Politiche attive del lavoro e sistema 
della formazione professionale 
Empoli 18 luglio 2014 
Maurizio Serafin 
in collaborazione con
Un dibattito confuso, a volte paradossale 
• 
I CPI Toscani fra i migliori d’Italia o lusso che non ci possiamo permettere? 
• 
Pubblico inefficiente o privato «furbo» e costoso? 
• 
Formazione «per i formatori» o necessaria allo sviluppo? 
• 
Nei CPI gli operatori «non dipendenti della PA» sono precari oppure a tempo indeterminato e professionisti presso altre organizzazioni? 
• 
Occupabilità o occupazione? Flexycurityo Work first? Fragilità del sistema imprenditoriale o Sistema Duale? 
• 
Processo o risultato? Sistemi universalistici o dotali?
Un quadro difficile… 
• 
Le criticità di contesto 
• 
Le limitate risorse investite nei SPI e in generale nel capitale umano (in controtendenze col resto d’Europa) 
• 
Peggioramento generalizzato dei dati sull’occupazione (per qualsiasi target: giovani, over, donne, laureati, …) 
• 
Transizionalità e opacità del mercato del lavoro 
• 
Il deteriorarsi della qualità dell’occupazione 
• 
Crisi dei sistemi di istruzione e formazione a carattere formale 
• 
L’eterogeneità territoriale 
• 
Il faticoso e discontinuo passaggio alla nuova programmazione comunitaria
Risorse scarse e in diminuzione (i soli in EU)
La qualità dell’occupazione 
Fonte: Eurostat2011 -Occupati nelle professioni ad elevata specializzazione 
Fonte: elaboraz 
su dati EurostatClassific. Isco88 1, 2 
valori 
percentuali
La qualità dell’occupazione: conferme da GG 
Fonte: elaborazione dati ADAPT -Distribuzione 2765 offerte di lavoro Garanzia Giovani per profilo
L’eterogeneità territoriale: l’es. del ruolo del pubblico e del privato nell’intermediazione 
Notare anche situazioni solo apparentemente simili per dati
Un quadro difficile… 
• 
Un mainstreaming che non aiuta 
• 
L’urgenza e l’ansia di cambiamento 
• 
L’enfasi sulla regolazione taumaturgica del mercato del lavoro 
• 
La sfiducia nella cura del capitale umano (riduzione risorse) e la ricerca del risultato di breve periodo (politiche work first) 
• 
La debolezza della politica e delle politiche 
• 
il fallimento delle riforme bipartisan dei sistemi 
• 
contemporanea crisi dei centralismi e dei localismi 
• 
Il problema dell’opportunismo e la debolezza dei sistemi di monitoraggio e di valutazione
La taumaturgia della regolazione
La taumaturgia della regolazione 
32,9% 
19,2% 
69,4% 
83,1% 
33,7% 
4,4% 
servizi pubbliciper l'impiego 
agenzieprivate 
contattodiretto condatore dilavoro 
reti amicali eparentali 
consultazioneannunci 
altro 
Italia -2013 
Le modalità di ricerca del lavoro in Italia 
Fonte: Eurostat
La sfiducia nel capitale umano 
Tassi di occupazione dei partecipanti ai corsi e dei controlli nei 36 mesi precedenti l’inizio corso e nei 15 successivi -effetto occupazionale di 64 corsi di formazione di lunga durata (ossia tra i due e i sei mesi) –Provincia Autonoma di TN –Fonte: www.lavoce.info 
Il pregiudizio ingiustificato nei confronti della formazione professionale. Se fatta bene funziona ed è utile
…complicato da elementi recenti 
• 
L’emergenza «impoverimento» e la necessità di politiche di workfare(coi Comuni) 
• 
La questione giovanile e l’utile laboratorio concertativo «Garanzia Giovani» 
• 
La riforma della PA e l’insistente proposta di modelli competitivi pubblico-privato 
• 
La semplificazione che produce il «vuoto» della governance territoriale 
• 
Le risorse sempre più scarse e la cesura della programmazione comunitaria
Il quadro toscano 
• 
I punti di forza 
• 
Centralità dei servizi per l’impiego a forte presenza di pratiche di sviluppo del capitale umano (modello nord europeo) 
• 
Modello pubblico a forte presenza del privato (i «curiosi» accreditati) 
• 
Orientatori con ottimi standard professionali (effetto dell’approccio vocazionale e dei requisiti professionali degli avvisi di gara) 
• 
Buone prassi organizzative e metodologiche 
