M-346 A ISRAELE?
                                     Giorgio Beretta
                    Sociologo, analista del commercio internazionale
                    e italiano di armamenti, membro del Board della
                                Rete Italiana per il Disarmo
                           Email: berettagiorgio@gmail.com




“Armi ad Israele, le ragioni del No”
ELEMENTI PER UNA VALUTAZIONE
       (Venegono Superiore, Varese - 2 ottobre 2012)

 Giornata Internazionale della Nonviolenza
1. Il contesto internazionale

Spesa militare, produzione e
  commercio mondiale di
   armamenti: il recente
 protagonismo dei paesi UE
Ripresa della spesa militare mondiale
   e del commercio di armamenti
Lo scenario internazionale delineatosi a partire dal nuovo millennio si
caratterizza, rispetto agli anni Novanta, per l’inversione di tendenza
nell’andamento della spesa militare mondiale che negli ultimi anni
è tornata ai livelli del periodo della Guerra fredda (Fig. 1) e per
la graduale ripresa del commercio internazionale di armamenti
ad uso convenzionale: nell’ultimo decennio l’incremento del commercio
mondiale di sistemi militari sfiora il 30% e nel 2011 ha raggiunto la
cifra di 30 miliardi di dollari in valori costanti del 1990 (Figura 2).
Nonostante la crisi finanziaria che persiste dal 2008 abbia portato
alcuni paesi occidentali ad una riduzione delle risorse per i propri
budget militari, il clima di insicurezza che si è diffuso a livello
planetario dopo gli eventi dell’11 settembre 2001 insieme alle recenti
crisi nella regione nord-africana e medio orientale e al desiderio
di diversi paesi emergenti del continente asiatico di rinnovare
i propri sistemi di armamenti stanno sostenendo la domanda
internazionale di nuove e sempre più sofisticate tecnologie militari.
Il recente protagonismo dei paesi
  dell’UE nel commercio di armamenti
In questo contesto i paesi dell’Unione Europea si vanno profilando
tra i principali fornitori mondiali di tecnologie militari (Figura 3).
In particolare, le esportazioni militari di sette paesi dell’UE (Germania,
Francia, Regno Unito, Olanda, Italia, Spagna e Svezia) sommano ad
oltre 39,5 miliardi di dollari che ricoprono quasi un terzo di tutti i
trasferimenti internazionali di armamenti (32,3%): una percentuale
che supera quella degli USA (30,3%) e della Russia (22,9%). Questo
fa dell’UE uno dei maggiori players nel commercio mondiale di armi.
Gli Usa evidenziano che “I maggiori paesi europei produttori di armi
hanno separatamente rafforzato la propria posizione competitiva nelle
esportazioni di armi con un forte sostegno governativo al marketing
delle proprie vendite all’estero” tanto che oggi questi paesi
rappresentano “fonti alternative di armamenti per quelle nazioni che
gli Stati Uniti hanno scelto, in base alle proprie politiche, di non
rifornire”. (Rapporto Grimmett al Congresso USA, 2011)
Spesa militare mondiale
                              (Miliardi di US$ a valori costanti 2009 – Fonte: SIPRI)


1.800


1.600


1.400


1.200


1.000


 800


 600


 400


 200


   0
        1988

               1989

                      1990

                             1991

                                    1992

                                           1993

                                                  1994

                                                         1995

                                                                1996

                                                                       1997

                                                                              1998

                                                                                     1999

                                                                                            2000

                                                                                                   2001

                                                                                                          2002

                                                                                                                 2003

                                                                                                                        2004

                                                                                                                               2005

                                                                                                                                      2006

                                                                                                                                             2007

                                                                                                                                                    2008

                                                                                                                                                           2009

                                                                                                                                                                  2010
Trasferimenti mondiali di armamenti
                         (Miliardi di US$ a valori costanti 1999 – Fonte: SIPRI)


 40,0


           36,1
 35,0


                  30,3
 30,0                                                     28,5                                                                                       30,0
                                                                 27,9
                                  26,2                                                                                   26,4
                  28,1
 25,0                                              24,0                                                           24,0
                                                                 25,0                                                                  24,0   24,5
                           24,4                                                                     21,3   21,2
                                                22,9                                                                            23,4
                                         23,0
                                                                                             19,2
 20,0
                                                                               19,7
                                                                        19,0
                                                                                      17,9
 15,0



 10,0



  5,0



  0,0
        1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Export di armamenti: UE, USA
e Russia          (Miliardi di US$ a valori costanti 1999 – Fonte: SIPRI)


                                USA-RUSSIA-UE-Altri


 70

 60

 50

 40

 30

 20

 10

 0
      1991-1995           1996-2000                    2001-2005           2006-2010

                  Stati Uniti   Russia   7 Paesi UE*     Resto del mondo
Crisi finanziaria mondiale e industria
militare (Fonte: SIPRI Yearbook 2012)
 La crisi finanziaria ha toccato solo parzialmente e in ritardo il
 mercato degli armamenti: impatto attutito e ritardato.
 Gli ultimi dati del SIPRI sulle vendite delle prime 100 aziende a
 produzione militare (411 miliardi di dollari) mostrano ancora un
 trend in crescita nel 2010 rispetto al 2009, anche se rallenta.
 Dal 2002, le prime 100 imprese hanno aumentato le vendite del
 60% in termini reali.
 Il mercato resta concentrato tra USA e UE: le prime dieci
 aziende (all’ottavo posto Finmeccanica) con 230 miliardi
 US$ ricoprono il 56% delle vendite delle prime 100 aziende
 mondiali.
Arms sales
Rank                                                            (US$ m.)        Total      Arms sales     Total    Total
                                                                                sales,     as share of    profit, employ-
2010 2009                                                       2010   2009     2010       total sales,   2010     ment, 2010
            Company          Country Sectors                                    (US$ m.)   2010 (%)       (US$ m.)
                                     Aircraft, Electronics,
1      1    Lockheed Martin                                     35 730 33 430    45 803     78              2 926               132 000
                                     Missiles, Space
                                     Aircraft, Artillery,
                                     Electronics, Missiles,
2      2    BAE Systems                                         32 880 32 540    34 609     95              1 671                98 200
                                     Military vehicles, Small
                                     arms/ammunition, Ships
                                     Aircraft, Electronics,
3      3    Boeing                                              31 360 32 300    64 306     49              3 307               160 500
                                     Missiles, Space
                                     Aircraft, Electronics,
4      4    Northrop Grumman                                    28 150 27 000    34 757     81              2 053               117 100
                                     Missiles, Ships, Space
                                     Artillery, Electronics,
5      5    General Dynamics         Military vehicles, Small   23 940 23 380    32 466     74              2 624                90 000
                                     arms/ammunition, Ships
6      6    Raytheon                 Electronics, Missiles      22 980 23 080    25 183     91              1 879                72 400
            BAE Systems Inc.         Artillery, Electronics,
S      S    (BAE Systems,            Military vehicles, Small   17 900 19 280    17 903    100              1 966                46 900
            UK)                      arms/ammunition
                                     Aircraft, Electronics,
7      7    EADS                                                16 360 15 930    60 599     27               732                121 690
                                     Missiles, Space
                                     Aircraft, Artillery,
                                     Electronics, Missiles,
8      8    Finmeccanica                                        14 410 13 280    24 762     58               738                 75 200
                                     Military vehicles, Small
                                     arms/ammunition
            L-3
9      9                             Electronics, Services      13 070 13 010    15 680     83               955                 63 000
            Communications
            United                   Aircraft, Electronics,
10     10                                                       11 410 11 110    54 326     21              4 711               208 220
            Technologies             Engines
2. Il ruolo dell’Unione Europea
    Le esportazioni di
   armamenti dei paesi
   dell’Unione Europea
I Rapporti Ufficiali dell’UE sulle
esportazioni di sistemi militari
 EU REPORT: THIRTEENTH ANNUAL REPORT
 ACCORDING TO ARTICLE 8(2) OF COUNCIL COMMON
 POSITION 2008/944/CFSP DEFINING COMMON RULES
 GOVERNING CONTROL OF EXPORTS OF MILITARY
 TECHNOLOGY AND EQUIPMENT
I Rapporti Ufficiali dell’UE sulle
esportazioni di sistemi militari
Il 30 dicembre 2011 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea la ”Tredicesima Relazione annuale sul controllo delle
esportazioni di tecnologia e attrezzature militari” dalla quale
risultano ancora notevoli carenze di informazioni da parte di diversi paesi
che rendono impossibile conoscere con precisione le effettive
esportazioni (deliveries) di armamenti dei paesi membri.
In questa sezione si concentrerà perciò l’attenzione solo sulle
autorizzazioni (licences) all’esportazione che hanno chiara rilevanza
politica: esse, infatti, sono rilasciate dai governi sulla base di diversi
interessi che non sempre corrispondono ai criteri stabiliti dalle normative
europee e dalle rispettive legislazioni nazionali.
Nel quinquennio 2006-2010, le autorizzazioni all’esportazione di
armamenti sono state rilasciate soprattutto dalla Francia (58,7 miliardi di
euro pari al 35,6%), Germania (24,2 miliardi pari al 14,7%), Italia
(23,2 miliardi pari al 14,1%) seguiti da Regno Unito (12,8 miliardi),
Spagna (11,5 miliardi), Austria (6,8 miliardi), Svezia (5,9 miliardi), Paesi
Bassi (5,5 miliardi). In base a questi dati ufficiali, l’Italia è quindi uno
dei tre maggiori esportatori di armamenti dell’UE, solo poco
distante dalla Germania.
Export di armi paesi UE: Licenze
Anni 2006-2010                         (Miliardi € i valori costanti 2010– Fonte: EU Report)


