiegate nell’agricoltura, nell’industria e
                                            per uso domestico: in questo caso lo sfruttamento si sta avvicinando (o ha già oltrepassato) il
                                            limite di sostenibilità.
                  SI StIMa CHe nel 2025     Lo scenario previsto per il 2025 della scarsità di acqua appare drammaticamente peggiore ri-
                       I prelIeVI d’aCqua   spetto all’attuale. Le aree caratterizzate da un elevato tasso di prelievo delle risorse disponibili
Water Economy




                auMenteranno del 50%.       (superiori al 20%) aumenteranno sostanzialmente, allargandosi all’intero territorio degli Stati
                                            Uniti, dell’Europa continentale e del sud dell’Asia e peggiorando in termini di valore percen-
                                            tuale in ampie aree dell’Africa e della penisola indiana.
                                            Si stima che una quota compresa tra il 15% e il 35% degli attuali prelievi d’acqua per irrigazione
14                                          non sarà sostenibile in futuro, a causa della crescita demografica, del permanere di pratiche di ir-
                                            rigazione inefficienti e della crescente competizione in essere per l’utilizzo della risorsa idrica. Si
                                            stima inoltre che al crescere della popolazione entro il 2025 i prelievi di acqua necessari a soddi-
                                            sfarne i bisogni aumenteranno del 50% nei Paesi in via di sviluppo e del 18% in quelli sviluppati.



                                            2. realtà e prospettive del diritto all’accesso all’acqua

                  Il dIrItto all’aCqua è    Il “diritto all’acqua” – riconosciuto per la prima volta nella storia solo recentemente attraverso la
                    Stato rIConoSCIuto      risoluzione ONU del 29 luglio 2010 come diritto umano universale e fondamentale – si sostanzia
                Solo nel 2010 dall’onu.     nel riconoscimento a ciascun individuo, senza alcuna discriminazione, della possibilità di accede-
                                            re – fisicamente ed economicamente – a una quantità d’acqua sufficiente e sicura. Rendere l’ac-
                                            qua potabile accessibile in quantità e qualità sufficienti a soddisfare i bisogni primari di una per-
                                            sona è il target numero 10 degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development
                    poSItIVI I proGreSSI    Goals – MDG) che si propone di «dimezzare rispetto al 1990 ed entro il 2015 la percentuale di po-
                 rISpetto all’oBIettIVo     polazione senza accesso sostenibile all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie di base».
                        dI dIMezzare la     Nel 2008 le persone senza accesso a risorse idriche sufficienti e adeguate erano circa 884 mi-
                    popolazIone Senza
                                            lioni – di queste l’84% viveva in aree rurali –, mentre quelle senza la possibilità di beneficiare
                     aCCeSSo all’aCqua
                                potaBIle.
                                            di adeguati sistemi igienico-sanitari erano 2,6 miliardi.
                                            Le analisi svolte dall’OMS/UNICEF circa i progressi conseguiti per il raggiungimento dell’ac-
                                            cessibilità dell’acqua potabile (target 10) evidenziano come la situazione attuale sia soltanto in
                                            parte in linea con l’obiettivo prefissato.
                                            Mantenendo infatti i trend attuali, nel 2015 la percentuale di popolazione con accesso idrico
                                            presso le proprie abitazioni sarà superiore all’obiettivo fissato del 90%, riducendo così a 672
                                            milioni le persone che ne saranno ancora sprovviste.
Non sarà invece possibile raggiungere l’obiettivo di dimezzamento delle persone senza ac-             In rItardo
cesso a strutture igienico-sanitarie adeguate, perché il risultato sarebbe inferiore di ben 13        per MIGlIorare
punti percentuali rispetto a quanto previsto. Si stima infatti che nel 2015 circa 2,7 miliardi di     l’aCCeSSo a Strutture
persone non avranno accesso a strutture sanitarie di base.                                            IGIenICo-SanItarIe
                                                                                                      adeGuate.
Un’analisi costi-benefici condotta dall’OMS in merito alla reale possibilità di realizzare entro il
2015 il target 10 dell’Obiettivo di Sviluppo numero 7 e il relativo piano delle azioni, stima che
ogni dollaro americano investito per migliorare l’accesso all’acqua e ai servizi igienici genere-
rebbe ritorni economici compresi tra i 3 e i 34 dollari americani.



3. Scelte e comportamenti per un consumo sostenibile dell’acqua

L’impronta idrica di un prodotto (una commodity, un bene o un servizio) è costituita dal              l’IMpronta IdrICa
volume d’acqua dolce consumata per produrlo, sommando tutte le fasi del ciclo di vita.                deI prodottI VarIa
Il confronto tra l’impronta idrica (espressa in metri cubi per tonnellata) di alcuni prodotti         In Modo Molto
                                                                                                      SIGnIfICatIVo.
agricoli in alcuni Paesi del mondo esprime differenze notevoli sia confrontando i diversi pro-
dotti tra loro, sia prendendo in considerazione il luogo di produzione.
In particolare, i prodotti dell’allevamento (carne, uova, latte e derivati) presentano un’impron-
ta idrica maggiore rispetto a quelli coltivati, poiché gli animali da allevamento consumano,
in alcuni casi per diversi anni prima di essere trasformati in prodotti alimentari, una grande




                                                                                                                               Water Economy
quantità di prodotti coltivati come nutrimento.
Inoltre, l’impronta idrica di uno stesso prodotto può variare notevolmente da luogo a luogo,
dipendendo da fattori quali il clima, le tecniche agricole adottate, la resa dei raccolti, ecc.
Le diverse abitudini alimentari implicano quindi un maggiore o minore consumo di risorse
idriche. Infatti un individuo utilizza in media dai due ai cinque litri d’acqua al giorno per bere,                            15
mentre il consumo d’acqua virtuale giornaliero per alimentarsi varia da circa 1500-2600 litri
nel caso di una dieta vegetariana a circa 4000-5400 in caso di una ricca di carne.
Se tutti gli abitanti del Pianeta quindi adottassero il regime alimentare medio dei Paesi occi-
dentali, caratterizzato da un elevato consumo di carne, sarebbe necessario un incremento del
75% dell’acqua utilizzata attualmente per produrre cibo.
Affiancando alla piramide alimentare una piramide ambientale dell’acqua, analogamente a               la pIraMIde IdrICa
quanto proposto dal Barilla Center for Food & Nutrition nel precedente lavoro Doppia Pira-            deGlI alIMentI e delle
mide: alimentazione sana per le persone, sostenibile per il Pianeta, si ottiene una Doppia Pirami-    BeVande del BCfn.
de che evidenzia come la maggior parte degli alimenti per i quali è consigliato un consumo
più frequente sono anche quelli che presentano un’impronta idrica minore.
Viceversa, la maggior parte degli alimenti per i quali viene raccomandato un consumo meno
frequente sono anche quelli che hanno un maggior impatto sull’ambiente anche dal punto di
vista del consumo di risorse idriche.



4. l’impronta idrica di una nazione e il commercio di acqua virtuale

L’impronta idrica può essere calcolata non solo per ogni prodotto o attività, ma anche per ogni       l’IMpronta IdrICa
gruppo ben definito di consumatori (un individuo, una famiglia, gli abitanti di una città, un’in-     GloBale è pIù del
tera nazione) o produttori (aziende private, organizzazioni pubbliche, settori economici).            doppIo del fIuMe
L’impronta idrica globale ammonta a 7452 miliardi di m3 di acqua dolce all’anno, pari a 1243 m3       MISSISSIppI.

all’anno pro capite, cioè a più del doppio della portata annuale del fiume Mississippi.
Considerando l’impronta idrica in valore assoluto, il Paese che consuma il volume maggio-
re d’acqua è l’India (987 miliardi di m3), seguita dalla Cina (883) e dagli Stati Uniti (696).
Randy Olson/National Geographic Image Collection
Position Paper: Water economy (IT)
Prendendo in considerazione invece i valori pro capite, i cittadini degli Stati Uniti hanno
                                         un’impronta idrica media pari a 2483 m3 all’anno, seguiti dagli italiani (2232) e dai tailandesi
                                         (2223). Le differenze tra Paesi dipendono da un insieme di fattori. I quattro principali sono:
                                         volume e modello dei consumi, clima e pratiche agricole.
                 VIrtual Water trade.    Gli scambi commerciali tra Paesi determinano un trasferimento di flussi di acqua virtuale
                                         (virtual water trade), poiché le materie prime, i beni e i servizi sono caratterizzati da un certo
                                         contenuto di acqua virtuale. L’impronta idrica è scomponibile quindi in due parti: impronta
                                         idrica interna (ovvero il consumo di risorse d’acqua domestiche) ed esterna (il consumo di
                                         risorse d’acqua esterne, provenienti cioè da altri Paesi).
                       l’europa è un     L’Europa è un importatore netto di acqua virtuale e la sua sicurezza idrica dipende fortemente da
                IMportatore netto dI     risorse esterne. La globalizzazione dell’impiego dell’acqua sembra comportare sia opportunità sia
                     aCqua VIrtuale.     rischi, in quanto il livello di interdipendenza tra i Paesi nello scambio virtuale di risorse idriche è
                                         destinato a crescere, dato il processo continuo di liberalizzazione del commercio internazionale.
                      aCqua VIrtuale     Una delle opportunità principali è costituita dal fatto che l’acqua virtuale può essere conside-
                  CoMe fonte d’aCqua     rata come una fonte d’acqua alternativa, permettendo di preservare le risorse locali.
                         alternatIVa.    Inoltre, a livello globale, è possibile ottenere un risparmio del volume d’acqua consumata
                                         quando un prodotto viene commercializzato da un Paese con elevata produttività delle risorse
                                         idriche (per quel determinato prodotto) a un altro con una bassa produttività.
                                         I rischi maggiori sono rappresentati dal fatto che per ogni Paese potrebbe verificarsi un’ecces-
                                         siva dipendenza dalle risorse idriche di altre nazioni, nonché che le importazioni di prodotti
Water Economy




                                         ad alto contenuto d’acqua virtuale implichino l’esternalizzazione degli effetti indiretti dello
                 ColonIalISMo IdrICo.    sfruttamento di questa risorsa dal Paese importatore a quello esportatore. Questo fenomeno
                                         viene descritto anche come “colonialismo idrico”, ossia una nuova forma di dominazione da
                                         parte dei Paesi ricchi a danno di quelli più poveri che, spinti dalla richiesta di merci dall’estero,
18              ConflIttI per l’aCqua.   rischiano di prosciugare le proprie riserve idriche. L’acqua come obiettivo strategico è sempre
                                         più spesso all’origine di situazioni conflittuali tra Stati, generati per la competizione tra i diver-
                                         si usi dell’acqua (domestico, industriale, agricolo) all’interno di uno Stato, oppure per l’utilizzo
                                         di un corpo idrico comune che attraversa le frontiere. Basti pensare che i bacini idrici condivisi
                                         da più Paesi coprono quasi la metà della superficie terrestre e accomunano 145 nazioni.



                                         5. la privatizzazione dell’acqua: tra pubblico e privato

                  dIrItto dI proprIetà   Con l’espressione “privatizzazione dell’acqua” si può fare riferimento a tre differenti ambiti.
                delle rISorSe IdrICHe.   Il primo è quello dei diritti di proprietà privata sulle risorse idriche, ammettendone la libera
                                         compravendita: questa fattispecie, presente in alcuni Paesi in via di sviluppo, è molto lontana
                                         dall’esperienza europea, dove l’acqua è saldamente nelle mani della collettività. Il nostro siste-
                                         ma istituzionale si è infatti sempre basato non sulla proprietà pubblica delle risorse, ma sulla
                                         regolazione dell’uso di una risorsa di proprietà comune e come tale inalienabile. L’utilizzatore
                                         pertanto non “compra l’acqua”, ma acquisisce il diritto di usarla.
                     CoInVolGIMento      Il secondo ambito è il coinvolgimento del settore privato nella gestione dei servizi idrici, secondo
                 del Settore prIVato     tre diversi modelli gestionali:
                     nella GeStIone.     - monopolio territoriale vitalizio, privatizzato e regolato, applicato nel Regno Unito e fondato
                                           sul trasferimento effettivo della proprietà dell’intera infrastruttura e del controllo dell’acqua
                                           nelle mani di operatori privati;
                                         - titolarità pubblica con affidamento temporaneo a privati attraverso meccanismi di gara,
                                           come accade in Francia;
                                         - titolarità e gestione pubblica, come in Italia e Germania, con l’acquisizione dal mercato delle
                                           risorse necessarie per l’erogazione del servizio.
Il terzo ambito è il coinvolgimento del settore privato nel finanziamento delle infrastrutture e dei        CoInVolGIMento del
servizi, poiché i tradizionali circuiti della finanza pubblica non sono più sufficienti a garantire         Settore prIVato nel
il capitale necessario ad erogarlo nei modi e nei tempi debiti.                                             fInanzIaMento delle
                                                                                                            InfraStrutture.
La “privatizzazione” dell’acqua porta con sé al contempo rischi e benefici.
Tra i principali benefici vi è la presunta convinzione che il settore privato sia più efficiente di
quello pubblico nell’ottimizzare la gestione della distribuzione dell’acqua, nonché nel raziona-
lizzare i costi e ridurre conseguentemente le tariffe per gli utenti. Inoltre l’affidamento di tali
contratti ai privati consente di ripartire il costo di manutenzione della rete dell’acquedotto, a
fronte della cessione dei profitti.
La privatizzazione delle risorse idriche invece può comportare anche dei rischi, quali ad esem-
pio i rialzi anche molto consistenti delle tariffe anziché la prevista riduzione delle stesse o
l’inadempienza degli operatori privati verso i propri obblighi di sviluppo della rete idrica, so-
prattutto verso i quartieri più poveri.
Ma se l’acqua è un bene di tutti, solamente un efficace sistema di controllo democratico può                neCeSSItà dI
costituire un’adeguata garanzia di fronte ai rischi derivanti da un inefficace modello di gestio-           un Confronto
ne della risorsa idrica, sia esso pubblico o “privatizzato”.                                                deMoCratICo.




6. raccomandazioni: le aree di intervento




                                                                                                                                  Water Economy
Le aree prioritarie di intervento sono, a nostro giudizio, otto:
1 Modelli e strumenti per favorire una reale gestione “integrata” dell’acqua: mettere a punto poli-
  tiche, modelli e strumenti di gestione integrati, nell’ottica della water economy, per affron-
  tare con efficacia le problematiche legate alle risorse idriche.
2 Pratiche, know-how e tecnologia per l’incremento della produttività dell’acqua (more crop per                                   19
  drop) e la riduzione degli sprechi: spezzare la correlazione esistente, e oggi molto forte, tra svilup-
  po economico, crescita demografica e conseguente incremento nei livelli di consumo d’acqua.
3 L’impronta idrica come indicatore oggettivo semplice e comunicabile: impiegare l’impronta
  idrica come strumento di valutazione complessiva degli impatti ambientali delle persone,
  delle imprese (di produzione e di distribuzione, all’interno di ogni settore) e degli Stati.
4 Stili alimentari e di consumo a minor contenuto di acqua: orientare i comportamenti individuali
  e i modelli di consumo verso stili di vita che implichino un impiego più attento dell’acqua.
5 Localizzazione efficiente delle colture e virtual water trade per un risparmio su scala globale delle
  risorse idriche consumate: ripensare la localizzazione su scala globale delle attività di produzio-
  ne dei beni a maggiore incidenza di consumo di acqua secondo criteri di efficienza.
6 Impegno e responsabilità delle istituzioni per garantire l’accesso all’acqua: favorire l’accesso
  all’acqua potabile e a infrastrutture igienico-sanitarie per le popolazioni oggi più svantag-
  giate sotto questo profilo, promuovendo gli investimenti necessari e rimuovendo i vincoli
  di natura tecnica e politica.
7 Valorizzazione economica delle risorse idriche e internazionalizzazione del costo dell’acqua nel
  prezzo: ripensare il funzionamento dei mercati nell’ottica della water economy mediante
  la definizione di modelli economici in grado di definire con precisione il valore economico
  associato all’uso dell’acqua.
8 Gestione della risorsa idrica tra privatizzazione e controllo democratico: considerare la privatiz-
  zazione partendo dagli interessi delle persone, vincolando le aziende private di gestione al
  rispetto di principi sociali ed etici e introducendo un efficace sistema di controllo demo-
  cratico che costituisca un’adeguata garanzia di fronte ai rischi derivanti da un inefficiente
  modello di gestione della risorsa idrica, sia esso pubblico o “privatizzato”.
Ed Kashi/National Geographic Image Collection




                                                20
                                                     Water Economy
1.	disponiBiLità	
   d’aCqua:	
   daLL’aBBondanza	
   aLLa	sCarsità
  iL	nostro	pianeta	dispone	di	CirCa	1,4	miLiardi	di	
  ChiLometri	CuBi	d’aCqua:	poCo	meno	deLLo	0,003%	
  deL	totaLe	sono	teoriCamente	fruiBiLi




                                                        Water Economy
                                                        21
q
                        uesto capitolo fornisce una fotografia dello scenario attuale delle risorse idriche,
                        considerandone la disponibilità e i relativi impieghi in campo agricolo, industria-
                        le e domestico. Presenta anche un’ipotesi sulla sua evoluzione futura, tenendo in
                considerazione la probabile minore disponibilità di risorse idriche a fronte dei maggiori
                consumi previsti.
                A tal proposito, sono stati individuati i principali fenomeni globali che incideranno in
Water Economy




                modo significativo sull’aumento del consumo d’acqua (incremento demografico, aumento
                del benessere della popolazione con conseguente modifica degli stili di vita e delle abi-
                tudini alimentari, urbanizzazione ed espansione delle attività economiche, produzione di
                biocarburanti) e sulla riduzione delle riserve idriche disponibili (cambiamenti climatici e
22
                inquinamento in particolare).



                figura 1.1. lo scenario di riferimento attuale e futuro delle risorse idriche



                                            oGGI                                                          doManI


                                                                cambiamento
                                                                   climatico


                                                               inquinamento




                 Cause dell’aumento della domanda d’acqua:


                        incremento	demografico               aumento	del	benessere                           sviluppo	socio	
                                                                                                             economico

                        processo	                            cambiamento	                                    biocarburanti
                        di	urbanizzazione                    abitudini	alimentari



                                                                               fonte:	Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	2011
1.1 quanta aCqua aBBIaMo?




  l’
           acqua, elemento essenziale per la vita e per l’ecosistema terrestre, è sempre sta-
           ta relativamente abbondante, tanto che l’uomo tende a dare per scontata la sua
           perenne disponibilità. Certamente a livello globale sono ancora disponibili fonti
  d’acqua sufficientemente ampie, ma in alcune regioni i fabbisogni non sempre coincido-
  no con l’effettiva disponibilità.
  Complessivamente, il nostro Pianeta dispone di circa 1,4 miliardi di km3 d’acqua (è un




                                                                                                                                   Water Economy
  volume costante); di questa, soltanto il 2,5% circa è composto da acqua dolce, perlopiù
  raccolta nei ghiacciai, nelle calotte artiche o a grandi profondità nel sottosuolo.
  Le difficoltà legate all’utilizzo di tale risorsa sono evidenti: poco meno di 45.000 km3 di
  acqua (pari allo 0,003% del totale) sono teoricamente fruibili (si tratta delle cosiddette
                                                                                                                                   23
  “risorse di acqua dolce”). E solo 9-14.000 km3 d’acqua (pari a circa lo 0,001% del totale)
  sono effettivamente disponibili per l’utilizzo da parte dell’uomo, poiché di sufficiente
  qualità e accessibili a costi accettabili.                                                    World	Business	Council	for	sus-
  Analizzando poi la localizzazione dell’acqua, si nota come le risorse di acqua dolce siano    tainable	 development	 (WBCsd),	
                                                                                                Facts and Trends – Water,	2009.
  distribuite in modo significativamente disomogeneo tra le regioni del Pianeta: il 64,4%
  delle risorse idriche mondiali è localizzato in soli 13 paesi.
  Il Brasile, da solo, detiene quasi il 15% dell’acqua globale. Seguono la Russia (8,2%), il    Il 64,4% delle
  Canada (6%), gli Stati Uniti (5,6%), l’Indonesia (5,2%) e la Cina (5,1%). Un numero           rISorSe IdrICHe
  crescente di Paesi, invece, si trova in una situazione di grave penuria d’acqua, con una      MondIalI è
  disponibilità pro capite inferiore ai 1000 m3 l’anno.                                         loCalIzzato In
                                                                                                SolI 13 paeSI.
figura 1.2. la ripartizione delle risorse idriche mondiali

                                                                                                                              0,3 %
                                                                                                 30,8 %                 Laghi,	fiumi
                                                                                      acqua	sotterranea         riserve	e	atmosfera


                                                                      2,5 %
                                                                      acqua	dolce




                                                                                              68,5 %
                                97,5 %	                                                     ghiacciai
                                acqua	salata                                                e	calotte	
                                                                                              glaciali
Water Economy




                                        fonte:	rielaborazione	the	european-house	ambrosetti	da	WBCsd,	Facts and Trends – Water,	cit.



                figura 1.3. primi 10 paesi per disponibilità di acqua dolce
24
                    15%
                     Brasile




                               8,2%
                               russia




                                          6%
                                                        5,6%
                                                                       5,2%         5,1%
                                          Canada


                                                        stati	uniti


                                                                        indonesia


                                                                                    Cina




                                                                                            3,9%
                                                                                                       3,5%        3,5%
                                                                                            Colombia


                                                                                                         perù


                                                                                                                   india




                                                                                                                            2,3%
                                                                                                                             Congo




                       1°       2°         8°             3°              4°         5°       6°         7°         9°       10°



                                                   fonte:	rielaborazione	the	european-house	ambrosetti	da	fao,	aquastat	database,	2008
figura 1.4. disponibilità di acqua dolce (m3 pro capite all’anno)




                                                                                                               Water Economy
   >	5000             500-1000
   1700-5000          <	500
   1000-1700          nessun	dato


                                                                                                               25




                                         America                                           Nord
Oceania                                  Latina                                            America



                                         26.700                                           19.300


54.800


Europa                      Africa                           Asia                              Caraibi


9100                        4600                             3000                              2400




                         fonte:	rielaborazione	the	european-house	ambrosetti	da	fao,	aquastat	database,	cit.
dove finisce la pioggia?




                ogni	anno	sui	terreni	di	tutto	il	mondo	pio-            il	prelievo	prima	dell’evapotraspirazione.
                vono	circa	110.000	km3	d’acqua.                         questa	 enorme	 quantità	 d’acqua	 sarebbe	
                più	della	metà	dell’acqua	caduta	attraverso	            più	 che	 sufficiente	 a	 soddisfare	 le	 esigen-
                le	precipitazioni	non	è	disponibile	per	la	col-         ze	idriche	di	tutti	gli	abitanti	della	terra,	se	
                tivazione,	perché	evapora	subito	o	traspira	            solo	arrivasse	nel	posto	giusto	al	momento	
                dalle	piante.	questa	frazione	d’acqua	costi-            giusto.	purtroppo,	come	mostrato	dalla	fi-
                tuisce	 le	 “acque	 verdi”,	 mentre	 la	 restante	      gura	1.5,	la	maggior	parte	di	essa	non	può	
                porzione	d’acqua	è	definita	“acque	blu”	(fiu-           essere	catturata,	in	quanto	si	distribuisce	in	
                mi,	laghi,	zone	umide	e	falde	sotterranee)	e	           maniera	 non	 uniforme	 defluendo	 verso	 il	
                indica	l’ammontare	di	acqua	disponibile	per	            mare1.
Water Economy




                figura 1.5. destinazione delle precipitazioni

26




                                                    fonte:	rogers,	p., Affrontare la crisi idrica,	in	“Le	scienze”,	n.	482,	ottobre	2008.
1.2 CoMe utIlIzzIaMo l’aCqua:
    aGrIColtura, InduStrIa
    e faMIGlIe




   a
            l fine di analizzare l’efficienza nell’uso delle risorse idriche disponibili va considera-
                                                                                                         Il Settore aGrIColo
            ta anche la destinazione delle stesse. In questo senso i dati evidenziano chiaramente
                                                                                                         da Solo IMpIeGa CIrCa
            un’allocazione fortemente sbilanciata verso il settore agricolo, che da solo impiega         Il 70% deI ConSuMI
   circa il 70% dei consumi mondiali di acqua dolce. Tale valore è ancor più elevato nei Paesi           MondIalI dI aCqua
   a reddito medio/basso (in alcuni Paesi in via di sviluppo raggiunge il 95%), mentre in quelli         dolCe.
   sviluppati il peso dell’industria sui consumi totali è largamente predominante (59%).




                                                                                                                                 Water Economy
   In particolare, se si considerano le aree geografiche, il peso dell’industria è particolarmente
   evidente in Europa e nel Nord America, dove conta – in termini di consumi idrici – rispet-
   tivamente, per il 52,4% e il 48%. Mentre in Sud America e in Asia, dove i consumi idrici
   per l’utilizzo industriale pesano rispettivamente per il 10,3% e 5,5%, si conferma un netto
   sbilanciamento a favore dell’agricoltura (rispettivamente 70,7% e 87,6%).                                                     27
   Anche l’analisi dei prelievi di risorse idriche per uso agricolo in alcuni Paesi campione con-
   ferma questi dati. La Figura 1.8 mostra infatti differenze evidenti tra l’utilizzo di acqua
   in agricoltura in Paesi quali l’India o la Grecia, ad esempio, e la Francia o la Germania,
   caratterizzati rispettivamente da un prelievo per uso agricolo pari al 90-88% e al 12-3% del
   consumo totale di acqua dolce.
   L’industria rappresenta il secondo settore a livello globale per prelievo di risorse idriche
   (dopo l’agricoltura) e impiega circa il 22% dei consumi di acqua dolce (cfr. Figura 1.6).
   A seconda dei comparti produttivi si riscontra un’elevata variabilità delle quantità di acqua
   prelevata. Praticamente tutte le produzioni sono basate sull’uso dell’acqua, sia direttamente
   (quale ingrediente nei prodotti per uso umano come nel caso del settore alimentare, delle
   bevande, della farmaceutica, ecc.) sia indirettamente (all’interno dei cicli produttivi).
   Come anticipato precedentemente (Figura 1.7), l’analisi dei prelievi di risorse idriche per
   uso industriale nel periodo 1987-2003 mostra come i principali Paesi responsabili del mag-
   gior consumo di risorse idriche siano localizzati in Nord America e in Europa orientale e
   occidentale (cfr. figure 1.9 e 1.12).
   Il prelievo estremamente contenuto di acqua per uso industriale in Paesi africani, asiatici
   e dell’America centrale come Mali, Cambogia e Haiti sottolinea invece il forte prevalere
   dell’agricoltura sull’industria in economie prevalentemente rurali e caratterizzate anche da
   condizioni di estrema povertà.
   Infine, per quanto riguarda la disponibilità d’acqua per uso domestico, l’ONU indica in 20-50
   litri di acqua dolce il fabbisogno minimo giornaliero pro capite necessario ad assicurare i bisogni
   primari legati all’alimentazione e all’igiene. Nel mondo, più di una persona su sei non raggiunge
   questi standard. Le conseguenze di una simile sperequazione sono significative non solo da un
   punto di vista di efficienza economica, ma anche e soprattutto umanitario e sanitario. Dal punto
di vista dell’utilizzo medio pro capite giornaliero, i dati delle Nazioni Unite2 indicano come il
                consumo a livello mondiale vari notevolmente tra i diversi Paesi, soprattutto tra sviluppati e in
                via di sviluppo: si passa ad esempio dai 575 litri degli Stati Uniti ai 385 dell’Italia e ai 285 della
                Francia, dai 180 del Brasile ai 135 dell’India e agli 85 della Cina.


                figura 1.6. Il prelievo delle risorse idriche per tipologia di settore e livello di reddito:
                lo stato attuale

                MONDO

                                                 70%                                              22%                  8%

                PAESI A REDDITO ELEVATO

                            30%                                          59%                                       11%

                PAESI A REDDITO MEDIO/BASSO

                                                       82%                                               10%         8%

                   agricoltura
                   industria
                   usi	domestici
Water Economy




                                                                                 fonte:	WBCsd,	Facts and Trends – Water,	cit.



                figura 1.7. Il prelievo delle risorse idriche per tipologia di settore e area geografica:
28              lo stato attuale




                   industria
                   agricolo
                   domestico
                                                                                  fonte:	fao	Water,	Water at a Glance,	2007.
figura 1.8. utilizzo di acqua per uso agricolo in alcuni paesi
(in	percentuale	dell’utilizzo	totale)


      India                                         Grecia                                     Turchia                               Argentina                                        Cina


      90%                                              88%                                      74%                                           66%                                       65%


  Spagna                                           Brasile                                      Italia                               Stati Uniti                                      Russia



      65%                                              55%                                      44%                                           40%                                       20%



  Francia                                         Canada                                       Svezia                                Germania


      12%                                              12%                                       9%                                                 3%




                                                                                                                                                                                                      Water Economy
               fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	da	fao,	aquastat	database,	2010	(ultimi	dati	disponibili).




figura 1.9. Utilizzo di acqua per uso industriale per aree geografiche, 1987-2003
                                                                                                                                                                                                      29
                                                                                                                                                                            america




600
                                                                                                                                                                            nord




500




400
                                                                                                                                                         europa	orientale




                                                                                                                                                                                        occidentale




300
                                                                                                                                                                                        europa
                                                                                                    medio	oriente




200
                                                                                                                    asia	orientale
                           africa	sud-orientale




                                                                                                                                      sud	america
         africa	Centrale




                                                                               asia	pacifica




100
                                                  nord	africa


                                                                  sud	africa




  0




                                                                fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	www.worldmapper.org.
i sistemi d’irrigazione in india, pakistan
                  e Bangladesh: dai canali ai pozzi




                  nel	 corso	 dell’ultimo	 secolo	 l’asia	 meri-       agricoltori	le	possibilità	di	accedere	all’oc-
                  dionale	ha	visto	profondamente	cambiare	             correnza	all’acqua	per	uso	agricolo	(come	
                  i	propri	sistemi	di	irrigazione.                     mostrato	 dall’incremento	 delle	 aree	 irri-
                  il	dominio	coloniale	britannico	ha	lasciato	         gate),	la	proliferazione	di	un	numero	così	
                  a	paesi	quali	india,	pakistan	e	Bangladesh	          consistente	di	pozzi	impone	una	riflessio-
                  l’infrastruttura	 centralizzata	 di	 canali	 per	    ne,	 da	 parte	 dei	 governi	 dei	 paesi	 coin-
                  l’irrigazione	più	grande	del	mondo.                  volti,	 circa	 la	 pressione	 esercitata	 sulle	
                  tuttavia,	come	mostrato	dalla	figura	1.10,	          risorse	idriche	sotterranee.
                  tali	sistemi	di	irrigazione	di	superficie	sono	      si	stima	infatti	che,	nei	prossimi	vent’anni,	
                  oggi	stati	sostituiti	dall’utilizzo	delle	acque	     un	quarto	del	cibo	coltivato	in	india	sarà	
                  sotterranee	prelevate	attraverso	milioni	di	         a	rischio	se	il	paese	non	affronterà	il	pro-
                  pozzi	non	regolamentati.                             blema	della	gestione	delle	acque	sotter-
Water Economy




                  sebbene	tale	trasformazione	abbia	incre-             ranee	prelevate	in	agricoltura.
                  mentato	in	modo	significativo	per	i	piccoli	


30

                  figura 1.10. trasformazione dei sistemi di irrigazione in India,
                  pakistan e Bangladesh, 1800-2000

                                250


                                200
                Area irrigata




                                150



                                100


                                 50



                                  0
                                      1800   1850     1885-86      1936-39     1970-71    1999-2000

                                                                    Anno


                                              Canali governativi
                                              Tutti i sistemi di irrigazione                    fonte:	Chartres,	C.	e	s.	varma.	
                                                                                             Out of Water: From Abundance to
                                              Altri sistemi di irrigazione               Scarcity and How to Solve the World’s
                                                                                             Water Problems,	ft	press,	upper	
                                              Pozzi                                                    saddle	river,	nJ,	2010.
Uso insostenibile dell’acqua in agricoltura




ll lago d’Aral                                               pesticidi	che,	per	far	posto	alle	piantagio-
il	lago	d’aral	è	vittima	di	uno	dei	più	gravi	               ni,	hanno	inquinato	il	terreno	circostante.
disastri	 ambientali3	 provocati	 dall’uomo.	                Come	mostrato	dalla	figura	1.11,	già	alla	
Con	 una	 superficie	 originaria	 di	 68.000	                fine	degli	anni	ottanta,	il	lago	aveva	perso	
km2,	dal	1950	il	lago	si	è	ridotto	di	circa	                 circa	il	60%	del	suo	volume	rispetto	alle	
l’85%	a	causa	di	un	piano	di	coltura	inten-                  origini,	la	sua	profondità	era	diminuita	di	
siva	 voluto	 dal	 regime	 sovietico	 nell’im-               circa	 16	 metri	 e	 la	 linea	 della	 costa	 era	
                                                             arretrata	 in	 alcuni	 punti	 anche	 di	 150	
                                                             chilometri	lasciando	al	posto	del	lago	un	
                                                             deserto	di	sabbia	salata.	inoltre	la	pesca,	
                                                             attività	 che	 nel	 1950	 garantiva	 44.000	




                                                                                                                  Water Economy
                                                             tonnellate	di	pesce	all’anno	sostenendo	in	
                                                             tal	modo	più	di	60.000	posti	di	lavoro,	nel	
                                                             1989	era	letteralmente	sparita.
                                                             oggi	gran	parte	dell’area	è	inabitabile,	a	causa	
                                                             del	vento	che	spira	costantemente	traspor-           31
                                                             tando	sabbia	salata	e	tossica	e	delle	malattie	
                                                             respiratorie	e	renali	che	hanno	un’incidenza	
                                                             altissima	sulla	popolazione	locale.
figura 1.11. lago d’aral 1989-2008
                                fonte:	unep/grid-arendal,	

                                                             Il Colorado e i laghi
                              Vital Water Graphics 2,	2008
(maps.grida.no/go/graphic/thedisappearanceofthe-aral-sea).

                                                             Powell e Mead
mediato	 dopoguerra.	 L’acqua	 dei	 due	 fiu-
mi	immissari	–	amu	darya	e	syr	darya	–	è	                    anche	 nei	 paesi	 sviluppati	 le	 carenze	
stata	 prelevata,	 tramite	 l’uso	 di	 canali,	 per	         idriche	 stanno	 diventando	 sempre	 più	
irrigare	 i	 vasti	 campi	 di	 cotone	 delle	 aree	          frequenti,	 a	 causa	 della	 realizzazione	 di	
circostanti.                                                 impianti	idroelettrici	e	di	un	uso	indiscri-
il	 piano	 di	 sfruttamento	 delle	 acque	 dei	              minato	in	ambito	agricolo.
fiumi	 a	 scopo	 agricolo	 aveva	 il	 preciso	               negli	stati	uniti,	per	esempio,	di	recente	
scopo	di	«far	morire	serenamente	il	lago	                    la	siccità	ha	colpito	molte	città	della	ge-
d’aral».	La	necessità	di	acqua	era	infatti	                  orgia	settentrionale	e	vaste	aree	del	sud-
così	 abbondante	 che	 il	 regime	 sovietico	                ovest	del	paese.
dichiarò	 che	 l’enorme	 lago	 era	 ritenuto	                emblematico	 è	 il	 caso	 dei	 laghi	 artifi-
uno	spreco	di	risorse	idriche	utili	all’agri-                ciali	mead	e	powell,	entrambi	alimentati	
coltura,	nonché	«un	errore	della	natura»	                    dall’ormai	esausto	fiume	Colorado,	la	cui	
che	 andava	 corretto.	 per	 questo	 motivo	                 portata	totale	va	da	113	m2/sec	durante	
era	necessario	ridurre	il	lago	a	una	gran-                   la	siccità	a	28.000	m2/sec	durante	i	pe-
de	palude	acquitrinosa,	affinché	fosse	fa-                   riodi	di	massima	piena.
cilmente	utilizzabile	per	la	coltivazione	del	               oggi	una	portata	di	oltre	2000	m2/sec	
riso,	utilizzando	a	tale	scopo	diserbanti	e	                 è	rara,	a	causa	dell’effetto	stabilizzato-
re	 recato	 dalla	 costruzione	 dei	 grandi	         mo	 alimenta:	 «Circa	 30	 milioni	 di	 per-
                bacini	 per	 centrali	 idroelettriche	 nel	          sone	 dipendono	 da	 quest’acqua.	 un	fiu-
                basso	corso.                                         me	 esausto	 potrebbe	 scatenare	 il	 caos	
                Col	 passare	 degli	 anni,	 i	 segni	 di	 colore	    in	 sette	 stati:	 Colorado,	 utah,	Wyoming,	
                bianco	lasciati	dalla	piena	dei	laghi	lungo	         new	 mexico,	arizona,	 nevada	 e	 Califor-
                le	pareti	del	canyon	si	abbassano	sempre	            nia.	inoltre	la	riduzione	della	portata	del	
                più,	testimoniando	in	tal	modo	il	progres-           fiume	 Colorado	 comporterebbe	 quasi	
                sivo	declino	di	questi	due	bacini.                   certamente	un	notevole	caos	economico,	
                anche	 il	 “new	York	times	 magazine”,	 in	          minacciando	i	futuri	impieghi	d’acqua	ad	
                un	 articolo	 dell’ottobre	 2007	 dal	 titolo	       uso	agricolo,	industriale	e	per	le	crescenti	
                The Future Is Drying Up (“il	futuro	si	sta	          municipalità.	 […]	 se	 i	 più	 grandi	 giaci-
                prosciugando”),	 ha	 evidenziato	 l’insoste-         menti	 d’acqua	 del	 sud-ovest	 degli	 stati	
                nibilità	 della	 situazione	 in	 cui	 vertono	 il	   uniti	si	svuoteranno,	la	regione	in	futuro	
                fiume	 Colorado	 e	 i	 laghi	 che	 quest’ulti-       vivrà	un’apocalisse,	un	armageddon»4.
Water Economy




32




                                                        Lago	mead                                        Lago	powell
figura 1.12. principali paesi per utilizzo di acqua per uso industriale, 1987-2003

                                 (metri	cubi	d’acqua)
                1303
                      Bulgaria




1200


                                    1061
                                                             1009
                                      Serbia e Montenegro



                                                              Canada




 900



                                                                              723
                                                                               Stati uniti




 600
                                                                                               520
                                                                                                               497
                                                                                                                                 453
                                                                                                Slovenia



                                                                                                                azerbaijan




                                                                                                                                                389          388           383
                                                                                                                                  Moldavia




                                                                                                                                                             Germania
                                                                                                                                                francia




                                                                                                                                                                             romania
 300




                                                                                                                                                                                       Water Economy
                           1°              2°                  3°               4°              5°               6°                 7°                8°      9°           10°
      0




                                                                                                                                                                                       33

figura 1.13. ultimi paesi per utilizzo di acqua per uso industriale, 1987-2003
                                  (metri	cubi	d’acqua)

          1,25
                                  1,22
1,2
          rep. dem. del Congo



                                   Haiti




                                                            1,11
                                                            Mali




                                                                          0,96

                                                                                             0,87
                                                                           etiopia




0,9
                                                                                             niger




                                                                                                           0,66              0,65            0,64
                                                                                                           tanzania




0,6
                                                                                                                             Mozambico



                                                                                                                                             uganda




                                                                                                                                                           0,48
                                                                                                                                                           Chad




                                                                                                                                                                        0,36
                                                                                                                                                                        Cambogia




0,3




          183°                    184°                      185°          186°               187°          188°              189°            190°          191°         192°
0,0




                                                                       fonte:	rielaborazioni	the	european	house-ambrosetti	su	dati	www.worldmapper.org.
figura 1.14. popolazione con accesso ad acqua potabile nel 2008
Water Economy




                      91-100%                     <50%
                      76-90%                      dati	mancanti	o	insufficienti
                      50-75%

34                                                         fonte:	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	aggiornamento	2010.




                figura 1.15. utilizzo medio pro capite giornaliero d’acqua (litri giornalieri pro capite)


                600
                        575
                        Stati uniti




                500




                400                   385
                                      Italia




                                                       320
                                                                     300
                300                                                               285
                                                        Spagna



                                                                     norvegia



                                                                                  francia




                                                                                              194
                200                                                                                         180
                                                                                               Germania




                                                                                                                         135
                                                                                                            Brasile




                                                                                                                                       85
                                                                                                                         India




                100
                                                                                                                                      Cina




                 0




                                               fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	Chartres	e	varma,	Out of Water,	cit.
Water Economy
                                                        35




Catherine Karnow/National Geographic Image Collection
1.3 la SCarSItà d’aCqua oGGI




                                         l’
                                                  attuale domanda d’acqua, già molto elevata, crescerà costantemente in futuro
                                                  (come illustrato nei paragrafi seguenti) provocando una situazione di progressiva
                                                  scarsità, soprattutto in alcune aree del Pianeta.
                                         A livello teorico si parla di “scarsità d’acqua” quando la domanda di risorse idriche da
                                         parte dell’uomo e dell’ecosistema è maggiore delle risorse disponibili. Si può distinguere
                                         tra scarsità ambientale e scarsità economica.
Water Economy




                  dal punto dI VISta     Dal punto di vista ambientale l’acqua è considerata “scarsa” quando più del 75% del-
                 aMBIentale l’aCqua      le risorse fluviali e sotterranee vengono prelevate per essere impiegate nell’agricoltura,
                       è ConSIderata     nell’industria e per uso domestico: in questo caso lo sfruttamento si sta avvicinando (o ha
                    “SCarSa” quando      già oltrepassato) al limite di sostenibilità.
36                 pIù del 75% delle
                                         Si parla invece di “incipiente scarsità” d’acqua dal punto di vista ambientale quando più
                     rISorSe fluVIalI
                      e Sotterranee      del 60% delle acque fluviali vengono prelevate, lasciando al prossimo futuro una quantità
                            VenGono      d’acqua insufficiente.
                       preleVate per     In termini tecnici, la scarsità economica si verifica invece quando ostacoli legati ai capi-
                    eSSere IMpIeGate     tali umani, istituzionali e finanziari impediscono l’accesso all’acqua, anche se le risorse
                   nell’aGrIColtura,     idriche sarebbero disponibili a livello locale e potrebbero soddisfare il fabbisogno umano.
                     nell’InduStrIa e
                                         In particolare, si parla di scarsità economica quando meno del 25% dell’acqua fluviale
                 per uSo doMeStICo:
                  In queSto CaSo lo      può essere prelevata per soddisfare il fabbisogno umano.
                SfruttaMento SI Sta      In base al criterio ambientale, a livello mondiale le aree caratterizzate da scarsità d’acqua
                   aVVICInando (o Ha     sono principalmente nel Nord Africa, in alcune aree interne dell’Asia meridionale, in par-
                   GIà oltrepaSSato)     te dell’Australia e degli Stati Uniti sud-orientali. Se invece si analizza la scarsità d’acqua
                          al lIMIte dI   dal punto di vista economico, è possibile notare come le aree maggiormente colpite siano
                       SoStenIBIlItà.
                                         quelle dell’Africa centrale e di una parte della penisola indiana.
figura 1.16. aree con scarsità d’acqua dal punto di vista ambientale ed economico




                                                                                                                Water Economy
                                                                                                                37




   scarsità	d’acqua	dal	punto	di	            incipiente	scarsità	d’acqua	              non	stimato
   vista	economico                           dal	punto	di	vista	fisico
   scarsità	d’acqua	dal	punto	di	            poca	o	nessuna	carenza	
   vista	fisico                              d’acqua


                                    fonte:	Comprehensive Assessment of Water Management in Agriculture,	2007.
Jim Brandenburg/Minden Pictures/National Geographic Image Collection




                                                                       38
                                                                            Water Economy
Lo scenario globale dell’acqua in pillole




Buone e cattive notizie:                        5,7	miliardi	di	persone	hanno	accesso	ad	
C’è	molta	acqua	al	mondo…	ma	non	sem-           acqua	pulita…	ma	800	milioni	no.
pre	dove	serve.                                 quattro	miliardi	di	persone	dispongono	di	
L’acqua	è	gratuita	in	natura…	ma	le	infra-      impianti	igienico-sanitari	di	base…	ma	2,5	
strutture	 per	 distribuirla	 sono	 estrema-    miliardi	no.
mente	costose.                                  milioni	di	persone	cercano	di	uscire	dalla	
in	molte	aree	del	pianeta,	l’acqua	è	facil-     loro	condizione	di	povertà…	mentre	i	più	
mente	 accessibile	 a	 costi	 contenuti…	 ma	   ricchi	utilizzano	più	acqua	del	necessario.
la	gente	dà	per	scontato	che	sarà	sempre	       il	 ritmo	 di	 industrializzazione	 sta	 cre-
disponibile.                                    scendo…	anche	se	l’industria	necessita	di	
La	natura	ricicla	e	purifica	costantemente	     maggiore	acqua	dolce.
l’acqua	dei	fiumi	e	dei	laghi…	ma	l’uomo	       L’industria	sta	diventando	sempre	più	ef-




                                                                                                  Water Economy
sta	inquinando	l’acqua	più	velocemente	di	      ficiente	 nell’utilizzo	 dell’acqua…	anche	 se	
quanto	la	natura	la	ricicli.                    molte	imprese	utilizzano	ancora	l’acqua	in	
C’è	un	grande	ammontare	di	acqua	sot-           modo	non	sostenibile	e	inefficiente.
terranea…	 ma	 l’uomo	 la	 sta	 utilizzando	    La	 consapevolezza	 del	 problema	 dell’ac-       39
più	velocemente	di	quanto	la	natura	rie-        qua	è	in	aumento…	ma	tradurre	tale	con-
sca	a	rimpiazzarla.                             sapevolezza	in	azioni	è	un	processo	lento.
1.4 perCHé auMenta
                                        la doManda d’aCqua




                                                    a
                                                             partire dall’attuale disponibilità e impiego delle risorse idriche, è interessante de-
                                                             lineare un quadro sintetico delle principali cause che, all’interno del contesto di
                                                             riferimento, incideranno in futuro sulla domanda di acqua a livello mondiale:
                                                    - l’incremento demografico e il processo di urbanizzazione;
                                                    - l’aumento del benessere della popolazione con conseguente cambiamento delle abitudi-
                                                      ni alimentari;
Water Economy




                                                    - lo sviluppo socio-economico e la produzione di biocarburanti.



                                                    1.4.1 l’incremento demografico e il processo di urbanizzazione
40

                  SI StIMa CHe entro                Tra le cause che influiranno in futuro sulla domanda di acqua a livello mondiale, un ruolo parti-
                  Il 2025 I prelIeVI dI             colarmente significativo è giocato dalla dinamica demografica e dalla crescente urbanizzazione.
                   aCqua neCeSSarI a                Le stime relative all’incremento demografico indicano che la popolazione globale aumente-
                 SoddISfare I BISoGnI               rà fino a oltre 8 miliardi di persone nel 2030 e raggiungerà i 9 miliardi nel 2050.
                  della popolazIone
                  auMenteranno del
                50% neI paeSI In VIa dI
                SVIluppo e del 18% In               figura 1.17. Incremento demografico e urbanizzazione
                    quellI SVIluppatI.

                                                    8000


                                                    7000


                                                    6000


                                                    5000


                                                    4000


                                                    3000


                                                    2000


                                                    1000


                                                       0
                                                           1950        1960        1970        1980         1990       2000        2010        2020       2030


                       fonte:	united	nations	de-
                       partment	of	economic	and	              popolazione	rurale	nei	paesi	più	sviluppati      popolazione	rurale	nei	paesi	meno	sviluppati
                   social	affairs	(undesa),	World
                    Urbanization Prospects,	2007.             popolazione	urbana	nei	paesi	più	sviluppati      popolazione	urbana	nei	paesi	meno	sviluppati
La popolazione mondiale utilizza già il 54% delle risorse idriche di acqua dolce contenute
   in fiumi, laghi e falde acquifere accessibili. Al crescere della popolazione, si stima che entro
   il 2025 i prelievi di acqua necessari a soddisfare i bisogni aumenteranno del 50% nei Paesi
   in via di sviluppo e del 18% in quelli sviluppati.
   In particolare, il fabbisogno alimentare mondiale nel 2025 risulterà in crescita del 55%
   rispetto ai dati del 1998, comportando un aumento del fabbisogno idrico per l’irrigazio-
   ne pari ad almeno il 14%. Al contempo, aumenterà la domanda idrica per rispondere alle
   necessità igienico-sanitarie primarie, alla produzione di energia, allo sviluppo industriale.
   All’interno di un quadro caratterizzato da indubbie complessità, un elemento di ottimismo
   è rappresentato dalle stime dell’UNESCO5, secondo le quali l’incremento del volume di
   risorse idriche richieste per l’irrigazione (+14%) potrà essere inferiore rispetto all’incre-
   mento delle superfici irrigate (+34%), grazie all’adozione di tecniche più efficienti.
   Parallelamente, si registra la forte accelerazione del processo di urbanizzazione (come si
   può osservare anche dalla Figura 1.17, che evidenzia con chiarezza come la componente che
   ha registrato – e registrerà ancora in futuro – i maggiori tassi di crescita relativi sia quella
   della popolazione urbana nei Paesi meno sviluppati).
   Nel 2007, per la prima volta nella storia, la popolazione urbana ha superato quella rurale,
   con conseguenze dirette in termini di infrastrutture per l’accesso all’acqua6 (Figura 1.18).
   Aumentano, infatti, gli investimenti necessari a garantire la distribuzione dell’acqua a un
   numero crescente di cittadini e per il connesso trattamento e la depurazione delle acque




                                                                                                                            Water Economy
   derivanti dagli usi domestici e industriali.




                                                                                                                            41

   figura 1.18. una popolazione sempre più urbanizzata


                         10


                                                                                        TOTALE
                          8
popoLazione	(miliardi)




                          6
                                                                                     URBANA

                          4


                                                                                        RURALE
                          2



                          0
                              1950   1960   1970   1980   1990   2000   2010     2020       2030




                                                                        fonte:	undesa,	World Urbanization Prospects,	cit.
1.4.2 aumento del benessere della popolazione e cambiamento delle
                abitudini alimentari

                L’aumento della popolazione mondiale e la maggiore capacità di spesa della popolazione
                dei Paesi in via di sviluppo si accompagnano al cambiamento delle abitudini alimentari e
                alla crescita delle calorie consumate (basti pensare che negli ultimi 20 anni il consumo
                di carne in Cina è più che raddoppiato e che entro il 2030 raddoppierà nuovamente).
                Questo determina un incremento delle risorse idriche prelevate, considerato che la pro-
                duzione di carne, latte, zucchero e olii vegetali richiede, mediamente, l’utilizzo di una
                maggiore quantità d’acqua rispetto alla produzione di cereali (per un maggiore approfon-
                dimento, si veda a tal proposito il Capitolo 3).
                In media, la produzione di una caloria di cibo richiede un litro di acqua evapotraspirata.
                Per una dieta vegetariana sono quindi necessari mediamente 2000 litri di acqua al giorno,
                contro 5000 litri giornalieri per una dieta ricca di carne bovina. Tale consumo di acqua
                sarebbe tuttavia più ridotto qualora le carni bovine fossero prodotte da bestiame alimen-
                tato attraverso pascoli irrigati e non con cereali.
                Secondo la FAO, il consumo medio pro capite di carne nei principali Paesi sviluppati è di
                circa 90 chili all’anno7, contro un consumo di 40 nell’Africa sub-sahariana e di 6 nell’Asia
                orientale. Si stima che nei Paesi in via di sviluppo si assisterà a un incremento del 2-4%
                annuo del consumo di carne nei prossimi 10 anni.
Water Economy




                Per alimentare una popolazione di 9 miliardi di persone nel 2050, considerando un ap-
                porto calorico giornaliero medio di 3000 calorie, saranno necessari ulteriori 2500-3000
                km3 di acqua dolce, valore stimato probabilmente per difetto rispetto a quello reale, in
                quanto fondato su una dieta a basso contenuto proteico e quindi a basso consumo di
42
                risorse idriche prelevate.
                Questi dati, uniti alle previsioni di crescita della popolazione, sottolineano l’esigenza di
                un utilizzo più efficiente e produttivo dell’acqua esistente, al fine di ridurne al minimo il
                consumo totale.




                                                         Des & Jen Bartlett/National Geographic Image Collection
1.4.3 lo sviluppo socio-economico e la produzione di biocarburanti

Tra le cause della crescita della domanda futura di acqua incide notevolmente anche lo svi-
luppo economico. Il miglioramento delle condizioni economiche e di vita della popolazione
che vive nei Paesi emergenti, nonché l’espansione delle attività economiche – a partire da
quelle industriali fino ai servizi e al turismo – comportano infatti pressioni crescenti sulle
risorse idriche disponibili e sull’ecosistema naturale.
È soprattutto la crescente domanda globale di energia8 a esercitare forti pressioni sulla
domanda di risorse idriche. In particolare, la produzione di biocarburanti è aumentata in
modo esponenziale negli ultimi anni9 (la produzione di etanolo dal 2000 a oggi è triplicata,
attestandosi a 77 miliardi di litri prodotti nel 2008, e si stima possa raggiungere i 127 mi-
liardi di litri entro il 201710), principalmente a causa dell’instabilità del prezzo del petrolio
e del supporto delle politiche ambientali internazionali e nazionali.
I biocarburanti, pur rappresentando potenzialmente un valido strumento per la riduzio-
ne della dipendenza da fonti energetiche di origine fossile, esercitano una forte pressione
sull’equilibrio del sistema idrico e sulla biodiversità di alcuni Paesi. Questo a causa della
grande quantità d’acqua (e di fertilizzanti) necessari per la coltivazione di mais, canna da
zucchero e altre colture dalle quali si ricavano i biocarburanti.
In Cina e India, ad esempio, la produzione di mais e canna da zucchero si fonda su un
utilizzo consistente dell’irrigazione, a differenza invece di Brasile e Stati Uniti, che, per la




                                                                                                                     Water Economy
produzione di etanolo, coltivano le medesime colture servendosi principalmente dell’ap-
porto idrico pluviale.
Per produrre un litro di biocarburante occorrono in media circa 2500 litri d’acqua11 (con
variazioni anche rilevanti tra le diverse aree geografiche, a causa del ricorso più o meno ele-
                                                                                                                     43
vato all’irrigazione dei campi), che equivalgono al volume d’acqua necessaria per produrre
una quantità di cibo sufficiente al fabbisogno calorico giornaliero di un uomo.
A tal proposito le tabelle seguenti riportano sia l’impronta idrica (water footprint) dei prin-
cipali biocarburanti, che un confronto con le principali fonti energetiche, evidenziando la
forte pressione esercitata dai biocarburanti sul consumo di risorse idriche.



figura 1.19. Confronto tra l’impronta idrica media delle fonti primarie di energia

	                                                                                           Impronta	idrica	
	                                                                                             media	(m3/Gj)

Fonti	primarie	di	energia	
(escluse	le	biomasse	e	l’energia	idroelettrica)
energia eolica                                                                                             0,0
energia nucleare                                                                                           0,1
Gas                                                                                                        0,1
Carbone                                                                                                    0,2
energia termosolare                                                                                        0,3
petrolio                                                                                                   1,1

Fonti	primarie	di	energia:	energia	idroelettrica	e	biomasse
energia idroelettrica                                                                                       22
Biomasse olanda (valore medio)                                                                              24
Biomasse Stati uniti (valore medio)                                                                         58
Biomasse Brasile (valore medio)                                                                             61


                                                  fonte:	gerbens-Leenesa,	W.,	a.Y.	hoekstra	e	t.h.	van	der	meerb,	
                                                    The Water Footprint of Bioenergy,	university	of	twente,	2008.
figura 1.20. Impronta idrica media di dieci colture utilizzate per produrre etanolo e
                tre per biodiesel
                 colture             Total WF             Blue WF                               Green WF
                 Etanolo                                  m 	per	gj	etanolo
                                                            3


                 Barbabietola da     59                   35                                    24
                 zucchero
                 patata              103                  46                                    56
                 Canna da zucchero   108                  58                                    49
                 Mais                110                  43                                    67
                 Cassava             125                  18                                   107
                 orzo                159                  89                                    70
                 Segale              171                  79                                    92
                 riso                191                  70                                   121
                 Grano               211                  123                                   89
                 Sprgo               419                  182                                  238

                 Biodiesel                                m3	per	gj	biodiesel
                 Soia                394                  217                                  177
                 Semi di colza       409                  245                                  165
                 jatropha            574                  335                                  239
Water Economy




                                           fonte:	gerbens-Leenesa,	hoekstra	e	van	der	meerb,	The Water Footprint of Bioenergy,	cit.	


                Rispetto ai “biocarburanti di prima generazione”, ottenuti in modo indiretto dalle biomasse
44              (grano, mais, bietola, canna da zucchero, ecc.), sono in corso alcuni studi in merito allo
                sviluppo di tecniche di produzione di biocarburanti volte a evitare l’insorgenza di problemi
                quali la riduzione di terreno agricolo disponibile per la produzione di alimenti o il cambio
                di destinazione agricola.
                I cosiddetti “biocarburanti di seconda generazione” sono infatti ottenuti attraverso la colti-
                vazione del miscanto (pianta graminacea diffusa in Oriente), delle alghe o la lavorazione di
                materiale lignocellulosico.
                Quest’ultimo è ottenuto attraverso la tecnica della pirolisi, che consente di trasformare la
                biomassa raccolta direttamente sul sito in uno speciale olio, inviato successivamente presso
                un impianto centralizzato per la sintesi dei carburanti veri e propri, abbattendo notevol-
                mente le spese di trasporto.
1.5 perCHé SI rIduCe
    la dISponIBIlItà d’aCqua




   a
          nalogamente all’esistenza di fattori che avranno un’influenza sulla domanda futura
          di acqua a livello mondiale, occorre analizzare anche quelle cause che, all’interno del
          contesto di riferimento, incideranno sulla riduzione della disponibilità d’acqua: l’au-
   mento dell’inquinamento e i cambiamenti climatici.




                                                                                                                             Water Economy
   1.5.1 l’inquinamento

   Tra le principali cause della riduzione della disponibilità d’acqua vi sono i problemi gene-
   rati dall’inquinamento, che minaccia la qualità delle risorse idriche disponibili.
                                                                                                                             45
   In particolare, la crescita economica e l’affacciarsi sui mercati di ampie fasce di popo-
   lazione precedentemente escluse dal consumo di massa generano problematiche molto
   serie soprattutto sul versante della gestione dei rifiuti.
   Alcuni dati12 chiariscono in modo eclatante le dimensioni del problema. Si stima che ogni
   giorno due milioni di tonnellate di rifiuti generati dalle attività dell’uomo siano riversati     oGnI GIorno due
                                                                                                     MIlIonI dI tonnellate
   nei corsi d’acqua.
                                                                                                     dI rIfIutI GeneratI
   Il contributo del settore alimentare alla produzione di sostanze di origine organica in-          dalle attIVItà
   quinanti per l’acqua è del 40% nei Paesi sviluppati e del 54% in quelli in via di sviluppo.       dell’uoMo Sono
   In questi ultimi, il 70% dei rifiuti industriali viene scaricato nei corsi d’acqua senza subire   rIVerSatI neI CorSI
   alcun trattamento di depurazione, inquinando parte delle risorse idriche di acqua dolce           d’aCqua.
   disponibili.
il caso della cina: la crisi idrica




                «La	 Cina	 è	 sull’orlo	 della	 crisi	 idrica	 più	   disposizione	una	quantità	d’acqua	pro	ca-
                grave	 del	 mondo,	 che	 potrebbe	 mettere	           pite	pari	a	un	terzo	di	quella	a	disposizione	
                in	discussione	lo	sviluppo	economico	degli	           degli	 abitanti	 delle	 metropoli	 occidentali,	
                ultimi	anni.	[…]	il	problema	è	grave	e	deve	          mentre	nella	Cina	rurale	si	stima	che	oltre	
                essere	risolto	prima	che	sia	troppo	tardi».           500	milioni	di	persone	non	abbiano	acces-
                queste	 le	 parole	 di	 qiu	 Baoxing,	 vicemi-        so	ad	acqua	potabile.
                nistro	 delle	 costruzioni	 della	 repubbli-          La	 situazione	 sta	 inoltre	 peggiorando	 a	
                ca	 popolare	 Cinese,	 nel	 riferirsi	 alla	 sfida	   causa	delle	frequenti	siccità,	del	movimen-
                imposta	dalla	scarsità	e	dall’inquinamento	           to	 di	 milioni	 di	 residenti	 dalle	 campagne	
                dell’acqua	al	suo	paese,	quarto	al	mondo	             alle	 realtà	 urbane,	 di	 sistemi	 di	 depura-
                per	 disponibilità	 assoluta	 di	 risorse	 idri-      zione	 e	 trattamento	 delle	 acque	 difettosi	
                che,	 ma	 con	 una	 popolazione	 pari	 a	 1,3	        oppure	obsoleti,	nonché	dell’accelerazione	
Water Economy




                miliardi	di	persone,	che	rendono	la	dispo-            della	desertificazione,	che	insieme	al	pre-
                nibilità	annua	pro	capite13	cinese	tra	le	più	        visto	 incremento	 demografico	 acuisce	 la	
                basse	del	pianeta	(2138	m3/anno	contro	i	             crisi	idrica	in	cui	versa	l’intero	paese,	e	che	
46              10.231	degli	stati	uniti).                            potrebbe	provocare	entro	il	2020,	secondo	
                La	situazione	del	paese	appare	molto	gra-             una	stima	della	Banca	mondiale,	circa	30	
                ve.	 pur	 ospitando	 alcuni	 tra	 i	 più	 grandi	     milioni	di	rifugiati	ambientali.
                bacini	fluviali	al	mondo,	infatti,	cinque	dei	
                sette14	maggiori	fiumi	del	paese	sono	pro-
                fondamente	 inquinati,	 così	 come	 il	 90%	
                delle	 acque	 sotterranee,	 facendo	 sì	 che	
                700	milioni	di	cinesi,	ogni	giorno,	bevano	
                acqua	contaminata.
                inoltre,	la	distribuzione	delle	risorse	idriche	
                nel	 paese	 è	 alquanto	 disomogenea,	 ten-
                denza	 destinata	 ad	 aumentare	 conside-
                rando	 la	 domanda	 futura	 d’acqua:	 alcune	
                regioni	sono	già	oggi	naturalmente	aride,	
                altre	(soprattutto	nella	Cina	continentale	e	
                in	corrispondenza	delle	principali	megalo-
                poli)	soffriranno	nel	2030	di	una	concreta	
                carenza	d’acqua	a	causa	dell’attuale	miopia	
                del	 governo	 nella	 gestione	 del	 problema	
                idrico.	
                meno	della	metà	delle	acque	di	scolo	del	
                paese	 viene	 infatti	 depurata	 e	 riciclata,	
                mentre	nelle	660	città	il	cattivo	stato	delle	
                tubature	provoca	perdite	medie	intorno	al	
                20%	della	fornitura	totale	di	acqua.
                nella	capitale,	pechino,	i	residenti	hanno	a
figura 1.21. divario tra la disponibilità attuale di risorse idriche e la domanda previ-
sta d’acqua nel 2030 in Cina


                                                             Song
           Nordovest

                                            Huang




                                                                           Liao
                                                                     Hai


                                                                       Huai




                                                                           Dimensione del gap

              Sudovest                                                            Surplus
                                                                                  Moderato
                                                            Sudest                Consistente




                                                                                                                 Water Economy
                                 Yangtze         Pearl




                                                                                                                 47


figura 1.22. prelievi d’acqua per settore (valori in miliardi di m3)




900                                 Cagr	2005-2030


800
                        %
                    1,6
                                            2,7%
700


600



500                                         2,9%

400


300


200

                                            0,6%
100


 0
            2005       2015     2030


                                                                           fonte:	China	environment	situation	
                                                                           factbook;	China	agriculture	annual	
     uso	agricolo						uso	industriale						uso	domestico                  Book;	2030	Water	resources	group.
1.5.2 Il cambiamento climatico

                Un altro importante fattore che inciderà sulla disponibilità futura delle risorse idriche è il
                climate change. Vi è ormai un largo consenso in merito ai suoi effetti sull’acqua e sulla sua
                disponibilità15:
                - una forte contrazione della superficie terrestre e marittima coperta dai ghiacci (secondo
                  alcune proiezioni, una parte consistente dei ghiacci artici potrebbe scomparire definiti-
                  vamente entro la fine del XXI secolo);
                - un consistente aumento del livello medio del mare, che, nella seconda metà del XX seco-
                  lo, è aumentato di 1,75 millimetri all’anno;
                - un graduale spostamento verso i poli delle tempeste non tropicali, con conseguenti effetti
                  significativi su venti, precipitazioni e temperature;
                - un significativo incremento della frequenza di fenomeni “estremi”, quali intense precipi-
                  tazioni o forti ondate di calore.
                L’aspettativa è quella di un incremento della portata dei fiumi e della disponibilità com-
                plessiva di acqua nell’emisfero settentrionale, mentre le aree tropicali e quelle semi-aride
                (principalmente il bacino del Mediterraneo, gli Stati Uniti orientali, il Sudafrica e il nord-
                est del Brasile) dovranno far fronte a un significativo declino delle risorse idriche, aumen-
                tando il rischio di episodi di siccità.
                In Africa le temperature più elevate, una maggiore evaporazione e la diminuzione delle
Water Economy




                precipitazioni hanno contribuito, ad esempio, a ridurre il flusso d’acqua di molti grandi
                fiumi del 40%, provocando una siccità ricorrente nel Corno d’Africa.
                A causa dei profondi mutamenti indotti dai cambiamenti climatici, alcuni ecosistemi ter-
                restri e marini (tra questi il bacino del Mediterraneo) subiranno gravi conseguenze, so-
48
                prattutto a causa della sensibile riduzione delle piogge.
                L’impatto del cambiamento climatico sull’ecosistema mediterraneo (in generale, su tut-
                ta l’Europa del sud) si manifesterà principalmente con una significativa riduzione della
                disponibilità d’acqua e della produttività delle colture. L’agricoltura in generale e alcune
                colture in modo specifico (fra tutte, quelle di cereali) saranno colpite significativamente
                dall’innalzamento delle temperature e dalle minori precipitazioni, mentre l’effetto negati-
                vo sul suolo sarà legato principalmente ad accentuati fenomeni di erosione.
                Più in generale, a livello mondiale sono individuabili due macro-trend che potrebbero
                impattare fortemente sugli ecosistemi, sia marini sia terrestri:
                - il forte incremento della concentrazione atmosferica di CO2, che genera il progressivo
                  aumento dell’acidificazione degli oceani e delle acque, con conseguenze negative, sia
                  sull’esistenza stessa degli ecosistemi marini, sia in relazione alla disponibilità (e ai con-
                  nessi costi) delle risorse idriche utilizzabili per scopi umani;
                - il graduale rallentamento atteso della corrente meridionale dell’Oceano Atlantico
                  (MOC–Meridional Overturning Circulation) nel corso del XXI secolo: per quanto diffi-
                  cilmente stimabili, gli effetti dei cambiamenti strutturali di tale corrente avranno enormi
                  impatti sugli ecosistemi marini, sulla concentrazione di CO2 e di ossigeno e, in generale,
                  sulla vegetazione terrestre.
                L’IPCC16 prevede una possibile sensibile riduzione della qualità delle acque sia al livello del
                suolo sia al livello del sottosuolo, con significative implicazioni a livello sanitario. Inoltre
                uno degli effetti maggiormente critici del climate change e dei fenomeni ad esso ricondu-
                cibili è rappresentato dal sensibile aumento della pressione gravante sulle infrastrutture
                urbane e rurali legate all’acqua, che potrebbe generare non solo criticità allocative e distri-
                butive, ma anche un livello elevato di conflittualità fra Stati, soprattutto nei casi di accesso
                a bacini idrici comuni (transboundary waters).
Come prevedibile, gli impatti dei cambiamenti climatici affliggeranno maggiormente i
Paesi in via di sviluppo, particolarmente vulnerabili non solo a causa della loro posizione
geografica, ma anche della loro debolezza istituzionale e finanziaria.
Tali fattori, uniti a un’economia fondata sulla necessità di forti prelievi d’acqua per uso
agricolo, minano la capacità di questi Paesi nel far fronte a una sensibile futura riduzione
delle risorse idriche disponibili.




                                                                                               Water Economy
                                                                                               49




                                       Paul Nicklen/National Geographic Image Collection
Michael Fay/National Geographic Image Collection




                                                   50
                                                        Water Economy
Water Economy
                                    51




      l’IMpatto del CaMBIaMento
        ClIMatICo Sull’eCoSISteMa
     MedIterraneo (In Generale,
    Su tutta l’europa del Sud) SI
ManIfeSterà prInCIpalMente Con
una SIGnIfICatIVa rIduzIone della
   dISponIBIlItà d’aCqua e della
    produttIVItà delle Colture.
L’impatto del cambiamento climatico in australia




                                                                                       in	seguito	ai	disastrosi	effetti	provocati	dalla	            mentre	 il	 fiume	 murray	 ridurrà	 la	 propria	
                                                                                       siccità	nel	sud-est	dell’australia,	la	national	             portata	d’acqua	del	61%.	
                                                                                       Water	Commission	ha	finanziato	nel	2005	                     Lo	 studio	 ha	 evidenziato	 inoltre	 come	 nel	
                                                                                       uno	 studio	 per	 approfondire	 la	 situazione	              2030,	a	causa	degli	effetti	del	climate	chan-
                                                                                       delle	risorse	idriche	nel	bacino	del	murray-                 ge,	l’area	vivrà	una	situazione	di	siccità	pari	
                                                                                       darling,	 il	 cui	 nome	 deriva	 dagli	 omonimi	             a	quella	sperimentata	tra	il	1997	e	il	2006	
                                                                                       fiumi	che	attraversano	l’area.	                              nel	 sud-est	 dell’australia,	 anche	 a	 causa	
                                                                                       Lo	studio	aveva	l’obiettivo	di	stimare	la	di-                di	 una	 forte	 riduzione	 delle	 precipitazioni	
                                                                                       sponibilità	 d’acqua	 attuale	 e	 futura	 (2030)	            come	mostrato	dalla	figura	seguente.
                                                                                       del	 bacino	 e	 della	 falda	 acquifera	 dell’area	          di	fronte	a	questa	situazione	che	in	futuro	
                                                                                       analizzata,	 considerando	 l’impatto	 che	 lo	               accomunerà	 numerosi	 paesi,	 lo	 studio	 ha	
                                                                                       sviluppo	demografico,	i	cambiamenti	clima-                   quindi	 sottolineato	 l’importanza	 e	 l’urgen-
Water Economy




                                                                                       tici	e	l’interazione	tra	acque	di	superficie	e	              za	 di	 individuare	 delle	 risposte	 chiare	 per	
                                                                                       sotterranee	avranno	sulle	risorse	idriche.                   affrontare	 un	 tema	 chiave	 per	 lo	 sviluppo	
                                                                                       tra	 i	 principali	 risultati	 è	 così	 emerso	 che	         futuro:	 produrre	 “più	 cibo”	 per	 alimentare	
52
                                                                                       entro	 il	 2030	 la	 disponibilità	 d’acqua	 nel	            popolazioni	sempre	più	numerose,	in	pre-
                                                                                       bacino	 del	 murray-darling	 diminuirà	 del	                 senza	di	“risorse	idriche	sempre	più	scarse”.
                                                                                       9-11%	nel	nord	dell’area	e	del	13%	nel	sud,	

                                                                                       figura 1.23. Impatto del climate	 change sulla disponibilità di acqua nel sud-est
                                                                                1000
                                                                                       dell’australia
                                                                                 900

                                                                                                                                                                        Totale annuo
                afflusso	totale	annuo*	verso	le	dighe	di	perth**	(in	galloni)




                                                                                 800                                                                                    1911-1974 portata (338 galloni)
                                                                                                                                                                        1975-1996 portata (177 galloni)
                                                                                 700                                                                                    2001-2008 portata (81,8 galloni)

                                                                                 600


                                                                                 500


                                                                                 400


                                                                                 300
                                                                                                                                                                                                2009	(124,1	gL)
                                                                                 200


                                                                                 100


                                                                                   0
                                                                                       1911
                                                                                       1913
                                                                                       1915
                                                                                       1917
                                                                                       1919
                                                                                       1921
                                                                                       1923
                                                                                       1925
                                                                                       1927
                                                                                       1929
                                                                                       1931
                                                                                       1933
                                                                                       1935
                                                                                       1937
                                                                                       1939
                                                                                       1941
                                                                                       1943
                                                                                       1945
                                                                                       1947
                                                                                       1949
                                                                                       1951
                                                                                       1953
                                                                                       1955
                                                                                       1957
                                                                                       1959
                                                                                       1961
                                                                                       1963
                                                                                       1965
                                                                                       1967
                                                                                       1969
                                                                                       1971
                                                                                       1973
                                                                                       1975
                                                                                       1977
                                                                                       1979
                                                                                       1981
                                                                                       1983
                                                                                       1985
                                                                                       1987
                                                                                       1989
                                                                                       1991
                                                                                       1993
                                                                                       1995
                                                                                       1997
                                                                                       1999
                                                                                       2001
                                                                                       2003
                                                                                       2005
                                                                                       2007
                                                                                       2009




                                                                                             note:	*	si	considerano,	con	anno,	i	mesi	da	maggio	ad	aprile	/	**afflusso	considerato	fino	al	giorno	21	ottobre	2009


                                                                                                                                                                                fonte:	Water	Corporation,	perth.
1.6 Il ruolo delle teCnICHe




   1.6.1 le tecniche di irrigazione
                                                                                                     l’apporto IdrICo
   Accanto alle tecnologie emergenti per la gestione dell’acqua, un ruolo importante è giocato
                                                                                                     pluVIale GarantISCe
   anche dalle moderne tecniche di irrigazione.
                                                                                                     adeGuate rISorSe
   Nel comparto agricolo, infatti, l’apporto idrico pluviale garantisce adeguate risorse all’80%     all’80% della
   della superficie coltivata a livello mondiale, mentre il restante 20% si basa sull’irrigazione.   SuperfICIe ColtIVata




                                                                                                                                                 Water Economy
   Le tecniche di irrigazione, responsabili del 40% della produzione agricola totale, consen-        a lIVello MondIale,
   tono però di ottenere rendimenti superiori, in quanto permettono di incrementare la pro-          Mentre Il reStante
                                                                                                     20% SI BaSa
   duttività dei terreni agricoli tramite una maggior quantità d’acqua resa disponibile per le
                                                                                                     Sull’IrrIGazIone.
   colture.
                                                                                                                                                 53
   Si stima infatti che il massimo rendimento che può essere ottenuto dall’irrigazione sia più
   del doppio di quello che può essere ottenuto attraverso l’apporto idrico pluviale.
   Le moderne tecniche di irrigazione favoriscono inoltre anche il risparmio idrico, confer-
   mando quindi in tal modo l’importanza dell’irrigazione soprattutto per i Paesi in via di
   sviluppo, in molti casi caratterizzati da un apporto pluviale limitato.
   L’irrigazione a goccia (si veda box successivo), in particolare, si sta diffondendo molto velo-
   cemente nelle aree in cui la risorsa idrica è limitata, in quanto consente il risparmio idrico
   riducendo l’evapotraspirazione e il drenaggio in profondità, dal momento che l’acqua può
   essere somministrata con maggiore precisione alle radici delle piante rispetto a quanto ac-
   cade nei sistemi di irrigazione a pioggia o a scorrimento.
   L’irrigazione rimane quindi un elemento chiave per permettere soprattutto ai Paesi con
   una maggiore scarsità d’acqua di alimentare la propria popolazione, in quanto una gestione
   efficiente – e combinata con fertilizzanti e varietà di sementi – delle pratiche di irrigazione
   costituisce il modo migliore per aumentare la produttività e la sicurezza alimentare.