• 
Anticipazione di politiche di attivazione (GiovaniSIantesignano di GG) 
• 
Una formazione professionale leggera e adattiva 
• 
Una rete diffusa nel territorio di punti di accesso ai servizi: CPI, Poli e WLP, più di recente sportelli GiovaniSI 
• 
L’integrazione fra formazione professionale e SPI sperimentata (con risultati alterni) con le politiche attive per i CIGD 
• 
Un sistema regionale delle competenze «avviato»
Il quadro toscano 
• 
Le criticità 
• 
Sistemi demografici e socio-economici disomogenei 
• 
Investimenti in capitale umano condizionati alla presenza di risorse comunitarie 
• 
Una formazione professionale poco consistente, frammentata e burocratizzata 
• 
Un ruolo non sempre chiaro delle parti sociali 
• 
Un sistema scolastico debole con risultati di apprendimento mediocri e tassi di dispersione in crescita 
• 
Una governance da organizzare a fronte della revisione delle competenze delle Province e della prossima città metropolitana 
• 
Eccessiva centralità dei servizi per l’impiego rispetto al sistema dell’orientamento
Alcune novità 
• 
Garanzia Giovani 
• 
la conferma della qualità organizzativae tecnica del sistema toscano dei SPI 
• 
alcuni limiti dell’impianto nazionale 
• 
approccio ideologico e comunicazione distorta 
• 
conoscenza limitata del target e modello organizzativo da rivedere (prevedibili assenze agli appuntamenti) 
• 
approssimazione del profiling (prime prove tecniche) 
• 
deficit di progettazione del sistema informativo e di monitoraggio 
• 
costi standard da rivedere 
• 
le divergenze, i laboratori regionali, la struttura di missione: prove di cooperazione multilivello? 
• 
Il fallimento degli incentivi all’occupazione giovanile 
• 
premialitànon «mixate» producono spiazzamenti e distorsioni
Garanzia Giovani in Toscana 
Avvio in Toscana: 15 maggio 2014!!!
Un quadro complesso di esigenze di sviluppo 
• 
Domanda 
• 
Affrontare crescita quantitativa e di complessità della domanda (condizione lavorativa successione di transizioni fra diversi status) 
• 
Mantenimento di un sistema di relazioni nei territori provinciali 
• 
Non depauperare l’investimento in visibilità (dei CPI) 
• 
Superare i limiti dei sistemi dotali (non universalistici e poco «condizionali») e dell’esercizio dei diritti da parte degli utenti 
• 
Territorio 
• 
La necessità di una governance territoriale di area vasta: i sistemi dell’impiego sono «locali» 
• 
Rispondere in modo flessibile all’eterogeneità di area metropolitana e aree periferiche 
• 
L’esigenza di una condizionalità «perseguibile» localmente in presenza di un welfare opaco
Un quadro complesso di esigenze di sviluppo 
• 
Risorse 
• 
Migliori performance con meno risorse 
• 
L’utilizzo efficace dei fondi comunitari 
• 
Distinguere programmazione, gestione e valutazione 
• 
Il controllo e il suo livello territoriale e modalità di esercizio in relazione alla sburocratizzazione 
• 
Organizzazione 
• 
Le difficoltà insiste nella riduzione del perimetro della PA 
• 
Mantenere i servizi ben collocati geograficamente 
• 
Valorizzare l’elevata qualificazione degli operatori 
• 
Preservare il patrimonio informativo «informale» 
• 
Migliorare profiling e presa in carico (condizionalità)
Alcune questioni preliminari 
• 
Integrare politiche work first e investimento in capitale umano fra breve e lungo periodo 
• 
Sul rapporto pubblico/privato 
• 
La necessità di una presenza pubblica 
• 
La dubbia perseguibilità di un modello concorrenziale (il fascino e le perplessità sul modello lombardo) 
• 
L’esigenza di valutare efficacemente la premialitàal risultato (i rischi dell’accaparramento e degli opportunismi) 
• 
La confusione dei ruoli di accreditati/autorizzati/soggetti che intermediano (e somministrano) 
• 
Sulla governance territoriale 
• 
Il fallimento dell’istanza centralistica e (in media) di quella federale 
• 
L’indispensabile governance cooperativa multilivello fra attori istituzionali e fra pubblico e privato