 60    58,7




 50




 40




 30

                 24,2      23,2

 20

                                    12,8
                                             11,5
 10                                                                                                  8,0
                                                      6,8       5,9     5,5      5,4
                                                                                          2,8

 0
      Francia   Germania   Italia   Regno   Spagna   Austria   Svezia   Paesi   Belgio   Polonia   Altri Ue
                                    Unito                               Bassi
Destinazioni dell’export
militare dei paesi dell’UE
Nel periodo 2006-2010, i paesi dell’UE hanno autorizzato notevoli
esportazioni di armamenti verso i paesi del Sud del mondo: si
tratta di quasi 74 miliardi di euro pari circa il 45% del totale.
I principali destinatari di armamenti europei tra i paesi del Sud del mondo
sono stati i governi autoritari della penisola araba e le nazioni
povere e instabili del sub-continente indiano: ma figurano anche i
regimi dispotici del Nord Africa e del Medio Oriente e paesi sottoposti
all’embargo di armamenti come Cina, Somalia, Sudan e Zimbabwe.
Questi dati dovrebbero portare ad una profonda riflessione sull’effettiva
applicazione dei criteri enunciati nella Posizione Comune dell’UE. Va
invece denunciata la carenza di dibattito sulle esportazioni europee
di armamenti sia al livello di Parlamento europeo sia nei parlamenti
nazionali: ciò è indice da un lato di una certa reticenza da parte delle
forze politiche ad addentrarsi in una seria ed approfondita valutazione
delle esportazioni militari del proprio paese e, dall’altro, di una chiara
ritrosia da parte dei governi ad aprire un confronto con gli altri Stati
membri su un tema certamente delicato e strategico come quello delle
esportazioni militari.
I primi 20 paesi nel Sud del mondo destinatari
di armamenti UE e loro spese militari
(Miliardi € i valori costanti 2010– Fonte: EU Report)
Destinazioni dell’export armi UE:
Anni 2006-2010                  (Miliardi € i valori costanti 2010– Fonte: EU Report)




60
      55,3


50


40

                31,3
30                       27,2


20                                   18,2


                                                  10,7
10                                                             8,0         7,3         6,8


0
      Unione    Medio    Asia        Nord     Altri Europei   Africa   Sud America   Oceania
     Europea   Oriente              America
Destinazioni export armi UE in %:
Anni 2006-2010             (Miliardi € i valori costanti 2010– Fonte: EU Report)



                       Sud America
                          4,4%
                       Africa
                       4,9%


                                                               Unione Europea
            Asia
                                                                   33,6%
           16,5%




       Medio Oriente
          19,0%
                                                          Nord America
                                                             11,0%
                                Oceania   Altri Europei
                                 4,1%         6,5%
Destinazioni dell’export armi dell’UE:
Nord e Sud del mondo
           Anni 2002-10: Autorizzazioni Ue verso Nord e Sud del mondo




  Sud del mondo
       46%




                                                                  Nord del mondo
                                                                       54%
3. La normativa UE
      La Regolamentazione
dell’export di armamenti nell’UE
   Dal Codice di Condotta (1998) alla
  Posizione Comune 944/PESC (2008)
POSIZIONE COMUNE 2008/944/PESC DEL
CONSIGLIO UE dell’8 dicembre 2008 che
definisce norme comuni per il controllo delle
esportazioni di tecnologia e attrezzature militari

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA, visto il Trattato sull’Unione
europea, in particolare l’articolo 15: (ecc.)
Gli Stati membri sono determinati a fissare norme comuni rigorose che
siano considerate come base minima per la gestione e la limitazione dei
trasferimenti di tecnologia e attrezzature militari da parte di tutti gli Stati
membri e a rafforzare lo scambio delle informazioni al fine di raggiungere una
maggiore trasparenza.
Gli Stati membri sono determinati a impedire l’esportazione di tecnologia e
attrezzature militari che possano essere utilizzate per la repressione
interna o l’aggressione internazionale o contribuire all’instabilità regionale.
Gli Stati membri intendono rafforzare la cooperazione e promuovere la
convergenza riguardo all’esportazione di tecnologia e attrezzature militari
nel quadro della Politica estera e di sicurezza comune (PESC).
POSIZIONE COMUNE 2008/944/PESC DEL
CONSIGLIO UE dell’8 dicembre 2008 che
definisce norme comuni per il controllo delle
esportazioni di tecnologia e attrezzature militari

Gli Stati hanno il diritto di trasferire mezzi di autotutela, in conformità del
diritto di autotutela riconosciuto dalla Carta dell’ONU.
È riconosciuta l’intenzione (the wish) degli Stati membri di mantenere
l’industria della difesa quale elemento della loro base industriale e del loro
sforzo di difesa.
Il rafforzamento di una base tecnica ed industriale di difesa europea, che
contribuisce all’attuazione della politica estera e di sicurezza comune,
segnatamente della politica europea comune in materia di sicurezza e di difesa,
dovrebbe essere (should be) accompagnato dalla cooperazione e dalla
convergenza nel settore della tecnologia e delle attrezzature militari.
Prima Osservazione: Diritto a trasferire “mezzi di autotutela”, ma necessità
di “convergenza” (non di “concorrenza”) e limitazioni per impedire
l’esportazione di strumenti militari che possano essere utilizzate per la
repressione interna o l’aggressione internazionale o contribuire all’instabilità
regionale.
La Posizione Comune dell’UE: Gli 8 CRITERI (1)

Criterio 1: Rispetto degli obblighi e degli impegni internazionali degli
Stati membri, segnatamente delle sanzioni adottate dal Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite o di quelle adottate dall’Unione europea, degli
accordi concernenti la non proliferazione ed altre materie, nonché degli altri
obblighi internazionali.
Criterio 2: Rispetto dei diritti umani nel paese di destinazione finale e
rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di detto paese. (a)
rifiutano licenze di esportazione qualora esista un rischio evidente che le
attrezzature militari da esportare possano essere utilizzate a fini di
repressione interna (…) e per commettere gravi violazioni del diritto
umanitario internazionale.
Criterio 3: Situazione interna del paese di destinazione finale in termini
di esistenza di tensioni o conflitti armati. Gli Stati membri rifiutano
licenze di esportazione di tecnologia o attrezzature militari che provochino o
prolunghino conflitti armati o aggravino tensioni o conflitti in corso nel
paese di destinazione finale.
La Posizione Comune dell’UE: Gli 8 CRITERI (2)

    Criterio 4: Mantenimento della pace, della sicurezza e della stabilità
    regionali. Gli Stati membri rifiutano licenze di esportazione qualora esista
    un rischio evidente che il destinatario previsto utilizzi la tecnologia o le
    attrezzature militari da esportare a fini di aggressione contro un altro
    paese o per far valere con la forza una rivendicazione territoriale. Nel
    valutare tali rischi, gli Stati membri tengono conto tra l’altro:
a) dell’esistenza o della probabilità di un conflitto armato fra il paese
    destinatario e un altro paese;
b) di una rivendicazione territoriale nei confronti di un paese vicino che il
    paese destinatario abbia in passato tentato o minacciato di far valere con la
    forza;
c) della probabilità che la tecnologia o l’attrezzatura militare sia usata per scopi
    diversi da quelli legittimi di sicurezza nazionale e difesa del paese
    destinatario;
d) della necessità di non pregiudicare in modo significativo la stabilità
    della regione.
La Posizione Comune dell’UE: Gli 8 CRITERI (3)

    Criterio 5: Sicurezza nazionale degli Stati membri e dei territori le cui
    relazioni esterne rientrano nella competenza di uno Stato membro, e sicurezza
    nazionale dei paesi amici e alleati. Gli Stati membri tengono conto degli aspetti
    seguenti:
a) effetto potenziale della tecnologia o delle attrezzature militari da esportare sui
    loro interessi in materia di difesa e sicurezza e su quelli di Stati membri e dei
    paesi amici e alleati, pur riconoscendo che tale fattore non può incidere
    sull’osservanza dei criteri relativi al rispetto dei diritti umani e alla pace,
    sicurezza e stabilità regionali;
b) rischio di utilizzazione della tecnologia o delle attrezzature militari in
    questione contro le loro stesse forze o quelle di Stati membri di paesi amici
    e alleati.
La Posizione Comune dell’UE: Gli 8 CRITERI (4)

