1. Bandiere Verdi
Visioni alte: il coraggio
sostenibile della Montagna
2025
Bandiere Verdi
Il coraggio della sostenibilità
e l’avanguardia della
Montagna
Bandiere Nere
Natura violata: il prezzo di
un progresso superato
3. Il mosaico delle buone pratiche nelle Alpi si ar-
ricchisce con le Bandiere Verdi 2025 della Ca-
rovana delle Alpi, che quest’anno aggiungono 19
nuove riconoscimenti, portando il totale a
302 premi conferiti dal 2002 ad oggi. Di segno
opposto le Bandiere Nere che registrano 9 nuove
segnalazioni, facendo salire il totale complessivo
a 248.
Le Bandiere Verdi 2025 si distribuiscono sul
territorio alpino con Piemonte e Friuli-Venezia
Giulia in testa alla classifica: entrambe le regioni
conquistano 4 riconoscimenti ciascuna. Seguono
Lombardia e Veneto, con 3 bandiere a testa, poi
il Trentino con 2, mentre Alto Adige e Liguria si
attestano con una bandiera ciascuna.
Sul fronte delle Bandiere Nere, il Friuli-Venezia
Giulia registra il numero più alto con tre segnala-
zioni. Una bandiera ciascuno va invece a Piemon-
te, Valle d’Aosta, Trentino, Alto Adige e Veneto.
Infine, una segnalazione esce dai confini nazionali,
toccando anche l’Austria.
Mentre il numero delle Bandiere Verdi è cre-
sciuto in modo significativo, negli ultimi anni quello
delle Bandiere Nere assegnate annualmente è ri-
masto stabile, se non addirittura in lieve diminuzio-
ne. Dal 2020 circa ogni anno, infatti, le bandiere
nere rappresentano la metà, o meno, delle ban-
diere verdi: un segnale di cambiamento positivo,
che racconta di una montagna sempre più impe-
gnata a coniugare tradizione e innovazione in una
prospettiva di sostenibilità ambientale. È interes-
sante osservare come le Bandiere Verdi vengano
assegnate prevalentemente a privati o enti di na-
tura mista, mentre le istituzioni figurano in misura
minore tra i destinatari. Al contrario, le Bandiere
Nere sono conferite quasi esclusivamente a enti
pubblici o istituzioni, un dato che solleva numerosi
interrogativi.
Bandiere Verdi 2025, regione per
regione:
Piemonte, 4 Bandiere Verdi
Al Consorzio Turistico del Pinerolese (TO) per
la capacità del Consorzio di costruire una rete effi-
cace tra operatori pubblici e privati, con l’obiettivo
di valorizzare il territorio del Pinerolese. Altri pre-
miati, la Cooperativa di Comunità VISO A VISO
– Ostana (CN), nata nel 2020, fa impresa coniu-
gando la capacità di gestire un importante patri-
monio edilizio pubblico con la necessità di essere
un luogo di trasformazione, creando nuova eco-
nomia e opportunità sul territorio. Bandiera Verde
alla Comunità di supporto all’agricoltura CRESCO
della Val Varaita (CN) per la capacità di promuo-
vere un’agricoltura sostenibile e multifunzionale,
rafforzando la resilienza del territorio e favorendo
solidarietà ed equità sociale attraverso il modello
della Comunità a Sostegno dell’Agricoltura (CSA).
Premessa
// 3
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
4. AsFo “La Serra” – Agire insieme per tutelare il ter-
ritorio (TO) in prima linea per la promozione di una
nuova cultura del bosco e della cura del territorio,
favorendo lo sviluppo territoriale e ovviando al pro-
gressivo degrado del territorio della Serra causato
dall’abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali
e dalla frammentazione fondiaria.
Friuli Venezia Giulia, 4 Bandiere Verdi
Premiato il Dominio Civico di Clavais, Ovaro
(UD) per il progetto e l’attività di gestione del patri-
monio collettivo a salvaguardia dell’eredità cultu-
rale della frazione di Clavais (Ovaro). Bandiera Ver-
de anche all’associazione Casa Alexander Langer
(UD) per la creativa esperienza culturale promossa
nelle aree interne; all’associazione Oplon, nata nel
2023 e costituita da un gruppo di giovani, per rivi-
talizzare il territorio della Val Tramontina attraverso
iniziative innovative come il Threesound Fest e il
progetto di recupero di Casa Abis. Bandiera Verde
all’associazione Progetto Lince Italia, Tarvisio (UD)
perché grazie a decenni di studi sui grandi mam-
miferi carnivori e sulle loro interazioni con l’uomo,
è stato possibile portare a termine con succes-
so la reintroduzione della lince nelle Alpi Orientali,
contribuendo all’incremento della biodiversità.
Lombardia, 3 Bandiere Verdi
Vessillo green alla sottosezione CAI Valle di
Scalve (BG) per la realizzazione del progetto “La
Via Decia - Il cammino dei boschi di ferro”; ai Pro-
motori del programma Alpha skills - Morbegno
(SO) per la progettazione di strumenti e metodo-
logie che supportino i giovani tra gli 11 e i 15 anni
verso scelte formative e professionali ispirate alle
Competenze Green; all’Azienda agricola Raetia
Biodiversità Alpine di Patrizio Mazzucchelli (SO)
per la costante e appassionata ricerca di varietà
tradizionali a rischio di estinzione o erosione gene-
tica, sia nella provincia di Sondrio che in altre aree
montane italiane ed estere.
Veneto, 3 Bandiere Verdi
Premiata l’associazione EQuiStiamo APS e
Comitato per la difesa del torrente Vanoi (BL e TN)
per l’impegno nella sensibilizzazione e nella mo-
bilitazione delle comunità locali sulla tutela delle
risorse idriche, promuovendo alternative soste-
nibili alle dighe e un’alleanza tra territori montani
e di pianura. Il Rifugio Alpino Vallorch e associa-
zione Lupi, Gufi e Civette, presidio di educazione
ambientale e sostenibilità nel Cansiglio (BL) per
promuovere la conoscenza e la tutela della Fo-
resta del Cansiglio attraverso attività didattiche e
ricettive eco-compatibili. Premiata la Cooperativa
sociale Cadore – Dolomiti (BL)per l’impegno nel-
la promozione dell’inclusione sociale e nella tutela
ambientale mediante l’inserimento lavorativo di
persone svantaggiate.
Provincia di Trento, 2 bandiere Verdi
Premiata l’ A.S.U.C. (Amministrazione Separa-
4 //
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
5. ta beni di Uso Civico) di Sopramonte, di Baselga
del Bondone e di Vigolo Baselga (Trento) per aver
seguito una gestione attenta e sostenibile di bo-
schi, pascoli e prati aridi, preservano l’equilibrio
naturale dell’area e la proteggono da eventuali
interessi speculativi. Bandiera Verde anche per il
Comitato per la tutela e la valorizzazione dei laghi
di Serraia, Piazze e relativi ecosistemi (Altopiano
di Pinè, Trento) per aver monitorato la situazione
dei laghi dell’Altopiano di Piné, redigendo docu-
menti, organizzando eventi pubblici informativi e
avanzando proposte per contrastarne il degrado
e migliorarne le condizioni ambientali
Liguria, 1 Bandiera Verde
Premiato il Parco Naturale Regionale del Bei-
gua per un approccio integrato e lungimirante alla
gestione del territorio, con un forte accento sulla
sostenibilità ambientale e il turismo responsabile.
Valle D’Aosta, 1 bandiera Verde
Premiata Marzia Verona, pastora e scrittrice
(AO) perché ha saputo ascoltare le persone delle
montagne, cercando di comprendere le loro dif-
ficoltà, mettendosi nei loro panni e vivendo sulla
propria pelle le sfide, i problemi e il fascino dell’al-
levamento in alta quota.
Alto Adige, 1 Bandiera Verde
Al Gruppo ambientalista NOSC CUNFIN, Val
Gardena (BZ) per tutelare l’area straordinaria dei
Piani di Cunfin, le formazioni rocciose della Città
dei Sassi e il Gruppo del Sassolungo da ulteriori
speculazioni.
Bandiere Nere 2025, regione per re-
gione:
Friuli Venezia Giulia, 3 Bandiere Nere
La prima va all’Assessorato regionale alle Risor-
se agroalimentari, forestali e ittiche per la mancata
pianificazione della viabilità regionale che ha come
conseguenza la costruzione di strade su versan-
ti e habitat naturali fragili; la seconda al Consor-
zio di Bonifica PianuraFriulana (UD) per non aver
considerato e valutato alternative strategiche alla
realizzazione della condotta tra il Canale SADE e
il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento e la terza
alla Giunta Comunale di Trieste per il sostegno e i
cospicui finanziamenti ottenuti per una contestata
cabinovia che, dal Porto di Trieste, minaccia un’a-
rea tutelata sull’Altopiano del Carso.
Piemonte, 1 Bandiera Nera
Al Comune di Groscavallo (TO) per l’ostinazio-
ne nel voler costruire un’infrastruttura in un vallone
di straordinario pregio paesaggistico, a servizio di
un alpeggio dismesso, in un’area a rischio idroge-
ologico e alluvionale.
Valle D’Aosta, 1 Bandiera Nera
Al Comitato regionale per la gestione venatoria
// 5
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
6. per l’approccio da Far West nella gestione degli
equilibri ecosistemici, in particolare nella caccia
alla volpe.
Trentino, 1 Bandiera Nera
A A.S.U.C. (Amministrazione Separatabeni
di Uso Civico) di Fisto, comune di Pinzolo (TN) e
Commissione Tutela del Paesaggio della Provin-
cia autonoma di Trento per la realizzazione di un
Après-ski bar a Nambino-Madonna di Campiglio,
in totale contrasto con il contesto naturale, a po-
chi metri dal Parco Adamello Brenta.
Alto Adige 1 Bandiera Nera
Al Sindaco e al Consiglio Comunale di Predoi
(BZ) per la persistente opposizione al Parco na-
turale Vedrette di Ries-Aurina e alle aree Natura
2000 connesse.
Veneto 1 Bandiera Nera
Al Comune di Cortina d’Appezzo (BL) per la
cabinovia Apollonio-Socrepes: un’infrastruttura
dall’impatto ambientale significativo e dalle molte
criticità nel cuore delle Dolomiti.
Austria, 1 Bandiera Nera
All’industria dello sci austriaca per l’accani-
mento nell’ampliare le aree sciistiche del Tiro-
lo sfruttando le ultime aree glaciali rimaste sulle
Alpi orientali, nonostante l’attenzione sollecitata
dall’ONU con l’Anno Internazionale dei Ghiacciai.
LA CAROVANA DELLE LE BANDIERE
VERDI: DAI FRAMMENTI ALLA VISIONE
Nel 2025, una buona parte delle Bandiere Ver-
di è andata a progetti che coniugano sostenibilità
e sviluppo in due settori chiave per la montagna: il
turismo e l’ambito agricolo, forestale e pastorale.
Quest’anno, cinque riconoscimenti hanno premia-
to iniziative di turismo sostenibile, mentre cinque
sono andati a pratiche legate all’agricoltura, alla
silvicoltura e alla pastorizia. Le restanti Bandiere
Verdi sono state assegnate a progetti socio-cultu-
rali, capaci di rafforzare il tessuto comunitario e di
promuovere valori condivisi, soprattutto in ambito
socio-ambientale.
Le molteplici esperienze delle Bandiere Verdi
— ben 302 dal 2002 a oggi —, ciascuna con la
propria originalità e articolazione, cercano di offri-
re risposte concrete a una domanda tanto antica
quanto oggi straordinariamente urgente: quale
società vogliamo davvero costruire?
È difficile prevedere se ciò che sta prendendo
forma oggi nelle nostre montagne riuscirà ad af-
fermarsi come un paradigma dominante o se, al
contrario, finirà per soccombere sotto il peso di
nuove configurazioni dell’ordine mondiale. Tutta-
via, nonostante le previsioni di chi teme un futu-
ro dominato da meccanismi oscuri, sembra che
stia emergendo, qua e là nelle nostre montagne
un’economia alternativa. Un’economia basata su
6 //
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
7. dinamiche relazionali aperte, in cui operano atto-
ri capaci di immaginare e condividere progetti, di
generare senso comune e innovazione attraverso
la collaborazione e l’interazione con l’ambiente
naturale e le comunità.