Cooperazione e specializzazione funzionale: una recente indagine torinese 
Fonte: http://www.provincia.torino.gov.it/sportello-lavoro/file- storage/download/pdf/oml/Non_chiamatelo_collocamento_abstract.pdf
Cooperazione e specializzazione funzionale: una recente indagine torinese 
Ai CPI si rivolgono i target più deboli
Cooperazione e specializzazione funzionale: una recente indagine torinese 
Dopo 12 mesi risultati alterni
Cooperazione e specializzazione funzionale: una recente indagine torinese 
La transizionalità del mercato del lavoro e la difficile attribuzione del risultato delle politiche
SL e gli accreditati toscani
Un giudizio di sintesi sul funzionamento dei SPI in Toscana 
• 
Le ragioni dei buoni risultati 
• 
le tempestività dell’intervento e il forte investimento iniziale sul modello di governance pubblica territoriale (di area vasta) dei servizi 
• 
IDOL e (parzialmente) il Masterplan 
• 
l’organizzazione territoriale flessibile e la valorizzazione delle competenze locali: il territorio “responsabile” 
• 
l’approccio “vocazionale” ai servizi: motivazione e deontologia degli operatori (pubblici e privati) 
• 
l’accreditamento “confermativo” e gli originali e vari equilibri fra soggetto pubblico e privati (il laboratorio organizzativo toscano) 
• 
I vincoli 
• 
l’impossibile esercizio della condizionalità (il workfareopaco) 
• 
l’inarrestabile «stratificazione» normativa 
• 
il localismo e l’eccesso di delega -SL costituisce un tentativo di superamento
Il quadro numerico degli operatori «pubblici» e «privati» dei CPI della Toscana
Gli operatori dei CPI toscani: fra lavoro pubblico e attività libero professionale
Gli operatori dei CPI toscani: elevata scolarizzazione (e qualificazione)
Alcune buone prassi toscane coerenti con le politiche per l’occupabilità 
• 
Accounting servizi imprese 
• 
ICT e orientamento 
• 
Libretto formativo e processi di individuazione e sperimentali di validazione 
• 
Orientamento specialistico e ILA 
• 
Politiche di genere per l’occupabilità femminile 
• 
Tirocini di qualità 
• 
Tutoring dropout e NEET e integrazione con Giovanisi 
• 
Tutoring «orientativo» TRIO per la scelta formativa e la riduzione del digitaldivide
Il ruolo possibile degli accreditati 
• 
Finalità: servizi territoriali equilibrati 
• 
Basati sui punti di forza del pubblico e del privato 
• 
In relazione alle rispettive logiche di azione organizzativa 
• 
Adeguati alle caratteristiche specifiche dei contesti locali 
• 
Perché gli accreditati in rete 
• 
Condivisione della vision«pubblica» 
• 
Capacità di sviluppo dei servizi (standardizzazione e diffusione buone prassi) 
• 
La valorizzare del capitale umano (gli operatori), organizzativo e sociale (il sistema di relazioni) 
• 
Supporto al riassetto della governance territoriale
Il consolidamento della cooperazione pubblico- privati accreditati 
• 
Il mantenimento del perimetro di un sistema «pubblico» universalistico 
• 
Transizione senza traumi in un contesto di profonda crisi occupazionale 
• 
Mantenimento patrimonio informativo informale territoriale nella fase di transizione 
• 
Risposta qualificata, flessibile e non burocratica alla transizionalità e variabilità della domanda in un continuum fra lavoro “quasi-pubblico” e attività libero professionale 
• 
Il consolidamento del sistema di orientamento regionale
Qualche proposta cantierabile… 
• 
Predisporre e mettere in trasparenza preventivamente sistemi controfattuali di valutazione longitudinale degli interventi e degli esiti occupazionali per le parti a processo e a risultato 
• 
Verifica e revisione degli standard di costo 
• 
Revisione del sistema dell’accreditamento e apposizione di vincoli e compatibilità rispetto all’autorizzazione e all’esercizio di attività di intermediazione 
• 
(Ri)configurare il sistema di orientamento professionale (integrativo dei CPI) 
• 
Accreditamento specifico? 