     Criterio 6: Comportamento del paese acquirente nei confronti della
     comunità internazionale, segnatamente per quanto riguarda la sua posizione
     in materia di terrorismo, la natura delle sue alleanze e il rispetto del diritto
     internazionale.
 Gli Stati membri tengono conto, fra l’altro, dei comportamenti del paese
     acquirente per quanto concerne:
a) il suo sostegno o incoraggiamento del terrorismo e della criminalità
     organizzata internazionale;
b) il suo adempimento di impegni internazionali, in particolare riguardo al
     non ricorso alla forza, e (adempimento) del diritto umanitario
     internazionale;
c) il suo impegno per la non proliferazione e altri settori del controllo degli
     armamenti e del disarmo, in particolare firma, ratifica e attuazione delle
     pertinenti convenzioni in materia di controllo degli armamenti e di disarmo, di
     cui alla lettera b) del criterio 1.
La Posizione Comune dell’UE: Gli 8 CRITERI (5)

    Criterio 7: Esistenza del rischio che la tecnologia o le attrezzature militari siano
    sviate all’interno del paese acquirente o riesportate a condizioni non
    ammissibili.
    Criterio 8: Compatibilità delle esportazioni di tecnologia o di attrezzature
    militari con la capacità tecnica e economica del paese destinatario,
    tenendo conto che gli Stati dovrebbero essere in grado di soddisfare le loro
    legittime esigenze in materia di sicurezza e difesa con una diversione
    minima di risorse umane ed economiche per gli armamenti.
Gli Stati membri valutano, alla luce delle informazioni provenienti da fonti pertinenti
    (UNDP, BM, FMI, OSCE) se la prospettata esportazione ostacoli gravemente lo
    sviluppo sostenibile del paese destinatario. In questo contesto esaminano i
    livelli relativi di spesa nel settore militare e in quello sociale di detto
    paese, tenendo conto anche di eventuali aiuti dell’UE o di aiuti bilaterali.
La Posizione Comune dell’UE: VALUTAZIONE

Fin dagli anni Novanta la richiesta di una normativa europea
sulle esportazioni di armamenti è stata fortemente promossa
dalle associazioni della società civile.
La Posizione Comune (2008/944/PESC) rappresenta un
positivo miglioramento rispetto al Codice di condotta del 1998,
ma non è né vincolante né sanzionatoria.
Appare perciò quanto mai urgente impegnarsi affinché tale
Posizione Comune venga rafforzata e resa una “Direttiva” da
implementarsi nelle legislazioni nazionali.
Nel contempo è necessario mettere in atto ogni tipo di
pressione possibile sulle forze politiche nazionali ed
europee affinché si apra un ampio confronto sulle esportazioni
di armamenti dei paesi membri: solo da questo confronto può
nascere un’effettiva ristrutturazione e riconversione delle
industrie belliche nazionali.
4. Italia e export di armi
   Le esportazioni italiane di
armamenti e la Legge 185/1990
Le esportazioni italiane di armamenti: un trend in
crescita e l’impennata dell’ultimo quinquennio


Le autorizzazioni all’esportazione di armamenti rilasciate dai
vari Governi dal 1990 (anno dell’entrata in vigore della legge
n.185) al 2011 superano i 44 miliardi di euro e mostrano una
chiara impennata nell’ultimo quinquennio (Figura 1).
Nell’ultimo sessennio 2006-2011– che sostanzialmente copre
le ultime due legislature – la parte più consistente delle
autorizzazione all’esportazione di armamenti è stata rilasciata
verso i paesi del Medio Oriente (compresa anche la Turchia)
che ricoprono più di un terzo del totale (36%) e precedono i
trasferimenti rilasciati verso i paesi dell’Europa occidentale.
Nell’ultimo quinquennio si rileva una preoccupante inversione
di tendenza nei paesi destinatari di armamenti che sono
soprattutto i paesi del Sud del mondo (vedi figure seguenti).
Italia - Export di Armamenti: Anni 1990-2001
(Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90)

5.000

4.500

4.000

3.500

3.000

2.500

2.000

1.500

1.000

 500

  -
        90

              91

                    92

                          93

                                94

                                      95

                                            96

                                                  97

                                                          98

                                                                99

                                                                      00

                                                                            01

                                                                                  02

                                                                                        03

                                                                                              04

                                                                                                    05

                                                                                                          06

                                                                                                                07

                                                                                                                      08

                                                                                                                            09

                                                                                                                                  10

                                                                                                                                        11
      19

             19

                   19

                         19

                               19

                                     19

                                           19

                                                 19

                                                       19

                                                               19

                                                                     20

                                                                           20

                                                                                 20

                                                                                       20

                                                                                             20

                                                                                                   20

                                                                                                         20

                                                                                                               20

                                                                                                                     20

                                                                                                                           20

                                                                                                                                 20

                                                                                                                                       20
                                     A utoriz z az ioni                                 A utoriz . M edia quinquennale
                                     Cons egne                                          Cons egne M edia quinquennale
Destinazione di Armamenti per zone
Geopolitiche: Autorizzazioni 1990-2011
(Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90)

  16.000
            15.149


  14.000

                           12.232
  12.000


  10.000


   8.000

                                         6.293
   6.000


                                                   3.808
   4.000

                                                                 2.259          2.022            1.925
   2.000
                                                                                                                  1.071


      0
             Europa      Medio Oriente   Asia    Nord America    Europa     America Latina        Altri         Africa Sub-
           Occidentale                                          Orientale                    Indistrializzati   Sahariana
Destinazione di Armamenti per zone
Geopolitiche: Autorizzazioni 2006-2011
(Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90)

8.000

         7.149
7.000



6.000
                     5.489


5.000


4.000


3.000                           2.758



2.000                                      1.804

                                                        1.094
1.000                                                                703
                                                                               562
                                                                                         311

   0
         Medio      Europa      Asia    Nord America    Europa     America   Jp-Nz-Au   Africa
        Oriente   Occidentale                          Orientale    Latina
Autorizzazioni Export di Armamenti
  verso il Nord e Sud del mondo (1)
  (Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90)


3.000



2.500



2.000



1.500



1.000



 500



   0
        1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

                         Nord del mondo    Sud del mondo     Poli. (Nord del mondo)   Poli. (Sud del mondo)
Autorizzazioni Export di Armamenti
  verso il Nord e Sud del mondo (2)
  (Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90)


3.000



2.500



2.000



1.500



1.000



 500



   0
        1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

                                                Nord del mondo     Sud del mondo
Autorizzazioni Export di Armamenti verso
il Nord e Sud del mondo: Anni 1990-2011




        48,3%
                                                 51,7%




                Nord del mondo   Sud del mondo
Autorizzazioni Export di Armamenti verso
il Nord e Sud del mondo: Anni 2006-2011



                                                 42,8%



        57,2%




                Nord del mondo   Sud del mondo
Paesi di destinazione: Autorizzazioni
        all’export negli anni 2006-2011
        (Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90)


2.000



1.800



1.600



1.400



1.200



1.000



 800



 600



 400



 200



   0
         Arabia    Turchia   Stati Uniti     Gran   Germania   Algeria   India   Emirati   Pakistan   Spagna   Francia   Singapore   Austria   Libia   Qatar
         Saudita                           Bretagna                               Arabi
                                                                                  Uniti
La Legge 185/90: Criteri e divieti
Legge 9 luglio 1990, n. 185: “Nuove norme sul controllo dell'esportazione,
importazione e transito dei materiali di armamento” come modificata da
Decreto Legislativo 22 giugno 2012, n. 105


   Art. 1. “Controllo dello Stato”: L’esportazione, l’importazione, il transito, il
   trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiale di armamento
   nonché la cessione delle relative licenze di produzione e la delocalizzazione
   produttiva devono essere conformi alla politica estera e di difesa
   dell'Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i princìpi
   della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di
   risoluzione delle controversie internazionali. (c.1)

   L'esportazione (…) sono vietati quando siano in contrasto con la
   Costituzione, con gli impegni internazionali dell'Italia, con gli accordi
   concernenti la non proliferazione e con i fondamentali interessi della
   sicurezza dello Stato, della lotta contro il terrorismo e del mantenimento
   di buone relazioni con altri Paesi, nonché quando manchino adeguate
   garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali. (c.5).
La Legge 185/90: Criteri e divieti
Legge 9 luglio 1990, n. 185: “Nuove norme sul controllo dell'esportazione,
importazione e transito dei materiali di armamento” come modificata da
Decreto Legislativo 22 giugno 2012, n. 105


L'esportazione (…) di materiali di armamento sono altresì vietati:

a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi
    dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli
    obblighi internazionali dell'Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei
    ministri, da adottare previo parere delle Camere;
b) verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell'articolo 11 della
    Costituzione;
c) verso i Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l’embargo totale o parziale
    delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite o dell'UE o da parte
    dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE);
d) verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle
    convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai
    competentiorgani delle Nazioni Unite, dell'UE o del Consiglio d'Europa;
e) verso i Paesi che, ricevendo dall’Italia aiuti ai sensi della legge n. 49 del 1987
    destinino al proprio bilancio militare risorse eccedenti le esigenze di difesa del
    paese (…).
L’export italiano di armamenti: VALUTAZIONE