Ancora una volta emerge il valore fonda-
mentale della comunità. Essa non nasce da un
progetto calcolato, ma spesso prende forma in
modo spontaneo, quasi inconsapevole, attorno
alle iniziative più innovative. Sono i legami con il
territorio, l’intreccio con le risorse naturali e il de-
siderio di costruire insieme che le danno forza e
sostanza. Dentro queste comunità si sviluppano
pratiche e visioni nuove, capaci di offrire risposte
concrete, partecipate e profondamente umane
alle trasformazioni sociali che stiamo vivendo. In
questo processo, la dimensione relazionale acqui-
sta centralità e si fa strada un senso rinnovato di
responsabilità condivisa, essenziale per affronta-
re le sfide del presente e immaginare il futuro. Le
associazioni locali per la protezione del territorio,
premiate insieme alle associazioni per la gestione
dei beni comuni e alle piccole imprese virtuose,
raccontano di una molteplicità di persone—spes-
so anonime—che si prendono cura della qualità
della vita e dell’ambiente, sia come lavoratori che
come volontari. Alcuni fanno parte di ciò che re-
sta dell’associazionismo novecentesco, altri rap-
presentano nuove forme di impegno civico e di
innovazione sociale.
Siamo di fronte a frammenti di quella che il
sociologo Aldo Bonomi definisce una comunità
di cura, che insieme alla comunità operosa do-
vrebbe diventare un riferimento fondamentale per
l’azione delle istituzioni e per l’orientamento delle
attività di ricerca, nel percorso di senso della so-
cietà che vogliamo costruire. È proprio in questa
direzione che si colloca la nostra idea di svilup-
po vero: non una semplice crescita economica,
ma un processo più profondo e complesso, che
integra inclusione, partecipazione, rispetto per la
natura e senso di appartenenza.
Queste buone pratiche, però, presentano dei
limiti. Come sottolineano Bonomi e Gusmeroli nel
loro interessante volume Sul confine del margi-
ne (2024), se da un lato riescono a creare spazi
positivi, autentiche oasi di innovazione e coesio-
ne, dall’altro non hanno ancora la forza necessa-
ria per avviare un percorso collettivo più ampio,
trasformandosi in una vera carovana capace di
orientare e sostenere un cambiamento sistemico.
L’immagine della carovana, in netto contrasto
con quella delle oasi frammentate, si rivela parti-
colarmente efficace anche nel descrivere il lavoro
di Legambiente Alpi, che da sempre adotta que-
sto termine simbolico per rappresentare il proprio
impegno sul territorio montano e la propria visione
politica di lungo respiro.
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
// 7
8. Per accompagnare il mondo delle Bandiere
Verdi a fare carovana, in questo passaggio decisi-
vo è fondamentale fornire loro gli strumenti neces-
sari: conoscenze, competenze tecniche e risorse
economiche, affinché possano affrontare con effi-
cacia la sfida di creare nuove istituzioni sociali, più
adeguate alle trasformazioni in atto.
Ancora, come ci ricorda Bonomi, questi sog-
getti non dispongono di una piena capacità di au-
torappresentazione. È proprio in questo contesto
che potrebbe rivelarsi strategica la figura dell’ope-
ratore di comunità. Tale figura, però, non va intesa
esclusivamente come un mestiere tecnico o una
funzione professionale, secondo l’accezione svi-
luppata nel secolo scorso, ma piuttosto come un
ruolo capace di attivare relazioni, costruire visioni
condivise e accompagnare i processi di cambia-
mento nei territori.
Legambiente, insieme ad alcuni collaborato-
ri esperti, sta iniziando a sperimentarsi in questo
ruolo, avviando percorsi finalizzati a mettere in
rete, su base territoriale, i diversi gruppi di oasi
contigue. Un cammino che, anche attraverso la
narrazione, si sviluppa progressivamente, di oasi
in oasi, con l’obiettivo di costruire una rete sempre
più coesa e capace di incidere. L’intento è di favo-
rire la socializzazione delle reti esistenti e stimolare
il confronto tra i molteplici percorsi di successo,
in modo da condividere esperienze e rafforzare
una visione comune. Attraverso la narrazione del-
le soluzioni adottate, propedeutica allo sviluppo di
nuove idee, è possibile esplorare nuovi ambiti e,
soprattutto, iniziare a costruire una rappresentan-
za capace di dare voce a un intelletto collettivo,
sociale e plurale, in grado di orientare e rafforzare
l’azione comune.
Nei territori, stiamo cercando di mettere in re-
lazione persone con storie ed esperienze diver-
se, talvolta anche conflittuali, per esplorare insie-
me nuove possibilità nella costruzione di equilibri
ecosistemici e, al contempo, dar vita a progetti
comuni e costruire il futuro collettivamente. La
comunità di senso a cui aspiriamo, infatti, non na-
sce dal condividere lo stesso passato o provenire
dagli stessi luoghi, ma dalla capacità di costruire
un orizzonte comune attraverso dialogo, condivi-
sione e ascolto reciproco. La vera sfida sarà ca-
pire come questa rete in formazione possa non
8 //
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
9. solo produrre valori di senso, beni materiali e valori
d’uso e di scambio, ma anche generare significati,
elementi simbolici e immateriali in grado di render-
la riconoscibile e vitale, superando i confini delle
sole esperienze di nicchia.
In questo scenario, il rafforzamento delle isti-
tuzioni di comunità si conferma decisivo: non
semplici strumenti di sviluppo locale, ma leve
fondamentali per sostenere il ritorno nei borghi,
promuovere la partecipazione attiva e garantire un
diritto essenziale a chi abita e anima i territori. Per
istituzioni di comunità si intende tutto ciò che è es-
senziale, innanzitutto, per la vita quotidiana degli
abitanti — e solo successivamente per i turisti —:
dai trasporti alle reti digitali, dai servizi pubblici alla
gestione del territorio, fino alle strategie di adat-
tamento alla crisi climatica, ma anche la sanità,
l’istruzione, l’assistenza e la formazione.
Tutto questo richiederebbe una riorganizzazio-
ne istituzionale che, al momento, continua a man-
care, rappresentando così un’occasione persa,
soprattutto alla luce del dibattito in corso alla Ca-
mera sul DDL Montagna. È ormai indispensabile
che il Paese affronti con urgenza il tema dell’or-
ganizzazione dei Comuni montani, individuando
al più presto indirizzi chiari e normative quadro
in grado di promuovere una visione condivisa e
un’azione coordinata su scala sovraregionale.
L’assenza di un ente capace di garantire la ge-
stione associata dei servizi tra i Comuni, insieme
a investimenti e progetti di sviluppo socio-eco-
nomico, costituisce un grave limite, tanto più in
un’epoca di profondi cambiamenti come quella
che stiamo attraversando. La mancanza di un’i-
stituzione dedicata alla governance territoriale
non solo ostacola una pianificazione ambientale,
sociale ed economica efficace, ma frena anche il
radicarsi di forme mature di autogoverno, capaci
di coniugare efficienza economica, benessere so-
ciale e tutela ambientale.
Questi elementi sono fondamentali perché le
nostre carovane possano evolvere da esperienze
volontaristiche a percorsi strutturati, indispensabili
sia per costruire territori capaci di futuro, sia per
rafforzare una democrazia saldamente radicata
nei luoghi.
// 9
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
10. Bandiere Verdi
Visioni alte: il coraggio sostenibile
della Montagna
Bandiere Nere
I Natura violata: il prezzo di un
progresso superato
Totale
2002-2025
302
(+19)
Totale
2002-2025
248
(+9)
Piemonte 49 (+1)
Liguria 7
Valle d’Aaosta 24 (+1)
Liguria 10 (+1)
Friuli-Venezia Giulia 50 (+4)
Nazionale 1
Piemonte 75 (+4)
Lombardia 56 (+3)
Valle d’Aosta 29 (+1)
Alto Adige 17 (+1)
Trentino 31 (+2)
Veneto 32 (+3)
Lombardia 57
Friuli-Venezia Giulia 45 (+3)
Austria 1
Veneto 25 (+1)
Alto Adige 15 (+1)
Trentino 25 (+1)
10 //
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
11. Bandiere Verdi
Visioni alte: il coraggio sostenibile della Montagna
Marzia Verona, pastora e scrittrice (AO)
Parco
Naturale
Regionale
del Beigua
Consorzio Turistico del Pinerolese
(TO)
Cooperativa di Comunità VISO A
VISO Ostana (CN)
Comunità di supporto
all’agricoltura CRESCO della Val
Varaita (CN)
AsFo “La Serra” – Agire insieme per
tutelare il territorio (TO)
Sottosezione CAI Valle di Scalve (BG)
Promotori del programma Alpha skills -
Morbegno (SO)
Azienda agricola Raetia Biodiversità
Alpine di Patrizio Mazzucchelli (SO)
A.S.U.C.
(Amministrazione
Separata beni di Uso
Civico) di Sopramonte,
di Baselga del Bondone
e di Vigolo Baselga
(Trento)
Comitato per la tutela
e la valorizzazione dei
laghi di Serraia, Piazze
e relativi ecosistemi
(Altopiano di Pinè, Trento)
Gruppo ambientalista NOSC
CUNFIN, Val Gardena (BZ)
Associazione EQuiStiamo APS
e Comitato per la difesa del
torrente Vanoi (BL e TN)
Rifugio Alpino Vallorch e
associazione Lupi, Gufi e
Civette, presidio di educazione
ambientale e sostenibilità nel
Cansiglio (BL)
Cooperativa sociale Cadore
Dolomiti (BL)
Dominio Civico di
Clavais, Ovaro (UD)
Casa Alexander
Langer (UD)
Associazione
Oplon, Tramonti di
Mezzo (PN)
Associazione
Progetto Lince
Italia, Tarvisio (UD)
// 11
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
12. Bandiere
Verdi
LIGURIA
Parco Naturale Regionale
del Beigua
parcobeigua.it
M O T I V A Z I O N E
Per un approccio integrato e lungimirante alla gestione del territorio, con un forte accento sulla sostenibilità
ambientale e il turismo responsabile.
D E S C R I Z I O N E
Il Parco Naturale Regionale del Beigua si distingue per un approccio integrato e lungimirante alla gestione del
territorio, con un forte accento sulla sostenibilità ambientale e il turismo responsabile. Ecco alcuni punti chiave
che lo hanno contraddistinto:
• Turismo sostenibile e valorizzazione territoriale: il parco promuove un turismo sostenibile, volto a valorizzare
in modo responsabile il patrimonio naturale e culturale, preservando le risorse per il futuro e sostenendo lo
sviluppo economico locale. Iniziative come gustosi per natura e ospitali per natura valorizzano la sostenibilità
della ricezione turistica ed i prodotti tipici a km 0.
• Iniziative di rivitalizzazione e il Progetto Appennino: il supporto a progetti di rivitalizzazione, come il Proget-
to Appennino di Fondazione Garrone, promosso anche da Legambiente, sottolinea l’impegno del parco
nell’affrontare le sfide di uno scenario territoriale complesso. Il progetto valorizza un territorio unico, crocevia
tra Appennini e Alpi, integrando conoscenze e strategie per tutelarne le identità naturali e culturali.
• Educazione ambientale: tramite il suo Il Ceas (Centro di Educazione Ambientale ed alla Sostenibilità) pro-
muove attività educative nelle scuole, organizza visite nel Parco, escursioni guidate con percorsi tematici,
laboratori su aspetti naturalistici e geologici, e attività come le “Favole nel Parco”, che sensibilizzano alla
tutela e conservazione del territorio tramite racconti e giochi fantasy.
• Difesa contro lo sfruttamento minerario nell’area del Monte Tarinè: tale attività, che avrebbe potuto portare
alla devastazione di una vasta porzione dell’ecosistema, evidenzia come il parco non solo promuova ini-
ziative positive, ma si impegni anche nella protezione attiva del territorio contro interventi distruttivi. Questa
difesa rappresenta un esempio concreto di responsabilità ambientale e di resistenza contro pressioni eco-
nomiche che potrebbero compromettere il patrimonio naturale.
In sintesi, il parco del Beigua merita la Bandiera Verde per il suo impegno multidimensionale: non solo favorisce
un turismo sostenibile e partecipa a progetti di rivitalizzazione territoriale e di educazione ambientale, ma si batte
anche per proteggere l’ambiente da minacce dirette come lo sfruttamento minerario.
12 //
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
13. Bandiere
Verdi
PIEMONTE
Consorzio Turistico
del Pinerolese (TO)
M O T I V A Z I O N E
Per la capacità del Consorzio di costruire una rete efficace tra operatori pubblici e privati, con l’obiettivo di valo-
rizzare il territorio del Pinerolese. Il Consorzio si impegna a offrire un turismo per tutti e sostenibile, promuovendo
una destinazione ancora poco conosciuta ma ricca di potenzialità.