                                                                                                     fonte:	fao	Water,	Water at a Glance,	cit.
L’irrigazione a goccia




                i	 primi	 esperimenti	 che	 combinava-            quell’accordo	 segnò	 la	 nascita	 di	 neta-
                no	 irrigazione	 delle	 radici	 e	 drenaggio	     fim,	un’azienda	per	la	produzione	di	im-
                sfruttando	 tubi	 sotterranei	 in	 terracotta	    pianti	 di	 irrigazione	 a	 goccia	 che	 sorse	
                furono	 condotti	 in	 germania	 intorno	 al	      proprio	in	mezzo	ai	campi	del	kibbutz.
                1860,	 e	 furono	 sempre	 tedeschi,	 tra	 gli	    nel	 giro	 di	 pochi	 anni	 l’azienda	 si	 è	 af-
                anni	venti	e	trenta,	i	primi	tentativi	di	ir-     fermata	 in	 tutto	 il	 mondo	 come	 leader	
                rigare	le	coltivazioni	praticando	perfora-        dei	 sistemi	 di	 microirrigazione,	 di	 cui	
                zioni	nei	tubi.                                   è	 arrivata	 a	 coprire	 più	 di	 un	 terzo	 del	
                La	moderna	tecnica	di	irrigazione	a	goc-          mercato,	sviluppando	anche	altri	prodot-
                cia,	 facilitata	 dall’avvento	 delle	 materie	   ti	 di	 interesse	 agricolo	 e,	 negli	 anni	 più	
                plastiche,	 è	 stata	 introdotta	 sul	 finire	    recenti,	 tecnologie	 ecocompatibili	 per	 la	
                degli	anni	Cinquanta	da	simcha	Blass	–	           produzione	di	biocarburanti.
Water Economy




                agronomo	e	ingegnere,	ebreo	polacco	di	           oggi	 netafim	 è	 compartecipata	 da	 tre	
                nascita,	 trasferitosi	 in	 palestina	 intorno	   kibbutz:	hatzerim,	magal	e	Yiftach,	ope-
                al	1930	–	che	la	brevettò	e	nel	1965	ne	          ra	in	110	paesi	e	ha	30	sedi	sussidiarie.	
54              concesse	la	licenza	di	produzione	al	kib-         Con	 2000	 dipendenti	 e	 11	 impianti	 di	
                butz	hatzerim.                                    produzione,	 nel	 2006	 ha	 raggiunto	 un	
                                                                  fatturato	di	400	milioni	di	dollari.




                                                    J. Baylor Roberts/National Geographic Image Collection
1.6.2 le tecnologie emergenti

Le Nazioni Unite hanno individuato, all’interno del rapporto Water in a Changing World17
(al quale si rimanda per un maggiore approfondimento di questo aspetto), alcune aree
principali di sviluppo tecnologico rilevanti per la futura gestione delle risorse idriche,
tra cui:
- ricerca e sviluppo in campo ambientale;
- energie rinnovabili e bioenergia;
- nanotecnologie;
- ICT (Information and Communication Technology).
Il primo punto è di carattere generale, trasversale a diverse tematiche ambientali tra cui
quella della gestione dell’acqua. In numerosi Paesi sviluppati si è assistito negli ultimi
anni a un aumento della spesa in ricerca e sviluppo in ambito ambientale, al fine di pro-
muovere tecnologie innovative che permettessero di migliorare la qualità dell’ambiente.
Questo trend non è però osservabile, quanto meno con la stessa intensità, nei Paesi in
via di sviluppo. Pertanto il trasferimento tecnologico va orientato dai Paesi sviluppati a
quelli in via di sviluppo, per garantire a questi ultimi una crescita sostenibile anche dal
punto di vista ambientale.
Per quanto riguarda la ricerca legata alle energie rinnovabili, essa ha beneficiato re-
centemente del deciso orientamento politico verso la riduzione delle emissioni nocive




                                                                                              Water Economy
per l’atmosfera. Grazie a questi sforzi, in questa fase si stanno realizzando importanti
innovazioni tecnologiche che favoriranno un impiego crescente delle fonti rinnovabili,
ad esempio nel campo dell’energia solare, dell’energia prodotta dallo sfruttamento delle
maree, dei sistemi geotermici di nuova generazione e di quelli basati sull’integrazione di
                                                                                              55
diverse fonti bioenergetiche. Tuttavia, nel prossimo futuro, solo una parte della doman-
da energetica sarà realizzata per mezzo delle rinnovabili, mentre le fonti tradizionali
(combustibili fossili ed energia nucleare) saranno ancora predominanti. Queste fonti
generano impatti rilevanti anche dal punto di vista del consumo di acqua. Basti pensare,
infatti, che per generare un megawattora di elettricità sono necessari 2 m3 di acqua a
partire dal carbone, 2,5 m3 utilizzando l’energia nucleare e 4 m3 impiegando quale fonte
il petrolio.
Un filone in forte crescita, recentemente al centro anche del dibattito scientifico ed
economico, è quello della ricerca e delle applicazioni legate alla bioenergia. Se da un
lato queste fonti energetiche appaiono avere un minore impatto sull’inquinamento, cau-
sando minori emissioni nocive per l’atmosfera, dall’altro risultano avere un effetto di
maggiore utilizzo delle risorse idriche, richiedendo un consumo ingente d’acqua per la
loro coltivazione.
Le nanotecnologie sembrano avere un grande potenziale in relazione alle tecniche di
desalinizzazione e di depurazione delle acque da metalli inquinanti, permettendo in
prospettiva di recuperare, a costi contenuti, quantità d’acqua per uso domestico, per la
sanità e per l’irrigazione.
In particolar modo i dispositivi di desalinizzazione permettono di sfruttare l’enorme
risorsa costituita dal mare, visto che il 97% dell’acqua sulla Terra è salata.
Recentemente si è ottenuta una sostanziale riduzione dei costi per una delle tecno-
logie di desalinizzazione più efficienti (la membrana a osmosi inversa) grazie all’ap-
plicazione di una serie di miglioramenti tra cui membrane che necessitano di minore
pressione, e quindi minore energia, e una modularità dei sistemi, che semplifica la
costruzione degli impianti.
Molte città costiere presto potranno disporre di nuove fonti di acqua potabile adottando que-
                sta tecnologia già impiegata in desalinizzatori costruiti a Singapore e a Tampa, in Florida.
                Infine, trasversale a tutte le innovazioni tecnologiche attuali e future, va considerata
                la diffusione delle tecnologie legate all’informazione e comunicazione (ICT). Questa
                è quanto mai necessaria per generare conoscenza dei fenomeni e delle possibilità ap-
                plicative, fornendo un apporto fondamentale in termini di monitoraggio dello stato di
                sfruttamento e inquinamento delle risorse idriche mondiali.
Water Economy




56




                                                         Bobby Haas/National Geographic Image Collection
1.7 SCenarI futurI




   S
           e la fotografia attuale della disponibilità e degli impieghi di risorse idriche è quella                  nel 2030 l’aGrIColtura
           rappresentata nei paragrafi precedenti, le proiezioni future non suggeriscono una                         Sarà anCora Il CoMparto
           situazione molto diversa: si stima che nel 2030 l’agricoltura rappresenterà anco-                         Con Il MaGGIore
                                                                                                                     aSSorBIMento dI rISorSe
   ra il comparto con il maggiore assorbimento di risorse idriche mondiali18, mentre il peso
                                                                                                                     IdrICHe MondIalI, Mentre
   dell’industria rimarrà stabile o tutt’al più in lieve diminuzione, grazie soprattutto all’incre-                  Il peSo dell’InduStrIa
   mento di efficienza che caratterizzerà i processi produttivi. Il prelievo d’acqua per utilizzi                    rIMarrà StaBIle. Il




                                                                                                                                                Water Economy
   domestici (a partire dalle necessità igienico-sanitarie) subirà invece un rapido incremento,                      prelIeVo d’aCqua per
   sorpassando il settore industriale.                                                                               utIlIzzI doMeStICI
                                                                                                                     SuBIrà InVeCe un
                                                                                                                     rapIdo InCreMento,
                                                                                                                     SorpaSSando Il Settore     57
                                                                                                                     InduStrIale.
   figura 1.24. Il prelievo delle risorse idriche per tipologia di settore: le prospettive future


   totale	di	acqua	
   utilizzata



                                                                                                 uso	agricolo

                                                                                                 uso	industriale

                                                                                                 uso	domestico
                                                                                                  2030
                                                                                          2020
                                                                                 2010
                                                                          2000
                                                               1990
                                                        1980
                                                 1970
                                          1960
                                  1950




                                                                      fonte:	WBCsd,	Facts and Trends - Water,	cit.
SI StIMa CHe una quota
                    CoMpreSa tra Il 15%    In particolare, analizzando l’incremento del prelievo di risorse idriche negli anni 2005-
                  e Il 35% deGlI attualI   2030 per area geografica, si osserva come l’incremento più consistente della domanda d’ac-
                   prelIeVI d’aCqua per    qua per uso agricolo avverrà principalmente in Paesi emergenti come l’India – dove il com-
                  IrrIGazIone non Sarà
                                           parto agricolo inciderà per oltre il 10% sul PIL del Paese nel 2030 – e l’Africa sub-sahariana,
                SoStenIBIle In futuro.
                                           mentre l’aumento più consistente per uso industriale si verificherà soprattutto in Cina.

                                           figura 1.25. Incremento del prelievo di risorse idriche per tipologia di settore e per area
                                           geografica 2005-2030


                                                         Cina              178                                      300                         54

                                                        india                            338                                 89       40

                                       africa	sub-sahariana                             320                          28        92

                                              resto	dell’asia                    243                          117               80

                                              nord	america                 181                       124          21
                                                     europa         72           100           12
                                               sud	america           89            68         23
                                                     oceania 21 7
Water Economy




                                                                0            100               200            300              400             500             600



                                                                     uso	agricolo	             uso	industriale	           			uso	domestico


58
                                               fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	2030 Water Resources Global Water Supply and Demand
                                                                                                               Model,	international	food	policy	research	institute.



                                           Il grado di scarsità delle risorse idriche, in chiave prospettica, si può valutare analizzando l’am-
                                           montare di acqua prelevata nelle varie aree geografiche mondiali a fronte delle risorse disponibili.
                                           A causa della crescita demografica, dell’elevato costo delle tecniche di irrigazione che spes-
                                           so eccede le possibilità economiche dei piccoli agricoltori di molti Paesi in via di sviluppo,
                                           del permanere di pratiche di irrigazione inefficienti e della crescente competizione per l’u-
                                           tilizzo delle risorse idriche, si stima che una quota compresa tra il 15% e il 35% degli attuali
                                           prelievi d’acqua per irrigazione non sarà sostenibile in futuro19.
                                           Nel 1995 le aree caratterizzate da un elevato tasso di prelievo (superiore al 20%) erano
                                           infatti localizzate nel sud degli Stati Uniti, nel Nord Africa, in alcune aree dell’Europa occi-
                                           dentale, nella penisola arabica e in alcune zone del Sud-Est Asiatico.
                                           Nello scenario prospettico al 2025 (Figura 1.27) la situazione appare drammaticamente
                                           peggiore in termini di rapporto tra risorse utilizzate e disponibili. Si stima infatti che la
                                           superficie mondiale caratterizzata da un tasso di prelievo superiore al 20% aumenterà so-
                                           stanzialmente rispetto al 1995, allargandosi all’intero territorio degli Stati Uniti e a buona
                                           parte dell’Europa continentale e del sud dell’Asia, con ampie zone localizzate in Africa e
                                           nella penisola indiana20 che registrano tassi superiori al 40%.
                                           L’India in particolare, a causa del forte incremento demografico previsto, vivrà in futuro la
                                           sfida di dover produrre più cibo con meno acqua a disposizione.
                                           La situazione non appare diversa se si considera direttamente la disponibilità prospettica di
                                           acqua pro capite nelle diverse aree mondiali: l’Africa passerà dai quasi 16.000 m3 pro capite
                                           del 1960 a meno di 4000 nel 2025, l’Asia da circa 6000 a circa 2000, il Medio Oriente e il
                                           Nord Africa dai circa 4000 del 1960 a meno di 2000 nel 2025.
figura 1.26. ammontare di acqua prelevata rispetto alle risorse disponibili – due
scenari a confronto: 1995 e 2025



1995




                                                                                                                                    Water Economy
2025


                                                                                                                                    59




  oltre	il	40%	       dal	40%	al	20%	       			dal	20%	al	10%	      			meno	del	10%

                           fonte:	WBCsd,	Business in the World of Water. WBCSD Water Scenarios to 2025,	2006.




Si delinea dunque uno scenario futuro particolarmente difficile, che richiede fin d’ora scel-                   oGnI 22 Marzo,
te avvedute e coraggiose, in grado di incidere sulle tendenze in atto. Appare altresì evidente                  da 18 annI,
                                                                                                                SI SVolGe la
la necessità di una riflessione approfondita finalizzata all’individuazione di un modello di
                                                                                                                GIornata MondIale
crescita realmente sostenibile, che garantisca l’accesso al cibo a una popolazione mondiale                     dell’aCqua.
in crescita, a fronte di risorse idriche sempre più scarse.
Le iniziative relative all’acqua




                22 marzo: la Giornata                                infatti,	la	maggior	parte	della	popolazione	
                Mondiale dell’Acqua                                  mondiale	(3,3	miliardi	di	persone)	vive	in	
                                                                     contesti	urbani	che	continuano	a	crescere	
                          L’organizzazione	 di	 una	 giorna-         a	ritmi	più	serrati	di	quanto	le	infrastrut-
                            ta	 internazionale	 per	 celebrare	      ture	 igienico-sanitarie	 urbane	 siano	 in	
                             l’acqua	 venne	 raccomandata21	         grado	 di	 fare.	 il	 38%	 di	 tali	 realtà	 è	 co-
                                nel	1992	alla	Conferenza	delle	      stituita	da	slum	(baraccopoli)	in	espansio-
                                   nazioni	unite	su	ambiente	        ne,	caratterizzati	da	inadeguate	o	assenti	
                                    e	 sviluppo	 (un-Ced)	 e	        infrastrutture	sanitarie	per	il	trattamento	
                                    successivamente	 adotta-         dell’acqua.
                                 ta	 dall’assemblea	 generale	       obiettivo	 della	 giornata	 mondiale	 dell’ac-
                                 dell’onu	 che,	 il	 22	 mar-        qua	2011	è	stato	quindi	quello	di	focaliz-
Water Economy




                               zo	 1993,	 organizzò	 la	 prima	      zare	l’attenzione	internazionale	sull’impatto	
                              giornata	mondiale	dell’acqua.          della	rapida	crescita	della	popolazione	ur-
                questa	ricorrenza	è	stata	prevista	all’interno	      bana	sui	sistemi	di	gestione	dell’acqua,	con	
                delle	direttive	dell’agenda	21,	risultato	della	     l’intento	di	incoraggiare	i	governi,	le	comu-
60
                conferenza	di	rio	de	Janeiro	del	3-14	giu-           nità	 e	 i	 singoli	 individui	 a	 intervenire	 per	
                gno	1992,	anche	ricordata	come	il	“summit	           combattere	la	sfida	imposta	dall’urbanizza-
                della	terra”.	si	è	trattato	del	primo	incontro	      zione	nella	gestione	dell’acqua	nelle	città.
                mondiale	dei	capi	di	stato	sull’ambiente,	che	
                hanno	dibattuto	sui	temi	dei	modelli	di	pro-         I temi affrontati nelle
                duzione,	delle	risorse	di	energia	alternativa	       passate edizioni
                per	sostituire	l’utilizzo	di	combustibile	fossile	
                ritenuto	responsabile	del	cambiamento	cli-           Con	l’obiettivo	di	sottolineare	l’importanza	
                matico	globale,	dei	sistemi	di	pubblico	tra-         delle	acque	dolci	e	incentivare	la	sosteni-
                sporto	per	ridurre	le	emissioni	dei	veicoli	e	       bilità	nella	gestione	delle	risorse	idriche,	le	
                infine	della	crescente	scarsità	d’acqua.             passate	iniziative	dedicate	all’acqua	hanno	
                È	stato	un	evento	senza	precedenti	sia	in	           risvegliato	 l’attenzione	 internazionale	 sui	
                termini	di	impatto	mediatico,	sia	di	scelte	         seguenti	aspetti.
                politiche	e	di	sviluppo	che	l’hanno	seguita.
                                                                      2010	–	Clean Water for a Healthy World	
                La Giornata Mondiale                                  (“acqua	pulita	per	un	mondo	più	sano”).	
                dell’Acqua 2011                                       Consacrando	 la	 giornata	 2010	 al	 tema	
                                                                      della	qualità	dell’acqua,	si	è	sottolineata	
                il	 tema	 di	 focalizzazione	 della	 giornata	        l’importanza	di	intervenire	nella	gestione	
                mondiale	dell’acqua	2011,	che	si	è	svol-              delle	risorse	idriche	non	solo	dal	punto	
                ta	a	Cape	town	il	22	marzo,	è	Water for               di	vista	della	loro	quantità	affrontandone	
                Cities: Responding to the Urban Challenge	            la	 crescente	 scarsità,	 bensì	 anche	 con-
                (“L’acqua	per	le	città:	rispondere	alla	sfida	        tro	l’inquinamento	dei	corsi	d’acqua	per	
                dell’urbanizzazione”).                                garantire	 la	 salute	 degli	 ecosistemi	 e	 il	
                per	la	prima	volta	nella	storia	dell’uomo	            benessere	dell’umanità.
2009	–	Shared Water, Shared Opportuni-             nerale	 delle	 nazioni	 unite	 come	 il	 de-
ties	(“Condividere	l’acqua,	condividere	le	        cennio	in	cui	assicurare	maggiori	impe-
opportunità”).	 un’attenzione	 particolare	        gno	 e	 cooperazione,	 anche	 attraverso	
è	stata	posta	sulle	acque	di	confine,	con	         una	più	ampia	partecipazione	da	parte	
l’intento	di	favorire	lo	sviluppo	delle	op-        delle	donne,	per	il	raggiungimento	degli	
portunità	di	cooperazione	tra	le	diverse	          obiettivi	di	sviluppo	(millennium	deve-
nazioni	 che,	 anche	 a	 livello	 territoriale,	   lopment	goals)	posti	dalla	dichiarazio-
condividono	questa	risorsa	e	di	promuo-            ne	del	millennio,	 siglata	nel	settembre	
vere	nel	contempo	la	pace,	la	sicurezza	e	         del	2000.
la	crescita	della	sostenibilità	economica.
                                                   2004	 –	 Water and Disaster	 (“acqua	 e	
2008	 –	 Sanitation	 (“igiene”).	 in	 quan-        disastri”).	 Calamità	 naturali	 causate	
to	 anno	 internazionale	 dell’igiene,	 così	      da	 cambiamenti	 climatici	 e	 atmosferici	
come	dichiarato	dall’assemblea	generale	           (tornadi,	 tempeste,	 cicloni	 e	 alluvioni)	
delle	nazioni	unite,	il	2008	ha	indotto	la	        costituiscono	 il	 75%	 dei	 disastri	 am-
giornata	mondiale	dell’acqua	ad	affron-            bientali	 che	 si	 verificano	 annualmente	
tare	 il	 tema	 degli	 insufficienti	 progressi	   nel	mondo	e	che	causano	gravi	perdite	
effettuati	 in	 ambito	 igienico-sanitario	        umane	ed	economiche.	per	questo	mo-
a	 livello	 globale,	 nonché	 a	 riconosce-        tivo,	la	necessità	di	prevedere	tali	eventi	
re	 come	 uno	 sforzo	 congiunto	 a	 livello	      e	 mitigarne	 le	 conseguenze	 ha	 indotto	
politico	 e	 comunitario	 possa	 garantire	        le	 nazioni	 unite	 a	 dedicare	 la	 giornata	




                                                                                                    Water Economy
concreti	risultati	nel	miglioramento	degli	        2004	a	questo	tema.
impianti	igienico-sanitari	esistenti	e	nel	
trattamento	delle	acque	reflue.                    2003	 –	 Water for the Future	 (“L’acqua	
                                                   per	 il	 futuro”).	 affinché	 possa	 essere	
2007	–	Coping with Water Scarcity	(“af-            garantita	 alle	 future	 generazioni	 una	       61
frontare	 la	 scarsità	 d’acqua”).	 sotto	 il	     buona	qualità	e	quantità	di	acqua	rag-
coordinamento	della	fao,	la	giornata	ha	           giungendo	in	tal	modo	anche	l’obiettivo,	
sottolineato	la	necessità	di	un	intervento	        entro	 il	 2015,	 di	 dimezzare	 il	 numero	
integrato	 sia	 a	 livello	 internazionale	 sia	   di	 persone	 che	 al	 mondo	 vivono	 senza	
locale	per	far	fronte	al	tema	della	soste-         acqua	 potabile	 sicura	 e	 senza	 adeguati	
nibilità	delle	risorse	idriche	in	un	conte-        impianti	 igienico-sanitari,	 un’attenzione	
sto	caratterizzato	da	crescente	scarsità,	         particolare	è	stata	posta	sull’esigenza	di	
iniqua	 distribuzione,	 degrado	 delle	 ac-        utilizzare	e	conservare	l’acqua	esistente	
que	di	superficie	e	conflitti.                     in	modo	più	responsabile.	

2006	–	Water and Culture	(“acqua	e	cul-            2002	–	Water for Development	(“L’acqua	
tura”).	si	è	discusso	su	come	ogni	popolo	         per	lo	sviluppo”).	sotto	il	coordinamento	
utilizzi	 e	 celebri	 l’acqua	 a	 seconda	 del-    dell’agenzia	 internazionale	 per	 l’ener-
la	 propria	 storia	 e	 tradizione	 culturale.	    gia	atomica,	la	giornata	ha	affrontato	il	
alcuni	 conferiscono	 all’acqua	 un	 ruolo	        tema	dell’esigenza	di	una	 pianificazione	
sacro	 all’interno	 di	 riti	 e	 cerimonie	 re-    e	gestione	integrata	delle	risorse	idriche	
ligiose,	 altri	 la	 rappresentano	 da	 secoli	    mondiali	sempre	più	scarse	e	a	rischio	di	
nell’arte,	 tutti	 ne	 riconoscono	 il	 ruolo	     deterioramento.
centrale	per	la	propria	sopravvivenza.
                                                   2001	–	Water for Health – Taking Charge
2005	 –	 Water for Life 2005-2015	                 (“L’acqua	per	la	salute	–	farsene	carico”).	
(“L’acqua	 per	 la	 vita	 2005-2015”).	 si	        sotto	il	coordinamento	dell’organizzazio-
è	 inaugurata	 l’International Decade for          ne	mondiale	della	sanità,	la	giornata	ha	
Action,	 proclamata	 dall’assemblea	 ge-           sottolineato	 come	 acqua	 e	 salute	 siano
strettamente	 collegate,	 poiché	 preziose	        1997	 –	 The World’s Water –	 is	 the-
                e	vulnerabili.	Concreti	sforzi	sono	quindi	        re	 enough?	 (“C’è	 abbastanza	 acqua	 al	
                necessari	 per	 preservare	 entrambe,	 af-         mondo?).	 La	 decisione	 di	 affrontare	 il	
                finché	tutti	possano	beneficiare	di	acqua	         tema	 della	 valutazione	 dell’effettiva	 di-
                potabile	più	pulita	e	più	sicura.	                 sponibilità	di	acqua	è	nata	dalla	consa-
                                                                   pevolezza	 di	 come	 essa	 costituisca	 un	
                2000	 –	 Water for the 21st Century	               requisito	fondamentale	per	la	nascita	e	
                (“L’acqua	 per	 il	 XXi	 secolo”).	 La	 prima	     la	 sopravvivenza	 della	 vita	 stessa	 sulla	
                giornata	 del	XXi	 secolo	 ha	 affrontato	 il	     terra,	 a	 fronte	 tuttavia	 di	 uno	 sfrutta-
                tema	 della	 “crisi	 dell’acqua”	 e	 di	 come	     mento	 e	 di	 una	 competizione	 sempre	
                la	sua	disponibilità	e	qualità	siano	pro-          più	 crescenti	 per	 il	 suo	 utilizzo,	 tali	 da	
                fondamente	e	negativamente	influenza-              inficiarne	la	disponibilità.
                te	da	uno	scenario	futuro	caratterizzato	
                da	una	rapida	crescita	della	popolazione	          1996	–	Water for Thirsty Cities	(“L’acqua	
                soprattutto	in	aree	dove	la	disponibilità	         per	le	città	assetate”).	si	è	affrontato	il	
                d’acqua	è	già	oggi	scarsa.                         tema	della	crescente	crisi	dell’acqua	per	
                                                                   importanti	città	del	mondo,	che	minac-
                1999	 –	 Everyone Lives Downstream                 cia	la	sostenibilità	del	loro	sviluppo	eco-
                (“tutti	 viviamo	 a	 valle”).	a	 seguito	 delle	   nomico	e	sociale.
                alluvioni	e	delle	esondazioni	di	numero-
                si	fiumi	che,	nel	corso	del	1998,	hanno	           1995	 –	 Women and Water (“L’acqua	 e	
Water Economy




                provocato	migliaia	di	morti	e	gravi	danni	         le	 donne”).	 il	 tema	 nasce	 dalla	 consa-
                economici	 in	 Cina,	 Bangladesh	 e	 india	        pevolezza	di	come	l’acqua	sia	spesso	un	
                –	 aree	 in	 cui	 vive	 quasi	 la	 metà	 della	    problema	 specifico	 delle	 donne,	 perché	
                popolazione	 mondiale	 –,	 la	 giornata	 ha	       su	di	loro	grava	la	responsabilità	dell’ap-
62
                voluto	ricordare	come	anche	l’interven-            provvigionamento	idrico.	in	alcune	loca-
                to	 scorretto	 da	 parte	 dell’uomo	 verso	 i	     lità,	infatti,	le	donne	devono	camminare	
                bacini	dei	fiumi,	e	non	solo	le	eccessive	         anche	fino	a	10	chilometri	per	raggiun-
                piogge,	sia	causa	di	questi	disastri.              gere	le	fonti	d’acqua.

                1998	 –	 Groundwater	 –	 the	 invisible	           1994	–	Caring for Our Water Resources
                resource	 (“L’acqua	 sotteranea	 –	 La	 ri-        Is Everyone’s Business	 (“prendersi	 cura	
                sorsa	invisibile”).	si	è	sottolineata	l’im-        dell’acqua	è	dovere	di	tutti”).	oggi	pren-
                portanza	delle	acque	sotterranee	per	la	           dersi	cura	di	questa	risorsa	vitale	è	un	
                sopravvivenza	 di	 oltre	 la	 metà	 della	                      dovere	 e	 una	 responsabili-
                popolazione	mon-                                                tà.	 La	 gestione	 sostenibile	
                diale,	che	da	esse	                                              dell’acqua	 è	 infatti	 fonda-
                trae	beneficio	per	                                              mentale	 per	 garantire	 a	
                soddisfare	i	propri	                                              tutti,	ora	e	nel	futuro,	ac-
                bisogni	idrici.	que-                                               cesso	e	possibilità	di	uti-
                ste	 acque	 devono	                                                 lizzo	di	una	risorsa	che,	
                quindi	 essere	 pro-                                                 oltre	alla	sopravvivenza	
                tette	 dal	 degrado	 a	                                               di	 ogni	 singolo	 essere	
                cui	sono	sottoposte	a	                                                 vivente,	 è	 importan-
                causa	 della	 contami-                                                  te	 per	 lo	 sviluppo	 di	
                nazione	 di	 agenti	 in-                                                 tutti	 i	 processi	 so-
                quinanti,	 nonché	 dalle	                                                 ciali,	 economici	 e	
                implicazioni	generate                                                     organizzativi	di	ogni	
                da	conflitti	irrisolti	per	il	                                             popolazione	      nel	
                loro	utilizzo.                                                   mondo.
La Settimana Mondiale                                temi	di	focalizzazione:
dell’Acqua 2010:                                     -	prevenire	e	controllare	l’inquinamento	
qualità, prevenzione                                    delle	risorse	idriche;
e contenimento                                       -	interrompere	il	“ciclo	vizioso”	di	inqui-
                                                        namento	delle	acque;
dal	 1991	 lo	 stockholm	 internationatio-           -	la	qualità	dell’acqua	per	la	salute	
nal	Water	institute	(siWi)	–	istituto	sve-              dell’uomo;
dese	che	sostiene	la	lotta	internazionale	           -	migliorare	l’utilizzo	efficiente	dell’acqua	
contro	 l’attuale	 crisi	 globale	 dell’acqua	          attraverso	il	riciclaggio	e	il	riutilizzo;	
–	 organizza	 annualmente	 una	 settima-             -	la	gestione	delle	acque	sotterranee;
na	mondiale	dell’acqua	a	stoccolma,	un	              -	ridurre	l’inquinamento	delle	risorse	
evento	della	durata	di	una	settimana	che	               idriche	generato	dall’attività	agricola;
riunisce	 più	 di	 2400	 decisori	 politici	 ed	     -	gestire	la	capacità	di	recupero	dei	
economici,	 opinion	 leader,	 esperti	 e	 or-           sistemi	socio-ecologici	in	condizioni	di	
ganizzazioni	 internazionali	 chiamati	 a	              incertezza;
confrontarsi	e	dibattere	sul	tema	dell’ac-           -	le	fonti	d’inquinamento	dell’acqua	nei	
qua	 e	 delle	 sue	 implicazioni	 dal	 punto	           contesti	urbani.
di	 vista	 economico,	 sociale,	 scientifico	 e	     accanto	 ai	 seminari	 descritti,	 numerosi	
della	salute.                                        convegni	e	tavole	rotonde	hanno	inoltre	
mentre	l’edizione	2011,	 che	si	 terrà	dal	          consentito	ai	partecipanti,	provenienti	da	
                                                     circa	135	paesi	del	mondo,	di	esplorare	




                                                                                                       Water Economy
21	al	27	agosto,	si	focalizzerà	sul	tema	
dell’acqua	 in	 un	 mondo	 fortemente	 ur-           ulteriormente	 e	 portare	 così	 all’atten-
banizzato	–	Water in an Urbanising World             zione	 internazionale	 il	 tema	 della	 sfida	
–	al	fine	di	esplorare	uno	dei	mega	trend	           connessa	 alla	 qualità	 dell’acqua,	 affron-
alla	 base	 del	 forte	 incremento	 previsto	        tandone	non	solo	i	problemi	e	le	implica-
                                                                                                       63
nel	consumo	d’acqua,	la	scorsa	edizione,	            zioni	sull’ambiente,	l’economia	e	la	salu-
tenutasi	dal	5	all’11	settembre	2010,	ha	            te,	bensì	sottolineando	anche	i	progressi	
esplorato	il	tema	della	sua	qualità	–	Re-            della	 ricerca	 scientifica	 in	 corso	 e	 coo-
sponding to Global Changes: The Water                perando	per	la	formulazione	di	proposte	
Quality Challenge – Prevention, Wise Use             concrete	 e	 l’individuazione	 di	 soluzioni	
and Abatement	 (“rispondere	 ai	 cam-                efficaci	per	assicurare	una	maggiore	pre-
biamenti	 globali:	 la	 sfida	 della	 qualità	       venzione	e	un	utilizzo	parsimonioso	delle	
dell’acqua	 –	 prevenzione,	 uso	 parsimo-           risorse	idriche	disponibili.
nioso	e	contenimento”).
il	cambiamento	climatico	e	demografico,	
l’urbanizzazione,	 la	 crescita	 economica	
e	 l’espansione	 delle	 attività	 industriali	
esercitano	 una	 fortissima	 pressione	 sia	
sulla	 quantità	 sia	 sulla	 qualità	 delle	 ri-
sorse	 idriche	 disponibili,	 riducendone	 la	
disponibilità,	 incrementandone	 il	 livello	
di	inquinamento	e	mettendo	quindi	a	ri-
schio	non	solo	la	salute	della	popolazione	
mondiale,	 bensì	 anche	 degli	 ecosistemi	
naturali.
per	questo	motivo	la	settimana	mondia-
le	dell’acqua	2010	ha	affrontato,	attra-
verso	otto	seminari	i	cui	contenuti	prin-
cipali	sono	stati	delineati	da	un	comitato	
scientifico	 di	 altissimo	 livello,	 i	 seguenti
note




                1.	parte	dell’acqua	catturata	viene	spesso	sprecata	a	causa	dell’inefficienza	delle	reti	idriche.	a	tal	
                proposito	si	stima	che,	nel	corso	del	2008,	il	47%	dell’acqua	potabile	sia	andata	sostanzialmente	
                persa	per	garantire	la	continuità	del	flusso	nei	tubi	oppure	a	causa	di	reali	perdite	nelle	condutture.
                2.	undp,	Human Development Report 2006.
                3.	WBCsd, Facts and Trends – Water,	cit.	e	fao	Water, Water at a Glance,	cit.
                4.	gertner,	J.,	The Future Is Drying Up,	in	“the	new	York	times	magazine”,	21	ottobre	2007.
Water Economy




                5.	 unesCo	 –	World	Water	assessment	 program,	 3rd United Nations World Water Development
                Report: Water in a Changing World,	2009.
                6.	undesa,	World Urbanization Prospects,	2007.

64              7.	dato	2001	tratto	da	Chartres	e	varma,	Out of Water,	cit.
                8.	si	stima	che	la	domanda	globale	di	energia	crescerà	del	55%	entro	il	2030.	fonte:	iea,	2008.
                9.	pur	rappresentando	attualmente	una	quota	ancora	modesta	(circa	il	2%)	del	mercato	globale	
                dei	carburanti	utilizzati	per	i	trasporti.
                10.	iea,	2008.
                11.	unesCo	–	World	Water	assessment	program,	3rd United Nations World Water Development
                Report: Water in a Changing World,	2009.
                12. Ibid.
                13.	fao,	aquastat	database,	2008.
                14.	Yangtze	(6300	km),	Yellow	(5464	km),	amur	(3420	km),	sungari	(2308	km),	pearl	(2210	km),	
                Yarlung	zangbo	(2057	km),	tarim	(2046	km).
                15.	ipCC,	Climate Change 2007: Synthesis Report. Summary for Policymakers,	2007.
                16.	Ibid.
                17.	unesCo	–	World	Water	assessment	program,	3rd United Nations World Water Development
                Report: Water in a Changing World,	cit.
                18.	secondo	stime	di	ancor	più	lungo	periodo,	nel	2050	l’agricoltura	consumerà	il	90%	delle	ri-
                sorse	idriche	impiegate	a	livello	globale.	fonte:	unesCo	–	World	Water	assessment	program,	3rd
                United Nations World Water Development Report: Water in a Changing World,	cit.
                19.	WBCsd,	Facts and Trends – Water,	cit.
                20. WBCsd,	Business in the World of Water.	WCCsd	Water	scenarios	to	2025,	2006.
                21.	 undesa	 –	 division	 for	 sustainable	 development,	 Protection of the Quality and Supply of
                Freshwater Resources: Application of Integrated Approaches to the Development, Management and
                Use of Water Resources,	agenda	21,	Cap.	18,	1992.
Paul Nicklen/National Geographic Image Collection
66
     Water Economy
2.	reaLtà	e	
   prospettive	deL	
   diritto	aLL’aCCesso	
   aLL’aCqua
  “L’aCCesso	a	risorse	idriChe	siCure	È	un	Bisogno	
  fondamentaLe	per	L’uomo	e,	Come	taLe,	un	diritto	umano.	
  È	una	prerogativa	importante	per	La	dignità	e	Lo	sviLuppo	
  umano.	insieme	possiamo	fornire	L’aCCesso	a	risorse	idriChe	
  siCure	a	tutti.	Le	risorse	idriChe	mondiaLi	rappresentano	La	
  nostra	fonte	di	sopravvivenza	e	di	sviLuppo	sosteniBiLe	per	
  iL	XXi	seCoLo”




                                                                           Water Economy
              Kofi	annan,	segretario	generale	delle	nazioni	unite,	20051


                                                                           67
2.1 VerSo la Water
                                        SeCurItY




                                              g
                                                        ià nel 2002 il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e cul-
                                                        turali2 riconobbe ufficialmente3 l’acqua come «risorsa naturale limitata, bene
                                                        pubblico e, soprattutto, diritto umano».
                                              L’importanza dell’acqua come risorsa indispensabile per il benessere e la dignità delle
                                              persone, nonché per lo sviluppo economico e sociale dei Paesi e delle comunità, è stata
                                              sottolineata anche dall’istituzione della “Water for Life Decade 2005-2015”, un’iniziati-
Water Economy




                                              va nata dalla necessità di sensibilizzare e convogliare gli sforzi della comunità interna-
                                              zionale verso l’obiettivo dell’accessibilità e della fruibilità dell’acqua.
                                              Il “diritto all’acqua” si sostanzia infatti nel garantire a ciascun individuo, senza alcuna
                   Il “dIrItto all’aCqua”
                        SI SoStanzIa nel      discriminazione, la possibilità di ottenere per
68
                   GarantIre a CIaSCun        sé una quantità d’acqua sufficiente, sicura, fi-
                IndIVIduo la poSSIBIlItà      sicamente ed economicamente accessibile.
                         dI ottenere per      Per la prima volta nella storia, la risoluzione
                        Sé una quantItà
                                              ONU del 29 luglio 2010 ha riconosciuto tale
                    d’aCqua SuffICIente,
                                              diritto come diritto umano universale e fon-
                     SICura, fISICaMente
                    ed eConoMICaMente         damentale. La risoluzione sottolinea ripetuta-
                              aCCeSSIBIle.    mente che l’acqua potabile e per uso igienico
                                              «oltre ad essere un diritto di ogni uomo, più de-
                                              gli altri diritti umani concerne la dignità della
                                              persona, è essenziale al pieno godimento del-
                                              la vita, è fondamentale per tutti gli altri diritti
                                              umani».
                                              Tale risoluzione non è vincolante, ma afferma un principio che ancora “raccomanda” (e
                                              quindi non obbliga) gli Stati ad attuare iniziative per garantire a tutti un’acqua potabile
                Il tarGet da raGGIunGere      di qualità, accessibile a prezzi economici.
                    è «dIMezzare rISpetto     Rendere l’acqua potabile accessibile in quantità e qualità sufficienti a soddisfare i bi-
                        al 1990 ed entro Il   sogni primari di una persona (ovvero bere, cucinare e lavarsi) è una priorità condivisa
                      2015 la perCentuale     a livello mondiale, nonché uno dei target (n. 10) degli Obiettivi di Sviluppo del Mil-
                     dI popolazIone Senza     lennio (Millennium Development Goals – MDG) che si sono posti 147 capi di Stato e
                      aCCeSSo SoStenIBIle
                                              di Governo attraverso la Dichiarazione del Millennio siglata nel settembre del 2000.
                       all’aCqua potaBIle e
                alle Strutture IGIenICo-      In particolare, il target da raggiungere è «dimezzare rispetto al 1990 ed entro il 2015, la
                        SanItarIe dI BaSe».   percentuale di popolazione senza accesso sostenibile all’acqua potabile e alle strutture
                                              igienico-sanitarie di base»4.
figura 2.1. Il percorso verso la water	security


Settembre 2000                      2005                                     2015
dichiarazione del                   “Water for Life decade                   Scadenza del target 10	
Millennio	che	stabilisce	           2005-2015” per	sen-                      che	prevede	di	dimezzare	
degli	obiettivi	di	sviluppo	        sibilizzare	la	comunità	                 entro	il	2015	il	numero
(obiettivo	7,	target	10	            internazionale	verso	                    di	persone	che	non	hanno	
riferito	all’acqua)	                l’obiettivo	dell’accessibilità	          accesso	all’acqua
                                    e	della	fruibilità	dell’acqua            potabile	e	ai	servizi	igienici




                                                                                                                 Water Economy
      2000              2002                2005                 2010              2015




                                                                                                                  Water Economy
                  2002                                    29 luglio 2010
                  Comitato	delle	nazioni	                 risoluzione	onu	che	
                  unite	per	i	diritti	econo-              riconosce	il	diritto	
                                                                                                                 69
                  mici,	sociali	e	culturali	rico-         all’accesso	all’acqua	
                  nosce	ufficialmente	l’acqua             come	un	diritto
                  come “risorsa naturale                  umano universale e
                  limitata, bene pubblico e               fondamentale
                  diritto umano”


                                                           fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti
nel 2008 CIrCa 884 MIlIonI    Il progresso oggi realizzato verso il raggiungimento del target proposto sarà analizzato
                  dI perSone non aVeVano      in dettaglio nei paragrafi successivi, ma per comprendere quali siano le dimensioni della
                aCCeSSo a rISorSe IdrICHe     sfida occorre ricordare fin da subito che nel 2008 circa 884 milioni di persone – il 37%
                   SuffICIentI e adeGuate,
                                              delle quali vive nell’Africa sub-sahariana – non avevano accesso a risorse idriche suffi-
                  Mentre 2,6 MIlIardI non
                BenefICIaVano dI adeGuatI     cienti e adeguate, mentre 2,6 miliardi di persone – il 72% delle quali vive in Asia – non
                 SISteMI IGIenICo-SanItarI.   beneficiavano di adeguati sistemi igienico-sanitari.


                                              figura 2.2. distribuzione della popolazione mondiale senza accesso a risorse idriche



                                                                    stati	del
                                                                    Commonwealth	1,9%                    nord	africa	1,5%
                                                                                                                                    oceania	0,6%
                                              asia	occidentale	2,4%

                                                america	Latina                                                                              paesi	sviluppati	0,5%
                                                e	Caraibi	4,3%

                                                sud-est	asiatico	9,4%


                                                                                                                                          asia	meridionale	25,1%
Water Economy




                                                                                                                                         asia	orientale	17,1%
70

                                              africa	sub-sahariana	37,3%



                                                                                     totale: 884 milioni di persone


                                                  fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.
figura 2.3. distribuzione della popolazione mondiale senza accesso a strutture igieniche




                     stati	del
                     Commonwealth	1,1%               nord	africa	0,7%         oceania	0,2%

asia	occidentale	1,1%                                                                    paesi	sviluppati	0,6%

  america	Latina
  e	Caraibi	4,4%

  sud-est	asiatico	6,8%


                                                                                           asia	meridionale	40,3%




                                                                                                                              Water Economy
                                                                                                                               Water Economy
africa	sub-sahariana	21,3%                                                   asia	orientale	23,5%



                                      totale: 2,6 miliardi di persone
                                                                                                                              71

    fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.




La disponibilità di acqua non contaminata è un fattore critico per la prevenzione di malattie
idrotrasmissibili quali dissenteria e tifo, che sono la causa di circa 1,5 milioni di morti ogni
anno, il 90% dei quali è rappresentato da bambini di età inferiore ai 5 anni5.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’UNICEF, nelle aree più colpite da que-
sti problemi un miglioramento dell’accesso all’acqua potabile e ai servizi di depurazione e
igiene comporterebbe:
- una drastica riduzione dei tassi di mortalità per malattie associate a questi fattori (si stima
  che si potrebbero salvare circa 1,6 milioni di persone ogni anno);
- una diminuzione delle ore lavorative perse dagli adulti a causa della malattia e dunque una
  maggiore partecipazione degli stessi alle attività economiche e produttive;
- un calo dell’assenteismo scolastico, vale a dire una maggiore partecipazione dei bambini
  alle attività scolastiche e all’educazione, primo motore dello sviluppo economico futuro.
Gli obiettivi di Sviluppo del Millennio




                dal	6	all’8	settembre	2000,	i	capi	di	sta-           sivi	 incontri	 diplomatici	 con	 la	 partecipa-
                to	 e	 di	 governo	 di	 tutti	 gli	 stati	 membri	   zione	delle	principali	agenzie	delle	nazioni	
                dell’onu	riuniti	a	new	York	nel	“vertice	del	        unite,	presero	corpo	gli	obiettivi	di	svilup-
                millennio”	posero	la	propria	firma	in	calce	         po	 del	 millennio	 (millenium	 development	
                alla	“dichiarazione	del	millennio”.	                 goals	 –	 mdg):	 otto	 traguardi	 misurabili	 e	
                in	 quell’occasione	 i	 leader	 mondiali	 affer-     inequivocabili,	vincolanti	per	l’intera	comu-
                marono	la	loro	responsabilità	non	soltanto	          nità	internazionale,	che	affidavano	all’onu	
                nei	confronti	dei	rispettivi	popoli	ma	verso	        un	 ruolo	 centrale	 nella	 gestione	 del	 pro-
                l’intera	specie	umana,	definendo	una	serie	          cesso	della	globalizzazione.
                di	ambiziosi	propositi	da	conseguire	entro	il	       a	ciascuno	di	tali	traguardi	sono	collegate	
                2015	(articoli	19	e	20	della	dichiarazione).	        una	o	più	azioni	concrete	per	raggiungere	
Water Economy
Water Economy




                da	queste	affermazioni,	attraverso	succes-           una	serie	di	target.




72              Figura 2.4. obiettivi di Sviluppo del Millennio e azioni concrete



                               obiettivo                   azioni concrete

                 MdG 1         eliminare	fame	e	           target 1:	 dimezzare	 entro	 il	 2015	 il	 numero	 delle	
                               povertà	estrema             persone	che	vivono	con	meno	di	un	dollaro	al	giorno.	
                                                           target 2:	 dimezzare	 entro	 il	 2015	 il	 numero	 delle	
                                                           persone	che	soffrono	la	fame.	

                 MdG 2         istruzione	primaria	        target 3:	fare	in	modo	che	entro	il	2015	tutti	i	bam-
                               per	tutti                   bini	 e	 le	 bambine	 completino	 il	 ciclo	 scolastico	 pri-
                                                           mario.

                 MdG 3         pari	opportunità	fra	       target 4:	eliminare	entro	il	2015	le	disparità	di	ge-
                               i	sessi                     nere	nella	scuola	primaria	e	secondaria.

                 MdG 4         ridurre	la	mortalità	       target 5: ridurre	di	2/3	entro	il	2015	il	tasso	di	mor-
                               infantile                   talità	infantile	rispetto	al	livello	del	1990.

                 MdG 5         migliorare	la	salute	       target 6:	ridurre	di	3/4	entro	il	2015	il	tasso	di	mor-
                               materna                     talità	materna	rispetto	al	livello	del	1990.
obiettivo                 azioni concrete

MdG 6   Combattere	aids	          target 7:	arrestare	e	iniziare	a	ridurre	entro	il	2010	
        e	malaria                 la	diffusione	dell’aids.
                                  target 8:	arrestare	e	iniziare	a	ridurre	entro	il	2015	
                                  la	diffusione	di	malaria	e	altre	gravi	malattie	infettive.

MdG 7   assicurare	               target 9: integrare	 i	 principi	 di	 sviluppo	 sostenibile	
        la	sostenibilità	         nelle	politiche	e	nei	programmi	dei	paesi;	invertire	la	
        ambientale                tendenza	attuale	nella	perdita	di	risorse	ambientali.
                                  target 10: dimezzare	entro	il	2015	il	numero	di	per-
                                  sone	 che	 non	 hanno	 accesso	 all’acqua	 potabile	 e	 ai	
                                  servizi	igienici.
                                  target 11: ottenere	 un	 miglioramento	 significativo	
                                  della	vita	di	almeno	100	milioni	di	abitanti	delle	ba-
                                  raccopoli	entro	l’anno	2020.

MdG 8   sviluppare	un’alleanza	   target 12:	sviluppare	al	massimo	un	sistema	com-
        globale	per	lo	sviluppo   merciale	e	finanziario	che	sia	fondato	su	regole,	pre-
                                  vedibile	e	non	discriminatorio.
                                  target 13:	tenere	conto	dei	bisogni	speciali	dei	paesi	
                                  meno	sviluppati.	questo	include	l’ammissione	senza	
                                  dazi	e	vincoli	di	quantità	per	le	esportazioni	di	questi	
                                  paesi,	 il	 potenziamento	 dei	 programmi	 di	 alleggeri-




                                                                                                    Water Economy
                                  mento	dei	debiti	per	i	paesi	poveri	fortemente	inde-




                                                                                                     Water Economy
                                  bitati,	la	cancellazione	del	debito	bilaterale	ufficiale	e	
                                  una	più	generosa	assistenza	ufficiale	allo	sviluppo	per	
                                  quei	paesi	impegnati	nella	riduzione	della	povertà.
                                  target 14:	 rivolgersi	 ai	 bisogni	 speciali	 degli	 stati	
                                  senza	 accesso	 al	 mare	 e	 dei	 piccoli	 stati	 insulari	 in	   73
                                  via	di	sviluppo.
                                  target 15: occuparsi	in	maniera	globale	del	proble-
                                  ma	del	debito	dei	paesi	in	via	di	sviluppo	attraverso	
                                  misure	nazionali	ed	internazionali	tali	da	rendere	il	
                                  debito	stesso	sostenibile	nel	lungo	termine.
                                  target 16:	in	cooperazione	con	i	paesi	in	via	di	svilup-
                                  po,	implementare	strategie	per	dare	lavoro	ai	giovani.
                                  target 17: in	cooperazione	con	le	aziende	farmaceuti-
                                  che,	rendere	le	medicine	essenziali	disponibili	ed	eco-
                                  nomicamente	accessibili	nei	paesi	in	via	di	sviluppo.
                                  target 18:	 in	 cooperazione	 con	 il	 settore	 privato,	
                                  rendere	disponibili	i	benefici	delle	nuove	tecnologie,	
                                  specialmente	 quelle	 inerenti	 all’informazione	 e	 la	
                                  comunicazione.
2.2 l’aCCeSSo all’aCqua
                    neGlI oBIettIVI
                    dI SVIluppo
                    del MIllennIo




                   2.2.1 I criteri di misurazione



                   L
                            e Nazioni Unite hanno stabilito i seguenti criteri che soddisfano la piena accessibilità
                            dell’acqua. Questa deve essere:
                             - disponibile in modo continuo e in quantità sufficiente;
Water Economy




                             - fisicamente ed economicamente accessibile;
                             - sicura.
                   Il primo dei criteri enunciati (la disponibilità di una quantità sufficiente) è fortemen-
                   te influenzato dalla distanza della “fonte idrica” dall’abitazione. Il livello di accessibilità
74                 minimo è quello necessario per soddisfare i bisogni fisiologici di base. Si tratta di una
                   quantità d’acqua pari a circa 20 litri per persona al giorno, che necessita generalmente di
                   una fonte idrica ubicata entro un chilometro di distanza (o in un tempo di spostamento
                   compreso entro i 30 minuti).
                   Un migliore accesso all’acqua potabile permette di soddisfare le necessità fisiologiche, ali-
                   mentari e igieniche degli individui e incoraggia una maggiore attenzione all’igiene personale.
                   Si ritiene che dove l’acqua sia resa disponibile all’interno dei confini dell’abitazione, la quantità
                   teoricamente utilizzata sia di circa 50 litri giornalieri pro capite. Questo significa che anche le
                   pratiche igieniche possono essere poste in essere più agevolmente. Per esempio, è stato stima-
                   to che una famiglia che ha accesso all’acqua all’interno della propria abitazione ne utilizzi per
                   l’igiene di un bambino una quantità 30 volte superiore di quanta ne consumerebbe se dovesse
                   rifornirsi da fonti esterne.
                   Il secondo criterio è quello dell’accessibilità, che richiede che a ciascun individuo venga
                   garantito un sicuro e agevole accesso alle risorse e alle infrastrutture idriche. Viene inoltre
                   specificato che l’accessibilità deve essere assicurata «nei pressi di ciascuna abitazione, scuo-
                   la e posto di lavoro».
                   L’acqua – oltre ad essere fisicamente accessibile – deve esserlo anche dal punto di vista
                   economico. Assicurarne l’accessibilità implica quindi che il costo della risorsa sia conforme
                   alle possibilità economiche degli individui.
                   Infine, il terzo criterio si riferisce alla qualità dell’acqua destinata al consumo umano.
                   Essa infatti deve essere salubre, pulita e non deve contenere microrganismi, parassiti o altre
                   sostanze in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la
                   salute umana. Inoltre, in termini di aderenza ai parametri organolettici, l’acqua destinata al
                   consumo umano deve essere incolore (trasparente), inodore e insapore.
                   I parametri di sicurezza e qualità dell’acqua vengono normalmente stabiliti da normative
figura 2.5. livelli di accessibilità all’acqua potabile


                                                     Volumi di acqua
 Livello di                                          potenzialmente                                                  priorità di intervento
                        distanza/Tempo                                               Bisogni soddisfatti
 accessibilità                                       raccolta (media                                                 e azione
                                                     giornaliera pro capite)
 nessun accesso         maggiore	di	1	km	/	          molti	bassi	(solitamente	 Consumo:	non	può	                     Molto alta	-	fornitura	
                        maggiore	di	30	minuti        al	di	sotto	dei	5	litri	al	 essere	assicurato                   di	un	livello	base
                                                     giorno	pro	capite)          pratiche	igieniche:	
                                                                                 compromesse
 accesso minimo         entro	1	km	/	entro	30	       Circa	20	litri                  Consumo:	dovrebbe	              alta	-	insegnamento	di	
                        minuti                                                       essere	assicurato               pratiche	igieniche
                                                                                     pratiche	igieniche:	            assicurare	la	disponi-
                                                                                     potenzialmente	                 bilità	di	una	quantità	
                                                                                     compromesse                     minima
 accesso intermedio     acqua	disponibile	nei	       Circa	50	litri                  Consumo:	assicurato             Bassa	-	promozione	
                        pressi	dell’abitazione	                                      pratiche	igieniche:	            di	pratiche	igieniche	
                        attraverso	almeno	un	                                        necessità	primarie	             per	ottenere	benifici	
                        rubinetto                                                    personali	e	alimentari	         in	termini	di	salute.	
                                                                                     teoricamente	non	               incoraggiare	un	utilizzo	
                                                                                     compromesse                     ottimale	della	risorsa
 accesso ottimale       acqua	disponibile	           Circa	100-200	litri             Consumo:	tutte	le	              Molto bassa	-	
                        all’interno	dell’abita-                                      necessità	soddisfatte           promozione	di	pratiche	
                        zione	attraverso	una	                                        pratiche	igieniche:	tutte	      igieniche	per	ottenere	
                        molteplicità	di	rubinetti                                    le	necessità	dovrebbero	        benefici	in	termini	di	




                                                                                                                                                                Water Economy
                                                                                     essere	soddisfatte              salute


                                  fonte:	howard,	g.	e	J.	Bartram,	Domestic Water Quantity, Service Level and Health,	World	health	organization,	2003.

                                                                                                                                                                75


locali o nazionali. L’OMS ha stilato una serie di linee guida che possono essere utilizzate
come riferimento per lo sviluppo di standard nazionali e che, se adeguatamente implemen-
tate, garantiscono la sicurezza dell’acqua potabile6.



2.2.2 I progressi dell’accesso all’acqua potabile

Al fine di conoscere e valutare a livello globale la disponibilità e la qualità d’accesso alle ri-
sorse idriche, le organizzazioni internazionali utilizzano la cosiddetta drinking water ladder.
Tale metodologia distingue la popolazione in base alla tipologia di impianto idrico (struttu-
ra di distribuzione) alla quale ha accesso.

Le tre categorie individuate sono:
    a Accesso diretto presso le abitazioni attraverso tubature.
    B Accesso indiretto attraverso strutture pubbliche e/o pozzi.
    C Accesso “compromesso”, realizzato attraverso strutture non adeguate a proteggere la
    risorsa da potenziali agenti contaminanti e/o attraverso strumenti inadeguati alla raccolta.7
Nel 2008, l’87% della popolazione mondiale aveva accesso all’acqua potabile attraverso tubature
(57%) e/o strutture condivise, quali ad esempio pozzi e rubinetti pubblici (30%). Tali strutture
sono considerate idonee a garantire un accesso sicuro alla risorsa.
Rispetto al 1990, circa 1,8 miliardi di persone in più hanno ottenuto l’accesso a queste tipologie
di strutture. Al fine di raggiungere entro il 2015 il target n. 10 degli Obiettivi di Sviluppo del Mil-                      Who/uniCef,	Progress on Drinking
                                                                                                                             Water and Sanitation,	2010.
lennio, un ulteriore 2% della popolazione mondiale dovrebbe potersi avvalere di queste strutture.
figura 2.6. percentuale di popolazione globale con accesso all’acqua potabile per ti-
                                         pologia di impianto idrico a disposizione


                                             accesso       accesso	indiretto                   accesso	diretto
                                          “compromesso” (pozzi,	fontanelle,	ecc.)                (tubature)




                                                                                                                                       89% 87%
                                                                                                                                       target    attuale




                                                                 30%
                                                                                            57%
Water Economy




                                                 13%


76
                                         fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.




                 Mantenendo I trend      Analizzando questo aspetto a li-
                     attualI, nel 2015   vello territoriale, si evince che
                    la perCentuale dI    i Paesi dell’Africa sub-sahariana
                     popolazIone Con
                                         sono quelli che devono affrontare
                aCCeSSo IdrICo preSSo
                 le proprIe aBItazIonI
                                         le sfide più impegnative per acce-
                       Sarà SuperIore    dere all’acqua potabile: circa 1/3
                 all’oBIettIVo fISSato   degli 884 milioni di persone che
                              del 90%.   non possono beneficiare di un ap-
                                         provvigionamento idrico sicuro e
                                         costante risiedono infatti in que-
                                         ste aree. Nelle regioni sviluppate
                                         si stima invece che le persone che
                                         vivono in tali condizioni siano cir-
                                         ca 35 milioni.
                                         Nei Paesi dell’Africa sub-saharia-
                                         na la disponibilità di strutture
                                         adeguate (tipologia A e B) è deci-
                                         samente inferiore rispetto agli altri Paesi. Tuttavia, osservando i progressi realizzati
                                         rispetto agli anni Novanta, si nota che la percentuale di persone che beneficia di un
                                         accesso idrico diretto o indiretto è passata dal 49% del 1990 al 60% del 2008 (+11%).
                                         Questo significa che ulteriori 256 milioni di africani hanno avuto accesso a risorse
                                         idriche sicure.
figura 2.7. percentuale di popolazione globale con accesso all’acqua potabile per tipo-
logia di impianto idrico a disposizione (1990-2008 e trend 1990-2015)




                                                                              1%
                                                                                                                          6%
                                 13%                                            8%

      23%

                              30%
      27%



  50% 57%                                                    91% 94%
        1990                     2008                                      1990                                      2008
                  Mondo                                                                    paeSI SVIluppatI




                                                                                                                               Water Economy
   accesso	compromesso										accesso	indiretto										accesso	diretto



                                                                                                                               77




                                                 95
                                                                                                            91
                                                 90                                                        89
                                                                                                       MdG target
          trend	1990-2008                        85                                   87
          proiezione,	se	permane
          trend	corrente                         80

                                                 75           77


                                                 70
                                                              1990                 2008                  2015


fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.




Dalle analisi svolte dall’OMS/UNICEF si evince quindi che la situazione attuale è in linea
con l’obiettivo che le Nazioni Unite si sono prefissate. Mantenendo infatti i trend attuali,
nel 2015 la percentuale di popolazione con accesso idrico presso le proprie abitazioni sarà
superiore al 90%, riducendo così a 672 milioni le persone che ne saranno ancora sprovviste.
figura 2.8. percentuale di popolazione con accesso all’acqua potabile, 1990-2008 e
                                            target 2015




                                                             oceania                                    51
                                                                                                       50

                                               africa sub-sahariana                                   49
                                                                                                               60

                                                    Sud-est asiatico                                                     72
                                                                                                                                      86

                                                   asia meridionale                                                           75
                                                                                                                                        87

                                                                                                                       69
                                                      asia orientale
                                                                                                                                          89

                                                                                                                                      86
                                                    asia occidentale
                                                                                                                                           90

                                                                                                                                      86
                                                         nord africa
                                                                                                                                             92

                                                                                                                                     85
                                            america latina e Caraibi
                                                                                                                                               93
Water Economy




                                                                                                                                             92
                                            Stati del Commonwealth                                                                            94



                                            Paesi in via di sviluppo                                                     71
78                                                                                                                                  84

                                                   Paesi sviluppati                                                                                 99
                                                                                                                                                    100

                                                             Mondo                                                            77
                                                                                                                                        87

                                                                       0       20                40               60               80                100

                                               1990	
                                               2008	
                                               2015	target


                                                                              fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	united	nations,
                                                                                                            The Millenium Development Goals Report,	2010.




                                            Per evidenziare le aree più cruciali di intervento è importante analizzare la situazione
                                            anche dal punto di vista della tipologia di insediamento umano. Infatti, una delle disparità
                                            più profonde nel campo dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari è quella fra aree urbane e
                l’84% della popolazIone     rurali. Questo si verifica non solo perché nelle zone rurali il reddito tende a essere media-
                         MondIale CHe SI    mente più basso, ma anche perché è più difficile e spesso più costoso (a livello pro capite)
                 approVVIGIona da fontI     fornire tali servizi a una popolazione rurale dispersa rispetto a una urbana maggiormente
                 IdrICHe non SICure VIVe    concentrata.
                          In aree ruralI.
                                            Come si osserva dalla figura seguente, permangono forti disparità tra le aree urbane e ru-
                                            rali: ben 743 milioni di persone insediate in zone rurali non hanno accesso a fonti idriche
                                            sicure, contro i 141 milioni insediate in aree urbane. L’84% della popolazione mondiale che
                                            si approvvigiona da fonti idriche non sicure vive in aree rurali.
Water Economy
                                                    79




Gordon Gahan/National Geographic Image Collection
figura 2.9. popolazione con accesso alle risorse idriche: confronto tra aree urbane e
                rurali, 1990-2008

                    3,5                                                           3,5

                    3,0                                                           3,0

                    2,5                                                           2,5

                    2,0                                                           2,0

                    1,5                                                           1,5

                    1,0                                                           1,0

                    0,5                                                           0,5

                    0,0                                                           0,0
                          1990                                 2008                     1990                                  2008
                                      aree urBane                                                    aree ruralI

                   accesso non sicuro         accesso sicuro


                                     persone senza accesso a fonti idriche sicure (2008):
                                        aree urbane 141 mln vs. aree rurali 743 mln

                   fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	da	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.
Water Economy




80              Peraltro, rispetto al 1990, la popolazione urbana è cresciuta di circa 1089 milioni di per-
                sone: di queste, solo 1052 milioni hanno ottenuto accesso a strutture adeguate. Di conse-
                guenza, la fascia di popolazione urbana senza un adeguato accesso è cresciuta da 104 a 141
                milioni. Anche riuscire a soddisfare le crescenti necessità delle aree urbane è dunque una
                sfida da non sottovalutare.
                Le disparità di accesso tra aree urbane e rurali è più accentuata in America Latina (91-100%
                contro 50-75%) e nelle regioni dell’Africa sub-sahariana, soprattutto in Mauritania, Liberia,
                Nigeria, Niger, Angola, Mozambico e Somalia, dove la disponibilità di risorse idriche sicure
                è compresa tra il 50% e il 75% per la popolazione residente nelle aree urbane, contro valori
                inferiori al 50% riscontrabili nelle aree rurali.
figura 2.10. disponibilità di impianti idrici ad accesso diretto e indiretto: confronto tra
aree urbane e rurali (1990-2008)



aree urBane




                                                                                                                        Water Economy
aree ruralI                                                                                                             81




disponibilità di impianti idrici ad accesso diretto e indiretto

   91-100%										76-90%										50-75%										<50%										dati	non	sufficienti


                                                   fonte:	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.
2.2.3 I progressi dell’accesso a strutture igienico-sanitarie

                L’Obiettivo di Sviluppo (target 10) non si riferisce solamente all’approvvigionamento
                idrico, ma fa anche esplicito riferimento all’accessibilità a strutture igienico-sanitarie di
                base (strutture sanitarie presso le abitazioni, fognature, promozione di migliori pratiche
                igieniche, ecc.).
                La necessità di strutture sanitarie e fognarie è strettamente connessa con la protezione
                della qualità delle risorse idriche da contaminazione proveniente da rifiuti di origine
                umana e animale.
                Le organizzazioni internazionali, al fine di misurare la disponibilità attuale, nonché i pro-
                gressi realizzati in quest’area, utilizzano la cosiddetta sanitation ladder, una metodologia
                di analisi che divide la popolazione in base alla tipologia di struttura igienico-sanitaria a
                disposizione. Tale metodologia distingue tra:

                   a   Strutture sanitarie adeguate8 (61% della popolazione mondiale).
                   B   Strutture sanitarie “accettabili” condivise (11% della popolazione mondiale).
                   C   Strutture inadeguate (11% della popolazione mondiale).
                   d   Strutture non disponibili (17% della popolazione mondiale)9.

                Nel 2008, 2,6 miliardi di persone non disponevano di strutture sanitarie adeguate. Il 73%
Water Economy




                (1,9 miliardi di persone) risiede in Asia, il 22,5% in Africa (583 milioni), mentre nelle
                regioni sviluppate si stima fossero lo 0,6% (circa 15 milioni).


82              figura 2.11. percentuale di popolazione globale per tipologia
                di struttura sanitaria a disposizione (2008)




                                                                                                                77%
                                                                                                                 target
                                                                                                      61%
                                                                                                      attuale




                                     61%                     11%                  11%                     17%
                                    Strutture              Strutture             Strutture             Strutture
                                    sanitarie               sanitarie             sanitarie          non disponibili
                                    adeguate              “accettabili”         inadeguate
                                                           condivise



                fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.
figura 2.12. percentuale di popolazione per disponibilità di strutture igienico-sanitarie
adeguate (2008)




                                                                                                                        Water Economy
disponibilità di strutture igienico-sanitarie
   91-100%										76-90%										50-75%										<50%										dati	non	sufficienti
                                                                                                                        83
                                                   fonte:	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.



Dal 1990 al 2008, circa 980 milioni di persone in più (+7%), a livello globale, hanno
beneficiato di impianti igienici adeguati. Ciò significa che la percentuale di popolazione
mondiale soddisfatta rappresenta circa il 61% del totale (i dati si riferiscono all’ultima
rilevazione disponibile, relativa al 2008).
Sebbene nel 2006 tale percentuale di popolazione corrispondesse al 62% del totale, si
registra tuttavia un miglioramento complessivo della disponibilità, grazie a un aumento –
dall’8% nel 2006 all’11% nel 2008 – della popolazione in grado di beneficiare di strutture
sanitarie “condivise”.
Tale miglioramento non è tuttavia sufficiente se si considera il target 10 degli Obiettivi di
Sviluppo. Emerge infatti chiaramente come numerosi Paesi – soprattutto quelli localizza-
ti nell’Africa sub-sahariana e nell’Asia del sud – non siano in linea con il raggiungimento
di questo obiettivo.
figura 2.13. Grado di raggiungimento dell’obiettivo di Sviluppo (target 10) per
                paese nel 2008
Water Economy




                  In linea: >95%	o	dato	2008	entro	      non in linea: andamento	fermo	o	in	calo	tra	
                  5%	di	quanto	richiesto	per	raggiun-    1990-2008	o	dato	2008	non	entro	il	10%	di	
                  gere	l’obiettivo.                      quanto	richiesto	per	raggiungere	l’obiettivo.

84                progressi, ma insufficienti: dato	     dati assenti o insufficienti:
                  2008	tra	il	5-10%	di	quanto	richie-    include	paesi	o	territori	con	dati	
                  sto	per	raggiungere	l’obiettivo.       non	disponibili	o	insufficienti.


                                                            fonte:	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.



                Purtroppo, su questo versante, se si mantengono i trend attuali non sarà possibile rag-
                giungere l’obiettivo, perché il risultato sarebbe inferiore di ben 13 punti percentuali. Si
                stima infatti che nel 2015 circa 2,7 miliardi di persone non avranno accesso a strutture
                sanitarie di base.
                Riconoscendo l’importanza delle strutture igieniche per la salute, l’ambiente, la riduzione
                della povertà e lo sviluppo economico e sociale, e considerando gli insufficienti risultati rag-
                giunti, le Nazioni Unite avevano anche proclamato il 2008 “Anno internazionale dei servizi
                igienici”, con lo scopo di affrontare il problema con un maggiore dispiegamento di risorse
                e finanziamenti e raggiungere un migliore equilibrio. Infatti, anche in questo caso, come
                già evidenziato per l’approvvigionamento idrico, esistono forti disparità tra le aree urbane e
                rurali, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo (America Latina e Africa meridionale).
figura 2.14. percentuale di popolazione per tipologia di strutture igienico-sanitarie
a disposizione (1990-2008 e trend 1990-2015)


        54%           7%          14%           25%                 61%           11%          11%           17%




                                                                                                                          Strutture sanitarie
                                                                                                                          adeguate



                          1990                                                       2008                                 Strutture sanitarie
                                                        Mondo                                                             accettabili
                                                                                                                          condivise




                                                                                                                                                Water Economy
     41%            9%          18%            32%                 52%           13%          14%            21%          Strutture sanitarie
                                                                                                                          inadeguate



                                                                                                                          Strutture sanitarie
                                                                                                                          non disponibili       85




                         1990                                                        2008
                                               paeSI SVIluppatI


    %

   80
                                     MdG target         77
   74

   68

   62                                                 64
                                    61
   56          54                                                                                trend	1990-2008
                                                                                            proiezione,	se	permane
   50                                                                                                trend	corrente
             1990                2008               2015



fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.
figura 2.15. disponibilità di strutture sanitarie: confronto tra aree urbane e rurali
                (1990-2008)


                aree urBane
Water Economy




86              aree ruralI




                disponibilità di strutture igienico-sanitarie
                   91-100%										76-90%										50-75%										<50%										dati	non	sufficienti


                                                                   fonte:	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.
La percentuale di persone con accesso a strutture adeguate nella aree urbane ha raggiunto il
       76% circa, mentre nelle aree rurali il 45%. Ciò significa che oltre 7 persone su 10, tra quelle
       che sono prive di strutture sanitarie, vivono in aree rurali.
       Il crescente processo di urbanizzazione in atto rappresenta una sfida di crescente criticità.
       Infatti, rispetto al 1990, sebbene 813 milioni di persone abbiano ottenuto accesso a strut-
       ture sanitarie adeguate (tipo A), ulteriori 276 milioni non ne hanno potuto beneficiare.
       L’offerta di questo servizio non è pertanto riuscita a mantenere gli stessi ritmi di crescita
       della popolazione urbana (+1089 milioni di persone nel 2008 rispetto al 1990).



       figura 2.16. popolazione per tipologia di struttura igienico-sanitaria a disposizione:
       confronto tra aree urbane e rurali (1990-2008)


                                        aree                                                                 aree
                                       urBane                                                               ruralI
                    3,5                                                                            3,5
                                                                                                                                           Strutture sanitarie
                    3,0                                                                            3,0                                     adeguate

                    2,5                                                                            2,5
popolazione	(mld)




                                                                               popolazione	(mld)




                    2,0                                                                            2,0                                     Strutture sanitarie
                                                                                                                                           accettabili




                                                                                                                                                                        Water Economy
                    1,5                                                                            1,5                                     condivise

                    1,0                                                                            1,0

                    0,5                                                                            0,5                                     Strutture sanitarie
                                                                                                                                           inadeguate
                    0,0                                                                            0,0
                                                                                                                                                                        87
                      1990                                        2008                               1990                     2008
                                                                                                                                           Strutture sanitarie
                                                                                                                                           non disponibili
                          percentuale di persone con accesso a strutture sanitarie adeguate (2008):
                                             aree urbane 76% vs. aree rurali 45%


                      fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	da	Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.