• 
Standard professionali 
• 
Sistema regionale di aggiornamento operatori 
• 
Centri risorse territoriali 
• 
Organizzare il processo di individuazione delle competenze in relazione al sistema dell’orientamento 
• 
Insistere sui dispositivi a domanda individuale «supportati» (ILA) 
• 
Affiancare dispositivi di work experience ai tirocini di qualità
Grazie

Politiche attive del lavoro e sistema pubblico-privato dei servizi per l’impiego: il caso della Toscana

  • 1.
    Politiche attive dellavoro e sistema della formazione professionale Empoli 18 luglio 2014 Maurizio Serafin in collaborazione con
  • 2.
    Un dibattito confuso,a volte paradossale • I CPI Toscani fra i migliori d’Italia o lusso che non ci possiamo permettere? • Pubblico inefficiente o privato «furbo» e costoso? • Formazione «per i formatori» o necessaria allo sviluppo? • Nei CPI gli operatori «non dipendenti della PA» sono precari oppure a tempo indeterminato e professionisti presso altre organizzazioni? • Occupabilità o occupazione? Flexycurityo Work first? Fragilità del sistema imprenditoriale o Sistema Duale? • Processo o risultato? Sistemi universalistici o dotali?
  • 3.
    Un quadro difficile… • Le criticità di contesto • Le limitate risorse investite nei SPI e in generale nel capitale umano (in controtendenze col resto d’Europa) • Peggioramento generalizzato dei dati sull’occupazione (per qualsiasi target: giovani, over, donne, laureati, …) • Transizionalità e opacità del mercato del lavoro • Il deteriorarsi della qualità dell’occupazione • Crisi dei sistemi di istruzione e formazione a carattere formale • L’eterogeneità territoriale • Il faticoso e discontinuo passaggio alla nuova programmazione comunitaria
  • 4.
    Risorse scarse ein diminuzione (i soli in EU)
  • 5.
    La qualità dell’occupazione Fonte: Eurostat2011 -Occupati nelle professioni ad elevata specializzazione Fonte: elaboraz su dati EurostatClassific. Isco88 1, 2 valori percentuali
  • 6.
    La qualità dell’occupazione:conferme da GG Fonte: elaborazione dati ADAPT -Distribuzione 2765 offerte di lavoro Garanzia Giovani per profilo
  • 7.
    L’eterogeneità territoriale: l’es.del ruolo del pubblico e del privato nell’intermediazione Notare anche situazioni solo apparentemente simili per dati
  • 8.
    Un quadro difficile… • Un mainstreaming che non aiuta • L’urgenza e l’ansia di cambiamento • L’enfasi sulla regolazione taumaturgica del mercato del lavoro • La sfiducia nella cura del capitale umano (riduzione risorse) e la ricerca del risultato di breve periodo (politiche work first) • La debolezza della politica e delle politiche • il fallimento delle riforme bipartisan dei sistemi • contemporanea crisi dei centralismi e dei localismi • Il problema dell’opportunismo e la debolezza dei sistemi di monitoraggio e di valutazione
  • 9.
  • 10.
    La taumaturgia dellaregolazione 32,9% 19,2% 69,4% 83,1% 33,7% 4,4% servizi pubbliciper l'impiego agenzieprivate contattodiretto condatore dilavoro reti amicali eparentali consultazioneannunci altro Italia -2013 Le modalità di ricerca del lavoro in Italia Fonte: Eurostat
  • 11.
    La sfiducia nelcapitale umano Tassi di occupazione dei partecipanti ai corsi e dei controlli nei 36 mesi precedenti l’inizio corso e nei 15 successivi -effetto occupazionale di 64 corsi di formazione di lunga durata (ossia tra i due e i sei mesi) –Provincia Autonoma di TN –Fonte: www.lavoce.info Il pregiudizio ingiustificato nei confronti della formazione professionale. Se fatta bene funziona ed è utile
  • 12.
    …complicato da elementirecenti • L’emergenza «impoverimento» e la necessità di politiche di workfare(coi Comuni) • La questione giovanile e l’utile laboratorio concertativo «Garanzia Giovani» • La riforma della PA e l’insistente proposta di modelli competitivi pubblico-privato • La semplificazione che produce il «vuoto» della governance territoriale • Le risorse sempre più scarse e la cesura della programmazione comunitaria
  • 13.