L’entrata in vigore della legge 185/1990, grazie alle pressioni
delle associazioni della società civile, ha rappresentato un
momento decisivo per regolamentare l’export militare italiano.
L’impennata di esportazioni militari italiane verso aree di forte
tensione (Medio Oriente e Nord Africa), verso le economie
ricche della penisola araba e i paesi emergenti dell’Asia
mostrano però che più che ai divieti sanciti dalla legge 185, i
governi italiani hanno tenuto in conto, pur senza esplicitarli,
altri interessi di tipo economico, politico e strategico.
E’ pertanto urgente riaprire il confronto anche all’interno delle
diverse componenti della società civile (dalle associazioni
pacifiste alle rappresentanze sindacali, dalle ong per la tutela
dei diritti umani ai settori di responsabilità sociale d’impresa)
per promuovere percorsi comuni di monitoraggio e pressione
per un’effettiva ed efficace applicazione della legge 185/1990.
5. Armi e aiuti militari a Israele
 Esportazione Internazionale,
 Europea e Italiana di sistemi
    militari verso Israele
L’export internazionale di armi a Israele:
attenzione alle fonte e ai dati

Le cifre del SIPRI (Fig. 1) sulle esportazioni di armi verso Israele
se comparate a quelle fornite dalle fonti ufficiali degli Usa e
dell’Ue sono alquanto contenute: mentre infatti il SIPRI riporta
nell’intero periodo 2001-11 esportazioni dagli Usa verso Israele
per poco più di 5,4 miliardi di US$, il rapporto Grimmett segnala
dal 2003 al 2010 consegne (deliveries) per oltre 9,8 miliardi US$.
E il Rapporto della U.S. Defense Security Cooperation Agency
(DSCA) segnala esportazioni verso Israele nel solo 2010 per oltre
926 milioni di US$.
I Rapporti ufficiali dell’UE mostrano che è la Francia il principale
fornitore europeo di armamenti a Israele.
L’Italia ha mantenuto finora una particolare cautela nelle
esportazioni militari verso Israele tanto che in 20 anni le
autorizzazioni e consegne di sistemi militari non superano i 14
milioni di euro e sono ampiamente inferiori a quelle per “armi
comuni” non per uso militare esportate a Israele (dati ISTAT).
Esportazioni internazionali di
armamenti verso Israele (Anni 2001-2011)
USA: Aiuti e Esportazioni di
armamenti verso Israele (CRS Reports)
USA: Aiuti e Esportazioni di
armamenti verso Israele (CRS Reports)
USA: Aiuti e Esportazioni di
armamenti verso Israele (CRS Reports)
USA: Aiuti e Esportazioni di
armamenti verso Israele (CRS Reports)
USA: Esportazioni di armamenti
verso Israele nel 2010 (DSCA Reports 1)
USA: Esportazioni di armamenti
verso Israele nel 2010 (DSCA Reports 2)
UE: Autorizzazioni all’export di armi
verso Israele (Anni 2005-2010)
(Milioni di € i valori costanti 2010– Fonte: EU Report)


 500


 450   441,5


 400


 350


 300


 250


 200
                  157,6
 150


 100                        91,7
                                    64,2

  50                                                                                           40,6
                                             25,6
                                                       15,2     11,1         8,0       6,2
   0
       Francia   Germania   U.K.   Romania   Belgio   Spagna   Bulgaria   Rep. Ceca   Italia   Altri
UE: % Autorizzazioni all’export di
armi verso Israele (Anni 2005-2010)

                              Italia
                  Rep. Ceca
                              0,7%
                    0,9%
                Bulgaria           Altri
        Spagna 1,3%               4,8%
         1,8%
            Belgio
            3,0%
           Romania
            7,4%




          U.K.                             Francia
         10,6%                             51,2%




                 Germania
                  18,3%
Italia: Autorizzazioni e Consegne di
armi verso Israele (Anni 1990-2011)
(Milioni di € a valori correnti – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90)
Italia e Prov. di Brescia: Export di
“Armi non militari” verso Israele
(Legge 110/1975) (Valori in € correnti – Fonte: ISTAT)
Accordo generale di cooperazione tra
Italia e Israele nel settore della difesa
(Legge 17 maggio 2005 n° 94, XIV Legislatura - Governo Berlusconi III)


- ARTICOLO 2 -OBIETTIVI DELL'INTESA
1 - Entrambe le Parti del presente MoU convengono di stabilire rapporti reciproci fra
    i Ministeri della Difesa e le loro Forze Armate, al fine di stabilire una
    cooperazione nei settori della difesa, il che consentirà loro di aumentare le
    capacità di difesa.
2 - La cooperazione fra le Parti riguarderà i seguenti settori:
* Industria della difesa e politica di approvvigionamento di competenza dei Ministeri
    della Difesa,
* Importazione, esportazione e transito di materiali militari e di difesa,
* Operazioni umanitarie,
* Organizzazione delle forze Armate, struttura e materiali di reparti militari e
    gestione del personale,
* Formazione/Addestramento,
* Questioni ambientali e inquinamento provocati da strutture militari
* Servizi medici militari, * Storia militare, * Sport militari
La cooperazione militare non si limiterà ai settori sopra menzionati. Le Parti
    cercheranno nuovi settori di cooperazione di interesse reciproco.
Conclusioni
 L’Accordo bilaterale militare segna una svolta di notevole rilevanza
 nell’ambito della politica tra Italia e Israele: andrebbero rese note le
 esportazioni di armamenti autorizzate nell’ambito di questo accordo
 che, come per altri accordi simili, possono non essere riportate nelle
 Relazioni annuali del Governo ai sensi della legge 185/1990.
 Alla luce del più che ventennale atteggiamento di cautela nelle
 esportazioni di sistemi militari da parte dell’Italia verso Israele, il
 contratto per la fornitura di circa 30 aerei addestratori M-346 del
 valore di oltre 850 milioni di dollari – contratto che prevede l’acquisto
 da parte dell’Italia di sistemi militari da Israele per un valore simile –
 rappresenta una chiara inversione di tendenza della politica restrittiva
 finora attuata.
 Per questi motivi, i termini del contratto per questa fornitura
 andrebbero resi pubblici nella loro interezza e giustificati dal Governo
 in considerazione anche della non attuazione da parte dello Stato di
 Israele delle Risoluzioni dell’Onu e delle reiterate violazioni da parte di
 Israele degli impegni internazionali, delle convenzioni in materia di
 diritto umanitario e del suo ricorso alla forza per la soluzione di
 controversie territoriali.
Bibliografia

Si veda la bibliografia e i contributi di G. Beretta sul commercio internazionale,
       sull’export italiano di armamenti e ruolo delle banche nei seguenti volumi:
- C. Bonaiuti e A. Lodovisi (a cura di), Sicurezza, controllo e finanza: le nuove
       dimensioni del mercato degli armamenti, JacaBook, Milano, 2009.
- C. Bonaiuti e A. Lodovisi (a cura di), L'industria militare e la difesa europea: rischi
       e prospettive, Jaca Book, Milano, 2008.
- C. Bonaiuti e A. Lodovisi (a cura di), Spese militari nel mondo: il costo
       dell'insicurezza, Jaca Book, Milano, 2006.
- C. Bonaiuti e A. Lodovisi (a cura di), Il commercio delle armi: l'Italia nel contesto
       internazionale, Jaca Book, Milano, 2004.
- OPAL (a cura di), “Affari di armi, Percorsi di pace", EMI, Bologna 2012, pp. 272.
- OPAL (a cura di), “La pace oltre le armi", EMI, Bologna 2011, pp. 176.
- OPAL (a cura di), “Difendiamoci dalle armi", EMI, Bologna 2010, pp. 176.
- G. Beretta, “L’Italia nel commercio internazionale di armamenti italiani”, in
       Sbilanciamoci!, “Economia a mano armata”, anno 2012, (in .pdf)
- G. Beretta, "Armamenti italiani: vent'anni di esportazioni", in Aggiornamenti
       Sociali, luglio-agosto 2010, pp. 491-501, (in .pdf)
- G. Beretta: tre dossier di Missione Oggi: 2010 (.pdf); 2011 (.pdf) e 2012 (.pdf)
- Annamaria Biagia Romano, L’addestratore M-346 Master, in Sistema informativo a
       schede di Archivio Disarmo (in .pdf)
Nota

Questo documento è disponibile al pubblico
     gratuitamente, ma l’autore chiede che non venga
     diffuso su siti internet, stampato o riprodotto in
     forma digitale o cartacea né totalmente né in parte
     senza la sua esplicita autorizzazione.
L’autore chiede che non ne venga fatto un utilizzo a fini
     commerciali e, in caso di citazione parziale dei
     contenuti, che sia citato in modo corretto.