       Le azioni volte a migliorare l’approvvigionamento idrico e il sistema igienico-sanitario di                                         Se SI MantenGono I
       una comunità non devono essere adottate in modo isolato, ma vanno iscritte in una strate-                                           trend attualI non Sarà
       gia di sviluppo coerente e intersettoriale, che comprenda le infrastrutture, l’istruzione, e le                                     poSSIBIle raGGIunGere
       capacità di governance.                                                                                                             l’oBIettIVo, perCHé
                                                                                                                                           Il rISultato SareBBe
       Infatti, realizzare un funzionamento delle strutture efficace e sostenibile nel tempo richie-
                                                                                                                                           InferIore dI Ben 13
       de attività di manutenzione periodica, nonché educazione e creazione di figure professio-                                           puntI perCentualI. SI
       nali adeguate.                                                                                                                      StIMa InfattI CHe nel
       Inoltre, la diffusione di informazioni sulle modalità di raccolta/conservazione della risorsa                                       2015 CIrCa 2,7 MIlIardI dI
       idrica presso le abitazioni rappresenta un fattore critico per il mantenimento delle qualità                                        perSone non aVranno
       organolettiche della stessa e per prevenire la creazione di potenziali habitat per parassiti                                        aCCeSSo a Strutture
                                                                                                                                           SanItarIe dI BaSe.
       portatori di malattie.
       Raggiungere gli obiettivi che le Nazioni Unite si sono poste richiede un coinvolgimento con-
       giunto di tutti gli attori, su scala locale e internazionale, siano essi enti pubblici o privati.
cina e india:
                grandi progressi nell’accesso all’acqua potabile e
                alle strutture sanitarie



                sebbene	Cina	e	india	ospitino	più	di	un	terzo	        anche	 il	 raggiungimento	 degli	 obiettivi	 di	
                dell’intera	popolazione	mondiale,	dal	1990	a	         sviluppo	del	millennio	è	quindi	fortemente	
                oggi	entrambi	i	paesi	hanno	conseguito	no-            dipendente	dai	risultati	di	questi	paesi.	
                tevoli	progressi	per	migliorare	l’accesso	della	      analizzando	infatti	la	disponibilità	di	strut-
                propria	popolazione	all’acqua	potabile	e	alle	        ture	igienico-sanitarie	di	base,	si	evidenzia	
                strutture	igienico-sanitarie	di	base.                 come	in	Cina	e	in	india	risieda	il	38%	della	
                nel	2008,	infatti,	ben	l’89%	della	popola-            popolazione	mondiale	che	tra	il	1990	e	il	
                zione	cinese	(circa	1,2	miliardi	di	persone	          2008	ha	avuto	accesso	a	migliori	strutture	
                su	un	totale	di	1,3)	e	l’88%	di	quella	indiana	       sanitarie	di	base.	in	altre	parole,	nel	perio-
                (circa	1,1,	miliardi	di	persone	su	un	totale	         do	considerato,	4	persone	su	10	che	hanno	
                di	1,2)	hanno	avuto	accesso	all’acqua	po-             avuto	accesso	a	tali	strutture	vivono	in	que-
                tabile,	contro,	rispettivamente,	il	67%	ed	il	        sti	due	paesi.		
Water Economy




                72%	nel	1990.                                         nonostante	 ciò,	 sebbene	 tra	 il	 1990	 e	 il	
Water Economy




                Come	 mostrato	 dalla	 figura	 2.17,	 Cina	 e	        2008	la	proporzione	di	persone	con	accesso	
                india	 rappresentano	 quasi	 la	 metà	 (47%)	         a	tali	servizi	sia	aumentata	sia	in	Cina	(dal	
                delle	 persone	 che	 a	 livello	 mondiale	 tra	 il	   41%	al	55%)	sia	in	india	(dal	18%	al	31%),	a	
88              1990	 ed	 il	 2008	 hanno	 avuto	 accesso	 a	         livello	globale	il	raggiungimento	dell’obiettivo	
                impianti	 idrici	 adeguati,	 evidenziando	 in	        igienico-sanitario	 di	 sviluppo	 risulta	 essere	
                tal	modo	il	peso	di	questi	due	paesi	sulla	           comunque	pregiudicato	(-13%	nel	2015	ri-
                situazione	globale	di	disponibilità	di	acqua	         spetto	all’obiettivo	prefissato).
                potabile	per	la	popolazione.


                figura 2.17. distribuzione della popolazio-
                ne con accesso diretto e indiretto all’ac-                                                 2008

                                                                                                          89%
                                                                                  Cina
                qua potabile                                                      24%            1990
                                                                                                 67%
                                                resto del
                                                 Mondo
                                                  53%
                                                                                                          2008

                                                                                            72% 88%
                                                                                                1990
                                                                                India
                                                                                 23%


                figura 2.18. distribuzione della popola-
                zione con accesso a strutture sanitarie
                adeguate                                                                                    2008
                                                                                        Cina
                                                                                        21%        1990
                                                                                                           55%
                                                                                                   41%
                                                resto del
                                                 Mondo
                                                  62%
                                                                                        India      1990
                                                                                                            2008
                                                                                                   18%
                                                                                         17%
                                                                                                           31%
2.2.4 analisi costi-benefici

Un’analisi costi-benefici condotta dall’OMS10 in merito alla reale possibilità di realizzare       oGnI dollaro
entro il 2015 il target 10 dell’Obiettivo di Sviluppo numero 7 e il relativo piano delle           aMerICano InVeStIto
azioni, stima che ogni dollaro americano investito per migliorare l’accesso all’acqua e ai         per MIGlIorare
                                                                                                   l’aCCeSSo all’aCqua
servizi igienici genererebbe ritorni economici compresi tra i 3 e i 34 dollari11. Ovviamen-
                                                                                                   e aI SerVIzI IGIenICI
te tale ammontare varia in base alle condizioni di partenza dell’area oggetto di intervento
                                                                                                   GenerereBBe rItornI
e alle tecnologie utilizzate.                                                                      eConoMICI CoMpreSI
In particolare, il conseguimento di questo obiettivo comporterebbe12:                              tra I 3 e I 34 dollarI.
- una riduzione annua della spesa sanitaria pubblica di 7,3 miliardi di dollari e, in paralle-
  lo, di 340 milioni di dollari della spesa sanitaria privata;
- un guadagno annuale di circa 1,5 miliardi di giorni in condizione di salute per i bambini
  al di sotto dei 5 anni, 272 milioni di giorni di scuola, 320 milioni di giorni lavorativi
  (per la popolazione compresa tra i 15 e i 59 anni), per un valore di circa 9,9 miliardi di
  dollari;
- risparmi di tempo generati da un approvvigionamento idrico più agevole, per un contro-
  valore di circa 63 miliardi di dollari annui.
A fronte di questi benefici, si stima che la spesa totale necessaria per la realizzazione del
target, nei Paesi in via di sviluppo, sia di:
- circa 42 miliardi di dollari americani, per la parte dell’obiettivo riferita alla creazione di




                                                                                                                             Water Economy
  infrastrutture che permettano l’accesso sicuro all’acqua;
- circa 142 miliardi di dollari per la parte dell’obiettivo riferita alla soddisfazione delle
  necessità igienico-sanitarie.
Questo si traduce in una spesa pro capite di 8 dollari per il primo sotto-obiettivo e di 28
                                                                                                                             89
dollari per il secondo13. L’investimento totale annuo stimato, a partire dal 2005 fino al
2015, è perciò di circa 18 miliardi14 di dollari (4 miliardi per l’acqua e 14 miliardi per la
parte igienico-sanitaria) rispetto ai circa 84 miliardi di dollari annui di benefici totali.
note




                1.	Così	si	esprimeva	l’allora	segretario	delle	nazioni	unite	nel	discorso	inaugurale	della	“Water	
                for	Life	decade	2005-2015”.	fonte:	united	nations,	Access to Safe water priority as UN Marks
                Beginning of International Decade,	new	York,	17	marzo	2005.
                2.	il	Comitato	delle	nazioni	unite	per	i	diritti	economici,	sociali	e	culturali	(un	CesCr)	è	l’organi-
                smo	deputato	a	monitorare	l’attuazione	da	parte	degli	stati	ratificatori	del	patto	internazionale	
                sui	diritti	economici,	sociali	e	culturali	e	perciò	del	rispetto	dei	principi	enunciati	dalla	Dichiarazione
                universale dei diritti dell’uomo.
                3.	un	CesCr,	General Comment	no.	15,	2002	(documento	che	enumera	una	serie	di	linee	guida	
                rivolte	agli	stati	membri	delle	nazioni	unite	in	merito	all’interpretazione	di	aspetti	specifici	del	
Water Economy




                trattato	sui	diritti	umani,	nell’area	di	specifica	competenza	dell’organo	emittente).
                4.	united	nations,	United Nations Millennium Declaration,	new	York,	settembre	2000.
                5.	Who/uniCef,	Joint	monitoring	programme	for	Water	supply	and	sanitation	(Jmp),	Progress
90              on Drinking Water and Sanitation,	2008.
                6.	World	health	organization,	Guidelines for Drinking-water Quality,	terza	edizione,	2008.
                7.	L’organizzazione	mondiale	della	sanità	classifica	tali	strutture	nelle	seguenti	tipologie:	“improved”,	
                “other	improved”,	“unimproved”	(Who/uniCef,	Progress on Drinking Water and Sanitation,	cit.).
                8.	strutture	che	scongiurano	il	contatto	tra	l’uomo	e	i	propri	escrementi.	queste	includono:	WC	a	
                getto	d’acqua,	sistema	fognario	correlato,	fosse	biologiche,	ecc.
                9.	L’oms	classifica	tali	strutture	nelle	seguenti	tipologie:	“improved	sanitation	facilities”,	“shared	
                sanitation	facilities”,	“unimproved	sanitation	facilities”,	“open	defecation”	(Who/uniCef,	Progress
                on Drinking Water and Sanitation,	cit.).
                10.	Who,	Safer Water, Better Health: Cost, Benefits and Sustainability of Interventions to Protect
                and Promote Health,	2008.	hutton,	g.	e	J.	Bartram,	Evaluation of the Costs and Benefits of Water
                and Sanitation Improvements at the Global Level,	Who,	2008.
                11.	secondo	uno	studio	condotto	dalle	nazioni	unite,	il	ritorno	economico	(sempre	misurato	in	
                termini	di	riduzione	della	spesa	sanitaria,	aumento	della	redditività	e	di	tempo	risparmiato)	di	ogni	
                dollaro	 investito	nel	 raggiungimento	del	traguardo	è	 di	8	 dollari	(undp,	 Human Development
                Report 2006,	2006).
                12.	stime	a	livello	globale.
                13.	hutton,	g.	e	J.	Bartram,	Regional and Global Costs of Attaining the Water Supply and Sanita-
                tion Target (Target 10) of the Millennium Development Goals,	Who,	2008.
                14.	secondo	gli	autori,	questi	dati	risultano	in	linea	con	le	stime	pubblicate	negli	studi	precedenti,	
                l’ultimo	 dei	 quali,	 effettuato	 nel	 2004,	 prevedeva	 una	 spesa	 annua	 globale	 di	 11,3	 miliardi	 di	
                dollari.	Le	ultime	stime	effettuate	enfatizzano	la	necessità	di	non	focalizzare	l’ambito	di	analisi	so-
                lamente	alle	nuove	strutture,	ma	di	considerare	anche	quelle	esistenti	e	perciò	i	costi	di	manuten-
                zione	a	queste	associati.	infatti,	stimano	che	le	spese	di	manutenzione	necessarie	per	mantenere	
                in	uno	stato	ottimale	gli	impianti	esistenti	siano	di	circa	54	miliardi	di	dollari	annui.
Paul Chesley/National Geographic Image Collection
Joel Sartore/National Geographic Image Collection




                                                    92
                                                         Water Economy
3.	sCeLte	e	
   Comportamenti	
   per	un	Consumo	
   sosteniBiLe	
   deLL’aCqua




                     Water Economy
                     93
3.1 l’IMpronta IdrICa
                                       (Water footprInt)




                                               I
                                                   l contenuto d’acqua – o più precisamente l’impronta idrica o virtual water content
                                                   – di un prodotto (commodity, bene o servizio) è costituito dal volume d’acqua dolce
                                                   consumata direttamente o indirettamente per realizzarlo, calcolato sommando tutte
                                               le fasi della catena di produzione. Il termine “virtuale” si riferisce al fatto che la grande
                                               maggioranza di quest’acqua non è contenuta fisicamente nel prodotto, ma è relativa ai
                                               consumi diretti e indiretti necessari per la sua produzione lungo tutto il ciclo di vita.
Water Economy




                     l’IMpronta IdrICa è un    L’impronta idrica1 è un indicatore complessivo e multidimensionale che mostra i volumi
                   IndICatore CoMpleSSIVo      d’acqua consumati per fonte e quelli inquinati per tipo di contaminante; tutti i compo-
                  e MultIdIMenSIonale CHe      nenti dell’impronta sono specifici sia dal punto di vista geografico, sia temporale.
                   MoStra I VoluMI d’aCqua
                                               Come indicatore del “consumo d’acqua”, l’impronta idrica differisce dal semplice “pre-
94                  ConSuMatI per fonte e
                                               lievo di acqua” rispetto a tre parametri:
                  quellI InquInatI per tIpo
                   dI ContaMInante; tuttI I    - non considera il volume d’acqua prelevato, ma quello che non ritorna alla stessa falda
                CoMponentI dell’IMpronta         dalla quale è stato preso;
                      Sono SpeCIfICI SIa dal   - non è un mero consumo d’acqua, ma considera anche i volumi “assorbiti” dal prodotto
                punto dI VISta GeoGrafICo,       e quelli inquinati dal processo di produzione;
                            SIa teMporale.
                                               - non considera soltanto i consumi diretti d’acqua, ma anche quelli indiretti.
                                               L’impronta idrica offre quindi una più ampia e migliore visione dei consumi idrici da
                                               parte di un consumatore o di un produttore2; non misura, invece, quanto sia cospicuo
                                               il consumo d’acqua e il suo inquinamento a livello locale. L’impatto ambientale locale
                                               dovuto a un dato consumo e al successivo inquinamento dell’acqua è funzione della
                                               vulnerabilità del sistema idrico locale, cioè del numero di utilizzatori della risorsa idrica
                                               che viene utilizzata e quindi inquinata. Il calcolo dell’impronta idrica rende esplicite,
                                               dal punto di vista spazio-temporale, le informazioni relative all’uso dell’acqua da parte
                                               dell’uomo per i diversi scopi e attività. Occorre perciò tenere presente che una corretta
                                               allocazione e un uso equo e sostenibile dell’acqua concorrono sicuramente a creare una
                                               solida base per l’analisi degli impatti sociali, economici e ambientali a livello locale.
                                               Tale analisi è condotta attraverso lo studio del ciclo di vita, che permette di valutare,
                                               oggettivamente, tutti i carichi energetici e ambientali relativi a un processo.
il Water Footprint network e la sua storia




il	concetto	di	“impronta	idri-                                               il	Water	footprint	net-
ca”	 (water footprint)	 è	 sta-                                               work	 (di	 cui	 proprio	
to	 teorizzato	 nel	 2002	 dal	                                              hoekstra	 è	 direttore	
professor	arjen	Y.	hoekstra	                                                scientifico)	 è	 un’orga-
dell’università	 di	 twen-                                                 nizzazione	no-profit	nata
te	 in	 olanda,	 nell’ambito	                                             	 nel	 2008	 dalla	 volontà	
delle	 attività	 promosse	                                                delle	 principali	 organiz-
dall’unesCo	 per	 la	 ri-                                                zazioni	 coinvolte	 sul	 tema	
cerca	 di	 un’alternativa	                                              delle	 risorse	 idriche	 (tra	 le	
ai	 tradizionali	 indica-                                              altre,	l’università	di	twente,	
tori	d’uso	delle	risorse	                                             il	WWf,	 l’unesCo,	 la	Water	
idriche.	                                                             neutral	 foundation,	 il	 World	




                                                                                                             Water Economy
L’impronta	 idrica	 mi-                                              Business	 Council	 for	 sustai-
sura	l’utilizzo	delle	risorse	in	                                   nable	 development,	 ecc.)	 al	
termini	di	volume	(espresso	in	metri	cubi)	                        fine	 di	 coordinare	 le	 attività	
di	acqua	evaporata	e/o	inquinata	per	l’in-            realizzate	in	quest’ambito,	diffondere	la	co-          95
tera	 filiera	 dalla	 produzione	 al	 consumo	        noscenza	dell’impronta	idrica,	delle	relative	
diretto	 e	 può	 essere	 calcolata	 non	 solo	        metodologie	di	calcolo	e	degli	strumenti	uti-
per	ogni	prodotto	o	attività,	ma	anche	per	           lizzati,	nonché	promuovere	un	uso	sosteni-
ogni	 gruppo	 ben	 definito	 di	 consumatori	         bile	equo	ed	efficiente	delle	risorse	idriche	
(un	 individuo,	 una	 famiglia,	 gli	 abitanti	 di	   mondiali.
una	 città,	 un’intera	 nazione)	 o	 produttori	
(aziende	private,	organizzazioni	pubbliche,	
settori	economici).	
L’impronta	idrica	è	collegata	al	concetto	di	
“acqua	 virtuale”	 (virtual water),	 teorizzato	
nel	1993	dal	professor	John	anthony	al-
lan	della	King’s	College	London	school	of	
oriental	 and	 african	 studies,	 che	 indica	
il	 volume	 d’acqua	 dolce	 consumato	 per	
produrre	un	prodotto	(commodity,	bene	o	
servizio)	sommando	tutte	le	fasi	della	ca-
tena	di	produzione.
L’analisi del ciclo di vita di un prodotto




                La	stima	degli	impatti	ambientali	associa-               processi	porta	a	evidenziare	come	i	princi-
                ti	a	ogni	singolo	alimento	o	prodotto	può	               pali	carichi	ambientali	siano	rappresentati	
                essere	effettuata	seguendo	la	metodolo-                  dalla	 generazione	 di	 gas	 a	 effetto	 serra,	
                gia	 dell’analisi	 del	 ciclo	 di	 vita	 (Life	 Cycle	   dall’utilizzo	della	risorsa	idrica	e	dall’occu-
                assessment	 –	 LCa),	 un	 metodo	 di	 valu-              pazione	di	territorio.
                tazione	 oggettiva	 dei	 carichi	 energetici	 e	         L’indicatore	scelto	e	riportato	in	questo	do-
                ambientali	relativi	a	un	processo	(sia	esso	             cumento	è	l’impronta	idrica,	che	quantifi-
                un’attività	o	un	servizio).	tale	valutazione	            ca	i	consumi	e	le	modalità	di	utilizzo	delle	
                include	 l’analisi	 dell’intera	 filiera,	 com-          risorse	 idriche	 ed	 è	 misurato	 in	 volume	
                prendendo	l’estrazione	o	coltivazione	e	il	              d’acqua	utilizzata	o	inquinata	per	unità	di	
                trattamento	 delle	 materie	 prime,	 la	 fab-            prodotto.	
                bricazione,	il	confezionamento,	il	traspor-              altri	 due	 indicatori	 molto	 importanti	 uti-
Water Economy




                to,	la	distribuzione,	l’uso,	il	riuso,	il	riciclo	       lizzati	 insieme	 all’impronta	 idrica3	 sono	
                e	lo	smaltimento	finale.                                 l’impronta	 carbonica	 (carbon footprint)	 e	
                il	 metodo	 di	 analisi	 LCa	 è	 regolamentato	          l’impronta	 ecologica	 (ecological footprint).	
96              dagli	standard	internazionali	iso	14040	e	               La	 prima	 rappresenta	 le	 emissioni	 di	 gas	
                14044,	che	ne	definiscono	le	caratteristi-               serra	responsabili	dei	cambiamenti	clima-
                che	peculiari.                                           tici	 ed	 è	 misurata	 in	 massa	 di	 Co2	 equi-
                gli	 studi	 LCa	 sono	 strumenti	 di	 analisi	           valente.	La	seconda	misura	la	quantità	di	
                scientifica	che	hanno	da	un	lato	il	vantag-              terra	 (o	 mare)	 biologicamente	 produttiva	
                gio	di	permettere	una	valutazione	quanto	                necessaria	 per	 fornire	 le	 risorse	 e	 assor-
                più	 possibile	 oggettiva	 e	 completa	 del	 si-         bire	 le	 emissioni	 associate	 a	 un	 sistema	
                stema,	 e	 dall’altro	 lo	 svantaggio	 che	 i	 ri-       produttivo	 e	 si	 stima	 in	 metri	 quadrati	 o	
                sultati	 sono	 a	 volte	 difficili	 da	 comunica-        ettari	globali.
                re.	 per	 rendere	 facilmente	 comprensibile	            La	 presente	 pubblicazione	 si	 occupa	 del	
                il	 risultato	 di	 uno	 studio	 normalmente	 si	         tema	dell’acqua	e	l’attenzione	è	quindi	ri-
                utilizzano	 degli	 indicatori	 di	 sintesi,	 defi-       volta	essenzialmente	ai	consumi	idrici	rela-
                niti	in	modo	da	preservare	il	più	possibile	             tivi	a	prodotti,	beni	e	servizi	di	uso	comune,	
                la	 scientificità	 dell’analisi.	tali	 indicatori	 in	   utilizzando	come	unico	indicatore	di	riferi-
                genere	 vengono	 selezionati	 in	 base	 alla	            mento	l’impronta	idrica.	È	però	importante	
                tipologia	 del	 sistema	 che	 viene	 analizzato	         ricordare	che,	per	avere	una	visione	com-
                e	devono	essere	scelti	in	modo	da	rappre-                plessiva	e	chiara	dell’impatto	ambientale	di	
                sentare	in	maniera	quanto	più	completa	e	                un	 prodotto,	 è	 sempre	 necessario	 tenere	
                semplice	le	interazioni	con	i	principali	com-            conto	anche	degli	altri	indicatori	al	fine	di	
                parti	ambientali.                                        fornire	una	visione	sufficientemente	com-
                entrando	più	nello	specifico	e	focalizzando	             plementare	 degli	 impatti,	 evitando	 visioni	
                l’attenzione	alle	filiere	agricole,	l’analisi	dei	       parziali	e,	in	alcuni	casi,	fuorvianti.
figura	3.1.	Ciclo	di	vita	di	un	prodotto




                    1. Coltivazione
                                                          2. trasformazione




                                                                                          Water Economy
                                                                                          97


 5. Cottura
                                                                         3. Imballaggio




                                           4. trasporto
Lynn Johnson/National Geographic Image Collection
Position Paper: Water economy (IT)
3.2 Il calcolo dell’impronta idrica verde, blu e grigia

                L’impronta idrica ha tre componenti:
                - l’impronta idrica verde (green water footprint) rappresenta il volume d’acqua piovana eva-
                  porata durante il processo produttivo;
                - l’impronta idrica blu (blue water footprint) rappresenta il volume d’acqua utilizzata che
                  non torna, a valle del processo produttivo, alla fonte dalla quale proviene;
                - l’impronta idrica grigia (grey water footprint) rappresenta il volume d’acqua inquinata, che
                  può essere quantificata calcolando il volume d’acqua necessario per diluire gli agenti in-
                  quinanti immessi nel sistema idrico durante la crescita delle piante4.


                figura 3.2. rappresentazione schematica delle componenti dell’impronta idrica di un
                consumatore o produttore



                                                  uso diretto        uso indiretto
                                                   dell’acqua        dell’acqua
Water Economy




                                                     impronta        impronta	
                                                  idrica	verde       idrica	verde
                                                                                                   Consumo
                              prelievo d’acqua                                                      d’acqua
                        acqua	che	ritorna	allo	     impronta	        impronta	
100                     stesso	corpo	idrico	da	     idrica	blu       idrica	blu
                          cui	è	stata	prelevata


                                                                                            Inquinamento
                                                                                                dell’acqua
                                                     impronta        impronta
                                                  idrica	grigia      idrica	grigia




                                                              fonte:	hoekstra	et al.,	The Water Footprint Assessment Manual,	cit.


                La figura mostra le diverse componenti dell’impronta idrica e fa comprendere come la quo-
                ta parte di acqua prelevata e non consumata (che ritorna prelevata alla fonte) non sia con-
                teggiata nel calcolo. Inoltre spiega – contrariamente a quanto viene fatto per misurare un
                semplice prelievo d’acqua – come vengano incluse l’impronta idrica verde e grigia, oltre alle
                componenti relative all’utilizzo indiretto dell’acqua.
                L’impronta idrica, infatti, non tiene conto soltanto dell’utilizzo diretto dell’acqua (ad esem-
                pio per produrre un bene o un servizio, o per le attività di supporto), ma anche del contenu-
                to indiretto (ossia il consumo relativo all’intera catena di produzione).
                L’impronta idrica di un’attività, per esempio, è definita come il volume totale d’acqua utiliz-
                zato direttamente e indirettamente dall’attività medesima e rappresenta, di conseguenza, la
                quantità totale che è possibile associare agli output del sistema. L’uso diretto di acqua è pari
                al volume utilizzato per la produzione o per le attività di supporto, mentre quello indiretto è
                il volume usato a monte del processo o dell’attività in esame, di cui fanno parte, ad esempio,
i consumi idrici relativi alla produzione delle materie prime.
L’utilizzo delle tre componenti di acqua virtuale incide in modo diverso sul ciclo idro-
geologico. Ad esempio, il consumo di green water esercita un impatto meno invasivo sugli
equilibri ambientali rispetto a quello di blue water che, invece, costituisce la risorsa idrica
più strategica e rilevante.
La componente relativamente più semplice da calcolare è rappresentata dall’impronta idri-
ca blu di un prodotto, che può essere ricondotta alla contabilizzazione del consumo idrico
da parte di un sistema industriale più o meno complesso.
Si deve quindi considerare il volume d’acqua che viene deviata dal proprio corso, quella che
evapora durante il processo produttivo. In caso di coltivazioni agricole si tratta della somma
                                                                                                      l’utIlIzzo delle tre
dell’acqua di irrigazione evaporata dal terreno e di quella evaporata dai canali di irrigazione
                                                                                                      CoMponentI dI aCqua
e dalle riserve artificiali. In caso di prodotti industriali e usi domestici, s’intende la quantità
                                                                                                      VIrtuale InCIde In
di acqua evaporata prelevata dalle falde o dai bacini idrici e che non viene re-immessa nel           Modo dIVerSo Sul
sistema idrico dal quale proviene.                                                                    CIClo IdroGeoloGICo.
Nel caso delle filiere di produzione degli alimenti, ad esempio, si tiene conto sia dell’acqua
evaporata a seguito dell’impiego durante la fase di produzione industriale sia di quella eva-
porata a seguito del metabolismo delle specie coltivate.
In questo secondo caso, per semplicità, si può ipotizzare che tutta l’acqua utilizzata per l’ir-
rigazione sia evaporata o non torni allo stesso corpo idrico dal quale proviene, e che quindi
entri a far parte della componente di impatto. Questa ipotesi è in effetti cautelativa perché,




                                                                                                                             Water Economy
nel caso in cui si utilizzi acqua di prima falda per irrigare, parte di quella immessa sul terre-
no potrebbe in realtà rientrare in falda andando a reintegrare immediatamente la riserva da
cui è stata prelevata (questo discorso è valido nel caso in cui l’acqua sia stata prelevata dalla
medesima falda che va a reintegrare).
La stima della componente di grey water deve essere fatta tenendo conto sia delle caratte-                                   101
ristiche dell’acqua rilasciata dal sistema, sia delle condizioni naturali del corpo ricettore
all’interno del quale viene rilasciata.
Il volume di grey water, infatti, si calcola come quella quantità di acqua (teoricamente)
necessaria ad abbassare il livello di inquinante dai limiti di legge ai quali (si presume) av-
venga lo scarico a valle dei processi produttivi fino ai livelli di concentrazione naturale per
il corpo ricettore considerato. Se si tratta del calcolo dell’impronta idrica grigia per una col-
tivazione, ad esempio, è necessario tenere conto di fattori come la quantità di fertilizzante
utilizzata, la frazione che effettivamente percola nel terreno e la resa di quella coltura, oltre
alla concentrazione massima ammissibile per legge e alla concentrazione naturale che in
alcuni casi può essere posta uguale a zero.
La voce più caratteristica e più complessa da valutare è certamente la parte di green water
specifica per la produzione agricola e di biomasse, in quanto dipende sia dalle condizioni
climatiche locali, sia dal tipo di specie coltivata. In sostanza, questa componente rappresen-
ta l’acqua piovana evapotraspirata.
L’impronta idrica verde è una componente particolarmente rilevante per le coltivazioni
agricole (include la traspirazione delle piante e altre forme di evaporazione).
Anche in questo caso, la difficoltà operativa del calcolo viene semplificata dalla disponibi-
lità di strumenti e dati pubblici, messi a disposizione dalla FAO, che consentono di calco-
lare l’impronta idrica verde di un prodotto considerando l’influenza generata dalla specie e
dall’area del mondo in cui esso viene coltivato.
Nella tabella seguente vengono riportati alcuni esempi relativi all’impronta idrica media
mondiale di alcuni tra i cereali più comuni (con indicazione della suddivisione tra le com-
ponenti verde, blu e grigia) riportati nello studio di Hoekstra5 pubblicato nel 2011.
figura 3.3. Confronto tra l’impronta idrica media mondiale di alcuni cereali



                                               prodotto               impronta                 impronta                 impronta                 impronta idrica
                                               agricolo               idrica verde             idrica blu               idrica grigia            totale
                                               Grano                  1277                     342                      207                      1827
                                               Grano                  1200                     16                       189                      1405
                                               (Italia)*
                                               riso                   1146                     341                      187                      1673
                                               (in risaia)
                                               orzo                   1213                     79                       131                      1423
                                               Mais                   947                      81                       194                      1222
                                               Segale                 1419                     25                       99                       1544
                                               avena                  1479                     181                      128                      1788



                                                    fonti:	mekonnen,	m.	e	a.Y.	hoekstra,	The Green, Blue and Grey Water Footprint of Crops and Derived Crop Products,	
                                                 hydrology	and	earth	system	sciences	discussions	editor,	n.	8,	pp.	763-809,	Copernicus	publications,	göttingen,	ger-
                                              many,	2011.	*il	dato	è	relativo	al	grano	prodotto	in	italia	e	deriva	dallo	studio	mekonnen,	m.	e	a.Y.	hoekstra,	A Global and
                                               High-Resolution Assessment of the Green, Blue and Grey Water Footprint of Wheat,	Water	research	report	series,	n.	42,	
                                                                                        unesCo-ihe	institute	for	Water	education	editor,	delft,	the	netherlands,	2011.



                                                                                                                                                                       		
Water Economy




                per CalColare l’IMpronta
                                              Ad esempio, per calcolare l’impronta idrica verde di un prodotto alimentare semplice come
                         IdrICa Verde dI un
                     prodotto alIMentare      i pomodori, è necessario conoscere la zona di provenienza, le caratteristiche meteo-cli-
                SeMplICe CoMe I poModorI      matiche e il periodo di coltivazione. A seconda di queste caratteristiche e del luogo in cui
                  è neCeSSarIo ConoSCere      viene coltivato il prodotto è possibile anche desumere se è stato necessario irrigare e quindi
102
                   la zona dI proVenIenza,    calcolare l’impronta idrica blu. Infine, in funzione del tipo e della quantità di fertilizzanti
                        le CaratterIStICHe    utilizzati, occorre stimare la quantità di acqua virtualmente necessaria a diluire tali con-
                     Meteo-ClIMatICHe e Il
                                              taminanti fino a riportare quella utilizzata per l’irrigazione alla concentrazione naturale,
                  perIodo dI ColtIVazIone.
                                              ossia l’impronta idrica grigia.
L’evapotraspirazione




L’evapotraspirazione	(et)	è	una	variabile	o	         ne.	L’unità	di	misura	è	il	millimetro,	inteso	
grandezza	fisica	che	consiste	nella	quantità	        come	altezza	della	massa	d’acqua	evapo-
d’acqua	(riferita	all’unità	di	tempo)	che	dal	       rata	e	traspirata.	pur	essendo	un	fenome-
terreno	passa	nell’aria	allo	stato	di	vapore	        no	climatico	inverso	a	quello	delle	precipi-
per	 effetto	 congiunto	 della	 traspirazione	       tazioni,	per	convenzione	si	usa	il	millimetro	
(t),	attraverso	le	piante,	e	dell’evaporazio-        in	modo	da	rendere	la	grandezza	diretta-
ne	(e),	direttamente	dal	terreno.                    mente	comparabile	con	le	piogge.
il	 concetto	 ingloba	 due	 processi	 netta-         L’evapotraspirazione	è	la	risultante	del	con-
mente	differenti	(in	quanto	l’evaporazione	          corso	di	più	fattori	dipendenti	dalla	natura	
esulerebbe,	a	rigore,	dalla	coltura),	tuttavia	      del	terreno,	dal	clima,	dalla	specie	agraria,	
non	è	possibile	scorporare	i	due	fenome-             dalla	 tecnica	 colturale.	 questi	 fattori	 non	
ni	e	trattarli	distintamente.	d’altra	parte	ai	      possono	 essere	 considerati	 distintamente	




                                                                                                         Water Economy
fini	 pratici	 interessa	 il	 consumo	 effettivo,	   poiché	 l’evapotraspirazione	 è	 la	 risultante	
sia	 per	 evaporazione	 sia	 per	 traspirazio-       delle	loro	interrelazioni.


                                                                                                         103


figura	3.4.	il	processo	di	evapotraspirazione

            et
                                               parametri	                     eto
                         t                   meteorologici


                                            caratteristiche
                                              della	coltura
                                                                              etC
                         e


                                       gestione	dei	fattori	   	              etC	adj
                                               ambientali
3.3 Il Contenuto dI aCqua
                                                   VIrtuale dI alCunI
                                                   prodottI e alIMentI




                                                            I
                                I prodottI                      l concetto di impronta idrica può essere applicato anche ai prodotti di uso comune, per rendere
                       dell’alleVaMento                         palese l’utilizzo diretto e indiretto di acqua per produrre ciò che quotidianamente si consuma.
                          preSentano un                         I prodotti agricoli (derivanti dalla coltivazione delle piante e dall’allevamento degli animali) ad
                     Contenuto dI aCqua
                                                            esempio assorbono circa il 70% delle risorse idriche utilizzate dall’uomo a livello globale.
                      VIrtuale MaGGIore
                       rISpetto a quellI                    In particolare i prodotti dell’allevamento (carne, uova, latte e derivati) presentano un conte-
                     ColtIVatI, poICHé GlI                  nuto di acqua virtuale maggiore rispetto a quelli coltivati, poiché gli animali da allevamento
Water Economy




                 anIMalI da alleVaMento                     consumano, per diversi anni prima di essere trasformati in prodotti alimentari, una grande
                 ConSuMano una Grande                       quantità di prodotti coltivati come nutrimento (in aggiunta al consumo diretto di acqua per
                quantItà dI CerealI CoMe                    abbeveraggio e altre operazioni). La Figura 3.6 riporta i valori di acqua virtuale relativi ad al-
                             nutrIMento.
                                                            cune tipologie di prodotti agricoli in quantità di prodotto facilmente riscontrabili nella realtà
104
                                                            quotidiana dei consumatori e a prodotti finiti di tipo industriale6.
                                                            Infine va sottolineato che l’impronta idrica di un prodotto non ha sempre lo stesso valore in
                                                            ogni parte del mondo, ma varia a seconda della sua provenienza. Se ad esempio si analizza un
                                                            prodotto agricolo, in termini di consumo di acqua esso ha un impatto differente a seconda
                                                            della zona in cui è stato coltivato, delle caratteristiche climatiche e meteorologiche del luogo,
                                                            della disponibilità d’acqua e della necessità o meno di essere irrigato. Si confrontino a tal
                                                            proposito l’impronta idrica del grano in Italia (2421), pari al quadruplo di quella in Cina (690)
                                                            o del mais in India (1937), pari anch’essa al quadruplo di quella negli Stati Uniti (489).

                                                            figura 3.5. Impronta idrica di alcuni prodotti agricoli (m3/ton) in alcuni paesi


                                                                 Media Mondiale USa               cina          india        Russia       Brasile       italia
                    fonte:	rielaborazione	the	
                    european	house-ambro-          riso          3419                1903         1972          4254         3584         4600          2506
                 setti	da	hoekstra,	a.Y.	e	a.K.	
                                                   Grano         1334                849          690           1654         2375         1616          2421
                 Chapagain,	Water Footprints
                     of Nations: Water Use by      Mais          909                 489          801           1937         1397         1180          530
                       People as a Function of
                  Their Consumption Pattern,	      Soia          1789                1869         2617          4124         3933         1076          1506
                   in	Craswell,	e.,	m.	Bonnell,	
                    d.	Bossio,	s.	demuth	e	n.	     Manzo         15.497              13.193       12.560        16.482       21.028       16.961        21.167
                    van	de	giesen	(a	cura	di),	
                     Integrated Assessment of      Maiale        4856                3946         2211          4397         6947         4818          6377
                 Water Resources and Global
                      Change – A North-South
                                                   Capra         4043                3082         3994          5187         5290         4175          4180
                     Analysis,	springer,	2007.     pecora        6143                5977         5202          6692         7621         6267          7572
                                                   pollo         3918                2389         3652          7736         5763         3913          2198
                                                   uova          3340                1510         3550          7531         4919         3337          1389
                                                   latte         990                 695          1000          1369         1345         1001          861
                                                   formaggio     4914                3457         4963          6793         6671         4969          4278
figura 3.6. Impronta idrica media globale di alcune tipologie di prodotti di uso
comune (litri)


 un	foglio	a4	(80	g/m2)           un	pomodoro	(70	g)               una	patata	(100	g)




                          10                             13                             25




una	fetta	di	pane	(30	g)           un’arancia	(100	g)               una	mela	(100	g)




                          40                             50                             70




                                                                                               Water Economy
     un	uovo	(40	g)              un	sacchetto	di	patatine	       una	fetta	di	torta	(80	g)
                                      fritte	(200	g)
                                                                                               105




                          135                            185                            250



   formaggio	(100	g)                Cioccolato	(50	g)                t-shirt	(250	g)




                           500                           860                            2000


 un	hamburger	(150	g)               un	paio	di	scarpe	
                                        di	cuoio




                          2400                           8000
Le buone abitudini per risparmiare acqua




                il	comportamento	quotidiano	e	le	abitudini	             verso	il	giardino	o	in	cisterne	di	raccolta	
                cui	 si	 è	 soliti	 possono	 portare	 a	 sprecare	      per	consentirne	un	utilizzo	successivo;	
                più	 o	 meno	 acqua:	 un	 bene	 fondamen-             -	innaffiare	le	piante del terrazzo	con	l’ac-
                tale	per	la	vita.	ma	è	anche	un	bene	che	               qua	utilizzata	per	lavare	frutta	e	verdura;	
                scarseggia,	soprattutto	in	alcune	zone	del	           -	fare	periodici controlli dell’impianto idrico
                mondo,	nonché	un	bene	economico,	ed	è	                  di casa per	riparare	eventuali	perdite;	
                quindi	 importante	 seguire	 pochi	 semplici	         -	preferire la doccia al bagno	(per	riempire	
                gesti,	 utili	 a	 rispettare	 e	 risparmiare	 l’ac-     una	vasca	sono	necessari	100	litri	d’ac-
                qua.	alcuni	di	questi,	come	quelli	elencati	            qua,	mentre	per	una	doccia	il	consumo	è	
                di	seguito7,	possono	essere	un	buon	mezzo	              pari	circa	alla	metà);	
                per	 ridurre	 gli	 sprechi	 di	 acqua	 nei	 com-      -	chiudere sempre il rubinetto quando non
                portamenti	quotidiani:	                                 serve	(mentre	ci	si	sta	lavando	i	denti	o	
Water Economy




                -	utilizzare miscelatori d’aria	 nei	 rubinet-          mentre	ci	si	insapona	sotto	la	doccia,	o	
                   ti	 e	 nelle	 docce:	 consentono	 di	 ridurre	       si	 sta	 massaggiando	 la	 cute,	 o	 ancora	
                   il	 consumo	 d’acqua	 senza	 modificare	 le	         mentre	ci	si	sta	lavando	le	mani);	
106                proprie	 abitudini	 e	 di	 risparmiare	 quasi	     -	lavare le stoviglie	 utilizzando	 una	 va-
                   la	metà	di	quella	utilizzata;	                       schetta	 dove	 riporle	 per	 insaponarle	 e	
                -	utilizzare un sistema con doppio pulsante             usare	un	debole	getto	d’acqua,	soltanto	
                   di scarico per i servizi igienici	(ogni	getto	       alla	fine,	per	risciacquarle.	
                   dello	 sciacquone	 consuma	 circa	 10	 litri	      sono	 semplici	 gesti	 che,	 insieme	 ad	 altre	
                   d’acqua,	ma	non	è	sempre	necessario);	             scelte	responsabili,	possono	portare	a	di-
                -	raccogliere e incanalare l’acqua piovana	           minuire	gli	sprechi	d’acqua.
3.4 l’IMpronta IdrICa della
    pIraMIde alIMentare
    del BarIlla Center
    for food & nutrItIon




   l
           a piramide alimentare consente di comunicare in modo sintetico ed efficace i principi
           della corretta alimentazione, al fine di educare la popolazione verso comportamenti
           alimentari più equilibrati e fondati sul modello della dieta mediterranea.
   Il Barilla Center for Food & Nutrition ha proposto la piramide alimentare in una doppia
   versione, posizionando i cibi non solo seguendo quanto da tempo la scienza nutrizionale
   suggerisce per la salute, ma anche rispetto al loro impatto sull’ambiente. Si ottiene così una




                                                                                                    Water Economy
   “Doppia Piramide”: la classica piramide alimentare e una piramide ambientale8. Quest’ul-
   tima è rappresentata capovolta: gli alimenti a maggior impatto ambientale sono in alto e
   quelli a ridotto impatto in basso.

                                                                                                    107
figura 3.7. la “doppia piramide” alimentare e ambientale elaborata dal Barilla Center
                                     for food & nutrition




                                                                                              BASSO
                                                                                      Dolci
                                                                              Carne rossa




                                                                         Formaggi
                                                                        Uova
                                                               Carne bianca
                                                                      Pesce
                                                                  Biscotti
Water Economy




                                                                       ITO
                                                                     ER




108
                                                                   GG




                                                     Latte
                                                               SU




                                                  Yogurt
                                                             MO
                                                           N SU
                                                        CO




                                   Olio d’oliva



                            Pane, Pasta
                      Riso, Patate,
                         Legumi




                   Frutta
                Ortaggi



                      ALTO


                                                                                        PIRAMIDE ALIMENTARE


                                                                                              fonte:	Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	2010
PIRAMIDE AMBIENTALE


                                                                         ALTO


                                                                                Carne rossa




                                                                        Formaggi
                                                                  Pesce




                                                                                              Water Economy
                                                        Carne bianca
                                                      Dolci
                                         L E




                                                  Legumi, Biscotti
                                      TA
                                    IEN




                                               Pasta, Latte, Yogurt                           109
                                   MB




                                             Olio d’oliva, Riso, Uova
                                OA
                              TT
                            PA
                            IM




                                 Ortaggi
                             Patate
                            Pane




                   Frutta



           BASSO
la pIraMIde aMBIentale     La piramide alimentare raffigura i vari gruppi di alimenti in modo scalare. Alla base della
                  dell’aCqua, affIanCata    piramide si trovano gli alimenti di origine vegetale (caratteristici della dieta mediterra-
                      alla nota pIraMIde    nea), ricchi in termini di nutrienti (vitamine, sali minerali, acqua) e di composti protetti-
                   alIMentare, Mette In
                                            vi (fibre e composti bioattivi di origine vegetale) e con ridotta densità energetica. Salendo
                   relazIone GlI IMpattI
                 aMBIentalI – e quIndI In   progressivamente si trovano gli alimenti a crescente densità energetica (molto presenti
                queSto CaSo Il ConSuMo      nella dieta nordamericana) che andrebbero consumati con una frequenza minore.
                    dI aCqua – dI dIVerSe   La piramide ambientale è stata costruita sulla base della stima degli impatti ambientali
                   tIpoloGIe dI alIMentI.   associati a ogni singolo alimento, valutando tutto il ciclo di vita e utilizzando dati dispo-
                                            nibili in letteratura.
                                            Sebbene la raffigurazione della piramide ambientale proposta dal Barilla Center for Food
                                            & Nutrition nel precedente paper Doppia Piramide: alimentazione sana per le persone, so-
                                            stenibile per il Pianeta sia stata effettuata prendendo come indicatore unico di riferimento
                                            l’impronta ecologica, è possibile costruire la piramide ambientale con riferimento all’in-
                                            dicatore dell’impronta idrica9.
                       la MaGGIor parte     Attraverso l’utilizzo di tale indicatore è quindi possibile costruire una piramide am-
                    deGlI alIMentI per I    bientale dell’acqua che, affiancata alla nota piramide alimentare, metta in relazione gli
                  qualI è ConSIGlIato un    impatti ambientali – e quindi in questo caso il consumo di acqua – di diverse tipologie
                ConSuMo pIù frequente       di alimenti.
                 Sono anCHe quellI CHe
                                            Si è ottenuta così una piramide rovesciata in cui le diverse categorie alimentari sono di-
                 preSentano GlI IMpattI
                  aMBIentalI MInorI dal     sposte in modo scalare sulla base dell’impatto ambientale dal punto di vista dell’impronta
Water Economy




                      punto dI VISta del    idrica10: in alto si trovano gli alimenti a maggior impatto, mentre in basso quelli che ne
                        ConSuMo IdrICo.     hanno uno minore.
                                            In particolare si riscontra che anche nella piramide ambientale dell’acqua, così come per
                                            quella ricavata utilizzando l’impronta ecologica, la carne rossa è l’alimento a maggior
110                                         impatto idrico, mentre la verdura, le patate e la frutta sono caratterizzati da effetti deci-
                                            samente minori.
                                            Affiancando quindi la piramide ambientale dell’acqua così ricavata a quella alimentare si
                                            può osservare come la maggior parte degli alimenti per i quali è consigliato un consumo
                                            più frequente sono anche quelli che presentano gli impatti ambientali minori dal punto
                                            di vista del consumo idrico.
figura 3.8. Impronta idrica degli alimenti




                                                                                                                                                     15.500 Carne bovina
10.000
                                                                                                                                              9065 Noci e nocciole
                                                                                                                               6795 Olio di girasole
     5000
                                                                                                          5000 Formaggio
                                                                                                         4900 Olio d’oliva

                                                                                                        4800 Carne suina
                                                                                             4055 Legumi
            4000
                                                                                            3900 Carne avicola
                                                                                       3400 Riso

                                                                                      3300 Uova
                                                                                    3140 Dolci
                   2000
                                                                    1800 Biscotti
                                                                  1693 Pasta
                                                                1645 Cereali
                          1500
                                                           1500 Zucchero
                                                          1300 Pane                                        Impronta idrica degli alimenti
                                 1000                                                                      Litri di acqua per kg o litro di alimento
                                                       1000 Latte




                                                                                                                                                                              Water Economy
                                                       1000 Yogurt                                         Legenda:            valore medio

                                                        970 Frutta

                                        500            900 Patate
                                                  325 Verdura
                                              0
                                                                                                                                                                              111
                                                  0       1000          2000        3000         4000        5000            6000             /         15.000       20.000




                                                                                                                 fonte:	Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	2011
l’IMpronta IdrICa           Viceversa, la maggior parte degli alimenti per i quali viene raccomandato un consumo
                    deGlI alIMentI          meno frequente sono anche quelli che hanno un maggior impatto sull’ambiente anche dal
                                            punto di vista del consumo di risorse idriche.


                                            figura 3.9. Impronta idrica della piramide alimentare



                                                                                                      BASSO
                                                                                            Dolci                        10.000
                                                                                    Carne rossa

                                                                                                                                 5000

                                                                               Formaggi
                                                                              Uova
                                                                     Carne bianca
                                                                            Pesce
                                                                        Biscotti                                                              4000
                                                                             ITO
                                                                           ER
                                                                         GG
Water Economy




                                                           Latte                                                                                           2000
                                                                     SU




                                                        Yogurt
                                                                   MO
                                                                 N SU
                                                              CO




                                                                                                                                                                  1500
112                                      Olio d’oliva


                                                                                                                                                                         1000
                                  Pane, Pasta
                            Riso, Patate,
                               Legumi




                         Frutta
                      Ortaggi



                            ALTO


                                                                                                    PIRAMIDE ALIMENTARE




                                                                                                               fonte:	Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	2011
15.500 Carne bovina

                                                                                                      9065 Noci e nocciole
                                                                                       6795 Olio di girasole
                                                                  5000 Formaggio
                                                                 4900 Olio d’oliva

                                                                4800 Carne suina
                                                     4055 Legumi

                                                    3900 Carne avicola
                                               3400 Riso

                                              3300 Uova
                                            3140 Dolci




                                                                                                                                      Water Economy
                            1800 Biscotti
                          1693 Pasta
                        1645 Cereali
                   1500 Zucchero                                                                                                      113

                  1300 Pane                                        Impronta idrica degli alimenti
                                                                   Litri di acqua per kg o litro di alimento
               1000 Latte
               1000 Yogurt                                         Legenda:            valore medio

                970 Frutta

500            900 Patate
          325 Verdura
      0


          0       1000          2000        3000         4000        5000            6000             /         15.000       20.000
In altre parole, anche da questa nuova elaborazione della Doppia Piramide emerge la
                                          coincidenza, in un unico modello, di due obiettivi diversi ma altrettanto rilevanti: salute
                                          e tutela ambientale.
                      l’IMpronta IdrICa   Analizzando, infine, l’impronta idrica delle bevande più diffuse e bevute quotidianamen-
                         delle BeVande    te, è possibile costruire anche un’altra piramide, che riporta i consumi idrici necessari per
                                          la preparazione di ciascuna di esse.
                                          Tutti i dati riportati nella piramide delle bevande derivano dal sito del Water Footprint
                                          Network o da pubblicazioni scientifiche relative all’impronta idrica.




                                          figura 3.10. Impronta idrica delle bevande (per bicchiere o tazzina di bevanda)




                                                                                                                                                            140 Caffè americano

                150

                                                                                                                                              125 Latte



                                                                                                                                          120        Vino
Water Economy




                          100

                                                                                                                           106      Succo d’arancia

                                50
                                                                                       43                           Bevanda gassata
114

                                                                                  38   Birra



                                                                             34    Caffè espresso
                                                                                                         Impronta idrica delle bevande
                                          25
                                                                                                         Litri di acqua per bicchiere (125ml) o per tazzina (30ml)
                                                                15   Thè
                                                                                                         Legenda:                     valore medio

                                                                        0,3/0,7 (bottiglia)
                                                                Acqua
                                                                                                                              min              max
                                                                        0,3 (rubinetto)
                                                    0



                                                           0            20             40           60          80           100              120             140




                                                                                                                      fonte:	Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	2011
figura 3.11. Impronta idrica delle bevande (per litro di bevanda)




                                                                                                                                                    1127        Caffè

1000

                                                                                                                                    1000 Latte



                                                                                                                                    960     Vino




                                                                                                                              850   Succo d’arancia

                 500

                                                                                                            344                 Bevanda gassata




                                                                                                         300    Birra


                          250

                                                                    120        Thé
                                                                                                                   Impronta idrica delle bevande




                                                                                                                                                                        Water Economy
                                                                                                                   Litri di acqua per litro di bevanda
                                                         2,4/5,4 (bottiglia)                                                                    valore medio
                                                                                                                   Legenda:
                                                Acqua
                                                         2,4 (rubinetto)
                                      0                                                                                                   min            max



                                                                                                                                                                        115
                                            0           50           100             150   200   250         300                       1000              1100




                                                                                                       fonte:	Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	2011
Water Economy




    116




o
3.5 l’IMpatto delle aBItudInI
    alIMentarI Sul ConSuMo
    d’aCqua




   è
           opinione comune che oggi sia necessario un drastico miglioramento dell’utilizzo                             Il ConSuMo d’aCqua
           dell’acqua, soprattutto in agricoltura, limitando gli sprechi.                                              VIrtuale GIornalIero
           Secondo quanto riportato dallo studio Water for Food, Water for Life: A Comprehen-                          per alIMentarSI VarIa
                                                                                                                       da CIrCa 1500-2600
   sive Assessment of Water Management in Agriculture11, il mantenimento nel lungo periodo
                                                                                                                       lItrI nel CaSo dI una
   delle attuali pratiche di produzione e consumo del cibo potrà determinare profonde crisi
                                                                                                                       dIeta VeGetarIana a
   alimentari in diverse parti del mondo.                                                                              CIrCa 4000-5400 lItrI




                                                                                                                                                 Water Economy
   Si può quindi partire dall’alimentazione, tenendo conto che un individuo utilizza in me-                            In CaSo dI una rICCa dI
   dia dai due ai cinque litri d’acqua al giorno per bere, mentre il consumo d’acqua virtuale                          Carne.
   giornaliero per alimentarsi varia da circa 1500-2600 litri nel caso di una dieta vegetariana
   a circa 4000-5400 litri in caso di una ricca di carne12.
                                                                                                                                                 117
   Da quanto detto appare evidente come le abitudini alimentari comportino, oltre ad effetti
   di natura nutrizionale, anche ricadute ambientali di notevole entità.
   Per renderci conto delle differenze sono stati elaborati due menu giornalieri, entrambi
   equilibrati dal punto di vista nutrizionale, per i quali sono stati calcolati gli impatti in
   termini di consumo di acqua.
   Il primo menu giornaliero prevede una dieta più ricca di proteine vegetali e con pochi grassi di
   origine animale; il secondo, invece, è basato su un consumo, seppur modesto, di carne rossa.

   figura 3.12. Menu “stile vegetariano”


     Menù VeGetarIano

     2030                  kCal
                           totalI
                                              proteIne         GraSSI               CarBoIdratI

     1530                                     14% 30% 56%
                           lItrI
                           ConSuMo
                           IdrICo



   Colazione                  Spuntino         pranzo                        Spuntino                   Cena
   1 porzione	di	frutta	      1 vasetto	di	    1 porzione	di	“Caserecce	     1 vasetto	di	              1 porzione	di	verdure:
   (200	g)                    yogurt	magro     siciliane”	con	finocchietto   yogurt	magro               fagiolini	(200	g)	e	
   4 fette	biscottate	        1 frutto         1 porzione	di	sformato	di	    1 pacchetto	di	            patate	(400	g)	al	vapore	
   “armonie	dorate”                            zucca	e	porri                 Cracker	non	salati         con	scaglie	di	grana	(40	g)


          152                        185              300                           115                         780
          lItrI                      lItrI            lItrI                         lItrI                       lItrI

                                                                  fonte:	Barilla	Center	for	food	and	nutrition,	2011
figura 3.13. Menu con un maggior consumo di carne



                                                 Menù Carne

                                                 2140             kCal
                                                                  totalI
                                                                                      proteIne        GraSSI               CarBoIdratI

                                                 4300                                 15% 25% 60%
                                                                  lItrI
                                                                  ConSuMo
                                                                  IdrICo



                             Colazione                 Spuntino             pranzo                 Spuntino                  Cena
                             1 tazza	di	latte	         1 porzione	di	       1 porzione	di	pizza	   1 vasetto	di	             1 porzione	di	minestra	di
                             parz.	scremato            frutta	(200	g)       margherita             yogurt	magro              “risoni”	Barilla	e	piselli
                             4 Biscotti	“tarallucci”                        ortaggi	misti	crudi                              1 Bistecca	di	carne	bovina	
                                                                                                                             alla	griglia	(150	g)
                                                                                                                             1	fetta	di	pane	in	cassetta
                                                                                                                             “pan	Bauletto”

                                      183                    120                  1325                   125                         2550
                                      lItrI                  lItrI                lItrI                  lItrI                       lItrI
Water Economy




                                                                                                         fonte:	Barilla	Center	for	food	and	nutrition,	2011




118                 l’InSerIMento nel         Confrontando gli impatti, in termini di impronta idrica, dei due menu proposti si evince
                    Menu dI prodottI          chiaramente come l’inserimento, per quanto contenuto, nel menu di prodotti di allevamen-
                       dI alleVaMento         to, come latte e carne, comporti un aumento di circa tre volte del consumo di risorse idriche.
                          CoMporta un
                                              Latte e carni presentano infatti un contenuto di acqua virtuale maggiore rispetto a pro-
                 auMento dI CIrCa tre
                Volte del ConSuMo dI          dotti coltivati, come frutta e verdura, per via del notevole consumo di prodotti agricoli
                       rISorSe IdrICHe.       utilizzati per nutrire gli animali da allevamento in vista della trasformazione in risor-
                                              se alimentari, rendendo quindi in tal modo meno “sostenibile” un menu caratterizzato
                                              dall’elevata presenza di prodotti di allevamento.
                                              Nella figura seguente è riportata l’impronta idrica di alcune portate.
figura 3.14. Impronta idrica di alcune portate di un ipotetico menu internazionale



                                Colazione Continentale

                     2	uova                                                     500
              Yogurt	bianco                                                     400
                      pane                                                      150
                marmellata                                                      150
                     Cereali                                                    100


                                Menu Vegetariano

                 formaggio                                                     1800
             verdure	miste                                                      500
                riso	bianco                                                     500
              Yogurt	bianco                                                     400
                       tofu                                                     200




                                                                                                                   Water Economy
               frutta	mista                                                     100
                 Biscotti	di	                                                     70
                granoturco

                                Menu Continentale
                                                                                                                   119

         Bistecca	di	manzo                                                     4500

          Braciola	di	maiale                                                   2000

          insalata	di	manzo                                                    2000

                     gelato                                                    1500

           Bistecca	di	pollo                                                   1500

             insalata	mista
                                                                                500

                                                                                  20
             purè	di	patate
                                                                                  10
          zuppa	di	verdure


                                Menu orientale

Carne	di	manzo	con	verdure                                                     3000

Carne	di	maiale	con	verdure                                                    1100

          pollo	con	verdure                                                    1000

              noodles	fritti                                                    500

             verdure	miste                                                      500

                riso	bianco
                                                                                500

                                                                                100
               frutta	mista


                                                         fonte:	World	Water	Council,	3rd	World	Water	forum,	2003
Se tuttI GlI   Da questi esempi risulta evidente che l’evoluzione delle abitudini alimentari degli individui
                   aBItantI del pIaneta    può avere un impatto molto rilevante sulla disponibilità delle risorse idriche.
                adottaSSero Il reGIMe      Basti pensare che, se tutti gli abitanti del Pianeta adottassero il regime alimentare medio
                     alIMentare MedIo
                                           dei Paesi occidentali, caratterizzato da un elevato consumo di carne, sarebbe necessario un
                  deI paeSI oCCIdentalI
                   SareBBe neCeSSarIo
                                           incremento del 75% dell’acqua utilizzata attualmente per produrre cibo13.
                un InCreMento del 75%      La figura seguente mostra gli effetti di alcune scelte alimentari – portate a modifica del
                  dell’aCqua utIlIzzata    regime alimentare tipico americano (ricco di carni rosse) – sul volume di acqua necessaria
                      attualMente per      (impronta idrica) per produrre gli alimenti oggetto della dieta.
                        produrre CIBo.




                                           figura 3.15. effetti dei cambiamenti dello stile alimentare sul contenuto virtuale della
                                           dieta media americana (litri per persona al giorno)

                                                                                     dieta uSa
                                                                                     5400                 50%	carne	
                                                                                                                rossa	     riduzione	del	
                                                                                                        sostituita	da	      25%	prodotti	      50%	carne	
                                                                                                       carne	bianca            di	origine	           rossa	
                                                                                                                                animale          sostituita	
                                                                                                        4800                                   da	prodotti	
Water Economy




                                                                                                                             4600                 vegetali       riduzione	del	
                                                                                                                                               4400               50%	prodotti	
                                                                                                                                                                     di	origine	
                                                                                                                                                                      animale	
                                                                                             dieta a




                                                                                                                                                                   3400
                                                                                                                 dieta B




                                                                                                                                     dieta C
120




                                                                                                                                                       dieta d




                                                                                                                                                                            dieta e
                                            fonte:	rielaborazione	the	european	house-
                                            ambrosetti	da	renault,	d.	e	W.W.	Wallender,	
                                           Nutritional Water Productivity and Diets: From
                                            ‘Crop per Drop’ Towards ‘Nutrition per Drop’,	
                                                  agricultural	Water	management,	2000.




                                           Se cinquant’anni fa, infatti, il numero di abitanti del nostro Pianeta e il loro stile di vita
                                           richiedeva minori consumi di acqua, oggi la competizione per le risorse idriche, sempre
                                           più scarse, è intensa: diversi bacini non sono in grado di soddisfare la richiesta d’acqua e
                                           alcuni sono stati completamente prosciugati. In prospettiva, la mancanza d’acqua costitu-
                                           irà un vincolo alla produzione di cibo per centinaia di milioni di persone.
                                           In quest’ottica, che impone un’evidente quanto drastica inversione di tendenza, alla re-
                                           sponsabilità delle istituzioni e delle imprese (sia agricole che industriali), deve aggiun-
                                           gersi l’impegno personale di tutti i cittadini nel contribuire alla progressiva riduzione dei
                                           consumi e degli sprechi.
                                           Questo può avvenire anche semplicemente migliorando i propri stili alimentari, adottan-
                                           do diete che, oltre ad essere più sane per se stessi, consentono di diminuire sensibilmente
                                           la propria impronta idrica.
note




1.	hoekstra,	a.Y.,	a.K.	Chapagain,	m.m.	aldaya	e	m.m.	mekonnen,	The Water Footprint Asses-
sment Manual: Setting the Global Standard,	earthscan,	London	2011.
2.	 per	 aggiornamenti	 circa	 le	 regole	 di	 calcolo	 dell’impronta	 idrica	 si	 rimanda	 a	 hoekstra	 et
al.,	The Water Footprint Assessment Manual,	cit.	un	ulteriore	approfondimento	è	contenuto	nel	
Capitolo	4	del	presente	position paper.
3.	Cfr.	paragrafo	3.3	e	Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	Doppia Piramide: alimentazione sana




                                                                                                              Water Economy
per le persone, sostenibile per il Pianeta,	2010.	
4.	questo	volume	è	ottenuto	dividendo	il	carico	inquinante	per	la	differenza	tra	lo	standard	di	
qualità	ambientale	di	un	certo	contaminante	(C-max,	ossia	la	concentrazione	massima	accetta-
bile)	e	la	sua	concentrazione	naturale	nel	corpo	idrico	ricevente	(C-nat).
                                                                                                              121
5.	mekonnen,	m.	e	a.Y.	hoekstra,	The Green, Blue and Grey Water Footprint of Crops,	hydrology	
and	earth	system	sciences	discussions	editor,	usa,	2011.
6.	per	gli	esempi	riportati,	sono	stati	raccolti	dati	medi	mondiali	sulla	base	di	quelli	disponibili;	
relativamente	ai	prodotti	agricoli,	è	stato	preso	in	considerazione	un	arco	di	tempo	piuttosto	
lungo	(1996-2005)	per	il	quale	sono	stati	raccolti	tutti	i	dati	pluviometrici	e	climatici	delle	prin-
cipali	aree	del	mondo	nelle	quali	ciascun	prodotto	viene	coltivato.
7.	Cfr.	www.ecoage.it/risparmiare-acqua.htm.
8.	un	approfondimento	del	tema	della	piramide	alimentare	e	della	doppia	piramide	è	contenuto	
nel	position	paper	Doppia Piramide: alimentazione sana per le persone, sostenibile per il Pianeta,
realizzato	dal	Barilla	Center	for	food	&	nutrition	nel	2010.
9.	Come	anticipato	nel	paragrafo	3.1,	l’impronta	idrica	è	un	indicatore	specifico	dell’utilizzo	di	
acqua	 dolce	 costruito	in	 modo	da	esprimere	sia	 i	 quantitativi	 di	 risorsa	idrica	effettivamente	
utilizzati,	sia	la	modalità	con	la	quale	tale	risorsa	viene	usata.
10.	La	piramide	dell’acqua	è	stata	costruita	ricavando,	per	ogni	categoria	di	prodotto,	un	dato	
medio	dei	dati	reperiti	in	letteratura,	trascurando	quelli	palesemente	anomali.	in	particolare	è	
stata	utilizzata	la	banca	dati	del	sito	e	delle	pubblicazioni	del	Water	footprint	network,	dove	
sono	disponibili	diversi	esempi	relativi	ad	alimenti	di	origine	agricola	o	animale.
11.	 Comprehensive	assessment	 of	Water	 management	 in	agriculture,	 Water for Food, Water
for Life: A Comprehensive Assessment of Water Management in Agriculture – Summary Book,
earthscan	and	Colombo,	international	Water	management	institute,	London	2007.
12.	World	Water	Council,	2008.
13.	zimmer,	d.	e	d.	renault,	Virtual Water in Food Production and Global Trade: Review of Me-
thodological Issues and Preliminary Results,	in	hoekstra,	a.Y.	(a	cura	di),	Virtual Water Trade: Pro-
ceedings of the International Expert Meeting on Virtual Water Trade,	value	of	Water	research	re-
port	series	no.12,	delft	(the	netherlands),	unesCo-ihe,	institute	for	Water	education,	2003.
Le principali fonti dei dati




                Sono StatI IMpIeGatI   Le	 informazioni	 utilizzate	 per	 costruire	         -	report	e	pubblicazioni	scientifiche.
                 Solo BanCHe datI e    l’impronta	idrica	delle	piramidi	alimentari	          il	 lavoro	 svolto,	 lungi	 dal	 voler	 essere	
                     StudI puBBlICI    sono	 state	 raggruppate	 secondo	 la	 se-            conclusivo,	intende	essere	di	stimolo	alla	
                                       guente	classificazione:	alimenti	e	bevande.           pubblicazione	di	ulteriori	studi	sulla	misu-
                                       per	 ogni	 categoria	 analizzata	 sono	 stati	        razione	dell’impronta	idrica	degli	alimen-
                                       riportati	i	valori	di	impronta	idrica	(water	         ti	 dei	 quali	 si	 terrà	 conto	 nelle	 prossime	
                                       footprint)	desunti	da	banche	dati	e	studi	            edizioni	 di	 questo	 documento.	 in	 questo	
                                       scientifici	esclusivamente	pubblici.                  modo	 si	 potrà	 aumentare	 la	 copertura	
                                       La	 scelta	 di	 utilizzare	 unicamente	 dati	 e	      statistica	 dei	 dati	 e	 verificare	 l’influenza	
                                       informazioni	di	natura	“pubblica”	è	dovu-             che	possono	avere	alcuni	fattori,	quali,	per	
                                       ta	 al	 fatto	 che	 si	 è	 deciso	 di	 organizzare	   esempio,	la	provenienza	geografica.
Water Economy




                                       la	presentazione	dei	risultati	in	modo	da	            Le	tabelle	che	seguono	riportano,	in	det-
                                       renderli	 ricostruibili	 dall’eventuale	 lettore	     taglio,	 fonti	 bibliografiche	 scelte	 per	 la	
                                       che	 voglia	 affrontare	 l’analisi	 in	 maniera	      costruzione	 dell’impronta	 idrica	 delle	 pi-
                                       approfondita	e	analitica.                             ramidi	alimentari.	nella	prima	colonna	è	
122                                    in	 presenza	 di	 più	 studi	 scientifici	 per	 lo	   indicato	il	prodotto,	a	seguire	l’unità	di	ri-
                                       stesso	prodotto,	o	quando	all’interno	del-            ferimento	dello	studio	e	i	principali	confini	
                                       lo	stesso	 studio	 sono	 presenti	 più	 valori,	      del	 sistema	 preso	 in	 esame.	 nell’ultima	
                                       sono	stati	presi	il	valore	minimo,	massimo	           colonna	è	presente	il	dato	utilizzato.
                                       e	la	media.	in	caso	contrario	viene	ripor-
                                       tato	l’unico	valore	disponibile.
                                       Le	informazioni	utilizzate	per	completare	
                                       questo	 lavoro	 derivano	 dalla	 letteratura	
                                       pubblicata	o	comunque	dalle	banche	dati	
                                       tipicamente	consultate	negli	studi	di	ana-
                                       lisi	del	ciclo	di	vita.	nei	riferimenti	biblio-
                                       grafici	vengono	citate	tutte	le	singole	fonti	
                                       reperite	 nella	 letteratura	 scientifica,	 e	 in	
                                       particolare:	
                                       -	la	banca	dati	del	Water	footprint	net-
                                          work	(http://www.waterfootprint.org);
                                       -	le	 dichiarazioni	 ambientali	 di	 prodotto	
                                          (environmental	 product	 declaration	 –	
                                          epd;	http://www.environdec.com);
Bevande

                                                                                                                         VaLoRe inSeRiTo in
                           UniTà
            VaLoRe in                                                                                                    piRaMide [LiTRi di
pRodoTTo                   FUnzionaLe             conFini deL SiSTeMa           RiFeRiMenTo BiBLioGRaFico
            LiTRi peR UF                                                                                                 acqUa peR LiTRo di
                           (UF)
                                                                                                                         BeVanda]


                                                  estrazione	dell'acqua	
                                                  e	produzione	delle	
                                                  materie	prime,	produ-
                                                  zione	delle	preforme	
                           1,5	l	di	acqua	mi-     delle	bottiglie	in	pet	e	                                              valore minimo: 2,4
            3,61-8,14      nerale	in	bottiglia	   trasporto	all'impianto	                                                valore massimo: 5,4
                           di	pet                 di	imbottigliamento,	         Botto,	s.,	Tap Water Vs Bottled Wa-      valore medio: 4
                                                  imbottigliamento	e	           ter in a Footprint Integrated Appro-
                                                  imballaggio,	distribuzione	   ach, department	of	environmental	
aCqua                                             ai	supermercati	e	da	lì	al	   sciences,	università	di	siena,	2009	
                                                  consumatore	finale            (http://precedings.nature.com/
                                                                                documents/3407/version/1/files/
                                                                                npre20093407-1.pdf).
                                                  estrazione	dell’acqua,	
                                                  adduzione	attraverso	
                                                                                                                         valore minimo: 2,42
                           1,5	l	di	acqua	di	     condotte,	stoccaggio	
            3,63-3,65                                                                                                    valore massimo: 2,43
                           rubinetto              dell’acqua	e	distribuzione	
                                                                                                                         valore medio: 2,4
                                                  attraverso	una	rete	idrica	
                                                  all’utilizzatore	finale




                                                                                                                                                Water Economy
                                                                                http://www.waterfoot-
                                                  informazione	non	
tHè         30             0,250	l                                              print.org/?page=files/                   120
                                                  disponibile
                                                                                productgallery&product=tea
                                                                                http://www.waterfoot-
                                                  informazione	non	
BIrra       75             0,250	l                                              print.org/?page=files/                   300                    123
                                                  disponibile
                                                                                productgallery&product=beer
                                                  realizzazione	(dalla	
                                                  resina	al	soffiaggio)	e	      ercin,	a.e.,	m.m.	aldaya	e	a.Y.	
                                                  lavaggio	(ad	aria)	della	     hoekstra,	The Water Footprint of
                           0,5	l	di	bevanda	      bottiglia	in	pet,	prepa-      a Sugar-containing Carbonated
            169-309        imbottigliata	in	      razione	dello	sciroppo,	      Beverage,	value	of	Water	research	
                           bottiglia	di	pet       mix	degli	ingredienti,	       report	series	n°	39,	unesCo-ihe	
                                                  riempimento	delle	            institute	for	Water	education	editor,	
                                                  bottiglie,	etichettatura	e	   geneva	2009.
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BeVande
                                                                                                                         valore massimo: 618
GaSate                                            realizzazione	(dalla	                                                  valore medio: 344
                                                  resina	pet	al	soffiaggio)	
                                                  e	lavaggio	(ad	aria)	della	   the	Coca-Cola	Company,	Product
                           0,5	l	di	Cola	         bottiglia	in	pet,	prepa-      Water Footprint Assessment – Prac-
            35             imbottigliata	in	      razione	dello	sciroppo	       tical Application in Corporate Water
                           bottiglia	di	pet       e	degli	ingredienti,	mix	     Stewardship,	the	nature	Conser-
                                                  degli	ingredienti,	riem-      vancy,	2010.	
                                                  pimento	delle	bottiglie,	
                                                  etichettatura
                                                                                http://www.waterfoot-
SuCCo                                             informazione	non	
            170            0,200	l                                              print.org/?page=files/                   850
d'aranCIa                                         disponibile
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                                                  informazione	non	
VIno        120            0,125	l                                              print.org/?page=files/                   960
                                                  disponibile
                                                                                productgallery&product=wine
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                                                  informazione	non	
Caffè       140            0,125	l                                              print.org/?page=files/                   valore massimo: 1133
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                                                                                productgallery&product=coffee            (caffè espresso)
                                                                                                                         valore medio: 1127
alimenti


                                                                                                                                VaLoRe inSeRiTo
                           VaLoRe in   UniTà
                                                                                                                                in piRaMide [LiTRi
                pRodoTTo   LiTRi peR   FUnzionaLe          conFini deL SiSTeMa          RiFeRiMenTo BiBLioGRaFico
                                                                                                                                di acqUa peR kG di
                           UF          (UF)
                                                                                                                                aLiMenTo]
                                                           Coltivazione	del	prodotto	   mekonnen,	m.	e	a.Y.	hoekstra,	The
                                                           fino	al	raccolto	-	Com-      Green, Blue and Grey Water Foot-
                Verdura    325         1	kg	di	verdura     prende	le	tre	impronte	      print of Crops,	hydrology	and	earth	    325
                                                           idriche	(blue,	green	e	      system	sciences	discussions	editor,	
                                                           grey	water	footprint)	       usa,	2011.
                                                                                        http://www.waterfoot-
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                                                           Coltivazione	del	prodotto	   mekonnen,	m.	e	a.Y.	hoekstra,	The
                                                           fino	al	raccolto	-	Com-      Green, Blue and Grey Water Foot-
                frutta     970         1	kg	di	frutta      prende	le	tre	impronte	      print of Crops,	hydrology	and	earth	    970
                                                           idriche	(blue,	green	e	      system	sciences	discussions	editor,	
                                                           grey	water	footprint)	       usa,	2011.
                                                                                        http://www.waterfoot-
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Water Economy




                                                                                        http://www.waterfoot-
                                                           informazione	non	
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124
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                zuCCHero   1500                                                         print.org/?page=files/                  1500
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                                                           Coltivazione	del	grano,	
                                                                                        prodotto	applicata	alla	pasta	secca	
                                                           produzione	della	se-                                                 valore minimo: 1532
                                                                                        di	semola	di	grano	duro	prodotta	in	
                                       1	kg	di	pasta	      mola,	produzione	della	                                              valore massimo: 2232
                                                                                        italia	e	confezionata	in	astuccio	in	
                paSta      1532-2232   secca	di	semola	di	 pasta,	trasporto	delle	                                              valore medio (mondia-
                                                                                        cartoncino,	revisione	2	-	valida	3	
                                       grano	duro          materie	prime	e	dei	                                                 le): 1693
                                                                                        anni	dall'approvazione,	numero	di	
                                                           prodotti	presso	le	piat-
                                                                                        registrazione	s-p-00217,	data	di	
                                                           taforme	di	distribuzione
                                                                                        approvazione	10/03/2011.
                                                           Coltivazione	del	prodotto	   mekonnen,	m.	e	a.Y.	hoekstra,	The
                                                           fino	al	raccolto	-	Com-      Green, Blue and Grey Water Foot-
                CerealI    1645        1	kg	di	cereali     prende	le	tre	impronte	      print of Crops,	hydrology	and	earth	    1645
                                                           idriche	(blue,	green	e	      system	sciences	discussions	editor,	
                                                           grey	water	footprint)	       usa,	2011.
                                                           fase	di	campo	(per	le	       Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	
                                                           materie	prime),	prepa-       Doppia Piramide: alimentazione
                BISCottI   1800        1	kg	di	biscotti                                                                         1800
                                                           razione	dell'impasto	e	      sana per le persone, sostenibile per
                                                           cottura                      il Pianeta,	2010.
                                                           fase	di	campo	(per	le	       Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	
                                                           materie	prime),	prepa-       Doppia Piramide: alimentazione
                dolCI      3140        1	kg	di	dolci                                                                            3140
                                                           razione	dell'impasto	e	      sana per le persone, sostenibile per
                                                           cottura	(casalinga)          il Pianeta,	2010.
                                                                                        http://www.waterfoot-
                                                           informazione	non	
                uoVa       3300        1	kg	di	uova                                     print.org/?page=files/                  3300
                                                           disponibile
                                                                                        productgallery&product=eggs
                                                                                        http://www.waterfoot-
                                                           informazione	non	
                rISo       3400        1	kg	di	riso                                     print.org/?page=files/                  3400
                                                           disponibile
                                                                                        productgallery&product=rice
                                                                                        http://www.waterfoot-
                Carne                  1	kg	di	carne	      informazione	non	
                           3900                                                         print.org/?page=files/                  3900
                aVICola                avicola             disponibile
                                                                                        productgallery&product=chicken
VaLoRe inSeRiTo
            VaLoRe in   UniTà
                                                                                                                   in piRaMide (LiTRi
pRodoTTo    LiTRi peR   FUnzionaLe             conFini di SiSTeMa           RiFeRiMenTo BiBLioGRaFico
                                                                                                                   di acqUa peR kG di
            UF          (UF)
                                                                                                                   aLiMenTo)
                                               Coltivazione	del	prodotto	   mekonnen,	m.	e	a.Y.	hoekstra,	The
                                               fino	al	raccolto	-	Com-      Green,	Blue and Grey Water Foot-
leGuMI      4055        1	kg	di	legumi         prende	le	tre	impronte	      print of Crops,	hydrology	and	earth	   4055
                                               idriche	(blue,	green	e	      system	sciences	discussions	editor,	
                                               grey	water)	                 usa,	2011.
                                                                            http://www.waterfoot-
Carne                   1	kg	di	carne	         informazione	non	
            4800                                                            print.org/?page=files/                 4900
SuIna                   suina                  disponibile
                                                                            productgallery&product=pork
                                                                           Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	
olIo dI                                        Coltivazione	delle	olive	e	 Doppia Piramide: alimentazione
            4900        1	l	di	olio	di	oliva                                                                       4900
olIVa                                          produzione	dell'olio        sana per le persone, sostenibile per
                                                                           il Pianeta,	2010.
                                                                            http://www.waterfoot-
                                               informazione	non	
forMaGGIo   5000        1	kg	di	formaggio                                   print.org/?page=files/                 5000
                                               disponibile
                                                                            productgallery&product=cheese
                                               Coltivazione	del	pro-




                                                                                                                                        Water Economy
                                               dotto	fino	al	raccolto	e	    mekonnen,	m.	e	a.Y.	hoekstra,	the
                                               successiva	lavorazione	      Green, Blue and Grey Water Foot-
olIo dI                 1	kg	di	olio	
            6795                               e	raffinazione	-	Com-        print of Crops,	hydrology	and	earth	   6795
GIraSole                raffinato
                                               prende	le	tre	impronte	      system	sciences	discussions	editor,	
                                               idriche	(blue,	green	e	      usa,	2011.
                                               grey	water	footprint)	
                                               Coltivazione	del	prodotto	   mekonnen,	m.	e	a.Y.	hoekstra,	The                           125
                                               fino	al	raccolto	-	Com-      Green, Blue and Grey Water Foot-
noCI e                  1	kg	di	noci	e	
            9065                               prende	le	tre	impronte	      print of Crops,	hydrology	and	earth	   9065
noCCIole                nocciole
                                               idriche	(blue,	green	e	      system	sciences	discussions	editor,	
                                               grey	water	footprint)	       usa,	2011.
                                                                            http://www.waterfoot-
Carne                   1	kg	di	carne	         informazione	non	
            15.500                                                          print.org/?page=files/                 15.500
BoVIna                  bovina                 disponibile
                                                                            productgallery&product=beef
Annie Griffiths Belt/National Geographic Image Collection
                                                                  Water Economy




                                                            126
4.	L’impronta	idriCa	
	 di	una	nazione
	 e	iL	CommerCio	
	 di	aCqua	virtuaLe

  “se	Le	guerre	deL	XX	seCoLo	sono	state	ComBattute	per	iL	
  petroLio,	queLLe	deL	XXi	avranno	L’aCqua	Come	oggetto	deL	
  Contendere”

                ismail	serageldin,	vicepresidente	della	Banca	mondiale1




                                                                          Water Economy
                                                                          127
4.1 l’IMpronta IdrICa
                                       dI un IndIVIduo, una nazIone,
                                       un prodotto, un’azIenda




                                              l’
                                                       impronta idrica (water footprint) non misura semplicemente la quantità di acqua
                                                       impiegata, ma anche il tipo di acqua consumata (impronta verde, blu e grigia).
                                                       Questo indicatore può essere calcolato per ogni prodotto o attività e anche per ogni
                                              gruppo ben definito di consumatori (un individuo, una famiglia, gli abitanti di una città, un’in-
                                              tera nazione) o produttori (aziende private, organizzazioni pubbliche, settori economici).
                                              In particolare:
Water Economy




                                              - l’impronta idrica di un prodotto (bene fisico o servizio) consiste nel volume totale d’ac-
                                                qua dolce consumata per produrlo, considerando tutte le varie fasi della catena di pro-
                                                duzione (coincide con il concetto di “acqua virtuale” descritto nel precedente capitolo);
                                              - l’impronta idrica di un individuo, di una comunità o di una nazione consiste nel volume
128                                             totale d’acqua dolce consumata in modo diretto o indiretto (compresa quindi quella
                                                necessaria per produrre i beni e i servizi utilizzati);
                                              - l’impronta idrica di un’impresa consiste nel volume d’acqua dolce consumata nello svol-
                                                gimento delle proprie attività, sommata a quella consumata dai diversi componenti del-
                                                la propria catena di fornitura.