D E S C R I Z I O N E
Nel maggio 2021, trenta operatori turistici attivi nella Val Pellice, Val Germanasca, Val Chisone e nella pianura
pinerolese fino a Piossasco, su impulso della Città Metropolitana di Torino e nell’ambito del progetto europeo
Strada dei Vigneti Alpini, hanno formalizzato la loro adesione al Consorzio davanti a un notaio.
Si è trattato di un passo fondamentale per il rilancio del settore turistico in un territorio ancora poco conosciuto,
ma ricco di opportunità in ogni stagione dell’anno. Il pinerolese ha delle peculiarità uniche, che vanno dal Forte
di Fenestrelle, a Scopriminiera, ai percorsi sulle tracce di Lidia Poet, ai luoghi della cultura valdese, alle dimore
storiche della pianura, alla scuola di cavalleria di Pinerolo. Il pinerolese ha il vino eroico Ramie, ha il formaggio
Plaisentif la cui fiera ogni anno richiama migliaia di persone.
Il Consorzio riunisce operatori che promuovono attività all’aria aperta, tra cui escursionismo in montagna, ciclo-
vie, itinerari culturali e sportivi, accompagnate da un’ampia offerta di strutture ricettive e ristorative, in grado di
soddisfare le esigenze di una clientela variegata.
Nato dalla collaborazione tra enti pubblici e privati, il Consorzio ha come obiettivo la valorizzazione del Pinerolese
e delle sue valli, attraverso un’offerta turistica integrata e sostenibile. Al centro del progetto vi sono il turismo per
tutti e la sostenibilità, con particolare attenzione alle esigenze individuali dei visitatori e alla tutela dell’ambiente.
L’intento è promuovere il turismo di prossimità, pur continuando ad attrarre anche visitatori internazionali.
Il Consorzio sta assumendo un ruolo di coordinamento fondamentale, impegnandosi nella formazione degli
operatori e nell’organizzazione di servizi per una gestione più efficiente del turismo. Sarà un punto di riferimento
per le prenotazioni, gli eventi, la promozione dei marchi di qualità e le convenzioni con i fornitori. Inoltre, offrirà
supporto alle pubbliche amministrazioni per potenziare il turismo e le ricadute economiche attraverso partner-
ship pubblico-privato.
www.turismopinerolese.it
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
14. Bandiere
Verdi
PIEMONTE
Cooperativa di Comunità VISO A VISO
– Ostana (CN)
www.visoaviso.it
M O T I V A Z I O N E
Per il coraggio di fare impresa, coniugando la capacità di gestire un importante patrimonio edilizio pubblico con
la necessità di essere un luogo di trasformazione, creando nuova economia e opportunità sul territorio.
D E S C R I Z I O N E
VISO A VISO è un progetto collettivo che accoglie, con entusiasmo e impegno, la sfida per la montagna con-
temporanea e la sua abitabilità in una dimensione europea, sperimentando un modello di rigenerazione a base
culturale, con particolare attenzione ai giovani. Con questa visione VISO A VISO cura progetti, attività e servizi
per i residenti e i visitatori, creando nuova economia sul territorio: welfare culturale e di comunità, accoglienza,
turismo sostenibile e inclusivo. Così, la cooperativa si presenta sul web.
La Cooperativa di Comunità VISO A VISO è nata nel 2020 con l’obiettivo di gestire la Foresteria, de Lou Purtun,
il Centro Benessere, La Maizun de la Villo, il Museo e molto altro ancora. Si tratta di un patrimonio edilizio pub-
blico che copre migliaia di metri quadrati, ristrutturato nel corso degli anni con grande attenzione al rispetto dei
materiali e dei volumi locali. In un contesto segnato da una forte parcellizzazione delle proprietà, questa vasta
ristrutturazione rappresenta un fatto eccezionale. Grazie alla Cooperativa è possibile dare vita a questi spazi,
riempiendoli di contenuti attraverso una gestione imprenditoriale competente.
La Cooperativa VISO A VISO, costruita per dare una risposta ad un’esigenza di comunità, oggi conta dodici
soci, otto dipendenti, quattro con contratto a tempo indeterminato, più tre soci lavoratori in partita iva e altri
a chiamata. VISO A VISO, nel rispetto delle caratteristiche del territorio e della naturale ciclicità che impone la
montagna, prevede una serie di servizi e attività basate sulla stagionalità e sulla diversificazione di impresa.
I servizi della Cooperativa vanno dal benessere e salute al welfare comunitario, dal turismo sostenibile alla cul-
tura, dall’accoglienza turistica alla valorizzazione dei prodotti locali e del territorio.
Si tratta di un impegno significativo per un piccolo borgo, che ospita una realtà bella e sana, ma al contempo
fragile, che talvolta fatica a sostenersi dal punto di vista finanziario. È una scommessa che merita di essere
supportata, in quanto rappresenta un “luogo di trasformazione” che tutti noi auspichiamo, duraturo nel tempo e
riproducibile nelle nostre montagne.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
15. Bandiere
Verdi
PIEMONTE
Comunità di supporto all’agricoltura
CRESCO della Val Varaita (CN)
M O T I V A Z I O N E
Per la capacità di promuovere un’agricoltura sostenibile e multifunzionale, rafforzando la resilienza del territorio
e favorendo solidarietà ed equità sociale attraverso il modello della Comunità a Sostegno dell’Agricoltura (CSA).
D E S C R I Z I O N E
In Val Varaita, da alcuni anni, è nata una comunità coesa e attenta alla crescita agroecologica del territorio. Da
un’idea di due giovani Pietro Cigna e Lorenzo Barra, ispirata al modello delle CSA norvegesi, è sorta in provincia
di Cuneo la prima Comunità a Sostegno dell’Agricoltura (CSA). Un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria:
coinvolgere le famiglie della zona chiedendo un contributo anticipato, un po’ di partecipazione e fiducia nel
progetto, in cambio dei prodotti dell’orto. In questo modo si supera la tradizionale dicotomia tra produttore e
consumatore, lavorando insieme per un’agricoltura condivisa. Una sorta di “vendita di future” applicata al mon-
do agricolo, dove la comunità investe nel raccolto ancor prima che nasca.
La CSA è nata per promuovere un’agricoltura sostenibile e multifunzionale, rafforzando la resilienza del territorio
e favorendo solidarietà ed equità sociale. Al centro del progetto c’è il rapporto diretto tra contadini e cittadini-so-
ci, che scelgono di coltivare il cibo insieme, condividendo responsabilità, rischi e benefici.
La CSA non è solo agricoltura, ma anche comunità, relazioni ed esperienze condivise. Offre a tutti la possibilità
di partecipare, ognuno a modo suo, per imparare, contribuire e vivere un’esperienza collettiva ricca e inclusiva.
Nascono così le “quote supporto”, un modo concreto per sostenere la CSA e partecipare a un nuovo modello
agricolo basato sulla condivisione. Le famiglie aderenti contribuiscono anticipatamente ai costi e, per trenta
settimane, ricevono una cassetta settimanale con circa quattro chili di prodotti di stagione.
Oltre a rifornire alcuni ristoranti, come L’Officina e il Reiss di Jury Chiotti, la CSA punta a ricostruire comunità. Gli
associati sono invitati a partecipare attivamente con mezza giornata al mese nei campi, coinvolgendo anche i
figli in attività didattiche. L’obiettivo è riscoprire il valore del cibo e il legame con la terra. La CSA della Val Varaita
è parte di una rete nazionale di circa 20 realtà simili, unite per condividere esperienze, risorse e responsabilità.
noisiamocresco.it
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16. Bandiere
Verdi
PIEMONTE
AsFo “La Serra” – Agire insieme
per tutelare il territorio (TO)
www.asfolaserra.it
M O T I V A Z I O N E
Per il recupero di un territorio fragile, segnato da dissesto idrogeologico e incendi, dove è fondamentale unire le
forze per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici.
D E S C R I Z I O N E
L’Associazione Fondiaria raggruppa i proprietari o aventi diritto, pubblici e privati, dei terreni con destinazione
agricola, boschiva o pastorale con il fine di una gestione del territorio che ne eviti l’abbandono, conservi e mi-
gliori i valori agricoli, paesaggistici ed ambientali, promuova l’uso sostenibile degli ecosistemi locali. Obiettivo
primario di AsFo LA SERRA è quello di agire sulla fragilità del territorio, come i rischi derivanti dal dissesto idro-
geologico e dagli incendi che sussistono sugli insediamenti abitativi, e di recuperare e mantenere una gestione
agro-silvo-pastorale attiva che valorizzi i pregi paesaggistici e ambientali del territorio. Aspetti che riguardano
tutti i versanti della Serra Morenica del Canavese, non solo il territorio di Chiaverano in cui è nata l’AsFo.
L’Associazione trae le sue origini dalle esperienze maturate dal gruppo dei volontari delle Giornate della Ma-
nutenzione Territoriale di Chiaverano. Le Giornate, iniziate nel 2015, con la partecipazione dei cittadini e realtà
locali con lo scopo di tenere puliti i canali di scorrimento delle acque e i sentieri e ridurre i rischi idrogeologici e di
incendi. Nel 2021, con il supporto del Circolo Legambiente Dora Baltea ODV si sono aggiunti i Corsi di recupero
dei muri a secco, una importante e diffusa infrastruttura la cui manutenzione è di grande rilievo per la tutela del
territorio, della cultura e del paesaggio della Serra.
Una gestione collettiva che permette di pianificare e progettare, attraverso l’adozione di un Piano di Gestione,
la realizzazione di interventi sui terreni conferiti all’AsFo. Uno strumento unico ed innovativo nella capacità di
permettere la realizzazione di interventi che altrimenti i singoli proprietari non sarebbero in grado di affrontare
senza l’aggregazione permessa dall’AsFo. Tra gli obiettivi la promozione di una nuova cultura del bosco e della
cura del territorio, quali beni comuni, favorendo lo sviluppo territoriale e ovviando al progressivo degrado del
territorio della Serra causato dall’abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali e dalla frammentazione fondiaria.
Il cambiamento climatico, con l’intensificarsi dei fenomeni meteorologici estremi, aggrava ulteriormente i rischi
legati a questo abbandono.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
17. Bandiere
Verdi
VALLE D’AOSTA
Marzia Verona,
pastora e scrittrice (AO)
M O T I V A Z I O N E
Al lavoro di una donna che, da sempre, ha saputo ascoltare le persone delle montagne, cercando di com-
prendere le loro difficoltà, mettendosi nei loro panni e vivendo sulla propria pelle le sfide, i problemi e il fascino
dell’allevamento in alta quota.
D E S C R I Z I O N E
Scrittrice e allevatrice, dopo la laurea ha sempre orientato il suo lavoro verso progetti legati alla montagna, al
territorio e ai prodotti tipici. Contemporaneamente, ha iniziato a pubblicare saggi, libri fotografici e opere di nar-
rativa. Il filo conduttore di quasi tutte le sue opere è la zootecnia di montagna: l’alpeggio, la pastorizia e l’alleva-
mento delle capre. Per alcuni anni ha vissuto la vita e il mestiere del pastore vagante, accompagnando il gregge
365 giorni all’anno e trascorrendo l’estate in alpeggio.
Marzia Verona riveste un ruolo fondamentale nel mondo della pastorizia per molteplici ragioni. In primo luogo,
la sua esperienza diretta come pastore vagante – accompagnando il gregge per tutto l’anno e trascorrendo
le estati in alpeggio – le ha permesso di acquisire una conoscenza autentica e profonda delle tradizioni e delle
tecniche legate alla zootecnia di montagna. Le sue parole testimoniano l’importanza di unire teoria e pratica:
“Sono convinta che lo studio e le conoscenze possano arricchire, ma al tempo stesso è fondamentale non di-
menticare le persone che, magari senza aver studiato, hanno comunque alle spalle la pratica, la conoscenza del
territorio tramandata di generazione in generazione: la mia formazione si è quindi delineata fin da subito lungo
questa direzione di ascolto e di insegnamento.”
In questo modo, Verona non solo valorizza le tradizioni montane, ma crea anche un ponte tra la formazione
accademica e il sapere empirico, contribuendo a preservare e trasmettere un patrimonio culturale prezioso.