    Il quadro toscano • I punti di forza • Centralità dei servizi per l’impiego a forte presenza di pratiche di sviluppo del capitale umano (modello nord europeo) • Modello pubblico a forte presenza del privato (i «curiosi» accreditati) • Orientatori con ottimi standard professionali (effetto dell’approccio vocazionale e dei requisiti professionali degli avvisi di gara) • Buone prassi organizzative e metodologiche • Anticipazione di politiche di attivazione (GiovaniSIantesignano di GG) • Una formazione professionale leggera e adattiva • Una rete diffusa nel territorio di punti di accesso ai servizi: CPI, Poli e WLP, più di recente sportelli GiovaniSI • L’integrazione fra formazione professionale e SPI sperimentata (con risultati alterni) con le politiche attive per i CIGD • Un sistema regionale delle competenze «avviato»
  • 14.
    Il quadro toscano • Le criticità • Sistemi demografici e socio-economici disomogenei • Investimenti in capitale umano condizionati alla presenza di risorse comunitarie • Una formazione professionale poco consistente, frammentata e burocratizzata • Un ruolo non sempre chiaro delle parti sociali • Un sistema scolastico debole con risultati di apprendimento mediocri e tassi di dispersione in crescita • Una governance da organizzare a fronte della revisione delle competenze delle Province e della prossima città metropolitana • Eccessiva centralità dei servizi per l’impiego rispetto al sistema dell’orientamento
  • 15.
    Alcune novità • Garanzia Giovani • la conferma della qualità organizzativae tecnica del sistema toscano dei SPI • alcuni limiti dell’impianto nazionale • approccio ideologico e comunicazione distorta • conoscenza limitata del target e modello organizzativo da rivedere (prevedibili assenze agli appuntamenti) • approssimazione del profiling (prime prove tecniche) • deficit di progettazione del sistema informativo e di monitoraggio • costi standard da rivedere • le divergenze, i laboratori regionali, la struttura di missione: prove di cooperazione multilivello? • Il fallimento degli incentivi all’occupazione giovanile • premialitànon «mixate» producono spiazzamenti e distorsioni
  • 16.
    Garanzia Giovani inToscana Avvio in Toscana: 15 maggio 2014!!!
  • 17.
    Un quadro complessodi esigenze di sviluppo • Domanda • Affrontare crescita quantitativa e di complessità della domanda (condizione lavorativa successione di transizioni fra diversi status) • Mantenimento di un sistema di relazioni nei territori provinciali • Non depauperare l’investimento in visibilità (dei CPI) • Superare i limiti dei sistemi dotali (non universalistici e poco «condizionali») e dell’esercizio dei diritti da parte degli utenti • Territorio • La necessità di una governance territoriale di area vasta: i sistemi dell’impiego sono «locali» • Rispondere in modo flessibile all’eterogeneità di area metropolitana e aree periferiche • L’esigenza di una condizionalità «perseguibile» localmente in presenza di un welfare opaco
  • 18.
    Un quadro complessodi esigenze di sviluppo • Risorse • Migliori performance con meno risorse • L’utilizzo efficace dei fondi comunitari • Distinguere programmazione, gestione e valutazione • Il controllo e il suo livello territoriale e modalità di esercizio in relazione alla sburocratizzazione • Organizzazione • Le difficoltà insiste nella riduzione del perimetro della PA • Mantenere i servizi ben collocati geograficamente • Valorizzare l’elevata qualificazione degli operatori • Preservare il patrimonio informativo «informale» • Migliorare profiling e presa in carico (condizionalità)
  • 19.
    Alcune questioni preliminari • Integrare politiche work first e investimento in capitale umano fra breve e lungo periodo • Sul rapporto pubblico/privato • La necessità di una presenza pubblica • La dubbia perseguibilità di un modello concorrenziale (il fascino e le perplessità sul modello lombardo) • L’esigenza di valutare efficacemente la premialitàal risultato (i rischi dell’accaparramento e degli opportunismi) • La confusione dei ruoli di accreditati/autorizzati/soggetti che intermediano (e somministrano) • Sulla governance territoriale • Il fallimento dell’istanza centralistica e (in media) di quella federale • L’indispensabile governance cooperativa multilivello fra attori istituzionali e fra pubblico e privato
  • 20.