                                              4.1.1 l’impronta idrica di un paese

                          MoltI paeSI Hanno   «I problemi legati all’acqua sono spesso strettamente collegati alla struttura dell’economia
                   eSternalIzzato In Modo     globale. Molti Paesi hanno esternalizzato in modo massiccio la loro impronta idrica, im-
                MaSSICCIo la loro IMpronta    portando da altri luoghi quei beni che richiedono una grande quantità d’acqua per essere
                      IdrICa, IMportando da
                                              prodotti. Questo mette sotto pressione le risorse idriche dei Paesi esportatori, dove troppo
                 altrI luoGHI queI BenI CHe
                    rICHIedono una Grande     spesso scarseggiano meccanismi finalizzati a una saggia gestione e conservazione delle ri-
                       quantItà d’aCqua per   sorse. Non solo i governi, ma anche consumatori, imprese e ogni comunità civile possono
                           eSSere prodottI.   fare la differenza, affinché si possa raggiungere una migliore gestione delle risorse idriche»1.
                                              Gli scambi commerciali tra Paesi non determinano soltanto un trasferimento di merci da
                                              un luogo all’altro, ma anche flussi di acqua virtuale (virtual water trade) contenuta nelle
                                              materie prime, nei beni e nei servizi.
                                              Quindi per misurare la quota di utilizzo delle risorse idriche globali da parte di un Paese
                                              non è sufficiente conteggiare ciò che viene consumato sul proprio territorio, ma va conside-
                                              rata anche l’acqua utilizzata per produrre i beni e servizi importati.
                                              L’impronta idrica di un Paese si compone di due parti:
                                              - impronta idrica interna, ovvero il consumo di risorse d’acqua domestiche;
                                              - impronta idrica esterna, ovvero il consumo di risorse d’acqua provenienti da altri Paesi.
Per valutare l’impronta idrica di un Paese occorre pertanto calcolare il consumo totale di ri-                           l’IMpronta IdrICa GloBale
sorse interne, sottrarre i flussi di acqua virtuale che lasciano quel Paese attraverso le espor-                         aMMonta a 7452 MIlIardI
tazioni e sommare i flussi di acqua virtuale che vi entrano attraverso le importazioni.                                  dI M3 dI aCqua dolCe
                                                                                                                         all’anno, parI a pIù
L’impronta idrica globale (a livello mondiale) ammonta a 7452 miliardi di m3 di acqua dolce
                                                                                                                         del doppIo della portata
all’anno, pari a 1243 m3 all’anno pro capite (cioè a più del doppio della portata annuale del
                                                                                                                         annuale del fIuMe
fiume Mississippi).                                                                                                      MISSISSIppI.
Considerando l’impronta idrica in valore assoluto, il Paese che consuma più acqua è l’India
(987 miliardi di m3), seguita dalla Cina (883) e dagli Stati Uniti (696). I primi 10 Paesi
costituiscono il 52,7% dell’impronta idrica globale (Figura 4.1).




figura 4.1. ripartizione dell’impronta idrica globale tra paesi




                                           indonesia	3,6%




                                                                                                                                                     Water Economy
                   russia	3,6%                   Brasile	3,1%
                                                          pakistan	2,2%
          stati	uniti	9,3%                                            giappone	2,0%
                                                                      messico	1,9%                                                                   129
                                                                      italia	1,8%
  Cina	11,9%




india	13,2%

                                                                 altri	47,3%




                              fonte:	rielaborazione	the	european	house-ambrosetti	su	dati	hoekstra	e	Chapagain,	
                                          Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Footprints,	cit.
Prendendo in considerazione invece i valori pro capite, i cittadini degli Stati Uniti hanno
                un’impronta idrica media pari a 2483 m3 all’anno, seguiti dagli italiani e dai tailandesi. Come si
                può osservare dalla figura seguente, i cittadini di Paesi come la Cina, il Bangladesh, il Sudafrica
                e l’India fanno registrare valori nettamente inferiori a quelli dei Paesi più sviluppati.


                figura 4.2. Contributo dei maggiori consumatori all’impronta idrica globale (m3 pro
                capite/anno)


                 3000




                 2500




                 2000




                 1500                                                                                                                  Impronta idrica
                                                                                                                                       media mondiale
Water Economy




                 1000




130               500




                     0
                             Stati uniti




                                                                                                                     pakistan
                                             Italia




                                                                                                                                Giappone




                                                                                                                                                   Cina
                                                      tailandia




                                                                            russia


                                                                                     Messico
                                                                  nigeria




                                                                                               Brasile


                                                                                                         Indonesia




                                                                                                                                           India


                                   Consumo	domestico	d’acqua
                                   Beni	industriali
                                   Beni	agricoli


                                       fonte:	hoekstra,	a.Y.	e	a.K.	Chapagain,	Globalization of Water: Sharing the Planet’s Freshwater Resources,	
                                                                                                         Blackwell	publishing,	oxford,	uK,	2008.




                Anche dalla figura successiva, che indica con i toni del verde i Paesi con un’impronta idrica
                pro capite inferiore alla media mondiale e con i toni del rosso quelli che ne hanno una
                superiore alla media, appaiono nette le differenze nel consumo delle risorse idriche globali
                da parte dei diversi Paesi.
figura 4.3. Impronta idrica pro capite per paese (m3/anno)




                                                                                                                           Water Economy
      Wfp (m3/cap/yr)
      Sotto la media                           Sopra la media

            600	-	800                                 1300	-	1500

            800	-	1000                                1500	-	1800                                                          131

            1000	-	1200                               1800	-	2100

            1200	-	1300                               2100	-	2500                          no	dati




               fonte:	hoekstra	e	Chapagain,	Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Footprints,	cit.




Tali differenze dipendono da un insieme di fattori. In particolare se ne possono individuare
quattro principali2:
   a il volume dei consumi, generalmente correlato al prodotto nazionale lordo (ric-
   chezza) di un Paese;
   B il modello dei consumi, soprattutto per quanto riguarda le abitudini alimentari, che
   possono essere più o meno orientate al consumo di carne (ad esempio quello medio di
   carne pro capite negli USA è di 120 chili all’anno, tre volte superiore alla media mondia-
   le) e l’utilizzo di beni industriali. Anche il modello dei consumi è generalmente correlato
   alla ricchezza del Paese;
   C il clima, che incide soprattutto sulle precipitazioni, sulla traspirazione delle piante e
   sulla quantità d’acqua necessaria per le coltivazioni;
   d le pratiche agricole, in particolare per quanto riguarda l’efficienza dell’impiego dell’ac-
   qua. Ad esempio, in Tailandia la resa delle coltivazioni di riso si attesta intorno alle 2,5
   tonnellate per ettaro, rispetto a una media mondiale di 3,9.
L’impronta idrica globale è determinata in larga misura dalla produzione di prodotti agricoli
                                              e cibo; seguono la produzione di beni industriali e l’impiego dell’acqua per usi domestici.
                                              Oltre al settore responsabile del consumo dell’acqua, la Figura 4.4 indica anche la quota
                                              consumata ascrivibile alle esportazioni: il 16% dell’impronta idrica globale deriva dalla rea-
                                              lizzazione di prodotti destinati all’export.
                                              La scomposizione dell’impronta idrica varia notevolmente da nazione a nazione, special-
                                              mente con riferimento alla quota esterna. A titolo di esempio, l’Italia importa il 51% dell’ac-
                                              qua virtuale consumata, mentre l’India appena l’1,5%.



                                              figura 4.4. Contributo all’impronta idrica globale da parte delle diverse categorie di
                                              consumo e distinzione tra impronta interna ed esterna



                                                                   prodotti	agricoli 72,9%           prodotti	industriali
                                                                                                     6,4%
                                                                                                               Consumo
                                                                                                               domestico	4,6%



                                                                                                                                 prodotti
                                                                                                                                 agricoli	12,8%
Water Economy




                                                                                                                               prodotti
                                                                                                                               industriali	3,2%
132




                                                                                                                   +    +        impronta	idrica	interna 83,9%
                                                                                                                        +        impronta	idrica	esterna	16,1%




                                                             fonte:	hoekstra	e	Chapagain,	Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Footprints,	cit.



                l’europa è un IMportatore     L’India – così come anche la Cina (si veda “I flussi di acqua virtuale in Cina” nelle pagine
                   netto dI aCqua VIrtuale    seguenti) – è quindi ancora largamente autosufficiente in fatto di acqua, ma la domanda
                  e la Sua SICurezza IdrICa   crescente di cibo e la scarsità idrica all’interno di questi due grandi Paesi in via di sviluppo
                   dIpende forteMente da
                                              fanno prevedere un aumento delle importazioni alimentari, e quindi una crescente doman-
                          rISorSe eSterne.
                                              da di acqua da altri Paesi. Questo potrà determinare situazioni problematiche in termini di
                                              approvvigionamento idrico.
                                              In Europa, invece, la Francia è l’unico Paese esportatore netto di acqua virtuale. Tutti gli
                                              altri ne sono importatori. Ciò significa che, nel complesso, l’Europa è un importatore netto
                                              di acqua virtuale e la sua sicurezza idrica dipende fortemente da risorse esterne.
133




Water Economy
4.2 I fluSSI dI aCqua
                                          VIrtuale
                                          (VIrtual Water
                                          trade)




                                                   o
                                                             ggi il commercio internazionale di prodotti agricoli non considera in alcun modo la
                                                             componente dell’acqua inclusa nello scambio. Basti pensare che tra i primi 10 espor-
                                                             tatori di grano tre sono caratterizzati da grave scarsità d’acqua, mentre tra i primi 10
                                                   Paesi importatori tre ne hanno grande disponibilità3.
                                 Il lIVello dI     Il livello di interdipendenza tra i Paesi nello scambio virtuale di risorse idriche è invece
                       InterdIpendenza tra         critico e destinato a crescere ancora in futuro, dato il processo continuo di liberalizzazione
Water Economy




                      I paeSI nello SCaMBIo        del commercio internazionale.
                VIrtuale dI rISorSe IdrICHe        Si osservi a tal proposito la figura seguente, che mostra la complessità dei flussi di acqua
                    è deStInato a CreSCere,
                                                   virtuale relativi al commercio di prodotti agricoli tra i Paesi e individua gli importatori (toni
                dato Il proCeSSo ContInuo
                         dI lIBeralIzzazIone       del rosso) e gli esportatori netti (toni del verde) d’acqua virtuale.
134
                              del CoMMerCIo        La “globalizzazione dell’impiego dell’acqua” comporta sia benefici, di natura economica e
                             InternazIonale.       ambientale, che rischi.


                                                   figura 4.5. I flussi di acqua virtuale tra paesi legati al commercio di prodotti agricoli
                                                   (importatori netti di acqua virtuale - Gm3/yr)



                                                                                               europa	orientale
                                                                        europa	occidentale 18
                                                                        152


                nord	america
                     -108                                                                                                                                  ex	unione	sovietica
                                                                                                                                                           13
                                                              nord	africa
                                                                   -45                                                                            asia	Centrale	e	meridionale
                          Centro	america
                                                                                                                                                  150
                                      2                                                                   medio	oriente                                       sud-est	asiatico
                                                                                                          47                                                  -30
                                                                                                            africa	Centrale
                                     sud	america
                                                                                                            -16
                                           -107                             sud	africa
                                                                                    -5
                                                                                                                                 oceania
                                                                                                                                 -70
                                                                  fonte:	hoekstra	e	Chapagain,	Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Footprints,	cit.
i flussi di acqua virtuale in cina




dal	 1980	 il	 rapido	 sviluppo	 economico	 e	      se	idriche	annue	rinnovabili	sono	utilizzate	
la	crescita	della	popolazione	in	Cina	hanno	        per	 uso	 domestico,	 mentre	 quasi	 il	 10%	
comportato	 un	 forte	 aumento	 della	 do-          dell’acqua	utilizzata	in	agricoltura	è	impie-
manda	 d’acqua,	 che	 presumibilmente	 in	          gata	per	la	produzione	di	alimenti	esportati	
futuro	 potrà	 influenzare	 la	 sicurezza	 ali-     verso	il	sud.
mentare	del	paese	e	limitarne	lo	sviluppo	          per	questo	motivo,	nel	1999	la	Cina	me-
socio-economico.                                    ridionale	ha	avuto	un	import	netto	di	pro-
nel	 periodo	 1997-2001	 l’impronta	 idrica	        dotti	agricoli	dal	nord	pari	a	52	miliardi	di	
media	 della	 Cina	 è	 stata	 di	 circa	 700	 m3	   m3	di	acqua	virtuale.
all’anno	per	persona,	di	cui	solo	il	7%	ha	ri-      per	 compensare	 questo	 “flusso	 di	 ac-
guardato	acqua	virtuale	importata	dall’este-        qua	 virtuale”	 dal	 nord	 al	 sud	 del	 paese	
ro,	evidenziando	in	tal	modo	come	il	paese	         e	 ridurre	 la	 scarsità	 d’acqua	 nella	 parte	




                                                                                                       Water Economy
possieda	 ancora	 una	 disponibilità	 relativa-     settentrionale	 è	 stato	 attuato	 un	 proget-
mente	elevata	di	acqua	per	l’autosufficienza.       to	 di	 trasferimento	 idrico	 da	 sud	 a	 nord	
La	situazione	è	tuttavia	molto	differenziata	       (south-north	Water	transfer	project),	cre-
all’interno	della	Cina.                             ando	in	tal	modo	flussi	costituiti	da	enor-        135
in	 particolare,	 il	 nord	 è	 chiamato	 ad	 af-    mi	volumi	di	acqua	trasferiti	dal	ricco	sud	
frontare	 un	 serio	 problema	 di	 scarsità	        all’arido	nord	a	fronte	di	notevoli	volumi	di	
d’acqua,	in	quanto	più	del	40%	delle	risor-         cibo	trasferiti	nella	direzione	opposta.




figura 4.6. I flussi di acqua virtuale in Cina nel 1999



  nord-ovest                                                           nord-est




  Huang-huai-hai                                                       Centro nord




   Yangtze                                                               Sud-est




  Sud-ovest                                                            Centro Sud
Lynn Johnson/National Geographic Image Collection
                                                          Water Economy




                                                    136
Water Economy
                               137




        ColonIalISMo IdrICo:
         una nuoVa forMa dI
      doMInazIone da parte
    deI paeSI rICCHI a danno
   dI quellI pIù poVerI CHe,
      SpIntI dalla rICHIeSta
       dI MerCI dall’eStero,
  rISCHIano dI proSCIuGare
le proprIe rISerVe IdrICHe.
4.2.1 Benefici economici e ambientali

                Un beneficio derivante dalla crescente liberalizzazione del commercio internazionale è co-
                stituito dalla possibilità di considerare l’acqua virtuale come una fonte d’acqua alternativa.
                Si tratta, pertanto, di un vero e proprio strumento di governo della disponibilità di risorse
                idriche da parte di ogni Paese. Infatti, in un’economia sempre più aperta agli scambi, i
                Paesi che soffrono di scarsità della risorsa idrica sul proprio territorio possono ridurne
                la pressione importando prodotti a elevato contenuto d’acqua virtuale da nazioni in cui
                tale risorsa è più abbondante ed esportando prodotti caratterizzati da un minor contenuto
                d’acqua virtuale.
                Il commercio internazionale di acqua virtuale consente inoltre di ottenere un risparmio
                del volume d’acqua consumata quando un prodotto viene esportato da un Paese con elevata
                produttività delle risorse idriche (per quel determinato prodotto) a un altro con una bassa
                produttività. Ad esempio, nel caso dei rapporti di import-export tra Stati Uniti e Messico
                (Figura 4.7), si registra un’ottimizzazione dell’utilizzo dell’acqua grazie alla maggiore effi-
                cienza nella produzione di grano, mais e sorgo riscontrabile negli USA rispetto al Messico.
                Le derrate prodotte negli USA ed esportate in Messico, infatti, hanno un contenuto d’acqua
                virtuale nettamente inferiore (7,1 milioni di m3) rispetto a quello che il Messico consume-
                rebbe coltivando questo prodotto direttamente sul suo territorio (15,6 milioni di m3). In
                un’ottica di risorse idriche globali, il risparmio netto ammonta a 8,5 milioni di m3.
Water Economy




                figura 4.7. risparmio globale di acqua virtuale nel commercio di grano, mais e sorgo
                tra uSa e Messico
138
                                                                        derrate di grano,
                                                                          mais e sorgo




                                                                        risparmio netto
                                                                       di acqua virtuale:
                           uSa                                           8,5 milioni m3                              Messico
                           volume	di	acqua	                                                                          volume	di	acqua	
                           virtuale	consumato                                                                        virtuale	risparmiato
                           7,1 milioni di m3                                                                         15,6 milioni di m3



                                       fonte:	Chapagain,	a.K.	e	a.Y.	hoekstra,	The Global Component of Freshwater Demand and Supply:
                        An Assessment of Virtual Water Flows between Nations as a Result of Trade in Agricultural and Industrial Products,	
                                                                        in	“Water	international”,	vol. xxxiii,	n.	1,	marzo	2008,	pp.	19-32.




                4.2.2 Il rischio del “colonialismo” idrico

                Il rischio maggiore generato dalla globalizzazione dell’impiego dell’acqua è rappresentato
                dal fatto che le importazioni di prodotti ad alto contenuto d’acqua virtuale implicano l’ester-
                nalizzazione degli effetti indiretti dello sfruttamento di questa risorsa dal Paese importatore
                a quello esportatore. Poiché in molti Paesi l’acqua utilizzata in agricoltura ha un prezzo di
                gran lunga inferiore al suo valore reale, i costi associati al consumo di acqua da parte del
                Paese esportatore generalmente non sono pienamente riflessi nel prezzo dei prodotti con-
                sumati in quello importatore. Questo fattore può generare una situazione di disequilibrio
dal punto di vista dell’efficienza e dell’equità degli scambi commerciali, nonché, più concre-                              I paeSI CHe IMportano
tamente, squilibri nel sistema idrico dei Paesi esportatori.                                                                prodottI ad alto
A titolo di esempio, la figura seguente rappresenta una mappa degli impatti dell’impronta                                   Contenuto d’aCqua
                                                                                                                            VIrtuale eSternalIzzano
idrica esterna dell’Olanda: è indicato il consumo d’acqua nei diversi Paesi del mondo con-
                                                                                                                            al dI fuorI del loro
nesso ai consumi di prodotti agricoli da parte dei cittadini olandesi. Si evidenziano così                                  terrItorIo GlI effettI
i Paesi in cui l’impronta idrica esterna dell’Olanda (e i prodotti ad essa associati) genera                                dello SfruttaMento dI
impatti sociali e ambientali relativamente elevati.                                                                         queSta rISorSa



figura 4.8. Mappa degli impatti dell’impronta idrica esterna dell’olanda




                                                                                                                                                      Water Economy
                                                                                                                                                      139




   Impronta idrica esterna                   principali categorie di prodotti:
   per prodotti agricoli

   0	-	10                                    frutta,	noci	e	vino	

   10	-	100                                  Colture	oleaginose	e	olio	da	colture	oleaginose

   100	-	1000                                Caffè,	thè,	cioccolato	e	tabacco

   >	1000                                    animali	e	prodotti	animali

   hotspots                                  prodotti	di	cotone



                fonte:	hoekstra	e	Chapagain,	Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Footprints,	cit.
I BaCInI IdrICI   Se ne deduce che i consumi di alcuni prodotti agricoli da parte dell’Olanda rappresentano
                   CondIVISI da pIù paeSI    una minaccia per l’equilibrio del sistema idrico di altri Paesi (Messico, Sudafrica, Sudan,
                        aCCoMunano 145       Spagna, Turchia, India, Cina, ecc.) dai quali l’Olanda importa tali prodotti, a causa delle
                       nazIonI: l’aCqua è
                                             condizioni di stress e di scarsità dell’acqua presenti in queste aree.
                     SeMpre pIù SpeSSo
                all’orIGIne dI SItuazIonI
                                             Questo fenomeno viene descritto anche come “colonialismo idrico”, poiché può essere in-
                 ConflIttualI tra StatI.     terpretato come una nuova forma di dominazione da parte dei Paesi ricchi a danno di quelli
                                             più poveri che, spinti dalla richiesta di merci dall’estero, rischiano di prosciugare le proprie
                                             riserve idriche.
                                             Per alcuni Paesi importatori di prodotti a elevato contenuto di acqua virtuale, un secondo
                                             elemento di rischio è rappresentato da un’eccessiva dipendenza dalle risorse idriche di altre
                                             nazioni. La Giordania, ad esempio, già oggi importa un volume di acqua virtuale cinque
                                             volte maggiore rispetto alle proprie risorse idriche interne rinnovabili. Se questo sbilancia-
                                             mento permette da un lato al Paese di tutelare le proprie risorse idriche e limitare il rischio
                                             di uno sfruttamento non sostenibile delle stesse, dall’altro lo espone a un rischio di eccessi-
                                             va dipendenza dall’esterno. Altri Paesi dell’area (come Kuwait, Qatar, Bahrein, Oman e Isra-
                                             ele), così come alcune nazioni europee (Regno Unito, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera,
                                             Danimarca, Italia e Malta), si trovano attualmente a importare un volume d’acqua virtuale
                                             maggiore rispetto a quello prelevato dalle proprie risorse interne.
                                             I rischi citati implicano infine ulteriori e gravi effetti. L’acqua come obiettivo strategico è
                                             infatti all’origine di situazioni conflittuali tra Stati, in quanto, mancando una legislazione
Water Economy




                                             internazionale che regolamenti la gestione delle acque condivise, i contrasti tra Paesi ven-
                                             gono risolti sempre più spesso con l’uso della forza, soprattutto in aree caratterizzate da
                                             scarsità di risorse idriche.
                                             I bacini idrici condivisi da più Paesi coprono quasi la metà della superficie terrestre, e ac-
140                                          comunano 145 nazioni. Ben 19 sono condivisi tra più di cinque di esse. Attualmente si
                                             contano 263 bacini condivisi, sulle cui aree vivono due quinti della popolazione mondiale.
i principali bacini idrici condivisi




tra	i	principali	bacini	idrici	condivisi	e	con-       ·	tigri	(1900	km)	ed	eufrate	(2760	km),	
tesi	al	mondo	vi	sono:	                                 che	 nascono	 entrambi	 in	turchia,	 attra-
·	 nilo	 (6671	 km),	 il	 cui	 bacino	 idrografico	     versano	il	territorio	siriano	e	si	congiun-
  interessa	dieci	nazioni	dell’africa	orientale;	       gono	 in	 iraq	 prima	 di	 sfociare	 nel	 golfo	
·	Mekong	(4880	km)	e	Volga	(3530	km),	                  persico	con	il	nome	di	al-shat	el-arab;	
  che	 attraversano	 rispettivamente	 cinque	         ·	Colorado	(2339	km),	che	attraversa	stati	
  e	otto	stati;	                                        uniti	e	messico;	
·	 Indo	 (3180	 km),	 che	 attraversa	 india	 e	      ·	okawango	 (1600	 km),	 che	 attraversa	
  pakistan;	                                            namibia	e	Botswana;
·	 danubio (2858	 km),	 che	 interessa	 ben	          ·	Giordano	(320	km),	che	attraversa	Liba-
  17	nazioni	tra	le	quali	ungheria,	repub-              no,	siria,	israele,	territori	palestinesi.
  blica	Ceca	e	slovacchia;	




                                                                                                           Water Economy
                                                                                                           141




                                           nilo                                             Mekong




                                           Indo                                            danubio
La rivalità per la condivisione dell’acqua può nascere sia per la competizione per i suoi
                diversi usi (domestico, industriale, agricolo), sia tra Paesi per l’utilizzo di un corpo idrico
                comune che attraversa le frontiere.
                I Paesi che condividono la stessa fonte idrica sono profondamente interconnessi tra loro,
                poiché devono fronteggiare la spartizione di una risorsa spesso limitata e cruciale per soste-
                nere la propria sussistenza, la propria crescita economica e il proprio ambiente.
                Questo implica la necessità di individuare delle strategie di condivisione e spartizione
                della risorsa comune, promuovendo dove possibile un approccio di gestione integrata
                delle risorse.
                I diversi Stati coinvolti dovrebbero favorire lo scambio
                delle risorse e dei servizi in modo vantaggioso per tutte le
                parti in causa, scambiando ad esempio energia idroelet-
                trica (economicamente più redditizia nei tratti superiori
                montagnosi e scoscesi) con prodotti agricoli (in quanto
                l’irrigazione produce risultati migliori nelle valli e nelle
                pianure).
                La creazione di sinergie a vantaggio di tutti i Paesi coin-
                volti s’inserisce nelle raccomandazioni del Programma
                delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), che nel
                2006 nello Human Development Report4 ha affermato
Water Economy




                come la gestione delle acque condivise possa essere con-
                siderata come un punto di forza a favore della pace o del
                conflitto, anche se spetta alla politica decidere quale del-
                le due vie intraprendere.
142
                                                                     undp, Human Development Report – Beyond Scarcity:
                                                                        Power, Poverty and the Global Water Crisis,	2006.
L’acqua come fonte di conflitti




Israele e i territori                              palestinesi:	 le	 re-
palestinesi per il Giordano                        strizioni	sono	state	
                                                   decise	 con	 ordi-
ad	alimentare	ulteriormente	l’asprezza	del	        nanze	militari	che	
conflitto	israelo-palestinese,	in	un’area	geo-     hanno	 proibito	
grafica	 colpita	 da	 una	 gravissima	 scarsità	   ai	 palestinesi	
idrica,	è	anche	la	“guerra	dell’acqua”	per	la	     di	 costruire	 o	                                                    Blue Gold World Water
gestione	delle	risorse	disponibili.	               possedere	 un	                                                       Wars (documentario	di	
La	situazione	più	grave	si	riscontra	nella	        impianto	 idrico	
                                                                                                                        sam	Bozzo,	90’,	usa,	
                                                                                                                        2008).
striscia	di	gaza,	dove	la	disponibilità	idri-      senza	 un	 permesso	 dell’au-
ca	è	di	soli	320	m3	per	persona	all’anno	          torità	 militare	 israeliana.	 sono	 stati	 im-
(notevolmente	 al	 di	 sotto	 della	 soglia	 di	   posti	 limiti	 tali	 per	 cui	 i	 pozzi	 palestinesi	




                                                                                                                                                    Water Economy
scarsità	idrica	pari	a	1000	m3	per	perso-          scavati	non	possono	superare	i	140	metri	
na	all’anno).                                      di	profondità	a	differenza	degli	800	metri	
al	 problema	 della	 mancanza	 di	 precipi-        di	quelli	israeliani,	sono	state	fissate	delle	
tazioni	si	aggiungono	gli	effetti	della	ini-       quote	di	prelievo,	sono	stati	espropriati	i	
qua	spartizione	delle	risorse	idriche	fra	lo	      pozzi	e	le	sorgenti	dei	palestinesi	assenti.                                                     143
stato	d’israele	e	i	territori	occupati,	con-       	
fermata	dal	fatto	che,	nonostante	la	po-
polazione	israeliana	sia	meno	del	doppio	                                                                       siria
di	 quella	 palestinese,	 l’acqua	 consumata	
                                                                                tiberias
è	pari	a	sette	volte	la	quantità	usata	dai	
palestinesi.
La	 questione	 della	 gestione	 delle	 risorse	
                                                                                           fiume Giordano




idriche	 ha	 svolto	 un	 ruolo	 rilevante	 nel	                                  nablus

conflitto	mediorientale,	intrecciandosi	con	                tel	aviv
                                                                            Cisgiordania

la	competizione	per	il	controllo	del	terri-                                   ram	allah
                                                                                                              amman
torio.	uno	dei	motivi	che	ha	scatenato	la	
                                                                         gerusalemme
guerra	dei	sei	giorni	nel	1967	è	stato	in-
                                                        gaza                                    Mar Morto
fatti	il	tentativo	giordano	di	deviare	parte	
della	portata	del	fiume	giordano.	
                                                                                                            al	Karak
gli	 esiti	 della	 guerra,	 con	 l’occupazione	
                                                               israeLe
della	Cisgiordania	e	delle	alture	del	golan,	                                                               giordania
hanno	consentito	agli	israeliani	di	control-
lare	le	risorse	idriche	sotterranee	dell’area	
–	che	sono	cruciali	per	lo	sviluppo	agricolo	
ed	economico	della	regione	–	e	di	ricevere	
ben	due	terzi	della	propria	acqua	dai	ter-
ritori	conquistati	attraverso	tale	conflitto.	
La	strategia	di	controllo	delle	risorse	idri-
che	 attuata	 dagli	 israeliani	 non	 è	 basata	
solo	 sull’occupazione	 fisica	 dei	 territori,	
bensì	 anche	 su	 limitazioni	 dei	 consumi	
                                                                                                                        figura 4.9. Israele
                                                                                                                        e i territori palestinesi
Turchia, Iran, Iraq e Siria                           India: conflitti interni tra le
                per i bacini del Tigri e                              regioni
                dell’Eufrate                                          i	conflitti	per	il	controllo	delle	risorse	idri-
                da	molti	anni	persiste	una	forte	tensione	            che	possono	riguardare	anche	regioni	in-
                tra	turchia	 –	 da	 un	 lato	 –	 e	 iran,	 iraq	 e	   terne	a	uno	stesso	stato.	
                siria	 –	 dall’altro	 –	 per	 quanto	 riguarda	 i	    guardando	ad	esempio	al	territorio	india-
                bacini	del	tigri	e	dell’eufrate.                      no	 possiamo	 osservare	 come	 i	 fiumi	 più	
                a	innescarla	è	stata	la	decisione	della	tur-          importanti	 (gange,	 narmada,	 Yamuna,	
                chia	 di	 promuovere	 il	 “grande	 progetto	          sutlej,	mahanadi,	Krishna	e	Kaveri)	siano	
                anatolico”,	un	piano	di	sviluppo	regionale	           stati	 per	 lungo	 tempo	 oggetto	 di	 violen-
                dell’anatolia	 sud-orientale	 che	 prevede	           te	 manifestazioni	 in	 città	 e	 villaggi	 rurali	
                la	costruzione	di	un	sistema	di	dighe	per	            indiani,	 nonché	 di	 dispute	 giudiziarie	 tra	
                potenziare	 l’irrigazione	 e	 produrre	 ener-         regioni	e	governo	centrale,	al	fine	di	rag-
                gia	elettrica.	si	tratta	in	particolare	di	13	        giungere	 un	 accordo	 circa	 l’allocazione	
                progetti	integrati	(6	sul	tigri	e	7	sull’eu-          della	 disponibilità	 d’acqua	 per	 le	 regioni	
                frate)	 incentrati	 sulla	 costruzione	 di	 22	       coinvolte.
                invasi	 in	 grado	 di	 raccogliere	 60	 km3	 di	      dall’indipendenza	 dell’india,	 il	 fiume	 Ka-
                acqua,	19	centrali	elettriche	e	l’irrigazione	        veri	 in	 particolare	 è	 diventato	 motivo	
                di	1,7	milioni	di	ettari.	                            di	 forte	 conflitto	 tra	 le	 regioni	 di	 tamil	
                Con	 questi	 interventi	 la	 turchia	 sarà	 in	       nadu	e	Karnataka,	le	quali,	alla	scadenza	
                condizione	 di	 controllare	 il	 deflusso	 dei	       dell’accordo	per	l’estensione	dell’irrigazio-
Water Economy




                due	 fiumi	 mesopotamici	 in	 siria	 e	 iraq,	        ne	generata	dalla	diga	costruita	di	comu-
                ponendo	 questi	 due	 paesi	 in	 una	 situa-          ne	accordo	nel	1974,	si	resero	protagoni-
                zione	di	dipendenza.	                                 sti	di	aspri	scontri	che	coinvolsero	anche	
                La	 zona	 è	 inoltre	 abitata	 da	 popolazioni	       le	rispettive	associazioni	degli	agricoltori.
144             curde	che	vedranno	parte	delle	loro	terre	            dopo	diversi	ricorsi	alla	Corte	suprema,	
                inondate.	                                            nel	 1991	 il	 verdetto	 finale,	 che	 privile-
                                                                      giò	la	regioni	di	tamil	nadu,	generò	una	
                                                                      tale	 rabbia	 e	 malcontento	 da	 provocare	
                                                                      disordini	 nella	 capitale	 dello	 regione	 di	
                                                                      Karnataka,	nonché	aggressioni,	saccheg-
                                                                      gi	e	incendi	ai	danni	di	famiglie	tamil	che	
                                                                      scatenarono,	nel	giro	di	pochi	giorni,	an-
                                                                      che	 la	 reazione	 opposta	 nei	 territori	 di	
                                                                      tamil	nadu.



                figura	4.10.	i	bacini	del	tigri	e	dell’eufrate
                                                                 	
                il	 progetto	 è	 stato	 fortemente	 avversato	
                sia	dall’iraq	che	dalla	siria	e,	nonostante	
                il	governo	turco	abbia	loro	garantito	una	 	
                quantità	certa	d’acqua,	la	questione	idrica	
                rimane	 motivo	 di	 tensioni	 politiche	 tra	 i	
                tre	paesi.
note




                                                                                                        Water Economy
                                                                                                        145




1.	hoekstra,	a.Y.	e	a.K.	Chapagain,	Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Foot-
prints,	value	of	Water	–	research	report	series	no.	28,	unesCo-ihe,	delft,	the	netherlands,	2008.
2.	hoekstra	e	Chapagain,	Water Footprints of Nations: Water Use by People as a Function of Their
Consumption Pattern,	cit.
3.	 World	 economic	 forum	 Water	 initiative,	 Water Security: The Water-Food-Energy-Climate
Nexus,	2011.
4.	 undp,	 Human Development Report – Beyond Scarcity: Power, Poverty and the Global Water
Crisis,	2006.
Lynn Johnson/National Geographic Image Collection
                                                          Water Economy




                                                    146
5.	La	privatizzazione	
   deLL’aCqua:	tra	
   puBBLiCo	e	privato




                         Water Economy
                         147
5.1 la prIVatIzzazIone dell’aCqua




                                                C
                                                        on l’espressione “privatizzazione dell’acqua” si può fare riferimento a tre differenti ambiti:
                                                        • i diritti di proprietà privati sulle risorse idriche, ammettendone la libera compravendita;
                                                        • il coinvolgimento del settore privato nella gestione dei servizi idrici;
                                                • il coinvolgimento del settore privato nel finanziamento delle infrastrutture e dei servizi.
Water Economy




                                                5.1.1 diritti di proprietà privati sulle risorse idriche

                                                Il primo significato che può assumere il termine privatizzazione in riferimento alle risorse
                                                idriche è quello riguardante la definizione di diritti di proprietà privati sulle stesse, ammet-
148                                             tendone la libera compravendita.
                                                Questa fattispecie, se è presente in alcuni Paesi in via di sviluppo, è lontana dall’espe-
                                                rienza europea. In particolare, il nostro sistema istituzionale si è sempre basato non sulla
                                                proprietà pubblica delle risorse, ma sulla regolazione dell’uso di una risorsa di proprietà
                                                comune e come tale inalienabile. L’utilizzatore pertanto non “compra l’acqua”, ma acqui-
                                                sisce il diritto di usarla.
                                                Lo Stato, più che proprietario, è garante dell’interesse generale: non può vendere un bene
                                                che non possiede, ma si limita semplicemente a disciplinare chi e come può utilizzare quel
                                                bene, e a dirimere eventuali controversie.
                                                In Europa, quindi, l’acqua è saldamente nelle mani della collettività. Ciò di cui si è discusso
                                                è l’introduzione di una logica economica nella pianificazione degli interventi e nell’allo-
                                                cazione dei diritti di utilizzo, in modo che il denaro pubblico necessario per finanziare le
                                                grandi opere idriche venga destinato ad altro.
                                                Il concetto secondo cui “chi usa paga” non è quindi un modo per privatizzare la risorsa
                                                acqua, bensì per affermare con più forza la sua natura pubblica, facendo in modo che chiun-
                                                que ne faccia uso restituisca alla collettività il valore di cui si è appropriato per i propri
                                                interessi specifici.
                                                Altrettanto fuori discussione è anche il fatto che quello idrico sia un servizio pubblico es-
                 Il SerVIzIo IdrICo puBBlICo    senziale, cui corrisponde un diritto dei cittadini a riceverlo e un dovere dello Stato per far sì
                  CorrISponde a un dIrItto      che tutti ne possano usufruire in modo adeguato, pagando un prezzo equo.
                  deI CIttadInI a rICeVerlo e   Questo principio non è stato sempre formalizzato, soprattutto laddove i soggetti pubblici si
                   a un doVere dello Stato
                                                sono occupati dei servizi idrici, ma resta valido dovunque e in particolare nei Paesi in cui si
                     per far Sì CHe tuttI ne
                poSSano uSufruIre In Modo
                                                sono compiuti passi significativi verso il coinvolgimento del privato. Ad esempio in Inghil-
                      adeGuato, paGando un      terra, in Francia e più in generale nell’Unione Europea, dove si riconosce ai servizi idrici lo
                                prezzo equo.    status di servizi di interesse economico generale.
acqua e petrolio: punti in comune e differenze




il	suo	valore	crescente,	in	quanto	risorsa	limi-     -	il	 petrolio	 è	 una	 commodity,	 mentre
tata,	le	preoccupazioni	sulla	sua	qualità,	quan-     	 l’onu	ha	dichiarato	che	l’accesso	all’ac-
tità	e	accessibilità	hanno	trasformato	l’acqua	        qua	è	un	diritto	dell’umanità.
in	una	risorsa	strategica	vitale:	un	bene	raro	      -	il	 petrolio	 ha	 un	 sistema	 di	 protezione	
e	prezioso	quanto	il	petrolio.	tra	le	due	risorse	     dei	diritti	di	proprietà	ben	definito;	i	dirit-
tuttavia	vi	sono	profonde	differenze.                  ti	di	proprietà	sull’acqua,	dove	esistenti,	
-	acqua	 e	 petrolio	 sono	 entrambi	 risorse	         sono	invece	legalmente	variabili.
    critiche	 per	 lo	 sviluppo	 economico	 glo-     -	il	 prezzo	 del	 petrolio	 è	 definito	 dalle	
    bale	e	fonti	di	potenziali	vantaggi	com-           aspettative	 sulla	 domanda	 e	 l’offerta,	
    petitivi,	nonché	di	conflitti.                     quello	 dell’acqua	 è	 stabilito	 artificial-
-	il	 petrolio	 è	 una	 risorsa	 consumabile	 e	       mente.
    non	riciclabile,	l’acqua	è	una	risorsa	con-      -	ll	petrolio	è	una	risorsa	energetica	per	la	




                                                                                                         Water Economy
    sumabile	ma	rinnovabile.                           quale	 esistono	 alternative,	 non	 ci	 sono	
-	il	 petrolio	 è	 un	 bene	 privato,	 l’acqua	 è	     sostituti	per	l’acqua.
    spesso	considerata	un	bene	pubblico.
                                                                                                         149
5.1.2 Il coinvolgimento del settore privato nella gestione dei servizi idrici

                    Il CoInVolGIMento del      La seconda accezione di privatizzazione dell’acqua fa riferimento al coinvolgimento, attra-
                   Settore prIVato nella       verso varie formule contrattuali e secondo differenti forme, del settore privato nella gestio-
                GeStIone deI SerVIzI IdrICI    ne dei servizi idrici, fermo restando il fatto che l’acqua appartiene alla collettività e l’accesso
                 è VInColato al fatto CHe
                                               ai servizi di base è un interesse pubblico primario.
                  l’aCqua appartIene alla
                 CollettIVItà e l’aCCeSSo
                                               Si possono individuare tre diversi modelli gestionali.
                     aI SerVIzI dI BaSe è un   - Monopolio territoriale vitalizio, privatizzato e regolato, applicato nel Regno Unito e fon-
                        IntereSSe puBBlICo       dato sul trasferimento effettivo della proprietà dell’intera infrastruttura e del controllo
                                   prIMarIo.     dell’acqua nelle mani di operatori privati. In questo modello, un’impresa detiene il mono-
                                                 polio del servizio idrico di una determinata area e della proprietà delle reti, mentre appo-
                                                 site authority regolamentano gli standard qualitativi e ambientali, gli obblighi di servizio
                                                 pubblico, le eventuali sanzioni e le tariffe.
                                               - Titolarità pubblica con affidamento temporaneo a privati attraverso meccanismi di gara,
                                                 come accade in Francia. In questo modello, la responsabilità della fornitura del servizio e
                                                 della proprietà degli impianti è detenuta dal soggetto pubblico che affida concessioni alle
                                                 compagnie private, le quali non diventano proprietarie della rete, ma solo responsabili
                                                 della sua gestione e della distribuzione dell’acqua. Come contropartita, esse riscuotono le
                                                 fatture, determinano il prezzo ed eventualmente realizzano un profitto.
                                               - Titolarità e gestione pubblica, come in Italia e Germania, con l’acquisizione dal mercato
Water Economy




                                                 delle risorse necessarie per l’erogazione del servizio. Questo modello prevede l’appalto
                                                 della gestione della rete e della distribuzione dell’acqua a un’azienda privata che viene
                                                 remunerata direttamente dallo Stato secondo i termini di un contratto che stabilisce an-
                                                 che le tariffe. L’azienda privata può assumere diverse forme: dalla società per azioni con
150
                                                 azionariato pubblico, alla società municipalizzata, agli enti di diritto pubblico.



                                               5.1.2.1 I modelli gestionali di coinvolgimento del settore privato in Europa

                                               Prima del 1980, in Europa – con l’eccezione della Francia e di qualche acquedotto privato
                                               in Gran Bretagna e Spagna – l’acqua era principalmente controllata e gestita da organismi
                                               pubblici.
                                               Ancora oggi il 70% degli europei utilizza acqua potabile distribuita da gestori pubblici, o a
                                               prevalente capitale pubblico, evidenziando quindi la presenza di un potenziale di mercato
                                               estremamente ampio per le compagnie private di gestione delle risorse idriche.
                        la prIVatIzzazIone     In Gran Bretagna, a partire dal 1989 il governo di Margaret Thatcher decise di cedere ai
                            tHatCHerIana       privati le infrastrutture idriche del Paese, dando in tal modo un forte impulso alla privatiz-
                                               zazione.
                                               Prima della vendita (a condizioni estremamente vantaggiose) ai privati – tra cui la Suez
                                               – dei 10 organismi regionali che si occupavano dell’acqua, il governo estinse tutti i debiti
                                               degli enti idrici, per un ammontare di oltre cinque miliardi di sterline, concedendo loro un
                                               incentivo pari a 1,6 miliardi di sterline.
                                               Sebbene, secondo il Primo Ministro, questa cessione avrebbe dovuto favorire i consu-
                                               matori, all’inizio del 1994 ben due milioni di famiglie inglesi non riuscivano a pagare
                                               le bollette divenute troppo care, mentre al contempo gli utili delle società erano
                                               cresciuti del 147%.
                                               Per tentare di mettere ordine in un mercato liberalizzato ormai senza regole, fu necessario
                                               istituire un’autorità di controllo (Office of Water Service – Ofwat) responsabile soprattutto
                                               della regolamentazione delle tariffe per l’accesso alle risorse idriche.
L’80% del mercato francese1 (Figura 5.1) dell’acqua è invece detenuto dall’“oligopolio” di       l’olIGopolIo franCeSe
sole tre compagnie (Veolia Water, Suez Lyonnaise des Eaux e Saur), che forniscono acqua
alla metà dei comuni francesi e, nello specifico, al 70% degli abitanti del Paese. Il restante
20% del mercato, ancora in mano pubblica, vede il coinvolgimento di alcuni grandi comuni
(tra i quali Amiens, Limoges, Nancy, Nantes, Reims, Strasburgo, Tours) e delle “agenzie
dell’acqua”, autorità dell’acqua a livello regionale, molto ramificate nel territorio.




                                                                                                                         Water Economy
                                                                                                                         151




Veolia Water, che in Francia serve più di 23 milioni di persone, copre il 40% del merca-
to mondiale privatizzato, e insieme a Suez Lyonnaise des Eaux “disseta” 240 milioni di
persone distribuite in tutti i continenti. Saur ha conquistato invece le campagne francesi
e 7000 comuni – la Francia ne ha 36.000 –, che contano in totale circa sei milioni di
abitanti.
Da una rilevazione del 1999 svolta sul territorio francese è emerso che l’acqua distribuita
dagli operatori privati in base al contratto di concessione in uso costava in media 13% in
più dell’acqua gestita dal servizio municipale.
Saturato il mercato interno, negli ultimi 10 anni, le tre compagnie francesi citate si sono
concentrate sulla conquista del mercato internazionale, dove l’acqua potabile è ancora
quasi interamente in mano pubblica.
La cittadina alpina francese di Grenoble è il solo caso di ri-municipalizzazione della so-       Il CaSo dI GrenoBle
cietà di gestione in Francia. Dopo che nel corso dei 12 anni di gestione delegata a una
società privata, malversazioni, finanziamenti illeciti e forti aumenti delle tariffe hanno
portato nel 2001, in occasione del cambio di maggioranza comunale, grazie anche a una
campagna promossa da un movimento civile locale, alla ri-municipalizzazione della so-
cietà in una forma giuridica che le garantisse una certa autonomia dal consiglio comuna-
le. I prezzi dell’acqua erogata sono stati stabilizzati nonostante un significativo aumento
degli investimenti.
figura 5.1. le quote crescenti di Veolia Water, Suez lyonnaise des eaux e Saur nel
                                            mercato francese dell’acqua


                                            1954                                                                       31%


                                            1980                                                                       60%


                                            1991                                                                       75%


                                            2009                                                                       80%


                                                   fonte:	Casarano,	v.,	L’acqua come il petrolio? Ovvero: sarà anch’essa fonte di conflitti?,	schena	editore,	fasano	2009.



                   Il MerCato tedeSCo       Nella maggior parte della Germania la gestione dell’acqua potabile è affidata alle società
                                            anonime municipali (Stadtwerke).
                                            In particolare a Monaco, l’acqua potabile viene distribuita dalla Stadtwerke München
                                            (SWM), società municipale responsabile non solo dell’acqua, ma anche di gas, energia,
Water Economy




                                            piscine e trasporti pubblici. Questo le ha permesso di sviluppare meccanismi di finanzia-
                                            mento tra i differenti servizi che gestisce. L’efficienza della società è considerata esemplare:
                                            la qualità dell’acqua potabile è alta e i prezzi tra i più bassi in Germania. Tale società gode
                                            di autonomia rispetto al consiglio comunale, che esercita un controllo soltanto indiretto.
152
                                            A Berlino, invece, dove il servizio idrico è stato affidato interamente a Veolia Water, il costo
                                            di un metro cubo d’acqua è superiore ai quattro euro, tra i più alti della Germania.
                           I paeSI In CuI   In altri Paesi, invece, la gestione pubblica è sancita per legge.
                la GeStIone puBBlICa è      In Svizzera la Costituzione prevede esplicitamente che la gestione dell’acqua resti di
                     SanCIta per leGGe      esclusiva competenza delle aziende pubbliche e dichiara che le risorse idriche sono “mo-
                                            nopolio” di Stato.
                                            Il Belgio ha approvato una legge per cui tutti i rubinetti vengono gestiti da S.p.A. in house,
                                            ovvero il cui pacchetto azionario è tutto in mano ai Comuni. In particolare, nella città di
                                            Bruxelles il servizio idrico è gestito dall’azienda pubblica Vivaqua.
                                            In Olanda nel 2005 è entrata in vigore una legge sull’acqua in base alla quale è consentito
                                            fornire servizi relativi all’acqua potabile solo a società a capitale pubblico. Di conseguenza
                                            la privatizzazione delle società idriche non è possibile e tutte le società di acqua potabile del
                                            Paese sono controllate da amministrazioni regionali locali.
                                            Nonostante ciò, grandi società a capitale pubblico come la Vitens e la Evides sono per la
                                            maggior parte strutturate e gestite con successo come società private, grazie a sistemi di
                                            delega della gestione e di outsourcing.
il costo dell’acqua nel mondo




Considerando	 il	 costo	 dell’acqua	 in	 diffe-       si	superano	i	220	litri	per	persona	al	giorno.
renti	città	europee,	è	facile	individuare	una	        a	 livello	 internazionale,	 anche	 extraeu-
relazione	 inversa	 tra	 il	 costo	 delle	 risorse	   ropeo,	 sono	 poche	 le	 metropoli	 in	 cui	 il	
idriche	e	il	loro	consumo.	                           prezzo	dell’acqua	è	al	di	sotto	della	media	
L’italia	infatti	è	il	paese	con	tariffe	per	l’u-      nazionale	italiana.
tilizzo	delle	risorse	idriche	tra	le	più	basse	       solo	 Buenos	 aires	 (0,17	 euro/m3),	 san	
d’europa	(figura	5.2),	ma	con	i	più	elevati	          paolo	(0,68	euro/m3),	atene,	hong	Kong,	
consumi.	gli	italiani	hanno	infatti	poca	co-          miami	e	poche	altre	grandi	città	registrano	
gnizione	 del	 valore	 delle	 risorse	 idriche	 e	    tariffe	 del	 servizio	 idrico	 integrato	 (acqua	
quindi	finiscono	per	sprecarle,	a	differenza	         potabile,	fognatura	e	depurazione)	compa-
invece	 dei	 tedeschi	 che	 spendendo	 sette	         rabili	con	quelle	italiane.
volte	di	più	per	l’acqua,	adottano	abitudini	         non	 mancano	 le	 differenze	 anche	 tra	 le	




                                                                                                                                  Water Economy
di	consumo	più	sostenibili,	come	ad	esem-             città	 italiane	 nelle	 quali,	 a	 seconda	 delle	
pio	quella	di	innaffiare	il	giardino	e	lavare	la	     caratteristiche	 geografiche	 del	 territorio	 e	
macchina	con	acqua	non	potabile.                      degli	 investimenti	 realizzati,	 vi	 sono	 sco-
entrando	nel	dettaglio,	a	Berlino	(dove	l’ac-         stamenti	 dalla	 tariffa	 media,	 partendo	 da	                             153
qua	costa	4,30	euro	ogni	1000	litri)	i	citta-         un	minimo	di	0,49	euro	al	m3	in	Lombar-
dini	hanno	un	consumo	pro	capite	al	giorno	           dia	fino	a	un	massimo	di	1,37	euro	al	m3	
di	117	litri,	mentre	a	roma	o	a	torino	(dove	         in	toscana	(con	un’ulteriore	polarizzazione	
la	tariffa	varia	tra	i	0,78	e	0,81	euro	al	m3)	       all’interno	di	ciascuna	regione).


figura 5.2. la spesa per l’acqua in alcune città europee


            italia	(roma)
         norvegia	(oslo)
       polonia	(varsavia)
     finlandia	(helsinki)
      svezia	(stoccolma)
        spagna	(madrid)
          grecia	(atene)
         francia	(parigi)
    portogallo	(Lisbona)
 gran	Bretagna	(Londra)
        austria	(vienna)
       Belgio	(Bruxelles)
           Lussemburgo
danimarca	(Copenaghen)
      paesi	Bassi	(L’aia)
     germania	(Berlino)
                                                                                                           fonte:	european	
                       150     150    100     150       200     250     300     350   euro                 environmental	agency
5.1.3 Il coinvolgimento del settore privato nel finanziamento delle in-
                frastrutture e dei servizi

                Il terzo significato di privatizzazione dell’acqua fa riferimento al coinvolgimento del set-
                tore privato nel finanziamento delle infrastrutture e dei servizi.
                Specialmente negli ultimi decenni, i tradizionali circuiti della finanza pubblica non sono
                più sufficienti a garantire il capitale necessario o sono troppo condizionati dalle scelte po-
                litiche per rispondere a criteri di razionalità economica. Per questo motivo tutti i gestori,
                pubblici o privati, hanno cercato di accedere ai mercati finanziari.
                Il coinvolgimento del capitale privato nel finanziamento delle infrastrutture e dei servizi
                idrici implica anche l’individuazione di modalità per il suo rimborso e remunerazione,
                con criteri che possano essere in linea con i profili di rischio e redditività attesa dagli in-
                vestitori. In questo caso il valore della tariffa applicata diventa l’elemento di valutazione.
                Nei Paesi sviluppati si è quindi passati da un intervento finanziario finalizzato alla nasci-
                ta e allo sviluppo delle infrastrutture di base esclusivamente pubblico a una progressiva
                apertura al capitale privato.
                Il capitale privato è entrato in molti casi anche nel finanziamento dello sviluppo stesso
                delle infrastrutture di base.
                Da questo punto di vista è importante il ruolo giocato dalla Banca Mondiale e dal Fondo
                Monetario Internazionale: sulla base di alcuni importanti rapporti come il “Rapporto
Water Economy




                Camdessus” (World Water Council, Financing Water for All, 2003), questi organismi in-
                ternazionali stanno sempre più promuovendo la liberalizzazione e la privatizzazione dei
                servizi idrici, favorendo la stipula di accordi di partenariato tra enti pubblici e privati (i
                modelli di gestione che prendono il nome di PPP – Public Private Partnership).
154




                       Michael & Patricia Fogden/ Minden Pictures/National Geographic Image Collection
5.2 rISCHI e BenefICI




   l
           a privatizzazione dell’acqua, in tutte le forme citate, porta con sé al contempo rischi
           e benefici, come evidenziato dai numerosi episodi che nel tempo hanno visto come
           protagoniste le aziende private.
   Spesso alla base della concessione da parte di alcune municipalità di contratti di gestione
   delle risorse idriche a compagnie private vi è la convinzione che il settore privato sia più ef-
   ficiente di quello pubblico nell’ottimizzare la gestione della distribuzione dell’acqua. Inoltre




                                                                                                                                    Water Economy
   l’affidamento di tali contratti ai privati consente di ripartire il costo di manutenzione della
   rete dell’acquedotto, a fronte della cessione dei profitti.
   La presumibile migliore capacità di gestione garantita dai privati consente potenzialmen-
   te anche una razionalizzazione dei costi e una conseguente riduzione delle tariffe per gli
   utenti. Spesso, però, a fronte dei benefici, la privatizzazione delle risorse idriche può com-                                   155
   portare rischi.
   Alcuni episodi hanno dimostrato che la privatizzazione delle risorse idriche, anziché la previ-
   sta riduzione, ha comportato rialzi anche molto consistenti delle tariffe.
   In Francia, ad esempio, nel 1999 l’acqua distribuita dagli operatori privati in base al contratto      le VISIonI CHe SI
   di concessione in uso costava in media il 13% in più dell’acqua gestita dal servizio municipale.       ContrapponGono
                                                                                                          oGGI Sullo SCenarIo
   In Bolivia, invece, la privatizzazione della gestione della rete ha condotto ad aumenti del prez-
                                                                                                          MondIale rISpetto
   zo dell’acqua, pari al 600%, che nei quartieri più poveri hanno determinato rialzi della bol-          all’aCqua e CHe SI
   letta mensile (da 5 a 17 dollari) pari a circa il 20% degli stipendi medi (si veda a tal proposito     rIflettono neI ModellI
   il box di approfondimento).                                                                            dI GeStIone delle
   A questo si aggiunge il fatto che la razionalizzazione dei costi in alcuni casi si è attuata facendo   rISorSe IdrICHe Sono
   ricorso alla riduzione di una parte del personale (anche qualificato), con malfunzionamenti            rIConduCIBIlI a due
                                                                                                          prInCIpI: l’approCCIo
   nella gestione della rete.
                                                                                                          all’aCqua CoMe “Bene
   In alcuni casi la concessione della gestione dell’acqua a operatori privati ha riguardato l’ina-       CoMune” e CoMe rISorSa
   dempienza degli stessi verso i propri obblighi di sviluppo della rete idrica, soprattutto verso i      SeMpre pIù rara, quIndI
   quartieri più poveri.                                                                                  CoMe Bene eConoMICo.
   In Argentina, ad esempio, la privatizzazione della fornitura d’acqua e dello smaltimento del-
   le acque reflue non è stata accompagnata come previsto dalla connessione alla rete idrica,
   da parte dell’impresa privata di gestione, delle famiglie a basso reddito. Ciò ha costretto il
   governo argentino, nonostante la privatizzazione, a sovvenzionare con fondi pubblici i costi
   di tale connessione.
   Spesso la privatizzazione dell’acqua è il risultato della pressione di istituzioni finanziarie (ad
   esempio la Banca Mondiale), che promuovono la gestione delle risorse idriche da parte del
   settore privato in quanto presumibilmente in grado, rispetto al pubblico, di introdurre effi-
   cienza, crescita e maggiore valore per la società.
Tuttavia, il fatto che le imprese private debbano rispondere delle loro scelte davanti ai loro
                azionisti, il cui criterio di valutazione delle politiche attuate è la rendita delle loro azioni,
                impone una riflessione sulla validità di questo strumento di gestione delle risorse idriche, so-
                prattutto in relazione alla mancanza di un incisivo ed efficace controllo da parte del pubblico.
                Se da una parte gli enti pubblici rischiano di non essere in grado di gestire correttamente un
                servizio privatizzato nel quale i capitali investiti sono molto rilevanti, dall’altra sono stati molti
                i casi di inefficace gestione delle aziende pubbliche.
                Se l’acqua è un bene di tutti, solo un efficace sistema di controllo democratico può costituire
                un’adeguata garanzia di fronte ai rischi derivanti da un inefficace modello di gestione della
                risorsa idrica, sia esso pubblico o “privatizzato”.
Water Economy




156
Le perdite negli acquedotti pubblici italiani




in	italia	ogni	anno	s’immettono	nella	rete	              sardegna	(43,2%	di	perdite),	dell’abruzzo	
idrica	circa	7,8	miliardi	di	m3	di	acqua,	ma	            (40,9%)	e	della	Campania	(36,8%).
ne	arrivano	a	destinazione	poco	più	di	5,4	              sebbene	la	situazione	italiana	sia	alquan-
milioni.	 il	 resto	 “evapora”	 per	 colpa	 delle	       to	 grave,	 anche	 nei	 principali	 paesi	 eu-
perdite	fisiche	(e	dei	prelievi	abusivi)2.	              ropei	il	livello	di	spreco	d’acqua	dovuto	a	
il	dato	è	più	rilevante	nelle	regioni	meri-              infrastrutture	 “colabrodo”	 appare	 essere	
dionali	 e	 nelle	 isole,	 dove	 le	 perdite	 su-        molto	 elevato:	 in	 francia,	 per	 esempio,	
perano	il	37,4%	–	a	fronte	del	23,4%	nel	                le	perdite	sono	del	26%,	mentre	in	gran	
nord-ovest	 e	 del	 26,7%	 nel	 nord-est	 –,	            Bretagna	e	spagna	viene	disperso	il	22%	
con	 punte	 clamorose	 in	 puglia,	 dove	 il	            circa	dell’acqua	immessa	nella	rete,	con-
50,3%	 dell’acqua	 non	 arriva	 ai	 rubinetti,	          tro	il	6,8%	appena	della	germania.
dato	ben	peggiore	rispetto	a	quello	della	




                                                                                                                          Water Economy
                                                                                                                          157

figura 5.3. Confronto tra le perdite negli acquedotti di alcuni paesi europei




                                                                                                            6,8%

      30,8%                       26%                         22%                     22%


           Italia                  francia              Gran Bretagna                 Spagna           Germania



                            fonte:	Co.n.	vi.r.i	–	Commissione	nazionale	di	vigilanza	sulle	risorse	idriche,	dati	2010;	
                                                                       Legambiente,	L’energia idrica in Italia,	2007.
La privatizzazione e la mobilitazione della società
                civile




                il	 manifestarsi	 dei	 rischi	 e	 delle	 conse-       nali	nella	gestione	dei	servizi	idrici.
                guenze	che	la	privatizzazione	delle	risorse	          il	 processo	 di	 privatizzazione	 vide	 come	
                idriche	porta	con	sé	(ad	esempio,	aumen-              protagonista	 la	 multinazionale	 america-
                to	 delle	 tariffe,	 riduzione	 dell’accessibilità	   na	 Bechtel	 Corporation,	 in	 collaborazione	
                all’acqua	potabile,	ecc.)	è	in	molte	occasioni	       con	l’italiana	edison	e	sotto	la	supervisione	
                stata	accompagnata	da	importanti	episodi	             della	Banca	mondiale.	
                di	mobilitazione	dei	consumatori,	che	han-            il	progetto,	che	prevedeva	la	privatizzazio-
                no	protestato	contro	questo	strumento	di	             ne	e	la	fornitura	di	tutta	l’acqua	della	città	
                gestione	dell’acqua.                                  da	parte	della	società	aguas	de	tunari,	di	
                dalla	 Bolivia	 alla	 germania,	 fino	 all’italia,	   proprietà	della	Bechtel,	portò	le	tariffe	per	
                sebbene	con	forme	diverse,	i	cittadini	han-           l’acqua	potabile	a	livelli	tali	da	far	sì	che	cir-
                no	alzato	la	propria	voce	contro	la	priva-            ca	il	50%	della	popolazione	venisse	di	fatto	
Water Economy




                tizzazione.				                                       esclusa	dall’accesso	al	servizio	idrico.
                                                                      La	popolazione,	quando	si	vide	negata	ad-
                                                                      dirittura	la	possibilità	di	raccogliere	acqua	
                La lotta per l’acqua di                               piovana,	diede	vita	a	un	acceso	movimento	
158             Cochabamba (Bolivia)                                  di	protesta	contro	i	provvedimenti	gover-
                nel	 gennaio	 del	 2000	 a	 Cochabamba,	 in	          nativi	e	le	multinazionali	dell’acqua.
                Bolivia,	 è	 nato	 il	 più	 grande	 movimen-          organizzatosi	in	un	“coordinamento	di	di-
                to	 della	 storia	 contro	 la	 privatizzazione	       fesa	 dell’acqua	 e	 della	 vita”,	 il	 movimento	
                dell’acqua	 che,	 con	 l’avallo	 di	 istituzioni	     riuscì	a	riunire	parti	sociali	profondamente	
                come	 la	 Banca	 mondiale	 e	 il	 fondo	 mo-          diverse	tra	loro	e	storicamente	in	conflitto	
                netario	internazionale,	intendeva	favorire	il	        –	 i	 contadini	 e	 i	 braccianti	 della	 provincia	
                sostanziale	ingresso	di	grandi	multinazio-            si	unirono	agli	abitanti	della	città	–,	dimo-
                                                                      strando	come	la	battaglia	per	l’acqua	fosse	
                                                                      diventata	più	importante	delle	divergenze	
                                                                      interne.
                                                                      nel	2001,	durante	la	“rivoluzione	dell’ac-
                                                                      qua”	di	Cochabamba,	centinaia	di	persone	
                                                                      furono	 ferite	 e	 cinque	 ragazzi	 persero	 la	
                                                                      vita	 nel	 corso	 di	 una	 sanguinosa	 repres-
                                                                      sione	da	parte	dell’esercito,	chiamato	a	se-
                                                                      dare	le	proteste	dei	manifestanti.	
                                                                      dopo	sei	giorni	di	proteste	e	di	battaglie,	il	
                                                                      governo	dovette	annullare	il	contratto	di	ge-
                                                                      stione	e	abrogare	la	norma	che	privatizzava	
                                                                      la	 distribuzione	 dei	 servizi	 idrici,	 mentre	 la	
                                                                      Bechtel	 fu	 costretta	 a	 lasciare	 il	 paese	 ri-
                                                                      nunciando	al	risarcimento	richiesto	allo	sta-
                                                                      to	per	mancato	lucro	di	25	milioni	di	dollari.
Il “no” di Berlino alla                             pitale	misto	pubblico-privato	(public	private	
                                                    partnership)	o	a	totale	capitale	privato;	solo	
privatizzazione delle                               13,	invece,	hanno	deciso	per	l’affidamento	
risorse idriche                                     diretto	senza	gara	a	società	per	azioni	total-
al	 referendum	 del	 13	 febbraio	 2011,	           mente	controllate	dagli	enti	locali.
665.713	berlinesi,	pari	al	27%	degli	elettori,	     a	partire	dal	2000,	la	società	civile	italiana	
hanno	 approvato	 la	 proposta	 di	 legge	 che	     si	è	mobilitata	contro	la	Legge	galli.
imponeva	di	pubblicare	tutti	gli	accordi	re-        tra	il	2005	e	il	2006,	una	cinquantina	di	
lativi	alla	parziale	privatizzazione	dell’acqua,	   soggetti	 (associazioni,	 sindacati,	 comitati)	
accordi	che	dal	1999	garantivano	alti	utili	a	      hanno	 dato	 vita	 invece	 al	 forum	 italiano	
rWe	e	veolia,	titolari	del	49,9%	dei	servizi	       dei	Movimenti per l’acqua,	che	ha	raccolto	
idrici	comunali	(Berliner	Wasserbetriebe).          oltre	400.000	firme	per	una	Legge	di	ini-
in	 tal	 modo	 i	 cittadini	 di	 Berlino	 hanno	    ziativa	popolare	a	favore	della	ri-pubbliciz-
espresso	 chiaramente	 la	 loro	 volontà	 di	       zazione	del	servizio	idrico.
tornare	a	una	gestione	pubblica	del	servizio	       aprilia,	cittadina	laziale	di	70.000	abitanti,	
idrico,	dopo	che	dal	1999	i	prezzi	dell’acqua	      è	diventata	il	simbolo	della	lotta	contro	la	
sono	aumentati	del	35%,	posizionandosi	tra	         privatizzazione	delle	risorse	idriche	in	italia.	
i	più	alti	di	qualsiasi	città	tedesca.              oltre	 5000	 utenti	 hanno	 scelto	 di	 rispe-
perché	 il	 referendum	 avesse	 successo,	          dire	le	bollette	dell’acqua	al	mittente,	cioè	
il	 regolamento	 regionale	 richiedeva	 che	        acqualatina,	 che	 gestisce	 il	 servizio	 idrico	




                                                                                                          Water Economy
votassero	almeno	 un	 quarto	 degli	 eletto-        integrato	 dal	 2002	 e	 che	 nel	 frattempo	
ri	 –	 occorreva	 quindi	 convincere	 615.571	      aveva	 triplicato	 le	 tariffe,	 senza	 realizzare	
persone	–,	ma	i	sostenitori	della	proposta	         però	gli	investimenti	necessari	a	migliorare	
sono	stati	50.000	in	più	e	tanto	è	bastato	         il	servizio	e	ridurre	le	perdite.
per	confermarla,	per	la	prima	volta	in	un	          La	legge	di	iniziativa	popolare,	la	cui	discus-
                                                                                                          159
referendum	cittadino	berlinese.	                    sione	parlamentare	è	iniziata	il	22	gennaio	
il	 risultato	 ottenuto	 ha	 così	 smentito	 le	    2009,	 prevede	 che	 i	 gestori	 del	 servizio	
previsioni	iniziali,	nonché	i	media	e	i	partiti	    idrico	 siano	 solo	 enti	 di	 diritto	 pubblico	
che	avevano	fortemente	sottovalutato	l’e-           (aziende	speciali	e	consorzi)	e	disciplina	le	
sito	del	referendum.                                modalità	di	partecipazione	dei	lavoratori	e	
                                                    delle	comunità	locali	ai	processi	decisionali.
                                                    il	 testo	 elaborato	 dal	 forum Italiano dei
La mobilitazione della                              Movimenti per l’acqua	 stabilisce	 che	 gli	
società civile italiana                             investimenti	siano	coperti	anche	dallo	sta-
in	italia,	la	gestione	degli	acquedotti	è	re-       to,	ricorrendo	alla	fiscalità	generale,	e	non	
golata	 dalla	 Legge	 galli	 (L.	 n.	 36/1994,	     solo	dalle	aziende,	che	si	finanziano	con	le	
“disposizioni	in	materia	di	risorse	idriche”),	     bollette	pagate	dai	cittadini	(la	Legge	galli	
il	cui	testo	fa	riferimento	al	servizio	idrico	     prevede	infatti	che	«la	tariffa	sia	determi-
“integrato”,	 che	 comprende	 anche	 le	 fo-        nata	 in	 modo	 da	 assicurare	 la	 copertura	
gnature	e	la	depurazione	delle	acque.               completa	dei	costi	d’investimento	e	d’eser-
L’obiettivo	della	legge	era	di	ridurre	l’ecces-     cizio»).
siva	 frammentazione	 dei	 soggetti	 gestori	       il	26	marzo	2011,	il	comitato	due	sì	per	
(7826	 alla	 metà	 degli	 anni	 novanta,	 tra	      l’acqua	 pubblica	 e	 il	 forum	 italiano	 dei	
acquedotto,	fognature	e	depurazione).               movimenti	per	l’acqua	hanno	indetto	una	
a	più	di	15	anni	dall’approvazione	della	leg-       manifestazione	nazionale	a	roma,	che	ha	
ge,	 l’affidamento	 al	 gestore	 unico	 è	 stato	   riunito	 più	 di	 300.000	 persone,	 per	 invi-
completato	in	57	ambiti	territoriali	ottimali	      tare	i	cittadini	ad	andare	a	votare	nei	re-
(sono	91	quelli	individuati	dalle	regioni	ita-      ferendum	 del	 12	 e	 13	 giugno	 contro	 la	
liane):	 44	ato	 hanno	 scelto	 società	 a	 ca-     privatizzazione	dell’acqua.
contratto Mondiale dell’acqua




                per	 difendere	 l’acqua	 come	 diritto	 inalie-      -	la	promozione	di	politiche	volte	a	scon-
                nabile	 dell’uomo,	 nel	 1998	 un	 gruppo	 di	         giurare	conflitti	legati	all’accesso	e	all’uti-
                intellettuali	 provenienti	 da	 diversi	 paesi3	       lizzo	dell’acqua;
                ha	 istituito,	 per	 iniziativa	 di	 riccardo	 pe-   -	la	 promozione	 di	 forme	 di	 gestione	 de-
                trella	 (presidente	 dello	 ierpe	 -	 institut	        mocratica	 comunitaria	 locale	 dell’acqua,	
                européen	 de	 recherche	 sur	 la	 politique	           resistendo	alla	privatizzazione.
                de	 l’eau),	 il	 Comitato	 internazionale	 per	      il	 Contratto	 mondiale	 dell’acqua	 si	 pone	
                la	 promozione	 di	 un	 “Contratto	 mondiale	          inoltre	tre	obiettivi	specifici:
                dell’acqua”.                                         -	garantire	 l’accesso	 all’acqua	 per	 le	 600	
                tale	comitato,	presieduto	da	mario	soares	             città	 del	 sud	 del	 mondo	 che	 nel	 2020	
                (ex	presidente	della	repubblica	del	porto-             avranno	più	di	un	milione	di	abitanti;
                gallo)	e	composto	da	20	esperti,	ha	redat-           -	far	 diminuire	 il	 numero	 di	 persone	
Water Economy




                to	un	“manifesto	internazionale	dell’acqua”	           senz’acqua,	impedendo	che	arrivi,	da	qui	
                intorno	al	quale	ruotano	i	lavori	del	comi-            al	2020,	a	3,2	miliardi;
                tato	finalizzati	al	riconoscimento	dell’acqua	       -	evitare	la	distruzione	e	il	deterioramen-
160             come	 diritto	 umano	 e	 sociale	 (obiettivo	          to	dell’acqua,	bene	essenziale	per	la	vita	
                raggiunto	 nel	 luglio	 del	 2010)	 e	 come	           nell’ecosistema	terra.
                bene	comune	dell’umanità.
                per	 rendere	 più	 incisiva	 la	 sua	 azione,	 il	
                comitato	ha	avviato	una	“strategia	di	rete”,	
                istituendo	 in	 numerosi	 paesi	 dei	 comitati	
                nazionali.	anche	l’italia	–	così	come	francia,	
                Belgio,	svizzera,	Canada,	Bra-
                sile	e	stati	uniti	–	ne	ha	uno,	
                con	sede	a	milano.
                in	 assenza	 di	 una	 “politica	
                mondiale	 dell’acqua”	 e	 di	
                fronte	al	prevalere	di	politi-
                che	 fortemente	 nazionali-
                stiche	 e	 pratiche	 di	 delega	
                della	gestione	dell’acqua	a	
                soggetti	privati,	il	contratto	
                dell’acqua	si	propone	per-
                ciò	le	seguenti	priorità:
                -	la	 creazione	 di	 un	 “di-
                  ritto	 mondiale	 dell’ac-
                  qua”,	 nonché	 di	 un	
                  “trattato	 mondiale”	 che	 legalizzi	 l’acqua	
                  come	bene	patrimoniale	vitale,	comune	a	
                  tutta	l’umanità;
note




                                                                                                               Water Economy
                                                                                                               161




1.	 La	 quota	 detenuta	 da	veolia	Water,	 suez	 Lyonnaise	 des	 eaux	 e	 saur	 nel	 mercato	 francese	
dell’acqua	era	pari	al	31%	nel	1954,	al	60%	nel	1980	e	al	75%	nel	1991.		
2.	dati	provenienti	dalla	Commissione	nazionale	di	vigilanza	sulle	risorse	idriche.
3.	fra	i	quali:	mikhail	gorbaciov	(presidente	del	World	political	forum	e	di	green	Cross	interna-
tional),	mario	soares	(ex	presidente	della	repubblica	del	portogallo),	guy	Laliberté	(fondatore	del	
Cirque	du	soleil	e	della	fondazione	canadese	one	drop),	marinò	da	silva	(senatore,	ex	ministro	
dell’ambiente	 del	 governo	 del	 Brasile),	 riccardo	 petrella	 (presidente	 dello	 ierpe	 -	 institut	 eu-
ropéen	de	recherche	sur	la	politique	de	l’eau),	danielle	mitterrand	(presidentessa	della	fonda-
zione	francia-Libertà),	vandana	shiva	(presidentessa	della	fondazione	indiana	di	ricerca	per	la	
scienza,	le	tecnologie	e	le	risorse	naturali).
Lynn Johnson/National Geographic Image Collection
6.	raCComandazioni:
	 Le	aree
	 di	intervento
6. raCCoMandazIonI:
                                         le aree dI InterVento




                                                Il presente documento si è posto l’obiettivo di aumentare il grado di attenzione e di consa-
                                                pevolezza sul tema dell’acqua, evidenziando le principali criticità legate al suo uso.
                                                In quest’ultimo capitolo sono raccolte le principali raccomandazioni che il Barilla Center
                                                for Food & Nutrition ritiene rilevanti.
Water Economy




                                                6.1 Modelli e strumenti per favorire una reale
                                                gestione “integrata” dell’acqua

                     oCCorre CHe I GoVernI      Attuare un approccio integrato – nell’ottica della water economy – che tenga conto di tutte
164                       SIano ConSapeVolI     le variabili che incidono sulla disponibilità e sulla qualità delle risorse idriche.
                        dell’aMpIezza della     Gli interventi posti in essere al di fuori dei confini tradizionalmente assegnati alla gestione
                  SfIda e operIno faCendo
                                                delle risorse idriche sono oggi in grado di influenzare in misura molto marcata il modo in
                  rIferIMento a ModellI dI
                                                cui l’acqua è utilizzata e allocata. Anche il recente Rapporto UNESCO (Water in a Changing
                     GeStIone CHe tenGano
                           Conto dI tuttI GlI   World, 2009) sottolinea come le decisioni prese dagli attori esterni al settore dell’acqua ab-
                eleMentI CHe CoMponGono         biano molto peso ai fini della conservazione delle risorse idriche globali.
                      Il SISteMa CoMpleSSo      Questo non significa però che gli obiettivi d’incremento dei volumi di acqua forniti, di ri-
                     della Water eConoMY.       duzione delle perdite e di aumento complessivo dell’efficienza dei sistemi di gestione idrica
                                                siano meno rilevanti.
                                                Per questo occorre che i governi dei Paesi siano consapevoli dell’ampiezza della sfida e ope-
                                                rino facendo riferimento a modelli di gestione che tengano conto di tutti gli elementi che
                                                compongono il sistema complesso della water economy.