Per ogni esigenza contattare:
Giorgio Beretta
Email: berettagiorgio@gmail.com

More Related Content

PDF
Canada: il gigante che funziona
PDF
Daniele Franco - L'economia e la politica economica in Italia
PDF
Media Monthly Report Novembre 2009
PDF
DECIMO SALONE D'IMPRESA - UNIONCAMERE VENETO Gian Angelo Bellati
PDF
Franci scenari fer h toscana(1)
PDF
Piemonte in tasca 2011
PPT
Relazione Simurg - Osservatorio delle politiche sociali della Provincia di Gr...
PDF
BNL Focus #13
Canada: il gigante che funziona
Daniele Franco - L'economia e la politica economica in Italia
Media Monthly Report Novembre 2009
DECIMO SALONE D'IMPRESA - UNIONCAMERE VENETO Gian Angelo Bellati
Franci scenari fer h toscana(1)
Piemonte in tasca 2011
Relazione Simurg - Osservatorio delle politiche sociali della Provincia di Gr...
BNL Focus #13

What's hot (7)

PDF
Brasile, il nuovo gigante energetico
PDF
Il sud africa vincerà la sfida mondiale?
PDF
Prospettive Per L\'economia Brasiliana Italiano
PDF
Quadrante Futuro - Turchia un orizzonte in chiaroscuro
PDF
Smau Bari 2012 Matteo Faggin
PDF
Bollettino certificati verdi 2008
PDF
workshop crif_r2b_1
Brasile, il nuovo gigante energetico
Il sud africa vincerà la sfida mondiale?
Prospettive Per L\'economia Brasiliana Italiano
Quadrante Futuro - Turchia un orizzonte in chiaroscuro
Smau Bari 2012 Matteo Faggin
Bollettino certificati verdi 2008
workshop crif_r2b_1
Ad

Viewers also liked (6)

PDF
Banche armate italia operazioni2011
PDF
Rapporto pcm italia 2011
PDF
Banche armate Italia prog intergovernativi 2011
PDF
Teaching Students with Emojis, Emoticons, & Textspeak
PDF
Hype vs. Reality: The AI Explainer
PDF
Study: The Future of VR, AR and Self-Driving Cars
Banche armate italia operazioni2011
Rapporto pcm italia 2011
Banche armate Italia prog intergovernativi 2011
Teaching Students with Emojis, Emoticons, & Textspeak
Hype vs. Reality: The AI Explainer
Study: The Future of VR, AR and Self-Driving Cars
Ad

Similar to weapons to Israel we say no (17)

PDF
BNL Focus #36
PDF
Intervento Gianfelice Rocca
PDF
Intervento di Gianfelice Rocca
PDF
La Crisi del Sistema
PDF
Il caso ARAG nella distribuzione assicurativa
PDF
Presentazione di Nicola C, Salerno (CeRM) a Bologna: Sanità e Federalismo
PDF
slide presentazione Nicola Salerno Aies Torino 2010
PDF
3 Forum Car Sharing Viviani
PDF
Il vino oltre la crisi di Fabio Piccoli e Denis Pantini
PPTX
SeeddLab, un acceleratore per gli innovatori del domani
PDF
seminario cagliari 23_settembre_2011
PDF
Marocco, l'evoluzione difficile
PDF
Tunisia pane e democrazia
PDF
Tunisia pane e democrazia
PDF
11 luca forte rapporto mediterraneo srm
PDF
11 luca forte napoli 6 dicembre 2012_presentazione
PDF
BNL Focus #46
BNL Focus #36
Intervento Gianfelice Rocca
Intervento di Gianfelice Rocca
La Crisi del Sistema
Il caso ARAG nella distribuzione assicurativa
Presentazione di Nicola C, Salerno (CeRM) a Bologna: Sanità e Federalismo
slide presentazione Nicola Salerno Aies Torino 2010
3 Forum Car Sharing Viviani
Il vino oltre la crisi di Fabio Piccoli e Denis Pantini
SeeddLab, un acceleratore per gli innovatori del domani
seminario cagliari 23_settembre_2011
Marocco, l'evoluzione difficile
Tunisia pane e democrazia
Tunisia pane e democrazia
11 luca forte rapporto mediterraneo srm
11 luca forte napoli 6 dicembre 2012_presentazione
BNL Focus #46