Il suo lavoro testimonia un approccio rispettoso e consapevole verso l’ambiente, dove le pratiche tradizionali di
zootecnia non solo preservano il patrimonio culturale, ma favoriscono anche la conservazione del territorio e del-
la biodiversità. Attraverso la ricerca accademica, insieme alla narrazione e alla documentazione delle esperienze
montane, Marzia Verona evidenzia come il rispetto per il territorio e la valorizzazione delle conoscenze locali sia-
no elementi importanti per affrontare le sfide ambientali e promuovere uno sviluppo sostenibile nelle aree rurali.
www.marziamontagna.it
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
18. Bandiere
Verdi
LOMBARDIA
Sottosezione CAI
Valle di Scalve (BG)
www.laviadecia.it
M O T I V A Z I O N E
Per la realizzazione del progetto “La Via Decia - Il cammino dei boschi di ferro”, una iniziativa concreta sul ter-
ritorio a sostegno dell’economia di montagna, che valorizza le persone e le attività locali e non compromette la
qualità dell’ambiente.
D E S C R I Z I O N E
La sottosezione CAI della Valle di Scalve ha avviato nel 2022 il progetto di cammino “La Via Decia”, attraverso
il quale offre un contributo alla crescita della Valle di Scalve, mirando ad un modello di sviluppo che sappia co-
niugare le finalità economiche a quelle della tutela ambientale e della crescita sociale e culturale del territorio.
Per la realizzazione del percorso non sono stati aperti nuovi tratti di sentiero, ma connessi fra loro sentieri già
esistenti, in parte dimenticati. È stato poi realizzato un lavoro di sensibilizzazione del territorio che ha portato
alla creazione di una rete di strutture per l’ospitalità. Infine, sono stati mappati oltre settanta punti di interesse
culturale e naturalistico, puntualmente descritti sul sito ufficiale del cammino. La Via Decia viene proposta inoltre
come “palestra” per esperienze di gruppo, come nel caso del laboratorio di filosofia “Sradicati”, realizzato nel
2024. Sempre nel 2024, la Sottosezione ha dato vita alla prima Festa della Via Decia, tre giorni di iniziative sociali
e culturali realizzate con la collaborazione di amministrazioni e associazioni di tutto il territorio.
Fondata nel 1978, la sottosezione CAI “Valle di Scalve” conta oggi circa duecentocinquanta iscritti, di cui oltre
sessanta appartengono all’alpinismo giovanile.
Il loro impegno si concentra in diversi ambiti: la manutenzione dei sentieri e del complesso sistema di segnaletica
presenti sul territorio; l’organizzazione di iniziative di carattere culturale, finalizzate a promuovere la conoscenza
della montagna e la sua frequentazione responsabile; la cura per la crescita delle giovani generazioni, attraverso
la proposta di attività di esplorazione e socializzazione, soprattutto nel periodo estivo; il contributo alle attività
formative della scuola di scialpinismo “La Traccia”, guidata dalla sezione CAI di Lovere; l’accompagnamento di
scuole e gruppi che intendono muoversi alla scoperta della Valle di Scalve.
La sottosezione è sempre stata molto sensibile ai temi ambientali ed è attiva nel creare iniziative concrete sul
territorio. Nell’ultimo anno ha espresso una mozione contraria al progetto di comprensorio Colere-Lizzola, votata
all’unanimità, che ha rappresentato un importante stimolo per tutta la rete delle sezioni e sottosezioni CAI della
provincia di Bergamo e della regione Lombardia.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
19. Bandiere
Verdi
LOMBARDIA
Promotori del programma
Alpha skills - Morbegno (SO)
M O T I V A Z I O N E
Per la progettazione di strumenti e metodologie che supportino i giovani tra gli 11 e i 15 anni verso scelte forma-
tive e professionali ispirate alle Competenze Green, per un futuro più sostenibile in montagna.
D E S C R I Z I O N E
Il progetto Alpha Skills, finanziato dal programma Erasmus Plus, nasce dall’idea di equipaggiare i giovani con
tutti gli strumenti necessari per riflettere sulle proprie competenze e orientare le proprie scelte formative in ottica
GrenComp. GreenComp è un quadro di riferimento per le competenze relative alla sostenibilità, che offre una
base comune per gli studenti e una guida per gli educatori. Questo strumento promuove una comprensione
condivisa della sostenibilità come competenza, facilitando l’integrazione di questo concetto nei percorsi edu-
cativi (Riferimento: Bianchi, G., Pisiotis, U. e Cabrera Giraldez, M., GreenComp The European sustainability
competence framework, Punie, Y. e Bacigalupo, M. editori, EUR 30955 EN, Publications Office of the European
Union, Lussemburgo, 2022, ISBN 978-92-76-46485-3, doi:10.2760/13286, JRC128040).
Le competenze di sostenibilità possono aiutare gli studenti a diventare pensatori sistemici e critici, sviluppare
capacità di azione e costruire una base di conoscenze per chiunque si preoccupi dello stato attuale e futuro del
nostro pianeta.
C’è un forte bisogno di restare aggiornati e preparare le nuove generazioni al futuro, offrendo loro risposte con-
crete tramite gli educatori. Le scuole non sempre offrono percorsi formativi adeguati su temi come cambiamento
climatico, sostenibilità ed economia circolare. Sebbene esistano molte opportunità nella nuova economia verde,
i giovani spesso non ne sono consapevoli e non sanno come contribuire, sia ora che in futuro.
Per raggiungere questo fine, il programma pluriennale Alpha Skills, frutto della collaborazione di quattro organiz-
zazioni di tre paesi (Het Beropenhuis - Belgio, Studio Shift e Cooperativa Margherita - Italia, Associazione Imago
Mundi - Romania) agisce su più livelli, generando un impatto positivo duraturo. Alpha skills agisce sia sugli inse-
gnanti sia sulle figure educative attraverso la co-costruzione e la sperimentazione di nuove metodologie dedica-
te all’orientamento scolastico-professionale dei ragazzi e all’educazione all’economia verde. La sperimentazione
italiana condotta da Studio Shift ha coinvolto tre istituti scolastici lombardi nelle provincie di Sondrio, Monza
Brianza e Bergamo per un complessivo di 150 tra ragazzi e ragazze, e 11 insegnanti e educatori professionali
che hanno utilizzato il tool di educazione alle Competenze Green creato da Studio Shift.
www.alphafutureskills.eu
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
20. Bandiere
Verdi
LOMBARDIA
Azienda agricola Raetia
Biodiversità Alpine
di Patrizio Mazzucchelli (SO)
raetiabiodiversitaalpine.wordpress.com
M O T I V A Z I O N E
Per la costante e appassionata ricerca di varietà tradizionali a rischio di estinzione o erosione genetica, sia nella
provincia di Sondrio che in altre aree montane italiane ed estere. Per l’impegno nella trasmissione di conoscenze
agronomiche e competenze legate alla loro coltivazione, con l’obiettivo di preservarle e rilanciare l’agricoltura
di montagna. Per aver saputo diventare un punto di riferimento nella coltivazione e nella diffusione delle varietà
agricole alpine tradizionali.
D E S C R I Z I O N E
Raetia Biodiversità Alpine, situata a Teglio in Valtellina a 800 m s.l.m., adotta i principi dell’agroecologia, preser-
vando la fertilità del suolo senza l’uso di antiparassitari o concimi chimici di sintesi. La sua missione è ricercare,
coltivare, tutelare e diffondere specie e varietà locali e alpine a rischio di estinzione, tra cui cereali tradizionali
alpini (orzo, segale, tre varietà autoctone di grano saraceno), mais, fagioli, ortaggi e patate di montagna.
L’azienda coltiva sia in vivaio sia in campo piantine per orti, ortaggi, fagioli autoctoni e patate antiche della biodi-
versità alpina, attingendo principalmente alle risorse della Fondazione Svizzera Pro Specie Rara e a una continua
ricerca di sementi e conoscenze tradizionali.
L’azienda si impegna nella tutela dell’agro-biodiversità alpina e montana, preservando le tradizioni agricole locali
con la consapevolezza che la biodiversità locale è essenziale per l’equilibrio globale. Dal 2011, è certificata dalla
Fondazione Svizzera Pro Specie Rara per la conservazione di specie orticole e agricole a rischio di estinzione. Le
tre varietà di grano saraceno, la segale e l’orzo “Dumega”, insieme a ortaggi, patate e fagioli, sono inseriti nella
checklist della Regione Lombardia su “le varietà agronomiche a rischio di estinzione o erosione genetica”, curata
dall’Università di Pavia. Per i tuberi, coltivano 20 varietà di patate tradizionali delle Alpi e di altre zone montuose.
Segale e grano saraceno sono tutelati e certificati dalla Fondazione Svizzera Pro Specie Rara.
Con il Decreto Ministeriale n. 449650 del 16 settembre 2024, il Grano Saraceno Nustran e il Grano Saraceno
Siberiano della Valtellina sono stati iscritti nell’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimen-
tare. In questo contesto, Patrizio Mazzucchelli è stato riconosciuto come custode di queste varietà.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
21. Bandiere
Verdi
PROVINCIA DI TRENTO
A.S.U.C. (Amministazione Separata
beni di Uso Civico) di Sopramonte,
di Baselga del Bondone e di Vigolo
Baselga (Trento)
M O T I V A Z I O N E
Le tre A.S.U.C. amministrano i domini collettivi delle tre frazioni sul Monte Bondone, garantendo la tutela di un
territorio di straordinario valore ambientale. Attraverso una gestione attenta e sostenibile di boschi, pascoli e
prati aridi, preservano l’equilibrio naturale dell’area e la proteggono da eventuali interessi speculativi.
D E S C R I Z I O N E
Le tre A.S.U.C. sono state istituite, a seguito di consultazioni popolari, per amministrare e tutelare i beni di
proprietà collettiva delle frazioni, proteggendoli da interessi privati. La loro costituzione risale a periodi diversi:
Sopramonte nel 1952, Vigolo Baselga nel 2006 e Baselga del Bondone nel 2009.
I beni collettivi, che si estendono per circa 1.500 ettari tra boschi, prati e alcune malghe nella zona del Monte
Bondone, sono liberamente accessibili a tutti, senza recinzioni. La loro gestione da parte delle A.S.U.C. ne ha
garantito nel tempo la conservazione e la tutela.
Negli anni sono stati attivati diversi progetti di miglioramento del patrimonio silvo-pastorale e interventi per
mantenere alta la biodiversità della zona tra prati e bosco a foglia, ad esempio recuperando vecchie radure a
favore degli ungulati e tenendole pulite con lo sfalcio e le pulizie meccaniche. In particolare è stato effettuato un
intervento di recupero dell’antico Pascolo dei Dossi, una zona di prati aridi sia con specie botaniche endemiche
(orchidee) sia faunistiche protette (Averla e Bigia Padovana). La gestione dei boschi (certificati PEFC) è effettuata
in modo oculato e sostenibile sulla base di un piano di assestamento forestale condiviso con la Provincia.
Grazie alle attività di cura del territorio e alla sensibilizzazione della comunità, nel 2022 il patrimonio frazionale si
è ampliato con due boschi donati in eredità. I terreni sono stati vincolati e invece di essere venduti, sono stati
integrati nel patrimonio collettivo, aumentando così l’estensione del territorio gestito comunitariamente.
I beni collettivi sono un patrimonio di grande valore pubblico e ambientale, che necessita di tutela. Inizialmen-
te, le A.S.U.C. hanno affrontato criticità pregresse, come l’inquinamento causato dal campeggio di Mezavia,
realizzato negli anni Settanta su terreni collettivi senza adeguati servizi igienici. Negli anni, le A.S.U.C. si sono
impegnate a contrastare interventi invasivi, bloccando progetti di nuove costruzioni, asfaltature, strade a doppia
corsia e grandi parcheggi ipotizzati intorno al 2010-2012. Nel 2019, la loro azione ha contribuito a impedire
l’inserimento nel PRG di un bacino per l’innevamento a servizio degli impianti sciistici, previsto nella piana delle
Viote, un’area di straordinaria biodiversità a 1.500 metri di quota, a servizio degli impianti sciistici.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
22. Bandiere
Verdi
PROVINCIA DI TRENTO
Comitato per la tutela e la
valorizzazione dei laghi di Serraia,
Piazze e relativi ecosistemi
(Altopiano di Pinè, Trento)
www.comitatolaghi.org
M O T I V A Z I O N E
Il Comitato Laghi ha analizzato la situazione dei laghi dell’Altopiano di Piné, redigendo documenti, organizzando
eventi pubblici informativi e avanzando proposte per contrastarne il degrado e migliorarne le condizioni ambientali.
D E S C R I Z I O N E
Il Comitato Laghi promuove la salvaguardia della salute del Lago della Serraia, del Lago di Piazze, della qualità
dei relativi ecosistemi compresi gli immissari e gli emissari. Tutela l’ecosistema, la biodiversità, la sostenibilità
ambientale ed il valore paesaggistico dei laghi e del territorio. Promuove iniziative per la valorizzazione sostenibile
e la fruizione equilibrata dei laghi e del territorio, favorendo la conoscenza e il coinvolgimento attivo di cittadini e
istituzioni nelle tematiche legate alla tutela e alla gestione dell’ecosistema lacustre e del suo ambiente circostante.