                                                6.2 pratiche, know-how e tecnologia per l’incremento della produtti-
                                                vità dell’acqua (more	crop	per	drop) e la riduzione degli sprechi

                                Spezzare la     Spezzare la correlazione esistente (oggi molto forte) tra sviluppo economico, crescita de-
                  CorrelazIone eSIStente        mografica e conseguente incremento nei livelli di consumo d’acqua.
                    (oGGI Molto forte) tra      Senza interventi volti a ridurre l’impiego relativo della risorsa acqua all’interno dei processi
                      SVIluppo eConoMICo,
                                                produttivi e di coltivazione, il rischio di una situazione di squilibrio ambientale nel prossi-
                   CreSCIta deMoGrafICa e
                 ConSeGuente InCreMento         mo futuro è elevatissimo, con conseguenze catastrofiche per il Pianeta e le persone.
                     neI lIVellI dI ConSuMo     Questo implica ridurre gli sprechi (e molto c’è ancora da fare) e impiegare tecnologie in
                                     d’aCqua.   grado di rendere la risorsa acqua maggiormente produttiva (ottenendo in questo modo out-
                                                put quantitativamente più significativi a parità di input: il cosiddetto more crop per drop).
L’introduzione di forme di incentivo all’investimento nelle tecnologie già disponibili può in
tempi ragionevolmente contenuti condurre a un importante risparmio nei volumi d’acqua
impiegata nei processi produttivi. Per quanto riguarda gli impieghi in agricoltura – che
riguardano il 70% dei consumi idrici globali – esistono ampi spazi di manovra per il recu-
pero di produttività dell’acqua impiegata. Un esempio è costituito dall’adozione di tecniche
avanzate di raccolta dell’acqua piovana da utilizzare per l’irrigazione. Peraltro, la diffusione
di tecnologie e strumenti di gestione dell’irrigazione agricola volte a massimizzarne l’effi-
cienza non sempre si traduce in ingenti investimenti in tecnologie, ma spesso, più sempli-
cemente, nella diffusione di conoscenza e know-how.



6.3 l’impronta idrica come indicatore oggettivo
semplice e comunicabile

Promuovere una crescente consapevolezza degli impatti dello sfruttamento idrico sull’e-            adottare In Modo
cosistema e favorire l’emergere di comportamenti virtuosi attraverso l’uso dell’indicatore         SISteMatICo l’IMpIeGo
dell’impronta idrica.                                                                              dell’IMpronta IdrICa
                                                                                                   quale StruMento dI
Le logiche di Life Cycle Assessment dei prodotti, ad esempio, vanno esattamente nella dire-
                                                                                                   ValutazIone CoMpleSSIVa
zione desiderata, tenendo conto di ciò che accade in ogni fase di coltivazione o estrazione,
                                                                                                   deGlI IMpattI aMBIentalI
produzione, trasporto e consumo, secondo una logica sistemica e integrata.                         delle perSone, delle




                                                                                                                              Water Economy
In particolare, riteniamo essenziale adottare in modo sistematico l’impiego dell’impronta          IMpreSe e deGlI StatI.
idrica quale strumento di valutazione complessiva degli impatti ambientali delle persone,
delle imprese (di produzione e di distribuzione, all’interno di ogni settore) e degli Stati.

                                                                                                                              165
6.4 Stili alimentari e di consumo a minor contenuto d’acqua
Orientare i comportamenti individuali e i modelli di consumo verso stili di vita che impli-        orIentare
chino un impiego più attento dell’acqua.                                                           I CoMportaMentI
Gli interventi di sensibilizzazione volti a incidere sugli stili di vita non hanno solo il com-    IndIVIdualI e I ModellI
                                                                                                   dI ConSuMo VerSo StIlI
pito di sollecitare un uso più ragionato dell’acqua all’interno delle attività quotidiane, ma di
                                                                                                   dI VIta CHe IMplICHIno
introdurre una mentalità complessivamente più sollecita verso le istanze della conservazio-
                                                                                                   un IMpIeGo pIù attento
ne delle risorse idriche.                                                                          dell’aCqua.
Le abitudini di consumo andrebbero orientate verso l’utilizzo di beni e servizi a minor con-
tenuto di acqua (water footprint):
- aumentando la consapevolezza dei consumatori in merito all’impronta idrica dei prodotti,
ad esempio rendendo esplicita anche attraverso le etichette la quantità d’acqua consumata
per produrre tali beni e servizi (impronta idrica del prodotto);
- introducendo sistemi di incentivi verso l’acquisto di prodotti e servizi, all’interno di cia-
scuna categoria merceologica, a minor contenuto d’acqua, correlandone eventualmente il
contenuto virtuale al prezzo.
Un ruolo determinante lo svolgono gli stili alimentari adottati. Il Barilla Center for Food &
Nutrition ha sviluppato in passato il concetto della Doppia Piramide, nella quale si può os-
servare che gli alimenti per i quali è consigliato dai nutrizionisti un consumo più frequente
sono anche quelli che hanno un minor impatto ambientale. Questo è ancora più vero se si
analizza la Doppia Piramide costruita con l’impronta idrica degli alimenti.
L’adozione di diete, come quella mediterranea, caratterizzate da un consumo elevato di
frutta e verdura, ma moderato di carne, costituisce un buon esempio di alimentazione sana,
ma anche più rispettosa dell’ambiente, aiutandoci a salvaguardare le risorse idriche che
stiamo rendendo sempre più scarse.
6.5 localizzazione efficiente delle colture e virtual	water	trade per un
                                                                                            risparmio su scala globale delle risorse idriche impiegate

                        rIpenSare Su SCala                                                  Ripensare su scala globale la localizzazione delle attività che comportano un maggiore con-
                 GloBale la loCalIzzazIone                                                  sumo d’acqua. I prodotti agricoli, da questo punto di vista, costituiscono l’area di più forte
                          delle attIVItà CHe                                                attenzione.
                  CoMportano un MaGGIore
                                                                                            In particolare, la corretta localizzazione delle colture agricole è un tema che va affrontato
                         ConSuMo d’aCqua. I
                                                                                            con grande prudenza. L’agricoltura ha infatti un carattere di radicamento territoriale molto
                      prodottI aGrIColI, da
                     queSto punto dI VISta,                                                 forte. Allo stesso modo, le conseguenze dei mutamenti climatici (ad esempio i cambiamenti
                 CoStItuISCono l’area dI pIù                                                nella localizzazione e intensità delle precipitazioni) devono essere tenute ben presenti nel
                          forte attenzIone.                                                 medio termine.
                                                                                            Ciò che si suggerisce è una maggiore attenzione alla localizzazione delle colture in relazio-
                                                                                            ne all’efficienza idrica. In particolare, nelle scelte di localizzazione di alcuni tipi di colture si
                                                                                            potrebbero cogliere le opportunità di massimizzare il consumo di green water dell’impronta
                                                                                            idrica rispetto a quello di blue water.
                                                                                            Non solo: è possibile cogliere le opportunità offerte dalla crescente liberalizzazione del
                                                                                            commercio internazionale orientando gli scambi di beni ad alto contenuto d’acqua virtuale
                                                                                            da aree geografiche più ricche di risorse idriche verso altre più povere, adottando logiche
                                                                                            di virtual water trade.
Water Economy




                                                                                            figura 6.1. la “doppia piramide” alimentare e ambientale elaborata dal Barilla Center
166                                                                                         for food & nutrition

                                                                                                                                       PIRAMIDE AMBIENTALE


                                                                                              BASSO                                                                                                                    ALTO
                                                                                    Dolci
                                                                            Carne rossa                                                                                                                                       Carne rossa




                                                                       Formaggi                                                                                                                                       Formaggi
                                                                        Uova                                                                                                                                    Pesce
                                                               Carne bianca
                                                                    Pesce
                                                                Biscotti
                                                                                                                                                                                                      Carne bianca
                                                                                                                                                                                                    Dolci
                                                                                                                                                                                       E
                                                                       O




                                                                                                                                                                                       L
                                                                    RIT




                                                                                                                                                                                                Legumi, Biscotti
                                                                                                                                                                                    TA
                                                                  GE




                                                                                                                                                                                   IEN




                                                                                                                                                                                             Pasta, Latte, Yogurt
                                                                UG




                                                                                                                                                                                 MB




                                                     Latte                                                                                                                                 Olio d’oliva, Riso, Uova
                                                               OS




                                                                                                                                                                               OA




                                                  Yogurt
                                                                M




                                                                                                                                                                             TT
                                                             SU




                                                                                                                                                                           PA
                                                           N
                                                        CO




                                                                                                                                                                        IM




                                   Olio d’oliva                                                                                                                              Ortaggi
                                                                                                                                                                           Patate
                                                                                                                                                                         Pane
                            Pane, Pasta
                      Riso, Patate,
                         Legumi




                   Frutta
                                                                                                                                                               Frutta
                Ortaggi



                      ALTO                                                                                                                            BASSO


                                                                                      PIRAMIDE ALIMENTARE




                                                                                                                                                              fonte:	Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	2010
La water neutrality per indurre alla riduzione
del consumo d’acqua




Con	 riferimento	 al	 tema	 della	 riduzione	       bile,	 a	 differenza	 della	 carbon neutrality	
dell’impronta	 idrica,	 è	 stato	 sviluppato	 il	   che	 prevede	 l’azzeramento	 delle	 emissio-
concetto	di	water neutrality	(cfr.	hoekstra,	       ni	 di	 Co2).	 il	 concetto	 di	 water	 neutrality	
a.Y.	e	a.K.	Chapagain,	Water Neutral: Re-           può	essere	declinato	per	un	prodotto,	per	
ducing and Offsetting the Impacts of Water          un’impresa	(con	riferimento	alla	riduzione	
Footprints,	value	of	Water	research	report	         dell’impronta	 idrica	 e	 alla	 compensazione	
series,	 n.	 28,	 unesCo-ihe	 institute	 for	       economica	della	water footprint	rimanente	
Water	education	editor,	delft,	the	nether-          dell’intera	supply chain)	o	per	un	individuo	
lands,	2008).	                                      o	collettività.	
rendere	 water neutral	 un’attività	 significa	
ridurne	l’impronta	idrica	(vale	a	dire	dimi-




                                                                                                          Water Economy
nuire	il	più	possibile	il	consumo	e	l’inqui-
namento	dell’acqua	impiegata)	quanto	sia	
ragionevolmente	 possibile,	 compensando	
economicamente	 le	 esternalità	 negative	
della	rimanente	impronta	idrica	(investen-                                                                167
do	in	progetti	che	promuovano	l’uso	equo	
e	sostenibile	dell’acqua	presso	l’ambiente	e	
la	comunità	coinvolti).
generalmente	 non	 si	 tratta	 di	 azzerare	 il	
consumo	 dell’acqua	 (poiché	 non	 è	 possi-
figura 6.2. Impronta idrica della piramide alimentare




                                                                                                BASSO
                                                                                      Dolci                         10.000
                                                                              Carne rossa

                                                                                                                             5000

                                                                         Formaggi
                                                                        Uova
                                                               Carne bianca
                                                                      Pesce
                                                                  Biscotti                                                                 4000
                                                                       ITO
Water Economy




                                                                     ER
                                                                   GG




                                                     Latte                                                                                                  2000
                                                               SU




                                                  Yogurt
                                                             MO
                                                             SU




168
                                                           N
                                                        CO




                                                                                                                                                                   1500
                                   Olio d’oliva


                                                                                                                                                                          1000
                            Pane, Pasta
                      Riso, Patate,
                         Legumi




                   Frutta
                Ortaggi



                      ALTO


                                                                                              PIRAMIDE ALIMENTARE




                                                                                                         fonte:	Barilla	Center	for	food	&	nutrition,	2011
15.500 Carne bovina

                                                                                                      9065 Noci e nocciole
                                                                                       6795 Olio di girasole
                                                                  5000 Formaggio
                                                                 4900 Olio d’oliva

                                                                4800 Carne suina
                                                     4055 Legumi

                                                    3900 Carne avicola
                                               3400 Riso




                                                                                                                                      Water Economy
                                              3300 Uova
                                            3140 Dolci
                            1800 Biscotti
                          1693 Pasta
                                                                                                                                      169
                        1645 Cereali
                   1500 Zucchero
                  1300 Pane                                        Impronta idrica degli alimenti
                                                                   Litri di acqua per kg o litro di alimento
               1000 Latte
               1000 Yogurt                                         Legenda:            valore medio

                970 Frutta

500            900 Patate
          325 Verdura
      0


          0       1000          2000        3000         4000        5000            6000             /         15.000       20.000
6.6 Impegno e responsabilità delle istituzioni per garantire l’accesso
                                                all’acqua

                         faVorIre l’aCCeSSo     Favorire l’accesso all’acqua per le popolazioni oggi più svantaggiate a livello idrico, promuo-
                           all’aCqua per le     vendo gli investimenti necessari e rimuovendo i vincoli di natura tecnica e politica.
                       popolazIonI oGGI pIù     In quest’ambito è stato fatto molto nell’ultimo decennio e i risultati ottenuti sono stati in-
                     SVantaGGIate a lIVello
                                                coraggianti. Occorre che ora, anche a fronte di priorità di diversa natura derivanti dalla
                  IdrICo, proMuoVendo GlI
                    InVeStIMentI neCeSSarI
                                                crisi economica e finanziaria globale, gli impegni vengano rispettati e l’attenzione al tema
                     e rIMuoVendo I VInColI     continui a rimanere molto alta. I Paesi europei, in particolare, possono giocare un ruolo
                        dI natura teCnICa e     importante in questo contesto.
                                   polItICa.    Il fatto che l’ONU abbia annoverato l’accesso all’acqua tra gli Obiettivi di Sviluppo del Mil-
                                                lennio ha permesso di creare maggiore consapevolezza e di orientare gli attori coinvolti
                                                verso un’unica direzione.
                                                Ci limitiamo a ricordare l’importanza di iscrivere le azioni poste in essere da queste organiz-
                                                zazioni in una strategia coerente e intersettoriale che comprenda infrastrutture, istruzione
                                                e adeguate capacità gestionali.



                                                6.7 Valorizzazione economica delle risorse idriche e internalizzazione
                                                del costo dell’acqua nel prezzo
Water Economy




                              rIpenSare Il      Ripensare il funzionamento dei mercati nell’ottica della water economy mediante la defi-
                       funzIonaMento deI        nizione di modelli economici in grado di definire con precisione il valore economico asso-
                      MerCatI nell’ottICa       ciato all’uso dell’acqua.
170                 della Water eConoMY
                                                Il funzionamento del mercato dell’acqua, pubblico o privato che sia, è uno dei temi fon-
                  MedIante la defInIzIone
                  dI ModellI eConoMICI In
                                                damentali per promuovere una maggiore efficienza idrica. In questo dibattito è centrale
                    Grado dI defInIre Con       l’individuazione di un meccanismo corretto per la definizione del valore. Definire il “giusto
                      preCISIone Il Valore      valore” e dunque il “giusto prezzo” dell’acqua permette di ridurre gli sprechi e incrementare
                     eConoMICo aSSoCIato        l’efficacia delle politiche di salvaguardia dell’ambiente.
                       all’uSo dell’aCqua.      La determinazione del prezzo rappresenta la ricerca di un difficile punto di equilibrio: esso
                                                deve rispondere a criteri di equità distributiva e, nel contempo, scoraggiare l’uso eccessivo
                                                o improprio.



                                                6.8 Gestione della risorsa idrica tra privatizzazione e controllo demo-
                                                cratico

                    Se l’aCqua è un Bene dI     Negli ultimi decenni i policy maker e gli esperti di sviluppo hanno visto nelle privatizzazioni
                    tuttI, Solo un effICaCe     un’opportunità per ridurre gli sprechi e dare efficienza alla gestione degli enti preposti alle
                      SISteMa dI Controllo
                                                risorse idriche.
                           deMoCratICo può
                                                Questo atteggiamento – certamente supportato da importanti studi commissionati da isti-
                    CoStItuIre un’adeGuata
                      GaranzIa dI fronte aI     tuzioni internazionali, ma anche da interessi economici di parte – ha portato in diversi
                     rISCHI derIVantI da un     casi a conseguenze negative per le comunità (aumento sconsiderato delle tariffe, riduzione
                   IneffICIente Modello dI      della disponibilità, ecc.). In prospettiva, occorre riprendere in considerazione la tematica
                   GeStIone della rISorSa       partendo dagli interessi delle persone, vincolando le aziende private di gestione al rispetto
                IdrICa, SIa eSSo puBBlICo o
                                                di principi sociali ed etici.
                              “prIVatIzzato”.
                                                Se l’acqua è un bene di tutti, solo un efficace sistema di controllo democratico può costitui-
                                                re un’adeguata garanzia di fronte ai rischi derivanti da un inefficiente modello di gestione
                                                della risorsa idrica, sia esso pubblico o “privatizzato”.
Position Paper: Water economy (IT)
Lynn Johnson/National Geographic Image Collection
Position Paper: Water economy (IT)
BIBlIoGrafIa e SItoGrafIa
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Water Economy




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                                                                                                    183
SItoGrafIa




                Blue	gold	World	Water	Wars	(documentario):	
                www.bluegold-worldwaterwars.com
                Contratto	mondiale	sull’acqua:	
                www.contrattoacqua.it
                ecoage.com:	
                www.ecoage.it
Water Economy




                food	and	agriculture	organization	(fao):	
                www.fao.org
                food	and	Water	Watch:	
                www.foodandwaterwatch.org
184             il	futuro	dei	consumi:	
                robertolapira.nova100.ilsole24ore.com
                one	Water:	
                www.onewater.org
                stockholm	international	Water	institute:	
                www.siwi.org
                the	ecologist:	
                www.theecologist.org
                united	nations	educational,	scientific	and	Cultural	organization	(unesCo)	/	Water:	
                www.unesco.org/new/en/natural-sciences/environment/water
                university	of	twente,	twente	Water	Centre:	
                www.utwente.nl/water
                Water	footprint	network:	
                www.waterfootprint.org
                Water	Link:	
                www.waterlink-international.com
                World	Business	Council	for	sustainable	development	(WBCsd):	
                www.wbcsd.org
                World	health	organization	(Who)	–	united	nations	Children’s	fund	(uniCef)	/	Joint	monitoring	
                programme	(Jmp)	for	Water	supply	and	sanitation:	
                www.wssinfo.org
                World	mapper:	
                www.worldmapper.org
                World	Water	day:	
                www.worldwaterday.org
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Position Paper: Water economy (IT)