    Cooperazione e specializzazionefunzionale: una recente indagine torinese Fonte: http://www.provincia.torino.gov.it/sportello-lavoro/file- storage/download/pdf/oml/Non_chiamatelo_collocamento_abstract.pdf
  • 21.
    Cooperazione e specializzazionefunzionale: una recente indagine torinese Ai CPI si rivolgono i target più deboli
  • 22.
    Cooperazione e specializzazionefunzionale: una recente indagine torinese Dopo 12 mesi risultati alterni
  • 23.
    Cooperazione e specializzazionefunzionale: una recente indagine torinese La transizionalità del mercato del lavoro e la difficile attribuzione del risultato delle politiche
  • 24.
    SL e gliaccreditati toscani
  • 25.
    Un giudizio disintesi sul funzionamento dei SPI in Toscana • Le ragioni dei buoni risultati • le tempestività dell’intervento e il forte investimento iniziale sul modello di governance pubblica territoriale (di area vasta) dei servizi • IDOL e (parzialmente) il Masterplan • l’organizzazione territoriale flessibile e la valorizzazione delle competenze locali: il territorio “responsabile” • l’approccio “vocazionale” ai servizi: motivazione e deontologia degli operatori (pubblici e privati) • l’accreditamento “confermativo” e gli originali e vari equilibri fra soggetto pubblico e privati (il laboratorio organizzativo toscano) • I vincoli • l’impossibile esercizio della condizionalità (il workfareopaco) • l’inarrestabile «stratificazione» normativa • il localismo e l’eccesso di delega -SL costituisce un tentativo di superamento
  • 26.
    Il quadro numericodegli operatori «pubblici» e «privati» dei CPI della Toscana
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    Gli operatori deiCPI toscani: fra lavoro pubblico e attività libero professionale
  • 28.
    Gli operatori deiCPI toscani: elevata scolarizzazione (e qualificazione)
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    Alcune buone prassitoscane coerenti con le politiche per l’occupabilità • Accounting servizi imprese • ICT e orientamento • Libretto formativo e processi di individuazione e sperimentali di validazione • Orientamento specialistico e ILA • Politiche di genere per l’occupabilità femminile • Tirocini di qualità • Tutoring dropout e NEET e integrazione con Giovanisi • Tutoring «orientativo» TRIO per la scelta formativa e la riduzione del digitaldivide
  • 30.
    Il ruolo possibiledegli accreditati • Finalità: servizi territoriali equilibrati • Basati sui punti di forza del pubblico e del privato • In relazione alle rispettive logiche di azione organizzativa • Adeguati alle caratteristiche specifiche dei contesti locali • Perché gli accreditati in rete • Condivisione della vision«pubblica» • Capacità di sviluppo dei servizi (standardizzazione e diffusione buone prassi) • La valorizzare del capitale umano (gli operatori), organizzativo e sociale (il sistema di relazioni) • Supporto al riassetto della governance territoriale
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    Il consolidamento dellacooperazione pubblico- privati accreditati • Il mantenimento del perimetro di un sistema «pubblico» universalistico • Transizione senza traumi in un contesto di profonda crisi occupazionale • Mantenimento patrimonio informativo informale territoriale nella fase di transizione • Risposta qualificata, flessibile e non burocratica alla transizionalità e variabilità della domanda in un continuum fra lavoro “quasi-pubblico” e attività libero professionale • Il consolidamento del sistema di orientamento regionale
  • 32.
    Qualche proposta cantierabile… • Predisporre e mettere in trasparenza preventivamente sistemi controfattuali di valutazione longitudinale degli interventi e degli esiti occupazionali per le parti a processo e a risultato • Verifica e revisione degli standard di costo • Revisione del sistema dell’accreditamento e apposizione di vincoli e compatibilità rispetto all’autorizzazione e all’esercizio di attività di intermediazione • (Ri)configurare il sistema di orientamento professionale (integrativo dei CPI) • Accreditamento specifico? • Standard professionali • Sistema regionale di aggiornamento operatori • Centri risorse territoriali • Organizzare il processo di individuazione delle competenze in relazione al sistema dell’orientamento • Insistere sui dispositivi a domanda individuale «supportati» (ILA) • Affiancare dispositivi di work experience ai tirocini di qualità
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