Le principali attività svolte dal Comitato Laghi includono:
• l’acquisizione e l’elaborazione di un quadro conoscitivo basato sui dati disponibili sulle condizioni attuali dei
laghi e dei relativi ecosistemi;
• la costruzione di relazioni costruttive e rigorose con gli enti preposti alla gestione dei laghi;
• la promozione di iniziative pubbliche volte a favorire la conoscenza, il confronto e il coinvolgimento di citta-
dini e istituzioni nelle attività di salvaguardia ambientale dei laghi;
• la divulgazione di analisi, ricerche e dossier conoscitivi, nonché la comunicazione delle iniziative e delle atti-
vità del Comitato attraverso organi di stampa e social media.
Il Comitato Laghi redige anche un documento di sintesi dei fenomeni di interesse per i laghi di Serraia e Piazze
e il loro territorio, evidenziando le problematiche ambientali su cui il Comitato concentra la propria attenzione e
azione. Tra i principali temi ci sono l’analisi scientifica delle sostanze inquinanti depositate sul fondo del Lago di
Serraia e la proposta per impianto di fitodepurazione.
Di rilevanza è il lavoro scientifico svolto dalle persone volontarie del Comitato negli ambiti naturalistici, idrogeo-
logici-idrometrici, analitici e chimico-fisici. Da queste ricerche nasce la proposta di limitare i prelievi d’acqua a
scopo idroelettrico e di realizzare fitoparchi su scala adeguata per la depurazione dell’intero lago, caratterizzato
da un elevato grado di eutrofizzazione. Se realizzati, questi fitoparchi rappresenterebbero un caso emblematico
in Italia, costituendo un modello di riferimento per interventi analoghi su altri laghi affetti da problemi di eutrofia.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
23. Bandiere
Verdi
ALTO ADIGE
Gruppo ambientalista
NOSC CUNFIN, Val Gardena (BZ)
www.facebook.com/groups/301348894329523/?locale=it_IT
M O T I V A Z I O N E
In Val Gardena, una delle mete più frequentate dai turisti, il gruppo ambientalista NOSC CUNFIN si adopera da
anni per tutelare l’area straordinaria dei Piani di Cunfin, le formazioni rocciose della Città dei Sassi e il Gruppo
del Sassolungo da ulteriori speculazioni.
D E S C R I Z I O N E
Il gruppo ambientalista NOSC CUNFIN è una straordinaria sentinella del territorio di Sassolungo – un paesag-
gio montano unico, minacciato da quarant’anni da piani di sviluppo commerciale. Questo territorio, per lo più
di proprietà collettiva, è un bene comune ed ospita un ecosistema di estrema delicatezza. Qui trovano rifugio
specie rare di flora e fauna, e si incrociano importanti rotte migratorie. Come confermato da paleontologi e ge-
ologi, il Sassolungo e le sue aree circostanti soddisfano tutti i requisiti per diventare un Geoparco di prestigio.
La sua storia geologica unica e le strutture ben preservate offrono un potenziale eccezionale per il geoturismo e
la ricerca scientifica. Tuttavia, gli investitori privati non demordono, per i loro interessi speculativi sono pronti ad
accaparrarsi questa piccola ma preziosa oasi naturale ed a sacrificarne l’integrità.
Successi ottenuti
• Blocco di grandi progetti come la cabinovia per collegare due aree sciistiche
• Salvataggio della “Città dei Sassi”: Un sito geologico unico, in parte protetto, è stato deturpato da un
ampliamento abusivo, prima del sentiero e poi della pista da sci. L’intervento del gruppo ambientalista ha
fermato lo scempio e ridato dignità alla Città dei Sassi.
• Fermata dell’ampliamento della funivia di risalita verso il Sassolungo
• Lotta all’inquinamento luminoso Nel 2025, fermata l’illuminazione impropria, se non illegale del Sassolungo
da parte del comune di Selva di Val Gardena
NOSC CUNFIN continua a battersi con determinazione per l’integrazione del Sassolungo nel Parco Naturale
Sciliar-Catinaccio, restando vigile di fronte a qualsiasi minaccia che possa comprometterne l’integrità. La sua
lotta per la salvaguardia di questo straordinario patrimonio naturale è instancabile. Siamo convinti che il ricono-
scimento della Bandiera Verde valorizzi il loro impegno e dia forza per proseguire nella tutela della bellezza unica
di questa area, a beneficio delle generazioni future.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
24. Bandiere
Verdi
VENETO
Associazione EQuiStiamo APS
e Comitato per la difesa del
torrente Vanoi (BL e TN)
www.equistiamo.org
M O T I V A Z I O N E
Al progetto In cammino per l’acqua – marcia dalla Val Cortella a Venezia – per l’impegno nella sensibilizzazione e
nella mobilitazione delle comunità locali sulla tutela delle risorse idriche, promuovendo alternative sostenibili alle
dighe e un’alleanza tra territori montani e di pianura.
D E S C R I Z I O N E
Il progetto In cammino per l’acqua è un’iniziativa promossa dall’associazione EQuiStiamo APS, attraverso il
gruppo “Vaghe Stelle”, in collaborazione con il Comitato per la difesa del torrente Vanoi. Dal 30 ottobre al 6
novembre 2024, una comunità itinerante ha percorso circa 200 km dalla Val Cortella fino a Venezia, seguendo il
corso dei torrenti Vanoi e Cismon, del fiume Brenta e infine della Laguna di Venezia. L’obiettivo principale è stato
quello di opporsi alla proposta di costruzione di una diga sul torrente Vanoi, promossa dal Consorzio di Bonifica
Brenta, e di promuovere soluzioni alternative sostenibili per la gestione delle risorse idriche.
Durante il cammino, partito da Canal San Bovo e conclusosi a Venezia, i partecipanti hanno attraversato diversi
comuni del Veneto raccogliendo oltre 10.000 firme contro il progetto della diga, consegnate poi alla sede della
Regione.
Ogni tappa ha incluso incontri pubblici, conferenze e momenti di approfondimento con esperti, artisti e rappre-
sentanti delle comunità locali, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della tutela delle risorse
idriche e sulle alternative sostenibili alla costruzione di nuove infrastrutture invasive.
Parallelamente al cammino, è stata avviata una campagna di crowdfunding per finanziare la realizzazione di un
docufilm che documenti l’intera esperienza, con la regia di Marco Pavan.
Questo documentario mira a raccontare la mobilitazione contro la diga, le alternative proposte e la nascita di
una nuova alleanza tra montagna e pianura nel segno dell’acqua come bene comune. Il progetto ha visto la
collaborazione di numerose associazioni e comitati locali, tra cui i circoli Legambiente del Veneto, che ha orga-
nizzato incontri pubblici durante il passaggio della marcia a Padova, nell’ambito della campagna “Operazione
Fiumi” dei circoli di Legambiente Veneto. Inoltre, il progetto ha coinvolto esperti e studiosi di diverse discipline,
promuovendo un approccio multidisciplinare alla gestione sostenibile delle risorse idriche.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
25. Bandiere
Verdi
VENETO
Rifugio Alpino Vallorch e associazione
Lupi, Gufi e Civette, presidio di
educazione ambientale e sostenibilità
nel Cansiglio (BL)
M O T I V A Z I O N E
Il Rifugio Alpino Vallorch gestito dall’associazione “Lupi, Gufi e Civette” si distingue come centro di educazione
naturalistica e turismo sostenibile, promuovendo la conoscenza e la tutela della Foresta del Cansiglio attraverso
attività didattiche e ricettive eco-compatibili.
D E S C R I Z I O N E
Situato nel cuore della Foresta del Cansiglio, il Rifugio Alpino Vallorch è gestito dall’Associazione Sportiva Di-
lettantistica “Lupi, Gufi e Civette”, attiva nel campo della didattica ambientale e del turismo naturalistico. La
struttura funge da Centro di Animazione Rurale e di Educazione Naturalistica, offrendo ospitalità ai visitatori e
proponendo attività volte a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della biodiversità e della conservazione del
patrimonio naturale.
Il rifugio dispone di camere e camerate per l’alloggio, una sala polivalente per conferenze, meeting e laboratori
didattici, oltre a due sale da pranzo dove viene servita cucina tradizionale, inclusa l’opzione vegetariana. La sua
posizione strategica, a circa 100 metri sopra la piana del Cansiglio, offre panorami mozzafiato e rappresenta un
punto di partenza ideale per escursioni guidate alla scoperta della flora e fauna locali.
Il Rifugio Alpino Vallorch è impegnato nella promozione di pratiche sostenibili, incoraggiando l’uso responsabile
delle risorse naturali e offrendo servizi come punti di ricarica per e-bike, rastrelliere per biciclette e informazioni
dettagliate sulla sentieristica locale. Inoltre, organizza eventi e laboratori didattici per scuole e gruppi, mirati a
educare sulle tematiche ambientali e sulla storia del territorio, inclusa la cultura dei Cimbri, antica popolazione
locale.
La struttura collabora attivamente con enti locali e associazioni per la tutela dell’ambiente, contribuendo alla
valorizzazione della Foresta del Cansiglio, area di interesse comunitario inserita nella rete Natura 2000. Questo
impegno si manifesta anche nella partecipazione a iniziative di conservazione e nella promozione di un turismo
consapevole e rispettoso dell’ecosistema locale.
asdlupigufiecivette.it
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
26. Bandiere
Verdi
VENETO
Cooperativa sociale Cadore
– Dolomiti (BL)
cadorescs.com
M O T I V A Z I O N E
Per l’impegno nella promozione dell’inclusione sociale e nella tutela ambientale mediante l’inserimento lavorativo
di persone svantaggiate, contribuendo allo sviluppo sostenibile del territorio montano del Cadore.
D E S C R I Z I O N E
La Cadore – Dolomiti Società Cooperativa Sociale (s.c.s.) è un’organizzazione senza scopo di lucro che opera
nel territorio montano del Cadore, in provincia di Belluno. Fondata con l’obiettivo di creare opportunità di lavoro
per i propri soci, la cooperativa si ispira ai principi della mutualità e si dedica all’inserimento lavorativo di persone
svantaggiate, promuovendo al contempo la tutela sociale, ambientale ed economica del territorio.
Le attività della cooperativa si articolano in diversi settori:
• Ambiente e Territorio: Servizi di manutenzione del verde, gestione di ecocentri e punti di raccolta, interventi
di pulizia e sanificazione ambientale.
• Global Service: Servizi professionali di pulizie e sanificazione presso uffici pubblici, aziende private e altre
strutture.
• Servizi alla Comunità: Gestione di attività turistiche, ristorazione collettiva e laboratori di montaggio, con
l’obiettivo di combattere lo spopolamento della montagna e favorire lo sviluppo locale.
Nel 2022, la cooperativa ha assunto 228 persone, di cui 121 nuove assunzioni e 33 stabilizzazioni, superando i
3 milioni di euro di fatturato con 387 clienti e 291 fornitori. Ha inoltre avviato 47 progetti di inserimento lavorativo,
evidenziando il suo ruolo cruciale nel tessuto socio-economico locale.
Collaborazioni con università e associazioni:
La Cadore – Dolomiti s.c.s. collabora attivamente con diverse istituzioni accademiche e associazioni locali per
promuovere l’innovazione e lo sviluppo sostenibile nel territorio. Un esempio significativo è la partecipazione
all’iniziativa “Upskill Belluno”, promossa dalla Fondazione Cariverona in collaborazione con Upskill 4.0, spin-off
dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Questo progetto mira a unire tecnologia 4.0 e tradizione, coinvolgendo stu-
denti universitari e degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS) nella creazione di soluzioni innovative per le imprese
locali.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
27. Bandiere
Verdi
FRIULI VENEZIA GIULIA
Dominio Civico di Clavais,
Ovaro (UD)
M O T I V A Z I O N E
Per il progetto e l’attività di gestione del patrimonio collettivo a salvaguardia dell’eredità culturale della frazione
di Clavais (Ovaro) in un’ottica di equità intergenerazionale e di rinnovabilità delle risorse.