  • 1. Water Economy people, environment, science, economy
  • 3. www.barillacfn.com [email protected] Advisory Board Barbara Buchner, Claude Fischler, Mario Monti, John Reilly Gabriele Riccardi, Camillo Ricordi, Umberto Veronesi In collaborazione con Carlo Alberto Pratesi – Università Roma Tre Life Cycle Engineering The European House-Ambrosetti Coordinamento editoriale e redazione Codice Edizioni Progetto grafico e impaginazione adfarmandchicas Immagini National Geographic Image Collection Water Economy (aprile 2011) Immagine di copertina: Bruce Dale/National Geographic Image Collection
  • 5. La visione deL BariLLa Center for food & nutrition offrire una moLtepLiCità di ContriButi ad aLto Contenuto sCientifiCo e diventare neL tempo un prezioso strumento di servizio aLLe istituzioni, aLLa Comunità sCientifiCa, ai media e aLLa soCietà CiviLe; punto di inContro tra Chiunque aBBia a Cuore L’aLimentazione, L’amBiente, Lo sviLuppo sosteniBiLe e Le sue impLiCazioni suLLa vita deLLe persone.
  • 6. 4 Water Economy
  • 7. Il BarIlla Center for food & nutrItIon I l Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) è un centro di analisi e proposte dall’approccio multidisciplinare che ha l’obiettivo di approfondire i grandi temi lega- ti all’alimentazione e alla nutrizione su scala globale. Nato nel 2009, il BCFN si propone di dare ascolto alle esigenze attuali emergenti dalla società, raccogliendo esperienze e competenze qualificate a livello mondiale, favorendo un dialogo continuo e aperto. La complessità dei fenomeni oggetto di indagine ha reso necessario adottare una meto- dologia che vada oltre i confini delle diverse discipline: da qui nasce la suddivisione delle tematiche oggetto di studio in quattro macro-aree: Food for Sustainable Growth, Food for Health, Food for All, Food for Culture. Le aree di analisi coinvolgono scienza, ambiente, cultura ed economia; all’interno di que- sti ambiti, il BCFN approfondisce gli argomenti di interesse, suggerendo proposte per affrontare le sfide alimentari del futuro. In linea con questa impostazione, le attività del BCFN sono guidate dall’Advisory Board, un organismo composto da esperti appartenenti a settori diversi ma complementari, che propone, analizza e sviluppa i temi e successivamente formula su di essi raccomandazioni concrete. Per ogni area sono stati quindi individuati uno o più advisor specifici: Barbara Buchner (esperta di energia, climate change e ambiente) e John Reilly (economista) per l’area Food for Sustainable Growth; Mario Monti (economista) per l’area Food for All; Umberto Vero- nesi (oncologo), Gabriele Riccardi (nutrizionista) e Camillo Ricordi (immunologo) per l’area Food for Health; Claude Fischler (sociologo) per l’area Food for Culture. Nei suoi primi due anni di attività il BCFN ha realizzato e divulgato numerose pubbli- cazioni scientifiche. Guidato dalle scadenze istituzionali e dalle priorità presenti nelle agende economiche e politiche internazionali, in questi primi anni di ricerca ha raffor- zato il proprio ruolo di collettore e connettore tra scienza e ricerca da un lato e decisioni politiche e azioni governative dall’altro. Il BCFN ha inoltre organizzato eventi aperti alla società civile, tra i quali l’International Forum on Food & Nutrition, un importante momento di confronto con i più grandi esperti del settore, giunto alla sua seconda edizione. Il BCFN continua per il terzo anno il suo per- corso di analisi e condivisione, rendendo accessibili i propri contenuti al maggior numero
  • 8. possibile di interlocutori e ponendosi come punto di riferimento sui temi dell’alimenta- zione e della nutrizione. In particolare, nell’area Food for Sustainable Growth, il Barilla Center for Food & Nutrition ha approfondito il tema dell’impiego delle risorse naturali all’interno della filiera agroali- mentare, segnalando le criticità esistenti e definendo proposte per migliorare e valutare l’impatto sull’ambiente delle attività di produzione e consumo di cibo. Il documento che vi presentiamo s’inserisce in tale ambito di attività, proponendosi di indagare come sia possibile gestire, governare e utilizzare in modo sostenibile la risorsa- acqua per affrontare una delle più grandi sfide che la collettività si trova oggi a fronteg- giare su scala globale: la riduzione delle scorte idriche e la diminuzione di acqua dolce disponibile per gli esseri viventi sul nostro Pianeta. le aree di studio food for SuStaInaBle GroWtH food for Culture food for all food for HealtH
  • 9. Greg Dale/National Geographic Image Collection
  • 10. IndICe executive Summary 12 1. disponibilità d’acqua: dall’abbondanza alla scarsità 21 1.1 Quanta acqua abbiamo? 23 Box Dove finisce la pioggia? 26 1.2 Come utilizziamo l’acqua: agricoltura, industria e famiglie 27 Box I sistemi d’irrigazione in India, Pakistan e Bangladesh: dai canali ai pozzi 30 Box Uso insostenibile dell’acqua in agricoltura 31 1.3 La scarsità d’acqua oggi 36 Box Lo scenario globale dell’acqua in pillole 39 1.4 Perché aumenta la domanda d’acqua 40 1.4.1 L’incremento demografico e il processo di urbanizzazione 40 1.4.2 Aumento del benessere della popolazione e cambiamento delle abitudini alimentari 42 1.4.3 Lo sviluppo socio-economico e la produzione di biocarburanti 43 1.5 Perché si riduce la disponibilità d’acqua 45 1.5.1 L’inquinamento 45 Box Il caso della Cina: la crisi idrica 46 1.5.2 Il cambiamento climatico 48 Box L’impatto del cambiamento climatico in Australia 52 1.6 Il ruolo delle tecniche 53 1.6.1 Le tecniche di irrigazione 53 Box L’irrigazione a goccia 54 1.6.2 Le tecnologie emergenti 55 1.7 Scenari futuri 57 Box Le iniziative relative all’acqua 60 2. realtà e prospettive del diritto all’accesso all’acqua 67 2.1 Verso la Water Security 68 Box Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio 72 2.2 L’accesso all’acqua negli Obiettivi di Sviluppo del Millennio 74 2.2.1 I criteri di misurazione 74 2.2.2 I progressi dell’accesso all’acqua potabile 75 2.2.3 I progressi dell’accesso a strutture igienico-sanitarie 82 Box Cina e India: grandi progressi nell’accesso all’acqua potabile e alle strutture sanitarie 88 2.2.4 Analisi costi-benefici 89 3. Scelte e comportamenti per un consumo sostenibile dell’acqua 93 3.1 L’impronta idrica (water footprint) 94 Box Il Water Footprint Network e la sua storia 95
  • 11. Box L’analisi del ciclo di vita di un prodotto 96 3.2 Il calcolo dell’impronta idrica: verde, blu e grigia 100 Box L’evapotraspirazione 103 3.3 Il contenuto di acqua virtuale di alcuni prodotti e alimenti 104 Box Le buone abitudini per risparmiare acqua 106 3.4 L’impronta idrica della Piramide Alimentare 107 del Barilla Center for Food & Nutrition 3.5 L’impatto delle abitudini alimentari sul consumo d’acqua 117 appendice Le principali fonti dei dati 122 4. l’impronta idrica di una nazione e il commercio di acqua virtuale 127 4.1 L’impronta idrica di un individuo, una nazione, un prodotto, un’azienda 128 4.1.1 L’impronta idrica di un Paese 128 4.2 I flussi di acqua virtuale (virtual water trade) 134 Box I flussi di acqua virtuale in Cina 135 4.2.1 Benefici economici e ambientali 138 4.2.2 Il rischio del “colonialismo” idrico 138 Box I principali bacini idrici condivisi 141 Box L’acqua come fonte di conflitti 143 5. la privatizzazione dell’acqua: tra pubblico e privato 147 5.1 La privatizzazione dell’acqua 148 5.1.1 Diritti di proprietà privati sulle risorse idriche 148 Box Acqua e petrolio: punti in comune e differenze 149 5.1.2 Il coinvolgimento del settore privato nella gestione dei servizi idrici 150 5.1.2.1 I modelli gestionali di coinvolgimento del settore privato in Europa 150 Box Il costo dell’acqua nel mondo 153 5.1.3 Il coinvolgimento del settore privato nel finanziamento 154 delle infrastrutture e dei servizi 5.2 Rischi e benefici 155 Box Le perdite negli acquedotti pubblici italiani 157 Box La privatizzazione e la mobilitazione della società civile 158 Box Contratto Mondiale dell’Acqua 160 6. raccomandazioni: le aree di intervento 163 Bibliografia e sitografia essenziali 174 Bibliografia 176 Sitografia 184
  • 13. Water eConomY “oggi La gente ConosCe iL prezzo di tutto e iL vaLore di nuLLa” oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray
  • 14. eXeCutIVe SuMMarY Introduzione C he l’acqua sia un valore ce ne accorgiamo solo quando scarseggia. Finora il proble- ma poteva sembrare limitato ai Paesi più sfortunati, ma le cose potrebbero cambiare perché l’acqua “di qualità” – ossia dolce e non inquinata – rappresenta solo una mi- nima percentuale delle nostre riserve. E noi ne usiamo sempre di più: sia perché aumenta Water Economy la popolazione della Terra, sia per il maggiore benessere raggiunto da molti Paesi che spinge le persone a consumare (e sprecare) più acqua. Un consumo che va considerato non solo in termini “reali” (calcolando le quantità che si usano per la cura di se stessi, per la cucina o per la pulizia della casa), ma anche “virtuali” (in termini di impronta idrica), stimando cioè tutta 12 l’acqua che è stata utilizzata lungo l’intero ciclo di vita di un qualunque prodotto o servizio acquistato. Basti pensare che se si modifica il proprio stile alimentare – per esempio passan- do a una dieta più ricca di frutta, verdura e cereali, limitando la quantità di proteine animali – è possibile ridurre anche in modo significativo i consumi di acqua “virtuale”. Quindi, se da un lato la domanda cresce e dall’altro le risorse si riducono – anche per colpa sia dell’inquinamento sia del cambiamento climatico –, è indubbio che il valore economico dell’ac- qua crescerà e le sperequazioni, che già oggi ci sono tra chi ha acqua e chi ne ha molta meno, potranno portare nuovi attriti. Sappiamo bene quanti interessi e a quale drammatica litigiosità porta il controllo dei giacimenti petroliferi: i conflitti per l’acqua potrebbero essere ancora più gravi. Anche perché, in definitiva, senza petrolio si può sopravvivere, senza acqua no. Quindi occorre un sforzo congiunto per adottare un uso più razionale dell’acqua, specialmen- te in agricoltura (che rappresenta il settore “idrovoro” per eccellenza) e a livello personale (per esempio con diete water saving). Serve anche formulare una nuova normativa che assicu- ri realmente il “diritto all’acqua” e definisca i confini della privatizzazione che, se da un lato potrebbe portare a vantaggi in termini di maggiore efficienza nella gestione delle fonti, dall’al- tro va attentamente controllata per evitare aumenti indebiti dei prezzi e minore accessibilità da parte delle fasce più vulnerabili della popolazione. Per questo motivo abbiamo deciso di parlare per primi di water economy, ed è proprio in quest’ottica che il Barilla Center for Food & Nutrition con questo documento vuole mettere a disposizione della collettività le principali evidenze scientifiche, giuridiche, economiche e sociali, che consentono a tutti di prendere parte alla discussione. Perché la sfida della water economy inizia adesso: per vincerla serve la collaborazione di ognuno di noi.
  • 15. executive Summary In un futuro prossimo, anche a causa del riscaldamento globale e dell’inquinamento, la quan- tità d’acqua dolce a disposizione dell’umanità potrebbe non essere più sufficiente a soddisfare la crescente domanda. Se i trend dello sviluppo demografico ed economico dovessero essere confermati e se non adotteremo nuovi sistemi per evitare gli sprechi e ridurre i consumi, il va- lore della risorsa idrica finirà per aumentare al punto da condizionare gravemente l’economia globale e gli equilibri geopolitici. Per questo gestire e governare la risorsa-acqua e il suo utilizzo rappresenta una delle più grandi sfide che la collettività si trovi oggi ad affrontare su scala globale. 1. disponibilità d’acqua: dall’abbondanza alla scarsità Il tema della disponibilità d’acqua attuale e futura è stato introdotto attraverso una fotografia dello scenario attuale delle risorse idriche, sia considerandone i relativi impieghi in campo agricolo, industriale e domestico, sia i maggiori consumi previsti in futuro. A tale proposito, sono stati individuati i principali fenomeni globali che incideranno in modo significativo sull’aumento del consumo d’acqua (incremento demografico, aumento del be- nessere della popolazione con conseguente modifica degli stili di vita e delle abitudini alimen- Water Economy tari, urbanizzazione ed espansione delle attività economiche, produzione di biocarburanti) e sulla riduzione delle riserve idriche disponibili (cambiamenti climatici e inquinamento). Complessivamente, il nostro Pianeta dispone di circa 1,4 miliardi di km3 d’acqua. Si stima però l’aCqua dolCe che solo poco meno di 45.000 km3 d’acqua (pari allo 0,003% del totale) siano teoricamente rappreSenta Solo lo 0,001% dell’aCqua 13 fruibili e solo 9-14.000 (pari a circa lo 0,001% del totale) siano effettivamente disponibili per totale. l’utilizzo da parte dell’uomo, poiché di sufficiente qualità e accessibili a costi accettabili. lo scenario di riferimento attuale e futuro delle risorse idriche oGGI doManI cambiamento climatico inquinamento Cause dell’aumento della domanda d’acqua: incremento demografico aumento del benessere sviluppo socio economico processo cambiamento biocarburanti di urbanizzazione abitudini alimentari fonte: Barilla Center for food & nutrition, 2011
  • 16. 13 paeSI dISponGono Analizzando la localizzazione dell’acqua, si nota come le risorse di acqua dolce siano distribu- del 64,4% delle ite in modo disomogeneo tra le regioni del Pianeta: il 64,4% delle risorse idriche mondiali è rISorSe IdrICHe localizzato in soli 13 Paesi. MondIalI. L’allocazione delle risorse idriche è sbilanciata verso il settore agricolo, con il 70% dei consumi l’aGrIColtura uSa di acqua dolce, mentre il 22% riguarda l’industria e il restante 8% è utilizzato per usi domestici. Il 70% dell’aCqua Accanto alle tecnologie emergenti per la gestione dell’acqua, un ruolo importante è giocato dolCe. dalle moderne tecniche di irrigazione, che, nel comparto agricolo, garantiscono adeguate ri- sorse al 20% della superficie coltivata a livello mondiale, mentre il restante 80% si basa invece sull’apporto idrico pluviale. una perSona Su Occorre sottolineare come più di una persona su sei nel mondo non raggiunga gli standard SeI non Ha aCqua a minimi, indicati dall’ONU in 20-50 litri di acqua dolce giornalieri pro capite, necessari ad SuffICIenza. assicurare i bisogni primari legati all’alimentazione e all’igiene. L’attuale domanda d’acqua, già molto elevata, crescerà costantemente in futuro, provocando una situazione di progressiva scarsità, soprattutto in alcune aree del Pianeta. Dal punto di vista ambientale l’acqua è considerata “scarsa” quando più del 75% delle risorse fluviali e sotterranee vengono prelevate per essere impiegate nell’agricoltura, nell’industria e per uso domestico: in questo caso lo sfruttamento si sta avvicinando (o ha già oltrepassato) il limite di sostenibilità. SI StIMa CHe nel 2025 Lo scenario previsto per il 2025 della scarsità di acqua appare drammaticamente peggiore ri- I prelIeVI d’aCqua spetto all’attuale. Le aree caratterizzate da un elevato tasso di prelievo delle risorse disponibili Water Economy auMenteranno del 50%. (superiori al 20%) aumenteranno sostanzialmente, allargandosi all’intero territorio degli Stati Uniti, dell’Europa continentale e del sud dell’Asia e peggiorando in termini di valore percen- tuale in ampie aree dell’Africa e della penisola indiana. Si stima che una quota compresa tra il 15% e il 35% degli attuali prelievi d’acqua per irrigazione 14 non sarà sostenibile in futuro, a causa della crescita demografica, del permanere di pratiche di ir- rigazione inefficienti e della crescente competizione in essere per l’utilizzo della risorsa idrica. Si stima inoltre che al crescere della popolazione entro il 2025 i prelievi di acqua necessari a soddi- sfarne i bisogni aumenteranno del 50% nei Paesi in via di sviluppo e del 18% in quelli sviluppati. 2. realtà e prospettive del diritto all’accesso all’acqua Il dIrItto all’aCqua è Il “diritto all’acqua” – riconosciuto per la prima volta nella storia solo recentemente attraverso la Stato rIConoSCIuto risoluzione ONU del 29 luglio 2010 come diritto umano universale e fondamentale – si sostanzia Solo nel 2010 dall’onu. nel riconoscimento a ciascun individuo, senza alcuna discriminazione, della possibilità di accede- re – fisicamente ed economicamente – a una quantità d’acqua sufficiente e sicura. Rendere l’ac- qua potabile accessibile in quantità e qualità sufficienti a soddisfare i bisogni primari di una per- sona è il target numero 10 degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development poSItIVI I proGreSSI Goals – MDG) che si propone di «dimezzare rispetto al 1990 ed entro il 2015 la percentuale di po- rISpetto all’oBIettIVo polazione senza accesso sostenibile all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie di base». dI dIMezzare la Nel 2008 le persone senza accesso a risorse idriche sufficienti e adeguate erano circa 884 mi- popolazIone Senza lioni – di queste l’84% viveva in aree rurali –, mentre quelle senza la possibilità di beneficiare aCCeSSo all’aCqua potaBIle. di adeguati sistemi igienico-sanitari erano 2,6 miliardi. Le analisi svolte dall’OMS/UNICEF circa i progressi conseguiti per il raggiungimento dell’ac- cessibilità dell’acqua potabile (target 10) evidenziano come la situazione attuale sia soltanto in parte in linea con l’obiettivo prefissato. Mantenendo infatti i trend attuali, nel 2015 la percentuale di popolazione con accesso idrico presso le proprie abitazioni sarà superiore all’obiettivo fissato del 90%, riducendo così a 672 milioni le persone che ne saranno ancora sprovviste.
  • 17. Non sarà invece possibile raggiungere l’obiettivo di dimezzamento delle persone senza ac- In rItardo cesso a strutture igienico-sanitarie adeguate, perché il risultato sarebbe inferiore di ben 13 per MIGlIorare punti percentuali rispetto a quanto previsto. Si stima infatti che nel 2015 circa 2,7 miliardi di l’aCCeSSo a Strutture persone non avranno accesso a strutture sanitarie di base. IGIenICo-SanItarIe adeGuate. Un’analisi costi-benefici condotta dall’OMS in merito alla reale possibilità di realizzare entro il 2015 il target 10 dell’Obiettivo di Sviluppo numero 7 e il relativo piano delle azioni, stima che ogni dollaro americano investito per migliorare l’accesso all’acqua e ai servizi igienici genere- rebbe ritorni economici compresi tra i 3 e i 34 dollari americani. 3. Scelte e comportamenti per un consumo sostenibile dell’acqua L’impronta idrica di un prodotto (una commodity, un bene o un servizio) è costituita dal l’IMpronta IdrICa volume d’acqua dolce consumata per produrlo, sommando tutte le fasi del ciclo di vita. deI prodottI VarIa Il confronto tra l’impronta idrica (espressa in metri cubi per tonnellata) di alcuni prodotti In Modo Molto SIGnIfICatIVo. agricoli in alcuni Paesi del mondo esprime differenze notevoli sia confrontando i diversi pro- dotti tra loro, sia prendendo in considerazione il luogo di produzione. In particolare, i prodotti dell’allevamento (carne, uova, latte e derivati) presentano un’impron- ta idrica maggiore rispetto a quelli coltivati, poiché gli animali da allevamento consumano, in alcuni casi per diversi anni prima di essere trasformati in prodotti alimentari, una grande Water Economy quantità di prodotti coltivati come nutrimento. Inoltre, l’impronta idrica di uno stesso prodotto può variare notevolmente da luogo a luogo, dipendendo da fattori quali il clima, le tecniche agricole adottate, la resa dei raccolti, ecc. Le diverse abitudini alimentari implicano quindi un maggiore o minore consumo di risorse idriche. Infatti un individuo utilizza in media dai due ai cinque litri d’acqua al giorno per bere, 15 mentre il consumo d’acqua virtuale giornaliero per alimentarsi varia da circa 1500-2600 litri nel caso di una dieta vegetariana a circa 4000-5400 in caso di una ricca di carne. Se tutti gli abitanti del Pianeta quindi adottassero il regime alimentare medio dei Paesi occi- dentali, caratterizzato da un elevato consumo di carne, sarebbe necessario un incremento del 75% dell’acqua utilizzata attualmente per produrre cibo. Affiancando alla piramide alimentare una piramide ambientale dell’acqua, analogamente a la pIraMIde IdrICa quanto proposto dal Barilla Center for Food & Nutrition nel precedente lavoro Doppia Pira- deGlI alIMentI e delle mide: alimentazione sana per le persone, sostenibile per il Pianeta, si ottiene una Doppia Pirami- BeVande del BCfn. de che evidenzia come la maggior parte degli alimenti per i quali è consigliato un consumo più frequente sono anche quelli che presentano un’impronta idrica minore. Viceversa, la maggior parte degli alimenti per i quali viene raccomandato un consumo meno frequente sono anche quelli che hanno un maggior impatto sull’ambiente anche dal punto di vista del consumo di risorse idriche. 4. l’impronta idrica di una nazione e il commercio di acqua virtuale L’impronta idrica può essere calcolata non solo per ogni prodotto o attività, ma anche per ogni l’IMpronta IdrICa gruppo ben definito di consumatori (un individuo, una famiglia, gli abitanti di una città, un’in- GloBale è pIù del tera nazione) o produttori (aziende private, organizzazioni pubbliche, settori economici). doppIo del fIuMe L’impronta idrica globale ammonta a 7452 miliardi di m3 di acqua dolce all’anno, pari a 1243 m3 MISSISSIppI. all’anno pro capite, cioè a più del doppio della portata annuale del fiume Mississippi. Considerando l’impronta idrica in valore assoluto, il Paese che consuma il volume maggio- re d’acqua è l’India (987 miliardi di m3), seguita dalla Cina (883) e dagli Stati Uniti (696).
  • 20. Prendendo in considerazione invece i valori pro capite, i cittadini degli Stati Uniti hanno un’impronta idrica media pari a 2483 m3 all’anno, seguiti dagli italiani (2232) e dai tailandesi (2223). Le differenze tra Paesi dipendono da un insieme di fattori. I quattro principali sono: volume e modello dei consumi, clima e pratiche agricole. VIrtual Water trade. Gli scambi commerciali tra Paesi determinano un trasferimento di flussi di acqua virtuale (virtual water trade), poiché le materie prime, i beni e i servizi sono caratterizzati da un certo contenuto di acqua virtuale. L’impronta idrica è scomponibile quindi in due parti: impronta idrica interna (ovvero il consumo di risorse d’acqua domestiche) ed esterna (il consumo di risorse d’acqua esterne, provenienti cioè da altri Paesi). l’europa è un L’Europa è un importatore netto di acqua virtuale e la sua sicurezza idrica dipende fortemente da IMportatore netto dI risorse esterne. La globalizzazione dell’impiego dell’acqua sembra comportare sia opportunità sia aCqua VIrtuale. rischi, in quanto il livello di interdipendenza tra i Paesi nello scambio virtuale di risorse idriche è destinato a crescere, dato il processo continuo di liberalizzazione del commercio internazionale. aCqua VIrtuale Una delle opportunità principali è costituita dal fatto che l’acqua virtuale può essere conside- CoMe fonte d’aCqua rata come una fonte d’acqua alternativa, permettendo di preservare le risorse locali. alternatIVa. Inoltre, a livello globale, è possibile ottenere un risparmio del volume d’acqua consumata quando un prodotto viene commercializzato da un Paese con elevata produttività delle risorse idriche (per quel determinato prodotto) a un altro con una bassa produttività. I rischi maggiori sono rappresentati dal fatto che per ogni Paese potrebbe verificarsi un’ecces- siva dipendenza dalle risorse idriche di altre nazioni, nonché che le importazioni di prodotti Water Economy ad alto contenuto d’acqua virtuale implichino l’esternalizzazione degli effetti indiretti dello ColonIalISMo IdrICo. sfruttamento di questa risorsa dal Paese importatore a quello esportatore. Questo fenomeno viene descritto anche come “colonialismo idrico”, ossia una nuova forma di dominazione da parte dei Paesi ricchi a danno di quelli più poveri che, spinti dalla richiesta di merci dall’estero, 18 ConflIttI per l’aCqua. rischiano di prosciugare le proprie riserve idriche. L’acqua come obiettivo strategico è sempre più spesso all’origine di situazioni conflittuali tra Stati, generati per la competizione tra i diver- si usi dell’acqua (domestico, industriale, agricolo) all’interno di uno Stato, oppure per l’utilizzo di un corpo idrico comune che attraversa le frontiere. Basti pensare che i bacini idrici condivisi da più Paesi coprono quasi la metà della superficie terrestre e accomunano 145 nazioni. 5. la privatizzazione dell’acqua: tra pubblico e privato dIrItto dI proprIetà Con l’espressione “privatizzazione dell’acqua” si può fare riferimento a tre differenti ambiti. delle rISorSe IdrICHe. Il primo è quello dei diritti di proprietà privata sulle risorse idriche, ammettendone la libera compravendita: questa fattispecie, presente in alcuni Paesi in via di sviluppo, è molto lontana dall’esperienza europea, dove l’acqua è saldamente nelle mani della collettività. Il nostro siste- ma istituzionale si è infatti sempre basato non sulla proprietà pubblica delle risorse, ma sulla regolazione dell’uso di una risorsa di proprietà comune e come tale inalienabile. L’utilizzatore pertanto non “compra l’acqua”, ma acquisisce il diritto di usarla. CoInVolGIMento Il secondo ambito è il coinvolgimento del settore privato nella gestione dei servizi idrici, secondo del Settore prIVato tre diversi modelli gestionali: nella GeStIone. - monopolio territoriale vitalizio, privatizzato e regolato, applicato nel Regno Unito e fondato sul trasferimento effettivo della proprietà dell’intera infrastruttura e del controllo dell’acqua nelle mani di operatori privati; - titolarità pubblica con affidamento temporaneo a privati attraverso meccanismi di gara, come accade in Francia; - titolarità e gestione pubblica, come in Italia e Germania, con l’acquisizione dal mercato delle risorse necessarie per l’erogazione del servizio.
  • 21. Il terzo ambito è il coinvolgimento del settore privato nel finanziamento delle infrastrutture e dei CoInVolGIMento del servizi, poiché i tradizionali circuiti della finanza pubblica non sono più sufficienti a garantire Settore prIVato nel il capitale necessario ad erogarlo nei modi e nei tempi debiti. fInanzIaMento delle InfraStrutture. La “privatizzazione” dell’acqua porta con sé al contempo rischi e benefici. Tra i principali benefici vi è la presunta convinzione che il settore privato sia più efficiente di quello pubblico nell’ottimizzare la gestione della distribuzione dell’acqua, nonché nel raziona- lizzare i costi e ridurre conseguentemente le tariffe per gli utenti. Inoltre l’affidamento di tali contratti ai privati consente di ripartire il costo di manutenzione della rete dell’acquedotto, a fronte della cessione dei profitti. La privatizzazione delle risorse idriche invece può comportare anche dei rischi, quali ad esem- pio i rialzi anche molto consistenti delle tariffe anziché la prevista riduzione delle stesse o l’inadempienza degli operatori privati verso i propri obblighi di sviluppo della rete idrica, so- prattutto verso i quartieri più poveri. Ma se l’acqua è un bene di tutti, solamente un efficace sistema di controllo democratico può neCeSSItà dI costituire un’adeguata garanzia di fronte ai rischi derivanti da un inefficace modello di gestio- un Confronto ne della risorsa idrica, sia esso pubblico o “privatizzato”. deMoCratICo. 6. raccomandazioni: le aree di intervento Water Economy Le aree prioritarie di intervento sono, a nostro giudizio, otto: 1 Modelli e strumenti per favorire una reale gestione “integrata” dell’acqua: mettere a punto poli- tiche, modelli e strumenti di gestione integrati, nell’ottica della water economy, per affron- tare con efficacia le problematiche legate alle risorse idriche. 2 Pratiche, know-how e tecnologia per l’incremento della produttività dell’acqua (more crop per 19 drop) e la riduzione degli sprechi: spezzare la correlazione esistente, e oggi molto forte, tra svilup- po economico, crescita demografica e conseguente incremento nei livelli di consumo d’acqua. 3 L’impronta idrica come indicatore oggettivo semplice e comunicabile: impiegare l’impronta idrica come strumento di valutazione complessiva degli impatti ambientali delle persone, delle imprese (di produzione e di distribuzione, all’interno di ogni settore) e degli Stati. 4 Stili alimentari e di consumo a minor contenuto di acqua: orientare i comportamenti individuali e i modelli di consumo verso stili di vita che implichino un impiego più attento dell’acqua. 5 Localizzazione efficiente delle colture e virtual water trade per un risparmio su scala globale delle risorse idriche consumate: ripensare la localizzazione su scala globale delle attività di produzio- ne dei beni a maggiore incidenza di consumo di acqua secondo criteri di efficienza. 6 Impegno e responsabilità delle istituzioni per garantire l’accesso all’acqua: favorire l’accesso all’acqua potabile e a infrastrutture igienico-sanitarie per le popolazioni oggi più svantag- giate sotto questo profilo, promuovendo gli investimenti necessari e rimuovendo i vincoli di natura tecnica e politica. 7 Valorizzazione economica delle risorse idriche e internazionalizzazione del costo dell’acqua nel prezzo: ripensare il funzionamento dei mercati nell’ottica della water economy mediante la definizione di modelli economici in grado di definire con precisione il valore economico associato all’uso dell’acqua. 8 Gestione della risorsa idrica tra privatizzazione e controllo democratico: considerare la privatiz- zazione partendo dagli interessi delle persone, vincolando le aziende private di gestione al rispetto di principi sociali ed etici e introducendo un efficace sistema di controllo demo- cratico che costituisca un’adeguata garanzia di fronte ai rischi derivanti da un inefficiente modello di gestione della risorsa idrica, sia esso pubblico o “privatizzato”.
  • 22. Ed Kashi/National Geographic Image Collection 20 Water Economy
  • 23. 1. disponiBiLità d’aCqua: daLL’aBBondanza aLLa sCarsità iL nostro pianeta dispone di CirCa 1,4 miLiardi di ChiLometri CuBi d’aCqua: poCo meno deLLo 0,003% deL totaLe sono teoriCamente fruiBiLi Water Economy 21
  • 24. q uesto capitolo fornisce una fotografia dello scenario attuale delle risorse idriche, considerandone la disponibilità e i relativi impieghi in campo agricolo, industria- le e domestico. Presenta anche un’ipotesi sulla sua evoluzione futura, tenendo in considerazione la probabile minore disponibilità di risorse idriche a fronte dei maggiori consumi previsti. A tal proposito, sono stati individuati i principali fenomeni globali che incideranno in Water Economy modo significativo sull’aumento del consumo d’acqua (incremento demografico, aumento del benessere della popolazione con conseguente modifica degli stili di vita e delle abi- tudini alimentari, urbanizzazione ed espansione delle attività economiche, produzione di biocarburanti) e sulla riduzione delle riserve idriche disponibili (cambiamenti climatici e 22 inquinamento in particolare). figura 1.1. lo scenario di riferimento attuale e futuro delle risorse idriche oGGI doManI cambiamento climatico inquinamento Cause dell’aumento della domanda d’acqua: incremento demografico aumento del benessere sviluppo socio economico processo cambiamento biocarburanti di urbanizzazione abitudini alimentari fonte: Barilla Center for food & nutrition, 2011
  • 25. 1.1 quanta aCqua aBBIaMo? l’ acqua, elemento essenziale per la vita e per l’ecosistema terrestre, è sempre sta- ta relativamente abbondante, tanto che l’uomo tende a dare per scontata la sua perenne disponibilità. Certamente a livello globale sono ancora disponibili fonti d’acqua sufficientemente ampie, ma in alcune regioni i fabbisogni non sempre coincido- no con l’effettiva disponibilità. Complessivamente, il nostro Pianeta dispone di circa 1,4 miliardi di km3 d’acqua (è un Water Economy volume costante); di questa, soltanto il 2,5% circa è composto da acqua dolce, perlopiù raccolta nei ghiacciai, nelle calotte artiche o a grandi profondità nel sottosuolo. Le difficoltà legate all’utilizzo di tale risorsa sono evidenti: poco meno di 45.000 km3 di acqua (pari allo 0,003% del totale) sono teoricamente fruibili (si tratta delle cosiddette 23 “risorse di acqua dolce”). E solo 9-14.000 km3 d’acqua (pari a circa lo 0,001% del totale) sono effettivamente disponibili per l’utilizzo da parte dell’uomo, poiché di sufficiente qualità e accessibili a costi accettabili. World Business Council for sus- Analizzando poi la localizzazione dell’acqua, si nota come le risorse di acqua dolce siano tainable development (WBCsd), Facts and Trends – Water, 2009. distribuite in modo significativamente disomogeneo tra le regioni del Pianeta: il 64,4% delle risorse idriche mondiali è localizzato in soli 13 paesi. Il Brasile, da solo, detiene quasi il 15% dell’acqua globale. Seguono la Russia (8,2%), il Il 64,4% delle Canada (6%), gli Stati Uniti (5,6%), l’Indonesia (5,2%) e la Cina (5,1%). Un numero rISorSe IdrICHe crescente di Paesi, invece, si trova in una situazione di grave penuria d’acqua, con una MondIalI è disponibilità pro capite inferiore ai 1000 m3 l’anno. loCalIzzato In SolI 13 paeSI.
  • 26. figura 1.2. la ripartizione delle risorse idriche mondiali 0,3 % 30,8 % Laghi, fiumi acqua sotterranea riserve e atmosfera 2,5 % acqua dolce 68,5 % 97,5 % ghiacciai acqua salata e calotte glaciali Water Economy fonte: rielaborazione the european-house ambrosetti da WBCsd, Facts and Trends – Water, cit. figura 1.3. primi 10 paesi per disponibilità di acqua dolce 24 15% Brasile 8,2% russia 6% 5,6% 5,2% 5,1% Canada stati uniti indonesia Cina 3,9% 3,5% 3,5% Colombia perù india 2,3% Congo 1° 2° 8° 3° 4° 5° 6° 7° 9° 10° fonte: rielaborazione the european-house ambrosetti da fao, aquastat database, 2008
  • 27. figura 1.4. disponibilità di acqua dolce (m3 pro capite all’anno) Water Economy > 5000 500-1000 1700-5000 < 500 1000-1700 nessun dato 25 America Nord Oceania Latina America 26.700 19.300 54.800 Europa Africa Asia Caraibi 9100 4600 3000 2400 fonte: rielaborazione the european-house ambrosetti da fao, aquastat database, cit.
  • 28. dove finisce la pioggia? ogni anno sui terreni di tutto il mondo pio- il prelievo prima dell’evapotraspirazione. vono circa 110.000 km3 d’acqua. questa enorme quantità d’acqua sarebbe più della metà dell’acqua caduta attraverso più che sufficiente a soddisfare le esigen- le precipitazioni non è disponibile per la col- ze idriche di tutti gli abitanti della terra, se tivazione, perché evapora subito o traspira solo arrivasse nel posto giusto al momento dalle piante. questa frazione d’acqua costi- giusto. purtroppo, come mostrato dalla fi- tuisce le “acque verdi”, mentre la restante gura 1.5, la maggior parte di essa non può porzione d’acqua è definita “acque blu” (fiu- essere catturata, in quanto si distribuisce in mi, laghi, zone umide e falde sotterranee) e maniera non uniforme defluendo verso il indica l’ammontare di acqua disponibile per mare1. Water Economy figura 1.5. destinazione delle precipitazioni 26 fonte: rogers, p., Affrontare la crisi idrica, in “Le scienze”, n. 482, ottobre 2008.
  • 29. 1.2 CoMe utIlIzzIaMo l’aCqua: aGrIColtura, InduStrIa e faMIGlIe a l fine di analizzare l’efficienza nell’uso delle risorse idriche disponibili va considera- Il Settore aGrIColo ta anche la destinazione delle stesse. In questo senso i dati evidenziano chiaramente da Solo IMpIeGa CIrCa un’allocazione fortemente sbilanciata verso il settore agricolo, che da solo impiega Il 70% deI ConSuMI circa il 70% dei consumi mondiali di acqua dolce. Tale valore è ancor più elevato nei Paesi MondIalI dI aCqua a reddito medio/basso (in alcuni Paesi in via di sviluppo raggiunge il 95%), mentre in quelli dolCe. sviluppati il peso dell’industria sui consumi totali è largamente predominante (59%). Water Economy In particolare, se si considerano le aree geografiche, il peso dell’industria è particolarmente evidente in Europa e nel Nord America, dove conta – in termini di consumi idrici – rispet- tivamente, per il 52,4% e il 48%. Mentre in Sud America e in Asia, dove i consumi idrici per l’utilizzo industriale pesano rispettivamente per il 10,3% e 5,5%, si conferma un netto sbilanciamento a favore dell’agricoltura (rispettivamente 70,7% e 87,6%). 27 Anche l’analisi dei prelievi di risorse idriche per uso agricolo in alcuni Paesi campione con- ferma questi dati. La Figura 1.8 mostra infatti differenze evidenti tra l’utilizzo di acqua in agricoltura in Paesi quali l’India o la Grecia, ad esempio, e la Francia o la Germania, caratterizzati rispettivamente da un prelievo per uso agricolo pari al 90-88% e al 12-3% del consumo totale di acqua dolce. L’industria rappresenta il secondo settore a livello globale per prelievo di risorse idriche (dopo l’agricoltura) e impiega circa il 22% dei consumi di acqua dolce (cfr. Figura 1.6). A seconda dei comparti produttivi si riscontra un’elevata variabilità delle quantità di acqua prelevata. Praticamente tutte le produzioni sono basate sull’uso dell’acqua, sia direttamente (quale ingrediente nei prodotti per uso umano come nel caso del settore alimentare, delle bevande, della farmaceutica, ecc.) sia indirettamente (all’interno dei cicli produttivi). Come anticipato precedentemente (Figura 1.7), l’analisi dei prelievi di risorse idriche per uso industriale nel periodo 1987-2003 mostra come i principali Paesi responsabili del mag- gior consumo di risorse idriche siano localizzati in Nord America e in Europa orientale e occidentale (cfr. figure 1.9 e 1.12). Il prelievo estremamente contenuto di acqua per uso industriale in Paesi africani, asiatici e dell’America centrale come Mali, Cambogia e Haiti sottolinea invece il forte prevalere dell’agricoltura sull’industria in economie prevalentemente rurali e caratterizzate anche da condizioni di estrema povertà. Infine, per quanto riguarda la disponibilità d’acqua per uso domestico, l’ONU indica in 20-50 litri di acqua dolce il fabbisogno minimo giornaliero pro capite necessario ad assicurare i bisogni primari legati all’alimentazione e all’igiene. Nel mondo, più di una persona su sei non raggiunge questi standard. Le conseguenze di una simile sperequazione sono significative non solo da un punto di vista di efficienza economica, ma anche e soprattutto umanitario e sanitario. Dal punto
  • 30. di vista dell’utilizzo medio pro capite giornaliero, i dati delle Nazioni Unite2 indicano come il consumo a livello mondiale vari notevolmente tra i diversi Paesi, soprattutto tra sviluppati e in via di sviluppo: si passa ad esempio dai 575 litri degli Stati Uniti ai 385 dell’Italia e ai 285 della Francia, dai 180 del Brasile ai 135 dell’India e agli 85 della Cina. figura 1.6. Il prelievo delle risorse idriche per tipologia di settore e livello di reddito: lo stato attuale MONDO 70% 22% 8% PAESI A REDDITO ELEVATO 30% 59% 11% PAESI A REDDITO MEDIO/BASSO 82% 10% 8% agricoltura industria usi domestici Water Economy fonte: WBCsd, Facts and Trends – Water, cit. figura 1.7. Il prelievo delle risorse idriche per tipologia di settore e area geografica: 28 lo stato attuale industria agricolo domestico fonte: fao Water, Water at a Glance, 2007.
  • 31. figura 1.8. utilizzo di acqua per uso agricolo in alcuni paesi (in percentuale dell’utilizzo totale) India Grecia Turchia Argentina Cina 90% 88% 74% 66% 65% Spagna Brasile Italia Stati Uniti Russia 65% 55% 44% 40% 20% Francia Canada Svezia Germania 12% 12% 9% 3% Water Economy fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti da fao, aquastat database, 2010 (ultimi dati disponibili). figura 1.9. Utilizzo di acqua per uso industriale per aree geografiche, 1987-2003 29 america 600 nord 500 400 europa orientale occidentale 300 europa medio oriente 200 asia orientale africa sud-orientale sud america africa Centrale asia pacifica 100 nord africa sud africa 0 fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati www.worldmapper.org.
  • 32. i sistemi d’irrigazione in india, pakistan e Bangladesh: dai canali ai pozzi nel corso dell’ultimo secolo l’asia meri- agricoltori le possibilità di accedere all’oc- dionale ha visto profondamente cambiare correnza all’acqua per uso agricolo (come i propri sistemi di irrigazione. mostrato dall’incremento delle aree irri- il dominio coloniale britannico ha lasciato gate), la proliferazione di un numero così a paesi quali india, pakistan e Bangladesh consistente di pozzi impone una riflessio- l’infrastruttura centralizzata di canali per ne, da parte dei governi dei paesi coin- l’irrigazione più grande del mondo. volti, circa la pressione esercitata sulle tuttavia, come mostrato dalla figura 1.10, risorse idriche sotterranee. tali sistemi di irrigazione di superficie sono si stima infatti che, nei prossimi vent’anni, oggi stati sostituiti dall’utilizzo delle acque un quarto del cibo coltivato in india sarà sotterranee prelevate attraverso milioni di a rischio se il paese non affronterà il pro- pozzi non regolamentati. blema della gestione delle acque sotter- Water Economy sebbene tale trasformazione abbia incre- ranee prelevate in agricoltura. mentato in modo significativo per i piccoli 30 figura 1.10. trasformazione dei sistemi di irrigazione in India, pakistan e Bangladesh, 1800-2000 250 200 Area irrigata 150 100 50 0 1800 1850 1885-86 1936-39 1970-71 1999-2000 Anno Canali governativi Tutti i sistemi di irrigazione fonte: Chartres, C. e s. varma. Out of Water: From Abundance to Altri sistemi di irrigazione Scarcity and How to Solve the World’s Water Problems, ft press, upper Pozzi saddle river, nJ, 2010.
  • 33. Uso insostenibile dell’acqua in agricoltura ll lago d’Aral pesticidi che, per far posto alle piantagio- il lago d’aral è vittima di uno dei più gravi ni, hanno inquinato il terreno circostante. disastri ambientali3 provocati dall’uomo. Come mostrato dalla figura 1.11, già alla Con una superficie originaria di 68.000 fine degli anni ottanta, il lago aveva perso km2, dal 1950 il lago si è ridotto di circa circa il 60% del suo volume rispetto alle l’85% a causa di un piano di coltura inten- origini, la sua profondità era diminuita di siva voluto dal regime sovietico nell’im- circa 16 metri e la linea della costa era arretrata in alcuni punti anche di 150 chilometri lasciando al posto del lago un deserto di sabbia salata. inoltre la pesca, attività che nel 1950 garantiva 44.000 Water Economy tonnellate di pesce all’anno sostenendo in tal modo più di 60.000 posti di lavoro, nel 1989 era letteralmente sparita. oggi gran parte dell’area è inabitabile, a causa del vento che spira costantemente traspor- 31 tando sabbia salata e tossica e delle malattie respiratorie e renali che hanno un’incidenza altissima sulla popolazione locale. figura 1.11. lago d’aral 1989-2008 fonte: unep/grid-arendal, Il Colorado e i laghi Vital Water Graphics 2, 2008 (maps.grida.no/go/graphic/thedisappearanceofthe-aral-sea). Powell e Mead mediato dopoguerra. L’acqua dei due fiu- mi immissari – amu darya e syr darya – è anche nei paesi sviluppati le carenze stata prelevata, tramite l’uso di canali, per idriche stanno diventando sempre più irrigare i vasti campi di cotone delle aree frequenti, a causa della realizzazione di circostanti. impianti idroelettrici e di un uso indiscri- il piano di sfruttamento delle acque dei minato in ambito agricolo. fiumi a scopo agricolo aveva il preciso negli stati uniti, per esempio, di recente scopo di «far morire serenamente il lago la siccità ha colpito molte città della ge- d’aral». La necessità di acqua era infatti orgia settentrionale e vaste aree del sud- così abbondante che il regime sovietico ovest del paese. dichiarò che l’enorme lago era ritenuto emblematico è il caso dei laghi artifi- uno spreco di risorse idriche utili all’agri- ciali mead e powell, entrambi alimentati coltura, nonché «un errore della natura» dall’ormai esausto fiume Colorado, la cui che andava corretto. per questo motivo portata totale va da 113 m2/sec durante era necessario ridurre il lago a una gran- la siccità a 28.000 m2/sec durante i pe- de palude acquitrinosa, affinché fosse fa- riodi di massima piena. cilmente utilizzabile per la coltivazione del oggi una portata di oltre 2000 m2/sec riso, utilizzando a tale scopo diserbanti e è rara, a causa dell’effetto stabilizzato-
  • 34. re recato dalla costruzione dei grandi mo alimenta: «Circa 30 milioni di per- bacini per centrali idroelettriche nel sone dipendono da quest’acqua. un fiu- basso corso. me esausto potrebbe scatenare il caos Col passare degli anni, i segni di colore in sette stati: Colorado, utah, Wyoming, bianco lasciati dalla piena dei laghi lungo new mexico, arizona, nevada e Califor- le pareti del canyon si abbassano sempre nia. inoltre la riduzione della portata del più, testimoniando in tal modo il progres- fiume Colorado comporterebbe quasi sivo declino di questi due bacini. certamente un notevole caos economico, anche il “new York times magazine”, in minacciando i futuri impieghi d’acqua ad un articolo dell’ottobre 2007 dal titolo uso agricolo, industriale e per le crescenti The Future Is Drying Up (“il futuro si sta municipalità. […] se i più grandi giaci- prosciugando”), ha evidenziato l’insoste- menti d’acqua del sud-ovest degli stati nibilità della situazione in cui vertono il uniti si svuoteranno, la regione in futuro fiume Colorado e i laghi che quest’ulti- vivrà un’apocalisse, un armageddon»4. Water Economy 32 Lago mead Lago powell
  • 35. figura 1.12. principali paesi per utilizzo di acqua per uso industriale, 1987-2003 (metri cubi d’acqua) 1303 Bulgaria 1200 1061 1009 Serbia e Montenegro Canada 900 723 Stati uniti 600 520 497 453 Slovenia azerbaijan 389 388 383 Moldavia Germania francia romania 300 Water Economy 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 0 33 figura 1.13. ultimi paesi per utilizzo di acqua per uso industriale, 1987-2003 (metri cubi d’acqua) 1,25 1,22 1,2 rep. dem. del Congo Haiti 1,11 Mali 0,96 0,87 etiopia 0,9 niger 0,66 0,65 0,64 tanzania 0,6 Mozambico uganda 0,48 Chad 0,36 Cambogia 0,3 183° 184° 185° 186° 187° 188° 189° 190° 191° 192° 0,0 fonte: rielaborazioni the european house-ambrosetti su dati www.worldmapper.org.
  • 36. figura 1.14. popolazione con accesso ad acqua potabile nel 2008 Water Economy 91-100% <50% 76-90% dati mancanti o insufficienti 50-75% 34 fonte: Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, aggiornamento 2010. figura 1.15. utilizzo medio pro capite giornaliero d’acqua (litri giornalieri pro capite) 600 575 Stati uniti 500 400 385 Italia 320 300 300 285 Spagna norvegia francia 194 200 180 Germania 135 Brasile 85 India 100 Cina 0 fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati Chartres e varma, Out of Water, cit.
  • 37. Water Economy 35 Catherine Karnow/National Geographic Image Collection
  • 38. 1.3 la SCarSItà d’aCqua oGGI l’ attuale domanda d’acqua, già molto elevata, crescerà costantemente in futuro (come illustrato nei paragrafi seguenti) provocando una situazione di progressiva scarsità, soprattutto in alcune aree del Pianeta. A livello teorico si parla di “scarsità d’acqua” quando la domanda di risorse idriche da parte dell’uomo e dell’ecosistema è maggiore delle risorse disponibili. Si può distinguere tra scarsità ambientale e scarsità economica. Water Economy dal punto dI VISta Dal punto di vista ambientale l’acqua è considerata “scarsa” quando più del 75% del- aMBIentale l’aCqua le risorse fluviali e sotterranee vengono prelevate per essere impiegate nell’agricoltura, è ConSIderata nell’industria e per uso domestico: in questo caso lo sfruttamento si sta avvicinando (o ha “SCarSa” quando già oltrepassato) al limite di sostenibilità. 36 pIù del 75% delle Si parla invece di “incipiente scarsità” d’acqua dal punto di vista ambientale quando più rISorSe fluVIalI e Sotterranee del 60% delle acque fluviali vengono prelevate, lasciando al prossimo futuro una quantità VenGono d’acqua insufficiente. preleVate per In termini tecnici, la scarsità economica si verifica invece quando ostacoli legati ai capi- eSSere IMpIeGate tali umani, istituzionali e finanziari impediscono l’accesso all’acqua, anche se le risorse nell’aGrIColtura, idriche sarebbero disponibili a livello locale e potrebbero soddisfare il fabbisogno umano. nell’InduStrIa e In particolare, si parla di scarsità economica quando meno del 25% dell’acqua fluviale per uSo doMeStICo: In queSto CaSo lo può essere prelevata per soddisfare il fabbisogno umano. SfruttaMento SI Sta In base al criterio ambientale, a livello mondiale le aree caratterizzate da scarsità d’acqua aVVICInando (o Ha sono principalmente nel Nord Africa, in alcune aree interne dell’Asia meridionale, in par- GIà oltrepaSSato) te dell’Australia e degli Stati Uniti sud-orientali. Se invece si analizza la scarsità d’acqua al lIMIte dI dal punto di vista economico, è possibile notare come le aree maggiormente colpite siano SoStenIBIlItà. quelle dell’Africa centrale e di una parte della penisola indiana.
  • 39. figura 1.16. aree con scarsità d’acqua dal punto di vista ambientale ed economico Water Economy 37 scarsità d’acqua dal punto di incipiente scarsità d’acqua non stimato vista economico dal punto di vista fisico scarsità d’acqua dal punto di poca o nessuna carenza vista fisico d’acqua fonte: Comprehensive Assessment of Water Management in Agriculture, 2007.
  • 40. Jim Brandenburg/Minden Pictures/National Geographic Image Collection 38 Water Economy
  • 41. Lo scenario globale dell’acqua in pillole Buone e cattive notizie: 5,7 miliardi di persone hanno accesso ad C’è molta acqua al mondo… ma non sem- acqua pulita… ma 800 milioni no. pre dove serve. quattro miliardi di persone dispongono di L’acqua è gratuita in natura… ma le infra- impianti igienico-sanitari di base… ma 2,5 strutture per distribuirla sono estrema- miliardi no. mente costose. milioni di persone cercano di uscire dalla in molte aree del pianeta, l’acqua è facil- loro condizione di povertà… mentre i più mente accessibile a costi contenuti… ma ricchi utilizzano più acqua del necessario. la gente dà per scontato che sarà sempre il ritmo di industrializzazione sta cre- disponibile. scendo… anche se l’industria necessita di La natura ricicla e purifica costantemente maggiore acqua dolce. l’acqua dei fiumi e dei laghi… ma l’uomo L’industria sta diventando sempre più ef- Water Economy sta inquinando l’acqua più velocemente di ficiente nell’utilizzo dell’acqua… anche se quanto la natura la ricicli. molte imprese utilizzano ancora l’acqua in C’è un grande ammontare di acqua sot- modo non sostenibile e inefficiente. terranea… ma l’uomo la sta utilizzando La consapevolezza del problema dell’ac- 39 più velocemente di quanto la natura rie- qua è in aumento… ma tradurre tale con- sca a rimpiazzarla. sapevolezza in azioni è un processo lento.
  • 42. 1.4 perCHé auMenta la doManda d’aCqua a partire dall’attuale disponibilità e impiego delle risorse idriche, è interessante de- lineare un quadro sintetico delle principali cause che, all’interno del contesto di riferimento, incideranno in futuro sulla domanda di acqua a livello mondiale: - l’incremento demografico e il processo di urbanizzazione; - l’aumento del benessere della popolazione con conseguente cambiamento delle abitudi- ni alimentari; Water Economy - lo sviluppo socio-economico e la produzione di biocarburanti. 1.4.1 l’incremento demografico e il processo di urbanizzazione 40 SI StIMa CHe entro Tra le cause che influiranno in futuro sulla domanda di acqua a livello mondiale, un ruolo parti- Il 2025 I prelIeVI dI colarmente significativo è giocato dalla dinamica demografica e dalla crescente urbanizzazione. aCqua neCeSSarI a Le stime relative all’incremento demografico indicano che la popolazione globale aumente- SoddISfare I BISoGnI rà fino a oltre 8 miliardi di persone nel 2030 e raggiungerà i 9 miliardi nel 2050. della popolazIone auMenteranno del 50% neI paeSI In VIa dI SVIluppo e del 18% In figura 1.17. Incremento demografico e urbanizzazione quellI SVIluppatI. 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 2030 fonte: united nations de- partment of economic and popolazione rurale nei paesi più sviluppati popolazione rurale nei paesi meno sviluppati social affairs (undesa), World Urbanization Prospects, 2007. popolazione urbana nei paesi più sviluppati popolazione urbana nei paesi meno sviluppati
  • 43. La popolazione mondiale utilizza già il 54% delle risorse idriche di acqua dolce contenute in fiumi, laghi e falde acquifere accessibili. Al crescere della popolazione, si stima che entro il 2025 i prelievi di acqua necessari a soddisfare i bisogni aumenteranno del 50% nei Paesi in via di sviluppo e del 18% in quelli sviluppati. In particolare, il fabbisogno alimentare mondiale nel 2025 risulterà in crescita del 55% rispetto ai dati del 1998, comportando un aumento del fabbisogno idrico per l’irrigazio- ne pari ad almeno il 14%. Al contempo, aumenterà la domanda idrica per rispondere alle necessità igienico-sanitarie primarie, alla produzione di energia, allo sviluppo industriale. All’interno di un quadro caratterizzato da indubbie complessità, un elemento di ottimismo è rappresentato dalle stime dell’UNESCO5, secondo le quali l’incremento del volume di risorse idriche richieste per l’irrigazione (+14%) potrà essere inferiore rispetto all’incre- mento delle superfici irrigate (+34%), grazie all’adozione di tecniche più efficienti. Parallelamente, si registra la forte accelerazione del processo di urbanizzazione (come si può osservare anche dalla Figura 1.17, che evidenzia con chiarezza come la componente che ha registrato – e registrerà ancora in futuro – i maggiori tassi di crescita relativi sia quella della popolazione urbana nei Paesi meno sviluppati). Nel 2007, per la prima volta nella storia, la popolazione urbana ha superato quella rurale, con conseguenze dirette in termini di infrastrutture per l’accesso all’acqua6 (Figura 1.18). Aumentano, infatti, gli investimenti necessari a garantire la distribuzione dell’acqua a un numero crescente di cittadini e per il connesso trattamento e la depurazione delle acque Water Economy derivanti dagli usi domestici e industriali. 41 figura 1.18. una popolazione sempre più urbanizzata 10 TOTALE 8 popoLazione (miliardi) 6 URBANA 4 RURALE 2 0 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 2030 fonte: undesa, World Urbanization Prospects, cit.
  • 44. 1.4.2 aumento del benessere della popolazione e cambiamento delle abitudini alimentari L’aumento della popolazione mondiale e la maggiore capacità di spesa della popolazione dei Paesi in via di sviluppo si accompagnano al cambiamento delle abitudini alimentari e alla crescita delle calorie consumate (basti pensare che negli ultimi 20 anni il consumo di carne in Cina è più che raddoppiato e che entro il 2030 raddoppierà nuovamente). Questo determina un incremento delle risorse idriche prelevate, considerato che la pro- duzione di carne, latte, zucchero e olii vegetali richiede, mediamente, l’utilizzo di una maggiore quantità d’acqua rispetto alla produzione di cereali (per un maggiore approfon- dimento, si veda a tal proposito il Capitolo 3). In media, la produzione di una caloria di cibo richiede un litro di acqua evapotraspirata. Per una dieta vegetariana sono quindi necessari mediamente 2000 litri di acqua al giorno, contro 5000 litri giornalieri per una dieta ricca di carne bovina. Tale consumo di acqua sarebbe tuttavia più ridotto qualora le carni bovine fossero prodotte da bestiame alimen- tato attraverso pascoli irrigati e non con cereali. Secondo la FAO, il consumo medio pro capite di carne nei principali Paesi sviluppati è di circa 90 chili all’anno7, contro un consumo di 40 nell’Africa sub-sahariana e di 6 nell’Asia orientale. Si stima che nei Paesi in via di sviluppo si assisterà a un incremento del 2-4% annuo del consumo di carne nei prossimi 10 anni. Water Economy Per alimentare una popolazione di 9 miliardi di persone nel 2050, considerando un ap- porto calorico giornaliero medio di 3000 calorie, saranno necessari ulteriori 2500-3000 km3 di acqua dolce, valore stimato probabilmente per difetto rispetto a quello reale, in quanto fondato su una dieta a basso contenuto proteico e quindi a basso consumo di 42 risorse idriche prelevate. Questi dati, uniti alle previsioni di crescita della popolazione, sottolineano l’esigenza di un utilizzo più efficiente e produttivo dell’acqua esistente, al fine di ridurne al minimo il consumo totale. Des & Jen Bartlett/National Geographic Image Collection
  • 45. 1.4.3 lo sviluppo socio-economico e la produzione di biocarburanti Tra le cause della crescita della domanda futura di acqua incide notevolmente anche lo svi- luppo economico. Il miglioramento delle condizioni economiche e di vita della popolazione che vive nei Paesi emergenti, nonché l’espansione delle attività economiche – a partire da quelle industriali fino ai servizi e al turismo – comportano infatti pressioni crescenti sulle risorse idriche disponibili e sull’ecosistema naturale. È soprattutto la crescente domanda globale di energia8 a esercitare forti pressioni sulla domanda di risorse idriche. In particolare, la produzione di biocarburanti è aumentata in modo esponenziale negli ultimi anni9 (la produzione di etanolo dal 2000 a oggi è triplicata, attestandosi a 77 miliardi di litri prodotti nel 2008, e si stima possa raggiungere i 127 mi- liardi di litri entro il 201710), principalmente a causa dell’instabilità del prezzo del petrolio e del supporto delle politiche ambientali internazionali e nazionali. I biocarburanti, pur rappresentando potenzialmente un valido strumento per la riduzio- ne della dipendenza da fonti energetiche di origine fossile, esercitano una forte pressione sull’equilibrio del sistema idrico e sulla biodiversità di alcuni Paesi. Questo a causa della grande quantità d’acqua (e di fertilizzanti) necessari per la coltivazione di mais, canna da zucchero e altre colture dalle quali si ricavano i biocarburanti. In Cina e India, ad esempio, la produzione di mais e canna da zucchero si fonda su un utilizzo consistente dell’irrigazione, a differenza invece di Brasile e Stati Uniti, che, per la Water Economy produzione di etanolo, coltivano le medesime colture servendosi principalmente dell’ap- porto idrico pluviale. Per produrre un litro di biocarburante occorrono in media circa 2500 litri d’acqua11 (con variazioni anche rilevanti tra le diverse aree geografiche, a causa del ricorso più o meno ele- 43 vato all’irrigazione dei campi), che equivalgono al volume d’acqua necessaria per produrre una quantità di cibo sufficiente al fabbisogno calorico giornaliero di un uomo. A tal proposito le tabelle seguenti riportano sia l’impronta idrica (water footprint) dei prin- cipali biocarburanti, che un confronto con le principali fonti energetiche, evidenziando la forte pressione esercitata dai biocarburanti sul consumo di risorse idriche. figura 1.19. Confronto tra l’impronta idrica media delle fonti primarie di energia Impronta idrica media (m3/Gj) Fonti primarie di energia (escluse le biomasse e l’energia idroelettrica) energia eolica 0,0 energia nucleare 0,1 Gas 0,1 Carbone 0,2 energia termosolare 0,3 petrolio 1,1 Fonti primarie di energia: energia idroelettrica e biomasse energia idroelettrica 22 Biomasse olanda (valore medio) 24 Biomasse Stati uniti (valore medio) 58 Biomasse Brasile (valore medio) 61 fonte: gerbens-Leenesa, W., a.Y. hoekstra e t.h. van der meerb, The Water Footprint of Bioenergy, university of twente, 2008.
  • 46. figura 1.20. Impronta idrica media di dieci colture utilizzate per produrre etanolo e tre per biodiesel colture Total WF Blue WF Green WF Etanolo m per gj etanolo 3 Barbabietola da 59 35 24 zucchero patata 103 46 56 Canna da zucchero 108 58 49 Mais 110 43 67 Cassava 125 18 107 orzo 159 89 70 Segale 171 79 92 riso 191 70 121 Grano 211 123 89 Sprgo 419 182 238 Biodiesel m3 per gj biodiesel Soia 394 217 177 Semi di colza 409 245 165 jatropha 574 335 239 Water Economy fonte: gerbens-Leenesa, hoekstra e van der meerb, The Water Footprint of Bioenergy, cit. Rispetto ai “biocarburanti di prima generazione”, ottenuti in modo indiretto dalle biomasse 44 (grano, mais, bietola, canna da zucchero, ecc.), sono in corso alcuni studi in merito allo sviluppo di tecniche di produzione di biocarburanti volte a evitare l’insorgenza di problemi quali la riduzione di terreno agricolo disponibile per la produzione di alimenti o il cambio di destinazione agricola. I cosiddetti “biocarburanti di seconda generazione” sono infatti ottenuti attraverso la colti- vazione del miscanto (pianta graminacea diffusa in Oriente), delle alghe o la lavorazione di materiale lignocellulosico. Quest’ultimo è ottenuto attraverso la tecnica della pirolisi, che consente di trasformare la biomassa raccolta direttamente sul sito in uno speciale olio, inviato successivamente presso un impianto centralizzato per la sintesi dei carburanti veri e propri, abbattendo notevol- mente le spese di trasporto.
  • 47. 1.5 perCHé SI rIduCe la dISponIBIlItà d’aCqua a nalogamente all’esistenza di fattori che avranno un’influenza sulla domanda futura di acqua a livello mondiale, occorre analizzare anche quelle cause che, all’interno del contesto di riferimento, incideranno sulla riduzione della disponibilità d’acqua: l’au- mento dell’inquinamento e i cambiamenti climatici. Water Economy 1.5.1 l’inquinamento Tra le principali cause della riduzione della disponibilità d’acqua vi sono i problemi gene- rati dall’inquinamento, che minaccia la qualità delle risorse idriche disponibili. 45 In particolare, la crescita economica e l’affacciarsi sui mercati di ampie fasce di popo- lazione precedentemente escluse dal consumo di massa generano problematiche molto serie soprattutto sul versante della gestione dei rifiuti. Alcuni dati12 chiariscono in modo eclatante le dimensioni del problema. Si stima che ogni giorno due milioni di tonnellate di rifiuti generati dalle attività dell’uomo siano riversati oGnI GIorno due MIlIonI dI tonnellate nei corsi d’acqua. dI rIfIutI GeneratI Il contributo del settore alimentare alla produzione di sostanze di origine organica in- dalle attIVItà quinanti per l’acqua è del 40% nei Paesi sviluppati e del 54% in quelli in via di sviluppo. dell’uoMo Sono In questi ultimi, il 70% dei rifiuti industriali viene scaricato nei corsi d’acqua senza subire rIVerSatI neI CorSI alcun trattamento di depurazione, inquinando parte delle risorse idriche di acqua dolce d’aCqua. disponibili.
  • 48. il caso della cina: la crisi idrica «La Cina è sull’orlo della crisi idrica più disposizione una quantità d’acqua pro ca- grave del mondo, che potrebbe mettere pite pari a un terzo di quella a disposizione in discussione lo sviluppo economico degli degli abitanti delle metropoli occidentali, ultimi anni. […] il problema è grave e deve mentre nella Cina rurale si stima che oltre essere risolto prima che sia troppo tardi». 500 milioni di persone non abbiano acces- queste le parole di qiu Baoxing, vicemi- so ad acqua potabile. nistro delle costruzioni della repubbli- La situazione sta inoltre peggiorando a ca popolare Cinese, nel riferirsi alla sfida causa delle frequenti siccità, del movimen- imposta dalla scarsità e dall’inquinamento to di milioni di residenti dalle campagne dell’acqua al suo paese, quarto al mondo alle realtà urbane, di sistemi di depura- per disponibilità assoluta di risorse idri- zione e trattamento delle acque difettosi che, ma con una popolazione pari a 1,3 oppure obsoleti, nonché dell’accelerazione Water Economy miliardi di persone, che rendono la dispo- della desertificazione, che insieme al pre- nibilità annua pro capite13 cinese tra le più visto incremento demografico acuisce la basse del pianeta (2138 m3/anno contro i crisi idrica in cui versa l’intero paese, e che 46 10.231 degli stati uniti). potrebbe provocare entro il 2020, secondo La situazione del paese appare molto gra- una stima della Banca mondiale, circa 30 ve. pur ospitando alcuni tra i più grandi milioni di rifugiati ambientali. bacini fluviali al mondo, infatti, cinque dei sette14 maggiori fiumi del paese sono pro- fondamente inquinati, così come il 90% delle acque sotterranee, facendo sì che 700 milioni di cinesi, ogni giorno, bevano acqua contaminata. inoltre, la distribuzione delle risorse idriche nel paese è alquanto disomogenea, ten- denza destinata ad aumentare conside- rando la domanda futura d’acqua: alcune regioni sono già oggi naturalmente aride, altre (soprattutto nella Cina continentale e in corrispondenza delle principali megalo- poli) soffriranno nel 2030 di una concreta carenza d’acqua a causa dell’attuale miopia del governo nella gestione del problema idrico. meno della metà delle acque di scolo del paese viene infatti depurata e riciclata, mentre nelle 660 città il cattivo stato delle tubature provoca perdite medie intorno al 20% della fornitura totale di acqua. nella capitale, pechino, i residenti hanno a
  • 49. figura 1.21. divario tra la disponibilità attuale di risorse idriche e la domanda previ- sta d’acqua nel 2030 in Cina Song Nordovest Huang Liao Hai Huai Dimensione del gap Sudovest Surplus Moderato Sudest Consistente Water Economy Yangtze Pearl 47 figura 1.22. prelievi d’acqua per settore (valori in miliardi di m3) 900 Cagr 2005-2030 800 % 1,6 2,7% 700 600 500 2,9% 400 300 200 0,6% 100 0 2005 2015 2030 fonte: China environment situation factbook; China agriculture annual uso agricolo uso industriale uso domestico Book; 2030 Water resources group.
  • 50. 1.5.2 Il cambiamento climatico Un altro importante fattore che inciderà sulla disponibilità futura delle risorse idriche è il climate change. Vi è ormai un largo consenso in merito ai suoi effetti sull’acqua e sulla sua disponibilità15: - una forte contrazione della superficie terrestre e marittima coperta dai ghiacci (secondo alcune proiezioni, una parte consistente dei ghiacci artici potrebbe scomparire definiti- vamente entro la fine del XXI secolo); - un consistente aumento del livello medio del mare, che, nella seconda metà del XX seco- lo, è aumentato di 1,75 millimetri all’anno; - un graduale spostamento verso i poli delle tempeste non tropicali, con conseguenti effetti significativi su venti, precipitazioni e temperature; - un significativo incremento della frequenza di fenomeni “estremi”, quali intense precipi- tazioni o forti ondate di calore. L’aspettativa è quella di un incremento della portata dei fiumi e della disponibilità com- plessiva di acqua nell’emisfero settentrionale, mentre le aree tropicali e quelle semi-aride (principalmente il bacino del Mediterraneo, gli Stati Uniti orientali, il Sudafrica e il nord- est del Brasile) dovranno far fronte a un significativo declino delle risorse idriche, aumen- tando il rischio di episodi di siccità. In Africa le temperature più elevate, una maggiore evaporazione e la diminuzione delle Water Economy precipitazioni hanno contribuito, ad esempio, a ridurre il flusso d’acqua di molti grandi fiumi del 40%, provocando una siccità ricorrente nel Corno d’Africa. A causa dei profondi mutamenti indotti dai cambiamenti climatici, alcuni ecosistemi ter- restri e marini (tra questi il bacino del Mediterraneo) subiranno gravi conseguenze, so- 48 prattutto a causa della sensibile riduzione delle piogge. L’impatto del cambiamento climatico sull’ecosistema mediterraneo (in generale, su tut- ta l’Europa del sud) si manifesterà principalmente con una significativa riduzione della disponibilità d’acqua e della produttività delle colture. L’agricoltura in generale e alcune colture in modo specifico (fra tutte, quelle di cereali) saranno colpite significativamente dall’innalzamento delle temperature e dalle minori precipitazioni, mentre l’effetto negati- vo sul suolo sarà legato principalmente ad accentuati fenomeni di erosione. Più in generale, a livello mondiale sono individuabili due macro-trend che potrebbero impattare fortemente sugli ecosistemi, sia marini sia terrestri: - il forte incremento della concentrazione atmosferica di CO2, che genera il progressivo aumento dell’acidificazione degli oceani e delle acque, con conseguenze negative, sia sull’esistenza stessa degli ecosistemi marini, sia in relazione alla disponibilità (e ai con- nessi costi) delle risorse idriche utilizzabili per scopi umani; - il graduale rallentamento atteso della corrente meridionale dell’Oceano Atlantico (MOC–Meridional Overturning Circulation) nel corso del XXI secolo: per quanto diffi- cilmente stimabili, gli effetti dei cambiamenti strutturali di tale corrente avranno enormi impatti sugli ecosistemi marini, sulla concentrazione di CO2 e di ossigeno e, in generale, sulla vegetazione terrestre. L’IPCC16 prevede una possibile sensibile riduzione della qualità delle acque sia al livello del suolo sia al livello del sottosuolo, con significative implicazioni a livello sanitario. Inoltre uno degli effetti maggiormente critici del climate change e dei fenomeni ad esso ricondu- cibili è rappresentato dal sensibile aumento della pressione gravante sulle infrastrutture urbane e rurali legate all’acqua, che potrebbe generare non solo criticità allocative e distri- butive, ma anche un livello elevato di conflittualità fra Stati, soprattutto nei casi di accesso a bacini idrici comuni (transboundary waters).
  • 51. Come prevedibile, gli impatti dei cambiamenti climatici affliggeranno maggiormente i Paesi in via di sviluppo, particolarmente vulnerabili non solo a causa della loro posizione geografica, ma anche della loro debolezza istituzionale e finanziaria. Tali fattori, uniti a un’economia fondata sulla necessità di forti prelievi d’acqua per uso agricolo, minano la capacità di questi Paesi nel far fronte a una sensibile futura riduzione delle risorse idriche disponibili. Water Economy 49 Paul Nicklen/National Geographic Image Collection
  • 52. Michael Fay/National Geographic Image Collection 50 Water Economy
  • 53. Water Economy 51 l’IMpatto del CaMBIaMento ClIMatICo Sull’eCoSISteMa MedIterraneo (In Generale, Su tutta l’europa del Sud) SI ManIfeSterà prInCIpalMente Con una SIGnIfICatIVa rIduzIone della dISponIBIlItà d’aCqua e della produttIVItà delle Colture.
  • 54. L’impatto del cambiamento climatico in australia in seguito ai disastrosi effetti provocati dalla mentre il fiume murray ridurrà la propria siccità nel sud-est dell’australia, la national portata d’acqua del 61%. Water Commission ha finanziato nel 2005 Lo studio ha evidenziato inoltre come nel uno studio per approfondire la situazione 2030, a causa degli effetti del climate chan- delle risorse idriche nel bacino del murray- ge, l’area vivrà una situazione di siccità pari darling, il cui nome deriva dagli omonimi a quella sperimentata tra il 1997 e il 2006 fiumi che attraversano l’area. nel sud-est dell’australia, anche a causa Lo studio aveva l’obiettivo di stimare la di- di una forte riduzione delle precipitazioni sponibilità d’acqua attuale e futura (2030) come mostrato dalla figura seguente. del bacino e della falda acquifera dell’area di fronte a questa situazione che in futuro analizzata, considerando l’impatto che lo accomunerà numerosi paesi, lo studio ha sviluppo demografico, i cambiamenti clima- quindi sottolineato l’importanza e l’urgen- Water Economy tici e l’interazione tra acque di superficie e za di individuare delle risposte chiare per sotterranee avranno sulle risorse idriche. affrontare un tema chiave per lo sviluppo tra i principali risultati è così emerso che futuro: produrre “più cibo” per alimentare 52 entro il 2030 la disponibilità d’acqua nel popolazioni sempre più numerose, in pre- bacino del murray-darling diminuirà del senza di “risorse idriche sempre più scarse”. 9-11% nel nord dell’area e del 13% nel sud, figura 1.23. Impatto del climate change sulla disponibilità di acqua nel sud-est 1000 dell’australia 900 Totale annuo afflusso totale annuo* verso le dighe di perth** (in galloni) 800 1911-1974 portata (338 galloni) 1975-1996 portata (177 galloni) 700 2001-2008 portata (81,8 galloni) 600 500 400 300 2009 (124,1 gL) 200 100 0 1911 1913 1915 1917 1919 1921 1923 1925 1927 1929 1931 1933 1935 1937 1939 1941 1943 1945 1947 1949 1951 1953 1955 1957 1959 1961 1963 1965 1967 1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 note: * si considerano, con anno, i mesi da maggio ad aprile / **afflusso considerato fino al giorno 21 ottobre 2009 fonte: Water Corporation, perth.
  • 55. 1.6 Il ruolo delle teCnICHe 1.6.1 le tecniche di irrigazione l’apporto IdrICo Accanto alle tecnologie emergenti per la gestione dell’acqua, un ruolo importante è giocato pluVIale GarantISCe anche dalle moderne tecniche di irrigazione. adeGuate rISorSe Nel comparto agricolo, infatti, l’apporto idrico pluviale garantisce adeguate risorse all’80% all’80% della della superficie coltivata a livello mondiale, mentre il restante 20% si basa sull’irrigazione. SuperfICIe ColtIVata Water Economy Le tecniche di irrigazione, responsabili del 40% della produzione agricola totale, consen- a lIVello MondIale, tono però di ottenere rendimenti superiori, in quanto permettono di incrementare la pro- Mentre Il reStante 20% SI BaSa duttività dei terreni agricoli tramite una maggior quantità d’acqua resa disponibile per le Sull’IrrIGazIone. colture. 53 Si stima infatti che il massimo rendimento che può essere ottenuto dall’irrigazione sia più del doppio di quello che può essere ottenuto attraverso l’apporto idrico pluviale. Le moderne tecniche di irrigazione favoriscono inoltre anche il risparmio idrico, confer- mando quindi in tal modo l’importanza dell’irrigazione soprattutto per i Paesi in via di sviluppo, in molti casi caratterizzati da un apporto pluviale limitato. L’irrigazione a goccia (si veda box successivo), in particolare, si sta diffondendo molto velo- cemente nelle aree in cui la risorsa idrica è limitata, in quanto consente il risparmio idrico riducendo l’evapotraspirazione e il drenaggio in profondità, dal momento che l’acqua può essere somministrata con maggiore precisione alle radici delle piante rispetto a quanto ac- cade nei sistemi di irrigazione a pioggia o a scorrimento. L’irrigazione rimane quindi un elemento chiave per permettere soprattutto ai Paesi con una maggiore scarsità d’acqua di alimentare la propria popolazione, in quanto una gestione efficiente – e combinata con fertilizzanti e varietà di sementi – delle pratiche di irrigazione costituisce il modo migliore per aumentare la produttività e la sicurezza alimentare. fonte: fao Water, Water at a Glance, cit.
  • 56. L’irrigazione a goccia i primi esperimenti che combinava- quell’accordo segnò la nascita di neta- no irrigazione delle radici e drenaggio fim, un’azienda per la produzione di im- sfruttando tubi sotterranei in terracotta pianti di irrigazione a goccia che sorse furono condotti in germania intorno al proprio in mezzo ai campi del kibbutz. 1860, e furono sempre tedeschi, tra gli nel giro di pochi anni l’azienda si è af- anni venti e trenta, i primi tentativi di ir- fermata in tutto il mondo come leader rigare le coltivazioni praticando perfora- dei sistemi di microirrigazione, di cui zioni nei tubi. è arrivata a coprire più di un terzo del La moderna tecnica di irrigazione a goc- mercato, sviluppando anche altri prodot- cia, facilitata dall’avvento delle materie ti di interesse agricolo e, negli anni più plastiche, è stata introdotta sul finire recenti, tecnologie ecocompatibili per la degli anni Cinquanta da simcha Blass – produzione di biocarburanti. Water Economy agronomo e ingegnere, ebreo polacco di oggi netafim è compartecipata da tre nascita, trasferitosi in palestina intorno kibbutz: hatzerim, magal e Yiftach, ope- al 1930 – che la brevettò e nel 1965 ne ra in 110 paesi e ha 30 sedi sussidiarie. 54 concesse la licenza di produzione al kib- Con 2000 dipendenti e 11 impianti di butz hatzerim. produzione, nel 2006 ha raggiunto un fatturato di 400 milioni di dollari. J. Baylor Roberts/National Geographic Image Collection
  • 57. 1.6.2 le tecnologie emergenti Le Nazioni Unite hanno individuato, all’interno del rapporto Water in a Changing World17 (al quale si rimanda per un maggiore approfondimento di questo aspetto), alcune aree principali di sviluppo tecnologico rilevanti per la futura gestione delle risorse idriche, tra cui: - ricerca e sviluppo in campo ambientale; - energie rinnovabili e bioenergia; - nanotecnologie; - ICT (Information and Communication Technology). Il primo punto è di carattere generale, trasversale a diverse tematiche ambientali tra cui quella della gestione dell’acqua. In numerosi Paesi sviluppati si è assistito negli ultimi anni a un aumento della spesa in ricerca e sviluppo in ambito ambientale, al fine di pro- muovere tecnologie innovative che permettessero di migliorare la qualità dell’ambiente. Questo trend non è però osservabile, quanto meno con la stessa intensità, nei Paesi in via di sviluppo. Pertanto il trasferimento tecnologico va orientato dai Paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo, per garantire a questi ultimi una crescita sostenibile anche dal punto di vista ambientale. Per quanto riguarda la ricerca legata alle energie rinnovabili, essa ha beneficiato re- centemente del deciso orientamento politico verso la riduzione delle emissioni nocive Water Economy per l’atmosfera. Grazie a questi sforzi, in questa fase si stanno realizzando importanti innovazioni tecnologiche che favoriranno un impiego crescente delle fonti rinnovabili, ad esempio nel campo dell’energia solare, dell’energia prodotta dallo sfruttamento delle maree, dei sistemi geotermici di nuova generazione e di quelli basati sull’integrazione di 55 diverse fonti bioenergetiche. Tuttavia, nel prossimo futuro, solo una parte della doman- da energetica sarà realizzata per mezzo delle rinnovabili, mentre le fonti tradizionali (combustibili fossili ed energia nucleare) saranno ancora predominanti. Queste fonti generano impatti rilevanti anche dal punto di vista del consumo di acqua. Basti pensare, infatti, che per generare un megawattora di elettricità sono necessari 2 m3 di acqua a partire dal carbone, 2,5 m3 utilizzando l’energia nucleare e 4 m3 impiegando quale fonte il petrolio. Un filone in forte crescita, recentemente al centro anche del dibattito scientifico ed economico, è quello della ricerca e delle applicazioni legate alla bioenergia. Se da un lato queste fonti energetiche appaiono avere un minore impatto sull’inquinamento, cau- sando minori emissioni nocive per l’atmosfera, dall’altro risultano avere un effetto di maggiore utilizzo delle risorse idriche, richiedendo un consumo ingente d’acqua per la loro coltivazione. Le nanotecnologie sembrano avere un grande potenziale in relazione alle tecniche di desalinizzazione e di depurazione delle acque da metalli inquinanti, permettendo in prospettiva di recuperare, a costi contenuti, quantità d’acqua per uso domestico, per la sanità e per l’irrigazione. In particolar modo i dispositivi di desalinizzazione permettono di sfruttare l’enorme risorsa costituita dal mare, visto che il 97% dell’acqua sulla Terra è salata. Recentemente si è ottenuta una sostanziale riduzione dei costi per una delle tecno- logie di desalinizzazione più efficienti (la membrana a osmosi inversa) grazie all’ap- plicazione di una serie di miglioramenti tra cui membrane che necessitano di minore pressione, e quindi minore energia, e una modularità dei sistemi, che semplifica la costruzione degli impianti.
  • 58. Molte città costiere presto potranno disporre di nuove fonti di acqua potabile adottando que- sta tecnologia già impiegata in desalinizzatori costruiti a Singapore e a Tampa, in Florida. Infine, trasversale a tutte le innovazioni tecnologiche attuali e future, va considerata la diffusione delle tecnologie legate all’informazione e comunicazione (ICT). Questa è quanto mai necessaria per generare conoscenza dei fenomeni e delle possibilità ap- plicative, fornendo un apporto fondamentale in termini di monitoraggio dello stato di sfruttamento e inquinamento delle risorse idriche mondiali. Water Economy 56 Bobby Haas/National Geographic Image Collection
  • 59. 1.7 SCenarI futurI S e la fotografia attuale della disponibilità e degli impieghi di risorse idriche è quella nel 2030 l’aGrIColtura rappresentata nei paragrafi precedenti, le proiezioni future non suggeriscono una Sarà anCora Il CoMparto situazione molto diversa: si stima che nel 2030 l’agricoltura rappresenterà anco- Con Il MaGGIore aSSorBIMento dI rISorSe ra il comparto con il maggiore assorbimento di risorse idriche mondiali18, mentre il peso IdrICHe MondIalI, Mentre dell’industria rimarrà stabile o tutt’al più in lieve diminuzione, grazie soprattutto all’incre- Il peSo dell’InduStrIa mento di efficienza che caratterizzerà i processi produttivi. Il prelievo d’acqua per utilizzi rIMarrà StaBIle. Il Water Economy domestici (a partire dalle necessità igienico-sanitarie) subirà invece un rapido incremento, prelIeVo d’aCqua per sorpassando il settore industriale. utIlIzzI doMeStICI SuBIrà InVeCe un rapIdo InCreMento, SorpaSSando Il Settore 57 InduStrIale. figura 1.24. Il prelievo delle risorse idriche per tipologia di settore: le prospettive future totale di acqua utilizzata uso agricolo uso industriale uso domestico 2030 2020 2010 2000 1990 1980 1970 1960 1950 fonte: WBCsd, Facts and Trends - Water, cit.
  • 60. SI StIMa CHe una quota CoMpreSa tra Il 15% In particolare, analizzando l’incremento del prelievo di risorse idriche negli anni 2005- e Il 35% deGlI attualI 2030 per area geografica, si osserva come l’incremento più consistente della domanda d’ac- prelIeVI d’aCqua per qua per uso agricolo avverrà principalmente in Paesi emergenti come l’India – dove il com- IrrIGazIone non Sarà parto agricolo inciderà per oltre il 10% sul PIL del Paese nel 2030 – e l’Africa sub-sahariana, SoStenIBIle In futuro. mentre l’aumento più consistente per uso industriale si verificherà soprattutto in Cina. figura 1.25. Incremento del prelievo di risorse idriche per tipologia di settore e per area geografica 2005-2030 Cina 178 300 54 india 338 89 40 africa sub-sahariana 320 28 92 resto dell’asia 243 117 80 nord america 181 124 21 europa 72 100 12 sud america 89 68 23 oceania 21 7 Water Economy 0 100 200 300 400 500 600 uso agricolo uso industriale uso domestico 58 fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati 2030 Water Resources Global Water Supply and Demand Model, international food policy research institute. Il grado di scarsità delle risorse idriche, in chiave prospettica, si può valutare analizzando l’am- montare di acqua prelevata nelle varie aree geografiche mondiali a fronte delle risorse disponibili. A causa della crescita demografica, dell’elevato costo delle tecniche di irrigazione che spes- so eccede le possibilità economiche dei piccoli agricoltori di molti Paesi in via di sviluppo, del permanere di pratiche di irrigazione inefficienti e della crescente competizione per l’u- tilizzo delle risorse idriche, si stima che una quota compresa tra il 15% e il 35% degli attuali prelievi d’acqua per irrigazione non sarà sostenibile in futuro19. Nel 1995 le aree caratterizzate da un elevato tasso di prelievo (superiore al 20%) erano infatti localizzate nel sud degli Stati Uniti, nel Nord Africa, in alcune aree dell’Europa occi- dentale, nella penisola arabica e in alcune zone del Sud-Est Asiatico. Nello scenario prospettico al 2025 (Figura 1.27) la situazione appare drammaticamente peggiore in termini di rapporto tra risorse utilizzate e disponibili. Si stima infatti che la superficie mondiale caratterizzata da un tasso di prelievo superiore al 20% aumenterà so- stanzialmente rispetto al 1995, allargandosi all’intero territorio degli Stati Uniti e a buona parte dell’Europa continentale e del sud dell’Asia, con ampie zone localizzate in Africa e nella penisola indiana20 che registrano tassi superiori al 40%. L’India in particolare, a causa del forte incremento demografico previsto, vivrà in futuro la sfida di dover produrre più cibo con meno acqua a disposizione. La situazione non appare diversa se si considera direttamente la disponibilità prospettica di acqua pro capite nelle diverse aree mondiali: l’Africa passerà dai quasi 16.000 m3 pro capite del 1960 a meno di 4000 nel 2025, l’Asia da circa 6000 a circa 2000, il Medio Oriente e il Nord Africa dai circa 4000 del 1960 a meno di 2000 nel 2025.
  • 61. figura 1.26. ammontare di acqua prelevata rispetto alle risorse disponibili – due scenari a confronto: 1995 e 2025 1995 Water Economy 2025 59 oltre il 40% dal 40% al 20% dal 20% al 10% meno del 10% fonte: WBCsd, Business in the World of Water. WBCSD Water Scenarios to 2025, 2006. Si delinea dunque uno scenario futuro particolarmente difficile, che richiede fin d’ora scel- oGnI 22 Marzo, te avvedute e coraggiose, in grado di incidere sulle tendenze in atto. Appare altresì evidente da 18 annI, SI SVolGe la la necessità di una riflessione approfondita finalizzata all’individuazione di un modello di GIornata MondIale crescita realmente sostenibile, che garantisca l’accesso al cibo a una popolazione mondiale dell’aCqua. in crescita, a fronte di risorse idriche sempre più scarse.
  • 62. Le iniziative relative all’acqua 22 marzo: la Giornata infatti, la maggior parte della popolazione Mondiale dell’Acqua mondiale (3,3 miliardi di persone) vive in contesti urbani che continuano a crescere L’organizzazione di una giorna- a ritmi più serrati di quanto le infrastrut- ta internazionale per celebrare ture igienico-sanitarie urbane siano in l’acqua venne raccomandata21 grado di fare. il 38% di tali realtà è co- nel 1992 alla Conferenza delle stituita da slum (baraccopoli) in espansio- nazioni unite su ambiente ne, caratterizzati da inadeguate o assenti e sviluppo (un-Ced) e infrastrutture sanitarie per il trattamento successivamente adotta- dell’acqua. ta dall’assemblea generale obiettivo della giornata mondiale dell’ac- dell’onu che, il 22 mar- qua 2011 è stato quindi quello di focaliz- Water Economy zo 1993, organizzò la prima zare l’attenzione internazionale sull’impatto giornata mondiale dell’acqua. della rapida crescita della popolazione ur- questa ricorrenza è stata prevista all’interno bana sui sistemi di gestione dell’acqua, con delle direttive dell’agenda 21, risultato della l’intento di incoraggiare i governi, le comu- 60 conferenza di rio de Janeiro del 3-14 giu- nità e i singoli individui a intervenire per gno 1992, anche ricordata come il “summit combattere la sfida imposta dall’urbanizza- della terra”. si è trattato del primo incontro zione nella gestione dell’acqua nelle città. mondiale dei capi di stato sull’ambiente, che hanno dibattuto sui temi dei modelli di pro- I temi affrontati nelle duzione, delle risorse di energia alternativa passate edizioni per sostituire l’utilizzo di combustibile fossile ritenuto responsabile del cambiamento cli- Con l’obiettivo di sottolineare l’importanza matico globale, dei sistemi di pubblico tra- delle acque dolci e incentivare la sosteni- sporto per ridurre le emissioni dei veicoli e bilità nella gestione delle risorse idriche, le infine della crescente scarsità d’acqua. passate iniziative dedicate all’acqua hanno È stato un evento senza precedenti sia in risvegliato l’attenzione internazionale sui termini di impatto mediatico, sia di scelte seguenti aspetti. politiche e di sviluppo che l’hanno seguita. 2010 – Clean Water for a Healthy World La Giornata Mondiale (“acqua pulita per un mondo più sano”). dell’Acqua 2011 Consacrando la giornata 2010 al tema della qualità dell’acqua, si è sottolineata il tema di focalizzazione della giornata l’importanza di intervenire nella gestione mondiale dell’acqua 2011, che si è svol- delle risorse idriche non solo dal punto ta a Cape town il 22 marzo, è Water for di vista della loro quantità affrontandone Cities: Responding to the Urban Challenge la crescente scarsità, bensì anche con- (“L’acqua per le città: rispondere alla sfida tro l’inquinamento dei corsi d’acqua per dell’urbanizzazione”). garantire la salute degli ecosistemi e il per la prima volta nella storia dell’uomo benessere dell’umanità.