weapons to Israel we say no

  • 1. M-346 A ISRAELE? Giorgio Beretta Sociologo, analista del commercio internazionale e italiano di armamenti, membro del Board della Rete Italiana per il Disarmo Email: [email protected] “Armi ad Israele, le ragioni del No” ELEMENTI PER UNA VALUTAZIONE (Venegono Superiore, Varese - 2 ottobre 2012) Giornata Internazionale della Nonviolenza
  • 2. 1. Il contesto internazionale Spesa militare, produzione e commercio mondiale di armamenti: il recente protagonismo dei paesi UE
  • 3. Ripresa della spesa militare mondiale e del commercio di armamenti Lo scenario internazionale delineatosi a partire dal nuovo millennio si caratterizza, rispetto agli anni Novanta, per l’inversione di tendenza nell’andamento della spesa militare mondiale che negli ultimi anni è tornata ai livelli del periodo della Guerra fredda (Fig. 1) e per la graduale ripresa del commercio internazionale di armamenti ad uso convenzionale: nell’ultimo decennio l’incremento del commercio mondiale di sistemi militari sfiora il 30% e nel 2011 ha raggiunto la cifra di 30 miliardi di dollari in valori costanti del 1990 (Figura 2). Nonostante la crisi finanziaria che persiste dal 2008 abbia portato alcuni paesi occidentali ad una riduzione delle risorse per i propri budget militari, il clima di insicurezza che si è diffuso a livello planetario dopo gli eventi dell’11 settembre 2001 insieme alle recenti crisi nella regione nord-africana e medio orientale e al desiderio di diversi paesi emergenti del continente asiatico di rinnovare i propri sistemi di armamenti stanno sostenendo la domanda internazionale di nuove e sempre più sofisticate tecnologie militari.
  • 4. Il recente protagonismo dei paesi dell’UE nel commercio di armamenti In questo contesto i paesi dell’Unione Europea si vanno profilando tra i principali fornitori mondiali di tecnologie militari (Figura 3). In particolare, le esportazioni militari di sette paesi dell’UE (Germania, Francia, Regno Unito, Olanda, Italia, Spagna e Svezia) sommano ad oltre 39,5 miliardi di dollari che ricoprono quasi un terzo di tutti i trasferimenti internazionali di armamenti (32,3%): una percentuale che supera quella degli USA (30,3%) e della Russia (22,9%). Questo fa dell’UE uno dei maggiori players nel commercio mondiale di armi. Gli Usa evidenziano che “I maggiori paesi europei produttori di armi hanno separatamente rafforzato la propria posizione competitiva nelle esportazioni di armi con un forte sostegno governativo al marketing delle proprie vendite all’estero” tanto che oggi questi paesi rappresentano “fonti alternative di armamenti per quelle nazioni che gli Stati Uniti hanno scelto, in base alle proprie politiche, di non rifornire”. (Rapporto Grimmett al Congresso USA, 2011)
  • 5. Spesa militare mondiale (Miliardi di US$ a valori costanti 2009 – Fonte: SIPRI) 1.800 1.600 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 0 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
  • 6. Trasferimenti mondiali di armamenti (Miliardi di US$ a valori costanti 1999 – Fonte: SIPRI) 40,0 36,1 35,0 30,3 30,0 28,5 30,0 27,9 26,2 26,4 28,1 25,0 24,0 24,0 25,0 24,0 24,5 24,4 21,3 21,2 22,9 23,4 23,0 19,2 20,0 19,7 19,0 17,9 15,0 10,0 5,0 0,0 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
  • 7. Export di armamenti: UE, USA e Russia (Miliardi di US$ a valori costanti 1999 – Fonte: SIPRI) USA-RUSSIA-UE-Altri 70 60 50 40 30 20 10 0 1991-1995 1996-2000 2001-2005 2006-2010 Stati Uniti Russia 7 Paesi UE* Resto del mondo
  • 8. Crisi finanziaria mondiale e industria militare (Fonte: SIPRI Yearbook 2012) La crisi finanziaria ha toccato solo parzialmente e in ritardo il mercato degli armamenti: impatto attutito e ritardato. Gli ultimi dati del SIPRI sulle vendite delle prime 100 aziende a produzione militare (411 miliardi di dollari) mostrano ancora un trend in crescita nel 2010 rispetto al 2009, anche se rallenta. Dal 2002, le prime 100 imprese hanno aumentato le vendite del 60% in termini reali. Il mercato resta concentrato tra USA e UE: le prime dieci aziende (all’ottavo posto Finmeccanica) con 230 miliardi US$ ricoprono il 56% delle vendite delle prime 100 aziende mondiali.
  • 9. Arms sales Rank (US$ m.) Total Arms sales Total Total sales, as share of profit, employ- 2010 2009 2010 2009 2010 total sales, 2010 ment, 2010 Company Country Sectors (US$ m.) 2010 (%) (US$ m.) Aircraft, Electronics, 1 1 Lockheed Martin 35 730 33 430 45 803 78 2 926 132 000 Missiles, Space Aircraft, Artillery, Electronics, Missiles, 2 2 BAE Systems 32 880 32 540 34 609 95 1 671 98 200 Military vehicles, Small arms/ammunition, Ships Aircraft, Electronics, 3 3 Boeing 31 360 32 300 64 306 49 3 307 160 500 Missiles, Space Aircraft, Electronics, 4 4 Northrop Grumman 28 150 27 000 34 757 81 2 053 117 100 Missiles, Ships, Space Artillery, Electronics, 5 5 General Dynamics Military vehicles, Small 23 940 23 380 32 466 74 2 624 90 000 arms/ammunition, Ships 6 6 Raytheon Electronics, Missiles 22 980 23 080 25 183 91 1 879 72 400 BAE Systems Inc. Artillery, Electronics, S S (BAE Systems, Military vehicles, Small 17 900 19 280 17 903 100 1 966 46 900 UK) arms/ammunition Aircraft, Electronics, 7 7 EADS 16 360 15 930 60 599 27 732 121 690 Missiles, Space Aircraft, Artillery, Electronics, Missiles, 8 8 Finmeccanica 14 410 13 280 24 762 58 738 75 200 Military vehicles, Small arms/ammunition L-3 9 9 Electronics, Services 13 070 13 010 15 680 83 955 63 000 Communications United Aircraft, Electronics, 10 10 11 410 11 110 54 326 21 4 711 208 220 Technologies Engines
  • 10. 2. Il ruolo dell’Unione Europea Le esportazioni di armamenti dei paesi dell’Unione Europea
  • 11. I Rapporti Ufficiali dell’UE sulle esportazioni di sistemi militari EU REPORT: THIRTEENTH ANNUAL REPORT ACCORDING TO ARTICLE 8(2) OF COUNCIL COMMON POSITION 2008/944/CFSP DEFINING COMMON RULES GOVERNING CONTROL OF EXPORTS OF MILITARY TECHNOLOGY AND EQUIPMENT
  • 12. I Rapporti Ufficiali dell’UE sulle esportazioni di sistemi militari Il 30 dicembre 2011 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la ”Tredicesima Relazione annuale sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari” dalla quale risultano ancora notevoli carenze di informazioni da parte di diversi paesi che rendono impossibile conoscere con precisione le effettive esportazioni (deliveries) di armamenti dei paesi membri. In questa sezione si concentrerà perciò l’attenzione solo sulle autorizzazioni (licences) all’esportazione che hanno chiara rilevanza politica: esse, infatti, sono rilasciate dai governi sulla base di diversi interessi che non sempre corrispondono ai criteri stabiliti dalle normative europee e dalle rispettive legislazioni nazionali. Nel quinquennio 2006-2010, le autorizzazioni all’esportazione di armamenti sono state rilasciate soprattutto dalla Francia (58,7 miliardi di euro pari al 35,6%), Germania (24,2 miliardi pari al 14,7%), Italia (23,2 miliardi pari al 14,1%) seguiti da Regno Unito (12,8 miliardi), Spagna (11,5 miliardi), Austria (6,8 miliardi), Svezia (5,9 miliardi), Paesi Bassi (5,5 miliardi). In base a questi dati ufficiali, l’Italia è quindi uno dei tre maggiori esportatori di armamenti dell’UE, solo poco distante dalla Germania.
  • 13. Export di armi paesi UE: Licenze Anni 2006-2010 (Miliardi € i valori costanti 2010– Fonte: EU Report) 60 58,7 50 40 30 24,2 23,2 20 12,8 11,5 10 8,0 6,8 5,9 5,5 5,4 2,8 0 Francia Germania Italia Regno Spagna Austria Svezia Paesi Belgio Polonia Altri Ue Unito Bassi
  • 14. Destinazioni dell’export militare dei paesi dell’UE Nel periodo 2006-2010, i paesi dell’UE hanno autorizzato notevoli esportazioni di armamenti verso i paesi del Sud del mondo: si tratta di quasi 74 miliardi di euro pari circa il 45% del totale. I principali destinatari di armamenti europei tra i paesi del Sud del mondo sono stati i governi autoritari della penisola araba e le nazioni povere e instabili del sub-continente indiano: ma figurano anche i regimi dispotici del Nord Africa e del Medio Oriente e paesi sottoposti all’embargo di armamenti come Cina, Somalia, Sudan e Zimbabwe. Questi dati dovrebbero portare ad una profonda riflessione sull’effettiva applicazione dei criteri enunciati nella Posizione Comune dell’UE. Va invece denunciata la carenza di dibattito sulle esportazioni europee di armamenti sia al livello di Parlamento europeo sia nei parlamenti nazionali: ciò è indice da un lato di una certa reticenza da parte delle forze politiche ad addentrarsi in una seria ed approfondita valutazione delle esportazioni militari del proprio paese e, dall’altro, di una chiara ritrosia da parte dei governi ad aprire un confronto con gli altri Stati membri su un tema certamente delicato e strategico come quello delle esportazioni militari.
  • 15. I primi 20 paesi nel Sud del mondo destinatari di armamenti UE e loro spese militari (Miliardi € i valori costanti 2010– Fonte: EU Report)
  • 16. Destinazioni dell’export armi UE: Anni 2006-2010 (Miliardi € i valori costanti 2010– Fonte: EU Report) 60 55,3 50 40 31,3 30 27,2 20 18,2 10,7 10 8,0 7,3 6,8 0 Unione Medio Asia Nord Altri Europei Africa Sud America Oceania Europea Oriente America
  • 17. Destinazioni export armi UE in %: Anni 2006-2010 (Miliardi € i valori costanti 2010– Fonte: EU Report) Sud America 4,4% Africa 4,9% Unione Europea Asia 33,6% 16,5% Medio Oriente 19,0% Nord America 11,0% Oceania Altri Europei 4,1% 6,5%
  • 18. Destinazioni dell’export armi dell’UE: Nord e Sud del mondo Anni 2002-10: Autorizzazioni Ue verso Nord e Sud del mondo Sud del mondo 46% Nord del mondo 54%
  • 19. 3. La normativa UE La Regolamentazione dell’export di armamenti nell’UE Dal Codice di Condotta (1998) alla Posizione Comune 944/PESC (2008)