D E S C R I Z I O N E
La Comunità di Clavais possiede, da tempo immemorabile, Domini Collettivi propri. Queste proprietà antica-
mente gestite direttamente dalla comunità frazionale, sono state amministrate, a partire dagli anni Venti del
secolo scorso, dal Comune di Ovaro in base alla Legge 1766 del 1927 che prevedeva l’accentramento delle
funzioni di gestione escludendo le comunità proprietarie. L’entrata in vigore della Legge statale n. 168 del 2017
ha profondamente trasformato la normativa di settore, ponendo al centro la tutela e la valorizzazione dei beni
collettivi. Questi ultimi sono riconosciuti come strumenti fondamentali per la conservazione, la valorizzazione e
la salvaguardia del patrimonio, nonché come fonti di risorse rinnovabili da impiegare a beneficio delle comunità
locali, secondo quanto previsto dai rispettivi statuti e dalle consuetudini.
Nel 2020 la comunità di Clavais è stata la prima in Friuli a costituire formalmente il proprio Dominio collettivo. Ha
approvato uno Statuto e si è dotata di un “Comitato Frazionale per l’Amministrazione dei Domini Collettivi delle
Terre Civiche di Clavais”, regolarmente eletto. In questo modo, Clavais si è unita alle altre comunità della Carnia
che hanno intrapreso percorsi di gestione comunitaria dei beni collettivi, tra cui le Amministrazioni frazionali di
Givigliana e Tors, Ovasta, Pesariis, Tualiis e Noiaretto, nonché le Comunioni familiari di Collina, Liariis, Tualiis e
Noiaretto.
Senza indugi, la Comunità di Clavais ha dato avvio a un’importante iniziativa di valorizzazione dei sentieri locali
e del versante sud-occidentale dello Zoncolan. L’intervento ha previsto la pulizia di circa 20 km di tracciati, gra-
vemente danneggiati dalla tempesta Vaia, da successive alluvioni e da abbondanti nevicate degli anni passati.
L’opera è stata realizzata grazie all’impegno di un nutrito gruppo di volontari e completata con la posa di cartelli
segnaletici lungo i percorsi. Le spese vive sono state coperte dal Comitato Frazionale, con il sostegno di un
significativo contributo della Regione Friuli Venezia Giulia.Questa iniziativa valorizza il territorio e invita il turista
a una fruizione più naturale dell’ambiente oltre che alla conoscenza delle tradizioni e memorie dei luoghi. È au-
spicabile che il Comune di Ovaro, particolarmente attento al territorio e alle comunità che ci vivono, riconosca
e potenzi i Domini collettivi con beneficio economico, occupazionale e culturale delle Comunità stesse e una
prospettiva concreta di turismo sostenibile.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
28. Bandiere
Verdi
FRIULI VENEZIA GIULIA
Casa Alexander Langer (UD)
sites.google.com/view/casalanger/home
M O T I V A Z I O N E
Per la creativa esperienza culturale promossa nelle aree interne cerniera tra la pedemontana e la montagna, tra
cultura friulana e slava, tra la città e la natura e alimentate da valori universali quali l’ecologia e la bellezza.
D E S C R I Z I O N E
Casa Alexander Langer è un’associazione di promozione sociale fondata dopo la prima edizione del progetto
“Imprese Spericolate”, promosso dalla “Fondazione Pietro Pittini”. L’iniziativa mira a favorire la nascita di espe-
rienze imprenditoriali, sociali e culturali nelle aree interne e montane del nostro paese, coniugando innovazione
e sostenibilità. La prima edizione, tenutasi nel 2022 a Valbruna, ha premiato l’idea proposta da Camila Tuccillo
(Lazio), Paolo Stradaioli (Piemonte) e Giulia Guanella (Lombardia), selezionata per il riconoscimento della Fon-
dazione.
Le attività culturali di Casa Langer si sono sviluppate principalmente a Tarcento, sede operativa dell’associazio-
ne, e nelle Valli del Torre, aree caratterizzate da un declino demografico che ha comportato un impoverimento
socio-culturale di quel territorio.
I valori che ispirano le attività dell’associazione sono la bellezza, l’ecologia, la condivisione e l’utopia, coniugati
in un approccio non antropocentrico nella relazione con la natura.
Nel corso degli anni, l’offerta di “Casa Alexander Langer” si è ampliata con una ricca varietà di attività, tra cui:
corsi e laboratori per adulti e bambini, dalla fotografia con una scatola di scarpe, alla musica dei grandi artisti
del secolo scorso, fino all’esplorazione degli albi illustrati e alla creazione di racconti e poesie; presentazioni di
libri e incontri con autori, sia noti che emergenti; gruppi di lettura: individuali, collettivi e silenziosi, mostre che
spaziano dagli animali curiosi, ai disegni rimasti nascosti per anni, fino agli schizzi e scarabocchi; esplorazioni
del territorio, cieli e acque circostanti, con osservazioni attente e scoperte inaspettate; momenti di incontro, di
gioco, ma anche di silenzio e riflessione, ispirati persino dai sassi che, nel loro immobile “fare niente”, offrono
lezioni di tranquillità.
Lo scomparso e rimpianto Alexander Langer, che ha dato il nome all’associazione, è sicuramente stato uno
degli “ispiratori” del progetto: il suo sguardo sul mondo, l’essere stato ponte tra culture diverse e aver messo al
centro il desiderio motore di un diverso e profondo civismo ecologista.
28 //
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
29. Bandiere
Verdi
FRIULI VENEZIA GIULIA
Associazione Oplon,
Tramonti di Mezzo (PN)
M O T I V A Z I O N E
Per l’ambizioso obiettivo di tessere una nuova trama di connessioni tra musica, arte, natura e benessere, pro-
muovendo la rivitalizzazione del territorio della Val Tramontina attraverso iniziative innovative come il Threesound
Fest e il progetto di recupero di Casa Abis.
D E S C R I Z I O N E
Oplon è un’associazione di promozione sociale costituita nel 2023 grazie all’impegno di una dozzina di giovani,
tra i 20 e i 40 anni, alcuni dei quali originari del luogo. La partecipazione dell’attuale Presidente Camilla Vigna-
duzzi, alla seconda edizione del progetto promosso dalla Fondazione Pittini “Percorsi spericolati”, che aveva e
ha tuttora come obiettivo la formazione di futuri agenti di sviluppo territoriale, ha acceso il desiderio della sfida e
stimolato l’immaginazione per un progetto realmente “Spericolato”, da realizzarsi in val Tramontina. Il progetto
è stato premiato dalla stessa Fondazione e vinto poi il bando “Restauro 2024” della Fondazione Friuli, volti a
rigenerare anche in chiave culturale e sociale strutture dimenticate nella montagna friulana (nel caso specifico
casa Abis).
Le iniziative più importanti messe in campo dall’associazione e richiamate nelle motivazioni della Bandiera,
riguardano:
• T(h)reesound Fest. Il festival mira ad armonizzare il rapporto tra le persone e l’ambiente attraverso ritmi
e suoni provenienti da diverse culture, stimolando l’energia emotiva e coinvolgendo gli spettatori attraverso
la danza. Non solo, sono presenti al festival anche mostre d’arte, workshops, land art, circensi, spettacoli
di teatro contemporaneo che si integrano tra loro, promuovendo anche esperienze immersive nella natura.
• Casa Abis. È una casa colonica immersa in un bosco di 4 ettari sul monte Ropa-Buffon, raggiungibile
solo a piedi e vicina alle pozze smeraldine. Il progetto di Oplon mira a trasformarla in un polo di ospitalità,
creatività e partecipazione, dove artisti e comunità si incontrano. Lo spazio ospita corsi, workshop, eventi e
residenze artistiche, offrendo la possibilità di soggiornare e creare in sinergia con il territorio. Inaugurata il 5
aprile 2025, Casa Abis è un vero e proprio avamposto culturale.
Oplon collabora con l’associazione per l’offerta commerciale Bosco Bandito, un’impresa di rigenerazione terri-
toriale a carattere turistico e culturale fondata da 4 giovani nel comune di Tramonti di Sotto nel 2022. In questo
modo l’attività commerciale e socio-culturale rimangono distinte in capo a due diversi soggetti ma permettono
di attivare quelle sinergie utili a trasformare le aree interne della montagna da luogo marginale a terreno fertile
per la sperimentazione di nuovi modi di vivere, lavorare e di fare comunità.
prospettiva concreta di turismo sostenibile.
www.facebook.com/people/Associazione-Oplon
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
30. Bandiere
Verdi
FRIULI VENEZIA GIULIA
Associazione Progetto Lince Italia,
Tarvisio (UD)
www.progettolinceitalia.it/it/missione-progetto-lince-italia
M O T I V A Z I O N E
Grazie a decenni di studi sui grandi mammiferi carnivori e sulle loro interazioni con l’uomo, è stato possibile
portare a termine con successo la reintroduzione della lince nelle Alpi Orientali, contribuendo all’incremento della
biodiversità.
D E S C R I Z I O N E
Progetto Lince Italia (PLI) è un’associazione culturale di ricerca senza scopo di lucro che dal 1998 si occupa
di studiare, gestire e conservare i grandi mammiferi carnivori autoctoni (orso, lupo, gatto selvatico, sciacallo
dorato, lontra) e il castoro, curando la comunicazione sociale finalizzata a diffondere conoscenze per favorire la
convivenza con l’uomo. Il progetto è insediato presso la Facoltà di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino
con la sede operativa a Tarvisio in Friuli Venezia Giulia.
La lince eurasiatica, il felide più importante dell’Europa occidentale, è presente fino dagli anni ’80 nelle Alpi
italiane, seppure con forti oscillazioni delle popolazioni nel tempo. La specie nel passato anche recente è stata
oggetto di bracconaggio sostenuto da improbabili luoghi comuni. L’impegno del PLI fin dalle sue origini è stato
quello di restituire alla specie la sua vera funzione di regolatore ecologico, coinvolgendo con intelligenti relazioni i
settori della popolazione potenzialmente più interessati come gli allevatori e le associazioni dei cacciatori. PLI ha
tessuto rapporti di collaborazione con altri partner istituzionali e di ricerca locali e internazionali aderendo e par-
tecipando a svariati progetti europei quali INTERREG e LIFE tesi alla ricostruzione e al rinforzo delle popolazioni
di lince dislocate tra le Alpi sudorientali, la Boemia, la Baviera, i Carpazi fino ai Monti Dinarici.
Particolarmente significativo è il progetto internazionale ULyCA (Urgent Lynx Conservation Action/Azioni Urgenti
di Conservazione per la Lince) e inserito nel LIFE Lynx, realizzato insieme ai Carabinieri Forestali di Tarvisio e alla
Regione Friuli Venezia Giulia. Il rilascio a più riprese di individui provenienti da popolazioni diverse, azione neces-
saria a garantire un’alta variabilità genetica, ha prodotto i suoi frutti. Una prima riproduzione fu documentata nel
2014 in area tarvisiana, costituendo un evento italiano di eccezionale importanza; attualmente sulle montagne
friulane si aggirano ben sei individui uno dei quali è una femmina probabilmente in attesa di una nuova cuccio-
lata.
30 //
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
31. A.S.U.C.
(Amministrazione
Separata beni di
Uso Civico) di Fisto,
comune di Pinzolo (TN)
e Commissione Tutela
del Paesaggio della
Provincia autonoma di
Trento
Sindaco e Consiglio
Comunale di Predoi (BZ)
Assessorato
regionale alle Risorse
agroalimentari,
forestali e ittiche
Consorzio di Bonifica
Pianura Friulana (UD)
Giunta Comunale di
Trieste
Industria dello
sci austriaca
Comune di Cortina d’Ampezzo
Comitato regionale
per la gestione
venatoria (AO)
Comune di Groscavallo (TO)
BANDIERE NERE
Natura violata: il prezzo di un progresso superato
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
32. Bandiere
Nere
M O T I V A Z I O N E
Per l’ostinazione nel voler realizzare un’infrastruttura viaria in un vallone di straordinaria bellezza paesaggistica,
al solo scopo di servire un alpeggio da tempo in disuso, nonostante l’evidente collocazione in area a rischio
idrogeologico e soggetta a fenomeni alluvionali.
D E S C R I Z I O N E
Il Vallone di Sea, un luogo aspro e roccioso di rara bellezza incontaminata, si trova nel comune di Groscavallo,
in Val Grande, all’interno delle Valli di Lanzo (Città Metropolitana di Torino).
In questo contesto di alto valore paesaggistico e naturale, il Sindaco di Groscavallo intende realizzare ad ogni
costo una strada carrabile larga circa 2,5 metri. L’opera prevede la costruzione di un nuovo tracciato finalizzato a
raggiungere l’alpeggio di proprietà comunale denominato “Gias Balma Massiet”, con la prospettiva di un futuro
prolungamento dell’infrastruttura verso gli alpeggi superiori, risalendo progressivamente il vallone di Sea.