  • 63. 2009 – Shared Water, Shared Opportuni- nerale delle nazioni unite come il de- ties (“Condividere l’acqua, condividere le cennio in cui assicurare maggiori impe- opportunità”). un’attenzione particolare gno e cooperazione, anche attraverso è stata posta sulle acque di confine, con una più ampia partecipazione da parte l’intento di favorire lo sviluppo delle op- delle donne, per il raggiungimento degli portunità di cooperazione tra le diverse obiettivi di sviluppo (millennium deve- nazioni che, anche a livello territoriale, lopment goals) posti dalla dichiarazio- condividono questa risorsa e di promuo- ne del millennio, siglata nel settembre vere nel contempo la pace, la sicurezza e del 2000. la crescita della sostenibilità economica. 2004 – Water and Disaster (“acqua e 2008 – Sanitation (“igiene”). in quan- disastri”). Calamità naturali causate to anno internazionale dell’igiene, così da cambiamenti climatici e atmosferici come dichiarato dall’assemblea generale (tornadi, tempeste, cicloni e alluvioni) delle nazioni unite, il 2008 ha indotto la costituiscono il 75% dei disastri am- giornata mondiale dell’acqua ad affron- bientali che si verificano annualmente tare il tema degli insufficienti progressi nel mondo e che causano gravi perdite effettuati in ambito igienico-sanitario umane ed economiche. per questo mo- a livello globale, nonché a riconosce- tivo, la necessità di prevedere tali eventi re come uno sforzo congiunto a livello e mitigarne le conseguenze ha indotto politico e comunitario possa garantire le nazioni unite a dedicare la giornata Water Economy concreti risultati nel miglioramento degli 2004 a questo tema. impianti igienico-sanitari esistenti e nel trattamento delle acque reflue. 2003 – Water for the Future (“L’acqua per il futuro”). affinché possa essere 2007 – Coping with Water Scarcity (“af- garantita alle future generazioni una 61 frontare la scarsità d’acqua”). sotto il buona qualità e quantità di acqua rag- coordinamento della fao, la giornata ha giungendo in tal modo anche l’obiettivo, sottolineato la necessità di un intervento entro il 2015, di dimezzare il numero integrato sia a livello internazionale sia di persone che al mondo vivono senza locale per far fronte al tema della soste- acqua potabile sicura e senza adeguati nibilità delle risorse idriche in un conte- impianti igienico-sanitari, un’attenzione sto caratterizzato da crescente scarsità, particolare è stata posta sull’esigenza di iniqua distribuzione, degrado delle ac- utilizzare e conservare l’acqua esistente que di superficie e conflitti. in modo più responsabile. 2006 – Water and Culture (“acqua e cul- 2002 – Water for Development (“L’acqua tura”). si è discusso su come ogni popolo per lo sviluppo”). sotto il coordinamento utilizzi e celebri l’acqua a seconda del- dell’agenzia internazionale per l’ener- la propria storia e tradizione culturale. gia atomica, la giornata ha affrontato il alcuni conferiscono all’acqua un ruolo tema dell’esigenza di una pianificazione sacro all’interno di riti e cerimonie re- e gestione integrata delle risorse idriche ligiose, altri la rappresentano da secoli mondiali sempre più scarse e a rischio di nell’arte, tutti ne riconoscono il ruolo deterioramento. centrale per la propria sopravvivenza. 2001 – Water for Health – Taking Charge 2005 – Water for Life 2005-2015 (“L’acqua per la salute – farsene carico”). (“L’acqua per la vita 2005-2015”). si sotto il coordinamento dell’organizzazio- è inaugurata l’International Decade for ne mondiale della sanità, la giornata ha Action, proclamata dall’assemblea ge- sottolineato come acqua e salute siano
  • 64. strettamente collegate, poiché preziose 1997 – The World’s Water – is the- e vulnerabili. Concreti sforzi sono quindi re enough? (“C’è abbastanza acqua al necessari per preservare entrambe, af- mondo?). La decisione di affrontare il finché tutti possano beneficiare di acqua tema della valutazione dell’effettiva di- potabile più pulita e più sicura. sponibilità di acqua è nata dalla consa- pevolezza di come essa costituisca un 2000 – Water for the 21st Century requisito fondamentale per la nascita e (“L’acqua per il XXi secolo”). La prima la sopravvivenza della vita stessa sulla giornata del XXi secolo ha affrontato il terra, a fronte tuttavia di uno sfrutta- tema della “crisi dell’acqua” e di come mento e di una competizione sempre la sua disponibilità e qualità siano pro- più crescenti per il suo utilizzo, tali da fondamente e negativamente influenza- inficiarne la disponibilità. te da uno scenario futuro caratterizzato da una rapida crescita della popolazione 1996 – Water for Thirsty Cities (“L’acqua soprattutto in aree dove la disponibilità per le città assetate”). si è affrontato il d’acqua è già oggi scarsa. tema della crescente crisi dell’acqua per importanti città del mondo, che minac- 1999 – Everyone Lives Downstream cia la sostenibilità del loro sviluppo eco- (“tutti viviamo a valle”). a seguito delle nomico e sociale. alluvioni e delle esondazioni di numero- si fiumi che, nel corso del 1998, hanno 1995 – Women and Water (“L’acqua e Water Economy provocato migliaia di morti e gravi danni le donne”). il tema nasce dalla consa- economici in Cina, Bangladesh e india pevolezza di come l’acqua sia spesso un – aree in cui vive quasi la metà della problema specifico delle donne, perché popolazione mondiale –, la giornata ha su di loro grava la responsabilità dell’ap- 62 voluto ricordare come anche l’interven- provvigionamento idrico. in alcune loca- to scorretto da parte dell’uomo verso i lità, infatti, le donne devono camminare bacini dei fiumi, e non solo le eccessive anche fino a 10 chilometri per raggiun- piogge, sia causa di questi disastri. gere le fonti d’acqua. 1998 – Groundwater – the invisible 1994 – Caring for Our Water Resources resource (“L’acqua sotteranea – La ri- Is Everyone’s Business (“prendersi cura sorsa invisibile”). si è sottolineata l’im- dell’acqua è dovere di tutti”). oggi pren- portanza delle acque sotterranee per la dersi cura di questa risorsa vitale è un sopravvivenza di oltre la metà della dovere e una responsabili- popolazione mon- tà. La gestione sostenibile diale, che da esse dell’acqua è infatti fonda- trae beneficio per mentale per garantire a soddisfare i propri tutti, ora e nel futuro, ac- bisogni idrici. que- cesso e possibilità di uti- ste acque devono lizzo di una risorsa che, quindi essere pro- oltre alla sopravvivenza tette dal degrado a di ogni singolo essere cui sono sottoposte a vivente, è importan- causa della contami- te per lo sviluppo di nazione di agenti in- tutti i processi so- quinanti, nonché dalle ciali, economici e implicazioni generate organizzativi di ogni da conflitti irrisolti per il popolazione nel loro utilizzo. mondo.
  • 65. La Settimana Mondiale temi di focalizzazione: dell’Acqua 2010: - prevenire e controllare l’inquinamento qualità, prevenzione delle risorse idriche; e contenimento - interrompere il “ciclo vizioso” di inqui- namento delle acque; dal 1991 lo stockholm internationatio- - la qualità dell’acqua per la salute nal Water institute (siWi) – istituto sve- dell’uomo; dese che sostiene la lotta internazionale - migliorare l’utilizzo efficiente dell’acqua contro l’attuale crisi globale dell’acqua attraverso il riciclaggio e il riutilizzo; – organizza annualmente una settima- - la gestione delle acque sotterranee; na mondiale dell’acqua a stoccolma, un - ridurre l’inquinamento delle risorse evento della durata di una settimana che idriche generato dall’attività agricola; riunisce più di 2400 decisori politici ed - gestire la capacità di recupero dei economici, opinion leader, esperti e or- sistemi socio-ecologici in condizioni di ganizzazioni internazionali chiamati a incertezza; confrontarsi e dibattere sul tema dell’ac- - le fonti d’inquinamento dell’acqua nei qua e delle sue implicazioni dal punto contesti urbani. di vista economico, sociale, scientifico e accanto ai seminari descritti, numerosi della salute. convegni e tavole rotonde hanno inoltre mentre l’edizione 2011, che si terrà dal consentito ai partecipanti, provenienti da circa 135 paesi del mondo, di esplorare Water Economy 21 al 27 agosto, si focalizzerà sul tema dell’acqua in un mondo fortemente ur- ulteriormente e portare così all’atten- banizzato – Water in an Urbanising World zione internazionale il tema della sfida – al fine di esplorare uno dei mega trend connessa alla qualità dell’acqua, affron- alla base del forte incremento previsto tandone non solo i problemi e le implica- 63 nel consumo d’acqua, la scorsa edizione, zioni sull’ambiente, l’economia e la salu- tenutasi dal 5 all’11 settembre 2010, ha te, bensì sottolineando anche i progressi esplorato il tema della sua qualità – Re- della ricerca scientifica in corso e coo- sponding to Global Changes: The Water perando per la formulazione di proposte Quality Challenge – Prevention, Wise Use concrete e l’individuazione di soluzioni and Abatement (“rispondere ai cam- efficaci per assicurare una maggiore pre- biamenti globali: la sfida della qualità venzione e un utilizzo parsimonioso delle dell’acqua – prevenzione, uso parsimo- risorse idriche disponibili. nioso e contenimento”). il cambiamento climatico e demografico, l’urbanizzazione, la crescita economica e l’espansione delle attività industriali esercitano una fortissima pressione sia sulla quantità sia sulla qualità delle ri- sorse idriche disponibili, riducendone la disponibilità, incrementandone il livello di inquinamento e mettendo quindi a ri- schio non solo la salute della popolazione mondiale, bensì anche degli ecosistemi naturali. per questo motivo la settimana mondia- le dell’acqua 2010 ha affrontato, attra- verso otto seminari i cui contenuti prin- cipali sono stati delineati da un comitato scientifico di altissimo livello, i seguenti
  • 66. note 1. parte dell’acqua catturata viene spesso sprecata a causa dell’inefficienza delle reti idriche. a tal proposito si stima che, nel corso del 2008, il 47% dell’acqua potabile sia andata sostanzialmente persa per garantire la continuità del flusso nei tubi oppure a causa di reali perdite nelle condutture. 2. undp, Human Development Report 2006. 3. WBCsd, Facts and Trends – Water, cit. e fao Water, Water at a Glance, cit. 4. gertner, J., The Future Is Drying Up, in “the new York times magazine”, 21 ottobre 2007. Water Economy 5. unesCo – World Water assessment program, 3rd United Nations World Water Development Report: Water in a Changing World, 2009. 6. undesa, World Urbanization Prospects, 2007. 64 7. dato 2001 tratto da Chartres e varma, Out of Water, cit. 8. si stima che la domanda globale di energia crescerà del 55% entro il 2030. fonte: iea, 2008. 9. pur rappresentando attualmente una quota ancora modesta (circa il 2%) del mercato globale dei carburanti utilizzati per i trasporti. 10. iea, 2008. 11. unesCo – World Water assessment program, 3rd United Nations World Water Development Report: Water in a Changing World, 2009. 12. Ibid. 13. fao, aquastat database, 2008. 14. Yangtze (6300 km), Yellow (5464 km), amur (3420 km), sungari (2308 km), pearl (2210 km), Yarlung zangbo (2057 km), tarim (2046 km). 15. ipCC, Climate Change 2007: Synthesis Report. Summary for Policymakers, 2007. 16. Ibid. 17. unesCo – World Water assessment program, 3rd United Nations World Water Development Report: Water in a Changing World, cit. 18. secondo stime di ancor più lungo periodo, nel 2050 l’agricoltura consumerà il 90% delle ri- sorse idriche impiegate a livello globale. fonte: unesCo – World Water assessment program, 3rd United Nations World Water Development Report: Water in a Changing World, cit. 19. WBCsd, Facts and Trends – Water, cit. 20. WBCsd, Business in the World of Water. WCCsd Water scenarios to 2025, 2006. 21. undesa – division for sustainable development, Protection of the Quality and Supply of Freshwater Resources: Application of Integrated Approaches to the Development, Management and Use of Water Resources, agenda 21, Cap. 18, 1992.
  • 68. 66 Water Economy
  • 69. 2. reaLtà e prospettive deL diritto aLL’aCCesso aLL’aCqua “L’aCCesso a risorse idriChe siCure È un Bisogno fondamentaLe per L’uomo e, Come taLe, un diritto umano. È una prerogativa importante per La dignità e Lo sviLuppo umano. insieme possiamo fornire L’aCCesso a risorse idriChe siCure a tutti. Le risorse idriChe mondiaLi rappresentano La nostra fonte di sopravvivenza e di sviLuppo sosteniBiLe per iL XXi seCoLo” Water Economy Kofi annan, segretario generale delle nazioni unite, 20051 67
  • 70. 2.1 VerSo la Water SeCurItY g ià nel 2002 il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e cul- turali2 riconobbe ufficialmente3 l’acqua come «risorsa naturale limitata, bene pubblico e, soprattutto, diritto umano». L’importanza dell’acqua come risorsa indispensabile per il benessere e la dignità delle persone, nonché per lo sviluppo economico e sociale dei Paesi e delle comunità, è stata sottolineata anche dall’istituzione della “Water for Life Decade 2005-2015”, un’iniziati- Water Economy va nata dalla necessità di sensibilizzare e convogliare gli sforzi della comunità interna- zionale verso l’obiettivo dell’accessibilità e della fruibilità dell’acqua. Il “diritto all’acqua” si sostanzia infatti nel garantire a ciascun individuo, senza alcuna Il “dIrItto all’aCqua” SI SoStanzIa nel discriminazione, la possibilità di ottenere per 68 GarantIre a CIaSCun sé una quantità d’acqua sufficiente, sicura, fi- IndIVIduo la poSSIBIlItà sicamente ed economicamente accessibile. dI ottenere per Per la prima volta nella storia, la risoluzione Sé una quantItà ONU del 29 luglio 2010 ha riconosciuto tale d’aCqua SuffICIente, diritto come diritto umano universale e fon- SICura, fISICaMente ed eConoMICaMente damentale. La risoluzione sottolinea ripetuta- aCCeSSIBIle. mente che l’acqua potabile e per uso igienico «oltre ad essere un diritto di ogni uomo, più de- gli altri diritti umani concerne la dignità della persona, è essenziale al pieno godimento del- la vita, è fondamentale per tutti gli altri diritti umani». Tale risoluzione non è vincolante, ma afferma un principio che ancora “raccomanda” (e quindi non obbliga) gli Stati ad attuare iniziative per garantire a tutti un’acqua potabile Il tarGet da raGGIunGere di qualità, accessibile a prezzi economici. è «dIMezzare rISpetto Rendere l’acqua potabile accessibile in quantità e qualità sufficienti a soddisfare i bi- al 1990 ed entro Il sogni primari di una persona (ovvero bere, cucinare e lavarsi) è una priorità condivisa 2015 la perCentuale a livello mondiale, nonché uno dei target (n. 10) degli Obiettivi di Sviluppo del Mil- dI popolazIone Senza lennio (Millennium Development Goals – MDG) che si sono posti 147 capi di Stato e aCCeSSo SoStenIBIle di Governo attraverso la Dichiarazione del Millennio siglata nel settembre del 2000. all’aCqua potaBIle e alle Strutture IGIenICo- In particolare, il target da raggiungere è «dimezzare rispetto al 1990 ed entro il 2015, la SanItarIe dI BaSe». percentuale di popolazione senza accesso sostenibile all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie di base»4.
  • 71. figura 2.1. Il percorso verso la water security Settembre 2000 2005 2015 dichiarazione del “Water for Life decade Scadenza del target 10 Millennio che stabilisce 2005-2015” per sen- che prevede di dimezzare degli obiettivi di sviluppo sibilizzare la comunità entro il 2015 il numero (obiettivo 7, target 10 internazionale verso di persone che non hanno riferito all’acqua) l’obiettivo dell’accessibilità accesso all’acqua e della fruibilità dell’acqua potabile e ai servizi igienici Water Economy 2000 2002 2005 2010 2015 Water Economy 2002 29 luglio 2010 Comitato delle nazioni risoluzione onu che unite per i diritti econo- riconosce il diritto 69 mici, sociali e culturali rico- all’accesso all’acqua nosce ufficialmente l’acqua come un diritto come “risorsa naturale umano universale e limitata, bene pubblico e fondamentale diritto umano” fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti
  • 72. nel 2008 CIrCa 884 MIlIonI Il progresso oggi realizzato verso il raggiungimento del target proposto sarà analizzato dI perSone non aVeVano in dettaglio nei paragrafi successivi, ma per comprendere quali siano le dimensioni della aCCeSSo a rISorSe IdrICHe sfida occorre ricordare fin da subito che nel 2008 circa 884 milioni di persone – il 37% SuffICIentI e adeGuate, delle quali vive nell’Africa sub-sahariana – non avevano accesso a risorse idriche suffi- Mentre 2,6 MIlIardI non BenefICIaVano dI adeGuatI cienti e adeguate, mentre 2,6 miliardi di persone – il 72% delle quali vive in Asia – non SISteMI IGIenICo-SanItarI. beneficiavano di adeguati sistemi igienico-sanitari. figura 2.2. distribuzione della popolazione mondiale senza accesso a risorse idriche stati del Commonwealth 1,9% nord africa 1,5% oceania 0,6% asia occidentale 2,4% america Latina paesi sviluppati 0,5% e Caraibi 4,3% sud-est asiatico 9,4% asia meridionale 25,1% Water Economy asia orientale 17,1% 70 africa sub-sahariana 37,3% totale: 884 milioni di persone fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit.
  • 73. figura 2.3. distribuzione della popolazione mondiale senza accesso a strutture igieniche stati del Commonwealth 1,1% nord africa 0,7% oceania 0,2% asia occidentale 1,1% paesi sviluppati 0,6% america Latina e Caraibi 4,4% sud-est asiatico 6,8% asia meridionale 40,3% Water Economy Water Economy africa sub-sahariana 21,3% asia orientale 23,5% totale: 2,6 miliardi di persone 71 fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit. La disponibilità di acqua non contaminata è un fattore critico per la prevenzione di malattie idrotrasmissibili quali dissenteria e tifo, che sono la causa di circa 1,5 milioni di morti ogni anno, il 90% dei quali è rappresentato da bambini di età inferiore ai 5 anni5. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’UNICEF, nelle aree più colpite da que- sti problemi un miglioramento dell’accesso all’acqua potabile e ai servizi di depurazione e igiene comporterebbe: - una drastica riduzione dei tassi di mortalità per malattie associate a questi fattori (si stima che si potrebbero salvare circa 1,6 milioni di persone ogni anno); - una diminuzione delle ore lavorative perse dagli adulti a causa della malattia e dunque una maggiore partecipazione degli stessi alle attività economiche e produttive; - un calo dell’assenteismo scolastico, vale a dire una maggiore partecipazione dei bambini alle attività scolastiche e all’educazione, primo motore dello sviluppo economico futuro.
  • 74. Gli obiettivi di Sviluppo del Millennio dal 6 all’8 settembre 2000, i capi di sta- sivi incontri diplomatici con la partecipa- to e di governo di tutti gli stati membri zione delle principali agenzie delle nazioni dell’onu riuniti a new York nel “vertice del unite, presero corpo gli obiettivi di svilup- millennio” posero la propria firma in calce po del millennio (millenium development alla “dichiarazione del millennio”. goals – mdg): otto traguardi misurabili e in quell’occasione i leader mondiali affer- inequivocabili, vincolanti per l’intera comu- marono la loro responsabilità non soltanto nità internazionale, che affidavano all’onu nei confronti dei rispettivi popoli ma verso un ruolo centrale nella gestione del pro- l’intera specie umana, definendo una serie cesso della globalizzazione. di ambiziosi propositi da conseguire entro il a ciascuno di tali traguardi sono collegate 2015 (articoli 19 e 20 della dichiarazione). una o più azioni concrete per raggiungere Water Economy Water Economy da queste affermazioni, attraverso succes- una serie di target. 72 Figura 2.4. obiettivi di Sviluppo del Millennio e azioni concrete obiettivo azioni concrete MdG 1 eliminare fame e target 1: dimezzare entro il 2015 il numero delle povertà estrema persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. target 2: dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che soffrono la fame. MdG 2 istruzione primaria target 3: fare in modo che entro il 2015 tutti i bam- per tutti bini e le bambine completino il ciclo scolastico pri- mario. MdG 3 pari opportunità fra target 4: eliminare entro il 2015 le disparità di ge- i sessi nere nella scuola primaria e secondaria. MdG 4 ridurre la mortalità target 5: ridurre di 2/3 entro il 2015 il tasso di mor- infantile talità infantile rispetto al livello del 1990. MdG 5 migliorare la salute target 6: ridurre di 3/4 entro il 2015 il tasso di mor- materna talità materna rispetto al livello del 1990.
  • 75. obiettivo azioni concrete MdG 6 Combattere aids target 7: arrestare e iniziare a ridurre entro il 2010 e malaria la diffusione dell’aids. target 8: arrestare e iniziare a ridurre entro il 2015 la diffusione di malaria e altre gravi malattie infettive. MdG 7 assicurare target 9: integrare i principi di sviluppo sostenibile la sostenibilità nelle politiche e nei programmi dei paesi; invertire la ambientale tendenza attuale nella perdita di risorse ambientali. target 10: dimezzare entro il 2015 il numero di per- sone che non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. target 11: ottenere un miglioramento significativo della vita di almeno 100 milioni di abitanti delle ba- raccopoli entro l’anno 2020. MdG 8 sviluppare un’alleanza target 12: sviluppare al massimo un sistema com- globale per lo sviluppo merciale e finanziario che sia fondato su regole, pre- vedibile e non discriminatorio. target 13: tenere conto dei bisogni speciali dei paesi meno sviluppati. questo include l’ammissione senza dazi e vincoli di quantità per le esportazioni di questi paesi, il potenziamento dei programmi di alleggeri- Water Economy mento dei debiti per i paesi poveri fortemente inde- Water Economy bitati, la cancellazione del debito bilaterale ufficiale e una più generosa assistenza ufficiale allo sviluppo per quei paesi impegnati nella riduzione della povertà. target 14: rivolgersi ai bisogni speciali degli stati senza accesso al mare e dei piccoli stati insulari in 73 via di sviluppo. target 15: occuparsi in maniera globale del proble- ma del debito dei paesi in via di sviluppo attraverso misure nazionali ed internazionali tali da rendere il debito stesso sostenibile nel lungo termine. target 16: in cooperazione con i paesi in via di svilup- po, implementare strategie per dare lavoro ai giovani. target 17: in cooperazione con le aziende farmaceuti- che, rendere le medicine essenziali disponibili ed eco- nomicamente accessibili nei paesi in via di sviluppo. target 18: in cooperazione con il settore privato, rendere disponibili i benefici delle nuove tecnologie, specialmente quelle inerenti all’informazione e la comunicazione.
  • 76. 2.2 l’aCCeSSo all’aCqua neGlI oBIettIVI dI SVIluppo del MIllennIo 2.2.1 I criteri di misurazione L e Nazioni Unite hanno stabilito i seguenti criteri che soddisfano la piena accessibilità dell’acqua. Questa deve essere: - disponibile in modo continuo e in quantità sufficiente; Water Economy - fisicamente ed economicamente accessibile; - sicura. Il primo dei criteri enunciati (la disponibilità di una quantità sufficiente) è fortemen- te influenzato dalla distanza della “fonte idrica” dall’abitazione. Il livello di accessibilità 74 minimo è quello necessario per soddisfare i bisogni fisiologici di base. Si tratta di una quantità d’acqua pari a circa 20 litri per persona al giorno, che necessita generalmente di una fonte idrica ubicata entro un chilometro di distanza (o in un tempo di spostamento compreso entro i 30 minuti). Un migliore accesso all’acqua potabile permette di soddisfare le necessità fisiologiche, ali- mentari e igieniche degli individui e incoraggia una maggiore attenzione all’igiene personale. Si ritiene che dove l’acqua sia resa disponibile all’interno dei confini dell’abitazione, la quantità teoricamente utilizzata sia di circa 50 litri giornalieri pro capite. Questo significa che anche le pratiche igieniche possono essere poste in essere più agevolmente. Per esempio, è stato stima- to che una famiglia che ha accesso all’acqua all’interno della propria abitazione ne utilizzi per l’igiene di un bambino una quantità 30 volte superiore di quanta ne consumerebbe se dovesse rifornirsi da fonti esterne. Il secondo criterio è quello dell’accessibilità, che richiede che a ciascun individuo venga garantito un sicuro e agevole accesso alle risorse e alle infrastrutture idriche. Viene inoltre specificato che l’accessibilità deve essere assicurata «nei pressi di ciascuna abitazione, scuo- la e posto di lavoro». L’acqua – oltre ad essere fisicamente accessibile – deve esserlo anche dal punto di vista economico. Assicurarne l’accessibilità implica quindi che il costo della risorsa sia conforme alle possibilità economiche degli individui. Infine, il terzo criterio si riferisce alla qualità dell’acqua destinata al consumo umano. Essa infatti deve essere salubre, pulita e non deve contenere microrganismi, parassiti o altre sostanze in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. Inoltre, in termini di aderenza ai parametri organolettici, l’acqua destinata al consumo umano deve essere incolore (trasparente), inodore e insapore. I parametri di sicurezza e qualità dell’acqua vengono normalmente stabiliti da normative
  • 77. figura 2.5. livelli di accessibilità all’acqua potabile Volumi di acqua Livello di potenzialmente priorità di intervento distanza/Tempo Bisogni soddisfatti accessibilità raccolta (media e azione giornaliera pro capite) nessun accesso maggiore di 1 km / molti bassi (solitamente Consumo: non può Molto alta - fornitura maggiore di 30 minuti al di sotto dei 5 litri al essere assicurato di un livello base giorno pro capite) pratiche igieniche: compromesse accesso minimo entro 1 km / entro 30 Circa 20 litri Consumo: dovrebbe alta - insegnamento di minuti essere assicurato pratiche igieniche pratiche igieniche: assicurare la disponi- potenzialmente bilità di una quantità compromesse minima accesso intermedio acqua disponibile nei Circa 50 litri Consumo: assicurato Bassa - promozione pressi dell’abitazione pratiche igieniche: di pratiche igieniche attraverso almeno un necessità primarie per ottenere benifici rubinetto personali e alimentari in termini di salute. teoricamente non incoraggiare un utilizzo compromesse ottimale della risorsa accesso ottimale acqua disponibile Circa 100-200 litri Consumo: tutte le Molto bassa - all’interno dell’abita- necessità soddisfatte promozione di pratiche zione attraverso una pratiche igieniche: tutte igieniche per ottenere molteplicità di rubinetti le necessità dovrebbero benefici in termini di Water Economy essere soddisfatte salute fonte: howard, g. e J. Bartram, Domestic Water Quantity, Service Level and Health, World health organization, 2003. 75 locali o nazionali. L’OMS ha stilato una serie di linee guida che possono essere utilizzate come riferimento per lo sviluppo di standard nazionali e che, se adeguatamente implemen- tate, garantiscono la sicurezza dell’acqua potabile6. 2.2.2 I progressi dell’accesso all’acqua potabile Al fine di conoscere e valutare a livello globale la disponibilità e la qualità d’accesso alle ri- sorse idriche, le organizzazioni internazionali utilizzano la cosiddetta drinking water ladder. Tale metodologia distingue la popolazione in base alla tipologia di impianto idrico (struttu- ra di distribuzione) alla quale ha accesso. Le tre categorie individuate sono: a Accesso diretto presso le abitazioni attraverso tubature. B Accesso indiretto attraverso strutture pubbliche e/o pozzi. C Accesso “compromesso”, realizzato attraverso strutture non adeguate a proteggere la risorsa da potenziali agenti contaminanti e/o attraverso strumenti inadeguati alla raccolta.7 Nel 2008, l’87% della popolazione mondiale aveva accesso all’acqua potabile attraverso tubature (57%) e/o strutture condivise, quali ad esempio pozzi e rubinetti pubblici (30%). Tali strutture sono considerate idonee a garantire un accesso sicuro alla risorsa. Rispetto al 1990, circa 1,8 miliardi di persone in più hanno ottenuto l’accesso a queste tipologie di strutture. Al fine di raggiungere entro il 2015 il target n. 10 degli Obiettivi di Sviluppo del Mil- Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, 2010. lennio, un ulteriore 2% della popolazione mondiale dovrebbe potersi avvalere di queste strutture.
  • 78. figura 2.6. percentuale di popolazione globale con accesso all’acqua potabile per ti- pologia di impianto idrico a disposizione accesso accesso indiretto accesso diretto “compromesso” (pozzi, fontanelle, ecc.) (tubature) 89% 87% target attuale 30% 57% Water Economy 13% 76 fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit. Mantenendo I trend Analizzando questo aspetto a li- attualI, nel 2015 vello territoriale, si evince che la perCentuale dI i Paesi dell’Africa sub-sahariana popolazIone Con sono quelli che devono affrontare aCCeSSo IdrICo preSSo le proprIe aBItazIonI le sfide più impegnative per acce- Sarà SuperIore dere all’acqua potabile: circa 1/3 all’oBIettIVo fISSato degli 884 milioni di persone che del 90%. non possono beneficiare di un ap- provvigionamento idrico sicuro e costante risiedono infatti in que- ste aree. Nelle regioni sviluppate si stima invece che le persone che vivono in tali condizioni siano cir- ca 35 milioni. Nei Paesi dell’Africa sub-saharia- na la disponibilità di strutture adeguate (tipologia A e B) è deci- samente inferiore rispetto agli altri Paesi. Tuttavia, osservando i progressi realizzati rispetto agli anni Novanta, si nota che la percentuale di persone che beneficia di un accesso idrico diretto o indiretto è passata dal 49% del 1990 al 60% del 2008 (+11%). Questo significa che ulteriori 256 milioni di africani hanno avuto accesso a risorse idriche sicure.
  • 79. figura 2.7. percentuale di popolazione globale con accesso all’acqua potabile per tipo- logia di impianto idrico a disposizione (1990-2008 e trend 1990-2015) 1% 6% 13% 8% 23% 30% 27% 50% 57% 91% 94% 1990 2008 1990 2008 Mondo paeSI SVIluppatI Water Economy accesso compromesso accesso indiretto accesso diretto 77 95 91 90 89 MdG target trend 1990-2008 85 87 proiezione, se permane trend corrente 80 75 77 70 1990 2008 2015 fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit. Dalle analisi svolte dall’OMS/UNICEF si evince quindi che la situazione attuale è in linea con l’obiettivo che le Nazioni Unite si sono prefissate. Mantenendo infatti i trend attuali, nel 2015 la percentuale di popolazione con accesso idrico presso le proprie abitazioni sarà superiore al 90%, riducendo così a 672 milioni le persone che ne saranno ancora sprovviste.
  • 80. figura 2.8. percentuale di popolazione con accesso all’acqua potabile, 1990-2008 e target 2015 oceania 51 50 africa sub-sahariana 49 60 Sud-est asiatico 72 86 asia meridionale 75 87 69 asia orientale 89 86 asia occidentale 90 86 nord africa 92 85 america latina e Caraibi 93 Water Economy 92 Stati del Commonwealth 94 Paesi in via di sviluppo 71 78 84 Paesi sviluppati 99 100 Mondo 77 87 0 20 40 60 80 100 1990 2008 2015 target fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati united nations, The Millenium Development Goals Report, 2010. Per evidenziare le aree più cruciali di intervento è importante analizzare la situazione anche dal punto di vista della tipologia di insediamento umano. Infatti, una delle disparità più profonde nel campo dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari è quella fra aree urbane e l’84% della popolazIone rurali. Questo si verifica non solo perché nelle zone rurali il reddito tende a essere media- MondIale CHe SI mente più basso, ma anche perché è più difficile e spesso più costoso (a livello pro capite) approVVIGIona da fontI fornire tali servizi a una popolazione rurale dispersa rispetto a una urbana maggiormente IdrICHe non SICure VIVe concentrata. In aree ruralI. Come si osserva dalla figura seguente, permangono forti disparità tra le aree urbane e ru- rali: ben 743 milioni di persone insediate in zone rurali non hanno accesso a fonti idriche sicure, contro i 141 milioni insediate in aree urbane. L’84% della popolazione mondiale che si approvvigiona da fonti idriche non sicure vive in aree rurali.
  • 81. Water Economy 79 Gordon Gahan/National Geographic Image Collection
  • 82. figura 2.9. popolazione con accesso alle risorse idriche: confronto tra aree urbane e rurali, 1990-2008 3,5 3,5 3,0 3,0 2,5 2,5 2,0 2,0 1,5 1,5 1,0 1,0 0,5 0,5 0,0 0,0 1990 2008 1990 2008 aree urBane aree ruralI accesso non sicuro accesso sicuro persone senza accesso a fonti idriche sicure (2008): aree urbane 141 mln vs. aree rurali 743 mln fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti da Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit. Water Economy 80 Peraltro, rispetto al 1990, la popolazione urbana è cresciuta di circa 1089 milioni di per- sone: di queste, solo 1052 milioni hanno ottenuto accesso a strutture adeguate. Di conse- guenza, la fascia di popolazione urbana senza un adeguato accesso è cresciuta da 104 a 141 milioni. Anche riuscire a soddisfare le crescenti necessità delle aree urbane è dunque una sfida da non sottovalutare. Le disparità di accesso tra aree urbane e rurali è più accentuata in America Latina (91-100% contro 50-75%) e nelle regioni dell’Africa sub-sahariana, soprattutto in Mauritania, Liberia, Nigeria, Niger, Angola, Mozambico e Somalia, dove la disponibilità di risorse idriche sicure è compresa tra il 50% e il 75% per la popolazione residente nelle aree urbane, contro valori inferiori al 50% riscontrabili nelle aree rurali.
  • 83. figura 2.10. disponibilità di impianti idrici ad accesso diretto e indiretto: confronto tra aree urbane e rurali (1990-2008) aree urBane Water Economy aree ruralI 81 disponibilità di impianti idrici ad accesso diretto e indiretto 91-100% 76-90% 50-75% <50% dati non sufficienti fonte: Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit.
  • 84. 2.2.3 I progressi dell’accesso a strutture igienico-sanitarie L’Obiettivo di Sviluppo (target 10) non si riferisce solamente all’approvvigionamento idrico, ma fa anche esplicito riferimento all’accessibilità a strutture igienico-sanitarie di base (strutture sanitarie presso le abitazioni, fognature, promozione di migliori pratiche igieniche, ecc.). La necessità di strutture sanitarie e fognarie è strettamente connessa con la protezione della qualità delle risorse idriche da contaminazione proveniente da rifiuti di origine umana e animale. Le organizzazioni internazionali, al fine di misurare la disponibilità attuale, nonché i pro- gressi realizzati in quest’area, utilizzano la cosiddetta sanitation ladder, una metodologia di analisi che divide la popolazione in base alla tipologia di struttura igienico-sanitaria a disposizione. Tale metodologia distingue tra: a Strutture sanitarie adeguate8 (61% della popolazione mondiale). B Strutture sanitarie “accettabili” condivise (11% della popolazione mondiale). C Strutture inadeguate (11% della popolazione mondiale). d Strutture non disponibili (17% della popolazione mondiale)9. Nel 2008, 2,6 miliardi di persone non disponevano di strutture sanitarie adeguate. Il 73% Water Economy (1,9 miliardi di persone) risiede in Asia, il 22,5% in Africa (583 milioni), mentre nelle regioni sviluppate si stima fossero lo 0,6% (circa 15 milioni). 82 figura 2.11. percentuale di popolazione globale per tipologia di struttura sanitaria a disposizione (2008) 77% target 61% attuale 61% 11% 11% 17% Strutture Strutture Strutture Strutture sanitarie sanitarie sanitarie non disponibili adeguate “accettabili” inadeguate condivise fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit.
  • 85. figura 2.12. percentuale di popolazione per disponibilità di strutture igienico-sanitarie adeguate (2008) Water Economy disponibilità di strutture igienico-sanitarie 91-100% 76-90% 50-75% <50% dati non sufficienti 83 fonte: Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit. Dal 1990 al 2008, circa 980 milioni di persone in più (+7%), a livello globale, hanno beneficiato di impianti igienici adeguati. Ciò significa che la percentuale di popolazione mondiale soddisfatta rappresenta circa il 61% del totale (i dati si riferiscono all’ultima rilevazione disponibile, relativa al 2008). Sebbene nel 2006 tale percentuale di popolazione corrispondesse al 62% del totale, si registra tuttavia un miglioramento complessivo della disponibilità, grazie a un aumento – dall’8% nel 2006 all’11% nel 2008 – della popolazione in grado di beneficiare di strutture sanitarie “condivise”. Tale miglioramento non è tuttavia sufficiente se si considera il target 10 degli Obiettivi di Sviluppo. Emerge infatti chiaramente come numerosi Paesi – soprattutto quelli localizza- ti nell’Africa sub-sahariana e nell’Asia del sud – non siano in linea con il raggiungimento di questo obiettivo.
  • 86. figura 2.13. Grado di raggiungimento dell’obiettivo di Sviluppo (target 10) per paese nel 2008 Water Economy In linea: >95% o dato 2008 entro non in linea: andamento fermo o in calo tra 5% di quanto richiesto per raggiun- 1990-2008 o dato 2008 non entro il 10% di gere l’obiettivo. quanto richiesto per raggiungere l’obiettivo. 84 progressi, ma insufficienti: dato dati assenti o insufficienti: 2008 tra il 5-10% di quanto richie- include paesi o territori con dati sto per raggiungere l’obiettivo. non disponibili o insufficienti. fonte: Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit. Purtroppo, su questo versante, se si mantengono i trend attuali non sarà possibile rag- giungere l’obiettivo, perché il risultato sarebbe inferiore di ben 13 punti percentuali. Si stima infatti che nel 2015 circa 2,7 miliardi di persone non avranno accesso a strutture sanitarie di base. Riconoscendo l’importanza delle strutture igieniche per la salute, l’ambiente, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico e sociale, e considerando gli insufficienti risultati rag- giunti, le Nazioni Unite avevano anche proclamato il 2008 “Anno internazionale dei servizi igienici”, con lo scopo di affrontare il problema con un maggiore dispiegamento di risorse e finanziamenti e raggiungere un migliore equilibrio. Infatti, anche in questo caso, come già evidenziato per l’approvvigionamento idrico, esistono forti disparità tra le aree urbane e rurali, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo (America Latina e Africa meridionale).
  • 87. figura 2.14. percentuale di popolazione per tipologia di strutture igienico-sanitarie a disposizione (1990-2008 e trend 1990-2015) 54% 7% 14% 25% 61% 11% 11% 17% Strutture sanitarie adeguate 1990 2008 Strutture sanitarie Mondo accettabili condivise Water Economy 41% 9% 18% 32% 52% 13% 14% 21% Strutture sanitarie inadeguate Strutture sanitarie non disponibili 85 1990 2008 paeSI SVIluppatI % 80 MdG target 77 74 68 62 64 61 56 54 trend 1990-2008 proiezione, se permane 50 trend corrente 1990 2008 2015 fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit.
  • 88. figura 2.15. disponibilità di strutture sanitarie: confronto tra aree urbane e rurali (1990-2008) aree urBane Water Economy 86 aree ruralI disponibilità di strutture igienico-sanitarie 91-100% 76-90% 50-75% <50% dati non sufficienti fonte: Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit.
  • 89. La percentuale di persone con accesso a strutture adeguate nella aree urbane ha raggiunto il 76% circa, mentre nelle aree rurali il 45%. Ciò significa che oltre 7 persone su 10, tra quelle che sono prive di strutture sanitarie, vivono in aree rurali. Il crescente processo di urbanizzazione in atto rappresenta una sfida di crescente criticità. Infatti, rispetto al 1990, sebbene 813 milioni di persone abbiano ottenuto accesso a strut- ture sanitarie adeguate (tipo A), ulteriori 276 milioni non ne hanno potuto beneficiare. L’offerta di questo servizio non è pertanto riuscita a mantenere gli stessi ritmi di crescita della popolazione urbana (+1089 milioni di persone nel 2008 rispetto al 1990). figura 2.16. popolazione per tipologia di struttura igienico-sanitaria a disposizione: confronto tra aree urbane e rurali (1990-2008) aree aree urBane ruralI 3,5 3,5 Strutture sanitarie 3,0 3,0 adeguate 2,5 2,5 popolazione (mld) popolazione (mld) 2,0 2,0 Strutture sanitarie accettabili Water Economy 1,5 1,5 condivise 1,0 1,0 0,5 0,5 Strutture sanitarie inadeguate 0,0 0,0 87 1990 2008 1990 2008 Strutture sanitarie non disponibili percentuale di persone con accesso a strutture sanitarie adeguate (2008): aree urbane 76% vs. aree rurali 45% fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti da Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit. Le azioni volte a migliorare l’approvvigionamento idrico e il sistema igienico-sanitario di Se SI MantenGono I una comunità non devono essere adottate in modo isolato, ma vanno iscritte in una strate- trend attualI non Sarà gia di sviluppo coerente e intersettoriale, che comprenda le infrastrutture, l’istruzione, e le poSSIBIle raGGIunGere capacità di governance. l’oBIettIVo, perCHé Il rISultato SareBBe Infatti, realizzare un funzionamento delle strutture efficace e sostenibile nel tempo richie- InferIore dI Ben 13 de attività di manutenzione periodica, nonché educazione e creazione di figure professio- puntI perCentualI. SI nali adeguate. StIMa InfattI CHe nel Inoltre, la diffusione di informazioni sulle modalità di raccolta/conservazione della risorsa 2015 CIrCa 2,7 MIlIardI dI idrica presso le abitazioni rappresenta un fattore critico per il mantenimento delle qualità perSone non aVranno organolettiche della stessa e per prevenire la creazione di potenziali habitat per parassiti aCCeSSo a Strutture SanItarIe dI BaSe. portatori di malattie. Raggiungere gli obiettivi che le Nazioni Unite si sono poste richiede un coinvolgimento con- giunto di tutti gli attori, su scala locale e internazionale, siano essi enti pubblici o privati.
  • 90. cina e india: grandi progressi nell’accesso all’acqua potabile e alle strutture sanitarie sebbene Cina e india ospitino più di un terzo anche il raggiungimento degli obiettivi di dell’intera popolazione mondiale, dal 1990 a sviluppo del millennio è quindi fortemente oggi entrambi i paesi hanno conseguito no- dipendente dai risultati di questi paesi. tevoli progressi per migliorare l’accesso della analizzando infatti la disponibilità di strut- propria popolazione all’acqua potabile e alle ture igienico-sanitarie di base, si evidenzia strutture igienico-sanitarie di base. come in Cina e in india risieda il 38% della nel 2008, infatti, ben l’89% della popola- popolazione mondiale che tra il 1990 e il zione cinese (circa 1,2 miliardi di persone 2008 ha avuto accesso a migliori strutture su un totale di 1,3) e l’88% di quella indiana sanitarie di base. in altre parole, nel perio- (circa 1,1, miliardi di persone su un totale do considerato, 4 persone su 10 che hanno di 1,2) hanno avuto accesso all’acqua po- avuto accesso a tali strutture vivono in que- tabile, contro, rispettivamente, il 67% ed il sti due paesi. Water Economy 72% nel 1990. nonostante ciò, sebbene tra il 1990 e il Water Economy Come mostrato dalla figura 2.17, Cina e 2008 la proporzione di persone con accesso india rappresentano quasi la metà (47%) a tali servizi sia aumentata sia in Cina (dal delle persone che a livello mondiale tra il 41% al 55%) sia in india (dal 18% al 31%), a 88 1990 ed il 2008 hanno avuto accesso a livello globale il raggiungimento dell’obiettivo impianti idrici adeguati, evidenziando in igienico-sanitario di sviluppo risulta essere tal modo il peso di questi due paesi sulla comunque pregiudicato (-13% nel 2015 ri- situazione globale di disponibilità di acqua spetto all’obiettivo prefissato). potabile per la popolazione. figura 2.17. distribuzione della popolazio- ne con accesso diretto e indiretto all’ac- 2008 89% Cina qua potabile 24% 1990 67% resto del Mondo 53% 2008 72% 88% 1990 India 23% figura 2.18. distribuzione della popola- zione con accesso a strutture sanitarie adeguate 2008 Cina 21% 1990 55% 41% resto del Mondo 62% India 1990 2008 18% 17% 31%
  • 91. 2.2.4 analisi costi-benefici Un’analisi costi-benefici condotta dall’OMS10 in merito alla reale possibilità di realizzare oGnI dollaro entro il 2015 il target 10 dell’Obiettivo di Sviluppo numero 7 e il relativo piano delle aMerICano InVeStIto azioni, stima che ogni dollaro americano investito per migliorare l’accesso all’acqua e ai per MIGlIorare l’aCCeSSo all’aCqua servizi igienici genererebbe ritorni economici compresi tra i 3 e i 34 dollari11. Ovviamen- e aI SerVIzI IGIenICI te tale ammontare varia in base alle condizioni di partenza dell’area oggetto di intervento GenerereBBe rItornI e alle tecnologie utilizzate. eConoMICI CoMpreSI In particolare, il conseguimento di questo obiettivo comporterebbe12: tra I 3 e I 34 dollarI. - una riduzione annua della spesa sanitaria pubblica di 7,3 miliardi di dollari e, in paralle- lo, di 340 milioni di dollari della spesa sanitaria privata; - un guadagno annuale di circa 1,5 miliardi di giorni in condizione di salute per i bambini al di sotto dei 5 anni, 272 milioni di giorni di scuola, 320 milioni di giorni lavorativi (per la popolazione compresa tra i 15 e i 59 anni), per un valore di circa 9,9 miliardi di dollari; - risparmi di tempo generati da un approvvigionamento idrico più agevole, per un contro- valore di circa 63 miliardi di dollari annui. A fronte di questi benefici, si stima che la spesa totale necessaria per la realizzazione del target, nei Paesi in via di sviluppo, sia di: - circa 42 miliardi di dollari americani, per la parte dell’obiettivo riferita alla creazione di Water Economy infrastrutture che permettano l’accesso sicuro all’acqua; - circa 142 miliardi di dollari per la parte dell’obiettivo riferita alla soddisfazione delle necessità igienico-sanitarie. Questo si traduce in una spesa pro capite di 8 dollari per il primo sotto-obiettivo e di 28 89 dollari per il secondo13. L’investimento totale annuo stimato, a partire dal 2005 fino al 2015, è perciò di circa 18 miliardi14 di dollari (4 miliardi per l’acqua e 14 miliardi per la parte igienico-sanitaria) rispetto ai circa 84 miliardi di dollari annui di benefici totali.
  • 92. note 1. Così si esprimeva l’allora segretario delle nazioni unite nel discorso inaugurale della “Water for Life decade 2005-2015”. fonte: united nations, Access to Safe water priority as UN Marks Beginning of International Decade, new York, 17 marzo 2005. 2. il Comitato delle nazioni unite per i diritti economici, sociali e culturali (un CesCr) è l’organi- smo deputato a monitorare l’attuazione da parte degli stati ratificatori del patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e perciò del rispetto dei principi enunciati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. 3. un CesCr, General Comment no. 15, 2002 (documento che enumera una serie di linee guida rivolte agli stati membri delle nazioni unite in merito all’interpretazione di aspetti specifici del Water Economy trattato sui diritti umani, nell’area di specifica competenza dell’organo emittente). 4. united nations, United Nations Millennium Declaration, new York, settembre 2000. 5. Who/uniCef, Joint monitoring programme for Water supply and sanitation (Jmp), Progress 90 on Drinking Water and Sanitation, 2008. 6. World health organization, Guidelines for Drinking-water Quality, terza edizione, 2008. 7. L’organizzazione mondiale della sanità classifica tali strutture nelle seguenti tipologie: “improved”, “other improved”, “unimproved” (Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit.). 8. strutture che scongiurano il contatto tra l’uomo e i propri escrementi. queste includono: WC a getto d’acqua, sistema fognario correlato, fosse biologiche, ecc. 9. L’oms classifica tali strutture nelle seguenti tipologie: “improved sanitation facilities”, “shared sanitation facilities”, “unimproved sanitation facilities”, “open defecation” (Who/uniCef, Progress on Drinking Water and Sanitation, cit.). 10. Who, Safer Water, Better Health: Cost, Benefits and Sustainability of Interventions to Protect and Promote Health, 2008. hutton, g. e J. Bartram, Evaluation of the Costs and Benefits of Water and Sanitation Improvements at the Global Level, Who, 2008. 11. secondo uno studio condotto dalle nazioni unite, il ritorno economico (sempre misurato in termini di riduzione della spesa sanitaria, aumento della redditività e di tempo risparmiato) di ogni dollaro investito nel raggiungimento del traguardo è di 8 dollari (undp, Human Development Report 2006, 2006). 12. stime a livello globale. 13. hutton, g. e J. Bartram, Regional and Global Costs of Attaining the Water Supply and Sanita- tion Target (Target 10) of the Millennium Development Goals, Who, 2008. 14. secondo gli autori, questi dati risultano in linea con le stime pubblicate negli studi precedenti, l’ultimo dei quali, effettuato nel 2004, prevedeva una spesa annua globale di 11,3 miliardi di dollari. Le ultime stime effettuate enfatizzano la necessità di non focalizzare l’ambito di analisi so- lamente alle nuove strutture, ma di considerare anche quelle esistenti e perciò i costi di manuten- zione a queste associati. infatti, stimano che le spese di manutenzione necessarie per mantenere in uno stato ottimale gli impianti esistenti siano di circa 54 miliardi di dollari annui.
  • 94. Joel Sartore/National Geographic Image Collection 92 Water Economy
  • 95. 3. sCeLte e Comportamenti per un Consumo sosteniBiLe deLL’aCqua Water Economy 93
  • 96. 3.1 l’IMpronta IdrICa (Water footprInt) I l contenuto d’acqua – o più precisamente l’impronta idrica o virtual water content – di un prodotto (commodity, bene o servizio) è costituito dal volume d’acqua dolce consumata direttamente o indirettamente per realizzarlo, calcolato sommando tutte le fasi della catena di produzione. Il termine “virtuale” si riferisce al fatto che la grande maggioranza di quest’acqua non è contenuta fisicamente nel prodotto, ma è relativa ai consumi diretti e indiretti necessari per la sua produzione lungo tutto il ciclo di vita. Water Economy l’IMpronta IdrICa è un L’impronta idrica1 è un indicatore complessivo e multidimensionale che mostra i volumi IndICatore CoMpleSSIVo d’acqua consumati per fonte e quelli inquinati per tipo di contaminante; tutti i compo- e MultIdIMenSIonale CHe nenti dell’impronta sono specifici sia dal punto di vista geografico, sia temporale. MoStra I VoluMI d’aCqua Come indicatore del “consumo d’acqua”, l’impronta idrica differisce dal semplice “pre- 94 ConSuMatI per fonte e lievo di acqua” rispetto a tre parametri: quellI InquInatI per tIpo dI ContaMInante; tuttI I - non considera il volume d’acqua prelevato, ma quello che non ritorna alla stessa falda CoMponentI dell’IMpronta dalla quale è stato preso; Sono SpeCIfICI SIa dal - non è un mero consumo d’acqua, ma considera anche i volumi “assorbiti” dal prodotto punto dI VISta GeoGrafICo, e quelli inquinati dal processo di produzione; SIa teMporale. - non considera soltanto i consumi diretti d’acqua, ma anche quelli indiretti. L’impronta idrica offre quindi una più ampia e migliore visione dei consumi idrici da parte di un consumatore o di un produttore2; non misura, invece, quanto sia cospicuo il consumo d’acqua e il suo inquinamento a livello locale. L’impatto ambientale locale dovuto a un dato consumo e al successivo inquinamento dell’acqua è funzione della vulnerabilità del sistema idrico locale, cioè del numero di utilizzatori della risorsa idrica che viene utilizzata e quindi inquinata. Il calcolo dell’impronta idrica rende esplicite, dal punto di vista spazio-temporale, le informazioni relative all’uso dell’acqua da parte dell’uomo per i diversi scopi e attività. Occorre perciò tenere presente che una corretta allocazione e un uso equo e sostenibile dell’acqua concorrono sicuramente a creare una solida base per l’analisi degli impatti sociali, economici e ambientali a livello locale. Tale analisi è condotta attraverso lo studio del ciclo di vita, che permette di valutare, oggettivamente, tutti i carichi energetici e ambientali relativi a un processo.
  • 97. il Water Footprint network e la sua storia il concetto di “impronta idri- il Water footprint net- ca” (water footprint) è sta- work (di cui proprio to teorizzato nel 2002 dal hoekstra è direttore professor arjen Y. hoekstra scientifico) è un’orga- dell’università di twen- nizzazione no-profit nata te in olanda, nell’ambito nel 2008 dalla volontà delle attività promosse delle principali organiz- dall’unesCo per la ri- zazioni coinvolte sul tema cerca di un’alternativa delle risorse idriche (tra le ai tradizionali indica- altre, l’università di twente, tori d’uso delle risorse il WWf, l’unesCo, la Water idriche. neutral foundation, il World Water Economy L’impronta idrica mi- Business Council for sustai- sura l’utilizzo delle risorse in nable development, ecc.) al termini di volume (espresso in metri cubi) fine di coordinare le attività di acqua evaporata e/o inquinata per l’in- realizzate in quest’ambito, diffondere la co- 95 tera filiera dalla produzione al consumo noscenza dell’impronta idrica, delle relative diretto e può essere calcolata non solo metodologie di calcolo e degli strumenti uti- per ogni prodotto o attività, ma anche per lizzati, nonché promuovere un uso sosteni- ogni gruppo ben definito di consumatori bile equo ed efficiente delle risorse idriche (un individuo, una famiglia, gli abitanti di mondiali. una città, un’intera nazione) o produttori (aziende private, organizzazioni pubbliche, settori economici). L’impronta idrica è collegata al concetto di “acqua virtuale” (virtual water), teorizzato nel 1993 dal professor John anthony al- lan della King’s College London school of oriental and african studies, che indica il volume d’acqua dolce consumato per produrre un prodotto (commodity, bene o servizio) sommando tutte le fasi della ca- tena di produzione.
  • 98. L’analisi del ciclo di vita di un prodotto La stima degli impatti ambientali associa- processi porta a evidenziare come i princi- ti a ogni singolo alimento o prodotto può pali carichi ambientali siano rappresentati essere effettuata seguendo la metodolo- dalla generazione di gas a effetto serra, gia dell’analisi del ciclo di vita (Life Cycle dall’utilizzo della risorsa idrica e dall’occu- assessment – LCa), un metodo di valu- pazione di territorio. tazione oggettiva dei carichi energetici e L’indicatore scelto e riportato in questo do- ambientali relativi a un processo (sia esso cumento è l’impronta idrica, che quantifi- un’attività o un servizio). tale valutazione ca i consumi e le modalità di utilizzo delle include l’analisi dell’intera filiera, com- risorse idriche ed è misurato in volume prendendo l’estrazione o coltivazione e il d’acqua utilizzata o inquinata per unità di trattamento delle materie prime, la fab- prodotto. bricazione, il confezionamento, il traspor- altri due indicatori molto importanti uti- Water Economy to, la distribuzione, l’uso, il riuso, il riciclo lizzati insieme all’impronta idrica3 sono e lo smaltimento finale. l’impronta carbonica (carbon footprint) e il metodo di analisi LCa è regolamentato l’impronta ecologica (ecological footprint). 96 dagli standard internazionali iso 14040 e La prima rappresenta le emissioni di gas 14044, che ne definiscono le caratteristi- serra responsabili dei cambiamenti clima- che peculiari. tici ed è misurata in massa di Co2 equi- gli studi LCa sono strumenti di analisi valente. La seconda misura la quantità di scientifica che hanno da un lato il vantag- terra (o mare) biologicamente produttiva gio di permettere una valutazione quanto necessaria per fornire le risorse e assor- più possibile oggettiva e completa del si- bire le emissioni associate a un sistema stema, e dall’altro lo svantaggio che i ri- produttivo e si stima in metri quadrati o sultati sono a volte difficili da comunica- ettari globali. re. per rendere facilmente comprensibile La presente pubblicazione si occupa del il risultato di uno studio normalmente si tema dell’acqua e l’attenzione è quindi ri- utilizzano degli indicatori di sintesi, defi- volta essenzialmente ai consumi idrici rela- niti in modo da preservare il più possibile tivi a prodotti, beni e servizi di uso comune, la scientificità dell’analisi. tali indicatori in utilizzando come unico indicatore di riferi- genere vengono selezionati in base alla mento l’impronta idrica. È però importante tipologia del sistema che viene analizzato ricordare che, per avere una visione com- e devono essere scelti in modo da rappre- plessiva e chiara dell’impatto ambientale di sentare in maniera quanto più completa e un prodotto, è sempre necessario tenere semplice le interazioni con i principali com- conto anche degli altri indicatori al fine di parti ambientali. fornire una visione sufficientemente com- entrando più nello specifico e focalizzando plementare degli impatti, evitando visioni l’attenzione alle filiere agricole, l’analisi dei parziali e, in alcuni casi, fuorvianti.
  • 99. figura 3.1. Ciclo di vita di un prodotto 1. Coltivazione 2. trasformazione Water Economy 97 5. Cottura 3. Imballaggio 4. trasporto
  • 100. Lynn Johnson/National Geographic Image Collection
  • 102. 3.2 Il calcolo dell’impronta idrica verde, blu e grigia L’impronta idrica ha tre componenti: - l’impronta idrica verde (green water footprint) rappresenta il volume d’acqua piovana eva- porata durante il processo produttivo; - l’impronta idrica blu (blue water footprint) rappresenta il volume d’acqua utilizzata che non torna, a valle del processo produttivo, alla fonte dalla quale proviene; - l’impronta idrica grigia (grey water footprint) rappresenta il volume d’acqua inquinata, che può essere quantificata calcolando il volume d’acqua necessario per diluire gli agenti in- quinanti immessi nel sistema idrico durante la crescita delle piante4. figura 3.2. rappresentazione schematica delle componenti dell’impronta idrica di un consumatore o produttore uso diretto uso indiretto dell’acqua dell’acqua Water Economy impronta impronta idrica verde idrica verde Consumo prelievo d’acqua d’acqua acqua che ritorna allo impronta impronta 100 stesso corpo idrico da idrica blu idrica blu cui è stata prelevata Inquinamento dell’acqua impronta impronta idrica grigia idrica grigia fonte: hoekstra et al., The Water Footprint Assessment Manual, cit. La figura mostra le diverse componenti dell’impronta idrica e fa comprendere come la quo- ta parte di acqua prelevata e non consumata (che ritorna prelevata alla fonte) non sia con- teggiata nel calcolo. Inoltre spiega – contrariamente a quanto viene fatto per misurare un semplice prelievo d’acqua – come vengano incluse l’impronta idrica verde e grigia, oltre alle componenti relative all’utilizzo indiretto dell’acqua. L’impronta idrica, infatti, non tiene conto soltanto dell’utilizzo diretto dell’acqua (ad esem- pio per produrre un bene o un servizio, o per le attività di supporto), ma anche del contenu- to indiretto (ossia il consumo relativo all’intera catena di produzione). L’impronta idrica di un’attività, per esempio, è definita come il volume totale d’acqua utiliz- zato direttamente e indirettamente dall’attività medesima e rappresenta, di conseguenza, la quantità totale che è possibile associare agli output del sistema. L’uso diretto di acqua è pari al volume utilizzato per la produzione o per le attività di supporto, mentre quello indiretto è il volume usato a monte del processo o dell’attività in esame, di cui fanno parte, ad esempio,
  • 103. i consumi idrici relativi alla produzione delle materie prime. L’utilizzo delle tre componenti di acqua virtuale incide in modo diverso sul ciclo idro- geologico. Ad esempio, il consumo di green water esercita un impatto meno invasivo sugli equilibri ambientali rispetto a quello di blue water che, invece, costituisce la risorsa idrica più strategica e rilevante. La componente relativamente più semplice da calcolare è rappresentata dall’impronta idri- ca blu di un prodotto, che può essere ricondotta alla contabilizzazione del consumo idrico da parte di un sistema industriale più o meno complesso. Si deve quindi considerare il volume d’acqua che viene deviata dal proprio corso, quella che evapora durante il processo produttivo. In caso di coltivazioni agricole si tratta della somma l’utIlIzzo delle tre dell’acqua di irrigazione evaporata dal terreno e di quella evaporata dai canali di irrigazione CoMponentI dI aCqua e dalle riserve artificiali. In caso di prodotti industriali e usi domestici, s’intende la quantità VIrtuale InCIde In di acqua evaporata prelevata dalle falde o dai bacini idrici e che non viene re-immessa nel Modo dIVerSo Sul sistema idrico dal quale proviene. CIClo IdroGeoloGICo. Nel caso delle filiere di produzione degli alimenti, ad esempio, si tiene conto sia dell’acqua evaporata a seguito dell’impiego durante la fase di produzione industriale sia di quella eva- porata a seguito del metabolismo delle specie coltivate. In questo secondo caso, per semplicità, si può ipotizzare che tutta l’acqua utilizzata per l’ir- rigazione sia evaporata o non torni allo stesso corpo idrico dal quale proviene, e che quindi entri a far parte della componente di impatto. Questa ipotesi è in effetti cautelativa perché, Water Economy nel caso in cui si utilizzi acqua di prima falda per irrigare, parte di quella immessa sul terre- no potrebbe in realtà rientrare in falda andando a reintegrare immediatamente la riserva da cui è stata prelevata (questo discorso è valido nel caso in cui l’acqua sia stata prelevata dalla medesima falda che va a reintegrare). La stima della componente di grey water deve essere fatta tenendo conto sia delle caratte- 101 ristiche dell’acqua rilasciata dal sistema, sia delle condizioni naturali del corpo ricettore all’interno del quale viene rilasciata. Il volume di grey water, infatti, si calcola come quella quantità di acqua (teoricamente) necessaria ad abbassare il livello di inquinante dai limiti di legge ai quali (si presume) av- venga lo scarico a valle dei processi produttivi fino ai livelli di concentrazione naturale per il corpo ricettore considerato. Se si tratta del calcolo dell’impronta idrica grigia per una col- tivazione, ad esempio, è necessario tenere conto di fattori come la quantità di fertilizzante utilizzata, la frazione che effettivamente percola nel terreno e la resa di quella coltura, oltre alla concentrazione massima ammissibile per legge e alla concentrazione naturale che in alcuni casi può essere posta uguale a zero. La voce più caratteristica e più complessa da valutare è certamente la parte di green water specifica per la produzione agricola e di biomasse, in quanto dipende sia dalle condizioni climatiche locali, sia dal tipo di specie coltivata. In sostanza, questa componente rappresen- ta l’acqua piovana evapotraspirata. L’impronta idrica verde è una componente particolarmente rilevante per le coltivazioni agricole (include la traspirazione delle piante e altre forme di evaporazione). Anche in questo caso, la difficoltà operativa del calcolo viene semplificata dalla disponibi- lità di strumenti e dati pubblici, messi a disposizione dalla FAO, che consentono di calco- lare l’impronta idrica verde di un prodotto considerando l’influenza generata dalla specie e dall’area del mondo in cui esso viene coltivato. Nella tabella seguente vengono riportati alcuni esempi relativi all’impronta idrica media mondiale di alcuni tra i cereali più comuni (con indicazione della suddivisione tra le com- ponenti verde, blu e grigia) riportati nello studio di Hoekstra5 pubblicato nel 2011.
  • 104. figura 3.3. Confronto tra l’impronta idrica media mondiale di alcuni cereali prodotto impronta impronta impronta impronta idrica agricolo idrica verde idrica blu idrica grigia totale Grano 1277 342 207 1827 Grano 1200 16 189 1405 (Italia)* riso 1146 341 187 1673 (in risaia) orzo 1213 79 131 1423 Mais 947 81 194 1222 Segale 1419 25 99 1544 avena 1479 181 128 1788 fonti: mekonnen, m. e a.Y. hoekstra, The Green, Blue and Grey Water Footprint of Crops and Derived Crop Products, hydrology and earth system sciences discussions editor, n. 8, pp. 763-809, Copernicus publications, göttingen, ger- many, 2011. *il dato è relativo al grano prodotto in italia e deriva dallo studio mekonnen, m. e a.Y. hoekstra, A Global and High-Resolution Assessment of the Green, Blue and Grey Water Footprint of Wheat, Water research report series, n. 42, unesCo-ihe institute for Water education editor, delft, the netherlands, 2011. Water Economy per CalColare l’IMpronta Ad esempio, per calcolare l’impronta idrica verde di un prodotto alimentare semplice come IdrICa Verde dI un prodotto alIMentare i pomodori, è necessario conoscere la zona di provenienza, le caratteristiche meteo-cli- SeMplICe CoMe I poModorI matiche e il periodo di coltivazione. A seconda di queste caratteristiche e del luogo in cui è neCeSSarIo ConoSCere viene coltivato il prodotto è possibile anche desumere se è stato necessario irrigare e quindi 102 la zona dI proVenIenza, calcolare l’impronta idrica blu. Infine, in funzione del tipo e della quantità di fertilizzanti le CaratterIStICHe utilizzati, occorre stimare la quantità di acqua virtualmente necessaria a diluire tali con- Meteo-ClIMatICHe e Il taminanti fino a riportare quella utilizzata per l’irrigazione alla concentrazione naturale, perIodo dI ColtIVazIone. ossia l’impronta idrica grigia.
  • 105. L’evapotraspirazione L’evapotraspirazione (et) è una variabile o ne. L’unità di misura è il millimetro, inteso grandezza fisica che consiste nella quantità come altezza della massa d’acqua evapo- d’acqua (riferita all’unità di tempo) che dal rata e traspirata. pur essendo un fenome- terreno passa nell’aria allo stato di vapore no climatico inverso a quello delle precipi- per effetto congiunto della traspirazione tazioni, per convenzione si usa il millimetro (t), attraverso le piante, e dell’evaporazio- in modo da rendere la grandezza diretta- ne (e), direttamente dal terreno. mente comparabile con le piogge. il concetto ingloba due processi netta- L’evapotraspirazione è la risultante del con- mente differenti (in quanto l’evaporazione corso di più fattori dipendenti dalla natura esulerebbe, a rigore, dalla coltura), tuttavia del terreno, dal clima, dalla specie agraria, non è possibile scorporare i due fenome- dalla tecnica colturale. questi fattori non ni e trattarli distintamente. d’altra parte ai possono essere considerati distintamente Water Economy fini pratici interessa il consumo effettivo, poiché l’evapotraspirazione è la risultante sia per evaporazione sia per traspirazio- delle loro interrelazioni. 103 figura 3.4. il processo di evapotraspirazione et parametri eto t meteorologici caratteristiche della coltura etC e gestione dei fattori etC adj ambientali
  • 106. 3.3 Il Contenuto dI aCqua VIrtuale dI alCunI prodottI e alIMentI I I prodottI l concetto di impronta idrica può essere applicato anche ai prodotti di uso comune, per rendere dell’alleVaMento palese l’utilizzo diretto e indiretto di acqua per produrre ciò che quotidianamente si consuma. preSentano un I prodotti agricoli (derivanti dalla coltivazione delle piante e dall’allevamento degli animali) ad Contenuto dI aCqua esempio assorbono circa il 70% delle risorse idriche utilizzate dall’uomo a livello globale. VIrtuale MaGGIore rISpetto a quellI In particolare i prodotti dell’allevamento (carne, uova, latte e derivati) presentano un conte- ColtIVatI, poICHé GlI nuto di acqua virtuale maggiore rispetto a quelli coltivati, poiché gli animali da allevamento Water Economy anIMalI da alleVaMento consumano, per diversi anni prima di essere trasformati in prodotti alimentari, una grande ConSuMano una Grande quantità di prodotti coltivati come nutrimento (in aggiunta al consumo diretto di acqua per quantItà dI CerealI CoMe abbeveraggio e altre operazioni). La Figura 3.6 riporta i valori di acqua virtuale relativi ad al- nutrIMento. cune tipologie di prodotti agricoli in quantità di prodotto facilmente riscontrabili nella realtà 104 quotidiana dei consumatori e a prodotti finiti di tipo industriale6. Infine va sottolineato che l’impronta idrica di un prodotto non ha sempre lo stesso valore in ogni parte del mondo, ma varia a seconda della sua provenienza. Se ad esempio si analizza un prodotto agricolo, in termini di consumo di acqua esso ha un impatto differente a seconda della zona in cui è stato coltivato, delle caratteristiche climatiche e meteorologiche del luogo, della disponibilità d’acqua e della necessità o meno di essere irrigato. Si confrontino a tal proposito l’impronta idrica del grano in Italia (2421), pari al quadruplo di quella in Cina (690) o del mais in India (1937), pari anch’essa al quadruplo di quella negli Stati Uniti (489). figura 3.5. Impronta idrica di alcuni prodotti agricoli (m3/ton) in alcuni paesi Media Mondiale USa cina india Russia Brasile italia fonte: rielaborazione the european house-ambro- riso 3419 1903 1972 4254 3584 4600 2506 setti da hoekstra, a.Y. e a.K. Grano 1334 849 690 1654 2375 1616 2421 Chapagain, Water Footprints of Nations: Water Use by Mais 909 489 801 1937 1397 1180 530 People as a Function of Their Consumption Pattern, Soia 1789 1869 2617 4124 3933 1076 1506 in Craswell, e., m. Bonnell, d. Bossio, s. demuth e n. Manzo 15.497 13.193 12.560 16.482 21.028 16.961 21.167 van de giesen (a cura di), Integrated Assessment of Maiale 4856 3946 2211 4397 6947 4818 6377 Water Resources and Global Change – A North-South Capra 4043 3082 3994 5187 5290 4175 4180 Analysis, springer, 2007. pecora 6143 5977 5202 6692 7621 6267 7572 pollo 3918 2389 3652 7736 5763 3913 2198 uova 3340 1510 3550 7531 4919 3337 1389 latte 990 695 1000 1369 1345 1001 861 formaggio 4914 3457 4963 6793 6671 4969 4278
  • 107. figura 3.6. Impronta idrica media globale di alcune tipologie di prodotti di uso comune (litri) un foglio a4 (80 g/m2) un pomodoro (70 g) una patata (100 g) 10 13 25 una fetta di pane (30 g) un’arancia (100 g) una mela (100 g) 40 50 70 Water Economy un uovo (40 g) un sacchetto di patatine una fetta di torta (80 g) fritte (200 g) 105 135 185 250 formaggio (100 g) Cioccolato (50 g) t-shirt (250 g) 500 860 2000 un hamburger (150 g) un paio di scarpe di cuoio 2400 8000
  • 108. Le buone abitudini per risparmiare acqua il comportamento quotidiano e le abitudini verso il giardino o in cisterne di raccolta cui si è soliti possono portare a sprecare per consentirne un utilizzo successivo; più o meno acqua: un bene fondamen- - innaffiare le piante del terrazzo con l’ac- tale per la vita. ma è anche un bene che qua utilizzata per lavare frutta e verdura; scarseggia, soprattutto in alcune zone del - fare periodici controlli dell’impianto idrico mondo, nonché un bene economico, ed è di casa per riparare eventuali perdite; quindi importante seguire pochi semplici - preferire la doccia al bagno (per riempire gesti, utili a rispettare e risparmiare l’ac- una vasca sono necessari 100 litri d’ac- qua. alcuni di questi, come quelli elencati qua, mentre per una doccia il consumo è di seguito7, possono essere un buon mezzo pari circa alla metà); per ridurre gli sprechi di acqua nei com- - chiudere sempre il rubinetto quando non portamenti quotidiani: serve (mentre ci si sta lavando i denti o Water Economy - utilizzare miscelatori d’aria nei rubinet- mentre ci si insapona sotto la doccia, o ti e nelle docce: consentono di ridurre si sta massaggiando la cute, o ancora il consumo d’acqua senza modificare le mentre ci si sta lavando le mani); 106 proprie abitudini e di risparmiare quasi - lavare le stoviglie utilizzando una va- la metà di quella utilizzata; schetta dove riporle per insaponarle e - utilizzare un sistema con doppio pulsante usare un debole getto d’acqua, soltanto di scarico per i servizi igienici (ogni getto alla fine, per risciacquarle. dello sciacquone consuma circa 10 litri sono semplici gesti che, insieme ad altre d’acqua, ma non è sempre necessario); scelte responsabili, possono portare a di- - raccogliere e incanalare l’acqua piovana minuire gli sprechi d’acqua.
  • 109. 3.4 l’IMpronta IdrICa della pIraMIde alIMentare del BarIlla Center for food & nutrItIon l a piramide alimentare consente di comunicare in modo sintetico ed efficace i principi della corretta alimentazione, al fine di educare la popolazione verso comportamenti alimentari più equilibrati e fondati sul modello della dieta mediterranea. Il Barilla Center for Food & Nutrition ha proposto la piramide alimentare in una doppia versione, posizionando i cibi non solo seguendo quanto da tempo la scienza nutrizionale suggerisce per la salute, ma anche rispetto al loro impatto sull’ambiente. Si ottiene così una Water Economy “Doppia Piramide”: la classica piramide alimentare e una piramide ambientale8. Quest’ul- tima è rappresentata capovolta: gli alimenti a maggior impatto ambientale sono in alto e quelli a ridotto impatto in basso. 107
  • 110. figura 3.7. la “doppia piramide” alimentare e ambientale elaborata dal Barilla Center for food & nutrition BASSO Dolci Carne rossa Formaggi Uova Carne bianca Pesce Biscotti Water Economy ITO ER 108 GG Latte SU Yogurt MO N SU CO Olio d’oliva Pane, Pasta Riso, Patate, Legumi Frutta Ortaggi ALTO PIRAMIDE ALIMENTARE fonte: Barilla Center for food & nutrition, 2010
  • 111. PIRAMIDE AMBIENTALE ALTO Carne rossa Formaggi Pesce Water Economy Carne bianca Dolci L E Legumi, Biscotti TA IEN Pasta, Latte, Yogurt 109 MB Olio d’oliva, Riso, Uova OA TT PA IM Ortaggi Patate Pane Frutta BASSO
  • 112. la pIraMIde aMBIentale La piramide alimentare raffigura i vari gruppi di alimenti in modo scalare. Alla base della dell’aCqua, affIanCata piramide si trovano gli alimenti di origine vegetale (caratteristici della dieta mediterra- alla nota pIraMIde nea), ricchi in termini di nutrienti (vitamine, sali minerali, acqua) e di composti protetti- alIMentare, Mette In vi (fibre e composti bioattivi di origine vegetale) e con ridotta densità energetica. Salendo relazIone GlI IMpattI aMBIentalI – e quIndI In progressivamente si trovano gli alimenti a crescente densità energetica (molto presenti queSto CaSo Il ConSuMo nella dieta nordamericana) che andrebbero consumati con una frequenza minore. dI aCqua – dI dIVerSe La piramide ambientale è stata costruita sulla base della stima degli impatti ambientali tIpoloGIe dI alIMentI. associati a ogni singolo alimento, valutando tutto il ciclo di vita e utilizzando dati dispo- nibili in letteratura. Sebbene la raffigurazione della piramide ambientale proposta dal Barilla Center for Food & Nutrition nel precedente paper Doppia Piramide: alimentazione sana per le persone, so- stenibile per il Pianeta sia stata effettuata prendendo come indicatore unico di riferimento l’impronta ecologica, è possibile costruire la piramide ambientale con riferimento all’in- dicatore dell’impronta idrica9. la MaGGIor parte Attraverso l’utilizzo di tale indicatore è quindi possibile costruire una piramide am- deGlI alIMentI per I bientale dell’acqua che, affiancata alla nota piramide alimentare, metta in relazione gli qualI è ConSIGlIato un impatti ambientali – e quindi in questo caso il consumo di acqua – di diverse tipologie ConSuMo pIù frequente di alimenti. Sono anCHe quellI CHe Si è ottenuta così una piramide rovesciata in cui le diverse categorie alimentari sono di- preSentano GlI IMpattI aMBIentalI MInorI dal sposte in modo scalare sulla base dell’impatto ambientale dal punto di vista dell’impronta Water Economy punto dI VISta del idrica10: in alto si trovano gli alimenti a maggior impatto, mentre in basso quelli che ne ConSuMo IdrICo. hanno uno minore. In particolare si riscontra che anche nella piramide ambientale dell’acqua, così come per quella ricavata utilizzando l’impronta ecologica, la carne rossa è l’alimento a maggior 110 impatto idrico, mentre la verdura, le patate e la frutta sono caratterizzati da effetti deci- samente minori. Affiancando quindi la piramide ambientale dell’acqua così ricavata a quella alimentare si può osservare come la maggior parte degli alimenti per i quali è consigliato un consumo più frequente sono anche quelli che presentano gli impatti ambientali minori dal punto di vista del consumo idrico.
  • 113. figura 3.8. Impronta idrica degli alimenti 15.500 Carne bovina 10.000 9065 Noci e nocciole 6795 Olio di girasole 5000 5000 Formaggio 4900 Olio d’oliva 4800 Carne suina 4055 Legumi 4000 3900 Carne avicola 3400 Riso 3300 Uova 3140 Dolci 2000 1800 Biscotti 1693 Pasta 1645 Cereali 1500 1500 Zucchero 1300 Pane Impronta idrica degli alimenti 1000 Litri di acqua per kg o litro di alimento 1000 Latte Water Economy 1000 Yogurt Legenda: valore medio 970 Frutta 500 900 Patate 325 Verdura 0 111 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 / 15.000 20.000 fonte: Barilla Center for food & nutrition, 2011
  • 114. l’IMpronta IdrICa Viceversa, la maggior parte degli alimenti per i quali viene raccomandato un consumo deGlI alIMentI meno frequente sono anche quelli che hanno un maggior impatto sull’ambiente anche dal punto di vista del consumo di risorse idriche. figura 3.9. Impronta idrica della piramide alimentare BASSO Dolci 10.000 Carne rossa 5000 Formaggi Uova Carne bianca Pesce Biscotti 4000 ITO ER GG Water Economy Latte 2000 SU Yogurt MO N SU CO 1500 112 Olio d’oliva 1000 Pane, Pasta Riso, Patate, Legumi Frutta Ortaggi ALTO PIRAMIDE ALIMENTARE fonte: Barilla Center for food & nutrition, 2011
  • 115. 15.500 Carne bovina 9065 Noci e nocciole 6795 Olio di girasole 5000 Formaggio 4900 Olio d’oliva 4800 Carne suina 4055 Legumi 3900 Carne avicola 3400 Riso 3300 Uova 3140 Dolci Water Economy 1800 Biscotti 1693 Pasta 1645 Cereali 1500 Zucchero 113 1300 Pane Impronta idrica degli alimenti Litri di acqua per kg o litro di alimento 1000 Latte 1000 Yogurt Legenda: valore medio 970 Frutta 500 900 Patate 325 Verdura 0 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 / 15.000 20.000
  • 116. In altre parole, anche da questa nuova elaborazione della Doppia Piramide emerge la coincidenza, in un unico modello, di due obiettivi diversi ma altrettanto rilevanti: salute e tutela ambientale. l’IMpronta IdrICa Analizzando, infine, l’impronta idrica delle bevande più diffuse e bevute quotidianamen- delle BeVande te, è possibile costruire anche un’altra piramide, che riporta i consumi idrici necessari per la preparazione di ciascuna di esse. Tutti i dati riportati nella piramide delle bevande derivano dal sito del Water Footprint Network o da pubblicazioni scientifiche relative all’impronta idrica. figura 3.10. Impronta idrica delle bevande (per bicchiere o tazzina di bevanda) 140 Caffè americano 150 125 Latte 120 Vino Water Economy 100 106 Succo d’arancia 50 43 Bevanda gassata 114 38 Birra 34 Caffè espresso Impronta idrica delle bevande 25 Litri di acqua per bicchiere (125ml) o per tazzina (30ml) 15 Thè Legenda: valore medio 0,3/0,7 (bottiglia) Acqua min max 0,3 (rubinetto) 0 0 20 40 60 80 100 120 140 fonte: Barilla Center for food & nutrition, 2011
  • 117. figura 3.11. Impronta idrica delle bevande (per litro di bevanda) 1127 Caffè 1000 1000 Latte 960 Vino 850 Succo d’arancia 500 344 Bevanda gassata 300 Birra 250 120 Thé Impronta idrica delle bevande Water Economy Litri di acqua per litro di bevanda 2,4/5,4 (bottiglia) valore medio Legenda: Acqua 2,4 (rubinetto) 0 min max 115 0 50 100 150 200 250 300 1000 1100 fonte: Barilla Center for food & nutrition, 2011
  • 118. Water Economy 116 o
  • 119. 3.5 l’IMpatto delle aBItudInI alIMentarI Sul ConSuMo d’aCqua è opinione comune che oggi sia necessario un drastico miglioramento dell’utilizzo Il ConSuMo d’aCqua dell’acqua, soprattutto in agricoltura, limitando gli sprechi. VIrtuale GIornalIero Secondo quanto riportato dallo studio Water for Food, Water for Life: A Comprehen- per alIMentarSI VarIa da CIrCa 1500-2600 sive Assessment of Water Management in Agriculture11, il mantenimento nel lungo periodo lItrI nel CaSo dI una delle attuali pratiche di produzione e consumo del cibo potrà determinare profonde crisi dIeta VeGetarIana a alimentari in diverse parti del mondo. CIrCa 4000-5400 lItrI Water Economy Si può quindi partire dall’alimentazione, tenendo conto che un individuo utilizza in me- In CaSo dI una rICCa dI dia dai due ai cinque litri d’acqua al giorno per bere, mentre il consumo d’acqua virtuale Carne. giornaliero per alimentarsi varia da circa 1500-2600 litri nel caso di una dieta vegetariana a circa 4000-5400 litri in caso di una ricca di carne12. 117 Da quanto detto appare evidente come le abitudini alimentari comportino, oltre ad effetti di natura nutrizionale, anche ricadute ambientali di notevole entità. Per renderci conto delle differenze sono stati elaborati due menu giornalieri, entrambi equilibrati dal punto di vista nutrizionale, per i quali sono stati calcolati gli impatti in termini di consumo di acqua. Il primo menu giornaliero prevede una dieta più ricca di proteine vegetali e con pochi grassi di origine animale; il secondo, invece, è basato su un consumo, seppur modesto, di carne rossa. figura 3.12. Menu “stile vegetariano” Menù VeGetarIano 2030 kCal totalI proteIne GraSSI CarBoIdratI 1530 14% 30% 56% lItrI ConSuMo IdrICo Colazione Spuntino pranzo Spuntino Cena 1 porzione di frutta 1 vasetto di 1 porzione di “Caserecce 1 vasetto di 1 porzione di verdure: (200 g) yogurt magro siciliane” con finocchietto yogurt magro fagiolini (200 g) e 4 fette biscottate 1 frutto 1 porzione di sformato di 1 pacchetto di patate (400 g) al vapore “armonie dorate” zucca e porri Cracker non salati con scaglie di grana (40 g) 152 185 300 115 780 lItrI lItrI lItrI lItrI lItrI fonte: Barilla Center for food and nutrition, 2011
  • 120. figura 3.13. Menu con un maggior consumo di carne Menù Carne 2140 kCal totalI proteIne GraSSI CarBoIdratI 4300 15% 25% 60% lItrI ConSuMo IdrICo Colazione Spuntino pranzo Spuntino Cena 1 tazza di latte 1 porzione di 1 porzione di pizza 1 vasetto di 1 porzione di minestra di parz. scremato frutta (200 g) margherita yogurt magro “risoni” Barilla e piselli 4 Biscotti “tarallucci” ortaggi misti crudi 1 Bistecca di carne bovina alla griglia (150 g) 1 fetta di pane in cassetta “pan Bauletto” 183 120 1325 125 2550 lItrI lItrI lItrI lItrI lItrI Water Economy fonte: Barilla Center for food and nutrition, 2011 118 l’InSerIMento nel Confrontando gli impatti, in termini di impronta idrica, dei due menu proposti si evince Menu dI prodottI chiaramente come l’inserimento, per quanto contenuto, nel menu di prodotti di allevamen- dI alleVaMento to, come latte e carne, comporti un aumento di circa tre volte del consumo di risorse idriche. CoMporta un Latte e carni presentano infatti un contenuto di acqua virtuale maggiore rispetto a pro- auMento dI CIrCa tre Volte del ConSuMo dI dotti coltivati, come frutta e verdura, per via del notevole consumo di prodotti agricoli rISorSe IdrICHe. utilizzati per nutrire gli animali da allevamento in vista della trasformazione in risor- se alimentari, rendendo quindi in tal modo meno “sostenibile” un menu caratterizzato dall’elevata presenza di prodotti di allevamento. Nella figura seguente è riportata l’impronta idrica di alcune portate.
  • 121. figura 3.14. Impronta idrica di alcune portate di un ipotetico menu internazionale Colazione Continentale 2 uova 500 Yogurt bianco 400 pane 150 marmellata 150 Cereali 100 Menu Vegetariano formaggio 1800 verdure miste 500 riso bianco 500 Yogurt bianco 400 tofu 200 Water Economy frutta mista 100 Biscotti di 70 granoturco Menu Continentale 119 Bistecca di manzo 4500 Braciola di maiale 2000 insalata di manzo 2000 gelato 1500 Bistecca di pollo 1500 insalata mista 500 20 purè di patate 10 zuppa di verdure Menu orientale Carne di manzo con verdure 3000 Carne di maiale con verdure 1100 pollo con verdure 1000 noodles fritti 500 verdure miste 500 riso bianco 500 100 frutta mista fonte: World Water Council, 3rd World Water forum, 2003
  • 122. Se tuttI GlI Da questi esempi risulta evidente che l’evoluzione delle abitudini alimentari degli individui aBItantI del pIaneta può avere un impatto molto rilevante sulla disponibilità delle risorse idriche. adottaSSero Il reGIMe Basti pensare che, se tutti gli abitanti del Pianeta adottassero il regime alimentare medio alIMentare MedIo dei Paesi occidentali, caratterizzato da un elevato consumo di carne, sarebbe necessario un deI paeSI oCCIdentalI SareBBe neCeSSarIo incremento del 75% dell’acqua utilizzata attualmente per produrre cibo13. un InCreMento del 75% La figura seguente mostra gli effetti di alcune scelte alimentari – portate a modifica del dell’aCqua utIlIzzata regime alimentare tipico americano (ricco di carni rosse) – sul volume di acqua necessaria attualMente per (impronta idrica) per produrre gli alimenti oggetto della dieta. produrre CIBo. figura 3.15. effetti dei cambiamenti dello stile alimentare sul contenuto virtuale della dieta media americana (litri per persona al giorno) dieta uSa 5400 50% carne rossa riduzione del sostituita da 25% prodotti 50% carne carne bianca di origine rossa animale sostituita 4800 da prodotti Water Economy 4600 vegetali riduzione del 4400 50% prodotti di origine animale dieta a 3400 dieta B dieta C 120 dieta d dieta e fonte: rielaborazione the european house- ambrosetti da renault, d. e W.W. Wallender, Nutritional Water Productivity and Diets: From ‘Crop per Drop’ Towards ‘Nutrition per Drop’, agricultural Water management, 2000. Se cinquant’anni fa, infatti, il numero di abitanti del nostro Pianeta e il loro stile di vita richiedeva minori consumi di acqua, oggi la competizione per le risorse idriche, sempre più scarse, è intensa: diversi bacini non sono in grado di soddisfare la richiesta d’acqua e alcuni sono stati completamente prosciugati. In prospettiva, la mancanza d’acqua costitu- irà un vincolo alla produzione di cibo per centinaia di milioni di persone. In quest’ottica, che impone un’evidente quanto drastica inversione di tendenza, alla re- sponsabilità delle istituzioni e delle imprese (sia agricole che industriali), deve aggiun- gersi l’impegno personale di tutti i cittadini nel contribuire alla progressiva riduzione dei consumi e degli sprechi. Questo può avvenire anche semplicemente migliorando i propri stili alimentari, adottan- do diete che, oltre ad essere più sane per se stessi, consentono di diminuire sensibilmente la propria impronta idrica.