  • 20. POSIZIONE COMUNE 2008/944/PESC DEL CONSIGLIO UE dell’8 dicembre 2008 che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA, visto il Trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 15: (ecc.) Gli Stati membri sono determinati a fissare norme comuni rigorose che siano considerate come base minima per la gestione e la limitazione dei trasferimenti di tecnologia e attrezzature militari da parte di tutti gli Stati membri e a rafforzare lo scambio delle informazioni al fine di raggiungere una maggiore trasparenza. Gli Stati membri sono determinati a impedire l’esportazione di tecnologia e attrezzature militari che possano essere utilizzate per la repressione interna o l’aggressione internazionale o contribuire all’instabilità regionale. Gli Stati membri intendono rafforzare la cooperazione e promuovere la convergenza riguardo all’esportazione di tecnologia e attrezzature militari nel quadro della Politica estera e di sicurezza comune (PESC).
  • 21. POSIZIONE COMUNE 2008/944/PESC DEL CONSIGLIO UE dell’8 dicembre 2008 che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari Gli Stati hanno il diritto di trasferire mezzi di autotutela, in conformità del diritto di autotutela riconosciuto dalla Carta dell’ONU. È riconosciuta l’intenzione (the wish) degli Stati membri di mantenere l’industria della difesa quale elemento della loro base industriale e del loro sforzo di difesa. Il rafforzamento di una base tecnica ed industriale di difesa europea, che contribuisce all’attuazione della politica estera e di sicurezza comune, segnatamente della politica europea comune in materia di sicurezza e di difesa, dovrebbe essere (should be) accompagnato dalla cooperazione e dalla convergenza nel settore della tecnologia e delle attrezzature militari. Prima Osservazione: Diritto a trasferire “mezzi di autotutela”, ma necessità di “convergenza” (non di “concorrenza”) e limitazioni per impedire l’esportazione di strumenti militari che possano essere utilizzate per la repressione interna o l’aggressione internazionale o contribuire all’instabilità regionale.
  • 22. La Posizione Comune dell’UE: Gli 8 CRITERI (1) Criterio 1: Rispetto degli obblighi e degli impegni internazionali degli Stati membri, segnatamente delle sanzioni adottate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o di quelle adottate dall’Unione europea, degli accordi concernenti la non proliferazione ed altre materie, nonché degli altri obblighi internazionali. Criterio 2: Rispetto dei diritti umani nel paese di destinazione finale e rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di detto paese. (a) rifiutano licenze di esportazione qualora esista un rischio evidente che le attrezzature militari da esportare possano essere utilizzate a fini di repressione interna (…) e per commettere gravi violazioni del diritto umanitario internazionale. Criterio 3: Situazione interna del paese di destinazione finale in termini di esistenza di tensioni o conflitti armati. Gli Stati membri rifiutano licenze di esportazione di tecnologia o attrezzature militari che provochino o prolunghino conflitti armati o aggravino tensioni o conflitti in corso nel paese di destinazione finale.
  • 23. La Posizione Comune dell’UE: Gli 8 CRITERI (2) Criterio 4: Mantenimento della pace, della sicurezza e della stabilità regionali. Gli Stati membri rifiutano licenze di esportazione qualora esista un rischio evidente che il destinatario previsto utilizzi la tecnologia o le attrezzature militari da esportare a fini di aggressione contro un altro paese o per far valere con la forza una rivendicazione territoriale. Nel valutare tali rischi, gli Stati membri tengono conto tra l’altro: a) dell’esistenza o della probabilità di un conflitto armato fra il paese destinatario e un altro paese; b) di una rivendicazione territoriale nei confronti di un paese vicino che il paese destinatario abbia in passato tentato o minacciato di far valere con la forza; c) della probabilità che la tecnologia o l’attrezzatura militare sia usata per scopi diversi da quelli legittimi di sicurezza nazionale e difesa del paese destinatario; d) della necessità di non pregiudicare in modo significativo la stabilità della regione.
  • 24. La Posizione Comune dell’UE: Gli 8 CRITERI (3) Criterio 5: Sicurezza nazionale degli Stati membri e dei territori le cui relazioni esterne rientrano nella competenza di uno Stato membro, e sicurezza nazionale dei paesi amici e alleati. Gli Stati membri tengono conto degli aspetti seguenti: a) effetto potenziale della tecnologia o delle attrezzature militari da esportare sui loro interessi in materia di difesa e sicurezza e su quelli di Stati membri e dei paesi amici e alleati, pur riconoscendo che tale fattore non può incidere sull’osservanza dei criteri relativi al rispetto dei diritti umani e alla pace, sicurezza e stabilità regionali; b) rischio di utilizzazione della tecnologia o delle attrezzature militari in questione contro le loro stesse forze o quelle di Stati membri di paesi amici e alleati.
  • 25. La Posizione Comune dell’UE: Gli 8 CRITERI (4) Criterio 6: Comportamento del paese acquirente nei confronti della comunità internazionale, segnatamente per quanto riguarda la sua posizione in materia di terrorismo, la natura delle sue alleanze e il rispetto del diritto internazionale. Gli Stati membri tengono conto, fra l’altro, dei comportamenti del paese acquirente per quanto concerne: a) il suo sostegno o incoraggiamento del terrorismo e della criminalità organizzata internazionale; b) il suo adempimento di impegni internazionali, in particolare riguardo al non ricorso alla forza, e (adempimento) del diritto umanitario internazionale; c) il suo impegno per la non proliferazione e altri settori del controllo degli armamenti e del disarmo, in particolare firma, ratifica e attuazione delle pertinenti convenzioni in materia di controllo degli armamenti e di disarmo, di cui alla lettera b) del criterio 1.
  • 26. La Posizione Comune dell’UE: Gli 8 CRITERI (5) Criterio 7: Esistenza del rischio che la tecnologia o le attrezzature militari siano sviate all’interno del paese acquirente o riesportate a condizioni non ammissibili. Criterio 8: Compatibilità delle esportazioni di tecnologia o di attrezzature militari con la capacità tecnica e economica del paese destinatario, tenendo conto che gli Stati dovrebbero essere in grado di soddisfare le loro legittime esigenze in materia di sicurezza e difesa con una diversione minima di risorse umane ed economiche per gli armamenti. Gli Stati membri valutano, alla luce delle informazioni provenienti da fonti pertinenti (UNDP, BM, FMI, OSCE) se la prospettata esportazione ostacoli gravemente lo sviluppo sostenibile del paese destinatario. In questo contesto esaminano i livelli relativi di spesa nel settore militare e in quello sociale di detto paese, tenendo conto anche di eventuali aiuti dell’UE o di aiuti bilaterali.
  • 27. La Posizione Comune dell’UE: VALUTAZIONE Fin dagli anni Novanta la richiesta di una normativa europea sulle esportazioni di armamenti è stata fortemente promossa dalle associazioni della società civile. La Posizione Comune (2008/944/PESC) rappresenta un positivo miglioramento rispetto al Codice di condotta del 1998, ma non è né vincolante né sanzionatoria. Appare perciò quanto mai urgente impegnarsi affinché tale Posizione Comune venga rafforzata e resa una “Direttiva” da implementarsi nelle legislazioni nazionali. Nel contempo è necessario mettere in atto ogni tipo di pressione possibile sulle forze politiche nazionali ed europee affinché si apra un ampio confronto sulle esportazioni di armamenti dei paesi membri: solo da questo confronto può nascere un’effettiva ristrutturazione e riconversione delle industrie belliche nazionali.
  • 28. 4. Italia e export di armi Le esportazioni italiane di armamenti e la Legge 185/1990
  • 29. Le esportazioni italiane di armamenti: un trend in crescita e l’impennata dell’ultimo quinquennio Le autorizzazioni all’esportazione di armamenti rilasciate dai vari Governi dal 1990 (anno dell’entrata in vigore della legge n.185) al 2011 superano i 44 miliardi di euro e mostrano una chiara impennata nell’ultimo quinquennio (Figura 1). Nell’ultimo sessennio 2006-2011– che sostanzialmente copre le ultime due legislature – la parte più consistente delle autorizzazione all’esportazione di armamenti è stata rilasciata verso i paesi del Medio Oriente (compresa anche la Turchia) che ricoprono più di un terzo del totale (36%) e precedono i trasferimenti rilasciati verso i paesi dell’Europa occidentale. Nell’ultimo quinquennio si rileva una preoccupante inversione di tendenza nei paesi destinatari di armamenti che sono soprattutto i paesi del Sud del mondo (vedi figure seguenti).
  • 30. Italia - Export di Armamenti: Anni 1990-2001 (Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90) 5.000 4.500 4.000 3.500 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500 - 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 A utoriz z az ioni A utoriz . M edia quinquennale Cons egne Cons egne M edia quinquennale
  • 31. Destinazione di Armamenti per zone Geopolitiche: Autorizzazioni 1990-2011 (Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90) 16.000 15.149 14.000 12.232 12.000 10.000 8.000 6.293 6.000 3.808 4.000 2.259 2.022 1.925 2.000 1.071 0 Europa Medio Oriente Asia Nord America Europa America Latina Altri Africa Sub- Occidentale Orientale Indistrializzati Sahariana
  • 32. Destinazione di Armamenti per zone Geopolitiche: Autorizzazioni 2006-2011 (Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90) 8.000 7.149 7.000 6.000 5.489 5.000 4.000 3.000 2.758 2.000 1.804 1.094 1.000 703 562 311 0 Medio Europa Asia Nord America Europa America Jp-Nz-Au Africa Oriente Occidentale Orientale Latina
  • 33. Autorizzazioni Export di Armamenti verso il Nord e Sud del mondo (1) (Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90) 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Nord del mondo Sud del mondo Poli. (Nord del mondo) Poli. (Sud del mondo)
  • 34. Autorizzazioni Export di Armamenti verso il Nord e Sud del mondo (2) (Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90) 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Nord del mondo Sud del mondo
  • 35. Autorizzazioni Export di Armamenti verso il Nord e Sud del mondo: Anni 1990-2011 48,3% 51,7% Nord del mondo Sud del mondo