L’alpeggio “Gias Balma Massiet”, punto di arrivo previsto per la nuova strada, è in stato di abbandono da anni,
privo di qualsiasi progetto di recupero o valorizzazione. Sorge in un’area classificata come zona alluvionale e
l’ambiente circostante non offre pascoli di qualità né adatti a un produttivo utilizzo zootecnico.
In un primo momento, essendo l’autorizzazione di competenza regionale, il Settore Tecnico della Regione Pie-
monte aveva espresso un parere completamente negativo. Dalla relazione geologica allegata al progetto, infatti,
emergono numerose criticità legate alle condizioni di pericolosità e rischio dell’area interessata dalla pista. Il sito
presenta evidenti segnali di instabilità e ricade in una zona classificata a pericolosità molto elevata, in quanto
soggetta a valanghe. Tuttavia, una legge regionale approvata nell’aprile 2024 ha modificato il quadro delle
competenze, stabilendo che per interventi che comportino la trasformazione d’uso del suolo su superfici non
superiori a 10.000 metri quadrati, o per volumi di scavo inferiori a 5.000 metri cubi, le funzioni autorizzative siano
delegate ai Comuni. In questi casi, l’autorizzazione è rilasciata direttamente dal Sindaco, il quale ha scelto di
procedere con l’intervento, nonostante i pareri tecnici negativi già acquisiti.
Contro questo progetto, ritenuto da molti insensato, sono già state raccolte oltre 5.000 firme. Inoltre, l’asso-
ciazione ambientalista ATA ha presentato un ricorso al TAR chiedendo l’annullamento dell’autorizzazione. Il
Tribunale Amministrativo Regionale, con un’ordinanza recentemente emessa, ha sospeso l’efficacia dei provve-
dimenti impugnati, fissando la prossima udienza per l’11 febbraio 2026.
PIEMONTE
Comune di Groscavallo (TO)
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
33. Bandiere
Nere
M O T I V A Z I O N E
Regole da Far West nella gestione/concezione degli equilibri ecosistemici, in particolare riguardo alla caccia alla
Volpe.
D E S C R I Z I O N E
Prendendo a motivazione la possibile trasmissione di malattie, comunque non pericolose per l’uomo, nonché la
sporcizia causata da alcune volpi confidenti che si avvicinavano alle case di qualche villaggio e che, alla ricerca
di cibo, rovesciavano i mastelli delle immondizie, a metà 2024 un rappresentante degli Enti locali presso la Con-
sulta faunistica venatoria proponeva di assegnare un Bonus ai cacciatori che uccidevano delle volpi.
La proposta è stata subito presa in carico dal Comitato regionale per la gestione venatoria che ha inserito, all’in-
terno delle proprie regole per la stagione di caccia 2024/25, una premialità sulla scelta degli ungulati prelevabili
(cervi, camosci, caprioli) in base al numero di volpi uccise.
Ed è così che si è passati in Valle d’Aosta da una media, negli ultimi 10 anni, di 4 volpi uccise all’anno, a ben
272 nell’ultima stagione venatoria.
Premesso che in Italia da più di 30 anni il concetto di animale nocivo è stato abbandonato, e che non esiste
da anni alcun allarme veterinario legato a questa specie che ne richieda misure di controllo, si evidenzia che la
volpe è un predatore opportunista: tra le varie caratteristiche che contraddistinguono la specie, c’è l’importante
controllo delle popolazioni di roditori e il mantenimento in equilibrio della biodiversità dei luoghi che abita.
La caccia a questo animale, di nessun interesse commestibile o commerciale, per ottenere un semplice bonus,
è un’azione eticamente criticabile (la volpe è un essere vivente, non un punteggio) e contraria al mantenimento
della biodiversità ambientale.
La strage attuata quest’anno per semplice divertimento, sottrae agli occhi dei turisti - sempre più attenti alla
ricchezza faunistica delle nostre vallate - la vista di uno degli animali ritenuti più iconici in natura, aggiungendo
al danno per l’ambiente anche quello di immagine per la nostra regione, territorio nel quale la lobby venatoria
vorrebbe aprire la caccia a sempre maggiori specie (lupo, stambecco...) e continua a sparare anche ad animali
in evidente stato di vulnerabilità e in via di estinzione a causa dei cambiamenti climatici, quali la pernice bianca
e la lepre variabile.
VALLE D’AOSTA
Comitato regionale per la gestione
venatoria (AO)
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
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34. Bandiere
Nere
M O T I V A Z I O N E
Per l’Après ski bar a Nambino-Madonna di Campiglio, un’opera e una funzione in totale contrasto con il con-
testo: a 200 m dal Parco Adamello Brenta, una discoteca all’aperto con musica ad alto volume e giganteschi
monitor.
D E S C R I Z I O N E
Après Ski Bar è un intervento realizzato dal Gruppo “5 Club Mdc srl” di Milano vicino a due edifici a tipologia
tradizionale (ex malghe), a Madonna di Campiglio, a soli 200 metri di distanza dal perimetro del Parco Ada-
mello-Brenta, nella piana di Nambino. La piana, seppur interessata dall’arrivo di una pista da sci, è punto di
partenza di percorsi che si snodano nella natura incontaminata verso una zona di piccoli laghi alpini. Un grande
parallelepipedo rivestito su un lato da giganteschi monitor, con potenti altoparlanti per diffondere musica ad
alto volume, immagini di concerti e fasci di luce intensa e intermittente e che intende «rinnovare l’offerta per la
movida della perla delle Dolomiti» rivolgendosi al «turista che non si accontenta».
Uno scempio sia a carico del paesaggio per la dissonanza dell’edificio con il contesto in cui è inserito sia a carico
dell’ambiente circostante, con danno non solo degli abitanti delle zone circostanti, ma anche della fauna selva-
tica di quelle propaggini del Parco Adamello Brenta. Opera così motivata da Giacomo Sonzini, amministratore
di “5 Club Mdc” «la nostra sfida è vendere la comodità, il piacere, il divertimento, il bello, il buono e la qualità,
a chi in montagna non se l’aspetta ma se la merita. È un format nuovo […] per il turista internazionale e quello
italiano alto spendente».
Non pensiamo che questo possa essere un modello di turismo sostenibile, rispettoso dell’ambiente alpino. Al
di là delle scelte di un imprenditore privato, rimane poco comprensibile la facilità con cui una simile proposta sia
stata accolta da chi il territorio lo dovrebbe salvaguardare.
La bandiera nera è assegnata all’A.S.U.C. (Amministazione Separata beni di Uso Civico) di Fisto proprietaria
del lotto, che ha siglato l’accordo della durata di 17 anni contro un pagamento di 150.000 €/anno, dichiaran-
do «soddisfazione per la concretizzazione del progetto», salvo poi dichiarare, a inaugurazione avvenuta: «non
immaginavo»; al Comune di Pinzolo, che ha chiesto alla Provincia una deroga per la costruzione dell’Après
Ski e dato la concessione al progetto, esprimendo «soddisfazione per quest’offerta di qualità che valorizzerà
ulteriormente Campiglio» e alla Commissione Tutela del Paesaggio della Provincia autonoma di Trento che ha
autorizzato il progetto, contrario a tutti i principi di corretto inserimento paesaggistico-architettonico
PROVINCIA DI TRENTO
A.S.U.C. (Amministrazione Separata
beni di Uso Civico) di Fisto, comune di Pinzolo
(TN) e Commissione Tutela del Paesaggio
della Provincia autonoma di Trento
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
35. Bandiere
Nere
M O T I V A Z I O N E
Nonostante la grave crisi della biodiversità, il sindaco di Predoi continua a opporsi al Parco naturale Vedrette di
Ries-Aurina e alle aree Natura 2000 ad esso collegate. Nel 2023 il consiglio comunale ha addirittura chiesto la
modifica del decreto sul parco.
D E S C R I Z I O N E
Il Parco naturale Vedrette di Ries-Aurina si trova nel nord-est dell’Alto Adige ed è stato istituito nel 1988. Con una
superficie di 31.320 ettari, si estende sui comuni di Campo Tures, Gais, Perca, Rasun-Anterselva, Valle Aurina
e Predoi. Il parco confina con le Valli di Tures e Aurina, la Val Pusteria e il Passo di Stalle al confine tra Austria e
Italia.
Insieme al Parco nazionale Hohe Tauern e alla riserva naturale dello Zillertaler Hauptkamm, il Parco naturale
forma la più grande rete di aree protette d’Europa. Offre habitat a specie animali alpine come l’aquila reale, la
marmotta e la lepre di montagna, nonché a specie vegetali rare.
L’atteggiamento negativo del Sindaco e del Consiglio comunale di Predoi è stato innescato dalla decisione
della Giunta provinciale, nel 2023, di non approvare la costruzione di una strada forestale verso Malga Lahner.
Le commissioni competenti dell’amministrazione provinciale avevano già respinto in anticipo la costruzione
della strada per motivi legali e tecnici, mentre le principali organizzazioni alpine e ambientaliste denunciavano il
progetto di distruzione della natura sostenuto da fondi pubblici. I costi di costruzione della strada forestale, che
sarebbero stati a carico dei contribuenti, erano stimati in circa 400.000 euro.
Dopo che il 23 maggio 2023 la Giunta provinciale ha respinto la costruzione della strada, il sindaco di Predoi si è
scagliato contro le organizzazioni ambientaliste, l’amministrazione provinciale e la Giunta provinciale. L’obiettivo
dell’amministrazione comunale è quello di far passare la costruzione di strade e centrali elettriche nel parco na-
turale e quindi i confini del parco naturale devono essere ridisegnati. In questo contesto, egli ignora il fatto che in
Alto Adige non abbiamo troppe aree di parco naturale, ma troppo poche: da 23 attualmente, la provincia deve
aumentare il numero al 30 per cento entro il 2030.
In tempi di crisi della natura e della biodiversità, il comportamento del Sindaco e del Consiglio comunale di
Predoi divide la società. È anche irresponsabile nei confronti delle generazioni future. Invece di rifiutare il Parco
naturale, il lavoro politico e la comunicazione dovrebbero concentrarsi sulle opportunità attuali e future che esso
offre.
ALTO ADIGE
Sindaco e Consiglio Comunale di
Predoi (BZ)
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
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36. Bandiere
Nere
M O T I V A Z I O N E
Il progetto della cabinovia Apollonio-Socrepes solleva preoccupazioni per il significativo impatto ambientale e
paesaggistico nel delicato ecosistema di Cortina d’Ampezzo, nonostante le prescrizioni adottate.
D E S C R I Z I O N E
Il progetto della cabinovia Apollonio-Socrepes a Cortina d’Ampezzo, approvato dal Comitato Tecnico Regionale
per la Valutazione di Impatto Ambientale (CTR VIA) della Regione Veneto, prevede la realizzazione di un sistema
di mobilità intermodale volto a collegare il centro sportivo Apollonio con l’area sciistica di Socrepes, in prossimità
della Ski Area delle Tofane.
Nonostante le quattordici prescrizioni ambientali previste per mitigare gli impatti del cantiere e dell’opera sull’e-
cosistema cortinese, restano forti preoccupazioni per le conseguenze paesaggistiche e ambientali del progetto.
Le modifiche al tracciato, pur attenuando l’impatto visivo iniziale, sollevano dubbi per le possibili alterazioni
dell’equilibrio naturale locale.
Ulteriori criticità emergono dalla gestione del progetto: la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) è
stata trasferita alla Regione su richiesta del Comune di Cortina, sollevando interrogativi sulle competenze e sulle
tempistiche decisionali. Inoltre, l’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali ha evidenziato problematiche
legate alla sicurezza idraulica e alla stabilità dei versanti, indicando la necessità di ulteriori approfondimenti per
garantire la sostenibilità dell’opera.
Sebbene il progetto sia stato presentato come un intervento volto a migliorare la mobilità e ridurre il traffico vei-
colare, le soluzioni proposte — come il parcheggio multipiano e il collegamento pedonale veloce — sollevano
dubbi sull’effettiva riduzione dell’impatto ambientale e sulla tutela del patrimonio naturale e culturale di Cortina
d’Ampezzo.
Alla luce di queste considerazioni, il progetto della cabinovia Apollonio-Socrepes rappresenta un esempio di
intervento infrastrutturale che, nonostante le misure mitigative adottate, continua a suscitare dibattiti e preoccu-
pazioni riguardo alla tutela dell’ambiente montano e alla sostenibilità dello sviluppo territoriale.
VENETO
Comune di Cortina d’Ampezzo
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
37. Bandiere
Nere
FRIULI VENEZIA GIULIA
Assessorato regionale alle Risorse
agroalimentari, forestali e ittiche
M O T I V A Z I O N E
L’amministrazione regionale, pur disponendo di strumenti finanziari agevolativi, manca di pianificazione della
viabilità regionale causando la costruzione di strade su versanti e habitat naturali fragili anche con il rischio di
dare adito a possibili speculazioni finanziarie.