  • 123. note 1. hoekstra, a.Y., a.K. Chapagain, m.m. aldaya e m.m. mekonnen, The Water Footprint Asses- sment Manual: Setting the Global Standard, earthscan, London 2011. 2. per aggiornamenti circa le regole di calcolo dell’impronta idrica si rimanda a hoekstra et al., The Water Footprint Assessment Manual, cit. un ulteriore approfondimento è contenuto nel Capitolo 4 del presente position paper. 3. Cfr. paragrafo 3.3 e Barilla Center for food & nutrition, Doppia Piramide: alimentazione sana Water Economy per le persone, sostenibile per il Pianeta, 2010. 4. questo volume è ottenuto dividendo il carico inquinante per la differenza tra lo standard di qualità ambientale di un certo contaminante (C-max, ossia la concentrazione massima accetta- bile) e la sua concentrazione naturale nel corpo idrico ricevente (C-nat). 121 5. mekonnen, m. e a.Y. hoekstra, The Green, Blue and Grey Water Footprint of Crops, hydrology and earth system sciences discussions editor, usa, 2011. 6. per gli esempi riportati, sono stati raccolti dati medi mondiali sulla base di quelli disponibili; relativamente ai prodotti agricoli, è stato preso in considerazione un arco di tempo piuttosto lungo (1996-2005) per il quale sono stati raccolti tutti i dati pluviometrici e climatici delle prin- cipali aree del mondo nelle quali ciascun prodotto viene coltivato. 7. Cfr. www.ecoage.it/risparmiare-acqua.htm. 8. un approfondimento del tema della piramide alimentare e della doppia piramide è contenuto nel position paper Doppia Piramide: alimentazione sana per le persone, sostenibile per il Pianeta, realizzato dal Barilla Center for food & nutrition nel 2010. 9. Come anticipato nel paragrafo 3.1, l’impronta idrica è un indicatore specifico dell’utilizzo di acqua dolce costruito in modo da esprimere sia i quantitativi di risorsa idrica effettivamente utilizzati, sia la modalità con la quale tale risorsa viene usata. 10. La piramide dell’acqua è stata costruita ricavando, per ogni categoria di prodotto, un dato medio dei dati reperiti in letteratura, trascurando quelli palesemente anomali. in particolare è stata utilizzata la banca dati del sito e delle pubblicazioni del Water footprint network, dove sono disponibili diversi esempi relativi ad alimenti di origine agricola o animale. 11. Comprehensive assessment of Water management in agriculture, Water for Food, Water for Life: A Comprehensive Assessment of Water Management in Agriculture – Summary Book, earthscan and Colombo, international Water management institute, London 2007. 12. World Water Council, 2008. 13. zimmer, d. e d. renault, Virtual Water in Food Production and Global Trade: Review of Me- thodological Issues and Preliminary Results, in hoekstra, a.Y. (a cura di), Virtual Water Trade: Pro- ceedings of the International Expert Meeting on Virtual Water Trade, value of Water research re- port series no.12, delft (the netherlands), unesCo-ihe, institute for Water education, 2003.
  • 124. Le principali fonti dei dati Sono StatI IMpIeGatI Le informazioni utilizzate per costruire - report e pubblicazioni scientifiche. Solo BanCHe datI e l’impronta idrica delle piramidi alimentari il lavoro svolto, lungi dal voler essere StudI puBBlICI sono state raggruppate secondo la se- conclusivo, intende essere di stimolo alla guente classificazione: alimenti e bevande. pubblicazione di ulteriori studi sulla misu- per ogni categoria analizzata sono stati razione dell’impronta idrica degli alimen- riportati i valori di impronta idrica (water ti dei quali si terrà conto nelle prossime footprint) desunti da banche dati e studi edizioni di questo documento. in questo scientifici esclusivamente pubblici. modo si potrà aumentare la copertura La scelta di utilizzare unicamente dati e statistica dei dati e verificare l’influenza informazioni di natura “pubblica” è dovu- che possono avere alcuni fattori, quali, per ta al fatto che si è deciso di organizzare esempio, la provenienza geografica. Water Economy la presentazione dei risultati in modo da Le tabelle che seguono riportano, in det- renderli ricostruibili dall’eventuale lettore taglio, fonti bibliografiche scelte per la che voglia affrontare l’analisi in maniera costruzione dell’impronta idrica delle pi- approfondita e analitica. ramidi alimentari. nella prima colonna è 122 in presenza di più studi scientifici per lo indicato il prodotto, a seguire l’unità di ri- stesso prodotto, o quando all’interno del- ferimento dello studio e i principali confini lo stesso studio sono presenti più valori, del sistema preso in esame. nell’ultima sono stati presi il valore minimo, massimo colonna è presente il dato utilizzato. e la media. in caso contrario viene ripor- tato l’unico valore disponibile. Le informazioni utilizzate per completare questo lavoro derivano dalla letteratura pubblicata o comunque dalle banche dati tipicamente consultate negli studi di ana- lisi del ciclo di vita. nei riferimenti biblio- grafici vengono citate tutte le singole fonti reperite nella letteratura scientifica, e in particolare: - la banca dati del Water footprint net- work (http://www.waterfootprint.org); - le dichiarazioni ambientali di prodotto (environmental product declaration – epd; http://www.environdec.com);
  • 125. Bevande VaLoRe inSeRiTo in UniTà VaLoRe in piRaMide [LiTRi di pRodoTTo FUnzionaLe conFini deL SiSTeMa RiFeRiMenTo BiBLioGRaFico LiTRi peR UF acqUa peR LiTRo di (UF) BeVanda] estrazione dell'acqua e produzione delle materie prime, produ- zione delle preforme 1,5 l di acqua mi- delle bottiglie in pet e valore minimo: 2,4 3,61-8,14 nerale in bottiglia trasporto all'impianto valore massimo: 5,4 di pet di imbottigliamento, Botto, s., Tap Water Vs Bottled Wa- valore medio: 4 imbottigliamento e ter in a Footprint Integrated Appro- imballaggio, distribuzione ach, department of environmental aCqua ai supermercati e da lì al sciences, università di siena, 2009 consumatore finale (http://precedings.nature.com/ documents/3407/version/1/files/ npre20093407-1.pdf). estrazione dell’acqua, adduzione attraverso valore minimo: 2,42 1,5 l di acqua di condotte, stoccaggio 3,63-3,65 valore massimo: 2,43 rubinetto dell’acqua e distribuzione valore medio: 2,4 attraverso una rete idrica all’utilizzatore finale Water Economy http://www.waterfoot- informazione non tHè 30 0,250 l print.org/?page=files/ 120 disponibile productgallery&product=tea http://www.waterfoot- informazione non BIrra 75 0,250 l print.org/?page=files/ 300 123 disponibile productgallery&product=beer realizzazione (dalla resina al soffiaggio) e ercin, a.e., m.m. aldaya e a.Y. lavaggio (ad aria) della hoekstra, The Water Footprint of 0,5 l di bevanda bottiglia in pet, prepa- a Sugar-containing Carbonated 169-309 imbottigliata in razione dello sciroppo, Beverage, value of Water research bottiglia di pet mix degli ingredienti, report series n° 39, unesCo-ihe riempimento delle institute for Water education editor, bottiglie, etichettatura e geneva 2009. imballaggio valore minimo: 70 BeVande valore massimo: 618 GaSate realizzazione (dalla valore medio: 344 resina pet al soffiaggio) e lavaggio (ad aria) della the Coca-Cola Company, Product 0,5 l di Cola bottiglia in pet, prepa- Water Footprint Assessment – Prac- 35 imbottigliata in razione dello sciroppo tical Application in Corporate Water bottiglia di pet e degli ingredienti, mix Stewardship, the nature Conser- degli ingredienti, riem- vancy, 2010. pimento delle bottiglie, etichettatura http://www.waterfoot- SuCCo informazione non 170 0,200 l print.org/?page=files/ 850 d'aranCIa disponibile productgallery&product=orange http://www.waterfoot- informazione non VIno 120 0,125 l print.org/?page=files/ 960 disponibile productgallery&product=wine http://www.waterfoot- informazione non latte 1000 1 l print.org/?page=files/ 1000 disponibile productgallery&product=milk valore minimo: 1120 http://www.waterfoot- (caffè americano) informazione non Caffè 140 0,125 l print.org/?page=files/ valore massimo: 1133 disponibile productgallery&product=coffee (caffè espresso) valore medio: 1127
  • 126. alimenti VaLoRe inSeRiTo VaLoRe in UniTà in piRaMide [LiTRi pRodoTTo LiTRi peR FUnzionaLe conFini deL SiSTeMa RiFeRiMenTo BiBLioGRaFico di acqUa peR kG di UF (UF) aLiMenTo] Coltivazione del prodotto mekonnen, m. e a.Y. hoekstra, The fino al raccolto - Com- Green, Blue and Grey Water Foot- Verdura 325 1 kg di verdura prende le tre impronte print of Crops, hydrology and earth 325 idriche (blue, green e system sciences discussions editor, grey water footprint) usa, 2011. http://www.waterfoot- informazione non patate 900 1 kg di patate print.org/?page=files/ 900 disponibile productgallery&product=potato Coltivazione del prodotto mekonnen, m. e a.Y. hoekstra, The fino al raccolto - Com- Green, Blue and Grey Water Foot- frutta 970 1 kg di frutta prende le tre impronte print of Crops, hydrology and earth 970 idriche (blue, green e system sciences discussions editor, grey water footprint) usa, 2011. http://www.waterfoot- informazione non latte 1000 1 litro di latte print.org/?page=files/ 1000 disponibile productgallery&product=milk Water Economy http://www.waterfoot- informazione non YoGurt 1000 1 litro di yogurt print.org/?page=files/ 1000 disponibile productgallery&product=milk http://www.waterfoot- informazione non pane 1300 1 kg di pane print.org/?page=files/ 1300 disponibile productgallery&product=bread 124 http://www.waterfoot- 1 kg di zucchero informazione non zuCCHero 1500 print.org/?page=files/ 1500 di canna disponibile productgallery&product=sugar Barilla, dichiarazione ambientale di Coltivazione del grano, prodotto applicata alla pasta secca produzione della se- valore minimo: 1532 di semola di grano duro prodotta in 1 kg di pasta mola, produzione della valore massimo: 2232 italia e confezionata in astuccio in paSta 1532-2232 secca di semola di pasta, trasporto delle valore medio (mondia- cartoncino, revisione 2 - valida 3 grano duro materie prime e dei le): 1693 anni dall'approvazione, numero di prodotti presso le piat- registrazione s-p-00217, data di taforme di distribuzione approvazione 10/03/2011. Coltivazione del prodotto mekonnen, m. e a.Y. hoekstra, The fino al raccolto - Com- Green, Blue and Grey Water Foot- CerealI 1645 1 kg di cereali prende le tre impronte print of Crops, hydrology and earth 1645 idriche (blue, green e system sciences discussions editor, grey water footprint) usa, 2011. fase di campo (per le Barilla Center for food & nutrition, materie prime), prepa- Doppia Piramide: alimentazione BISCottI 1800 1 kg di biscotti 1800 razione dell'impasto e sana per le persone, sostenibile per cottura il Pianeta, 2010. fase di campo (per le Barilla Center for food & nutrition, materie prime), prepa- Doppia Piramide: alimentazione dolCI 3140 1 kg di dolci 3140 razione dell'impasto e sana per le persone, sostenibile per cottura (casalinga) il Pianeta, 2010. http://www.waterfoot- informazione non uoVa 3300 1 kg di uova print.org/?page=files/ 3300 disponibile productgallery&product=eggs http://www.waterfoot- informazione non rISo 3400 1 kg di riso print.org/?page=files/ 3400 disponibile productgallery&product=rice http://www.waterfoot- Carne 1 kg di carne informazione non 3900 print.org/?page=files/ 3900 aVICola avicola disponibile productgallery&product=chicken
  • 127. VaLoRe inSeRiTo VaLoRe in UniTà in piRaMide (LiTRi pRodoTTo LiTRi peR FUnzionaLe conFini di SiSTeMa RiFeRiMenTo BiBLioGRaFico di acqUa peR kG di UF (UF) aLiMenTo) Coltivazione del prodotto mekonnen, m. e a.Y. hoekstra, The fino al raccolto - Com- Green, Blue and Grey Water Foot- leGuMI 4055 1 kg di legumi prende le tre impronte print of Crops, hydrology and earth 4055 idriche (blue, green e system sciences discussions editor, grey water) usa, 2011. http://www.waterfoot- Carne 1 kg di carne informazione non 4800 print.org/?page=files/ 4900 SuIna suina disponibile productgallery&product=pork Barilla Center for food & nutrition, olIo dI Coltivazione delle olive e Doppia Piramide: alimentazione 4900 1 l di olio di oliva 4900 olIVa produzione dell'olio sana per le persone, sostenibile per il Pianeta, 2010. http://www.waterfoot- informazione non forMaGGIo 5000 1 kg di formaggio print.org/?page=files/ 5000 disponibile productgallery&product=cheese Coltivazione del pro- Water Economy dotto fino al raccolto e mekonnen, m. e a.Y. hoekstra, the successiva lavorazione Green, Blue and Grey Water Foot- olIo dI 1 kg di olio 6795 e raffinazione - Com- print of Crops, hydrology and earth 6795 GIraSole raffinato prende le tre impronte system sciences discussions editor, idriche (blue, green e usa, 2011. grey water footprint) Coltivazione del prodotto mekonnen, m. e a.Y. hoekstra, The 125 fino al raccolto - Com- Green, Blue and Grey Water Foot- noCI e 1 kg di noci e 9065 prende le tre impronte print of Crops, hydrology and earth 9065 noCCIole nocciole idriche (blue, green e system sciences discussions editor, grey water footprint) usa, 2011. http://www.waterfoot- Carne 1 kg di carne informazione non 15.500 print.org/?page=files/ 15.500 BoVIna bovina disponibile productgallery&product=beef
  • 128. Annie Griffiths Belt/National Geographic Image Collection Water Economy 126
  • 129. 4. L’impronta idriCa di una nazione e iL CommerCio di aCqua virtuaLe “se Le guerre deL XX seCoLo sono state ComBattute per iL petroLio, queLLe deL XXi avranno L’aCqua Come oggetto deL Contendere” ismail serageldin, vicepresidente della Banca mondiale1 Water Economy 127
  • 130. 4.1 l’IMpronta IdrICa dI un IndIVIduo, una nazIone, un prodotto, un’azIenda l’ impronta idrica (water footprint) non misura semplicemente la quantità di acqua impiegata, ma anche il tipo di acqua consumata (impronta verde, blu e grigia). Questo indicatore può essere calcolato per ogni prodotto o attività e anche per ogni gruppo ben definito di consumatori (un individuo, una famiglia, gli abitanti di una città, un’in- tera nazione) o produttori (aziende private, organizzazioni pubbliche, settori economici). In particolare: Water Economy - l’impronta idrica di un prodotto (bene fisico o servizio) consiste nel volume totale d’ac- qua dolce consumata per produrlo, considerando tutte le varie fasi della catena di pro- duzione (coincide con il concetto di “acqua virtuale” descritto nel precedente capitolo); - l’impronta idrica di un individuo, di una comunità o di una nazione consiste nel volume 128 totale d’acqua dolce consumata in modo diretto o indiretto (compresa quindi quella necessaria per produrre i beni e i servizi utilizzati); - l’impronta idrica di un’impresa consiste nel volume d’acqua dolce consumata nello svol- gimento delle proprie attività, sommata a quella consumata dai diversi componenti del- la propria catena di fornitura. 4.1.1 l’impronta idrica di un paese MoltI paeSI Hanno «I problemi legati all’acqua sono spesso strettamente collegati alla struttura dell’economia eSternalIzzato In Modo globale. Molti Paesi hanno esternalizzato in modo massiccio la loro impronta idrica, im- MaSSICCIo la loro IMpronta portando da altri luoghi quei beni che richiedono una grande quantità d’acqua per essere IdrICa, IMportando da prodotti. Questo mette sotto pressione le risorse idriche dei Paesi esportatori, dove troppo altrI luoGHI queI BenI CHe rICHIedono una Grande spesso scarseggiano meccanismi finalizzati a una saggia gestione e conservazione delle ri- quantItà d’aCqua per sorse. Non solo i governi, ma anche consumatori, imprese e ogni comunità civile possono eSSere prodottI. fare la differenza, affinché si possa raggiungere una migliore gestione delle risorse idriche»1. Gli scambi commerciali tra Paesi non determinano soltanto un trasferimento di merci da un luogo all’altro, ma anche flussi di acqua virtuale (virtual water trade) contenuta nelle materie prime, nei beni e nei servizi. Quindi per misurare la quota di utilizzo delle risorse idriche globali da parte di un Paese non è sufficiente conteggiare ciò che viene consumato sul proprio territorio, ma va conside- rata anche l’acqua utilizzata per produrre i beni e servizi importati. L’impronta idrica di un Paese si compone di due parti: - impronta idrica interna, ovvero il consumo di risorse d’acqua domestiche; - impronta idrica esterna, ovvero il consumo di risorse d’acqua provenienti da altri Paesi.
  • 131. Per valutare l’impronta idrica di un Paese occorre pertanto calcolare il consumo totale di ri- l’IMpronta IdrICa GloBale sorse interne, sottrarre i flussi di acqua virtuale che lasciano quel Paese attraverso le espor- aMMonta a 7452 MIlIardI tazioni e sommare i flussi di acqua virtuale che vi entrano attraverso le importazioni. dI M3 dI aCqua dolCe all’anno, parI a pIù L’impronta idrica globale (a livello mondiale) ammonta a 7452 miliardi di m3 di acqua dolce del doppIo della portata all’anno, pari a 1243 m3 all’anno pro capite (cioè a più del doppio della portata annuale del annuale del fIuMe fiume Mississippi). MISSISSIppI. Considerando l’impronta idrica in valore assoluto, il Paese che consuma più acqua è l’India (987 miliardi di m3), seguita dalla Cina (883) e dagli Stati Uniti (696). I primi 10 Paesi costituiscono il 52,7% dell’impronta idrica globale (Figura 4.1). figura 4.1. ripartizione dell’impronta idrica globale tra paesi indonesia 3,6% Water Economy russia 3,6% Brasile 3,1% pakistan 2,2% stati uniti 9,3% giappone 2,0% messico 1,9% 129 italia 1,8% Cina 11,9% india 13,2% altri 47,3% fonte: rielaborazione the european house-ambrosetti su dati hoekstra e Chapagain, Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Footprints, cit.
  • 132. Prendendo in considerazione invece i valori pro capite, i cittadini degli Stati Uniti hanno un’impronta idrica media pari a 2483 m3 all’anno, seguiti dagli italiani e dai tailandesi. Come si può osservare dalla figura seguente, i cittadini di Paesi come la Cina, il Bangladesh, il Sudafrica e l’India fanno registrare valori nettamente inferiori a quelli dei Paesi più sviluppati. figura 4.2. Contributo dei maggiori consumatori all’impronta idrica globale (m3 pro capite/anno) 3000 2500 2000 1500 Impronta idrica media mondiale Water Economy 1000 130 500 0 Stati uniti pakistan Italia Giappone Cina tailandia russia Messico nigeria Brasile Indonesia India Consumo domestico d’acqua Beni industriali Beni agricoli fonte: hoekstra, a.Y. e a.K. Chapagain, Globalization of Water: Sharing the Planet’s Freshwater Resources, Blackwell publishing, oxford, uK, 2008. Anche dalla figura successiva, che indica con i toni del verde i Paesi con un’impronta idrica pro capite inferiore alla media mondiale e con i toni del rosso quelli che ne hanno una superiore alla media, appaiono nette le differenze nel consumo delle risorse idriche globali da parte dei diversi Paesi.
  • 133. figura 4.3. Impronta idrica pro capite per paese (m3/anno) Water Economy Wfp (m3/cap/yr) Sotto la media Sopra la media 600 - 800 1300 - 1500 800 - 1000 1500 - 1800 131 1000 - 1200 1800 - 2100 1200 - 1300 2100 - 2500 no dati fonte: hoekstra e Chapagain, Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Footprints, cit. Tali differenze dipendono da un insieme di fattori. In particolare se ne possono individuare quattro principali2: a il volume dei consumi, generalmente correlato al prodotto nazionale lordo (ric- chezza) di un Paese; B il modello dei consumi, soprattutto per quanto riguarda le abitudini alimentari, che possono essere più o meno orientate al consumo di carne (ad esempio quello medio di carne pro capite negli USA è di 120 chili all’anno, tre volte superiore alla media mondia- le) e l’utilizzo di beni industriali. Anche il modello dei consumi è generalmente correlato alla ricchezza del Paese; C il clima, che incide soprattutto sulle precipitazioni, sulla traspirazione delle piante e sulla quantità d’acqua necessaria per le coltivazioni; d le pratiche agricole, in particolare per quanto riguarda l’efficienza dell’impiego dell’ac- qua. Ad esempio, in Tailandia la resa delle coltivazioni di riso si attesta intorno alle 2,5 tonnellate per ettaro, rispetto a una media mondiale di 3,9.
  • 134. L’impronta idrica globale è determinata in larga misura dalla produzione di prodotti agricoli e cibo; seguono la produzione di beni industriali e l’impiego dell’acqua per usi domestici. Oltre al settore responsabile del consumo dell’acqua, la Figura 4.4 indica anche la quota consumata ascrivibile alle esportazioni: il 16% dell’impronta idrica globale deriva dalla rea- lizzazione di prodotti destinati all’export. La scomposizione dell’impronta idrica varia notevolmente da nazione a nazione, special- mente con riferimento alla quota esterna. A titolo di esempio, l’Italia importa il 51% dell’ac- qua virtuale consumata, mentre l’India appena l’1,5%. figura 4.4. Contributo all’impronta idrica globale da parte delle diverse categorie di consumo e distinzione tra impronta interna ed esterna prodotti agricoli 72,9% prodotti industriali 6,4% Consumo domestico 4,6% prodotti agricoli 12,8% Water Economy prodotti industriali 3,2% 132 + + impronta idrica interna 83,9% + impronta idrica esterna 16,1% fonte: hoekstra e Chapagain, Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Footprints, cit. l’europa è un IMportatore L’India – così come anche la Cina (si veda “I flussi di acqua virtuale in Cina” nelle pagine netto dI aCqua VIrtuale seguenti) – è quindi ancora largamente autosufficiente in fatto di acqua, ma la domanda e la Sua SICurezza IdrICa crescente di cibo e la scarsità idrica all’interno di questi due grandi Paesi in via di sviluppo dIpende forteMente da fanno prevedere un aumento delle importazioni alimentari, e quindi una crescente doman- rISorSe eSterne. da di acqua da altri Paesi. Questo potrà determinare situazioni problematiche in termini di approvvigionamento idrico. In Europa, invece, la Francia è l’unico Paese esportatore netto di acqua virtuale. Tutti gli altri ne sono importatori. Ciò significa che, nel complesso, l’Europa è un importatore netto di acqua virtuale e la sua sicurezza idrica dipende fortemente da risorse esterne.
  • 136. 4.2 I fluSSI dI aCqua VIrtuale (VIrtual Water trade) o ggi il commercio internazionale di prodotti agricoli non considera in alcun modo la componente dell’acqua inclusa nello scambio. Basti pensare che tra i primi 10 espor- tatori di grano tre sono caratterizzati da grave scarsità d’acqua, mentre tra i primi 10 Paesi importatori tre ne hanno grande disponibilità3. Il lIVello dI Il livello di interdipendenza tra i Paesi nello scambio virtuale di risorse idriche è invece InterdIpendenza tra critico e destinato a crescere ancora in futuro, dato il processo continuo di liberalizzazione Water Economy I paeSI nello SCaMBIo del commercio internazionale. VIrtuale dI rISorSe IdrICHe Si osservi a tal proposito la figura seguente, che mostra la complessità dei flussi di acqua è deStInato a CreSCere, virtuale relativi al commercio di prodotti agricoli tra i Paesi e individua gli importatori (toni dato Il proCeSSo ContInuo dI lIBeralIzzazIone del rosso) e gli esportatori netti (toni del verde) d’acqua virtuale. 134 del CoMMerCIo La “globalizzazione dell’impiego dell’acqua” comporta sia benefici, di natura economica e InternazIonale. ambientale, che rischi. figura 4.5. I flussi di acqua virtuale tra paesi legati al commercio di prodotti agricoli (importatori netti di acqua virtuale - Gm3/yr) europa orientale europa occidentale 18 152 nord america -108 ex unione sovietica 13 nord africa -45 asia Centrale e meridionale Centro america 150 2 medio oriente sud-est asiatico 47 -30 africa Centrale sud america -16 -107 sud africa -5 oceania -70 fonte: hoekstra e Chapagain, Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Footprints, cit.
  • 137. i flussi di acqua virtuale in cina dal 1980 il rapido sviluppo economico e se idriche annue rinnovabili sono utilizzate la crescita della popolazione in Cina hanno per uso domestico, mentre quasi il 10% comportato un forte aumento della do- dell’acqua utilizzata in agricoltura è impie- manda d’acqua, che presumibilmente in gata per la produzione di alimenti esportati futuro potrà influenzare la sicurezza ali- verso il sud. mentare del paese e limitarne lo sviluppo per questo motivo, nel 1999 la Cina me- socio-economico. ridionale ha avuto un import netto di pro- nel periodo 1997-2001 l’impronta idrica dotti agricoli dal nord pari a 52 miliardi di media della Cina è stata di circa 700 m3 m3 di acqua virtuale. all’anno per persona, di cui solo il 7% ha ri- per compensare questo “flusso di ac- guardato acqua virtuale importata dall’este- qua virtuale” dal nord al sud del paese ro, evidenziando in tal modo come il paese e ridurre la scarsità d’acqua nella parte Water Economy possieda ancora una disponibilità relativa- settentrionale è stato attuato un proget- mente elevata di acqua per l’autosufficienza. to di trasferimento idrico da sud a nord La situazione è tuttavia molto differenziata (south-north Water transfer project), cre- all’interno della Cina. ando in tal modo flussi costituiti da enor- 135 in particolare, il nord è chiamato ad af- mi volumi di acqua trasferiti dal ricco sud frontare un serio problema di scarsità all’arido nord a fronte di notevoli volumi di d’acqua, in quanto più del 40% delle risor- cibo trasferiti nella direzione opposta. figura 4.6. I flussi di acqua virtuale in Cina nel 1999 nord-ovest nord-est Huang-huai-hai Centro nord Yangtze Sud-est Sud-ovest Centro Sud
  • 138. Lynn Johnson/National Geographic Image Collection Water Economy 136
  • 139. Water Economy 137 ColonIalISMo IdrICo: una nuoVa forMa dI doMInazIone da parte deI paeSI rICCHI a danno dI quellI pIù poVerI CHe, SpIntI dalla rICHIeSta dI MerCI dall’eStero, rISCHIano dI proSCIuGare le proprIe rISerVe IdrICHe.
  • 140. 4.2.1 Benefici economici e ambientali Un beneficio derivante dalla crescente liberalizzazione del commercio internazionale è co- stituito dalla possibilità di considerare l’acqua virtuale come una fonte d’acqua alternativa. Si tratta, pertanto, di un vero e proprio strumento di governo della disponibilità di risorse idriche da parte di ogni Paese. Infatti, in un’economia sempre più aperta agli scambi, i Paesi che soffrono di scarsità della risorsa idrica sul proprio territorio possono ridurne la pressione importando prodotti a elevato contenuto d’acqua virtuale da nazioni in cui tale risorsa è più abbondante ed esportando prodotti caratterizzati da un minor contenuto d’acqua virtuale. Il commercio internazionale di acqua virtuale consente inoltre di ottenere un risparmio del volume d’acqua consumata quando un prodotto viene esportato da un Paese con elevata produttività delle risorse idriche (per quel determinato prodotto) a un altro con una bassa produttività. Ad esempio, nel caso dei rapporti di import-export tra Stati Uniti e Messico (Figura 4.7), si registra un’ottimizzazione dell’utilizzo dell’acqua grazie alla maggiore effi- cienza nella produzione di grano, mais e sorgo riscontrabile negli USA rispetto al Messico. Le derrate prodotte negli USA ed esportate in Messico, infatti, hanno un contenuto d’acqua virtuale nettamente inferiore (7,1 milioni di m3) rispetto a quello che il Messico consume- rebbe coltivando questo prodotto direttamente sul suo territorio (15,6 milioni di m3). In un’ottica di risorse idriche globali, il risparmio netto ammonta a 8,5 milioni di m3. Water Economy figura 4.7. risparmio globale di acqua virtuale nel commercio di grano, mais e sorgo tra uSa e Messico 138 derrate di grano, mais e sorgo risparmio netto di acqua virtuale: uSa 8,5 milioni m3 Messico volume di acqua volume di acqua virtuale consumato virtuale risparmiato 7,1 milioni di m3 15,6 milioni di m3 fonte: Chapagain, a.K. e a.Y. hoekstra, The Global Component of Freshwater Demand and Supply: An Assessment of Virtual Water Flows between Nations as a Result of Trade in Agricultural and Industrial Products, in “Water international”, vol. xxxiii, n. 1, marzo 2008, pp. 19-32. 4.2.2 Il rischio del “colonialismo” idrico Il rischio maggiore generato dalla globalizzazione dell’impiego dell’acqua è rappresentato dal fatto che le importazioni di prodotti ad alto contenuto d’acqua virtuale implicano l’ester- nalizzazione degli effetti indiretti dello sfruttamento di questa risorsa dal Paese importatore a quello esportatore. Poiché in molti Paesi l’acqua utilizzata in agricoltura ha un prezzo di gran lunga inferiore al suo valore reale, i costi associati al consumo di acqua da parte del Paese esportatore generalmente non sono pienamente riflessi nel prezzo dei prodotti con- sumati in quello importatore. Questo fattore può generare una situazione di disequilibrio
  • 141. dal punto di vista dell’efficienza e dell’equità degli scambi commerciali, nonché, più concre- I paeSI CHe IMportano tamente, squilibri nel sistema idrico dei Paesi esportatori. prodottI ad alto A titolo di esempio, la figura seguente rappresenta una mappa degli impatti dell’impronta Contenuto d’aCqua VIrtuale eSternalIzzano idrica esterna dell’Olanda: è indicato il consumo d’acqua nei diversi Paesi del mondo con- al dI fuorI del loro nesso ai consumi di prodotti agricoli da parte dei cittadini olandesi. Si evidenziano così terrItorIo GlI effettI i Paesi in cui l’impronta idrica esterna dell’Olanda (e i prodotti ad essa associati) genera dello SfruttaMento dI impatti sociali e ambientali relativamente elevati. queSta rISorSa figura 4.8. Mappa degli impatti dell’impronta idrica esterna dell’olanda Water Economy 139 Impronta idrica esterna principali categorie di prodotti: per prodotti agricoli 0 - 10 frutta, noci e vino 10 - 100 Colture oleaginose e olio da colture oleaginose 100 - 1000 Caffè, thè, cioccolato e tabacco > 1000 animali e prodotti animali hotspots prodotti di cotone fonte: hoekstra e Chapagain, Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Footprints, cit.
  • 142. I BaCInI IdrICI Se ne deduce che i consumi di alcuni prodotti agricoli da parte dell’Olanda rappresentano CondIVISI da pIù paeSI una minaccia per l’equilibrio del sistema idrico di altri Paesi (Messico, Sudafrica, Sudan, aCCoMunano 145 Spagna, Turchia, India, Cina, ecc.) dai quali l’Olanda importa tali prodotti, a causa delle nazIonI: l’aCqua è condizioni di stress e di scarsità dell’acqua presenti in queste aree. SeMpre pIù SpeSSo all’orIGIne dI SItuazIonI Questo fenomeno viene descritto anche come “colonialismo idrico”, poiché può essere in- ConflIttualI tra StatI. terpretato come una nuova forma di dominazione da parte dei Paesi ricchi a danno di quelli più poveri che, spinti dalla richiesta di merci dall’estero, rischiano di prosciugare le proprie riserve idriche. Per alcuni Paesi importatori di prodotti a elevato contenuto di acqua virtuale, un secondo elemento di rischio è rappresentato da un’eccessiva dipendenza dalle risorse idriche di altre nazioni. La Giordania, ad esempio, già oggi importa un volume di acqua virtuale cinque volte maggiore rispetto alle proprie risorse idriche interne rinnovabili. Se questo sbilancia- mento permette da un lato al Paese di tutelare le proprie risorse idriche e limitare il rischio di uno sfruttamento non sostenibile delle stesse, dall’altro lo espone a un rischio di eccessi- va dipendenza dall’esterno. Altri Paesi dell’area (come Kuwait, Qatar, Bahrein, Oman e Isra- ele), così come alcune nazioni europee (Regno Unito, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera, Danimarca, Italia e Malta), si trovano attualmente a importare un volume d’acqua virtuale maggiore rispetto a quello prelevato dalle proprie risorse interne. I rischi citati implicano infine ulteriori e gravi effetti. L’acqua come obiettivo strategico è infatti all’origine di situazioni conflittuali tra Stati, in quanto, mancando una legislazione Water Economy internazionale che regolamenti la gestione delle acque condivise, i contrasti tra Paesi ven- gono risolti sempre più spesso con l’uso della forza, soprattutto in aree caratterizzate da scarsità di risorse idriche. I bacini idrici condivisi da più Paesi coprono quasi la metà della superficie terrestre, e ac- 140 comunano 145 nazioni. Ben 19 sono condivisi tra più di cinque di esse. Attualmente si contano 263 bacini condivisi, sulle cui aree vivono due quinti della popolazione mondiale.
  • 143. i principali bacini idrici condivisi tra i principali bacini idrici condivisi e con- · tigri (1900 km) ed eufrate (2760 km), tesi al mondo vi sono: che nascono entrambi in turchia, attra- · nilo (6671 km), il cui bacino idrografico versano il territorio siriano e si congiun- interessa dieci nazioni dell’africa orientale; gono in iraq prima di sfociare nel golfo · Mekong (4880 km) e Volga (3530 km), persico con il nome di al-shat el-arab; che attraversano rispettivamente cinque · Colorado (2339 km), che attraversa stati e otto stati; uniti e messico; · Indo (3180 km), che attraversa india e · okawango (1600 km), che attraversa pakistan; namibia e Botswana; · danubio (2858 km), che interessa ben · Giordano (320 km), che attraversa Liba- 17 nazioni tra le quali ungheria, repub- no, siria, israele, territori palestinesi. blica Ceca e slovacchia; Water Economy 141 nilo Mekong Indo danubio
  • 144. La rivalità per la condivisione dell’acqua può nascere sia per la competizione per i suoi diversi usi (domestico, industriale, agricolo), sia tra Paesi per l’utilizzo di un corpo idrico comune che attraversa le frontiere. I Paesi che condividono la stessa fonte idrica sono profondamente interconnessi tra loro, poiché devono fronteggiare la spartizione di una risorsa spesso limitata e cruciale per soste- nere la propria sussistenza, la propria crescita economica e il proprio ambiente. Questo implica la necessità di individuare delle strategie di condivisione e spartizione della risorsa comune, promuovendo dove possibile un approccio di gestione integrata delle risorse. I diversi Stati coinvolti dovrebbero favorire lo scambio delle risorse e dei servizi in modo vantaggioso per tutte le parti in causa, scambiando ad esempio energia idroelet- trica (economicamente più redditizia nei tratti superiori montagnosi e scoscesi) con prodotti agricoli (in quanto l’irrigazione produce risultati migliori nelle valli e nelle pianure). La creazione di sinergie a vantaggio di tutti i Paesi coin- volti s’inserisce nelle raccomandazioni del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), che nel 2006 nello Human Development Report4 ha affermato Water Economy come la gestione delle acque condivise possa essere con- siderata come un punto di forza a favore della pace o del conflitto, anche se spetta alla politica decidere quale del- le due vie intraprendere. 142 undp, Human Development Report – Beyond Scarcity: Power, Poverty and the Global Water Crisis, 2006.
  • 145. L’acqua come fonte di conflitti Israele e i territori palestinesi: le re- palestinesi per il Giordano strizioni sono state decise con ordi- ad alimentare ulteriormente l’asprezza del nanze militari che conflitto israelo-palestinese, in un’area geo- hanno proibito grafica colpita da una gravissima scarsità ai palestinesi idrica, è anche la “guerra dell’acqua” per la di costruire o Blue Gold World Water gestione delle risorse disponibili. possedere un Wars (documentario di La situazione più grave si riscontra nella impianto idrico sam Bozzo, 90’, usa, 2008). striscia di gaza, dove la disponibilità idri- senza un permesso dell’au- ca è di soli 320 m3 per persona all’anno torità militare israeliana. sono stati im- (notevolmente al di sotto della soglia di posti limiti tali per cui i pozzi palestinesi Water Economy scarsità idrica pari a 1000 m3 per perso- scavati non possono superare i 140 metri na all’anno). di profondità a differenza degli 800 metri al problema della mancanza di precipi- di quelli israeliani, sono state fissate delle tazioni si aggiungono gli effetti della ini- quote di prelievo, sono stati espropriati i qua spartizione delle risorse idriche fra lo pozzi e le sorgenti dei palestinesi assenti. 143 stato d’israele e i territori occupati, con- fermata dal fatto che, nonostante la po- polazione israeliana sia meno del doppio siria di quella palestinese, l’acqua consumata tiberias è pari a sette volte la quantità usata dai palestinesi. La questione della gestione delle risorse fiume Giordano idriche ha svolto un ruolo rilevante nel nablus conflitto mediorientale, intrecciandosi con tel aviv Cisgiordania la competizione per il controllo del terri- ram allah amman torio. uno dei motivi che ha scatenato la gerusalemme guerra dei sei giorni nel 1967 è stato in- gaza Mar Morto fatti il tentativo giordano di deviare parte della portata del fiume giordano. al Karak gli esiti della guerra, con l’occupazione israeLe della Cisgiordania e delle alture del golan, giordania hanno consentito agli israeliani di control- lare le risorse idriche sotterranee dell’area – che sono cruciali per lo sviluppo agricolo ed economico della regione – e di ricevere ben due terzi della propria acqua dai ter- ritori conquistati attraverso tale conflitto. La strategia di controllo delle risorse idri- che attuata dagli israeliani non è basata solo sull’occupazione fisica dei territori, bensì anche su limitazioni dei consumi figura 4.9. Israele e i territori palestinesi
  • 146. Turchia, Iran, Iraq e Siria India: conflitti interni tra le per i bacini del Tigri e regioni dell’Eufrate i conflitti per il controllo delle risorse idri- da molti anni persiste una forte tensione che possono riguardare anche regioni in- tra turchia – da un lato – e iran, iraq e terne a uno stesso stato. siria – dall’altro – per quanto riguarda i guardando ad esempio al territorio india- bacini del tigri e dell’eufrate. no possiamo osservare come i fiumi più a innescarla è stata la decisione della tur- importanti (gange, narmada, Yamuna, chia di promuovere il “grande progetto sutlej, mahanadi, Krishna e Kaveri) siano anatolico”, un piano di sviluppo regionale stati per lungo tempo oggetto di violen- dell’anatolia sud-orientale che prevede te manifestazioni in città e villaggi rurali la costruzione di un sistema di dighe per indiani, nonché di dispute giudiziarie tra potenziare l’irrigazione e produrre ener- regioni e governo centrale, al fine di rag- gia elettrica. si tratta in particolare di 13 giungere un accordo circa l’allocazione progetti integrati (6 sul tigri e 7 sull’eu- della disponibilità d’acqua per le regioni frate) incentrati sulla costruzione di 22 coinvolte. invasi in grado di raccogliere 60 km3 di dall’indipendenza dell’india, il fiume Ka- acqua, 19 centrali elettriche e l’irrigazione veri in particolare è diventato motivo di 1,7 milioni di ettari. di forte conflitto tra le regioni di tamil Con questi interventi la turchia sarà in nadu e Karnataka, le quali, alla scadenza condizione di controllare il deflusso dei dell’accordo per l’estensione dell’irrigazio- Water Economy due fiumi mesopotamici in siria e iraq, ne generata dalla diga costruita di comu- ponendo questi due paesi in una situa- ne accordo nel 1974, si resero protagoni- zione di dipendenza. sti di aspri scontri che coinvolsero anche La zona è inoltre abitata da popolazioni le rispettive associazioni degli agricoltori. 144 curde che vedranno parte delle loro terre dopo diversi ricorsi alla Corte suprema, inondate. nel 1991 il verdetto finale, che privile- giò la regioni di tamil nadu, generò una tale rabbia e malcontento da provocare disordini nella capitale dello regione di Karnataka, nonché aggressioni, saccheg- gi e incendi ai danni di famiglie tamil che scatenarono, nel giro di pochi giorni, an- che la reazione opposta nei territori di tamil nadu. figura 4.10. i bacini del tigri e dell’eufrate il progetto è stato fortemente avversato sia dall’iraq che dalla siria e, nonostante il governo turco abbia loro garantito una quantità certa d’acqua, la questione idrica rimane motivo di tensioni politiche tra i tre paesi.
  • 147. note Water Economy 145 1. hoekstra, a.Y. e a.K. Chapagain, Water Neutral: Reducing and Offsetting the Impacts of Water Foot- prints, value of Water – research report series no. 28, unesCo-ihe, delft, the netherlands, 2008. 2. hoekstra e Chapagain, Water Footprints of Nations: Water Use by People as a Function of Their Consumption Pattern, cit. 3. World economic forum Water initiative, Water Security: The Water-Food-Energy-Climate Nexus, 2011. 4. undp, Human Development Report – Beyond Scarcity: Power, Poverty and the Global Water Crisis, 2006.
  • 148. Lynn Johnson/National Geographic Image Collection Water Economy 146
  • 149. 5. La privatizzazione deLL’aCqua: tra puBBLiCo e privato Water Economy 147
  • 150. 5.1 la prIVatIzzazIone dell’aCqua C on l’espressione “privatizzazione dell’acqua” si può fare riferimento a tre differenti ambiti: • i diritti di proprietà privati sulle risorse idriche, ammettendone la libera compravendita; • il coinvolgimento del settore privato nella gestione dei servizi idrici; • il coinvolgimento del settore privato nel finanziamento delle infrastrutture e dei servizi. Water Economy 5.1.1 diritti di proprietà privati sulle risorse idriche Il primo significato che può assumere il termine privatizzazione in riferimento alle risorse idriche è quello riguardante la definizione di diritti di proprietà privati sulle stesse, ammet- 148 tendone la libera compravendita. Questa fattispecie, se è presente in alcuni Paesi in via di sviluppo, è lontana dall’espe- rienza europea. In particolare, il nostro sistema istituzionale si è sempre basato non sulla proprietà pubblica delle risorse, ma sulla regolazione dell’uso di una risorsa di proprietà comune e come tale inalienabile. L’utilizzatore pertanto non “compra l’acqua”, ma acqui- sisce il diritto di usarla. Lo Stato, più che proprietario, è garante dell’interesse generale: non può vendere un bene che non possiede, ma si limita semplicemente a disciplinare chi e come può utilizzare quel bene, e a dirimere eventuali controversie. In Europa, quindi, l’acqua è saldamente nelle mani della collettività. Ciò di cui si è discusso è l’introduzione di una logica economica nella pianificazione degli interventi e nell’allo- cazione dei diritti di utilizzo, in modo che il denaro pubblico necessario per finanziare le grandi opere idriche venga destinato ad altro. Il concetto secondo cui “chi usa paga” non è quindi un modo per privatizzare la risorsa acqua, bensì per affermare con più forza la sua natura pubblica, facendo in modo che chiun- que ne faccia uso restituisca alla collettività il valore di cui si è appropriato per i propri interessi specifici. Altrettanto fuori discussione è anche il fatto che quello idrico sia un servizio pubblico es- Il SerVIzIo IdrICo puBBlICo senziale, cui corrisponde un diritto dei cittadini a riceverlo e un dovere dello Stato per far sì CorrISponde a un dIrItto che tutti ne possano usufruire in modo adeguato, pagando un prezzo equo. deI CIttadInI a rICeVerlo e Questo principio non è stato sempre formalizzato, soprattutto laddove i soggetti pubblici si a un doVere dello Stato sono occupati dei servizi idrici, ma resta valido dovunque e in particolare nei Paesi in cui si per far Sì CHe tuttI ne poSSano uSufruIre In Modo sono compiuti passi significativi verso il coinvolgimento del privato. Ad esempio in Inghil- adeGuato, paGando un terra, in Francia e più in generale nell’Unione Europea, dove si riconosce ai servizi idrici lo prezzo equo. status di servizi di interesse economico generale.
  • 151. acqua e petrolio: punti in comune e differenze il suo valore crescente, in quanto risorsa limi- - il petrolio è una commodity, mentre tata, le preoccupazioni sulla sua qualità, quan- l’onu ha dichiarato che l’accesso all’ac- tità e accessibilità hanno trasformato l’acqua qua è un diritto dell’umanità. in una risorsa strategica vitale: un bene raro - il petrolio ha un sistema di protezione e prezioso quanto il petrolio. tra le due risorse dei diritti di proprietà ben definito; i dirit- tuttavia vi sono profonde differenze. ti di proprietà sull’acqua, dove esistenti, - acqua e petrolio sono entrambi risorse sono invece legalmente variabili. critiche per lo sviluppo economico glo- - il prezzo del petrolio è definito dalle bale e fonti di potenziali vantaggi com- aspettative sulla domanda e l’offerta, petitivi, nonché di conflitti. quello dell’acqua è stabilito artificial- - il petrolio è una risorsa consumabile e mente. non riciclabile, l’acqua è una risorsa con- - ll petrolio è una risorsa energetica per la Water Economy sumabile ma rinnovabile. quale esistono alternative, non ci sono - il petrolio è un bene privato, l’acqua è sostituti per l’acqua. spesso considerata un bene pubblico. 149
  • 152. 5.1.2 Il coinvolgimento del settore privato nella gestione dei servizi idrici Il CoInVolGIMento del La seconda accezione di privatizzazione dell’acqua fa riferimento al coinvolgimento, attra- Settore prIVato nella verso varie formule contrattuali e secondo differenti forme, del settore privato nella gestio- GeStIone deI SerVIzI IdrICI ne dei servizi idrici, fermo restando il fatto che l’acqua appartiene alla collettività e l’accesso è VInColato al fatto CHe ai servizi di base è un interesse pubblico primario. l’aCqua appartIene alla CollettIVItà e l’aCCeSSo Si possono individuare tre diversi modelli gestionali. aI SerVIzI dI BaSe è un - Monopolio territoriale vitalizio, privatizzato e regolato, applicato nel Regno Unito e fon- IntereSSe puBBlICo dato sul trasferimento effettivo della proprietà dell’intera infrastruttura e del controllo prIMarIo. dell’acqua nelle mani di operatori privati. In questo modello, un’impresa detiene il mono- polio del servizio idrico di una determinata area e della proprietà delle reti, mentre appo- site authority regolamentano gli standard qualitativi e ambientali, gli obblighi di servizio pubblico, le eventuali sanzioni e le tariffe. - Titolarità pubblica con affidamento temporaneo a privati attraverso meccanismi di gara, come accade in Francia. In questo modello, la responsabilità della fornitura del servizio e della proprietà degli impianti è detenuta dal soggetto pubblico che affida concessioni alle compagnie private, le quali non diventano proprietarie della rete, ma solo responsabili della sua gestione e della distribuzione dell’acqua. Come contropartita, esse riscuotono le fatture, determinano il prezzo ed eventualmente realizzano un profitto. - Titolarità e gestione pubblica, come in Italia e Germania, con l’acquisizione dal mercato Water Economy delle risorse necessarie per l’erogazione del servizio. Questo modello prevede l’appalto della gestione della rete e della distribuzione dell’acqua a un’azienda privata che viene remunerata direttamente dallo Stato secondo i termini di un contratto che stabilisce an- che le tariffe. L’azienda privata può assumere diverse forme: dalla società per azioni con 150 azionariato pubblico, alla società municipalizzata, agli enti di diritto pubblico. 5.1.2.1 I modelli gestionali di coinvolgimento del settore privato in Europa Prima del 1980, in Europa – con l’eccezione della Francia e di qualche acquedotto privato in Gran Bretagna e Spagna – l’acqua era principalmente controllata e gestita da organismi pubblici. Ancora oggi il 70% degli europei utilizza acqua potabile distribuita da gestori pubblici, o a prevalente capitale pubblico, evidenziando quindi la presenza di un potenziale di mercato estremamente ampio per le compagnie private di gestione delle risorse idriche. la prIVatIzzazIone In Gran Bretagna, a partire dal 1989 il governo di Margaret Thatcher decise di cedere ai tHatCHerIana privati le infrastrutture idriche del Paese, dando in tal modo un forte impulso alla privatiz- zazione. Prima della vendita (a condizioni estremamente vantaggiose) ai privati – tra cui la Suez – dei 10 organismi regionali che si occupavano dell’acqua, il governo estinse tutti i debiti degli enti idrici, per un ammontare di oltre cinque miliardi di sterline, concedendo loro un incentivo pari a 1,6 miliardi di sterline. Sebbene, secondo il Primo Ministro, questa cessione avrebbe dovuto favorire i consu- matori, all’inizio del 1994 ben due milioni di famiglie inglesi non riuscivano a pagare le bollette divenute troppo care, mentre al contempo gli utili delle società erano cresciuti del 147%. Per tentare di mettere ordine in un mercato liberalizzato ormai senza regole, fu necessario istituire un’autorità di controllo (Office of Water Service – Ofwat) responsabile soprattutto della regolamentazione delle tariffe per l’accesso alle risorse idriche.
  • 153. L’80% del mercato francese1 (Figura 5.1) dell’acqua è invece detenuto dall’“oligopolio” di l’olIGopolIo franCeSe sole tre compagnie (Veolia Water, Suez Lyonnaise des Eaux e Saur), che forniscono acqua alla metà dei comuni francesi e, nello specifico, al 70% degli abitanti del Paese. Il restante 20% del mercato, ancora in mano pubblica, vede il coinvolgimento di alcuni grandi comuni (tra i quali Amiens, Limoges, Nancy, Nantes, Reims, Strasburgo, Tours) e delle “agenzie dell’acqua”, autorità dell’acqua a livello regionale, molto ramificate nel territorio. Water Economy 151 Veolia Water, che in Francia serve più di 23 milioni di persone, copre il 40% del merca- to mondiale privatizzato, e insieme a Suez Lyonnaise des Eaux “disseta” 240 milioni di persone distribuite in tutti i continenti. Saur ha conquistato invece le campagne francesi e 7000 comuni – la Francia ne ha 36.000 –, che contano in totale circa sei milioni di abitanti. Da una rilevazione del 1999 svolta sul territorio francese è emerso che l’acqua distribuita dagli operatori privati in base al contratto di concessione in uso costava in media 13% in più dell’acqua gestita dal servizio municipale. Saturato il mercato interno, negli ultimi 10 anni, le tre compagnie francesi citate si sono concentrate sulla conquista del mercato internazionale, dove l’acqua potabile è ancora quasi interamente in mano pubblica. La cittadina alpina francese di Grenoble è il solo caso di ri-municipalizzazione della so- Il CaSo dI GrenoBle cietà di gestione in Francia. Dopo che nel corso dei 12 anni di gestione delegata a una società privata, malversazioni, finanziamenti illeciti e forti aumenti delle tariffe hanno portato nel 2001, in occasione del cambio di maggioranza comunale, grazie anche a una campagna promossa da un movimento civile locale, alla ri-municipalizzazione della so- cietà in una forma giuridica che le garantisse una certa autonomia dal consiglio comuna- le. I prezzi dell’acqua erogata sono stati stabilizzati nonostante un significativo aumento degli investimenti.
  • 154. figura 5.1. le quote crescenti di Veolia Water, Suez lyonnaise des eaux e Saur nel mercato francese dell’acqua 1954 31% 1980 60% 1991 75% 2009 80% fonte: Casarano, v., L’acqua come il petrolio? Ovvero: sarà anch’essa fonte di conflitti?, schena editore, fasano 2009. Il MerCato tedeSCo Nella maggior parte della Germania la gestione dell’acqua potabile è affidata alle società anonime municipali (Stadtwerke). In particolare a Monaco, l’acqua potabile viene distribuita dalla Stadtwerke München (SWM), società municipale responsabile non solo dell’acqua, ma anche di gas, energia, Water Economy piscine e trasporti pubblici. Questo le ha permesso di sviluppare meccanismi di finanzia- mento tra i differenti servizi che gestisce. L’efficienza della società è considerata esemplare: la qualità dell’acqua potabile è alta e i prezzi tra i più bassi in Germania. Tale società gode di autonomia rispetto al consiglio comunale, che esercita un controllo soltanto indiretto. 152 A Berlino, invece, dove il servizio idrico è stato affidato interamente a Veolia Water, il costo di un metro cubo d’acqua è superiore ai quattro euro, tra i più alti della Germania. I paeSI In CuI In altri Paesi, invece, la gestione pubblica è sancita per legge. la GeStIone puBBlICa è In Svizzera la Costituzione prevede esplicitamente che la gestione dell’acqua resti di SanCIta per leGGe esclusiva competenza delle aziende pubbliche e dichiara che le risorse idriche sono “mo- nopolio” di Stato. Il Belgio ha approvato una legge per cui tutti i rubinetti vengono gestiti da S.p.A. in house, ovvero il cui pacchetto azionario è tutto in mano ai Comuni. In particolare, nella città di Bruxelles il servizio idrico è gestito dall’azienda pubblica Vivaqua. In Olanda nel 2005 è entrata in vigore una legge sull’acqua in base alla quale è consentito fornire servizi relativi all’acqua potabile solo a società a capitale pubblico. Di conseguenza la privatizzazione delle società idriche non è possibile e tutte le società di acqua potabile del Paese sono controllate da amministrazioni regionali locali. Nonostante ciò, grandi società a capitale pubblico come la Vitens e la Evides sono per la maggior parte strutturate e gestite con successo come società private, grazie a sistemi di delega della gestione e di outsourcing.
  • 155. il costo dell’acqua nel mondo Considerando il costo dell’acqua in diffe- si superano i 220 litri per persona al giorno. renti città europee, è facile individuare una a livello internazionale, anche extraeu- relazione inversa tra il costo delle risorse ropeo, sono poche le metropoli in cui il idriche e il loro consumo. prezzo dell’acqua è al di sotto della media L’italia infatti è il paese con tariffe per l’u- nazionale italiana. tilizzo delle risorse idriche tra le più basse solo Buenos aires (0,17 euro/m3), san d’europa (figura 5.2), ma con i più elevati paolo (0,68 euro/m3), atene, hong Kong, consumi. gli italiani hanno infatti poca co- miami e poche altre grandi città registrano gnizione del valore delle risorse idriche e tariffe del servizio idrico integrato (acqua quindi finiscono per sprecarle, a differenza potabile, fognatura e depurazione) compa- invece dei tedeschi che spendendo sette rabili con quelle italiane. volte di più per l’acqua, adottano abitudini non mancano le differenze anche tra le Water Economy di consumo più sostenibili, come ad esem- città italiane nelle quali, a seconda delle pio quella di innaffiare il giardino e lavare la caratteristiche geografiche del territorio e macchina con acqua non potabile. degli investimenti realizzati, vi sono sco- entrando nel dettaglio, a Berlino (dove l’ac- stamenti dalla tariffa media, partendo da 153 qua costa 4,30 euro ogni 1000 litri) i citta- un minimo di 0,49 euro al m3 in Lombar- dini hanno un consumo pro capite al giorno dia fino a un massimo di 1,37 euro al m3 di 117 litri, mentre a roma o a torino (dove in toscana (con un’ulteriore polarizzazione la tariffa varia tra i 0,78 e 0,81 euro al m3) all’interno di ciascuna regione). figura 5.2. la spesa per l’acqua in alcune città europee italia (roma) norvegia (oslo) polonia (varsavia) finlandia (helsinki) svezia (stoccolma) spagna (madrid) grecia (atene) francia (parigi) portogallo (Lisbona) gran Bretagna (Londra) austria (vienna) Belgio (Bruxelles) Lussemburgo danimarca (Copenaghen) paesi Bassi (L’aia) germania (Berlino) fonte: european 150 150 100 150 200 250 300 350 euro environmental agency
  • 156. 5.1.3 Il coinvolgimento del settore privato nel finanziamento delle in- frastrutture e dei servizi Il terzo significato di privatizzazione dell’acqua fa riferimento al coinvolgimento del set- tore privato nel finanziamento delle infrastrutture e dei servizi. Specialmente negli ultimi decenni, i tradizionali circuiti della finanza pubblica non sono più sufficienti a garantire il capitale necessario o sono troppo condizionati dalle scelte po- litiche per rispondere a criteri di razionalità economica. Per questo motivo tutti i gestori, pubblici o privati, hanno cercato di accedere ai mercati finanziari. Il coinvolgimento del capitale privato nel finanziamento delle infrastrutture e dei servizi idrici implica anche l’individuazione di modalità per il suo rimborso e remunerazione, con criteri che possano essere in linea con i profili di rischio e redditività attesa dagli in- vestitori. In questo caso il valore della tariffa applicata diventa l’elemento di valutazione. Nei Paesi sviluppati si è quindi passati da un intervento finanziario finalizzato alla nasci- ta e allo sviluppo delle infrastrutture di base esclusivamente pubblico a una progressiva apertura al capitale privato. Il capitale privato è entrato in molti casi anche nel finanziamento dello sviluppo stesso delle infrastrutture di base. Da questo punto di vista è importante il ruolo giocato dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale: sulla base di alcuni importanti rapporti come il “Rapporto Water Economy Camdessus” (World Water Council, Financing Water for All, 2003), questi organismi in- ternazionali stanno sempre più promuovendo la liberalizzazione e la privatizzazione dei servizi idrici, favorendo la stipula di accordi di partenariato tra enti pubblici e privati (i modelli di gestione che prendono il nome di PPP – Public Private Partnership). 154 Michael & Patricia Fogden/ Minden Pictures/National Geographic Image Collection
  • 157. 5.2 rISCHI e BenefICI l a privatizzazione dell’acqua, in tutte le forme citate, porta con sé al contempo rischi e benefici, come evidenziato dai numerosi episodi che nel tempo hanno visto come protagoniste le aziende private. Spesso alla base della concessione da parte di alcune municipalità di contratti di gestione delle risorse idriche a compagnie private vi è la convinzione che il settore privato sia più ef- ficiente di quello pubblico nell’ottimizzare la gestione della distribuzione dell’acqua. Inoltre Water Economy l’affidamento di tali contratti ai privati consente di ripartire il costo di manutenzione della rete dell’acquedotto, a fronte della cessione dei profitti. La presumibile migliore capacità di gestione garantita dai privati consente potenzialmen- te anche una razionalizzazione dei costi e una conseguente riduzione delle tariffe per gli utenti. Spesso, però, a fronte dei benefici, la privatizzazione delle risorse idriche può com- 155 portare rischi. Alcuni episodi hanno dimostrato che la privatizzazione delle risorse idriche, anziché la previ- sta riduzione, ha comportato rialzi anche molto consistenti delle tariffe. In Francia, ad esempio, nel 1999 l’acqua distribuita dagli operatori privati in base al contratto le VISIonI CHe SI di concessione in uso costava in media il 13% in più dell’acqua gestita dal servizio municipale. ContrapponGono oGGI Sullo SCenarIo In Bolivia, invece, la privatizzazione della gestione della rete ha condotto ad aumenti del prez- MondIale rISpetto zo dell’acqua, pari al 600%, che nei quartieri più poveri hanno determinato rialzi della bol- all’aCqua e CHe SI letta mensile (da 5 a 17 dollari) pari a circa il 20% degli stipendi medi (si veda a tal proposito rIflettono neI ModellI il box di approfondimento). dI GeStIone delle A questo si aggiunge il fatto che la razionalizzazione dei costi in alcuni casi si è attuata facendo rISorSe IdrICHe Sono ricorso alla riduzione di una parte del personale (anche qualificato), con malfunzionamenti rIConduCIBIlI a due prInCIpI: l’approCCIo nella gestione della rete. all’aCqua CoMe “Bene In alcuni casi la concessione della gestione dell’acqua a operatori privati ha riguardato l’ina- CoMune” e CoMe rISorSa dempienza degli stessi verso i propri obblighi di sviluppo della rete idrica, soprattutto verso i SeMpre pIù rara, quIndI quartieri più poveri. CoMe Bene eConoMICo. In Argentina, ad esempio, la privatizzazione della fornitura d’acqua e dello smaltimento del- le acque reflue non è stata accompagnata come previsto dalla connessione alla rete idrica, da parte dell’impresa privata di gestione, delle famiglie a basso reddito. Ciò ha costretto il governo argentino, nonostante la privatizzazione, a sovvenzionare con fondi pubblici i costi di tale connessione. Spesso la privatizzazione dell’acqua è il risultato della pressione di istituzioni finanziarie (ad esempio la Banca Mondiale), che promuovono la gestione delle risorse idriche da parte del settore privato in quanto presumibilmente in grado, rispetto al pubblico, di introdurre effi- cienza, crescita e maggiore valore per la società.
  • 158. Tuttavia, il fatto che le imprese private debbano rispondere delle loro scelte davanti ai loro azionisti, il cui criterio di valutazione delle politiche attuate è la rendita delle loro azioni, impone una riflessione sulla validità di questo strumento di gestione delle risorse idriche, so- prattutto in relazione alla mancanza di un incisivo ed efficace controllo da parte del pubblico. Se da una parte gli enti pubblici rischiano di non essere in grado di gestire correttamente un servizio privatizzato nel quale i capitali investiti sono molto rilevanti, dall’altra sono stati molti i casi di inefficace gestione delle aziende pubbliche. Se l’acqua è un bene di tutti, solo un efficace sistema di controllo democratico può costituire un’adeguata garanzia di fronte ai rischi derivanti da un inefficace modello di gestione della risorsa idrica, sia esso pubblico o “privatizzato”. Water Economy 156
  • 159. Le perdite negli acquedotti pubblici italiani in italia ogni anno s’immettono nella rete sardegna (43,2% di perdite), dell’abruzzo idrica circa 7,8 miliardi di m3 di acqua, ma (40,9%) e della Campania (36,8%). ne arrivano a destinazione poco più di 5,4 sebbene la situazione italiana sia alquan- milioni. il resto “evapora” per colpa delle to grave, anche nei principali paesi eu- perdite fisiche (e dei prelievi abusivi)2. ropei il livello di spreco d’acqua dovuto a il dato è più rilevante nelle regioni meri- infrastrutture “colabrodo” appare essere dionali e nelle isole, dove le perdite su- molto elevato: in francia, per esempio, perano il 37,4% – a fronte del 23,4% nel le perdite sono del 26%, mentre in gran nord-ovest e del 26,7% nel nord-est –, Bretagna e spagna viene disperso il 22% con punte clamorose in puglia, dove il circa dell’acqua immessa nella rete, con- 50,3% dell’acqua non arriva ai rubinetti, tro il 6,8% appena della germania. dato ben peggiore rispetto a quello della Water Economy 157 figura 5.3. Confronto tra le perdite negli acquedotti di alcuni paesi europei 6,8% 30,8% 26% 22% 22% Italia francia Gran Bretagna Spagna Germania fonte: Co.n. vi.r.i – Commissione nazionale di vigilanza sulle risorse idriche, dati 2010; Legambiente, L’energia idrica in Italia, 2007.
  • 160. La privatizzazione e la mobilitazione della società civile il manifestarsi dei rischi e delle conse- nali nella gestione dei servizi idrici. guenze che la privatizzazione delle risorse il processo di privatizzazione vide come idriche porta con sé (ad esempio, aumen- protagonista la multinazionale america- to delle tariffe, riduzione dell’accessibilità na Bechtel Corporation, in collaborazione all’acqua potabile, ecc.) è in molte occasioni con l’italiana edison e sotto la supervisione stata accompagnata da importanti episodi della Banca mondiale. di mobilitazione dei consumatori, che han- il progetto, che prevedeva la privatizzazio- no protestato contro questo strumento di ne e la fornitura di tutta l’acqua della città gestione dell’acqua. da parte della società aguas de tunari, di dalla Bolivia alla germania, fino all’italia, proprietà della Bechtel, portò le tariffe per sebbene con forme diverse, i cittadini han- l’acqua potabile a livelli tali da far sì che cir- no alzato la propria voce contro la priva- ca il 50% della popolazione venisse di fatto Water Economy tizzazione. esclusa dall’accesso al servizio idrico. La popolazione, quando si vide negata ad- dirittura la possibilità di raccogliere acqua La lotta per l’acqua di piovana, diede vita a un acceso movimento 158 Cochabamba (Bolivia) di protesta contro i provvedimenti gover- nel gennaio del 2000 a Cochabamba, in nativi e le multinazionali dell’acqua. Bolivia, è nato il più grande movimen- organizzatosi in un “coordinamento di di- to della storia contro la privatizzazione fesa dell’acqua e della vita”, il movimento dell’acqua che, con l’avallo di istituzioni riuscì a riunire parti sociali profondamente come la Banca mondiale e il fondo mo- diverse tra loro e storicamente in conflitto netario internazionale, intendeva favorire il – i contadini e i braccianti della provincia sostanziale ingresso di grandi multinazio- si unirono agli abitanti della città –, dimo- strando come la battaglia per l’acqua fosse diventata più importante delle divergenze interne. nel 2001, durante la “rivoluzione dell’ac- qua” di Cochabamba, centinaia di persone furono ferite e cinque ragazzi persero la vita nel corso di una sanguinosa repres- sione da parte dell’esercito, chiamato a se- dare le proteste dei manifestanti. dopo sei giorni di proteste e di battaglie, il governo dovette annullare il contratto di ge- stione e abrogare la norma che privatizzava la distribuzione dei servizi idrici, mentre la Bechtel fu costretta a lasciare il paese ri- nunciando al risarcimento richiesto allo sta- to per mancato lucro di 25 milioni di dollari.
  • 161. Il “no” di Berlino alla pitale misto pubblico-privato (public private partnership) o a totale capitale privato; solo privatizzazione delle 13, invece, hanno deciso per l’affidamento risorse idriche diretto senza gara a società per azioni total- al referendum del 13 febbraio 2011, mente controllate dagli enti locali. 665.713 berlinesi, pari al 27% degli elettori, a partire dal 2000, la società civile italiana hanno approvato la proposta di legge che si è mobilitata contro la Legge galli. imponeva di pubblicare tutti gli accordi re- tra il 2005 e il 2006, una cinquantina di lativi alla parziale privatizzazione dell’acqua, soggetti (associazioni, sindacati, comitati) accordi che dal 1999 garantivano alti utili a hanno dato vita invece al forum italiano rWe e veolia, titolari del 49,9% dei servizi dei Movimenti per l’acqua, che ha raccolto idrici comunali (Berliner Wasserbetriebe). oltre 400.000 firme per una Legge di ini- in tal modo i cittadini di Berlino hanno ziativa popolare a favore della ri-pubbliciz- espresso chiaramente la loro volontà di zazione del servizio idrico. tornare a una gestione pubblica del servizio aprilia, cittadina laziale di 70.000 abitanti, idrico, dopo che dal 1999 i prezzi dell’acqua è diventata il simbolo della lotta contro la sono aumentati del 35%, posizionandosi tra privatizzazione delle risorse idriche in italia. i più alti di qualsiasi città tedesca. oltre 5000 utenti hanno scelto di rispe- perché il referendum avesse successo, dire le bollette dell’acqua al mittente, cioè il regolamento regionale richiedeva che acqualatina, che gestisce il servizio idrico Water Economy votassero almeno un quarto degli eletto- integrato dal 2002 e che nel frattempo ri – occorreva quindi convincere 615.571 aveva triplicato le tariffe, senza realizzare persone –, ma i sostenitori della proposta però gli investimenti necessari a migliorare sono stati 50.000 in più e tanto è bastato il servizio e ridurre le perdite. per confermarla, per la prima volta in un La legge di iniziativa popolare, la cui discus- 159 referendum cittadino berlinese. sione parlamentare è iniziata il 22 gennaio il risultato ottenuto ha così smentito le 2009, prevede che i gestori del servizio previsioni iniziali, nonché i media e i partiti idrico siano solo enti di diritto pubblico che avevano fortemente sottovalutato l’e- (aziende speciali e consorzi) e disciplina le sito del referendum. modalità di partecipazione dei lavoratori e delle comunità locali ai processi decisionali. il testo elaborato dal forum Italiano dei La mobilitazione della Movimenti per l’acqua stabilisce che gli società civile italiana investimenti siano coperti anche dallo sta- in italia, la gestione degli acquedotti è re- to, ricorrendo alla fiscalità generale, e non golata dalla Legge galli (L. n. 36/1994, solo dalle aziende, che si finanziano con le “disposizioni in materia di risorse idriche”), bollette pagate dai cittadini (la Legge galli il cui testo fa riferimento al servizio idrico prevede infatti che «la tariffa sia determi- “integrato”, che comprende anche le fo- nata in modo da assicurare la copertura gnature e la depurazione delle acque. completa dei costi d’investimento e d’eser- L’obiettivo della legge era di ridurre l’ecces- cizio»). siva frammentazione dei soggetti gestori il 26 marzo 2011, il comitato due sì per (7826 alla metà degli anni novanta, tra l’acqua pubblica e il forum italiano dei acquedotto, fognature e depurazione). movimenti per l’acqua hanno indetto una a più di 15 anni dall’approvazione della leg- manifestazione nazionale a roma, che ha ge, l’affidamento al gestore unico è stato riunito più di 300.000 persone, per invi- completato in 57 ambiti territoriali ottimali tare i cittadini ad andare a votare nei re- (sono 91 quelli individuati dalle regioni ita- ferendum del 12 e 13 giugno contro la liane): 44 ato hanno scelto società a ca- privatizzazione dell’acqua.
  • 162. contratto Mondiale dell’acqua per difendere l’acqua come diritto inalie- - la promozione di politiche volte a scon- nabile dell’uomo, nel 1998 un gruppo di giurare conflitti legati all’accesso e all’uti- intellettuali provenienti da diversi paesi3 lizzo dell’acqua; ha istituito, per iniziativa di riccardo pe- - la promozione di forme di gestione de- trella (presidente dello ierpe - institut mocratica comunitaria locale dell’acqua, européen de recherche sur la politique resistendo alla privatizzazione. de l’eau), il Comitato internazionale per il Contratto mondiale dell’acqua si pone la promozione di un “Contratto mondiale inoltre tre obiettivi specifici: dell’acqua”. - garantire l’accesso all’acqua per le 600 tale comitato, presieduto da mario soares città del sud del mondo che nel 2020 (ex presidente della repubblica del porto- avranno più di un milione di abitanti; gallo) e composto da 20 esperti, ha redat- - far diminuire il numero di persone Water Economy to un “manifesto internazionale dell’acqua” senz’acqua, impedendo che arrivi, da qui intorno al quale ruotano i lavori del comi- al 2020, a 3,2 miliardi; tato finalizzati al riconoscimento dell’acqua - evitare la distruzione e il deterioramen- 160 come diritto umano e sociale (obiettivo to dell’acqua, bene essenziale per la vita raggiunto nel luglio del 2010) e come nell’ecosistema terra. bene comune dell’umanità. per rendere più incisiva la sua azione, il comitato ha avviato una “strategia di rete”, istituendo in numerosi paesi dei comitati nazionali. anche l’italia – così come francia, Belgio, svizzera, Canada, Bra- sile e stati uniti – ne ha uno, con sede a milano. in assenza di una “politica mondiale dell’acqua” e di fronte al prevalere di politi- che fortemente nazionali- stiche e pratiche di delega della gestione dell’acqua a soggetti privati, il contratto dell’acqua si propone per- ciò le seguenti priorità: - la creazione di un “di- ritto mondiale dell’ac- qua”, nonché di un “trattato mondiale” che legalizzi l’acqua come bene patrimoniale vitale, comune a tutta l’umanità;
  • 163. note Water Economy 161 1. La quota detenuta da veolia Water, suez Lyonnaise des eaux e saur nel mercato francese dell’acqua era pari al 31% nel 1954, al 60% nel 1980 e al 75% nel 1991. 2. dati provenienti dalla Commissione nazionale di vigilanza sulle risorse idriche. 3. fra i quali: mikhail gorbaciov (presidente del World political forum e di green Cross interna- tional), mario soares (ex presidente della repubblica del portogallo), guy Laliberté (fondatore del Cirque du soleil e della fondazione canadese one drop), marinò da silva (senatore, ex ministro dell’ambiente del governo del Brasile), riccardo petrella (presidente dello ierpe - institut eu- ropéen de recherche sur la politique de l’eau), danielle mitterrand (presidentessa della fonda- zione francia-Libertà), vandana shiva (presidentessa della fondazione indiana di ricerca per la scienza, le tecnologie e le risorse naturali).
  • 164. Lynn Johnson/National Geographic Image Collection
  • 166. 6. raCCoMandazIonI: le aree dI InterVento Il presente documento si è posto l’obiettivo di aumentare il grado di attenzione e di consa- pevolezza sul tema dell’acqua, evidenziando le principali criticità legate al suo uso. In quest’ultimo capitolo sono raccolte le principali raccomandazioni che il Barilla Center for Food & Nutrition ritiene rilevanti. Water Economy 6.1 Modelli e strumenti per favorire una reale gestione “integrata” dell’acqua oCCorre CHe I GoVernI Attuare un approccio integrato – nell’ottica della water economy – che tenga conto di tutte 164 SIano ConSapeVolI le variabili che incidono sulla disponibilità e sulla qualità delle risorse idriche. dell’aMpIezza della Gli interventi posti in essere al di fuori dei confini tradizionalmente assegnati alla gestione SfIda e operIno faCendo delle risorse idriche sono oggi in grado di influenzare in misura molto marcata il modo in rIferIMento a ModellI dI cui l’acqua è utilizzata e allocata. Anche il recente Rapporto UNESCO (Water in a Changing GeStIone CHe tenGano Conto dI tuttI GlI World, 2009) sottolinea come le decisioni prese dagli attori esterni al settore dell’acqua ab- eleMentI CHe CoMponGono biano molto peso ai fini della conservazione delle risorse idriche globali. Il SISteMa CoMpleSSo Questo non significa però che gli obiettivi d’incremento dei volumi di acqua forniti, di ri- della Water eConoMY. duzione delle perdite e di aumento complessivo dell’efficienza dei sistemi di gestione idrica siano meno rilevanti. Per questo occorre che i governi dei Paesi siano consapevoli dell’ampiezza della sfida e ope- rino facendo riferimento a modelli di gestione che tengano conto di tutti gli elementi che compongono il sistema complesso della water economy. 6.2 pratiche, know-how e tecnologia per l’incremento della produtti- vità dell’acqua (more crop per drop) e la riduzione degli sprechi Spezzare la Spezzare la correlazione esistente (oggi molto forte) tra sviluppo economico, crescita de- CorrelazIone eSIStente mografica e conseguente incremento nei livelli di consumo d’acqua. (oGGI Molto forte) tra Senza interventi volti a ridurre l’impiego relativo della risorsa acqua all’interno dei processi SVIluppo eConoMICo, produttivi e di coltivazione, il rischio di una situazione di squilibrio ambientale nel prossi- CreSCIta deMoGrafICa e ConSeGuente InCreMento mo futuro è elevatissimo, con conseguenze catastrofiche per il Pianeta e le persone. neI lIVellI dI ConSuMo Questo implica ridurre gli sprechi (e molto c’è ancora da fare) e impiegare tecnologie in d’aCqua. grado di rendere la risorsa acqua maggiormente produttiva (ottenendo in questo modo out- put quantitativamente più significativi a parità di input: il cosiddetto more crop per drop).
  • 167. L’introduzione di forme di incentivo all’investimento nelle tecnologie già disponibili può in tempi ragionevolmente contenuti condurre a un importante risparmio nei volumi d’acqua impiegata nei processi produttivi. Per quanto riguarda gli impieghi in agricoltura – che riguardano il 70% dei consumi idrici globali – esistono ampi spazi di manovra per il recu- pero di produttività dell’acqua impiegata. Un esempio è costituito dall’adozione di tecniche avanzate di raccolta dell’acqua piovana da utilizzare per l’irrigazione. Peraltro, la diffusione di tecnologie e strumenti di gestione dell’irrigazione agricola volte a massimizzarne l’effi- cienza non sempre si traduce in ingenti investimenti in tecnologie, ma spesso, più sempli- cemente, nella diffusione di conoscenza e know-how. 6.3 l’impronta idrica come indicatore oggettivo semplice e comunicabile Promuovere una crescente consapevolezza degli impatti dello sfruttamento idrico sull’e- adottare In Modo cosistema e favorire l’emergere di comportamenti virtuosi attraverso l’uso dell’indicatore SISteMatICo l’IMpIeGo dell’impronta idrica. dell’IMpronta IdrICa quale StruMento dI Le logiche di Life Cycle Assessment dei prodotti, ad esempio, vanno esattamente nella dire- ValutazIone CoMpleSSIVa zione desiderata, tenendo conto di ciò che accade in ogni fase di coltivazione o estrazione, deGlI IMpattI aMBIentalI produzione, trasporto e consumo, secondo una logica sistemica e integrata. delle perSone, delle Water Economy In particolare, riteniamo essenziale adottare in modo sistematico l’impiego dell’impronta IMpreSe e deGlI StatI. idrica quale strumento di valutazione complessiva degli impatti ambientali delle persone, delle imprese (di produzione e di distribuzione, all’interno di ogni settore) e degli Stati. 165 6.4 Stili alimentari e di consumo a minor contenuto d’acqua Orientare i comportamenti individuali e i modelli di consumo verso stili di vita che impli- orIentare chino un impiego più attento dell’acqua. I CoMportaMentI Gli interventi di sensibilizzazione volti a incidere sugli stili di vita non hanno solo il com- IndIVIdualI e I ModellI dI ConSuMo VerSo StIlI pito di sollecitare un uso più ragionato dell’acqua all’interno delle attività quotidiane, ma di dI VIta CHe IMplICHIno introdurre una mentalità complessivamente più sollecita verso le istanze della conservazio- un IMpIeGo pIù attento ne delle risorse idriche. dell’aCqua. Le abitudini di consumo andrebbero orientate verso l’utilizzo di beni e servizi a minor con- tenuto di acqua (water footprint): - aumentando la consapevolezza dei consumatori in merito all’impronta idrica dei prodotti, ad esempio rendendo esplicita anche attraverso le etichette la quantità d’acqua consumata per produrre tali beni e servizi (impronta idrica del prodotto); - introducendo sistemi di incentivi verso l’acquisto di prodotti e servizi, all’interno di cia- scuna categoria merceologica, a minor contenuto d’acqua, correlandone eventualmente il contenuto virtuale al prezzo. Un ruolo determinante lo svolgono gli stili alimentari adottati. Il Barilla Center for Food & Nutrition ha sviluppato in passato il concetto della Doppia Piramide, nella quale si può os- servare che gli alimenti per i quali è consigliato dai nutrizionisti un consumo più frequente sono anche quelli che hanno un minor impatto ambientale. Questo è ancora più vero se si analizza la Doppia Piramide costruita con l’impronta idrica degli alimenti. L’adozione di diete, come quella mediterranea, caratterizzate da un consumo elevato di frutta e verdura, ma moderato di carne, costituisce un buon esempio di alimentazione sana, ma anche più rispettosa dell’ambiente, aiutandoci a salvaguardare le risorse idriche che stiamo rendendo sempre più scarse.
  • 168. 6.5 localizzazione efficiente delle colture e virtual water trade per un risparmio su scala globale delle risorse idriche impiegate rIpenSare Su SCala Ripensare su scala globale la localizzazione delle attività che comportano un maggiore con- GloBale la loCalIzzazIone sumo d’acqua. I prodotti agricoli, da questo punto di vista, costituiscono l’area di più forte delle attIVItà CHe attenzione. CoMportano un MaGGIore In particolare, la corretta localizzazione delle colture agricole è un tema che va affrontato ConSuMo d’aCqua. I con grande prudenza. L’agricoltura ha infatti un carattere di radicamento territoriale molto prodottI aGrIColI, da queSto punto dI VISta, forte. Allo stesso modo, le conseguenze dei mutamenti climatici (ad esempio i cambiamenti CoStItuISCono l’area dI pIù nella localizzazione e intensità delle precipitazioni) devono essere tenute ben presenti nel forte attenzIone. medio termine. Ciò che si suggerisce è una maggiore attenzione alla localizzazione delle colture in relazio- ne all’efficienza idrica. In particolare, nelle scelte di localizzazione di alcuni tipi di colture si potrebbero cogliere le opportunità di massimizzare il consumo di green water dell’impronta idrica rispetto a quello di blue water. Non solo: è possibile cogliere le opportunità offerte dalla crescente liberalizzazione del commercio internazionale orientando gli scambi di beni ad alto contenuto d’acqua virtuale da aree geografiche più ricche di risorse idriche verso altre più povere, adottando logiche di virtual water trade. Water Economy figura 6.1. la “doppia piramide” alimentare e ambientale elaborata dal Barilla Center 166 for food & nutrition PIRAMIDE AMBIENTALE BASSO ALTO Dolci Carne rossa Carne rossa Formaggi Formaggi Uova Pesce Carne bianca Pesce Biscotti Carne bianca Dolci E O L RIT Legumi, Biscotti TA GE IEN Pasta, Latte, Yogurt UG MB Latte Olio d’oliva, Riso, Uova OS OA Yogurt M TT SU PA N CO IM Olio d’oliva Ortaggi Patate Pane Pane, Pasta Riso, Patate, Legumi Frutta Frutta Ortaggi ALTO BASSO PIRAMIDE ALIMENTARE fonte: Barilla Center for food & nutrition, 2010
  • 169. La water neutrality per indurre alla riduzione del consumo d’acqua Con riferimento al tema della riduzione bile, a differenza della carbon neutrality dell’impronta idrica, è stato sviluppato il che prevede l’azzeramento delle emissio- concetto di water neutrality (cfr. hoekstra, ni di Co2). il concetto di water neutrality a.Y. e a.K. Chapagain, Water Neutral: Re- può essere declinato per un prodotto, per ducing and Offsetting the Impacts of Water un’impresa (con riferimento alla riduzione Footprints, value of Water research report dell’impronta idrica e alla compensazione series, n. 28, unesCo-ihe institute for economica della water footprint rimanente Water education editor, delft, the nether- dell’intera supply chain) o per un individuo lands, 2008). o collettività. rendere water neutral un’attività significa ridurne l’impronta idrica (vale a dire dimi- Water Economy nuire il più possibile il consumo e l’inqui- namento dell’acqua impiegata) quanto sia ragionevolmente possibile, compensando economicamente le esternalità negative della rimanente impronta idrica (investen- 167 do in progetti che promuovano l’uso equo e sostenibile dell’acqua presso l’ambiente e la comunità coinvolti). generalmente non si tratta di azzerare il consumo dell’acqua (poiché non è possi-
  • 170. figura 6.2. Impronta idrica della piramide alimentare BASSO Dolci 10.000 Carne rossa 5000 Formaggi Uova Carne bianca Pesce Biscotti 4000 ITO Water Economy ER GG Latte 2000 SU Yogurt MO SU 168 N CO 1500 Olio d’oliva 1000 Pane, Pasta Riso, Patate, Legumi Frutta Ortaggi ALTO PIRAMIDE ALIMENTARE fonte: Barilla Center for food & nutrition, 2011
  • 171. 15.500 Carne bovina 9065 Noci e nocciole 6795 Olio di girasole 5000 Formaggio 4900 Olio d’oliva 4800 Carne suina 4055 Legumi 3900 Carne avicola 3400 Riso Water Economy 3300 Uova 3140 Dolci 1800 Biscotti 1693 Pasta 169 1645 Cereali 1500 Zucchero 1300 Pane Impronta idrica degli alimenti Litri di acqua per kg o litro di alimento 1000 Latte 1000 Yogurt Legenda: valore medio 970 Frutta 500 900 Patate 325 Verdura 0 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 / 15.000 20.000
  • 172. 6.6 Impegno e responsabilità delle istituzioni per garantire l’accesso all’acqua faVorIre l’aCCeSSo Favorire l’accesso all’acqua per le popolazioni oggi più svantaggiate a livello idrico, promuo- all’aCqua per le vendo gli investimenti necessari e rimuovendo i vincoli di natura tecnica e politica. popolazIonI oGGI pIù In quest’ambito è stato fatto molto nell’ultimo decennio e i risultati ottenuti sono stati in- SVantaGGIate a lIVello coraggianti. Occorre che ora, anche a fronte di priorità di diversa natura derivanti dalla IdrICo, proMuoVendo GlI InVeStIMentI neCeSSarI crisi economica e finanziaria globale, gli impegni vengano rispettati e l’attenzione al tema e rIMuoVendo I VInColI continui a rimanere molto alta. I Paesi europei, in particolare, possono giocare un ruolo dI natura teCnICa e importante in questo contesto. polItICa. Il fatto che l’ONU abbia annoverato l’accesso all’acqua tra gli Obiettivi di Sviluppo del Mil- lennio ha permesso di creare maggiore consapevolezza e di orientare gli attori coinvolti verso un’unica direzione. Ci limitiamo a ricordare l’importanza di iscrivere le azioni poste in essere da queste organiz- zazioni in una strategia coerente e intersettoriale che comprenda infrastrutture, istruzione e adeguate capacità gestionali. 6.7 Valorizzazione economica delle risorse idriche e internalizzazione del costo dell’acqua nel prezzo Water Economy rIpenSare Il Ripensare il funzionamento dei mercati nell’ottica della water economy mediante la defi- funzIonaMento deI nizione di modelli economici in grado di definire con precisione il valore economico asso- MerCatI nell’ottICa ciato all’uso dell’acqua. 170 della Water eConoMY Il funzionamento del mercato dell’acqua, pubblico o privato che sia, è uno dei temi fon- MedIante la defInIzIone dI ModellI eConoMICI In damentali per promuovere una maggiore efficienza idrica. In questo dibattito è centrale Grado dI defInIre Con l’individuazione di un meccanismo corretto per la definizione del valore. Definire il “giusto preCISIone Il Valore valore” e dunque il “giusto prezzo” dell’acqua permette di ridurre gli sprechi e incrementare eConoMICo aSSoCIato l’efficacia delle politiche di salvaguardia dell’ambiente. all’uSo dell’aCqua. La determinazione del prezzo rappresenta la ricerca di un difficile punto di equilibrio: esso deve rispondere a criteri di equità distributiva e, nel contempo, scoraggiare l’uso eccessivo o improprio. 6.8 Gestione della risorsa idrica tra privatizzazione e controllo demo- cratico Se l’aCqua è un Bene dI Negli ultimi decenni i policy maker e gli esperti di sviluppo hanno visto nelle privatizzazioni tuttI, Solo un effICaCe un’opportunità per ridurre gli sprechi e dare efficienza alla gestione degli enti preposti alle SISteMa dI Controllo risorse idriche. deMoCratICo può Questo atteggiamento – certamente supportato da importanti studi commissionati da isti- CoStItuIre un’adeGuata GaranzIa dI fronte aI tuzioni internazionali, ma anche da interessi economici di parte – ha portato in diversi rISCHI derIVantI da un casi a conseguenze negative per le comunità (aumento sconsiderato delle tariffe, riduzione IneffICIente Modello dI della disponibilità, ecc.). In prospettiva, occorre riprendere in considerazione la tematica GeStIone della rISorSa partendo dagli interessi delle persone, vincolando le aziende private di gestione al rispetto IdrICa, SIa eSSo puBBlICo o di principi sociali ed etici. “prIVatIzzato”. Se l’acqua è un bene di tutti, solo un efficace sistema di controllo democratico può costitui- re un’adeguata garanzia di fronte ai rischi derivanti da un inefficiente modello di gestione della risorsa idrica, sia esso pubblico o “privatizzato”.
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