  • 36. Autorizzazioni Export di Armamenti verso il Nord e Sud del mondo: Anni 2006-2011 42,8% 57,2% Nord del mondo Sud del mondo
  • 37. Paesi di destinazione: Autorizzazioni all’export negli anni 2006-2011 (Milioni di € a valori costanti 2011 – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90) 2.000 1.800 1.600 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 0 Arabia Turchia Stati Uniti Gran Germania Algeria India Emirati Pakistan Spagna Francia Singapore Austria Libia Qatar Saudita Bretagna Arabi Uniti
  • 38. La Legge 185/90: Criteri e divieti Legge 9 luglio 1990, n. 185: “Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” come modificata da Decreto Legislativo 22 giugno 2012, n. 105 Art. 1. “Controllo dello Stato”: L’esportazione, l’importazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiale di armamento nonché la cessione delle relative licenze di produzione e la delocalizzazione produttiva devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i princìpi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. (c.1) L'esportazione (…) sono vietati quando siano in contrasto con la Costituzione, con gli impegni internazionali dell'Italia, con gli accordi concernenti la non proliferazione e con i fondamentali interessi della sicurezza dello Stato, della lotta contro il terrorismo e del mantenimento di buone relazioni con altri Paesi, nonché quando manchino adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali. (c.5).
  • 39. La Legge 185/90: Criteri e divieti Legge 9 luglio 1990, n. 185: “Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” come modificata da Decreto Legislativo 22 giugno 2012, n. 105 L'esportazione (…) di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere; b) verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell'articolo 11 della Costituzione; c) verso i Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l’embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite o dell'UE o da parte dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE); d) verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competentiorgani delle Nazioni Unite, dell'UE o del Consiglio d'Europa; e) verso i Paesi che, ricevendo dall’Italia aiuti ai sensi della legge n. 49 del 1987 destinino al proprio bilancio militare risorse eccedenti le esigenze di difesa del paese (…).
  • 40. L’export italiano di armamenti: VALUTAZIONE L’entrata in vigore della legge 185/1990, grazie alle pressioni delle associazioni della società civile, ha rappresentato un momento decisivo per regolamentare l’export militare italiano. L’impennata di esportazioni militari italiane verso aree di forte tensione (Medio Oriente e Nord Africa), verso le economie ricche della penisola araba e i paesi emergenti dell’Asia mostrano però che più che ai divieti sanciti dalla legge 185, i governi italiani hanno tenuto in conto, pur senza esplicitarli, altri interessi di tipo economico, politico e strategico. E’ pertanto urgente riaprire il confronto anche all’interno delle diverse componenti della società civile (dalle associazioni pacifiste alle rappresentanze sindacali, dalle ong per la tutela dei diritti umani ai settori di responsabilità sociale d’impresa) per promuovere percorsi comuni di monitoraggio e pressione per un’effettiva ed efficace applicazione della legge 185/1990.
  • 41. 5. Armi e aiuti militari a Israele Esportazione Internazionale, Europea e Italiana di sistemi militari verso Israele
  • 42. L’export internazionale di armi a Israele: attenzione alle fonte e ai dati Le cifre del SIPRI (Fig. 1) sulle esportazioni di armi verso Israele se comparate a quelle fornite dalle fonti ufficiali degli Usa e dell’Ue sono alquanto contenute: mentre infatti il SIPRI riporta nell’intero periodo 2001-11 esportazioni dagli Usa verso Israele per poco più di 5,4 miliardi di US$, il rapporto Grimmett segnala dal 2003 al 2010 consegne (deliveries) per oltre 9,8 miliardi US$. E il Rapporto della U.S. Defense Security Cooperation Agency (DSCA) segnala esportazioni verso Israele nel solo 2010 per oltre 926 milioni di US$. I Rapporti ufficiali dell’UE mostrano che è la Francia il principale fornitore europeo di armamenti a Israele. L’Italia ha mantenuto finora una particolare cautela nelle esportazioni militari verso Israele tanto che in 20 anni le autorizzazioni e consegne di sistemi militari non superano i 14 milioni di euro e sono ampiamente inferiori a quelle per “armi comuni” non per uso militare esportate a Israele (dati ISTAT).
  • 43. Esportazioni internazionali di armamenti verso Israele (Anni 2001-2011)
  • 44. USA: Aiuti e Esportazioni di armamenti verso Israele (CRS Reports)
  • 45. USA: Aiuti e Esportazioni di armamenti verso Israele (CRS Reports)
  • 46. USA: Aiuti e Esportazioni di armamenti verso Israele (CRS Reports)
  • 47. USA: Aiuti e Esportazioni di armamenti verso Israele (CRS Reports)
  • 48. USA: Esportazioni di armamenti verso Israele nel 2010 (DSCA Reports 1)
  • 49. USA: Esportazioni di armamenti verso Israele nel 2010 (DSCA Reports 2)
  • 50. UE: Autorizzazioni all’export di armi verso Israele (Anni 2005-2010) (Milioni di € i valori costanti 2010– Fonte: EU Report) 500 450 441,5 400 350 300 250 200 157,6 150 100 91,7 64,2 50 40,6 25,6 15,2 11,1 8,0 6,2 0 Francia Germania U.K. Romania Belgio Spagna Bulgaria Rep. Ceca Italia Altri
  • 51. UE: % Autorizzazioni all’export di armi verso Israele (Anni 2005-2010) Italia Rep. Ceca 0,7% 0,9% Bulgaria Altri Spagna 1,3% 4,8% 1,8% Belgio 3,0% Romania 7,4% U.K. Francia 10,6% 51,2% Germania 18,3%
  • 52. Italia: Autorizzazioni e Consegne di armi verso Israele (Anni 1990-2011) (Milioni di € a valori correnti – Fonte: Relazioni Presidenza del Consiglio - L. 185/90)
  • 53. Italia e Prov. di Brescia: Export di “Armi non militari” verso Israele (Legge 110/1975) (Valori in € correnti – Fonte: ISTAT)
  • 54. Accordo generale di cooperazione tra Italia e Israele nel settore della difesa (Legge 17 maggio 2005 n° 94, XIV Legislatura - Governo Berlusconi III) - ARTICOLO 2 -OBIETTIVI DELL'INTESA 1 - Entrambe le Parti del presente MoU convengono di stabilire rapporti reciproci fra i Ministeri della Difesa e le loro Forze Armate, al fine di stabilire una cooperazione nei settori della difesa, il che consentirà loro di aumentare le capacità di difesa. 2 - La cooperazione fra le Parti riguarderà i seguenti settori: * Industria della difesa e politica di approvvigionamento di competenza dei Ministeri della Difesa, * Importazione, esportazione e transito di materiali militari e di difesa, * Operazioni umanitarie, * Organizzazione delle forze Armate, struttura e materiali di reparti militari e gestione del personale, * Formazione/Addestramento, * Questioni ambientali e inquinamento provocati da strutture militari * Servizi medici militari, * Storia militare, * Sport militari La cooperazione militare non si limiterà ai settori sopra menzionati. Le Parti cercheranno nuovi settori di cooperazione di interesse reciproco.
  • 55. Conclusioni L’Accordo bilaterale militare segna una svolta di notevole rilevanza nell’ambito della politica tra Italia e Israele: andrebbero rese note le esportazioni di armamenti autorizzate nell’ambito di questo accordo che, come per altri accordi simili, possono non essere riportate nelle Relazioni annuali del Governo ai sensi della legge 185/1990. Alla luce del più che ventennale atteggiamento di cautela nelle esportazioni di sistemi militari da parte dell’Italia verso Israele, il contratto per la fornitura di circa 30 aerei addestratori M-346 del valore di oltre 850 milioni di dollari – contratto che prevede l’acquisto da parte dell’Italia di sistemi militari da Israele per un valore simile – rappresenta una chiara inversione di tendenza della politica restrittiva finora attuata. Per questi motivi, i termini del contratto per questa fornitura andrebbero resi pubblici nella loro interezza e giustificati dal Governo in considerazione anche della non attuazione da parte dello Stato di Israele delle Risoluzioni dell’Onu e delle reiterate violazioni da parte di Israele degli impegni internazionali, delle convenzioni in materia di diritto umanitario e del suo ricorso alla forza per la soluzione di controversie territoriali.
  • 56. Bibliografia Si veda la bibliografia e i contributi di G. Beretta sul commercio internazionale, sull’export italiano di armamenti e ruolo delle banche nei seguenti volumi: - C. Bonaiuti e A. Lodovisi (a cura di), Sicurezza, controllo e finanza: le nuove dimensioni del mercato degli armamenti, JacaBook, Milano, 2009. - C. Bonaiuti e A. Lodovisi (a cura di), L'industria militare e la difesa europea: rischi e prospettive, Jaca Book, Milano, 2008. - C. Bonaiuti e A. Lodovisi (a cura di), Spese militari nel mondo: il costo dell'insicurezza, Jaca Book, Milano, 2006. - C. Bonaiuti e A. Lodovisi (a cura di), Il commercio delle armi: l'Italia nel contesto internazionale, Jaca Book, Milano, 2004. - OPAL (a cura di), “Affari di armi, Percorsi di pace", EMI, Bologna 2012, pp. 272. - OPAL (a cura di), “La pace oltre le armi", EMI, Bologna 2011, pp. 176. - OPAL (a cura di), “Difendiamoci dalle armi", EMI, Bologna 2010, pp. 176. - G. Beretta, “L’Italia nel commercio internazionale di armamenti italiani”, in Sbilanciamoci!, “Economia a mano armata”, anno 2012, (in .pdf) - G. Beretta, "Armamenti italiani: vent'anni di esportazioni", in Aggiornamenti Sociali, luglio-agosto 2010, pp. 491-501, (in .pdf) - G. Beretta: tre dossier di Missione Oggi: 2010 (.pdf); 2011 (.pdf) e 2012 (.pdf) - Annamaria Biagia Romano, L’addestratore M-346 Master, in Sistema informativo a schede di Archivio Disarmo (in .pdf)
  • 57. Nota Questo documento è disponibile al pubblico gratuitamente, ma l’autore chiede che non venga diffuso su siti internet, stampato o riprodotto in forma digitale o cartacea né totalmente né in parte senza la sua esplicita autorizzazione. L’autore chiede che non ne venga fatto un utilizzo a fini commerciali e, in caso di citazione parziale dei contenuti, che sia citato in modo corretto. Per ogni esigenza contattare: Giorgio Beretta Email: [email protected]