D E S C R I Z I O N E
Le strade forestali vengono finanziate in due modi: attraverso il ‘Regolamento recante modalità e criteri per la
concessione di contributi per interventi di viabilità forestale’ n. 057/2023 e il bando ‘SRD08 Investimenti in in-
frastrutture con finalità ambientali, azione 1 – viabilità forestale e silvo-pastorale’. Entrambi i fondi dispongono di
milioni di euro, con ben 4 milioni destinati al 2024, allocati nei fondi PS PAC 23-27.
Criticità comuni ai due strumenti:
• Finanziano al 100% a fondo perduto i proprietari di fondi boschivi, sia pubblici che privati, un caso quasi
unico in Italia e in Europa. Senza alcun impegno da parte del beneficiario, si incentivano interventi mirati al
semplice utilizzo dei fondi, anche con obiettivi diversi dalla gestione sostenibile delle foreste, danneggiando
versanti instabili e habitat naturali di valore.
• Finanziano al 100% a entità terze, come le imprese boschive, che possono operare per conto di proprietari
pubblici e privati con semplice autorizzazione. Questa delega dalla progettazione alla realizzazione com-
porta diverse criticità: i) trasferimento del governo del territorio dagli enti pubblici ai privati; ii) gestione poco
trasparente dei fondi pubblici, con il ricorso a contratti esterni che sfuggono alle normative di trasparenza,
rischiando di creare transazioni opache; iii) distorsione della concorrenza, con alcune imprese che diventano
“agenzie finanziarie” senza averne il titolo a discapito di altre, che devono continuare a operare in termini
di subordinazione alle prime, con il rischio di favorire speculazioni economiche dannose per i territori e gli
ecosistemi.
Lo scopo dichiarato è promuovere la multifunzione delle strade, inclusa quella del ‘turismo lento’. Tuttavia, come
conciliare tale obiettivo con la costruzione di strade camionabili di grandi dimensioni, progettate per il passaggio
di veicoli a motore? Il Regolamento infine prevede e incentiva lo sviluppo di viabilità camionabile anche in aree
tutelate dalla rete Natura 2000 (SIC, ZSC e ZPS) e nelle aree protette (parchi e riserve naturali), laddove invece
sarebbe necessario tutelare gli habitat, la flora e la fauna.
La Regione, inoltre, prevede una densità viaria tanto più elevata quanto più ripidi sono i versanti. Lo scopo è di
favorire l’estrazione del legno dai boschi con grandi macchine, tale approccio però sarà esiziale alla funzionalità
degli ecosistemi forestali, se non alla permanenza degli stessi, come già accaduto in alcuni casi.
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
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38. Bandiere
Nere
FRIULI VENEZIA GIULIA
Consorzio di Bonifica Pianura
Friulana (UD)
M O T I V A Z I O N E
Per non aver considerato e valutato alternative strategiche alla realizzazione della condotta tra il Canale SADE
e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Som-
plago.
D E S C R I Z I O N E
Il progetto prevede la costruzione di un canale di derivazione che preleva parte della portata dal Canale SADE
a valle del Lago di Cavazzo in comune di Trasaghis, per trasferirla, dopo aver attraversato il Tagliamento anche
nel Comune di Osoppo, nel canale sussidiario (in comune di Gemona del Friuli), immettendola così nel sistema
derivatorio Ledra-Tagliamento. La portata max derivabile dal canale SADE sarà di 15 mc/s e integrerà durante i
mesi estivi il deficit di portata alla presa di Ospedaletto, senza modificare per ora la portata max di concessione
che al nodo di Andreuzza è di 25,5 mc/s.
Le valutazioni espresse nella motivazione necessitano di essere meglio esplicitate poiché:
• Con il progetto viene meno la portata in subalveo rilasciata dal torrente Ambiesta per sopperire alla riduzione
di portata alla presa di Ospedaletto (al netto del deflusso ecologico). Tale portata è stata stimata nel ‘22,
anno di siccità estrema, durante i mesi estivi in 15-17 milioni di mc;
• l sistema derivatorio è resiliente; sempre dai dati del 2022 al nodo di Andreuzza è transitata una portata
superiore al 80% della portata max di concessione, lasciando in asciutta solo alcuni canali secondari.
L’alternativa strategica per non sottrarre ulteriore acqua, spendere ingenti risorse pubbliche e generare impatti
sul territorio consiste nell’ottimizzare l’uso della risorsa a valle delle attuali derivazioni. Ecco alcune considera-
zioni e proposte, in parte già introdotte dal Consorzio, che coinvolgono l’intera filiera in un processo partecipato
di contrasto alla crisi climatica:
• Progetti PNRR assegnati al consorzio per la riduzione delle perdite idriche, con un risparmio stimato del 20%;
• Estensione della tariffazione basata sui consumi reali, per ridurre gli sprechi e incentivare l’innovazione agricola;
• Finanziamenti PSR, FEASR e altri strumenti comunitari per migliorare l’efficienza idrica nelle imprese agricole;
• Sperimentazioni per la ricarica artificiale delle falde durante i periodi di inattività irrigua;
• Riuso delle acque reflue depurate e affinate, previa sperimentazione, per usi agricoli compatibili;
• Applicazione del Regolamento sul ripristino della natura. L’installazione di impianti agrivoltaici in siti idonei
può contribuire alla riduzione dell’evapotraspirazione, integrando produzione energetica e tutela delle risorse
idriche.
L’analisi integrata, sistemica e sinergica di tali misure – e di altre potenzialmente complementari – rappresenta
un’alternativa strategica che il Consorzio non ha preso in considerazione.
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39. Bandiere
Nere
FRIULI VENEZIA GIULIA
Giunta Comunale di Trieste
M O T I V A Z I O N E
Per l’insistenza con cui si sostiene e si assicurano copiosi finanziamenti ad un fantasmagorico e contestatissimo
progetto che dal Porto di Trieste dovrebbe salire sull’Altopiano del Carso, danneggiando un’area tutelata.
D E S C R I Z I O N E
Il Carso, contrariamente a quanto si pensa, fa parte del sistema alpino, che si estende dal Colle di Cadibona in
Liguria al Valico di Vrata in Croazia. Secondo la Partizione delle Alpi del 1926, è una delle 26 sezioni del sistema
alpino. Anche Trieste è considerata ‘parzialmente montana’.
Il progetto riguarda la costruzione di una cabinovia dal Porto Vecchio all’Altopiano Carsico, presentata come
soluzione “ecologica” al traffico urbano e inserita nel PNRR per accedere ai fondi europei. L’opera, dal costo
iniziale di 61 milioni, è destinata a subire aumenti.
L’analisi dei documenti e delle rapide delibere di approvazione ha evidenziato superficialità, assenza di valutazio-
ni ambientali serie — soprattutto per la Zona di Protezione Speciale e il SIC del Bosco Bovedo, unico luogo in
Europa dove il rovere convive con specie mediterranee —, mancato rispetto delle procedure normative e stime
economiche approssimative che potrebbero causare gravi deficit gestionali.
Le dichiarazioni del Sindaco Roberto Dipiazza e dei suoi assessori, spesso caratterizzate da toni assertivi e
poco inclini al confronto, hanno determinato una reazione articolata da parte della cittadinanza, di associazioni
ambientaliste, di esperti del settore e di numerosi esponenti del mondo accademico e culturale. Nel 2020 è stato
istituito un Comitato contro l’Ovovia, affiancato da un Comitato Scientifico. Tale soggetto ha formalizzato una
richiesta di referendum — subito dichiarato inammissibile —, promosso una petizione pubblica che ha raccolto
oltre 17.000 adesioni, elaborato proposte alternative per la mobilità urbana, organizzato manifestazioni pubbli-
che e intrapreso diverse azioni legali, molte delle quali accolte dalle autorità competenti.
Diverse sentenze del TAR hanno annullato alcuni decreti della Regione che autorizzavano l’esercizio della cabi-
novia e un decreto della Giunta Regionale ritenuto erroneo, mentre in aprile è attesa una sentenza chiarificatrice
sui ricorsi contro la variante al piano regolatore e l’autorizzazione della Regione a questa variante in area Natura
2000 “per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico”. Nel frattempo, il Ministero dei Trasporti ha dovuto
ammettere che il progetto, non avendo superato il procedimento di VINCA di secondo livello in quanto la stessa
Regione ha accertato la sua dannosità per l’area naturale protetta, non rispetta il principio DNSH e quindi non
può utilizzare i fondi PNRR già stanziati. In aiuto al Comune e alla Regione è intervenuto il Ministero delle Infra-
strutture e dei Trasporti, che ha destinato alla cabinovia quasi 49 milioni di euro contro il quale il Comitato No
Ovovia ha prontamente presentato ricorso.
Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
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40. Bandiere
Nere
AUSTRIA
Industria dello sci austriaca
M O T I V A Z I O N E
Per l’accanimento nell’ampliare le aree sciistiche sfruttando le ultime aree glaciali rimaste sulle Alpi orientali.
D E S C R I Z I O N E
Il rapporto annuale dell’Alpine Club evidenzia che i ghiacciai austriaci – così come l’insieme dei ghiacciai alpini
– versano attualmente in condizioni particolarmente critiche. Nella sola stagione di misurazione 23-24, il loro
arretramento ha raggiunto i 24 metri circa, uno dei valori più elevati registrati negli ultimi anni.
Ciononostante, una delle più vaste aree glaciali rimaste nelle Alpi orientali è destinata a essere trasformata in
un ampio comprensorio sciistico. Nelle valli di Kaunertal e Pitztal, già ampiamente sfruttate dal punto di vista
turistico, il Gepatschferner, uno dei ghiacciai più estesi e ancora completamente naturale della regione, sarà
trasformato per ospitare l’insediamento sciistico più elevato d’Austria. Il progetto prevede la costruzione di
nuovi impianti di risalita che potrebbero compromettere ulteriormente l’ecosistema glaciale. Nella Pitztal, dopo
la conclusione del megaprogetto ‘Pitztal-Ötztal’, è ora allo studio lo sviluppo delle aree glaciali attorno al Linken
Fernerkogel. Si prevede che questi due progetti trasformino i due ghiacciai più grandi del Tirolo in veri e propri
cantieri permanenti, dove sarà necessario un costante intervento di manutenzione per garantire la continuità
della sciabilità. Ciò comporterà lavori continui sui giganti di ghiaccio con pesanti alterazioni alla loro morfologia.
Invece di ampliare ulteriormente i comprensori sciistici sui ghiacciai, queste aree naturali uniche dovrebbero
essere integrate nella vicina riserva naturale “Alpi Venoste”, sottolinea il WWF austriaco insieme ad altre associa-
zioni ambientaliste anche Sud Tirolesi. Come evidenziato nel report 2024 della Carovana dei Ghiacciai, le aree
proglaciali in continua espansione, a causa del ritiro dei ghiacciai, stanno diventando sempre più rifugi vitali per
specie animali e vegetali rare e per questo devono essere tutelate.
Inoltre, i ghiacciai rivestono un’importanza fondamentale per la ricerca, in quanto forniscono informazioni cru-
ciali sull’andamento della crisi climatica, rappresentando un motivo essenziale per la loro conservazione, come
più volte sottolineato nel recente Manifesto Europeo per una governance dei Ghiacciai e delle risorse ad essi
connesse.
Se non si inverte la tendenza e non si adotta un ripensamento radicale da parte dei politici e dell’industria delle
funivie, la situazione continuerà a peggiorare, nonostante l’attenzione sollecitata dall’ONU con l’Anno Interna-
zionale dei Ghiacciai.
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Carovana delle Alpi 2025 | Rapporto di Legambiente
41. Da oltre 40 anni attivi per l’ambiente.
Era il 1980 quando abbiamo iniziato a muovere
i primi passi in difesa dell’ambiente.
Da allora siamo diventati l’associazione
ambientalista più diffusa in Italia, quella che lotta
contro l’inquinamento e le ecomafie, nei tribunali
e sul territorio, così come nelle città, insieme alle
persone che rappresentano il nostro cuore pulsante.
Lo facciamo grazie ai Circoli, ai volontari,
ai soci che, anche attraverso una semplice iscrizione,
hanno scelto di attivarsi per rendere migliore
il pianeta che abitiamo.
Abbiamo bisogno di coraggio e consapevolezza
perché, se lo facciamo insieme, possiamo cambiare
in meglio il futuro delle giovani generazioni.
Attiva il cambiamento su www.legambiente.it